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Autore: Memento_B    13/09/2012    1 recensioni
(Terza classificata al contest "Un amore dal mancato finale" di .Trick) Non è facile nel 1976-1977 portare avanti una relazione omosessuale. Lo sa bene Lily Evans, che deve convivere giorno dopo giorno con l’insicurezza e la fobia della sua compagna. E lo sa bene anche Alice Miles (futura Paciock), che non vuole deludere i suoi genitori e che non è sicura di riuscire nell’impresa di amare Lily Evans alla luce del sole. A complicare le cose ci si mette Frank Paciock, che si innamora follemente di Alice. E quest’ultima, cosa sceglierà? L’incertezza di un amore omosessuale o la stabilità di una relazione eterosessuale?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments'
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Capitolo I

I’m addicted to you

 

Un weekend dell’ottobre 1976,

Hogwarts, dormitori femminili Grifondoro

 

Tutta Hogwarts impazziva al passaggio di Lily Evans. Nessun ragazzo poteva rimanere immune alla sua bellezza, nessuna ragazza non poteva ammettere il suo carisma e il suo fascino. Nell’ottobre 1976 aveva ormai sedici anni e frequentava il suo sesto anno ad Hogwarts, dopo aver sostenuto dei G.U.F.O. di tutto rispetto. Era forse la più bella Grifondoro del suo anno; alta e formosa, i suoi fluenti capelli rossi catturavano la luce delle torce e delle candele di Hogwarts, dandole un’aria ancora più affascinante di quel che la natura le aveva donato. Due preziosi occhi verdi erano incastonati sul suo viso e scrutavano vivaci i volti di tutti coloro che incrociava. Spesso le sue labbra erano aperte in un sorrisetto che aveva un qualcosa di orgoglioso e indomito. C’era chi sosteneva chi fosse una veela ma questa tesi faceva acqua da tutte le parti poiché molti sapevano che Lily era una Natababbana e, allo stesso tempo, altri ricordavano che le Veela sono generalmente bionde (o, almeno, così avevano sentito dire).

Era, però, il suo carattere autoritario a conquistare tutti, perfino quel James Potter che veniva continuamente respinto. Lily sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare –o almeno così sembrava-, era sempre pronta a impartire ordini e non sopportava quei bulli del suo anno, ossia la combriccola di Potter e Black. Era sempre pronta a contrastarli, cosa che ben pochi a scuola avevano il coraggio di fare. Così come praticamente nessuna ragazza avrebbe mai pensato di rifiutare le avances di James Potter, sebbene lei lo facesse almeno tre volte al giorno. Aveva anche dei buoni voti, era un vero genio a Pozioni e non c’era professore che non fosse entusiasta di lei. Prefetta e famosa in tutta la scuola, sarebbe stata abbastanza perfetta da meritarsi l’odio di tutti; però c’era qualcosa in lei di straordinario: la sua sensibilità la rendeva così terribilmente umana e gentile che era impossibile odiarla. Era sempre pronta a consolare chiunque venisse preso di mira dai Malandrini, era sempre disposta a spendere una buona parola per tutti ed era così dolce che odiarla non sarebbe davvero stato possibile. Si poteva soltanto sottostare al suo carisma; ogni suo sorriso faceva sospirare qualche ragazzo, ogni suo passo, eseguito con quella sua andatura autoritaria, veniva preso a modello dalle più piccole, ogni sua parola suonava così giusta da essere quasi rivoluzionaria, e il fatto che nessuno l’avesse mai baciata aumentava il suo valore.

Diversa da lei in tutto era la sua migliore amica, Alice Miles. Era una ragazzina timida e famosa per la sua goffaggine, certamente diversa da quell’Alice Paciock che non troppi anni dopo sarebbe diventata una degli Auror più rispettati e pericolosi, tanto da diventare vittima della maledizione Cruciatus di Bellatrix Lestrange. Il più delle volte, nessuno faceva caso a lei, che del resto voleva passare inosservata. Bassina e leggermente in carne, non era esattamente bella. Il suo colorito era una via di mezzo fra il bianco e il giallognolo, fino a diventare quasi verdastro quando si ammalava. Gli occhi erano piccoli e neri, perennemente coperti da una massa di ricci indistinti neri, che le arrivavano fino a metà spalla. Ricci che coprivano anche il suo volto, infestato fino al quinto anno da una fiorente acne. Nonostante non avesse più quei problemi, adesso era troppo abituata a nascondere ogni suo pensiero dietro quella matassa di capelli per girare a testa alta. Viveva nell’ombra di Lily, facendo sempre quel che la ragazza desiderava.

Le due ragazze si erano conosciute la loro prima sera ad Hogwarts, subito dopo la cena di benvenuto. Entrambe Grifondoro, condividevano lo stesso dormitorio e, nonostante la diffidenza iniziale di Alice, Lily riuscì in poche settimane ad abbattere quel muro di timidezza, incuriosita dalla ragazza. Da allora diventarono inseparabili, dov’era Lily era anche Alice. Quel rapporto diventò più saldo nel corso del quinto anno, quando Severus Piton chiamò Lily schifosa mezzosangue. Lily non dimenticò mai quelle parole e, allo stesso tempo, cessò ogni contatto con il Serpeverde. Le rimase allora solo Alice, e trovò la sua compagnia ben più piacevole di quanto ricordasse.

Ben presto, i sentimenti di entrambe le ragazze mutarono, e quel cambiamento fu chiaro fin da subito ad entrambe. Ogni volta che i loro occhi s’incrociavano, entrambe trattenevano un respiro o diventavano imbarazzate quando le loro mani si sfioravano per caso. Eppure, nonostante la consapevolezza dell’amore dell’altra, nessuna delle due faceva il primo passo. Se per Lily fu relativamente facile accettare l’idea di essere innamorata di una femmina, se per lei fu una cosa quasi naturale, lo stesso non si poté dire per Alice, cresciuta con la convinzione che questo genere di rapporti fossero malati e da scoraggiare. Fu solo con una bella dose di lacrime e sospiri che accettò la cosa. Del resto, ogni volta che guardava Lily non poteva non cadere vittima della sua bellezza ed un sorriso le affiorava sulle labbra, spesso seguito da un sospiro.

La situazione di stallo, alquanto spiacevole in realtà, che si era venuta a creare fra le due ragazze trovò una svolta proprio un sabato mattina dell’ottobre 1976. Quel giorno, era concessa una visita ad Hogsmeade, la prima dell’anno, e Lily ci sarebbe ovviamente andata con Alice, ma per quel giorno avrebbe voluto fare le cose in grande.

 

<< Lily, sei sicura? Io non… >> tentò di protestare Alice, seppur senza convinzione. Già, la sua amica si era messa in testa che quella volta ad Hogsmeade l’avrebbe portata vestita, truccata e pettinata. Alice non era così convinta, e stringeva fra le braccia i suoi comodi pantaloni neri ed un maglioncino di cotone grigio, che avrebbe voluto indossare. Guardò Lily rovistare nel suo baule, alla ricerca di qualcosa di “decente” –almeno, così diceva- e non poté fare a meno di deglutire quando uscì un vestito rosso troppo corto per i suoi gusti poiché le arrivava appena al ginocchio, regalo di una zia per il suo compleanno passato.

<< E questo? Lo tenevi nascosto per il Principe Azzurro? >> la prese in giro Lily, mentre buttava sul letto di Alice il vestito e si rialzava.

<< Lily, senti io… Io non posso metterlo! >>

<< Perché no? Sono sicura che sarai bellissima. Ma prima ti devo sistemare i capelli >> con un occhiolino Lily invitò Alice a posare i vestiti che stringeva fra le braccia e a sedersi su una sedia che aveva preparato poco prima. Riluttante, la Miles eseguì, e subito Lily iniziò a passare una spazzola fra i ricci asciugati da poco della Grifondoro.

<< Hai dei capelli bellissimi, se solo li curassi un po’… >> sospirò Lily. Ma Alice non l’ascoltava, fissava l’immagine della Evans riflessa nello specchio e sussultava ogni volta che le sue soffici dita le accarezzavano i capelli. Era una delle sensazioni più belle che avesse mai provato e le permise perfino di fissarle le ciocche frontali, le stesse dietro le quali si era nascosta per anni, sul retro del capo con un suo fermaglio, scoprendo il suo viso.

<< Adesso non ci resta che dare un po’ di colore alla faccia >> Lily sembrava così entusiasta dall’idea di truccare Alice che non si rese conto del disagio in cui era la ragazza. L’idea di farsi accarezzare il volto da Lily, seppur tramite un pennellino sporco di polvere colorata, la metteva in imbarazzo. Deglutì quando lei iniziò a stenderle dell’ombretto sulla palpebra sinistra. Ad ogni tocco palpitava, e ora fu impossibile per Lily non accorgersene.

<< Alie, tutto bene? >> le chiese, con un filo di voce, scostando per un attimo il pennellino.

Quella voce così bassa e delicata furono fatali per Alice, che però si costrinse a mantenere un contegno. Annuì, non troppo convinta, e Lily riprese il suo lavoro.

Quando pochi minuti dopo ebbe finito con gli occhi, Lily tornò al suo comodino per riporre l’ombretto, ma subito le fu chiaro che doveva fare qualcosa. L’aria era diventata notevolmente pesante, qualcosa non andava e doveva dire qualsiasi cosa per distrarre l’amica. Ovviamente, scelse l’unico argomento sbagliato.

<< Comunque, quel Potter continua a chiedermi di uscire con lui >> commentò, sprezzante, mentre rapide le dita scavavano nel suo beauty case, alla ricerca di un rossetto adatto all’amica.

Quello fu un colpo quasi mortale per Alice, che non ne poteva più di sentir nominare Potter. Lo odiava, ne era tremendamente gelosa, fosse per lei l’avrebbe fatto espellere da Hogwarts. Era sempre così vicino a Lily, e lei temeva che l’amica un giorno o l’altro avrebbe ceduto. Non rispose, e quello fu sufficiente a Lily per capire che non poteva far più nulla. Tornò al suo lavoro, rossetto in mano.

Ma ora era difficile anche per lei continuare quel lavoro. All’improvviso, quando Alice le tese le labbra per farsi truccare, sentì una strana sensazione di attrazione, più forte che mai, un impulso al quale non si poteva resistere. E lei, ragazza estremamente riflessiva, per una volta seguì il suo impulso e posò le sue labbra su quelle di Alice, sfiorandole appena.

<< Lily… io… >> Alice riaprì immediatamente gli occhi, preoccupata, ma ogni sua protesta venne soffocata.

<< Sssh >> Lily si sedette sulle sue gambe, dimenticandosi all’improvviso di ogni cosa, e la baciò. Questa volta la baciò sul serio, un bacio carico di passione ed amore, che dopo qualche istante di timore trovò una risposta anche da parte dell’altra ragazza.

 

25 dicembre 1976

Casa di Alice, camera da letto

 

Dopo quel primo bacio, le cose fra le due ragazze erano andate decisamente bene. Dopo un primo attimo di imbarazzo erano seguiti infiniti baci e carezze. Tutto questo, però, faceva parte della vita segreta di Alice e Lily. In pubblico erano semplicemente amiche, in privato erano amanti. Mesi di complicità seguirono quel momento, fino a che Alice non invitò Lily a casa sua per le vacanze di Natale, dato che avrebbero avuto casa libera poiché i suoi genitori erano andati a trovare qualche parente in Francia.

Quella notte fra il 24 e il 25 dicembre fu la più bella per entrambe. Fu la prima notte in cui fecero l’amore, dopo una serie di intenzioni mai messe in pratica o di tentativi falliti per colpa della timidezza. Invece, quella sera successe tutto per caso, nessuno poté prevedere che quelle semplici e tenere carezze della buonanotte si sarebbero trasformate in qualcosa di più, che entrambe avrebbero sospirato sotto il tocco dell’altra, che avrebbero assaporato fino in fondo quella notte di Natale, concedendosi infine l’una all’altra.

La prima a svegliarsi fu Lily. Immediatamente cercò con lo sguardo l’altra e sorrise, innamorata, quando la vide. Subito allungò la mano destra per accarezzarle i capelli e le spalle nude, sfiorandola appena per non svegliarla. Nei suoi occhi, però, c’era dell’ombra, causata da pensieri diversi.

Ci volle poco ad Alice per svegliarsi, e subito le labbra delle due ragazze s’incontrarono in un veloce bacio del buongiorno, al quale seguì un silenzio piuttosto grave.

<< Alice… io… >> esordì quindi Lily, che ora fissava il soffitto. Si morse il labbro inferiore prima di andare avanti, non poteva credere di star per fare una cosa del genere. << Io sono stanca di dovermi nascondere >> disse infine, e subito dopo si sentì sollevata, come se si fosse liberata di un peso troppo grande per lei.

<< Voglio mostrarti al mondo, voglio presentarti come la mia ragazza, non più come una semplice amica. Non voglio più far finta che fra di noi non ci sia nulla. >>

Anche perché ormai qualcuno si era reso conto che quella fra le due ragazze era più che una semplice amicizia, più di una normale complicità fra sedicenni, e le battutine iniziavano a diffondersi. Lily avrebbe detto a tutti della sua relazione con Alice fin dal primo momento, ma lei non glielo aveva permesso. Aveva paura, e Lily lo poteva capire. Non era facile confessare al mondo di essere lesbica, o almeno di avere una relazione con un’altra donna. Eppure, Lily era sicura che con Alice al suo fianco avrebbe risolto anche quel problema; con la sua amata accanto sarebbe stata in grado di ignorare tutto e tutti, le importava solo di non perdere il suo amore. Dipendeva totalmente e perdutamente da lei e sapeva che per Alice era lo stesso, e per questo era stanca di aspettare. Le aveva dato del tempo per abituarsi alla cosa, ora toccava ad Alice rispondere.

Alice, dal canto suo, si limitò a deglutire e a rinchiudersi in una prigione di silenzio. Solo qualche minuto dopo trovò il coraggio di parlare. << Non possiamo. I miei genitori… tu non capisci! >> trattenne un singhiozzo e le lacrime, che premevano per uscire. Lei in realtà avrebbe voluto, ma i suoi genitori erano persone all’antica, non l’avrebbero mai permesso. Anzi, l'avrebbero ritirata da Hogwarts e rinchiusa da qualche parte, separandola così da Lily per sempre.

<< Non dico che dobbiamo dirlo in famiglia, ma… almeno Hogwarts. Sono stanca di poterti tenere per mano solo nei corridoi deserti, di poterti baciare solo nei bagni e nel buio della notte, di doverti trattare freddamente quando siamo in compagnia. Tu sei la mia ragazza e voglio che il mondo lo sappia. >>

<< Non posso. >>

Sul cuore di Lily si venne a creare una crepa, ed improvvisamente la ragazza si sentì non amata. Sapeva, però, che la sua era solo una sensazione e che avrebbe dovuto attendere ancora un po’ prima di dire a tutti la verità. O almeno così sperava.

  
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