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Autore: Christine_Heart    14/09/2012    5 recensioni
Era sereno, e riusciva a respirare un’aria piacevole e carica d’amore.
“Il mio bellissimo, dolce e speciale Balthazar!”esclamò lei accarezzandolo.
“E il mio piccolo e vivace Salomon!” affermò con un sorriso, fermandosi sull’altro figlio.
Balthazar sorrise, e con quelle ultime parole che gli echeggiavano in testa, tra una carezza e l’altra della madre, e il movimento dolce e attivo del fratellino, chiuse gli occhi e si addormentò.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Due fratelli, un solo cuore'
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“…”: Pensiero del personaggio
“…”: Incubo
“…” Riflessione del personaggio
____ :
Cambio scena


 

Un incubo & un abbraccio caldo. 
 

“Brook!” chiamò Balthazar.
Si era appena svegliato.
La voce del giovane era impastata.
Aveva gli occhi ancora assonati.
Se li strusciò appena.
Si alzò dal divano.
Qualcuno l'aveva coperto.
Si appoggiò al bracciolo con la schiena.
“Brook!” chiamò di nuovo.
Gli girava la testa.
Si allungò sul mobiletto, per accendere la luce.
Premette l'interruttore, senza successo.
Ci riprovò di nuovo.
Niente.
La luce non si accendeva.
“Ehi Brook...” chiamò di nuovo.
Si mise in piedi.
La coperta cadde per terra.
Balthazar s’incamminò un po' traballante verso la cucina.
Si passò una mano tra i cappelli.
“Dottore...” chiamò con fare scherzoso.
Si massaggiò un po' la testa.
“Brook...qualcosa non va?” chiese il ragazzo un po' preoccupato.
Altri due passi.
Sentì il sangue raggelare.
Abbassò gli occhi.
Aveva appena calpestato qualcosa di freddo, liquido e viscido.
Guardò per terra.
Il composto era scuro e vischioso.
Sbarrò gli occhi per la paura.
“Che cos'è?” pensò spaventato.
“Brook...ti prego...rispondimi...” esclamò sconvolto il ragazzo.
Non sentiva niente.
In quell’orrendo buio, non riusciva a percepire nulla.
Sentiva le lacrime agli occhi.
“Brook...che succede...”
Ad ogni passo che faceva, lasciava un’impronta… insanguinata.
Ma in compenso tutto quello sembrava nulla.
Un fulmine bastò a rischiarare i dintorni.
La cucina era imbratta di sangue.
Schizzi irregolari, imprecisi e sinistri ovunque.
Balthazar era atterrito.
“Brook...andiamo via...per favore...”
Si strinse nelle spalle.
Aveva un’oscura sensazione addosso.
Aveva gli occhi lucidi.
“Brook...ma ci sei?” domandò impaurito.
Alzò lo sguardo.
Davanti a lui, c'era qualcuno.
“Ehi Brook...ma perchè non mi hai risposto prima?” chiese.
Nessuna risposta.
“Brook...stai bene...?” osò il ragazzo, sfiorandogli un braccio.
“Credo che adesso...starà benissimo...” rispose.
Balthazar rimase di sasso.
“NO...anche qui no...” pronunciò farfugliante il ragazzo.
Avrebbe riconosciuto quella voce da per tutto.
“Che cosa hai fatto a Brook?” domandò terrorizzato.
“Credo che...abbia avuto un...piccolo incidente...” affermò voltandosi verso il ragazzo.
Il suo sorriso maligno fu illuminato da un lampo.
La lama sporca di rosso, brillò.
“Non è vero...”
“Oh, invece è proprio così...figliolo!”
“Non ti credo...”
“Puoi costatarlo tu stesso...” disse.
E con eleganza, spostò il suo mantello nero.
Il volto di Balthazar s’inondò di lacrime.
“No...”
“No...Brook...” pianse disperato.
Il corpo dell'amico, giaceva immobile, a terra, macchiato di sangue.
Gli occhi vitrei e fermi.
“Brook...perchè!” urlò spaventato.
Fece per gettarsi sul corpo esanime del tutore.
Si sentì afferrare con forza.
Tanta forza, da rompergli il braccio.
Balthazar urlò per il dolore.
Fu spinto in mal modo all'indietro.
Il ragazzo colpì con violenza il pavimento.
“Io ti avevo avvertito!” minacciò l'uomo.
“Te l'avevo detto!” continuò.
Balthazar giaceva a terra.
Strinse in una morsa ferrea il braccio rotto.
Le lacrime non volevano più fermarsi.
“DO-DOVEVI UCCIDERE SOLO ME!!!” esclamò rabbioso il ragazzo.
“Sì, lo so...ma così mi sono divertito di più...”
“SEI UN MOSTRO!!!”
“Non ti sembra di esagerare figlio mio...?” affermò.
Schioccò le dita.
Il corpo di Balthazar si sollevò fulmineo in mezzo alla stanza.
Un fumo denso e nebbioso, strinse il giovane.
Gli afferrò, in una morsa violenta le caviglie, i polsi e il collo.
“Non sta bene, parlare così a tuo padre!” ridacchiò.
“TU NON SEI MIO PADRE...IO TI ODIO!!!”
Lo schiaffo che colpì il volto di Balthazar, risuonò duro, in tutta la cucina.
“Come osi dirmi una cosa del genere, piccolo moccioso!” disse con un che di disgusto.
Gli occhi di Balthazar luccicarono appena per il dolore provato alla guancia.
“PERCHE' HAI COINVOLTO BROOK...LUI NON C'ENTRAVA NULLA!!!”
“Te l'ho già detto...che fai non mi ascolti?”
Balthazar non ebbe la forza di rispondergli.
I suoi occhi tremavano di rabbia fissi in quelli del padre.
Le lacrime continuano a scendere per il dolore e la paura.
“E va bene, te lo ripeto...la cosa mi ha divertito al quanto!!!” confessò di buon umore.

“TI DETESTO...IO TI ODIO...MI FAI SCHIFO!!!”
“DOVEVI UCCIDERE SOLO ME!!!”
“Beh, se ci tieni tanto ad andartene...” iniziò convinto.
“...risolviamo subito!!!” rise sadico.
Quella sinistra foschia avvolse con più foga il corpo del piccolo.
Si sentì sfiorare le costole, come una mano scheletrica, che cercava di rubargli l'anima.
Il brivido freddo percorse rapido la schiena Balthazar.
La risata malefica del padre risuonò oscura in quella piccola stanza degli orrori.
“Addio figlio mio!” pronunciò a chiare lettere.
Balthazar vide la lama già sporca di sangue, sollevarsi.
E senza pietà affondò rapida, letale e con dolore nel suo corpo.

 
 
Si svegliò di soprasalto.
Non aveva neanche la forza di mettersi seduto.
Avvinghiò con foga le coperte.
Il cuore gli batteva con così tanta energia da fargli male.
Stava sudando freddo per la paura.
Eppure dalla finestra brillava un bel sole caldo.
Dalla stanza accanto salivano voci tranquille e un buon profumo.
Si sentì avvolgere.
Una guancia tenera sfiorò quella del giovane.
Sentì di nuovo una mano sfiorargli le costole.
Era calda e morbida come il pane.
Qualcuno l'aiutò ad alzarsi.
Lo teneva fermo, comodamente seduto, stretto in quel semplice abbraccio.
Balthazar si sentiva protetto, al sicuro.
Una mano tenera, gli sfiorò i capelli.
“Sta tranquillo Balthazar...è solo un brutto sogno.” gli sussurrò con dolcezza il dottore.
Gli occhi di Balthazar si riempirono di lacrime.
Gettò le sue braccia intorno al collo del tutore.
Calde lacrime iniziarono a bagnarli la faccia.
Il medico gli accarezzò di nuovo la testa.
“Brook...stai bene...?” domandò tra le lacrime, con un che di sollievo.
Brook s'inginocchiò accanto al ragazzino, senza lasciarlo un attimo.
“Va tutto bene Balthazar...” gli sussurrò di nuovo stringendolo più forte.
Balthazar nascose il suo volto, in quella morbidezza infinita.
Singhiozzò appena.
“Era solo un incubo...” continuò a dirgli con affetto il medico.
Katherine si affacciò in salotto.
Stava per dire qualcosa, ma si fermò, osservando la scena.
Brook alzò gli occhi su di lei.
Le sorrise con amore.
E senza lasciare il corpo del ragazzino tremante, alzò una mano, e gli fece cenno di fare silenzio.
Kat si soffermò sugli occhi color blu - ghiaccio del suo ragazzo.
Erano così dolci.
Kate non aveva mai visto tanta dolcezza in un uomo.
Sorrise e arrossì appena.
Sì sentiva così fortunata ad averlo.
Si allontanò senza far rumore.
Balthazar si sentì accarezzare la schiena.
Brook non smetteva di stringerlo.
“Balthazar...ora calmati...era solo un sogno...”  continuò ad incoraggiarlo il medico, permettendo alle proprie dita di accarezzare i capelli del ragazzino.
“Nessuno ti farà del male...” aggiunse il tutore, baciandogli la testa.
Balthazar senza sottrarsi all'affetto dell'amico, scosse il capo, diminuendo le lacrime.
“Che cosa c'è?” chiese Brook non capendo il suo no, detto d'improvviso.
“Lui mi ucciderà!” esclamò spaventato Balthazar stringendolo con più forza.
“Di chi stai parlando?” chiese Brook spaventato.
Si distaccò dal piccolo, ma senza allontanarsi.
Lo guardò negli occhi.
“Balthazar a me vuoi dirlo...?” chiese educato il medico, sfiorando con il polpastrello del pollice, le guance del ragazzo, per asciugare quelle lacrime, che non cessavano un secondo.
“Brook...io ho paura...” mormorò piano Balthazar unendo le mani.
“Io sono qui Balthazar...non devi avere paura...ci sono io con te...” lo incoraggiò il medico, sfiorandogli con dolcezza la guancia.
Balthazar deglutì, abbassando gli occhi.
Si scoprì e si alzò in piedi.
Senza dare spiegazioni si aprì la felpa,e l'appoggiò sul divano.
Poi lesto si tolse la maglia.
Brook non riuscì a dire nulla.
L'addome del ragazzino, era livido da far paura.
Balthazar abbassò lo sguardo sul pavimento, lasciando modo al medico di esaminarlo.
“Balthazar...che cosa è accaduto?” chiese con un filo di voce.
Il ragazzino deglutì di nuovo.
Sfiorò il primo livido, quello estesosi sulla spalla destra:
“Questo è perchè ho sbagliato a proteggermi...come nobile della famiglia, non posso sbagliare queste piccolezze…devo tenere alto l’onore della famiglia, non posso in alcun modo far vergognare mio padre!” spiegò come se l'avesse imparato a memoria.
Poi sfiorò quello all'altezza del cuore:
“Questo perchè non posso permettermi di essere debole!” spiegò di nuovo.
Brook era paralizzato dall'orrore, non voleva sapere come li aveva ricevuti e per quale motivo.
Gli premeva sapere solo una cosa.
E l'avrebbe saputa adesso.
Balthazar toccò ancora l'addome.
Quel punto era molto sensibile, solo perchè le percosse erano recenti.
Balthazar strozzò un lamento in gola, stringendo i denti.
“Balthazar....” chiamò preoccupato.
Per ogni ematoma c'era una spiegazione.
Quindi non tutti erano “attuali”.
Ma in ogni modo era tutti terribilmente estesi e orribili.
Erano stati dati con cattiveria e violenza.
Solo alcuni e pochi, troppo pochi, avevano deciso di abbandonare quel corpo.
Chi si stava divertendo in quel modo barbaro con quel piccoletto?
“Questo invece...”
Il medico lesto, cacciò la mano dalla pelle ferita.
Si alzò di colpo, e lo strinse di nuovo.
Non voleva più sentire.
Non ci riusciva.
“Non m'importano queste stupide spiegazioni, senza cuore!” esclamò rapido il medico.
Il suo abbraccio per quanto affettuoso e sicuro, era più delicato.
Temeva sul serio di fargli male.
“Voglio solo sapere...” il tono di Brook aveva preso una piega furiosa.
“...Chi è stato?” domandò rabbioso.
Balthazar strinse la vita dell'uomo, nascondendo il volto.
Si sentiva così amato da quell'uomo.
“Non ti preoccupare Brook...io sto bene!” disse per rassicurarlo.
“Balthazar...” sussurrò il medico, accarezzandogli i capelli.
“Come puoi dirmi che stai bene...guarda questi lividi...”
Il medico non riuscì a finire la frase.
Solo perchè il ragazzino alzò, gli occhi per incrociare i suoi e gli sorrise con affetto.
“E' tutto a posto...il corpo non mi fa più così male!”
“Ma Balthazar...”
Il medico, gli sfiorò la guancia, e l'aiutò a sedersi.
S’inginocchiò di nuovo di fronte a lui.
“Brook...io non ti posso e non voglio coinvolgerti...”
“Che cos'è rischioso?” ironizzò Brook.
“Ne vale della mia vita?” scherzò ancora, sistemando la maglia del ragazzino.
Il giovane chinò il capo.
“Balthazar...se pure fosse...sta tranquillo!” gli sorrise con affetto.
“Sono un uomo grande e vaccinato, e mi so difendere molto bene!” spiegò sicuro, aiutandolo ad infilare di nuovo la maglietta, con la massima attenzione a non sfiorare i lividi.
“Non è un gioco Balthazar...ti fai male per davvero se la cosa continua...il tuo cuore non lo può reggere!” gli spiegò Brook seriamente preoccupato.
Balthazar, si sistemò la felpa, e con calma la richiuse.
“Lo so...il mio cuore è debole...”
“Balthazar...per favore.” lo supplicò Brook.
Il giovane alzò lo sguardo sul medico.
I suoi occhi erano lucidi.
Il ragazzino rimase sorpreso, quasi sconcertato.
“Brook...” sussurrò commosso.
Era davvero preoccupato per lui?
“Perchè ti preoccupi così tanto per me?” chiese confuso.
“Sei il mio figlioccio preferito!” scherzò il medico per sdrammatizzare.
“Sono anche il tuo unico!” affermò Balthazar con un mezzo sorriso.
“Sì, anche questo è vero!” esclamò il medico, sfiorandogli di nuovo la guancia.
“Finirai col arrabbiarti Brook..” disse il piccolo in un leggero mormorio.
“Sì, è vero...mi arrabbierò sul serio...e chiunque ti ha fatto questo passerà le pene dell'inferno per mano mia!”
“No, ti prego...peggiorerai solo le cose!” esclamò spaventato Balthazar, afferrandogli le mani, con fare istintivo.
“Balthazar...non capisco!”
Gli occhi del piccolo tremarono impauriti.
“Mi ha detto che non posso sempre stare con te...non gli piace..mi ha detto che io quelle botte me le merito...e che devo prenderle senza fiatare!”
Balthazar non si rendeva conto che così facendo stava solo aumentando la furia del medico.
“Balthazar...dimmi... chi è stato?” domandò con tono minaccioso.
Il giovane non aveva mai sentito quel tono di voce.
Rimase paralizzato, sgomento, come una statua di ghiaccio.
“E' stato mio padre!” esclamò senza pensarci.
Forse se l'era fatto scappare, solo perchè doveva dirlo a qualcuno.
E non c'era persona migliore di Brook.
Il volto del medico sbiancò.
“Bryan...tuo padre...?” chiese sconvolto.
Ne parlava come se la cosa fosse impossibile.
Bryan, il suo migliore amico?
Lo sposo della sua prima ragazza che aveva amato con tutto se stesso?
Il padre, di quel ragazzo che tanto adorava?
“Cerca solo di darmi un’educazione adeguata!” cercò di spiegare Balthazar calmo.
“EDUCAZIONE ADEGUATA!!!” urlò con rabbia la mente di Brook.
Sentì il sangue ribollire nelle vene.
“Educazione adeguata!” pensò di nuovo sconvolto.
Quasi gli mancò il respiro.
Che fine aveva fatto il Bryan, che Brook conosceva da tutta una vita?
Non avrebbe mai fatto una cosa del genere a suo figlio.
Ma Balthazar non stava mentendo, e neanche i suoi occhi potevano tradirlo.
Aveva davvero paura.
“Sta tranquillo Balthazar!” lo rassicurò Brook, sfiorandogli di nuovo il volto.
“Fin quando resterai qui, andrà tutto bene!” gli disse tranquillo.
“E poi?” pensò istintivamente Brook.
“Che cosa posso fare?” ragionò subito.

“Brook, prometti che non farai nulla?” domandò preoccupato il giovane.
Brook, in verità moriva dalla voglia di fare qualcosa, e di farla anche nei peggiori dei modi, il più dolorosa possibile.
Ma così facendo, rischiava di mettere in pericolo Balthazar.
Non poteva permettere che la cosa accadesse di nuovo, per causa sua addirittura.
“Non te lo posso garantire Balthazar!”
“Tua madre lo sa?” chiese poi.
“No, e neanche deve saperlo...per favore!”
“Perché?”
“Ti prego…non dire niente alla mamma.” lo supplicò sull’orlo delle lacrime.
Brook stava impazzendo, voleva sapere il perchè...ma non poteva fargli troppe domande, era sotto pressione, si era già agitato per via di quell'orrendo incubo...il suo corpo non poteva sopportarlo.
Gli sorrise con affetto.
 “Non dirò nulla a tua madre, fin quando non sarai tu a dirmelo, non temere!” lo rassicurò di nuovo, scompigliandogli un po' i capelli.
Ma Balthazar ormai credeva di aver fatto un danno nel raccontare tutto al suo tutore.
Si gettò tra le braccia del medico:
“Ti prego...non farmi del male anche tu!” lo supplicò.
“Se mio padre scopre che te l'ho detto...mi uccide per davvero!”
Brook lo strinse di nuovo, giocando con i suoi capelli.
“Non ti preoccupare Balthazar...nessuno saprà niente...non dirò niente a nessuno!” gli sussurrò tranquillo.
“Penserò io a proteggerti!” esclamò Brook sicuro.
Continuò a stringerlo, accarezzandogli con dolcezza la testa.
 
“Me la pagherai Bryan, me la pagherai molto cara...non adesso, ma un giorno, ti farò scontare tutto questo!” pensò Brook con furia.
 
 
Questa fu la prima volta che mi fidai cecamente di qualcuno.
 
 
 
Note dell’autrice:
Lo so, è un capitolo tremendo, ve ne do atto! ù__ù
È vero, è terribile, anch’io ho avuto paura di quello che stavo scrivendo. o__O
Ma siccome so, che non ve la prendere con me, ma con chi giustamente “cerca”la vostra ira, senza far nomi…Bryan…passo alle spiegazioni:
-L’incubo:Su Word sono 2 pagine e 7 righe…cioè se Balthazar non avesse compreso che era un brutto sogno sarebbe morto d’infarto! Poverino! Sorry fratellone! Ç__ç
-Mano calda: omaggio a Italo Calvino, paragone tratto dai “Nidi di ragno”. Insomma il confronto mi piaceva, è descrivere così la mano di Brook, mi sembrava al quanto tenero e rassicurante .
- Color blu –ghiaccio: Adoro gli occhi di Brook. :)
- Figlioccio: Omaggio al Re Leone…solo che Brook è più fico di Scar! Balthazar invece può farlo ad occhi chiusi il piccolo Simba.
-Madre: Non insito molto su questo fattore, per due motivi, primo perché Brook si è ritrovato dentro ad una notizia sconvolgente, scioccante, e secondo in quel momento a più a cuore Balthazar di chiunque altro.
- In questo capitolo per la prima volta ci s’imbatte nella rabbia e nella furia che Brook, prova nei confronti del suo vecchio amico, e in questo caso gli starei veramente alla larga…solo per una questione di panico, tutto qui!
- Detesto e odio Bryan senza il minimo sforzo, anche se è di mia creazione.
 
Se questo capitolo vi è sembrato duro…credetemi se vi dico…che non è nulla a confronto di quello che succederà in futuro…la psiche e il fisico di Balthazar ne risentiranno molto.
 
Sono lieta che la storia piaccia a qualcuno. Vuol dire davvero tanto per me! ;)
Alla prossima.
Ciao ciao!
Chris.
 

 

  
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