...E guerra avrai!
Capitolo
tre: I
filtri d’Amore di Penny White
Amelia
Jones non era imbarazzata.
Amelia
Jones non era irritata.
Amelia
Jones non era arrabbiata.
Amelia
Jones era FURIBONDA!
Quell’idiota,
quel minorato mentale,
quel verme, quel deficiente…oserei dire quel pirla
aveva origliato tutta la conversazione con Lily.
Quel
rifiuto della natura aveva
scoperto che lei si sentiva in difetto rispetto alle altre streghe e
maghi
perché non era Purosangue e di sicuro l’avrebbe
presa in giro fino alla morte.
Ormai
aveva deciso: l’avrebbe fatto a
pezzi, massacrato, torturato e poi avrebbe gettato i resti nel lago in
pasto
alla piovra. Sarebbe stata una vendetta perfetta.
Lily,
però le aveva giustamente fatto
notare che, per quanto quel gesto fosse più che
giustificato, si trattava pur
sempre di omicidio.
Amy
aveva riflettuto a lungo ed era
arrivata alla conclusione che
quel reato,
essendo illegale, fosse addirittura perseguibile dalla legge;
ciò significava
un biglietto di sola andata per Azkaban.
Doveva trovare un altro sistema per fargliela pagare!
Peccato che non
fosse proprio così semplice, anche perché Sirius
Black era il re degli scherzi
e non si faceva prendere per il naso facilmente.
Con
la testa appoggiata sul banco
Amelia osservò la classe in cerca d’idee. Turchese
e Lupin parlavano
animatamente. Sirius si destreggiava come al solito tra tre ragazze,
Peter se
ne stava tutto rannicchiato sulla sua sedia dondolandosi come un
bambino.
James
stava cercando in tutti i modi
di riallacciare i rapporti con Lily.
“Suvvia
Lily…!” diceva.
“Per
te sono Evans!” rispondeva lei
indifferente.
Amy
ridacchiò abbastanza soddisfatta.
Almeno anche Lily era dalla sua parte ora.
Turchese
era ormai andata, non era più
possibile salvarla; follemente innamorata di Remus.
La
professoressa Zacharias entrò in
classe e senza nemmeno salutare, agitò la bacchetta e tutti
i banchi
schizzarono ai lati della stanza. Gli studenti rimasero fermi sulle
proprie
sedie a guardare dove prima c’erano i tavoli.
Disse
di esercitarsi con l’Incanto
Patronus, mentre lei finiva di correggere i compiti del quinto anno.
Amelia si
mise al centro della stanza, come tanti altri studenti, e agitando la
bacchetta
creò il suo Patronus; era insolito e particolare; era una
medusa. Una piccola
coi tentacoli lunghissimi. Accanto a lei Sirius Black proprio non
riusciva a
far comparire nulla. All’ultimo tentativo un fascio di luce
argentea scaturì
dalla sua bacchetta senza però produrre nessuna forma
distinta. Amy rideva
sotto i baffi: Black era proprio negato.
Sirius
non poteva sopportare l’idea
che lei lo beffeggiasse così apertamente.
“Sai
Jones, non credo di aver mai
visto un Patronus brutto come il tuo!” esclamò.
“Almeno
il mio non è amorfo!” ribatté
lei facendo fluttuare la sua medusina fino alle braccia di Black. Con
un ultimo
colpo di bacchetta la medusa raggiunse il braccio destro del ragazzo e
gli
diede una leggera scossa.
Sirius
ritrasse subito il braccio e
con l’altro tirò all’animale una manata.
Il Patronus di Amelia si dissolse
lasciando come sola traccia una nebbiolina offuscata.
Guardò
truce Black. Sgorbio!
“Non
quanto te!” rispose lui.
Amelia
allargò gli occhi per lo
stupore. Lui le aveva forse letto nella mente?
“Sì,
Jones, riesco a leggere nella tua
mente quando i tuoi pensieri sono concentrati su di me. Il che accade
molto
spesso…nevvero?”
Amelia
dovette ficcare le unghie nella
sua stessa carne per non ammazzarlo.
Non
poteva, non doveva essere un Legimens.
Era uno scherzo…Sirius Black
non era capace di leggere nella sua mente. Sirius Black non era in
grado di
fare una cosa del genere…non a diciassette anni!
Si
allontanò il più possibile dal
ragazzo. Anche se avesse saputo davvero leggere nel pensiero, non
avrebbe
potuto da una tale distanza. Si calmò un secondo. A
rifletterci bene, Sirius
poteva solo sapere cosa Amy pensasse di lui e di certo non aveva una
grande
stima del ragazzo. Sirius sarebbe finito con il scoprire quello che
già
conosceva: che lo odiava.
O
no?
Chiuse
l’ennesimo libro che aveva
consultato quel pomeriggio. Aveva trascorso tre ore china sulle pagine
ingiallite di parecchi volumi per cercare un’idea fulminante
per farla pagare a
Black.
Non
aveva trovato niente. Lily era
passata una ventina di minuti prima per dirle di lasciare perdere e di
godersi
le ultime giornate di sole. Amelia aveva rifiutato: era una questione
di
principio. Ci doveva pur essere qualcosa!
Si
girò verso lo scaffale accanto a
lei; non aveva ancora controllato la parte in alto.
Prese
la scala a pioli e la fece
scorrere fino al centro della libreria e salì. Il suo dito
passò da una copertina
all’altra, titoli come “Mille
pozioni per
il giardinaggio” oppure “I
metodi
migliori per coltivare una mandragola” o ancora “ Come sbarazzarsi degli gnomi”.
Picchiò
la testa piano sulla mensola:
era finita nel reparto del giardinaggio!
Forse
avrebbe potuto trovare qualche
pianta capace di strangolare Black; il Tranello
del Diavolo avrebbe fatto al caso suo. Afferrò un
libro e lo tiro verso di
sé. Fece per scendere ma qualcosa attirò la sua
attenzione: un piccolo tomo
dalla copertina rossa era nascosto dietro tutti gli altri.
Allungò il braccio e
lo prese; sul davanti in caratteri dorati c’era scritto “I filtri d’amore di Penny
White” .
Ecco
qua l’idea folgorante! Era
perfetto; sarebbe stato spassosissimo vedere
l’irraggiungibile Sirius Black
sbavare per una ragazza.
Saltò
giù con il libro in mano e corse
fuori dalla biblioteca travolgendo Madama Pince che stava andando nella
sua
stessa direzione con un’enorme pila di manuali di pozioni tra
le braccia.
Madama
Pince volò per terra con tutti
i libri e imprecò contro Amelia che quasi non se
n’era accorta e correva a
perdi fiato.
Scese
la scala e svoltò a destra e
ancora giù per i gradini. Si trovò in uno dei
corridoi adiacenti alla Sala
d’Ingresso. E lì sentì delle voci.
Precisamente
una risata di una ragazza.
Una risata molto stridula che poteva appartenere solo all’oca
per antonomasia
di Hogwarts: Alice Smith.
Una ragazza
dell’ultimo anno, di Corvonero. Molto bella, con i capelli
mossi e chiari e gli
occhi color del miele. Un bel fisico, giocava nella squadra di
Quidditch della
sua Casa.
Osservandola
da dietro una colonna, la
vide chiacchierare animatamente con qualcuno. Ma chi, per quanto
stupido fosse,
avrebbe potuto tenere una conversazione con una tipa che non sapeva nemmeno
distinguere la destra dalla
sinistra?
Si
sporse un po’ più il là da dietro
la colonna e non fu sorpresa di scoprire che quel qualcuno era niente
meno che
Sirius Black! L’oca e
l’asino!
Sirius
drizzò la testa come se una
scarica elettrica gli avesse attraversato il corpo. Amelia si nascose
per
quanto le fosse possibile dietro la colonna; che le avesse letto nella mente?
No,
non era possibile. Era troppo
lontana e in più lui era non sapeva neppure che lei fosse
lì.
“Tutto
bene?” chiese Alice.
“Si…”
rispose il ragazzo “Ho solo preso
una botta sulla schiena e mi fa un male assurdo…allora
sabato andiamo ad
Hogsmade insieme?”
Amelia
si sciolse dal sollievo…non le
aveva letto nel pensiero.
“Non
vedo l’ora!” e dopo avergli
stampato un bacio veloce sulle labbra, sparì oltre il
portone.
Sirius Black e Alice Smith insieme ad Hogsmade?
Si
trattenne
dal ridere. Povero Black…neanche lui si meritava di stare
con una simile piaga!
Se
però Sirius si fosse innamorata di
un’altra, l’appuntamento sarebbe saltato.
Sì, doveva farlo per il bene di Black!
Ora sì che la cosa si faceva divertente.
Aspettò
che anche Sirius se ne andasse
, poi uscì dal suo nascondiglio e raggiunse Lily seduta sola
al solito posto
sotto la quercia.
“Una
pozione d’amore!” esclamò
prendendo posto affianco all’amica.
“Eh?”
mormorò Lily.
“Gli
faccio bere una pozione d’amore!
Sarà la cosa più buffa che si è mai
vista in questa scuola”
“Ma
sei matta?” salto su Lily
chiudendo con uno scatto il libro che stava leggendo “Lo sai
che se ti
scoprono, rischi di essere espulsa? E poi sei così fiera di
abbassarti al suo
livello?”
“Sinceramente
sì!” affermò stendendosi
sul prato “Come faranno a trovare il colpevole?”
In
quel momento una voce che
assomigliava tanto a quella di James Potter gridò qualcosa
del tipo “Gavettone in
arrivo”.
Un
attimo dopo si ritrovarono bagnate
dalla testa ai piedi. I quattro Malandrini si rotolavano
sull’erba dalle
risate. Aveva fatto roteare una palla d’acqua dal lago e poi
l’avevano lasciata
cadere su di loro.
Amelia
li guardò in cagnesco “Sono fierissima
di abbassarmi al loro livello!”
A
qualche metro di distanza Sirius
stava raccontando ai suoi amici la sua nuova trovata.
“Sapete
che cosa ho fatto credere alla
Jones stamattina?” domandò sapendo benissimo che
gli altri tre erano impazienti
di conoscere la risposta.
“Di
essere un Legimens “
“Nooo,
dai! E come?” chiese Peter
curiosissimo.
“Beh,
ho fatto dissolvere il suo
Patronus e lei mi ha guardato malissimo. Allora ho pensato che mi
stesse
insultando silenziosamente…così le ho
detto…” e raccontò loro il fatto.
I
tre lo fissavano a bocca aperta. “E
quella ci è cascata!” concluse lui .
Mentre
i quattro prendevano in giro
Amelia per aver abboccato allo scherzo del ragazzo, da lontano Remus
scorse la
figura di Turchese sventolare la mano per farsi notare.
Si
alzò, raccolse i suoi appunti e
disse ai suoi amici che doveva ripassare Trasfigurazione insieme a
Turchese.
“Va’
romanticone! La
tua
principessa Turchese ti aspetta!” commentò James
divertito.
“Su
ragazzi non schernitela!” li pregò
Remus.
“Ma senti che
parolone! Dove sono finiti quei
ragazzi che non conoscevano nemmeno l’esistenza del
congiuntivo?” disse James
fingendo dispiacere.
“Quei
bravi ragazzi si sono estinti,
Jamie!” rispose Sirius mentre Remus raggiungeva Turchese.
“Geloso
Potter?”
Una
voce viscida quanto colui cui
apparteneva, sibilò crudelmente quelle
parole.
James
e Sirius si voltarono per vedere
Severus Piton appoggiato al tronco di un albero.
“Che
vuoi dire, Mocciosus?” ringhiò
James.
“Finalmente
uno di voi ha trovato una
ragazza, mentre voi tre… tu Potter sbavi per una Mezzosangue
che non ti fila
nemmeno e tu Black passi da una ragazza all’altra
perché non hai abbastanza
coraggio per una storia seria; per non parlare di te Minus, hai mai
avuto una
ragazza?”
“Perché
tu sì?” replicò Peter.
Minus
era leggermente alterato, James
sfiorava con la punta delle dita la bacchetta pronto ad usarla e Sirius
l’aveva
già estratta e puntata contro il serpeverde.
Un
incantesimo colpì in pieno Piton
facendolo cadere; non era arrivato dalla bacchetta di Sirius
né di James, bensì
da quella di Lily.
“Evans…”
sussurrò James incredulo.
“Così
impari a chiamarmi Mezzosangue!”
urlò Lily
contro Piton ignorando James.
Dopodiché
prese Amelia per un braccio
e la trascinò via di peso.
“Lily
datti una mossa!”
“Un
secondo ho solo due mani”
Lily
Evans e Amelia Jones erano
nascoste in uno dei cubicoli del bagno delle ragazze o più
comunemente
conosciuto come bagno di Mirtilla Malcontenta.
Nella
tazza del water era
stato incastrato un piccolo paiolo di
bronzo, dal quale usciva una colonna di fumo rosa confetto. Stavano
preparando
uno dei tanti Filtri d’Amore che Amy aveva trovato nel
manuale scritto da Penny
White.
Lily
prese una manciata di petali di
rosa e li gettò nel calderone. Fece la stessa cosa con dei
peli di unicorno e
dei semi di tulipano. Si
strofinò le
mani per pulirle.
“Fatto,
ora dobbiamo lasciarla qua per
una mezz’ora...” disse Lily.
“No,
manca ancora una cosa” la
corresse Amelia “Un oggetto che appartenga alla persona di
cui Black si deve
innamorare”
“E
giusto per curiosità…chi sarebbe?”
“La
professoressa Morgana Zacharias”
La
bocca di Lily si spalancò
velocissima “Tu sei matta!”
“No,
sono un genio!” rispose Amelia
con un’intonazione un po’ sadica.
“E
come avresti intenzione di prendere
questo oggetto?!”
“Ah
non lo so…questo è il tuo
compito!”
Lily
Evans pregò di aver capito male.
Dall’espressione che era dipinta sul volto
dell’amica capì che ormai anche lei
era dentro fino al collo in quel piano diabolico.
L’ufficio
della professoressa
Zacharias era di sicuro il più strano di tutti. Era una
donna molto
particolare, che adorava stare in contatto con la natura. Aveva
ricoperto il
pavimento di terra e sulle pareti si arrampicavano delle piante
verdissime;
sembrava una delle serre di Erbologia.
Lily
mosse qualche passo incerta in
quella stanza; qualcosa le solleticò il piede.
Guardò verso il basso e vide un
vermicello che cercava di risalire la sua gamba. Trattenendosi
dall’urlare,
scosse il piede facendo cadere l’animaletto sul terriccio.
Amelia
l’avrebbe sentita. Al suo
ritorno le avrebbe fatto il pelo e contropelo. In che razza di
situazione
l’aveva cacciata!
Si
affrettò a cercare un oggetto che
andasse bene. Ma erano tutti troppo grossi o appariscenti da nascondere
nel
mantello.
Si
grattò la testa confusa; possibile che
non ci fosse niente che facesse al caso suo?
Poi
la vide, appoggiata sul tavolino
vicino alla finestra: una scatolina rossa e argento.
L’aprì
e trovò una serie di
fotografie. Scongiurando il Cielo che la professoressa non arrivasse
proprio in
quel momento, ne prese una che ritraeva
Dovrebbe
essere abbastanza personale.
Pensò Lily mentre sgattaiolava fuori
dall’ufficio e percorreva veloce e silenziosa il corridoio.
Quando fu sullo
stesso piano del bagno delle ragazze, tirò un sospiro di
sollievo. Non
l’avevano beccata.
Entrò
nel bagno di Mirtilla
Malcontenta e gettò ad Amy la foto.
“Ottimo
lavoro, Lily” si complimentò
Amelia.
“E’
la prima e l’ultima volta che
faccio una cosa del genere per te!”
Amelia
notò con piacere che quella
sera in Sala Grande non mancava nessuno. Nella tasca della sua divisa
c’era una
boccetta contenente un liquido rosa, pronta per essere usata.
Si
sedette a pochi posti da Black,
provocando il dissenso di Lily che voleva stare il più
lontano possibile da
James Potter.
Lily
si chiese in che modo Amelia
avesse intenzione di versare la pozione nel succo di zucca del ragazzo
senza
essere scoperta.
La
risposta arrivò all’incirca a metà
cena. Amelia puntò la bacchetta da sotto il tavolo verso
Minus, pronunciando a
bassa voce un incantesimo.
Improvvisamente
dallo stomaco di Peter
spuntò un altro braccio. Il ragazzo cacciò un
grido.
I
tre amici si girarono verso di lui
stupiti, iniziando a ridere. Peter, tutt’altro che divertito,
li supplicò di
farlo sparire.
Sirius,
allora, si alzò e, con la
bacchetta in mano, raggiunse Peter. I Malandrini erano troppo occupati
a
sistemare Peter per accorgersi di Amelia che si alzava e con gesto
fugace
versava un liquido rosato nel calice di Sirius.
La
pancia di Peter tornò normale e
Sirius si rimise al suo posto.
Afferrò
il calice e bevve una lunga
sorsata. Amelia era euforica!
All’istante
un’espressione sognante
gli comparve in volto, mentre appoggiava il mento sul pugno della mano
e
osservava la professoressa Zacharias.
“Non
trovate che Morgana sia
particolarmente bella stasera?” chiese.
“Morgana
chi?” domandò Remus.
“Zacharias”
precisò Sirius.
“Beh…meglio
della McGrannit di
sicuro!” ridacchiò James.
“Ah!
Non capite niente!” disse Sirius.
James,
Peter e Remus classificarono
quel commento di Sirius come una battuta uscita male; non avevano
minimamente
idea di quello che era realmente successo al loro amico.
Sirius
passò tutta quella sera piegato
su un foglio di pergamena a scrivere qualcosa. Gli altri tre lo
osservano allibiti:
che stesse facendo i compiti? Ma Sirius Black non faceva mai i compiti
di sera!
Il
mattino dopo, durante l’ora di
Difesa Contro le Arti Oscure, Sirius si alzò dal proprio
banco e andò dritto
verso a cattedra della professoressa.
Si
mise su un ginocchio e a testa
bassa le porse la pergamena. Tutti erano a bocca spalancata.
“Che cos’è,
signor Black?” chiese
“Il tema
sui Patronus”
La
classe trattenne il fiato e poi
ammutolì: Sirius Black che consegnava un compito in anticipo?
“L’hai
già finito?”
“Per
lei questo ed altro
professoressa!”
James
era il più stupito di tutti. Il
suo amico era diventato un lecchino. Amelia, invece, soffocava le
risate nel
braccio mentre Lily la guardava severamente.
Andò
avanti così per un paio di
giorni. La salutava allegramente, le portava la borsa, stava delle ore
a
fissarla, elogiava le sue qualità, le faceva complimenti sui
vestiti o sulle
acconciature.
James
si strappava i capelli dalla
disperazione, che cosa gli era preso?
Ma
l’apice di tutto ciò si raggiunse
la notte di tre giorni dopo.
Amelia
dormiva tranquilla nel suo
letto a baldacchino; stava sognando che la professoressa McGranitt la
puniva,
poi la scena si trasformò:
c’erano Lily
e la piovra gigante. I grossi tentacoli di questa afferravano Lily per
la vita
e lei urlava. E urlava, urlava e urlava ancora.
Lentamente
quelle urla la svegliarono
dal suo sogno; però le grida si sentivano ancora. Qualcuno
stava strillando, ma
non era la voce di Lily che sonnecchiava ancora serena,
bensì quella di un
ragazzo. Quella di …James Potter.
Amelia
si tolse velocemente le coperte
da dosso e, balzata giù dal letto e indossata la vestaglia,
scese le scale fino
arrivare in Sala Comune; dopodiché risalì
un’altra rampa verso il dormitorio
maschile. Spalancò la porta. In effetti era stato Potter ad
urlare,ma non
perché si trovasse in pericolo o cose simili; per colpa di
Sirius.
James
era in piedi sul letto che
strillava come una ragazzina indicando il suo amico seduto per terra a
ritagliare cuoricini da un cartoncino rosa. Di fronte a lui contro al
muro era
posato un enorme cartellone che ritraeva la professoressa Zacharias.;
attorno
alla sua immagine centinaia di cuori e fiori disegnati con incredibile
precisione. Pure
Remus si era alzato a
causa del fracasso che stava facendo James. Peter nemmeno si era preso
la briga
di tirare le tendine del letto e ora sbirciava la situazione attraverso
un
piccolo buco nella stoffa rossa.
“Sirius”
cominciò Remus “Che cosa stai
facendo?”
“E’
per Morgana” rispose quello con
semplicità.
James
guardò Remus cercando aiuto
“Questo è matto!” dichiarò.
“No,
si è proprio bevuto il cervello!”
si corresse quando vide Felpato mandare dei baci con la mano alla
figura della
prof.
“Oh
su! Non fate gli immaturi!” li
rimproverò Sirius.
“Per
la cronaca non siamo noi che
disegniamo cuoricini come delle femminucce!!!!” disse Remus.
“TOGLI
ALL’ISTANTE QUELLA ROBA ROSA
DALLA MIA CAMERA!!!!!!!” urlò
James che era allergico a qualunque cosa
avesse a che fare con le smancerie.
Solo
allora si accorsero della presenza
di Amelia ancora sulla soglia che li fissava spassandosela come non mai
nel
notare che la sua pozione funzionava meglio del previsto.
“E
tu che ci fai qui?” esclamarono i
quattro all’unisono.
“Ho
sentito delle grida e pensavo
fosse successo qualcosa di grave!”
“E’
successo qualcosa di
grave…GUARDALO!!!!” disse James.
Amelia
sorrise furbetta e, chiudendo
la porta dietro di sé, se ne andò.
Amy
la mattina dopo fu la prima a
trovarsi in Sala Grande. L’unica altra persona presente oltre
a lei era proprio
Sirius Black.
Amelia
alzò gli occhi dal piatto per
guardare il ragazzo. Lui nemmeno si era accorto della sua presenza e
osservava
assorto il tavolo degli insegnanti ancora vuoto.
Solo
una decina di minuti dopo gli
studenti e i professori cominciarono a fare la loro comparsa. Lily si
sedette
accanto ad Amelia e i tre Malandrini vicino a Sirius. Quando finalmente
tutti
furono seduti, Sirius si diresse verso la tavola degli insegnanti e,
inginocchiatosi davanti alla professoressa Zacharias, le
confessò di essersi
innamorato di lei.
Le
risate, se possibile, aumentarono.
James si mise le mani nei capelli e si fece piccolo, piccolo sulla
panca
cercando di nascondersi “Non ci credo…”
sussurrò. Peter e Remus erano
increduli.
Amelia
si era unita alle risa dei suoi
compagni e se la stava spassando nel vedere che la sua posizione aveva
funzionato alla perfezione.
James,
non potendo più reggere
l’umiliazione, raggiunse l’amico ancora
inginocchiato.
“Che
ne dici, Sirius? Ci alziamo e
magari cerchiamo di recuperare un po’ di
dignità?!”
“No…io
la amo….tutti lo devono
sapere…IO AMO
Al
che anche Peter e Remus si unirono
a James e portarono via Sirius con la forza.
I
quattro sparirono dietro la porta e
Lily si girò con occhi fiammeggianti verso Amelia.
“Hai
esagerato” sentenziò.
“NO…questa
è la cosa più geniale che
abbia mai fatto!”
Nel
dormitorio James e Remus erano
seduti sul letto disperati, mentre Sirius era seduto per terra con le
gambe
incrociate.
“E’
impazzito! Non c’è altra
soluzione….” Cominciò James.
“E
se si fosse innamorato davvero
della prof. ?”
“No,
no …è impazzito…te lo dico
io!”
“E
se fosse…!”
“Se
fosse…cosa?!”
“SE
fosse stato stregato…?”
“Un
filtro d’amore!” esclamò James
battendo le mani.
Gli
si avvicinò e gli allargò una
palpebra con l’indice e il pollice: la sua pupilla era a
forma di cuore.
Confermò l’ipotesi di Remus…
“Ora la domanda è…chi?”
“RAGAZZI!!!”
urlò Peter entrando in
camera.
“Taci
Codaliscia, stiamo cercando di
capire chi ha stregato Sirius” lo zittì Remus.
“Appunto…io
so…”
“Non
riesco a concentrarmi se tu non
chiudi quella bocca!” dichiarò James.
“Ma
io ho sentito che…”
“
Ma allora lo fai apposta!”
“
AMELIA JONES HA STREGATO SIRIUS
BLACK!”
Remus
alzò di scatto la testa “ Ho
capito! E’ stata Amelia…”
“…Si
per fargliela pagare di aver
appeso la sua biancheria in Sala Grande!!” gli diede corda
James. Peter mise
il muso: tutte le volte la stessa
storia! Lui trovava il colpevole e il merito andava a Ramoso e
Lunastorta.
Madama
Chips stava sistemando in ordine
alfabetico gli antidoti per il raffreddore su una lunga mensola, quando
i
quattro Malandrini piombarono nell’infermeria urlando.
“Ohi!!
Cos’è tutto questo baccano?”
chiese indispettita Madama Chips.
“Sirius
Black…è stato stregato”
spiegò James.
“Una
pozione d’Amore” specificò Remus.
Madama
Chips alzò le sopracciglia
incredula e poco convinta indicò loro un letto vuoto e
ordinò di farci sedere
il ragazzo.
Madama
Chips frugò in un armadietto lì
a fianco e tirò fuori uno stecchetto di metallo.
Disse
a Sirius di mostrarle la lingua
e ci appoggiò sopra lo stecchetto; dopo averlo per bene
bagnato di saliva, lo
immerse in una fialetta contenente un liquido rosa e aspettò
una decina di
secondi prima di estrarlo.
Lo
stecchetto era diventato rosso.
Madama Chips scosse la testa.
“E’
un filtro d’Amore di Penny White”
spiegò “Molto potente…direi quasi
infallibile”
“Ma
si può curare vero?” chiese
preoccupato Peter.
“Beh
un rimedio ci sarebbe…”
“MA
CHE STATE FACENDO…RAZZA DI
IMBECILLI” gridò Sirius Black quando la sua testa
venne ricacciata
prepotentemente sotto il getto gelato della doccia.
“Ti
salviamo…ora dimmi ti piace la
professoressa Zacharias?” domandò insistentemente
James.
“La
amo!”
“Sotto”
disse James mentre Remus
rimetteva Sirius sotto l’acqua.
“Secondo
te è bella
“
Ma si…carina!” borbottò Sirius
cercando di non ingoiare l’acqua
fredda
che gli cadeva addosso.
“Tu
ami
“Ma
sei matto?! Ti pare che io vada
dietro ad una così!!!!”
“E’
guarito” dichiarò Remus chiedendo
l’acqua ed aiutandolo ad uscire dalla doccia.
“Ma
guarito da cosa???? Io sto
benissimo; poi perché mi avete cacciato sotto
l’acqua gelata?”
“Sirius
… dobbiamo dirti una cosa ….”
Amelia
camminava con calma lungo il
corridoio del terzo piano.
La
scena in Sala Grande era stata
spassosissima. Sirius Black si era umiliato a vita davanti
all’intero corpo
studentesco.
Era
la vendetta perfetta. Era fiera di
se stessa.
Una
fitta improvvisa alla pancia la
costrinse a fermarsi. Si portò una mano all’addome
e si appoggiò con l’altra al
muro.
Respirò
affannosamente,aspettando che
il male cessasse. Ma il dolore aumentò. Piccole goccioline
di sudore le
imperlavano la fronte e i capelli erano caduti in avanti a nasconderle
il
pallore al viso. Che le stava succedendo?
Avvertì
che il male stava passando e
lentamente il respirò divenne regolare. Si rimise dritta, in
posizione eretta e
tirò i capelli indietro.
Mosse
qualche passo, ma una scintilla
rossa le sfiorò il braccio e si andò ad
infrangere contro la parete di pietra.
Restò
immobile per due secondi. Ebbe
la brutta impressione di conoscere il suo assalitore.
“Filtri
d’Amore! Lo ammetto, Jones,
sei stata molto furba, uno scherzo degno di me!”
Amelia
sorrise scaltra “Sai Black,
certa gente nasce con il dono dell’intelligenza!”
“Chissà
se sei anche in grado di
difenderti intelligentemente ?”
Amelia
estrasse la bacchetta. “Quando
vuoi, bell’innamorato! “
Sirius
con un veloce colpo della mano
scagliò un incantesimo per schiantarla. Amelia non ebbe
nemmeno il tempo di
ribattere; dovette spostarsi di fretta schivandolo per un pelo.
Il
ragazzo era proprio arrabbiato. Si
chiese se la sua non fosse stata solo una stupida bravata.
Amelia
provò a contrattaccare.
L’incantesimo andò a vuoto; Sirius
l’aveva prontamente bloccato. La guardò
compiaciuto; spostò il piede destro in avanti e con tutta
l’aria che aveva nei
polmoni gridò “Expelliarmus”.
Amelia
cadde a terra mentre la sua
bacchetta volava chissà dove. Ora era nei guai.
Black
avanzò verso di lei con sguardo
beffardo puntandole la bacchetta addosso.
Si
abbassò, tenendo sempre sotto tiro
di bacchetta la ragazza, e mormorò con fare spavaldo e
sicuro “Hai fatto la
bambina cattiva, Jones, ed ora dovrai essere punita. Chi la fa,
l’aspetti”
Gli
occhi di Amelia erano diventati
due fessure di fuoco. Odio. Riusciva a provare solo odio verso Black.
Odio,
risentimento, amarezza.
Con
tutta la cattiveria possibile, gli
sferrò un calcio in pieno ginocchio che si piegò
facendolo rovinare sul
pavimento. La bacchetta scivolò lontano. Amelia si
gettò su di lui e gli
tempestò il petto di pugni. Sirius tentava di tenerle ferme
le mani, mentre
rotolavano per il corridoio.
“Ti
detesto!” gli urlò in faccia Amy
“Mi hai mortificata, presa in giro, insultata per sei
anni”
“Neanche
tu sei stata mai uno
zuccherino nei miei confronti!” rispose lui a tono.
Riuscì
ad immobilizzarle le braccia e
la buttò malamente di lato. Si rialzò rapido.
Amy
si mise a sedere e lo fissò truce.
Si tirò in piedi pure lei e lo spintonò con
violenza ripetutamente. “Hai il
coraggio di paragonare le mie battutine ai tuoi scherzi pesanti e
umilianti!
Tutti mi schernivano. Tutti, non un solo ragazzo di questa scuola ha
mai
pensato che io potessi essere diversa da una secchiona sfigata! Tutto
per colpa
tua!”
Con
un’ultima spinta lo sbatté contro
la parete e gli fece picchiare la testa.
Sirius
impiegò un decimo di secondo
per ribaltare le posizioni e inchiodarla al muro.
“Tu
dicevi che io ero un arrogante,
uno scansafatiche, uno che nella vita non avrebbe combinato nulla!
Scusami se
la cosa mi faceva un attimo girare le scatole!”
Amelia
avvicinò il viso minaccioso a
quello del Grifondoro “IO? Adesso sono io la strega
cattiva!” esclamò
scandalizzata “Poverino, deve essere stata una vera tortura
venire osannato da
tutti, mentre io me ne stavo appesa a testa in giù”
Mosse
la mano verso il suo volto e gli
graffiò la guancia. Black si portò le dite sul
segno rosso, ma non se la sentì
di replicare. Sotto, sotto sapeva che la ragazza aveva perfettamente
ragione. “Io
… io …” biascicò.
Amelia,
però, non voleva sentir
spiegazioni: gli pestò il piede e, sgusciata via dalla sua
presa, si lanciò
alla ricerca della sua bacchetta. Sirius intuì le intenzioni
di Amelia e fece
lo stesso.
Si
voltarono contemporaneamente uno
verso l’altro con le bacchette puntate.
“Davvero
molto divertente, signor
Black e signorina Jones, ma il vostro spettacolo è finito.
Nel mio ufficio,
subito!”
Il
sangue di entrambi si ghiacciò
nelle vene nell’udire la voce di Minerva McGrannit.