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Autore: shesfede    15/09/2012    2 recensioni
-Ti capita mai di vivere un attimo perfetto e voler fermare il tempo per poter renderlo eterno?- Si voltò verso di me. Il suo viso, a differenza del mio che stava all’ombra, era illuminato dalla pallida luce della Luna. Aveva un’espressione triste, malinconica. L’atmosfera attorno a noi sembrava essere magica, quasi fiabesca. Mi poggiai allo schienale e mi abbassai verso di lei.
-Questi giorni- le risposi convinto. -Vorrei poter tornare indietro e rivivere questi cinque giorni dall’inizio.- La mia voce era bassa, ma decisa. Era vero, se solo avessi potuto avrei mandato indietro l’orologio e avrei rivissuto ogni singolo istante di quella gita, ogni singolo momento trascorso insieme a lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

 

HIM
-Harry sei pronto?- Alzai la testa dai bottoni della camicia e vidi Niall uscire dal bagno passandosi, per l’ennesima volta, una mano tra i capelli.
-Cinque minuti e ci sono- risposi, tornando ad abbottonare la parte rimanente.
Il bello delle gite era che c’era sempre una sera, solitamente l’ultima, dove veniva offerto agli studenti un po’ di divertimento e questi erano accontentanti venendo portati in una discoteca del posto dove una sala era sempre riservata per evitare mescolamenti o problemi di vario genere. Quella sarebbe stata la serata del nostro contentino, per così dire.
Presi il profumo che era poggiato sul mobile della camera e me ne spruzzai due gocce, poi afferrai la giacca e raggiunsi Niall, già pronto ad aspettarmi con la maniglia sulla porta.
-Andiamo, siamo in ritardo- mi fece fretta, strattonandomi per un braccio giù per le scale.
-Sta calmo Niall, vedrai che la tua ragazza non è ancora arrivata- gli risposi, prendendolo in giro. Erano ormai giorni che lo facevo, mi piaceva vedere l’espressione corrucciata che si creava sul suo volto ogni volta che chiamavo Rachel ‘la sua ragazza’. Borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi ammutolirsi del tutto. Quel ragazzo era facilmente suscettibile.
Arrivammo nella hall dell’albergo, dove trovammo, a differenza di quanto mi aspettassi, tutti gli altri ragazzi che avevano deciso di venire.
-Horan, Styles- ci chiamò il professore che accompagnava la nostra classe. -Vedo che avete deciso di onorarci della vostra presenza- aggiunse, facendo poi segno agli altri di uscire.
-Sa com’è prof- iniziai a parlare -per farsi belli ci vuole del tempo.- Aggiustai la giacca sulle spalle, pavoneggiandomi come solo io sapevo fare. Il vecchio burbero scosse la testa, per poi mettersi in coda insieme agli altri verso l’uscita.
-Almeno potevano farci accompagnare da un professore più giovane, quello sembra essere appena uscito da un sarcofago- commentai acido, scuotendo i capelli per metterli a posto.
-Possibile che tu sia sempre e solo capace di lamentarti, Styles?- disse una voce ormai a me familiare, poggiandomi una mano sulla spalla sinistra. Mi voltai nella sua direzione, ma dovetti abbassare lo sguardo per quanto era bassina per vederla veramente bene.
Juliet indossava un paio di pantaloncini di jeans, probabilmente con sotto delle calze pesanti. Mi presi qualche minuto per contemplare le sue gambe: erano lunghe e slanciate, una vera delizia.
-Finito di farmi la radiografia?- mi chiese scocciata, ma con un pizzico di ironia nella voce. Per quanto continuasse a fingere di odiarmi ormai ero consapevole di essere entrato nelle sue grazie, anche se non perdeva tempo per offendermi o trattarmi male.
-Da quando in discoteca si va con una felpa?- le chiesi, dopo aver alzato lo sguardo verso la parte inferiore. -Non avevi qualche completino sexy da indossare?- le chiesi, cingendole i fianchi e avvicinandomi a lei, passandomi la lingua sul labbro inferiore.
-Beh- iniziò, accostando le labbra al mio orecchio. -Non puoi mai sapere cosa si nasconde sotto una larga e vecchia felpa- continuò, abbassando il tono della voce e dando una sorta di accento malizioso e sexy. La guardai perplesso per qualche secondo, meravigliandomi di quel suo lato provocatore che non pensavo potesse esistere in una ragazzina tanto piccola quando ingenua. Scoppiò a ridere, dandomi qualche pacca per poi raggiungere Rachel fuori dalla hall.
-Amico, quella ragazza ti sta facendo diventare matto.- Sussultai quando Niall mi si accostò. Dove si era cacciato in pochi minuti quel ragazzo non potevo saperlo.
-Muoviamoci va- gli misi fretta io questa volta. -La serata sarà molto lunga- commentai, dando voce ai miei pensieri mentre con gli occhi puntavo la mia moretta. Si voltò verso di me, sorridendo per poi tornare a guardarsi davanti.
Se Julie aveva deciso di giocare col fuoco ero pronto a bruciarmi se ne sarebbe valsa la pena. E credetemi, ero convinto che ne sarebbe valsa.. eccome.
 
La musica rimbombava talmente forte che le casse sembravano che stessero per esplodere. Il DJ si atteggiava a grande esperto di musica, mettendo prima questa, dopo quell’altra canzone. Il locale era un posto carino, tipicamente inglese, anche se nulla di che. Certo, sempre meglio della piccola discoteca che avevamo ad Holmes Chapel.
Poggiai le braccia sulle gambe, sporgendomi in avanti per osservare meglio la situazione. Era ormai un’ora che ci trovavamo là dentro e da allora Julie non aveva fatto altro che ballare, ballare e ancora ballare. Piccola, ma potente si potrebbe dire di quella ragazza.
Mi rigirai il drink tra le mani, pensando un modo a come poterla staccare da quel gruppo di persone sudate e appiccicaticce che ballavano una attaccata all’altra. Cercai di capire se tra quelli ci fosse anche Zayn, ma anche se fosse non pensavo che mi avrebbe dato una mano dopo gli ultimi trascorsi. Così lasciai perdere, sperando che le sue gambe cedessero al più presto a causa della stanchezza.
-Qualcosa non va amico? Ti vedo pensieroso?- Mi voltai verso di Louis, annuendo distrattamente.
-Ho soltanto la mente un po’ occupata, tutto qui.- Bevvi un sorso dal mio bicchiere, per poi porgerlo a Louis quando la vidi finalmente lasciare la pista per raggiungere il bar.
-Torno subito- dissi frettolosamente, preparandomi a fare la mia mossa.
Raggiunsi con calma il bancone, dove lei stava già bevendo la sua ordinazione. La presi da dietro, in modo da poterla sorprendere in qualche modo.
-Vedo che ti stai divertendo- le sussurrai con voce roca all’orecchio. Le accarezzai lentamente una spalla, scoperta dal top che nascondeva sotto la felpa che avevo preso in giro prima di arrivare. La sentii irrigidirsi sotto il tocco delle mie mani. -Stai bene?- le domandi, sorridendo da vero stronzo che ero, visto che sapevo di essere io la causa di quella reazione.
-Una favola- disse agitata, mordicchiando la cannuccia che teneva tra le mani.
-Non pensavo ti piacesse ballare- le dissi, poggiandomi con un braccio al bancone, proprio accanto a lei.
-Infatti non mi piace, mi sto semplicemente lasciando trascinare dagli altri- rispose, finendo di bere il contenuto arancione del suo bicchiere per poi voltarsi ed andarsene via.
-Julie aspetta- la bloccai per un braccio. -Visto che ti stai facendo trascinare, che ne dici di concedermi un ballo?- le chiesi, sorridendo nel modo più seduttore che conoscessi.
Lei ci pensò per qualche secondo, poi scosse la testa. -Non è un lento, non vedo come potremmo ballare insieme- rispose, per poi andarsene via. La guardai tornare in pista, scuotendo la testa sconsolato. Poggiai lo sguardo sul suo drink, nel quale bicchiere ne era rimasta ancora qualche goccia. Lo svuotai al posto suo, per poi raggiungerla in pista. Le cinsi i fianchi da dietro, facendola indietreggiare e allontanare dai suoi amici.
-Regola numero uno: Harry Styles non accetta mai un no come risposta- le dissi ad un orecchio, abbastanza forte in modo che lei mi potesse sentire. Al suono di quelle parole si voltò verso di me, portando le braccia in alto e stringendo le mani dietro al mio collo.
-Dopo questo ballo mi lascerai in pace?- mi domandò, scuotendo leggermente la testa. Stava sorridendo, perciò anche lei sapeva di non star parlando seriamente.
-Solo se tu lo vuoi- le dissi, iniziando a muovermi insieme a lei a tempo di musica.
Avevo le sue labbra così vicine che ancora una volta si fece viva quella tentazione irresistibile di baciarle. Questa volta però non avevo intenzione di tirarmi indietro, così la strinsi ancora di più a me, facendo scivolare una mano sotto al tessuto del top e accarezzandole così la schiena nuda. Lei sorrise, facendo combaciare la sua fronte con la mia.
-Bene ragazzi, siete pronti per i balli di gruppo?- urlò il vocalist dal suo microfono, facendo così che una marea di ragazzi ci travolgesse.
-Non è possibile- mi lamentai, sbuffando. Guardai le mie braccia, ma non la trovai più stretta lì. Adesso stava ferma davanti a me, a ridere divertita.
-Mi dispiace Styles- disse dandomi una pacca sulla spalla. -Magari sarà per un’altra volta- aggiunse, facendo spallucce e ridendo ancora. Si allontanò di corsa da me, raggiungendo il suo gruppo che si stava già scatenando sulle note di chissà quale tormentone da spiaggia.
-A quanto pare qualcuno sta dando filo da torcere al nostro Hazza- commentò divertito Louis, quando mi vide tornare al tavolo da solo e con un’aria probabilmente abbattuta.
-Non sono in vena per il tuo umorismo, Tommo- gli dissi, fulminandolo con lo sguardo. Ma perché non si trovava una ragazza? In fondo davanti ai nostri occhi aveva una vasta scelta di belle ragazze.
-E poi sono Niall e Liam quelli sensibili- aggiunse soltanto, per poi fare calare, per così dire, il silenzio.
Passai il resto della serata a respingere qualsiasi ragazza mi venisse a chiedere di ballare o cercasse di farsi offrire da me da bere. L’unica che i miei occhi riuscivano a vedere era lei. E ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano sentivo una scarica di adrenalina attraversarmi il corpo. Ma cosa mi stava succedendo? Non mi stavo mica innamorando? Nah, impossibile. O forse… Scossi la testa, smettendo di pensare. Qualsiasi cosa fosse non era quello né il momento né il luogo migliore per occuparmene, i miei sentimenti avrebbero potuto aspettare ancora un altro poco. Del resto, lo avevano già fatto per 18 anni, qualche altro giorno cosa sarebbe stato?
 
HER
-Che? Neanche per sogno!- esclamai, come risposta a una proposta idiota fattami da quel biondo che mi trovavo sempre intorno mentre ero con Rachel.
-Ti prego Julie! Potresti dormire in camera delle altre tue compagne?- richiese, sulla soglia della porta della nostra camera. Rachel stava facendo la doccia, così lui ne approfittò per chiedermi se poteva restare con lei quella notte, per farle compagnia.
-Usciamo un secondo, non voglio che senta…- mi disse, tirandomi fuori dalla camera e chiudendo la porta.
-Non faremo nulla di male, lo giuro!- si mise una mano al petto e alzò l’altra. Ridacchiai d’istinto per quanto fosse buffo e abbassai la testa. In fondo non ci sarebbe stato niente di male, a meno che i professori non scoprissero tutto.
-Non lo so…- gettai lo sguardo sulle punte dei miei piedi.
-Ehi ma che succede qui?- Rachel aprii la porta, indossando un pigiama bianco e azzurro e portando in testa un asciugamano, dal quale sbucavano ciocche di capelli bagnate. –Ehi...- disse, appena si accorse che Niall parlava con me. Si levò quella cosa che aveva in testa e lasciò i capelli sciolti e bagnati.
-È venuto a darti la buonanotte- sorrisi, facendo capire così che quello che mi aveva chiesto era impossibile.
-Veramente ho chiesto a Juliet se le andava di lasciarci la camera, così per stare insieme l’ultima sera..- si grattò la testa, guardando in basso.
-Aaaww Horan… come puoi dire di no a un ragazzo così?- mi sorrise, per poi stringere tra le mani il volto del biondino e far combaciare le loro fronti. –E poi puoi sempre rivolgerti a Harry- mi ammiccò la mora.
-Io dico che sarebbe felicissimo- annuì Niall, entrando a piccoli passi in camera, come se non potessi vederlo. Cominciai a balbettare dopo quell’affermazione, sarebbe stato felicissimo? Non nego che qualche pensiero strano mi frullò in testa, ma non potevo arrendermi all’ultimo, a fine gita.
-Si beh, okay dormirò con le altre…- per cacciarmi da quella scomoda situazione in cui sembravo essere un’analfabeta, accettai.
-Grazie, grazie, grazie- nel tempo di pronunciare quelle parole alla velocità della luce Niall trascinò Rachel dentro, prendendola dai fianchi e io mi ritrovai completamente fuori da camera mia, praticamente sfrattata
Iniziai a vagare per i corridoi, in cerca della camera delle ragazze.
-STYLES! Santo cielo vuoi che mi venga un infarto?- urlai appena sentii afferrarmi dalla vita e tirarmi. Quando mi voltai vidi Harry divertito e appiccicato a me. Mi spinse delicatamente contro al muro e posò l’indice di fronte alle mie labbra, zittendomi.
-Sssh, sai che ore sono, signorina?- intrufolò le mani in tasca e si appoggiò al muro accanto a me.
-Veramente no...- Ancora scossa per lo spavento, passai le mani nervosamente tra i capelli.
-Cosa ci fai in giro, Juliet?- divenne serio tutto d’un tratto, abbassando la testa verso di me e fissandomi. In quel momento il cervello andò in fumo, m’imbarazzava e innervosiva quel suo sguardo fisso su di me, ma mi faceva star bene tutto sommato.
-Beh, Niall e Rachel si sono chiusi in camera…- sbadigliai e guardai l’orario sullo schermo del telefono. Erano le tre di notte e la mattina saremmo dovuti essere per la colazione alle otto in punto, missione impossibile.
-E bravo Niall, ha imparato dal migliore...- si pavoneggiò fiero di se stesso. Quella convinzione mi dava ai nervi. La mia testa mi diceva di correre via da quella situazione, ma non ci riuscivo, era più forte di me.
-Che ne dici se riprendiamo l’argomento di prima?- eravamo appoggiati al muro, uno accanto all’altro e ad un tratto mi sentii presa dai fianchi e attirata a lui. Provò a ricreare l’atmosfera della discoteca che il destino aveva interrotto.
-Non perdi neanche un’occasione, vero Styles?- ritornai come in quel momento: stretta a lui, con le mani intrecciate dietro il suo collo.
-L’hai notato?- chiese sarcasticamente, con un sorrisetto divertito, ma al contempo ammaliante.
-Shh...- mi parve di aver sentito dei passi e lo zittii. Piegai la testa e mi affacciai al di là del muro. Indietreggiai di scatto quando vidi il professore bussare a tutte le porte per controllare che tutto stesse andando come doveva andare.
-Se ci becca, noi siamo fritti.. e con ‘noi’ intendo io, tu, ma anche Rachel e Niall..- sussurrò, afferrandomi per la mano e portandomi in camera sua.
-Giusto, meglio farci scoprire in camera tua. Bella mossa Harry!- dissi ironicamente, poggiando le mani sui fianchi. Controllò fuori un’ultima volta, prima di chiudere la porta, cercando di fare il minimo rumore.
-Svelta entra in bagno e apri la doccia- senza ottenere una risposta, mi spinse dentro il bagno e chiuse la porta. Feci come da lui ordinatomi e aprii la doccia, poi appoggiai un orecchio sulla porta.
-Signor Styles, ancora in piedi?- afferrai subito l’idea che aveva avuto. Ero troppo curiosa di osservare la scena, così strizzai l’occhio davanti alla serratura per sbirciare ogni loro mossa. Non riuscivo a vedere  bene il professore, ma vedevo benissimo Harry.
-Si beh, aspetto che il mio compagno esca dalla doccia..- strabiliante, non avrei ma creduto di vedere Harry Styles così impacciato. Si grattava la testa nervosamente e non faceva che sorridere al professore come un ebete.
-D’accordo, ma sappia che domani non voglio ritardi come questa mattina, chiaro?- Harry si irrigidì e annuì più volte al minaccioso professore.
Rimasi imbambolata a fissarlo, mentre il professore gli raccomandava le ultime cose. Mi morsi il labbro inferiore, facendo strani pensieri e contemplando la sua bellezza. Era una cosa normalissima, non potevo di certo negare che fosse un bellissimo ragazzo, ma non dovevo fare più di quello. Non potevo prendermi una cotta del genere o peggio, innamorarmi.
-Puoi uscire adesso eh- aprì la porta e io scattai in piedi come un soldatino. Sorrisi, facendo finta di nulla e andai a chiudere l’acqua.
-Credo che sia meglio che tu rimanga qui sta notte…- aggrottai le sopraciglia. A lui non importava che qualcuno potesse scoprire che vagavo per le camere, ma voleva solamente raggiungere il suo obiettivo. Osservai un po’ intorno per la risposta giusta da dargli. Un letto matrimoniale, di bene in meglio.
-Dormirai a terra, vero?- sorrisi divertita.
-Meglio chiudere a chiave, non si sa mai…- fece girare la chiave attaccata alla porta e mi soffermai a vedere penzolare quel portachiavi. Numero 69, ecco spiegato tutto. Ridacchiai in silenzio e mi sedetti sul letto.
-Davvero sei convinto che io dormirei nel letto con te?- sollevai un sopraciglio e feci penzolare le gambe a pochi centimetri dal pavimento.
-Non facciamo niente di male, Julie. Non sono un maniaco o roba simile, non approfitterei mai di te.-
-Questo lo so, non l’ho mai pensato…- risposi, sollevandomi i capelli in una coda arrangiata. Mi accorsi solo in quel momento di non indossare il mio pigiama, ma un top nero e il pantalone di una tuta. Non ricordavo il perché, ma non potevo di certo tornare in camera mia.
-Certo che se tu volessi…- si avvicinò e si sedette accanto a me, portando il braccio dietro al mio collo.
-Stupido…- sghignazzai. –D’accordo, ma prova a fare qualcosa e ti ritroverai la faccia contro al muro- lo minacciai con un dito. Lui portò le mani avanti, giurandomi che non avrebbe fatto nulla di male.
-Da che parte?- gli domandai, levandomi le pantofole.
-Dove vuoi- notai un certo imbarazzo in quella situazione, così per sdrammatizzare saltai sulla parte sinistra e gettai la testa sul cuscino.
-Vedo che sei al tuo agio.. sono io?- sorrise maliziosamente, segno che fidarmi di lui non era stata poi una grande idea.
In poco tempo ci ritrovammo sdraiati sul letto, uno accanto all’altro. Non mi era mai capitata una scena del genere e mi sentivo tremendamente in imbarazzo. In un momento di silenzio il suo fiato si posò sulla mia pelle e ebbi subito degli strani brividi. Lui se ne accorse a quanto sembrava.
-Ma hai freddo? Aspetta- si alzò, aprii l’armadio e prese una felpa viola. –Tieni- me la porse. Mi sollevai minimamente e la presi con timidezza. Lo ringraziai e indossai quell’indumento.
-Buonanotte, Juliet- mi scompigliò i capelli e si voltò dall’altra parte.
-Buonanotte- ricambiai e mi feci piccola, chiudendomi come in un guscio. Unii le mani davanti al mio volto e assaporai il profumo che veniva dalle maniche, era quello che aveva ogni giorno, lo riconobbi e si sentiva ancora. Inebriata da quella dolce fragranza mi addormentai senza neanche accorgermene.


THEY SAY:
scusate l'attesa, ma quest'ultima settimana è stata davvero un casino per me, peggio che andare su di un'altalena!
però adesso sono qui, pronta a ringraziarvi (sia da parte mia che da quella si  @_stopthetape ) per il supporto dato a questa ff c:
mm.. allora, la prima parte è mia, mentre la seconda è stata scritta da vane :)
eee... ok, non so più bene cosa dirvi e.e
anzi, scappo che sono anche di fretta :o
thanks x

   
 
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