Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Alkimia    10/09/2012    6 recensioni
[CONCLUSA]
Ha calcolato ogni cosa, a questo gli è servito quel suo lungo esilio. Per ogni percorso possibile ha trovato almeno due o tre vie di fuga. Aveva messo in conto anche l'eventualità di venire catturato nel caso in cui il suo piano con i Chitauri fosse fallito.
Mentre nella sua mente si dipana una mappa da seguire, Loki sa che non è più un prigioniero. È solo qualcuno in attesa di un'occasione, come lo è stato per il resto della sua vita.

Loki sfugge alla sua prigionia e torna sulla Terra per recuperare un oggetto di cui ha bisogno per riacquistare potere; potrebbe rubarlo o prenderlo con la forza ma quando lo trova, in quella singolare città che è Venezia, scopre che la situazione non è così facilmente risolvibile. Intanto, dal pianeta dei Chitauri arriva la vendetta di Thanos per la mancata promessa della consegna del Tesseract e la cosa finirà per coinvolgere anche i Vendicatori...
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A waltz for shadows and stars' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo ventiduesimo


Nadia si guarda riflessa nello specchio del bagno di casa sua, dove è rientrata dopo quella sera fatta di saluti che le hanno messo sottosopra lo stomaco, tanto da farla finire piegata in due sul water a vomitare. Continua a ripetersi che è colpa dei due bicchieri di Soave troppo freddo bevuti troppo in fretta, e forse è anche colpa delle emozioni e della malinconia, perché no? Perché non ammetterlo?
Ha conosciuto divinità ingannatrici e guerriere, ha conosciuto eroi che hanno salvato il pianeta, ha affrontato mostri di fumo, è tornata dalla morte e la normalità le è sembrata una cosa straordinaria, fino a quando, un momento dopo non si è sentita annientata dall'immensa solitudine che deriva da tutto quello che è successo. È sola con i suoi ricordi e con le sue cicatrici. Quella sulla parte bassa dell'addome, pochi centimetri sotto l'ombelico, dove ha ricevuto la pugnalata dal demone con le sembianze di Pepper, e poi c'è la cicatrice collocata da un'altra parte, dentro di lei, in un posto che Nadia non riesce a rintracciare, forse è il cuore, forse è l'anima... no, queste considerazioni lasciamole ai veri sciocchi sentimentali, si dice tutte le volte. Qui non si tratta di stupido sentimentalismo, qui si tratta della concreta, alienante sensazione di un posto vuoto che è come una ferita dentro di lei.
Non si era mai fatta illusioni su Loki, non ha mai voluto niente da lui, non ha mai desiderato redimerlo o salvarlo da se stesso. Si sono salvati la vita a vicenda, è più di quanto ognuno potesse aspettarsi dall'altro. Quello che Nadia non riesce a sopportare, adesso lo sa, sono le parole lasciate in sospeso, le domande alle quali pensava di avere diritto e che lui ha beatamente ignorato scappando senza nemmeno fermarsi a salutare. Eppure lei non prova rancore, sa che non poteva aspettarsi nulla di diverso, sa che il solo sperare in qualcosa di diverso sarebbe stata un'offesa all'indole del dio dell'inganno, e lei ha imparato a volere bene a Loki, ad accettare anche i suoi lati peggiori, perché è questo l'affetto.
La ragazza toglie il tappo al flacone di valium. Vuole dormire quella notte, cazzo, vuole svegliarsi riposata, pronta ad affrontare una comune giornata di lavoro in albergo. Anche se adesso Nadia non sa che farsene di tutta quella normalità, non sa che fare di se stessa. Sa che è successo qualcosa, che dentro di lei delle cose sono cambiate così radicalmente che adesso le toccherà imparare a conoscersi prima di poter pensare di tornare a far parte del mondo.
La ragazza impasta la bocca per mandare via quel sapore appiccicoso di agrumi amari e il suo sguardo si fissa vacuo sul bracciale. Si chiede come mai, ora che è tutto finito, ora che Loki è andato via, il ninnolo di argento resti ancora arpionato al suo polso. Si chiede se l'energia della pietra non serva a fare in modo che lui torni. Ma sa che non deve nemmeno lontanamente concentrarsi su un pensiero così stupido e così devastante. Le loro strade si sono incrociate per sbaglio, per una serie di sfortunati eventi, ma in realtà sono percorsi tracciati a distanze incolmabili.
Nadia spegne la luce, si trascina dal bagno fino alla sua camera e si butta a peso morto sul materasso, chiude gli occhi e attende pazientemente che il sonno arrivi, mentre l'innaturale rilassatezza indotta dal medicinale le appesantisce il corpo e le fa sembrare più leggera la testa.  

Attorno non c'è altro che roccia, sotto un cielo immenso e pieno di stelle che sembrano straordinariamente vicine. Sono vicine in modo innaturale, anzi, e non c'è niente di familiare in quel luogo, niente che sembri umano.
Gli astri fanno rispendere di strani scintilli argentati le pietre, come se fossero cosparse di piccoli cristalli.
Tutto intorno l'aria è immobile e fredda.
Nadia si sente frastornata mentre prende coscienza del proprio corpo, inginocchiato sulla pietra. Si alza, appoggiandosi a una sporgenza; la roccia è gelida sotto i palmi delle sue mani.
Quello è decisamente un sogno, o più probabilmente un incubo. Le è già successo, le rare volte in cui le era capitato di prendere un po' di valium per provare a dormire meglio.
Mentre la ragazza si guarda attorno, vede una figura avanzare verso di lei, stagliata contro l'orizzonte color pece, con un lungo mantello verde che ondeggia dietro le sue spalle.
Riconosce gli occhi di Loki, riconosce la pena nel suo sguardo. Eppure, per un attimo, Nadia è contenta di star facendo quel sogno, di sognare lui. Fosse anche solo per dirgli quanto lo ha detestato nel momento in cui si è accorta che non c'era più – ma lei lo sapeva che sarebbe finita così, lui glielo aveva detto e lei davvero non poteva aspettarsi niente di diverso dal dio dell'inganno. E di colpo, non ha più voglia di dirgli che lo detesta, perché non è affatto vero.
«Sono stato io a portati qui» dice subito Loki, fermandosi davanti alla ragazza.
Lei si guarda attorno, scruta con sguardo crucciato la desolazione di pietra.
«È un sogno» risponde in tono pratico. E ora potrebbe dirgli molte cose, o magari abbracciarlo, ora può fare tutto perché è solo un sogno e qualsiasi cosa facesse resterebbe lì.
«Non proprio. L'ho creato io, avevo bisogno di parlarti, non sono una visione onirica, Nadia».
Lei arriccia le labbra, pensierosa. Non sa se credergli, se fosse un sogno è esattamente così che sognerebbe Loki, come lo ha conosciuto, solo con quell'espressione vagamente più umana, più accorata del solito. Ma ha visto così tante cose assurde da quando lui è piombato nella sua vita che ora credere all'ennesimo prodigio non le costa particolare sforzo.
«E cosa avevi da dirmi di così importante da necessitare una videochiamata inter-dimensione astrale?». Sapere che quello che ha davanti è proprio Loki fa scattare le sue difese, vorrebbe fidarsi di lui ma non sa se può. Si chiede che altro interesse potrebbe mai avere il dio su di lei, e non riesce a immaginare una risposta. Ha paura di immaginare una risposta.
«Ascoltami» esordisce lui con una leggera nota di autorità. «Ci sono delle cose che devi sapere».
«Che altro può esserci?» sbotta la ragazza, sollevando gli occhi su quel cielo alieno.
«Ne va della tua vita» replica Loki, alzando appena il tono di voce.
Nadia ammutolisce. La sta davvero guardando con l'apprensione nello sguardo, è davvero preoccupato per lei, o la ragazza vede solo ciò che vuole vedere?
«Quando Odino ha compiuto il rito necessario a salvarti, ha usato il suo sangue e tu avevi la pietra al braccio» spiega il dio, pronunciando con calma le parole, assicurandosi che lei segua il filo del discorso. «La pietra non funziona con gli esseri umani, solo gli asgardiani possono usare la sua energia, perché i manufatti magici del mio popolo sono in grado di riconoscere chi ha il potere di usarli, come il martello di Thor, ad esempio».
Nadia annuisce meccanicamente, ha capito cosa le sta dicendo ma non ha ancora capito dove lui vuole andare a parare.
«E quindi?» chiede, sentendosi persino un po' stupida.
Loki sospira,
«Quello che ti sto dicendo è che hai avuto il sangue di Odino in circolo mentre avevi la pietra al braccio. È il motivo per cui lui ha potuto salvarti, ma è anche la ragione per la quale l'energia magica della pietra è penetrata dentro di te. Sull'isola ho fatto entrare il tuo sangue in contatto con quello di Thor perché tu potessi usare l'energia che il tuo corpo aveva assorbito per aiutarmi a scacciare i demoni. È stato un gesto disperato che ha peggiorato la situazione» conclude.
La ragazza scuote la testa. Non era quello il dialogo che aveva immaginato di avere con Loki se lo avesse rivisto. Di sicuro non è quello che aveva immaginato di dirgli se lo avesse sognato.
«Non capisco, sono diventata... che cosa, una strega?».
«Sei diventata capace di assorbire l'energia della pietra. O meglio, l'energia ti entra dentro, automaticamente, è così che funzionano le pietre di Borr. E non è una buona notizia».
Sì, questo lo aveva capito dai suoi occhi così pieni di preoccupazione. Ma era troppo intenta a pensare alla preoccupazione in sé per concentrarsi sulle sue cause.
Loki allunga una mano, come a volergliela posare sulla spalla, ma poi la lascia ricadere lungo il fianco e china il capo.
«Resta il fatto che tu non sei un'asgardiana e il tuo corpo non è fatto per sopportare quell'energia» aggiunge. «Devi lasciarla uscire, come un salasso, altrimenti ti avvelenerà e morirai».
No, decisamente quello non era il dialogo che avrebbe voluto avere con Loki. Non avrebbe voluto parlare con nessuno di possibilità di rigetto letale di energia magica non richiesta. Ma ora che conosce le cause della preoccupazione che ha spinto il dio a prendersi il disturbo di farle visita, continuano a sembrarle meno importanti alla luce del fatto che lui è lì.
Nadia serra gli occhi stizzita, si dà della sciocca per aver indugiato in un simile pensiero. Ma non riesce a fare altrimenti, è... felice di vederlo, di sapere che sta bene, di sapere che lui si è preoccupato per lei, più di quanto lei riesca a preoccuparsi di se stessa. Tuttavia, cerca di riprendere il controllo dei propri pensieri. Il problema c'è e non può essere ignorato.
«Che intendi con lasciarla uscire? Io non mi sono nemmeno accorta di questa energia» osserva.
«Te ne accorgerai, tra qualche giorno. Comincerai a stare male probabilmente e se non riesci a controllarla, potresti anche fare del male».
A quelle parole la ragazza si sente raggelare.
«Dimmi cosa devo fare!» esclama.
«Te lo dirò, ma non ora. È una cosa lunga, complicata, richiede tempo e bisogna che tu impari un passo alla vota a controllare quest'energia e, chissà, magari anche ad usarla» risponde Loki.
Cosa? Lei non vuole usare niente, non vuole fare niente! Sperava che la sua vita sarebbe tornata alla normalità e adesso lui le sta dicendo che non è così, che non sarà mai più così.
«Perché sei venuto a dirmelo, che ti importa?» sente il gelo condensarsi nelle parole. Non è Loki l'oggetto della sua rabbia, ma non riesce a fare a meno di mostrarsi astiosa con lui adesso.
«Mi importa... di te» dice il dio, esitando e strappando a Nadia quasi un singulto di sorpresa.
Non può averlo detto davvero. A lui non interessano gli umani, li ritiene inferiori, ne ha uccisi tanti. Che differenza farebbe se anche lei morisse?
«Decidendo di restare a combattere al mio fianco e con gli Avengers hai scelto di salvare quelle persone» continua il dio, incurante della sua aria rabbiosa e sorpresa nello stesso tempo. «Ma hai anche deciso di salvare me, quando attorno avevi persone che con ogni loro respiro non facevano che ricordarti che sono un mostro. Qualsiasi cosa pensiate tu e i tuoi amici Vendicatori, io non sono del tutto insensibile alla gratitudine».
Adesso Nadia non lo sopporta, non sopporta quelle parole, quello sguardo, quel viso che si china sul suo nel mormorare una verità che sembra stonata su quelle labbra abituate alle menzogne. Si volta, per non guardarlo, si volta per non cedere alla tentazione di abbracciarlo davvero.
Loki le serra una mano attorno al braccio e la costringe a voltarsi nuovamente verso di lui con uno strattone.
«Non darmi le spalle! E non fingere che non ti interessi il mio aiuto o che non sia importante che io ti resti accanto in questa faccenda» ringhia il dio a un palmo dal suo naso.
«E lo farai, Loki?» domanda lei con un sorriso triste. «Resterai, fino in fondo? Ti farai carico dei miei guai perché mi sei grato e perché in qualche modo astruso lo ritieni importante?»
«Lo sto già facendo. Sono qui»
«E sei... importante». Maledizione, lo ha detto! Maledizione, perché gli sta stringendo la mano nella sua?
Perché ha bisogno di sapere che è reale, che è davvero successo quello che crede: Loki ha dimostrato di avere dei sentimenti, e quei sentimenti sono per lei. È scappato per avere la possibilità di tornare da lei ad aiutarla.
«Ora torna al tuo sonno. Tornerò da te al più presto e risolveremo questo problema, te lo assicuro» le dice il dio, con un mezzo sorriso. «Hai la mia parola, Nadia di Midgard» aggiunge enfatizzando con ironia un tono solenne, sollevando la mano con cui la ragazza gli ha stretto le dita e portandosela alle labbra per imprimervi un leggero bacio sul dorso.

***

L'aereo con la scritta STARK che campeggia al centro dello scafo, atterra su una pista privata poco fuori New York.
Dal finestrino Tony vede il grigio dell'asfalto avvicinarsi e la sensazione di essere a casa è un po' strana. Ormai dovrebbe averci fatto l'abitudine: uccidi i mostri, salva il mondo, vatti a mangiare un panino al kebab con gli amici, torna a casa dalla tua donna e fai tanto sesso. Ma questa volta le cose sono un tantino diverse.
Hanno dormito tutti per quasi tutto il tempo del viaggio. Persino l'agente Romanoff e Clint Barton avevano l'aria da cuccioli indifesi raggomitolati sui sedili piegati all'indietro. Lui si sente a pezzi, ma il sonno sembra essersela data a gambe. Il viaggio lo ha passato con le dita intrecciate a quelle di Pepper – addormentata anche lei, a pensare agli avvenimenti degli ultimi giorni.
Pensare non è sempre una buona cosa, l'ultima volta che ha pensato tanto a lungo è comparso in una conferenza stampa annunciando che la sua fabbrica di armi non avrebbe più fabbricato armi. Non si è mai pentito di quella scelta, ma questo non toglie che sia una persona poco incline ai cambiamenti.
Si è riappropriato della sua vacanza, negli ultimi tre giorni che ha trascorso lì, dopo il combattimento sull'isola di San Michele, anzi l'ha trasformata in una vera e propria gita scolastica e Nadia si è offerta di far loro da guida.
Sono andati a mangiare in piccoli ristoranti all'ombra di portici che affacciavano direttamente sui canali, con i gondolieri che passavano accanto a loro e i piccioni che svolazzavano da un tetto all'altro.
Hanno vestito Thor da essere umano ed è stato divertente quando il cameriere di quella trattoria sotto il porticato lo ha fissato attonito divorare quattro piatti di seppie alla veneziana. Perché Thor ha avuto la brillante idea di restare con loro, sia detto. A quanto pare, Boccoli d'oro sembrava deciso a dare un po' di vantaggio al fratello pestifero che si era fatto scappare sotto il naso, e prima di tornare a dargli la caccia ha ritenuto che qualche giorno da mortale sarebbe stato un ottimo diversivo per riprendersi dalla battaglia. Non è stata un'azione molto da guerriero quella di concedere tutto quel vantaggio al nemico, ma Loki ha pur sempre dato una mano a esorcizzare i demoni.
Perché gli faceva comodo.
E poi Thor questa volta sembrava seriamente intenerito, e la ragione la conoscono tutti: Nadia. Nadia che in mezzo a tutto quel casino è persino riuscita a prendersi la sbandata per il cattivo ragazzo e che, in qualche misura, è riuscita persino a renderlo meno inquietante. Nadia che sembrava a pezzi quando tutti loro l'hanno salutata per tornare in America.
Thor deve aver fatto qualche ragionamento da gran sentimentale, figurandosi un futuro improbabile con suo fratello che vive felice e contento la sua vita da onesto cittadino per amore di una mortale.
Pensandoci, se e quanto il dio gracilino si sia realmente affezionato alla piccola Colombina è qualcosa che non si è ben capito. Quel che è certo è che se l'è data a gambe piuttosto che affrontare le sue responsabilità. Non è che questo aiuti a migliorare l'opinione che Tony e i suoi compagni avevano di lui.
Però il piccolo cervo ha fatto la sua parte.
È un vero peccato che il fratellino bastardo sia dalla parte sbagliata della barricata; è uno che sa il fatto suo alla fin fine. Ma Tony spera che Thor lo trovi, che lo getti in una prigione molto buia e molto profonda e butti via la chiave. E spera che Nadia superi tutta quella strana storia, si trovi un bravo ragazzo e viva felice e contenta, lontana da divinità psicopatiche, da calzamaglie e da tizi verdi alti più di due metri.
Basta! Deve smetterla di pensarci. Comunque sia, è andato tutto per il meglio.
L'aereo completa la manovra di atterraggio; tutti si svegliano stiracchiandosi sui sedili, recuperano i propri bagagli e si preparano a scendere.
Tony ha fatto chiamare due macchine, una per sé e per Pepper e un'altra per riportare il nonno e i tre moschettieri a casa. Ma non ci sono le sue due macchine ad aspettarli al margine della pista. Ci sono due suv con il logo dell'aquila stilizzata sulla portiera. Appoggiato a uno dei due macchinoni c'è il caro Nick Fury, braccia conserte, completo nero cornacchia e sguardo torvo.
È incredibile quanto riesca ad essere torvo il suo sguardo con un occhio solo!
«Lo sapevo che sarebbe andata a finire così» borbotta Clint Barton tra i denti.
«Vi avevo detto di non...» tenta di dire Tony, ma non servirebbe. Lo S.H.I.E.L.D ha occhi ovunque e loro quattro hanno già fatto più di quanto dovevano.
«Nick! Sei venuto a controllare se ti ho portato un souvenir?» esclama Tony allargando le braccia e mettendo su un sorriso da un orecchio all'altro. «Dato che ti sei preso il disturbo, ti farò scegliere tra il ventaglio con il leone di San Marco e il fermacarte a forma di gondola».
Il direttore Fury non è del tutto impermeabile all'ironia, ma oggi sembra fatto di marmo.
«Salite in macchina. Tutti quanti» dice freddo, lanciando uno sguardo un po' più cupo ai suoi due agenti, che in quanto tali sono i primi ad obbedire.
«Tanto baccano per una gita a Venezia, Nick?» incalza Tony, arricciando le labbra.
«Sali in macchina. Non farmelo ripetere»
«Uh, se avessi saputo che la prendevi così male avrei invitato anche te»
«STARK!».
Tony alza gli occhi al cielo e sbuffa enfaticamente.
«D'accordo, d'accordo. Ma forse è meglio che ci lascia tornare a casa senza farci domande» borbotta poi, dopo qualche secondo, esitando davanti alla portiera aperta. «Le risposte non ti piacerebbero».
«Di questo ne sono più che certo» conclude con durezza il direttore dello S.H.I.E.L.D.

***

Loki si prende la testa tra le mani. Una risata spasmodica affiora sulle sue labbra pallide di stanchezza. Ride di se stesso, il dio dell'inganno, della sua immane stupidità e della sua insensata inconcludenza.
«Idiota. Idiotaidiotaidiota!» mormora, sollevando la testa di scatto, scuotendola in un cenno di resa davanti all'evidenza dei fatti.
Ha elaborato molti piani, tutti andati storti perché un fratello tenace, degli umani molesti e dei demoni rabbiosi hanno demolito uno ad uno i suoi progetti. Il destino è stato ingiusto con lui, si è accanito facendo a pezzi i suoi desideri e le sue aspirazioni, e adesso, per una volta che era tornato ad avere in mano un asso da giocare è stato lui stesso ad abbandonare la partita e a lasciar sfumare la possibilità di attuare un altro colpo, un altro tentativo per rialzarsi dopo la caduta che ancora gli brucia come il sentore del ghiaccio dentro le sue vene mentre la sua mano si colorava di blu per il tocco di un gigante di Jotunheim, dando un volto a tutti gli incubi e le paure che lo avevano tormentato negli anni precedenti fino a portarlo alla disperazione e dalla disperazione all'odio.
Poteva tornare a combattere e invece ha scelto di fare dell'altro.
Tornare da Nadia, attraverso i suoi sogni, faceva parte del suo piano, come anche dirle la verità sui sortilegi della pietra. Quello che non doveva fare era dirle che l'avrebbe aiutata; lui non doveva aiutare quella ragazza, doveva dirle che non poteva tornare sulla Terra perché non aveva abbastanza energia per affrontare il viaggio, doveva indurla a cercare l'aiuto degli Avengers e fare in modo che lei si convincesse che la scelta migliore fosse quella di seguirli in America, e solo quando lei sarebbe stata lì, lui sarebbe potuto tornare, offrirle il suo aiuto, salvarla, comprare con la vita della mortale la fiducia dei Vendicatori. Questo era il piano, un piano dannatamente semplice, dove niente poteva andare storto. Alla fine avrebbe aiutato Nadia, ma non lo avrebbe fatto per niente, perché lui non è abituato a fare qualcosa per niente! Perché lui è un dio e non dovrebbe importargli della sorte di un'insignificante umana, anche se aveva detto che a quell'umana non avrebbe fatto mai del male.
Loki serra nervosamente i pugni. Ripercorre mentalmente le immagini di quel dialogo nel sogno. Non capisce come sia potuto succedere, come abbia fatto a rimangiarsi le parole che aveva calcolato di dire e abbia detto tutt'altro. Come ha potuto decidere di fare tutt'altro?
Semplicemente, quando ha visto Nadia alzarsi da terra, smarrita e perplessa, si è ricordato che di tanti ricordi dolorosi e sgradevoli, non ce n'era nessuno che avesse a che fare con lei. Semplicemente non ha potuto. Ha un'opinione troppo alta di sé, il dio dell'inganno, per riservare i suoi trucchi a una creatura tanto smarrita e tanto immeritevole di malvagità.
«È tutto così dannatamente sciocco» dice a se stesso. È sciocco, eppure è reale, tangibile, irrimediabile, per quanto Loki non sappia dare un nome a quello che prova per Nadia, non riesce semplicemente a farselo scivolare addosso come pioggia.
«E sia...» conclude, alzando lo sguardo sulle stelle e restando a fissarle immobile. Tornerà dalla ragazza, l'aiuterà a imparare a controllare l'energia della pietra, salderà il suo debito e poi se ne andrà per la sua strada. Troverà altri modi per raggiungere i suoi scopi, ci sono senz'altro altre strade, deve solo cercarle.
È ancora assorto nei suoi pensieri quando una voce alle sue spalle spezza il silenzio.
«Ti abbiamo trovato, infine».
Loki china la testa. Ha l'impulso di voltarsi di scatto, ma si trattiene perché non vuole mostrarsi spaventato. Si gira lentamente verso l'individuo che ha pronunciato quelle parole, mettendo su un sorriso sprezzante, colmo di aria di sufficienza, malgrado il cuore nel petto abbia cominciato a pulsare a un ritmo che ha l'eco della paura.
Il ghigno crudele sul volto del capo dei Chitauri sembra una ferita purulenta.
«Ti era stato promesso dolore e sofferenza se avessi fallito, Loki di Asgard» dice lui, con la sua voce fredda e cavernosa. «E a differenza di te, noi manteniamo le nostre promesse. Prendetelo».
Loki serra le labbra in un moto di nervosismo mentre vede il drappello di strane creature deformi alle spalle di quell'ambasciatore di sciagura. Probabilmente quello è tutto ciò che rimane delle armate di Thanos, ma sono comunque in troppi.
Potrebbe affrontarli, ha abbastanza energia per distruggerli, ma se usasse quell'energia per combattere dopo non potrebbe più muoversi da quello sputo di terra alla deriva nello spazio e restare lì significa finire intercettati presto o tardi dallo sguardo di Heimdall. In un caso o nell'altro cadrebbe prigioniero dei suoi nemici e Loki adesso sta pensando che scegliere i nemici è comunque un punto a suo favore. Sa che Thanos non lo ucciderà, non subito almeno, e lui avrebbe tutto il tempo di riuscire a fuggire al momento più opportuno e tornare sulla Terra, rivedere Nadia, aiutarla e nel frattempo assorbire nuova energia dalla pietra. Se invece distrugge quel drappello di armigeri verrà rintracciato, preso e riportato ad Asgard, dove sarà privato dei suoi poteri e dove resterà prigioniero in eterno, senza alcuna possibilità di fuga, stavolta. Sa anche che l'unico motivo per cui Thanos non lo ucciderebbe subito è perché vuole torturarlo per fargli scontare il suo tradimento. Non importa, lui è un dio, niente può spezzarlo.
Loki chiude gli occhi per un istante, respira lentamente e si arrende ai suoi nuovi carcerieri.
Per il momento.
Ora che ha preso la sua decisione, la logica e la razionalità riprendono possesso dei suoi pensieri e una domanda affiora nella sua mente.
«Come avete fatto?» domanda, guardando il capo dei Chitauri. «Come siete riusciti a viaggiare fin qui senza il Tesseract?»
«Abbiamo altri alleati che hanno trovato un altro modo di viaggiare nelle galassie, non è lontanamente potente come il manufatto del popolo asgardiano, ma serve allo scopo. Ora, basta parlare, Loki di Asgard! Risparmia il fiato per quando avrai da urlare pietà al mio signore».
Questo non avverrà mai!
Loki fa un enorme sforzo di volontà per restare passivo e immobile mentre gli incatenano i polsi dietro la schiena. Il ghigno del capo dei Chitauri sparisce appena incontra lo sguardo del dio, carico di odio e di furore.
 

____________________________________________________________________

Note:

Ultimo capitolo, prima dell'epilogo.
Alla fine Loki cede a quel po' di buono che c'è in lui. Mi spiego: essendo io convinta, a prescindere da questa fanfiction, che in un passato magari molto remoto Loki abbia davvero voluto bene a Thor e non sia del tutto incapace di provare sentimenti, va da sé che c'è del buono in lui, un buono sommerso da anni e anni di rancore e tutto il resto, ma c'è e alla fin fine è venuto fuori automaticamente, per qualcuno contro il quale lui non ha alcun motivo di provare sentimenti negativi, anche se il qualcuno in questione è una comune mortale un po' scassaballe.
E alla fine Loki, proprio quando si era deciso a fare qualcosa di decente, viene beccato dagli scagnozzi di Thanos... per la serie “tanta fatica per nulla”. Perché un po' se lo merita, perché un po' se l'è andata a cercare e per quanto mi dispiaccia... ben gli sta!
Ma... abbiate fede...

Ci leggiamo giovedì con l'epilogo. E poi shawarma per tutti!


 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Alkimia