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Autore: lafilledeEris    13/09/2012    3 recensioni
Gli altri lo chiamavano “Secchia”, lui preferiva definirsi un nerd.
Vita sociale ridotta al minimo, capacità innate verso i videogiochi e uno spiccato interesse verso ciò che poteva accrescere la sua conoscenza.
Mai si sarebbe lamentato di tutti quei luoghi comuni. Ma ora capiva che doveva deporre le armi e piegarsi a quello che gli veniva chiesto- ordinato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Il triangolo no – Ovvero quando Ryder uscì con Austin ma baciò Mylo”
 

Mylo, seduto sul davanzale della finestra, stava rigirando un trinciato –unico trastullo di Morgan da cui si era lasciato contagiare – quando sentì una chiave girare nella toppa della serratura. Si affacciò e trovò Austin, appoggiato contro il muro.
Appena incrociò il suo sguardo, gli lanciò un’occhiata truce.
“Sappi che mi hai fatto davvero uno scherzo del cazzo”.
Mylo guardò il fratello in modo interrogativo.
“E non far finta di non sapere nulla!”
“Se tu mi spiegassi…” tentò Mylo.
“Ryder mi ha mandato in bianco! E mi ci gioco il culo che in qualche modo ci sei tu in mezzo!” sbraitò Austin.
Mylo spalancò la bocca, non sapendo bene se esserne felice oppure sorpreso.
No, un attimo: lui doveva essere stupito e triste per il fratello. Il problema fu che non riuscì a dissimulare un piccolo sorriso.
Austin lo spinse da una parte.
“Spostati, coglione!”
Mylo rimase per qualche minuto ancora interdetto e poi corse subito in camera sua.
Prese il telefono e digitò un numero sul tastierino.
“Mh…”
“Morgan, smettila di fare l’incazzato. Ci possiamo vedere fra dieci minuti da te?”  
“Mia madre non vuole. Ha detto che non devo parlare con gli sconosciuti e le teste di cazzo” replicò piatto il ragazzo.
“E se ti dicessi che ho grosse novità?”
“Mh…”
Faceva il difficile ma Mylo sapeva che tasti premere con Morgan.
“E che queste novità riguardano Ryder?”
“Porta il tuo culo bianco e basso qui, subito!”
 
 
****
“Smettila di guardarmi in quel modo, mi fai venire i brividi” si lamentò Mylo.
Lui e Morgan erano stesi sul letto di quest’ultimo, dopo che era venuto a conoscenza dell’accaduto.
“Come ti sto guardando? Mica sei il mio tipo” precisò Morgan.
“No, stai facendo di peggio. Sembri una ragazzina che guarda “Twilight” e prega che arrivi la scena in cui Jacob si toglie la maglietta”.
“Mh” il ragazzo ci pensò per un po’. “Il film non era granché, ma credo che quel momento meritasse. Ah, se lo avessi avuto vicino! Fossi stato in Bella, altro che Eddie…”
“Smettila!” Mylo pizzicò il fianco di Morgan, che sbuffò e poggiò la testa sul suo petto.
“Allora, hai deciso che farai?”
“Riguardo a cosa?”
Stavolta fu Morgan a pizzicare Mylo.
“E va bene! Vuoi la verità? Resto della mia idea. Cioè, mi ci vedi con Ryder Thomas?Magari mentre camminiamo fianco a fianco? Io per nulla…”
“Ma stasera lei ha rifiutato Austin. Segno che se lei può cambiare le carte in tavola. E, se può riuscirci lei, allora puoi farlo anche tu. Dai, non vorrai vivere ancora con certi stereotipi!”
“Per te è facile, tu te ne sei sempre fregato. Sei andato per la tua strada, senza dare alcun peso a ciò che dicevano gli altri”.
Mylo accarezzò i rasta di Morgan.
“Se non avessi fatto così, a quest’ora non sarei qui a parlarne. Sai bene quante ne ho passate…”
Mylo sospirò. Fin troppe.
“Non vuoi nemmeno provarci? Neanche per il ballo?”
“Il ballo è fra quattro giorni! Credi davvero che Ryder non abbia ancora trovato con chi andarci? Io ne dubito”.
Morgan non ebbe nulla da ridire. Su questo Mylo aveva ragione.
 
 
****
 
Mylo camminava per i corridoi della scuola, col naso appiccicato al suo libro di chimica.
Quella mattina si era svegliato con uno strano senso di frenesia e ansia che lo rendeva suscettibile verso qualunque cosa.
In un modo o nell’altro, i ricordi del bacio che aveva dato a Ryder gli tornavano continuamente in mente. E lui non voleva che questo accadesse, perché ogni volta ciò che aveva fatto gli sembrava sempre più giusto. Sempre più bello.
Iniziava a pensare quanto fosse graziosa vista da vicino – la distanza di un bacio -; a quanto profondi fossero i suoi occhi verdi; a quanto delicata fosse la sua pelle quando le aveva preso il viso fra le mani.
Non riusciva a concentrarsi: si ritrovava a rileggere lo stesso paragrafo per tre volte di fila, senza cavarne nulla.
Mentre era intento in queste riflessioni, si sentì tirare all’improvviso verso una porta socchiusa.
“Ma cosa…” Una mano gli si piazzò sulla bocca, spegnendo ogni protesta.
“Ssh!”
“Ryder!” sussurrò Mylo. Le sue parole furono interrotte sul nascere dalle labbra della ragazza che, frenetiche, cercavano le sue. C’era urgenza in quel bacio. Necessità di sentire sensazioni nuove, sopite e mai volute affrontare.
“Desideravo farlo sin da quando mi hai baciata, Mylo. Non riesco a levarmi dalla testa quello che è successo”.
Ryder abbracciò il ragazzo, nascondendo il viso fra il collo e la spalla. Rifugio sicuro, angolo protetto.
Mylo in tutto questo non riuscì a trovare la forza di abbracciarla, la spostò delicatamente.
S’impose di non perdersi nel mare inquieto e profondo di quegli incredibili occhi chiari.
Per Ryder lui era sicurezza, stabilità e conforto; Mylo invece, quando la guardava, si sentiva destabilizzato: era come non avere la terra sotto i piedi e volersi perdere in quell’attimo.
 E lui non poteva permettersi tutto questo.
“Perché ti sei tirata indietro con mio fratello?” Mylo teneva la testa bassa. Le parole gli fuggirono dalle labbra, come se non fosse stato lui a pronunciarle.
Ryder lo guardò, spalancando gli occhi; poi anche lei abbassò lo sguardo, nascondendo la delusione del momento.
“Io…” Un sospiro lungo e profondo. “Non potevo, ok? Non potevo perché ogni singola volta che guardavo lui, pensavo a te. E non immaginavo te al suo posto, no! Pensavo che quello era tuo fratello, e che era nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Perché il fatto che vi somigliate non sarebbe servito a rimpiazzarti. Dio solo sa quanto ti ho pensato da quando mi hai baciata.  Tu, il ragazzo del primo banco, che mi ha rubato il bacio più bello che abbia mai ricevuto. Perché sono sicura, mi ci gioco la testa, che per te non conta chi sono o che cosa indosso. Conta ciò che penso, ciò che provo. Io l’ho capito. Ora devi capirlo tu”.
Detto questo, Ryder se ne andò, lasciando Mylo da solo. Solo com’era stata lei, dopo la fuga del ragazzo.
Era il karma. La legge del contrappasso.
Qualunque cosa fosse, Mylo si sentiva comunque uno schifo.
   
 
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