Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sissi Bennett    26/03/2007    2 recensioni
“STUPEFICIUM!” non aveva mai lanciato un incantesimo così potente. Black venne colpito in pieno torace, fu spinto all’indietro e atterrò a terra dopo aver compiuto una giravolta. Probabilmente si era fatto male; anzi di certo si era fatto male, molto male, ma ad Amy non importava. Era riuscita una volta per tutte a tappargli quella maledetta bocca capace solo di sputare veleno. Il professor Lumacorno era subito corso accanto al ragazzo privo di sensi e lo aveva risvegliato. Mentre lo aiutava a tirarsi in piedi, la McGrannit, adirata come non mai, assalì letteralmente Amelia con una serie di rimproveri e critiche strillando che il suo comportamento era inaccettabile. Amelia, però, non ascoltava le parole della professoressa; continuava a fissare Black dritto negli occhi con un’espressione di sfida dipinta sul volto. Non era per nulla pentita del suo gesto. Black ricambiò lo sguardo con altrettanta superiorità. Il tempo delle battaglie era finito; ora iniziava la guerra SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E guerra avrai…

E guerra avrai…!

 

Capitolo due: Mutande e raffreddore

Remus starnutì e si soffiò il naso provocando l’ilarità dell’intera classe di pozioni.

Lui, James e Peter avevano preso posto uno accanto all’altro per seguire la lezione del professor Lumacorno.

Tutti e tre si stavano chiedendo dove fosse finito Sirius. Era andato a colazione prima di loro e poi non si era fatto più vedere. James fece scorrere lo sguardo per tutta l’aula e fece notare a Remus che non era presente nemmeno Amelia Jones.

Remus inarcò le sopracciglia; seriamente James credeva che Amelia e Sirius avessero bigiato insieme? Amelia non avrebbe mai saltato una lezione, men che meno avrebbe passato del tempo con Sirius volontariamente; quindi i casi erano due: o Felpato la teneva sotto maledizione Imperio oppure entrambi avevano avuto dei problemi.

Lumacorno scrisse gli ingredienti per la pozione sulla lavagna e poi diede loro il permesso d’incominciare.

Peter prese a tagliuzzare minuziosamente le zampe di rana, mentre gli altri due discutevano sulla possibile giustificazione dell’assenza del loro amico.

James continuava a sostenere che Sirius e Amelia si fossero appartati, Remus invece aveva scelto la via della ragione e  ripeteva che era impossibile che Amelia si fosse arresa a Felpato.

Per la serie tra i due litiganti il terzo gode, Peter udì per caso il discorso di due ragazze che erano sedute dietro di lui.

“Ma cosa è successo stamattina in Sala Grande?”stava chiedendo una.

“Non lo sai! Amelia Jones ha schiantato Sirius Black!” rispose l’altra.

Gli occhi di Peter s’illuminarono di soddisfazione: finalmente aveva risolto l’enigma.

Scrollò il braccio di James che  lo ignorò troppo preso dalla discussione con Remus.

“Ti dico che sta con la Jones! Nessuno ragazza ha mai rifiutato Sirius!” disse James con fermezza.

“Dopo che l’ha lasciata su un albero per un intero pomeriggio, credi che l’abbia già perdonato?!” replicò Remus mettendo un paio di ali di pipistrello nel calderone.

“Ragazzi…” cercò d’intromettersi Peter.

Sirius è molto persuasivo!” spiegò James.

“Ragazzi…”

“Ma Amelia non è facile da persuadere!” disse Remus.

“Ragazzi…”

“Cosa c’è Codaliscia?!” esclamarono all’unisono.

La Jones stamattina ha schiantato Sirius a colazione” finalmente era riuscito a parlare.

Ora sicuramente si sarebbero congratulati per aver scoperto la verità.

Le cose andarono un po’ diversamente da come le aveva previste Peter.

“Oppure Amelia si è vendicata!” saltò su James.

“E Sirius è finito in infermeria e Amelia dal preside!” continuò Remus battendo le mani come dire Eureka.

Peter riprese a mescolare l’infuso sconsolato. Non lo avrebbero mai preso sul serio.

 

Sirius era steso su un letto dell’infermeria. Aveva un braccio fasciato, una gamba ingessata e un grosso cerotto sulla nuca.

L’incantesimo di Amelia gli aveva, infatti, procurato una slogatura al polso, una gamba rotta e un taglio dietro il collo.

Madama Chips gli aveva sistemato tutto, ma per precauzione gli aveva fasciato le ferite e aveva deciso di tenerlo lì due o tre giorni per controllarlo.

La professoressa McGrannit gli aveva fatto visita una mezz’ora prima e con lei era venuta anche Amelia. Aveva dubitato subito che lei fosse lì di sua spontanea volontà e di fatti aveva scoperto di avere ragione.

La McGrannit l’aveva obbligata a chiedergli scusa, dopodiché se n’erano andate tutte e due.

Guardò l’ora: era l’una e mezza e nessuno dei suoi amici era ancora andato a trovarlo.

Come per esaudire il suo desiderio: eccoli comparire all’entrata.

“Ehi Felpato come stai?” domandò James.

“Non ti mentirei dicendoti che stavo meglio prima” rispose Sirius tirandosi un po’ su.

“Ma…” cominciò incerto Peter “E’ vero che la Jones ti ha schiantato?”

“Non infierire, ti prego”

“L’avevo detto io che quella è un osso duro” commentò Remus ridacchiando sotto i baffi.

“Aspetta che riprendo le forze e vedi come la concio!”

“Comincia a guarire, poi penserai alla vendetta” suggerì James “ Ora andiamo, torneremo stasera…stammi bene”

Li vide sparire dietro la porta. Incrociò le braccia annoiato. Avrebbe preferito andare a lezione piuttosto che stare confinato per tre giorni in un letto. Un gran vociare gli giunse alle orecchie. Incuriosito saltellò su un piede e raggiunse la finestra che dava sul paro del castello.

Amelia, Lily e quell’altra francese di cui non ricordava il nome, erano in riva al lago e si divertivano schizzandosi con l’acqua.

Vederla sorridere in quel modo lo mandò in bestia. Non solo lo aveva schiantato causandogli un male assurdo,ma aveva anche scampato la sospensione solo perché era una delle alunne migliori della scuola. E lui era costretto a rimanere in infermeria e sentire gli stupidi schiamazzi di quella ragazzina, che nonostante avesse fatto il danno, l’aveva passata liscia e in quel momento scherzava sul lago con le sue amiche.

Irato colpì il vaso che stava sul tavolino lì a fianco e lo gettò sul pavimento mandandolo in frantumi.

Madama Chips corse subito indignata e lo rimproverò. Sirius la mandò senza tanti preamboli a quel paese, tornò nel letto e chiuse le tendine.

 

Ricomparì in sala comune ben quattro giorni dopo. Aveva ripreso la sua camminata spavalda e il braccio era tornato a posto; solo il cerotto era rimasto perché la ferita si doveva ancora rimarginare del tutto.

Appena ebbe messo piedi nel Dormitorio un gran numero di ragazze gli fu addosso.

Lo tempestarono di domande sulla sua salute. Tutti lo accolsero calorosamente; perfino Lily Evans si avvicinò per accertarsi che stesse bene.

Sirius si accorse che quando incrociò lo sguardo con James divenne tutta rossa e sorrise timidamente. Stentò a credere che quella ragazza fosse la stessa che aveva rifiutato Ramoso per tutto quel tempo.

Si sedette sul divano davanti al fuoco e con lui presero posto due ragazze che non esitarono a far scivolare le braccia intorno al suo torace come dei tentacoli.

L’unica che non aveva preso parte ai festeggiamenti per il ritorno del Malandrino era Amelia, seduta davanti al solito tavolo. Stava finendo il tema per Storia della Magia.

Mordicchiò la punta della piuma indecisa su che come concluderlo. Era visibilmente spazientita da quel chiasso che stavano facendo. Per quale motivo, poi? Per Black!

Si voltò verso Sirius che stava baciando una delle due ragazze. Si staccò e giratosi verso l’altra, baciò pure quella.

Amelia distolse lo sguardo disgustata. Il solo aggettivo che poteva caratterizzare quel ragazzo alla perfezione era viziato; abituato ad ottenere tutto e subito, a voler tutto ciò che non che non poteva avere.  Era la persona meno umile che avesse mai conosciuto in vita sua.

Appoggiò la punta della piuma sulla pergamena e riprese il suo lavoro. La risate delle due oche che stava con Sirius le perforò i timpani. Irritata pigiò un po’ troppo la piuma e la sua punta si spezzò. Dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non pietrificare quelle stupide.

Nessuno nella sala badava a lei; nessuno tranne Sirius. Quando aveva baciato la seconda ragazza, aveva gettato un occhio nella sua direzione e aveva notato che Amelia era piuttosto innervosita e forse anche infastidita dal suo comportamento, addirittura poteva giurare di aver visto nella sua espressione una vena di…invidia .

Sorrise soddisfatto, qualcosa gli diceva che anche Amelia Jones sarebbe caduta nella sua tela.

Si scollò quelle due ragazze, della quali già non sapeva più il nome, e la raggiunse.

Amy era talmente concentrata sul suo tema che non prestò attenzione alle gambe della sedia di fronte che si spostavano strisciando rumorosamente contro il parquet.

Si decise ad alzare la testa solo quando Sirius repentino le tolse da sotto il naso la pergamena.

“Allora sei in cerca di guai!” disse lei.

“Ebbene sì! Ma stavolta non ho intenzione di essere la vittima” affermò Sirius.

Amelia appoggiò il mento sul pugno della sua mano aspettando la mossa del ragazzo.

“E se bruciassi il tuo adorato tema?”

Amy allargò gli occhi intimorita…no tutto tranne quello! Aveva impiegato una vita per farlo.

“Uh…uh…ho forse centrato il bersaglio?” ironizzò Sirius.

Amelia intuì che non serviva a niente mostrarsi debole davanti a lui; se l’avesse buttato nel fuoco, ne avrebbe fatto un altro ancora più bello.

“Se proprio devi…” rispose lei.

Sirius sorrise beffardamente; sapeva benissimo che Amelia fingeva solo di essere spavalda, ma in realtà tremava al pensiero di dover riscrivere due rotoli di pergamena.

Mmm…no…bruciare il tuo tema ti farebbe solo prendere un brutto voto, lo recupereresti subito, quello che voglio io è un’umiliazione pubblica, voglio che ogni persona di questa scuola ti veda scioglierti dalla vergogna e dalla frustrazione, mentre il grande Sirius Black avrà vinto ancora una volta!”

“ Sei l’essere più vanesio e sorprendentemente idiota del mondo intero, magico e non!” sibilò Amelia agguantando il suo tema e salendo le scale verso la sua stanza.

Sarà pure come dici tu, sta di fatto che sono il migliore! Pensò Sirius abbassando appena la testa per guardare la gonna di Amy che svolazzava mentre lei saliva i gradini.

Ritornò dai suoi amici: Peter e Remus stava facendo una partita a scacchi magici e James giocava con il boccino d’oro tirandolo in aria e riacchiappandolo.

“Gliene hai dette quattro?” chiese curioso Peter.

“No…è ancora presto, ma quando le restituirò il favore, lo farò in grande!” rispose con una strana malignità negli occhi.

“Io…etciù…credo che sia il caso…etciù…di finirla con…etciù…questi scherzi da bambini…etciù” suggerì Remus intervallando ad ogni parola uno starnuto.

“Santo Cielo Remus, va’ in infermeria prima di infettare a tutta la sala comunetciù!”disse James portandosi una mano alla bocca per lo stupore… “Me lo hai attaccato!!Brutto infame!”

“Non ho…etciù…fatto apposta!”

“Lo spero bene…ETCIU’  l’ultimo starnuto di James fu particolarmente forte.

Sirius prese le distanze dai due amici. L’ultima cosa che gli serviva era un raffreddore.

 

Sirius si strofinò assonnato le palpebre per l’ennesima volta. Remus e James avevano trascorso tutta notte a starnutire e a soffiarsi il naso e lui non era riuscito a prendere sonno.

Erano passati due giorno dal suo ritorno in dormitorio e l’epidemia di raffreddore si era diffusa per tutta scuola; erano pochi quelli rimasti sani.

Sia Sirius che Amelia erano restati buoni e calmi per quel paio di giorni. Amelia, infatti, pareva aver deciso di comportarsi da adulta; Sirius invece stava macchinando qualcosa di veramente imbarazzante.

Finì il porridge e si diresse verso l’aula di difesa contro le arti oscure. Incontrò Peter che andava nella sua stessa direzione. Lo salutò con un cenno della mano.

Questi ricambiò il saluto e si soffiò il naso.

“No Peter! Anche tu…no!” l pregò Sirius.

“E’ colpa di James…etciù…stamattina ha starnutito nel mio latte!” 

Sirius si allontanò disgustato. A costo di nascondersi per un mese nel ripostiglio delle scope, avrebbe evitato tutti per non ammalarsi.

La professoressa Morgana Zacharias era appoggiata alla cattedra. Aveva i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e indossava un abito viola di velluto.

Iniziò a spiegare L’Incanto Patronus. Seduto davanti ai quattro malandrini, c’era il loro zimbello per definizione: Severus Piton.

James diede una gomitata a Sirius indicando Severus.

Mocciosus...gli sillabò a bassa voce e un ghigno perfido si dipinse sulla bocca di Felpato.

James estrasse la bacchetta dalla tasca e mormorò “Wingardiumetciù Leviosa  

Piton invece di levitare, venne sbalzato in avanti finendo addosso alla professoressa.

James non si preoccupò minimamente del danno che aveva fatto e si unì alle risate con tutta la classe.

La professoressa si tirò in piedi insieme a Piton. Aveva i capelli scompigliati e il mantello era sgualcito. Il suo volto, solitamente sorridente, mandava tuoni, fulmini e saette.

“Chi è stato?”

La mano di James scattò in aria. Il ragazzo senza esitare ammise di essere il colpevole.

L’aula esplose in una serie di applausi. James era compiaciuto: nessuna punizione avrebbe potuto cancellare la sua fama.

Sirius si aggrappò al banco per rialzarsi; a furia di ridere era scivolato a terra.

Amelia, nel posto dietro al suo, lo squadrò da capo a piedi… “Patetico” disse.

Stronza” gli rispose.  

Amy strinse gli occhi, poi si girò verso Lily furente; le serviva l’appoggio della sua amica.

Ma la rossa era troppo presa dal contemplare James Potter per prestarle attenzione.

Amy fece un paio di calcoli. Allora i casi erano due: o il mondo andava al contrario o tutti avevano preso una bella botta in testa.

Perfino Turchese era diventata un’accanita fan del quartetto Potter-Black-Lupin-Minus; soprattutto di Remus. Non faceva altro che parlare di quanto fosse intelligente, gentile e simpatico.

“Potter” l’esclamazione della professoressa la distolse dai suoi pensieri “Sai che questo ti costerà una punizione?”

“E’ il prezzo della gloria, professoressa”

Amelia si schiaffò una mano in fronte. Esisteva persona più presuntuosa di James Potter?

Sì…si disse…Sirius Black!

 

Quella sera stessa Amelia, Turchese e Lily andarono in Sala Grande per cenare.

Una brutta sorpresa attendeva la povera Amy.

Tre pezzi di spago erano stati appesi alle pareti della Sala e una serie di mutande, reggiseno e canottiere era stata fissata con delle mollette da bucato.

Lily shockata si voltò verso Amelia: non c’era più. Era già uscita e stava marciando con i pugni stretti lungo i fianchi, diretta verso gli spogliatoi del Quidditch.

Cinque minuti dopo un urlo si sparse per il parco.

Gli ultimi rimasti alle docce erano Sirius e James. Entrambi per poco non finirono al San Mungo dallo spavento.

“SIRIUS BLACK!!!!!!” gridò Amelia spalancando violentemente la porta.

Si bloccò notando che Sirius era nudo ad eccezion fatta per l’asciugamano che aveva legato in vita. James  guardò prima il volto della ragazza che, se inizialmente era rosso dalla rabbia, ora era bordeaux dalla vergogna; poi quello dell’amico che aveva assunto un’espressione maliziosa.

Intuì di essere di troppo, inventò una scusa e se la filò lasciandoli soli.

Amelia si ricompose un attimo; non poteva farsi vedere in imbarazzo da Sirius Black.

“Quale mente perversa potrebbe appendere la mia biancheria in Sala Grande?”

“Quella che è stata schiantata da un certa persona che conosciamo tutti e due!”

“Ma come ti sei permesso?Sono cose private! Hai violato la mia privacy…frugare nel mio baule! Solo un cafone come te poteva farlo e…e…ti vuoi rivestire di grazia?!”

Alla fine non ce l’aveva fatto; averlo lì davanti coperto solo da un pezzo di stoffa la metteva in difficoltà.

“Sarei lieto di farlo dato che sto crepando di freddo, ma tu come al solito sei in mezzo alle scatole!” replicò il ragazzo.

“Ok, io esco, tu ti cambi, poi ti rifaccio i connotati!”

Si diresse alla porta e con l’intento di allontanarsi poggiò la mano sulla maniglia della porta; ma qualcosa  andò storto: non accennava a girarsi.

Ergo non poteva aprire la porta, ergo non poteva uscire, ergo doveva stare con Black.

Panico.

Cercò di forzarla ma non servì a niente.

“Beh…ti sei imbambolata?!” le domandò Sirius.

 “Non si apre”

“Come non si apre?”

“NON SI APRE!”

“Allora usa la bacchetta…per essere una che prende il massimo dei voti, non sei troppo sveglia”

Amelia si dondolò un po’ sui piedi  come una bambina che ha appena combinato un disastro.

“Non ce l’ho” mormorò.

Sirius allargò gli occhi “Che razza di strega sei?”

“Sai com’è! Non aveva previsto di dover venire fino qua! Invece di fare tanto il saputello, aprila tu!”

“Non porto la bacchetta quando gioco a Quidditch”

“Ed ora come fai a vestirti?” chiese Amelia temendo di saper già la risposta.

“Per me puoi anche restare. Detto tra noi: non sei certo la prima a vedermi nudo”

Amelia si scandalizzò ancor di più. Decise di girarsi dall’altra parte. Se lui era un pervertito, non voleva dire che doveva esserlo per forza anche lei!

“Puoi girarti ora, santarellina!” la schernì lui.

“ E adesso?” insistette Amelia.

“E adesso cosa?”

“Che facciamo?”

“Dato che non ho chiuso occhio tutta notte, io mi stendo sulla panca e provo a riposare un po’. Tu fa’ quel che vuoi”

“ E stiamo qui….?

“James sa dove siamo…ci verrà a prendere”

“Perfetto…allora posso stare tranquilla se sono nelle mani di quell’imbecille del tuo amico” ironizzò.

Due ore dopo Sirius era ancora sulla panca, mentre Amy non la smetteva di camminare avanti e indietro per la stanza. Sembrava stesse aspettando davanti ad una sala parto.

Credeva d’impazzire; sola chiusa con Sirius Black per chissà quanto tempo. Ma possibile che ogni volta la sfortuna andasse a beccare lei? Ci sarebbero state centinaia di ragazze che avrebbero dato via la loro nonna pur di passare una notte rinchiuse negli spogliatoi del Quidditch insieme a Sirius e invece il destino chi aveva scelto? Lei! L’unica sulla faccia della terra a non importarle del ragazzo.

Aumentò il passo pestando i piedi.

“Ti dispiace piantarla! Mi gira la testa a furia di guardarti andare avanti e indietro!” le fece presente Sirius.

“Allora tappati gli occhi!” fu la risposta secca di Amy “Ma dov’è finito Potter!!!”

“Datti una calmata…arriverà”

“Uffa!!!!” si lamentò lei sedendosi sulla panca accanto a lui “ Non posso nemmeno vedere Luke!” 

Le orecchie di Sirius si rizzarono come quelle dei segugi “LukeLukePhennon? Il fratello di May Phennon?”

“Si esatto…perché?”

“Ti vedi con quel tipo?”

“Quel tipo ha un nome! E poi no…cioè…stasera avrebbe dovuto invitarmi ad uscire per la prossima gita a Hogsmade

Sirius sbuffò tra il divertito e l’infastidito.

“Problemi?” chiese Amelia.

“Beh…niente da dire sull’aspetto fisico; ma ha il cervello grande come un’arachide. Dalla più intelligente della scuola mi aspettavo qualcosa di più”

“ E che cosa ti fa pensare ti avere un QI più alto?”

“Mi stai paragonando a quel bell’imbusto?” esclamò Felpato saltando a sedere come se fosse stato punto da una vespa.

“No, paragonare vorrebbe dire metterti sul suo stesso piano e lui è di gran lunga migliore di te!” specificò Amelia.

Per Sirius questa era l’offesa più grande che gli si potesse fare. Luke Phennon era uno scimmione che non sapeva ancora distinguere la destra e la sinistra.

“Senti un po’ ragazzina! Non hai il diritto di giudicare: fino a poco tempo fa, tutti ti ritenevano una sfigata!”

La mano di Amelia partì fulminea verso la guancia di Sirius. Il ragazzo le bloccò il polso.

“Non ti conviene” la minacciò.

Lei tolse il braccio dalla presa del ragazzo e disperato mugugnò “Voglio uscire da qui!”

“Se fossi stata Regulus, saresti già morta!”

“Chi è Regulus?”

“Mio fratello…soffre di claustrofobia”

“O mio Dio…ce ne sono altri come te?”

“ E ti sorprenderebbe sapere che sono perfino peggio di me!”

“Stento a crederlo”

“Se al mio posto ci fosse stata mia madre, ti avrebbe già strangolata con le sue mani”

“ E perché mai?”

“Beh…tu…sei Mezzosangue

‘Sta volta non riuscì a fermare la mano di Amelia. Le cinque dita risaltavano sul bianco della pelle di Black.

In quel momento la porta si aprì e James Potter comparì sulla soglia. Amelia non persa tempo, si alzò e scappò fuori scostando malamente Ramoso.

Sirius era restato immobile. Ci mise dieci secondi a realizzare cosa aveva fatto. Non voleva dire Mezzosangue, bensì babbana. Gli era uscito dalla bocca di getto, neanche ci aveva pensato.

Si precipitò fuori pure lui e la chiamò a gran voce. La ragazza era, però, già lontana e non poteva o non voleva sentirlo.

Capì di averla combinata grossa: negli occhi di Amelia aveva letto avvilimento. L’aveva mortificata definendola una Mezzosangue ed era proprio l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Per quanto fosse odiosa, isterica e fastidiosa, nemmeno lei si meritava quell’insulto.

Se possibile l’astio che Sirius provava verso la sua famiglia aumentò ancor più.

Nel suo dormitorio Amelia stava tirando tutti gli accidenti che conosceva contro Black. 

Lily d’altro canto non la stava ascoltando: era stesa sul letto con occhi sognanti.

Amy cominciò seriamente a preoccuparsi; che si stesse davvero innamorando di James Potter?

Dall’altra parte della torre dei Grifondoro, nel dormitorio maschile…

“Anche tu Felpato…chiamarla Mezzosangue!” stava dicendo James.

“Mi è scappato; c’è da dire, però, che quella ragazza riesce a tirare fuori il peggio di me!”tentò di difendersi Sirius.

“Con tutte le volte che l’hai offesa… non credo che questa faccia la differenza” constatò Remus saggiamente.

“Ma vi rendete conto che solo un muro ci separa dalle ragazze!” disse James cambiando discorso. Tastò la parete come se fosse l’entrata di una stanza del tesoro “Quanto darei per poter sentire quello che dice la mia Lily”

“Usa il condotto di aerazione” disse con semplicità Peter.

James lo guardò enigmatico.

“Vedi quella grata. Dietro ci sono dei piccoli tunnel che collegano tutte le stanze per far circolare meglio l’aria” spiegò Peter.

“Peter…io…io…ti adoro!!!!!!” strillò James ringraziandolo in tutte le lingue del mondo.

Peter era al settimo cielo: finalmente aveva fatto qualcosa per il suo idolo, finalmente si era reso utile.

Sirius levò magicamente la grata ed entrò nel canale quadrato seguito da James.  Le ragazze non avrebbero avuto più segreti. Un sogno che si avverava.

Tirandosi spintoni a vicenda, arrivarono sulla camera delle ragazze. Si fermarono coperti dalla grata; quella sarebbe stata un’ottima postazione per origliare.

Lily e Amelia erano le uniche due ragazze presenti e non si erano accorte di niente.

“Lily” cominciò Amy “A te è mai pesato il fatto di essere babbana?”

Lo stomaco di Sirius si ribaltò. Era tutta colpa sua se Amy non si sentiva più a suo agio tra i maghi.

“Affatto…perché?”

“Oggi Black mi ha chiamata Mezzosangue”

“COSA????”

“Non che m’interessi la sua opinione, ma se anche gli altri la pensassero come lui?”

“Allora vuol dire che sono degli stupidi e non sono nemmeno degni di rivolgerti la parola”

“Sei un disastro, Sirius!” gli sussurrò James all’orecchio dopo aver sentito le parole di Amy.

Sirius abbassò il capo rendendosi conto di aver sbagliato.

Etciù!!!!” starnutì Lily contagiando subito anche Amelia.

“Che palle questa epidemia di raffreddore” disse questi.

“Non dirmelo” concordò Lily.

James cominciò a tirare su con il naso. Sirius lo fissò preoccupato. Era diventato tutto rosso, aveva gli occhi lucidi e sembrava si stesse trattenendo dal fare qualcosa.

Intuendo subito cosa stava accadendo, gli tappò il naso.  Qualche secondo e James fece cenno di star bene. Sirius mollò la presa. Grossissimo errore. James piantò uno starnuto da Guinnes dei primati. Sirius abbassò le palpebre terrorizzato. Erano fritti.

Gli occhi di Amelia saettarono sulla grata. Considerando il fatto che, sebbene fossero a Hogwarts, i pezzi di ferro di norma non starnutivano, sospettò che qualcuno stesse facendo il furbo nascondendosi nel condotto di aerazione.

Puntò la bacchetta contro quello. James e Sirius caddero nel dormitorio poiché si erano sbilanciati nell’istante in cui  la grata era saltata via.

“TU!!!!!!!” gridò Lily arrabbiatissima “Pensavo fossi cambiato, invece sei sempre il solito!”

Dalla sua bacchetta uscirono scintille di vari colori che andarono a colpire il sedere del ragazzo dandogli piccole scosse elettriche.

James usò le mani per proteggersi e corse verso la Sala Comune.

Sirius era ancora lì a fissare Amelia. Avrebbe voluto scusarsi ed dirle che non era stata sua intenzione insultarla in quel modo, ma Lily lo prese per le spalle e lo scaraventò sulle scale.

Sirius rotolò per qualche gradino e atterrò con un tonfo sordo sul parquet delle Sala Comune.

Rimase stupito: tutti i suoi compagni Grifondoro si stavano soffiando il naso freneticamente.

Si ritenne molto fortunato a essere ancora sano.

“Beh” disse camminando verso i suoi amici “Pare proprio che io sia immune al raffred… e…etciù!”

O no! L’ho preso anch’io….

“Benvenuto nel club, amico” gli disse James dandogli una pacca sulla spalla.

“Fazzoletto?” Remus gliene porse gentilmente una scatola.

Sirius glielo tolse in malo modo dalle mano e, gettando un’ultima occhiataccia verso i tre che lo stavano prendendo in giro, soffiò forte il naso nel pezzo di carta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sissi Bennett