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Autore: EliCF    10/09/2012    3 recensioni
Una raccolta di flashfic; siccome ho spesso in mente dei flash in cui i personaggi della saga raccontano in poche righe un momento particolare, eccone qui una raccolta. Enjoy!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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NdA: Questo capitolo si è rivelato più azzardato di quello precedente. Il nome del protagonista non è menzionato, ma si tratta di Cato. Ho immaginato un personaggio diverso, folle sin dalla nascita, crudele nemico di se stesso e del mondo. Disposto a tutto per vincere, contro chiunque, contro tutti.
Questo è quello che è nato. Buona lettura!

4. brothers

Mia madre aveva le lacrime agli occhi. 
«Non te ne puoi andare così» sussurrò ancora una volta, poi ricominciò a singhiozzare. Papà le sfiorò una spalla, poi la sua carezza divenne una stretta con cui le pregava di contenersi. Era sempre stato così forte, lui.
«Non andrai da nessuna parte»  sentenziò. «Sei mio figlio». Con sguardo truce mi fece cenno di tornare in stanza, ma non ubbidii.
Stizzito e pazzo, mi sfilai lo zaino dalle spalle. Ne estrassi una lama tanto sottile quanto letale e la nascosi tra le mani, poi gettai uno sguardo al bambino che, seduto sul tavolo della cucina in cui stavamo discutendo, si succhiava un pollice. I capelli biondi erano sottili e scuri quanto i miei, dai lineamenti del volto era già possibile immaginare che sarebbe stato la mia fotocopia: non avevano bisogno di un altro figlio, di me.
Avevo altri fratelli, vivevamo in una casa grande e comoda nel Distretto privilegiato da Capitol City. 
Eppure anche i nostri figli sono chiamati a morire ogni anno.
Così diceva mia madre, contraria e terrorizzata dalla mia richiesta d'iscrizione al centro di addestramento per i volontari dei prossimi Hunger Games.
Avevo dieci anni e il sangue avvelenato.
Ero pronto.
E loro non mi avrebbero impedito di costruire la mia vittoria; impedito di raggiungere la gloria che mi attendeva con impazienza crescente.
Come la mia.
Per questo, lentamente e con gesto apparentemente innocente mi avvicinai al mio fratellino. I suoi occhi guizzarono da me ai miei genitori, tradendo il suo spavento crescente a causa dell'espressione folle che celavo sotto quello che sembrava semplice dispiacere per il no ricevuto.
Fu in un solo gesto che gli tagliai la gola, le pupille gli si dilatarono e il corpo ricadde indietro sul tavolo di legno, con un tonfo orribile.
I miei genitori urlarono il nome di mio fratello, poi il mio. Li sentii cercare un medico, ma ero già scappato lontano quando lanciarono maledizioni sul mio nome.
Con mani sporche di sangue mi presentai al centro d'addestramento, testimoni della ferocia che mi mangiava il petto. Senza traccia di pentimento firmai la mia presenza agli addestramenti ogni giorno, diedi spettacolo della crudeltà con cui avrei ucciso, crebbi con la consapevolezza d'aver scelto di essere dannato.
E dimostrai che sarei stato pronto per gli Hunger Games. 
   
 
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