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Autore: REAwhereverIgo    14/09/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Botti di capodanno

 

Anche se non nevicava più, l’aria era davvero fredda. Rea si strinse nella giacca a vento e cercò di non pensare a come era vestita e al fatto che Fabio fosse accanto a lei.

Dove è casa mia lo sai, per cui non devo ripeterti la cartina geografica. Sali in moto e fai veloce, ti scongiuro, perché ci rimangono solo otto minuti” le disse il ragazzo, facendo accendere il veicolo. Nonostante una vocina nella sua testa le stesse sconsigliando vivamente di salirci, lei si mise a cavalcioni dietro e si strinse forte al petto di lui, sentendone il calore.

Siamo pronti?” le chiese.

. Non farmi uccidere, ok?” lo implorò.

Fidati di me” le rispose. Si mise il casco e partì a tutta velocità ma, a differenza dell’altra volta, Rea decise di non dire niente. Semplicemente aumentò la stretta e rimase a testa bassa.

Stai bene?” le gridò Fabio per sovrastare il rumore del vento.

Sì, ma voglio arrivare prima possibile” ammise.

Allora stringimi di più” le suggerì, sorridendo.

Guarda che non sei simpatico” ribatté lei, alzando un po’ gli occhi per guardarlo. Alle luci dei lampioni, a quella velocità e col casco sembrava bellissimo. “No, in realtà lo è” prima o poi la ragazza avrebbe accoppato la sua stupidissima vocina interiore.

Me l’hai già detto, quindi non c’è bisogno che tu me lo ripeta” le ricordò.

Una volta in più è meglio di una volta in meno” rise lei. Ci misero davvero poco ad arrivare davanti casa, aprire la porta e scomparirci dentro.

Muoviti” la spronò Fabio, tirandola per una mano e trascinandola in casa.

Ho i tacchi, mi ammazzo se cado!

Sei tu che te li sei messi, non te lo ha imposto nessuno” le fece presente. Rea arrossì.

Mi sembrava carino mettermi qualcosa di elegante” ammise imbarazzata. Lui si fermò di botto e si voltò a guardarla. Aveva le guance rosse e gli occhi bassi e si torturava i capelli con le dita. Adorabile.

A me saresti piaciuta comunque” le assicurò. Lei alzò lo sguardo, colpita da quelle parole, e lo fissò, divisa tra la gratitudine e la paura. Poi il ragazzo si schiarì la voce.

Spumante” si ricordò, lasciandole la mano e andando al frigo. Lei si mise una mano sul cuore per cercare di fermare il battito impazzito, ma fu inutile. Mentre Fabio cercava la bottiglia e i calici sentì nitidamente QUELLA sensazione. La odiava: arrivava sempre quando lei si sentiva emozionata e le troncava il fiato in gola. Era come quando hai un esame e non sai niente, che lo stomaco si chiude e la gola si stringe.

Ok, ecco qua. Abbiamo venti secondi precisi, sei pronta?” le chiese il ragazzo, passandole un bicchiere.

” rispose lei, leggermente tremante. Se lo sentiva fino dentro alla pancia che qualcosa stava per succedere, e non sarebbe stato niente di buono. Possibile che i problemi non facessero che inseguirla?

Ok, dieci… nove…” Fabio iniziò il conto alla rovescia, tenendo l’orologio sott’occhio. “Ciao, ciao, vecchio anno” pensò Rea, alzando il calice e aspettando lo scoccare della mezzanotte.

“…due… uno…” non servì che lo dicesse lui che il minuto era scoccato, perché il rumore festoso che si sentì fuori da casa fu un annuncio più che sufficiente.

Ecco qua, l’anno nuovo è arrivato. A noi” disse il ragazzo, facendo scontrare i bicchieri e sorridendo mentre beveva. Anche lei sorrise e si portò lo spumante alle labbra, guardandolo.

Buono” commentò lui, abbassando il suo.

Già” annuì lei. Non riusciva a mettere insieme più di due parole, si sentiva strana. Era una sensazione che, nonostante le avesse creato un groppo in gola, la scaldava. Felicità, forse? Non la provava da così tanto tempo che non avrebbe saputo riconoscerla.

Fabio finì lo spumante e appoggiò il calice sul tavolo.

Hai altri programmi per la serata oppure io poi torno a casa?” domandò Rea, riuscendo a creare una frase sensata.

Dipende da te” rispose il ragazzo, guardandola intensamente. Troppo intensamente. Lei deglutì e distolse lo sguardo.

Spiegati meglio, perché non ho capito cosa intendi” disse. “Sì che lo hai capito!” ribatté la voce in testa.

Se vuoi fuggire come Cenerentola e rifugiarti nella tua casetta dove la tua matrigna ti aspetta e le tue sorelle sono meglio di te, vai pure. Significa che farò il principe azzurro e verrò a prenderti domani con una scarpetta di cristallo. Altrimenti, se vuoi rimanere con me e, per una sola volta, rischiare un po’, possiamo trovare qualcosa da fare” le spiegò.

Non… non mi mettere davanti decisioni che sai che non posso prendere, Fabio” lo implorò. Lui si avvicinò.

Correggi il verbo” le suggerì. Rea non capì.

In che senso?

Non è vero che non le puoi prendere. Tu non vuoi prenderle, è diverso. Così come non vuoi stare con me, come non vuoi essere felice, come non vuoi vedere quanto sei speciale” la sgridò dolcemente. Lei arretrava a ogni suo passo, ma alla fine rimase schiacciata al muro, senza avere la possibilità di muoversi. Eccolo lì, il problema a cui pensava poco prima.

Ogni tanto mi domando se tu non stia meglio così. Se non ti piaccia, in fin dei conti, piangerti addosso. È più facile, vero?” le domandò. Aiuto.

No, non è più facile. È solo…

Meno complicato? Il fatto è che nascondendoti non ti esponi, e se non ti esponi non rischi di soffrire. Giusto? Ma se non ti esponi non riuscirai nemmeno a trovare la felicità” le spiegò.

Sei semplicemente una codarda” commentò. Per Rea fu come uno schiaffo in pieno viso. Si sentì malissimo.

Non è vero!” gridò arrabbiata.

Sì, lo è. Se non lo fosse, rischieresti un po’ nella tua vita

Ma tu chi sei per dirmi come vivere la mia vita? Chi te lo ha dato questo permesso?” gli chiese infuriata.

I miei sentimenti per te” rispose semplicemente.

Che sono ricambiati. Lo so che sono ricambiati. Ma non vuoi ammetterlo per paura, ergo sei una codarda” ragionò. Gli occhi della ragazza mandavano lampi di odio puro.

Fabio Daniels, stai giocando col fuoco” lo avvisò, ponendo il suo viso a un centimetro dall’altro.

Non mi fai paura” la rimbeccò lui, guardandola fisso. Forse fu la sua sfacciataggine a farla muovere, forse l’odio. O forse solo l’aver represso per troppo tempo quello che il suo cuore cercava di far uscire da mesi. Fatto sta che lo prese per il bavero della camicia e se lo tirò contro, baciandolo con tale foga da togliergli il respiro. Lo strinse a sé, possessiva, e non lo lasciò andare fino a che non fu a corto di ossigeno.

Si staccò col fiato corto e lo guardò.

Io. Non. Sono. Una. Codarda” specificò. Fabio era incredulo, ma felice, dentro di sé, di aver avuto una qualche reazione da parte sua.

Io nemmeno” rispose, prendendole il viso e tornando a baciarla.

Le loro mani si accarezzavano il volto, il collo, si cercavano. Il bicchiere che la ragazza aveva in mano si era frantumato a terra ma non poteva interessargli di meno.

A un certo punto fu lui a prendere l’iniziativa e a passarle la lingua sulle labbra, sul mento, giù fino sul collo, facendole venire i brividi in tutto il corpo. Si fermò a morderle la base del collo, e sentì il suo respiro farsi sempre più affannato.

Sei buona” le sussurrò, andando con le mani ad alzarle il vestito.

Stai attento al veleno” rispose lei, sorridendo. Lui sorrise a sua volta, poi la premette di più alla parete.

Se non mi vuoi, dillo ora e in qualche modo mi fermerò. Con molta fatica, lo ammetto, ma ci proverò” le disse affannato. La ragazza non rispose, semplicemente lo spinse leggermente per aver modo di passare e se lo tirò dietro in camera da letto.

 

A che pensi?

A una filastrocca per bambini che mi diceva mia madre quand’ero piccolissima

Per bambini? Quanti anni avevi?

Tre o quattro, non ricordo. Era la mia mamma vera”

Conosco la storia, me l’hai raccontata tu per Natale

Davvero?

Già

Basta alcool per me, ho capito

Ahahahah, te lo consiglio, sì. Parli a sproposito da ubriaca

Comunque non so perché mi è venuta in mente, è una di quelle filastrocche sceme per festeggiare l’ultimo dell’anno

Ti va di dirmela?

Davvero sei disposto ad ascoltare una filastrocca per bambini?

Perché no? È molto lunga?

No

Allora fammela sentire, dai

Rea si sedette sul letto, coprendosi pudicamente col lenzuolo, e chiuse gli occhi per concentrarsi.

Il mio pupazzo di neve si è sciolto,

c’era un bel sole e io ho pianto molto.

Ora è sparito, può darsi che dorma,

o è sempre qui ma ha cambiato forma.

Anche il pupazzo Anno Vecchio è passato,

col nuovo sole sarà già squagliato.

Lascia ricordi, qualche rimorso,

cambia la forma e diventa Anno Scorso.

Ma c’è il bambino Anno Nuovo che viene,

ha gli occhi allegri e le tasche piene

di mesi, di giorni, di ore e minuti

e questa notte anche tu lo saluti

Carina” commentò Fabio, tirandola di nuovo verso di sé e facendosela stendere sul petto. Lei chiuse gli occhi e iniziò lentamente ad addormentarsi.

Dovrei chiamare a casa per dire che non torno” disse sbadigliando.

Mando un messaggio io alle tue sorelle, tanto ho il loro numero” la rassicurò lui, baciandole la testa.

Grazie” rispose.

Di niente” minimizzò il ragazzo, sorridendo. Rimase in silenzio ad ascoltarla addormentarsi.

Fabio?” sussurrò Rea a un certo punto.

Mh?

Non farmi male” lo implorò, cadendo finalmente tra le braccia di Morfeo.

Mai” promise lui.

 

  
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