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Autore: postergirl84    14/09/2012    7 recensioni
Embry Call. Con un piccolo problema peloso che è una bella scusa per non stare con la stessa ragazza per troppo tempo. Finchè non si ritrova innamorato senza preavviso e le cose cambiano, le cose sono sempre più difficili. L'amore è difficile. Ma è proprio per questo che è più forte di qualsiasi altra cosa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Embry Call, Nuovo personaggio, Quileute
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Lupi'
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Capitolo 3
È un burrone in cui cadere

 
Quando alla pioggia si aggiunge il rumore del tuono mi è davvero impossibile continuare ad ignorare. Le sorrido e poi la prendo per mano correndo verso casa. Arriviamo sotto il piccolo portico e le bacio la fronte.
“È meglio asciugarsi, se ti riporto indietro così ti ammali.”
Lei annuisce mentre io apro la porta. Siamo soli in casa, mia madre ha il turno di notte, ma lei sembra non provare imbarazzo. Mi segue in camera mia e io tiro fuori dall’armadio una felpa.
“Ti sarà enorme ma meglio di quelli zuppi. Il bagno è la prima porta in corridoio.”
Prende la mia felpa e si incammina verso il bagno. Esco dalla stanza per entrare nello stanzino dove c’è la lavatrice  e mi levo la maglietta che non si è ancora asciugata dal tutto. Licantropo o meno mia madre troverebbe  di certo il modo di farmi fuori se le bagnassi tutto il pavimento.
Sono ancora lì, intento a scrutare tutti quei dannati pulsanti, quando sento Vivian alle mie spalle.
Mi volto.
Ha indossato la mia felpa e come previsto le fa da vestito. Ha legato i capelli e non ha più trucco sul viso, ha i suoi vestiti bagnati in mano ma è… bellissima non basta davvero come termine per descriverla.
“Se mi dai i tuoi vestiti li faccio asciugare. Sempre se capisco come funziona.” Cerco di dire con un intonazione di voce normale. Lei rotea gli occhi ed entra nello stanzino.
“Perché per gli uomini la lavatrice è come un computer della nasa? Spostati, faccio io.”
Si avvicina buttando nello sportello i vestiti.
“Quelli non li levi?” chiede indicando i miei pantaloni.
“Ecco…cioè...”
Lei alza le spalle. “Non mi scandalizzo per così poco.”
Perfetto, sto facendo la figura del ragazzino idiota.
“Giusto, sei di Las Vegas.”
“Non dovevo dirtelo.”
“Cosa? Da dove vieni o che non ti scandalizzi?”  Le chiedo levando i pantaloni.
“Probabilmente tutte e due.” Chiude lo sportello con il ginocchio e poi si volta a guardarmi. “Dove eravamo rimasti?”
“Cosa?”  Alza gli occhi al cielo… cazzo amico da quand’è che sei così coglione? Dovresti prendere in mano tu la situazione a questo punto. Si avvicina.
“Secondo te? Ma se vuoi posso iniziare a parlarti di Epicuro.”
Passo le mani sulla sua schiena, schiacciandola al mio corpo.
“Non mi pare carino parlarmi di un altro adesso.”
“Non è un altro… è un filosofo.” dice contro le mie labbra.
“Allora magari me lo spieghi dopo.”
“Dopo cosa?”  decido che dimostrarglielo è molto meglio che dirglielo.
La sollevo in braccio posandola sulla lavatrice,  le bacio il collo prima di rincontrare le sue labbra mentre accarezzo le sue cosce scoperte.
Sono stato a letto con decine di donne, alcune di loro mi piacevano davvero, ma la verità e che non mi sono mai sentito come in questo momento con Vivian, mentre lei stringe le gambe al mio bacino non percepisco nient’altro. La voglio come non ho mai voluto nessun altra, è dentro la mia testa. Ogni mio gesto sembra essere per lei.
Le levo la felpa e bacio il suo seno mentre le sfilo il reggiseno. Le sue mani vagano sulla mie schiena,  alzo gli occhi ed incontro il suo viso. Ha le guance  rosse e lo sguardo acceso. Tuffo le mani nei suoi capelli liberandola della coda. Cazzo è perfetta. Torno a baciarla, ad accarezzarla, i nostri gemiti si confondono, mi perdo dentro di lei. Rallento i movimenti, le bacio le labbra, il viso, il collo.
Cazzo, cazzo, cazzo, perché mi sento così? Ogni  spinta mi porta di più sul orlo di un burrone.
Il lupo dentro di me ringhia. Le stringo le braccia intorno alla schiena e la sento tremare quando raggiunge l’orgasmo mordendosi le labbra. La seguo poco dopo con un’ ultima spinta. Incontro i suoi occhi e capisco che in quel burrone ci sono appena caduto.

 

Attimi, momenti, sensazioni. Vita vissuta con lei. Tre mesi. Un vero record. E ancora non stancarsi. Lei e sempre lei.
“Dimmi l’articolo 34 comma D.”
“Eh?” Sposto le labbra dal ginocchio di Vivian che sto baciando e alzo il viso incontrando il suo. Lei sorride rilassata. Quel sorriso. Negli ultimi mesi gliel’ho visto addosso sempre più spesso.
“Ti ho chiesto di dirmi l’articolo 34 comma D.”
Sta scherzando, vero? Siamo sdraiati nel letto in camera sua e sinceramente mi sarei aspettato di sentire tutt’altro uscire dalle sue labbra.
“Vivian, non puoi interrogarmi mentre sto cercando di fare l’amore con te.” Sbuffo.
“Bene, e cosa dirai al professore durante l’esame di domani?”
“La mia ragazza è molto sexy?” Riprendo a baciarle il ginocchio salendo poi lungo le cosce.
“Embry, non sto scherzando. Articolo 34 coma D.”
“Ma che ne so. Non credo esista  un comma D nel articolo 34.” Lei scatta seduta e si sporge dal letto afferrando il mio libro di diritto dal pavimento.  La scrivania ci è stato molto utile per altro.
“Sì che ce n’è, sono sicura. L’abbiamo letto ieri.”
“Evidentemente ieri avevi la testa altrove.” dico rivolgendole un sorriso malizioso. Lei sfoglia il libro freneticamente e poi si ferma.
“Non esiste il comma D.”
“Bene, ora che abbiamo appurato che ho ragione potresti tornare a sdraiarti e magari anche levarti quella maglietta?”  Ride e scuote la testa.
“Non mi piace spogliarmi da sola.”  La bacio e le levo la t-shirt.
“Embry?”
“Mhm.”
“Da quand’è che abbiamo iniziato a fare l’amore e non più sesso?” Cazzo. Da quando? Probabilmente da sempre.

 

Quattro mesi. Troppo. Troppo poco. Lei. Lei e nessun’ altra.
Ieri sera al pub Seth mi ha tirato una gomitata. Al tavolo vicino al nostro una ragazza  non mi levava gli occhi di dosso. Aveva due tette da favola… terza, forse quarta. Non me n’ero neanche accorto. Ho preso la birra e ho mandato un messaggio a Vivian per darle la buonanotte. Ho sorriso leggendo la risposta. Seth ha sbuffato.

 

Angolo autrice.

 Grazie davvero a tutti coloro che stanno  leggendo questa storia.
Forse vi devo una piccola spiegazione, come ormai avrete capito Jacob e Bella  in questo racconto stanno insieme, questo perché non riesco a vedere la riserva di La Push senza loro due. Nel mio universo hanno avuto il loro lieto fine e se volete sapere come è andata potete leggere questa mia storia.

BIANCHI BAGLIORI.
E se leggendo di Embry vi siete innamorate di lui ecco un altro piccolo racconto sul nostro rubacuori preferito:

Di vampiri , licantropi e lingerie.
A venerdì prossimo, con affetto
Noemi

   
 
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