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Autore: AndreaMesso45    15/09/2012    1 recensioni
Siamo nel futuro, un futuro apocalittico.
Dopo il colpo di stato del Regime, è stata proibita ogni tipo di arte e incarcerati tutti i musicisti che non hanno voluto aderire al programma di "riabilitazione artistica".
Però qualcosa si muove nel profondo della terra, è l'ora della Rivoluzione!
Genere: Avventura, Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E chi la ferma più questa ... Rivoluzione?!

Parte I

Times like these

07/02/2030

GDR – Giorno della Rivoluzione
 
“I am a one way motorway
I’m the one that drives away
then follows you back home …”

 
“Sono un’autostrada ad una sola corsia
Sono il solo che se ne va
E ti segue a casa …”

 


Il plettro in mano … il cielo che si apriva … le gocce di rugiada che cadono da una grondaia … nevischio in strada … l’aria fresca … il vento fa brillare una leggerissima brina sulle strade … nevica …
Nevica …
Nevica …
 

Un laccio avvinghiato ad un altro laccio … pian piano le scarpe si allacciano …
Note … note qua e là … per la testa girano … le gambe tremano … le voce è più roca del solito … lo stomaco si chiude … è il giorno della Rivoluzione.
 

Per le strade c’è fermento, nessuno sa … nessuno deve sapere … deve essere una sorpresa, così avrà inizio la Rivoluzione.
 

Dave si svegliò malissimo quella mattina, non aveva avuto incubi e non ne aveva da settimane, però aveva dormito poco … era molto in ansia.
Probabilmente non era mai stato così in ansia come stavolta, prima di un grande evento come questo, perché con questo concerto non si giocavano la reputazione o qualche fan, ma la vita … e la vita di tutti.
Dave non doveva sbagliare niente e … nonostante tutte le prove … aveva ancora un terribile presentimento di sbagliare e di scordarsi le canzoni.
Così, dormì tutta notte con un occhio aperto ed uno chiuso.
Taylor invece dormì come un angelo, tutta la notte, prese sonno velocemente e russò per tutto il tempo.
Si riposò moltissimo e si svegliò carichissimo e abbastanza sereno … si alzò dalla branda sicuro … sicuro di una vittoria.
Quando vide lo sguardo di Dave cercò di tirarlo su di morale cantandogli un pezzo di Cold day in the sun a cappella, così, per farlo ridere un po’ … ci riuscì.
Pat, come da consuetudine, dormì con il sigaro in bocca … tutta notte … quasi fosse il suo ciuccio o il suo scacciapensieri.
Inoltre, aveva tenuto sopra la faccia il sombrero … il suo sombrero … che dire? Un vero messicano!
Nate e Chris, da quando vennero costretti per mancanza di letti a dormire in una branda matrimoniale, dormivano avvinghiati l’uno all’altro.
Dave ogni tanto gli apostrofava ironicamente “Eccoli, sembrate due bei froci! A quando le nozze?” e Chris rispondeva sempre nello stesso modo “Non lo so Dave, ieri sera sono venuto nella tua branda e non mi sembravi dello stesso avviso”.
Ovviamente Taylor assisteva alla scena divertito come non mai, ridendo a crepapelle e veniva sempre ripreso da Chris “Ehi, che ridi? Taylor è un nome da donna, lo sapevi?”, in quell’istante Taylor fece una espressione da donna sorpresa “Ahh .. davvero?”, Dave aguzzò gli occhi guardando l’amico, poi girò lo sguardo verso Chris ed affermò “Ecco, adesso sembra un mignottone”.
Classico risveglio dei Foo Fighters” osservò Nate.
 


Era il giorno X, un giorno che doveva arrivare prima o poi … ed era arrivato … senza neanche troppi complimenti.
Dave si fermò a pensare a quante avventure aveva vissuto dal giorno della sua fuga dal carcere, sorrise pensando a tutto quello che avevano vissuto in quelle settimane.
Non poteva crederci, la sua idea sarebbe diventata realtà, sarebbe tornato su un palco, davanti ad una folla, a cantare … a suonare … a spaccare tutto come piaceva fare a lui … era il massimo.
Appena dopo colazione avvenne una delle ultime scelte sulla scaletta.
 


Erano tutti seduti ad un tavolo … tutti e cinque … quando Dave incrociò le mani e disse chiaramente “Ragazzi, dobbiamo aggiungere una canzone alla scaletta”.
Sospirò … e aspettò una risposta dagli amici.
Ci fu una reazione di sorpresa, da subito, soprattutto Taylor rimase sbalordito dalla richiesta di Dave tanto che esclamò “Come? Adesso ce lo dici? Non abbiamo il tempo di provarla, ormai abbiamo già tutto pronto, come pensi di fare?”.
Seguì il ragionamento di Taylor anche Chris che però fu più schematico, disse “Già, sei pazzo?”.
Dave cercò la foto di sua figlia nella tasca, la trovò … la prese e la mise sul tavolo.
La guardò violentemente e affettuosamente allo stesso tempo, poi con il braccio destro prese la chitarra acustica che aveva dietro di lui, l’unico strumento rimasto nella base e se la appoggiò sul ginocchio sinistro.
Poi, sotto gli occhi degli amici fidati curiosi di scoprire le mosse e le risposte di Dave, prese la foto e la incastro nel manico della chitarra, divenne parte dello strumento.
Di seguito, prese dal taschino interno della sua giacca il suo spartito e lo mise sul tavolo, poi disse dolcemente “Questa è la canzone” e pian piano cominciò a suonare, lentamente, nota per nota, quasi a far sentire ogni piccolo movimento che provocava quella melodia iniziale …
Dave aveva gli occhi ludici, Taylor rimase basito da quella melodia … era perfetta …
Anche Chris dovette appoggiare le braccia sul tavolo per lo sgomento che provocava quel suono … Dave ricominciò quel piccolo arpeggio di chitarra … era dolcissimo ma molto rock.
Mentre suonava Dave aveva chiuso gli occhi ed immaginava la figlia … Violet … quindi sottovoce disse “Violet … still thinking you …”, la prima frase della sua canzone.
A quel canto salirono i brividi lungo la schiena a Nate che rimase allibito, era terribile quella canzone … ma non orribile, era terribilmente stupenda … geniale … e veramente molto toccante … delicatissima e dietro di lei sembrava esserci una vecchia anima struggente, era Dave.
Continuò con un altro verso sempre con la stessa potenza d’onda, un fiume di emozioni …
I quattro musicisti erano estasiati e ipnotizzati da quella canzone “Io credo che continuerò a cercarti …” cantò Dave “e ad amarti …
Continuava a suonare leggermente, sembrava quasi che le sue dita non toccassero le corde della chitarra ma le sfiorassero solo … sembrava che stesse suonando con la mente … o con l’anima … per empatia.
Ad un certo punto, dopo aver stregato i suoi amici, Dave esclamò con un fil di voce “Adesso potete entrare voi … come e quando volete …
Fu in quel momento che Taylor cominciò a muovere le dita sul tavolo per seguire la melodia … creò dal nulla un tempo di batteria per quella bellissima canzone, Dave richiuse gli occhi e continuò con la sua canzone “Violet …”, in quel momento Chris fece un suono con la voce per imitare un accordo di chitarra, l’accordo che avrebbe fatto lui e cominciò a muovere le mani nel vuoto suonando una chitarra immaginaria … trovò tre accordi perfetti che entravano benissimo nella melodia … lo seguì immediatamente Nate che cominciò ad imitare il basso battendo le mani sui pantaloni e creando con la voce il suono … trovò la metrica perfetta immediatamente.
E Dave cominciò una nuova strofa pian piano … e si avvicinò al ritornello … e quando fu in procinto di cantarlo fece segno con la testa agli altri di guardare lo spartito e le note, c’era un cambiamento notevole nella lirica … e ad un tratto Dave cambiò gli accordi e la canzone esplose in un grido di rabbia misto a tristezza e dolore “Yeah!! Sometimes!” … e fu qualcosa di epico, qualcosa di bellissimo, Taylor riuscì a trovare subito il ritmo senza perdere neanche una battuta, così anche Chris che cambiò il suo arpeggio in un altro perfetto per il ritornello … e Nate seguì con il suo basso immaginario … ma … in quel preciso istante in cui Dave urlò la sua disperazione entrò Pat con una schitarrata (naturalmente a voce) delle sue che raggiunse il cielo come potenza, uno stile simile a quello di Monkey Wrench, ma totalmente diverso nella metrica e nella sensazione, Dave stava soffrendo a cantare quella canzone e anche gli altri soffrirono insieme a lui, resero quel piccolo accordo iniziale in un capolavoro eterno.
Yeah!! Sometimes! I miss you more than yesterday” e così il ritornello finiva e ritornava la calma della strofa iniziale.
La cantò tutta, Dave, e alla fine della canzone aveva gli occhi lucidi …
Ma non era l’unico, i suoi compagni avevano vissuto la stessa emozione di Grohl, perché in quella canzone dava tutto se stesso e gli altri percepirono il dolore di quelle note, sentirono la potenza.
Alla fine della canzone cominciò a regnare il silenzio tra di loro, nessuno voleva azzardarsi di dire qualunque cosa, così fu Taylor a rompere il ghiaccio “Okay, Dave. Quando pensi di farla, in che ordine? Per ultima?” e lì l’amico spiazzò tutti con una risposta sorprendente “No, questa la facciamo quando verrà il momento giusto. Lo sentiremo. La faremo quando sarà giusto farla
Rimasero in silenzio, tutti annuirono con lo sguardo … stettero ancora un po’ in silenzio.
 

 
“I am a street light shining
I’m a wild light blinding bright
burning off alone”

 
“Sono un lampione che illumina
Sono una luce selvaggia che acceca
E si consuma solitaria”

 
 


Era già mezzogiorno, i cinque Foos partirono per raggiungere il palco, il concerto sarebbe partito come previsto verso le 19, quando il sole era quasi tutto sceso con la popolazione americana accinta a tornare nelle proprie abitazioni … il momento di massimo spessore … per creare una rivolta ed una Rivoluzione.
La strumentazione era rimasta come qualche giorno prima, era già tutto pronto, i Foo Fighters si misero tutti sul palco a provare un’ultima volta gli strumenti e la loro sincronizzazione con le casse, con l’audio, con il video delle telecamere e anche con il router … sembrava tutto perfettamente pronto.
L’adrenalina saliva … la gente della Resistenza cominciava ad arrivare … verso le 14 c’erano già quasi duecento persone davanti al palco … in tempi come questi erano già considerevoli.
Dave riprovò il microfono, non si sentiva un gran che bene, l’acustica era quella che era, ma lui si accontentava di quello che c’era e che avevano a disposizione.
Taylor sistemò ancora una volta la sua batteria artigianale fatta in casa, al posto della marca sulla gran cassa c’era una adesivo fatto da lui stesso con il suo nome.
Sistemò i piatti, alcuni con qualche crepa ma andavano ancora abbastanza bene, sistemò il charleston, il rullo e tutto il resto.
Era la sua batteria, era veramente molto affezionato ed onorato di suonare con quella, pensava che fosse la sua migliore batteria nonostante le condizioni quasi pietose ed il rumore molto discutibile, per non parlare della qualità del suono, ma lui ci si ritrovava con lei … quella batteria simboleggiava la sua persona, trasandata con le rughe e ormai vecchia però con un suono vissuto, rude, molto rock e tanta voglia di vedersela ancora con le sfide e con il mondo … con tanta voglia di rivincita.
Nate, come suo solito, si era posizionato nella parte sinistra del palco (guardando da dietro le quinte), aveva la sua pedana dove sarebbe rimasto per tutto il concerto, inoltre era l’unico senza avere una sedia dietro di lui, infatti tutti avevano richiesto qualcosa per potersi sedere tra una canzone e l’altra, in modo da riprendere un po’ di fiato e riposarsi nelle pause.
Era in forma Nate ed era voglioso di dimostrare a se stesso di poter ancora suonare ad alti livelli e di poter lottare contro il sistema, come sognava di fare ben trenta anni prima.
Dall’altra parte del palco c’era il fantasma pirata, Chris.
Lui aveva una sedia particolare, rivestita di pelle tutta rovinata ma pur sempre comoda rispetto ad una rivestita solo di legno.
Chris aveva questa mania del tempo, guardava continuamente l’orologio e nella sua testa non vedeva l’ora di incominciare lo show, sentiva di dover dedicare le melodie che sarebbero uscite dalla sue mani alla sua vecchia cittadina, dove lo avevano accolto da eroe e da salvatore.
La benda sull’occhio gli dava fastidio, così ogni tanto chiudeva anche l’altro e suonava al buio … si sentiva come un pirata contro la tempesta perfetta … la tempesta del secolo … la tempesta della Rivoluzione … voleva vincerla!
Tra Dave e Nate si era piazzato Pat, lui aveva una sedia a dondolo, come quella che cavalcava in Messico, di fianco a lui per terra c’era un pacco di sigari cubani e messicani, i migliori … se li era portati dietro il vecchio Pat … e sorrideva … Pat sorrideva sempre, ‘deve essersi fumato il cervello’ sosteneva Dave.
Pat aveva tantissima voglia di suonare e di creare baraonde con la sua potenza di fuoco, riteneva quella chitarra una mitragliatrice che invece di proiettili sparava note … e le note, diceva lui, sono più pericolose delle pallottole.
Davanti a tutti Dave … lui … davanti a tutti.
Guardava nel vuoto, innanzi a lui, dove si sarebbe dovuto aprire il soffitto per far entrare tutti … voleva morirci su quel palco … dare tutto se stesso e sull’ultima nota regalare anche la sua vita.
Aveva degli occhi simili a quelli del falco … pronti all’assalto.
Il tempo, intanto, scorreva.
 


 
“I am a new day rising
I’m a brand new sky
to hang the stars upon tonight …”

 
“Sono un nuovo giorno che sorge
Sono un cielo nuovo di zecca
A cui si appenderanno le stelle stanotte …”

 
 


La prima esplosione della serata avvenne precisamente alle 18.45.
La squadra Delta della Resistenza aveva attaccato “Antenna Nazionale”, la televisione locale più importante, avevano preso il controllo di quella televisione e collegato ad essa il router.
Esattamente un minuto e mezzo dopo venne assaltata la parabola più importante della regione, a qualche miglio di distanza … dalla squadra Alfa.
La squadra Gamma colpì duramente qualche minuto dopo la radio nazionale più potente, collegando sempre tutte le reti al famoso router … i collegamenti stavano arrivando alla base …
Tutto il regime fu messo in allerta da questi attacchi a sorpresa, ci furono delle piccole rivolte nelle stazioni radio e televisive, molti uomini della Resistenza perirono ma tutti riuscirono a proteggere il collegamento.
Intanto, Taylor, Nate, Chris e Pat erano tornati sul palco ed erano già pronti per l’inizio, scalpitavano … a Taylor sudavano da morire le mani.
La bacchette che avrebbe usato le aveva fabbricate da lui ed era molto orgoglioso di questo, ogni tanto le guardava e le baciava.
L’ultima esplosione che fece prendere l’intero comando alla base del concerto fu alle 18.58 … dalla squadra Beta, capitanata da Cameron, presero il controllo di tutte le reti degli Stati Uniti, i vecchi Stati Uniti d’America.
Taylor cominciò a scaldare il piede sul charleston … sentiva già l’impulso di suonare, il calore del pubblico nonostante i pochissimi gradi …
Erano tutti vestiti con dei giacconi di pelle, Chris indossava dei jeans sgualciti, un giaccone pesante e degli scarponi, Pat invece stava più sul messicano, d’altronde ormai lo era a tutti gli effetti.
In quel momento si mise un sigaro in bocca e lo accese, Nate di fianco a lui portava un maglione di lana spesso color marrone scuro ed una sciarpa gigantesca tutta avvinghiata al collo, egli cominciò a strofinare i polpastrelli sulle corde del suo basso … cominciò a sentire le note uscire pianissimo dalle casse.
Intanto su tutto il perimetro c’era il buio, tutte le luci erano spente … c’era un gran silenzio … la gente sotto il palco era aumentata nelle ultime ore fino ad arrivare ad un totale di quattrocento persone, tutte delle Resistenza di Portland e dei dintorni.
Il collegamento era pronto, bastava solo dare INVIO sulla tastiera del pc e tutto il mondo avrebbe visto e sentito il concerto.
Intanto, nelle vie, nelle case, sotto i lampioni, per le strade la gente viveva come il giorno prima, ignara di tutto.
Cameron dice che è tutto pronto, potete iniziare” disse uno della Resistenza a Taylor che rispose immediatamente “Okay. Iniziamo allora. Ma dov’è Dave? Lo avete visto? Dave! … Dave!
L’orologio toccò le 18.59.
 

 
“I am a little divided
do I stay or run away
and leave it all behind?”

 
“Sono un po’ diviso
Dovrei restare, o scappare
Lasciandomi tutto alle spalle?”

 
 

Dave era ancora dietro il palco, dietro le quinte, nascosto sotto delle assi di legno, con la foto in mano e il suo spartito nell’altra mano.
Si domandò quella stessa frase “Dovrei restare o scappare lasciandomi tutto alle spalle?”.
Guardò la foto e chiuse gli occhi … rivide il primo compleanno della figlia, la torta, gli invitati, Taylor che aveva portato tre diversi regali vestito da re magio … rivide il giorno in cui nacque Violet, l’attesa all’ospedale, la paura che qualcosa potesse andare storto, i quattro amici in sala d’attesa ad aspettare la nascita della bimba con Pat che girava avanti e indietro mangiando M&M presi dalla macchinetta dell’ospedale, Taylor che suonava tutte le sedie del reparto battendo le mani a tempo, Nate che ci provava con tutte le infermiere e Chris che invece leggeva tutte le riviste da donna nella sala d’attesa, molto interessato.
Era stato tutto così bello … ed ora … ed ora quei quattro ragazzi che avevano aspettato la nascita della figlia, ora aspettavano di vederlo salire sul palco … così Dave si alzò da terra, rimise la foto e lo spartito nelle tasche interne del suo giaccone e cominciò a camminare verso il palco.
 

“It’s times like these you learn to live again”
“E’ in tempi come questi che si impara a vivere di nuovo”
 

La strada per raggiungere il palco sembrava tanto lunga … il tempo si era fermato, Dave camminava e vedeva muoversi al rallentatore tutto, qualunque cosa …
In tempi come questi si impara a vivere di nuovo, pensava … era vero.
 

“It’s times like these you give and give again”
“E’ in tempi come questi che si da’ e si da’ ancora”
 

Dietro ogni angolo gli sembrava di vedere una scena della sua vita, il primo concerto con la band, l’incontro con Pat Smear “Pat? Sei ancora vivo?” …
La prima chitarra comprata … l’incontro con la moglie … l’ultimo concerto con Krist e Kurt … non erano in ordine di tempo, erano emozioni e sensazioni sparse … come i ricordi … erano ritratti di memoria.
Saliva la scaletta che portava sul palco … sentiva la gente gemere ed urlare i nomi della band … sentì il rumore dei suoi passi ed il suo cuore battere nel petto.
 

“It’s times like these you learn to love again”
“E’ in tempi come questi che si impara ad amare di nuovo”
 

Salì fino all’ultimo gradino prima di toccare il palco … fece un lungo sospiro e gli parve di vedere davanti a se l’ombra della moglie e della figlia “Dai papà! Ti aspettiamo qui sul palco, dove dovresti stare” disse la piccola … Dave fece un sorriso e salì con un piede e poi con l’altro sulla piattaforma.
Eccolo! Andiamo Dave” urlò felice e galvanizzato Taylor.
 

“It’s times like these time and time again”
“E’ in tempi come questi … che hai tempo e ancora tempo”
 
 
 
19.00 … INVIO … Tutte le televisioni cambiarono immagini … tutte le radio cambiarono frequenza … tutto il Regime rimase terrorizzato dall’attacco ed immobile ascoltò le prime parole della Rivoluzione.
Le luci all’improvviso si accesero sul palco, la gente lì a vederli iniziò a scalpitare, per molti era il primo concerto e le prime musiche della loro vita, Dave appoggiò la bocca al microfono e pian piano disse con voce chiara e forte … e calma “Noi …. “ si girò verso Taylor che annuì con lo sguardo … cercò con gli occhi l’espressione anche di Pat, Chris e Nate e tutti fecero cenno di continuare … erano pronti … continuò “Noi siamo i Foo Fighters …”  …. Pausa …. silenzio inequivocabile dappertutto … Dave guardò il cielo ed enunciò fortissimo “e questa è la Rivoluzione!” …
In quel momento sembrò esplodere il cielo dalla potenza di quella sola parola … la gente in tutta l’America si fermò ad ascoltare.
Quello che stavano ascoltando erano le prime note di All my life … la prima canzone in scaletta … Dave cominciò a cantare lasciando trasparire dalla voce una notevole agitazione, gli tremava la voce, sembrava ancora più vero e sincero … ancora più Rivoluzionario.
Attaccarono Taylor e gli altri e le luci fecero un piccolo bagliore.
Il Regime mandò giù un magone incredibile in quel momento.
 

Il mondo era pronto per esplodere … “One by one hidden up my sleeve” …
 

“Hey don't let it go to waste!!!
I love it but I hate the taste
Weight, keeping me down!!”

 

Il concerto scoppiò, le luci illuminarono tutti, Taylor picchiava da morire sulla batteria, Nate volava con il suo basso, Pat creava muri di note potentissime con la sua chitarra, Chris arpeggiava da Dio in terra e Dave … Dave cantava con tutto lo stomaco e l’anima facendo sobbalzare il terreno.
 

In tutta l’America si sentivano le note di All my life e l’urlo di Dave … voleva svegliare la gente dal tepore e dalla sonnolenza di quella dittatura in cui vivevano.
Da tutti i megaschermi nelle piazze, nei cortili, nei supermercati si vedevano e si sentivano i Foo Fighters e la loro Rivoluzione … la gente cominciò a svegliarsi.
 

“Done! Done! on to the next one!
Done I'm done and I'm on to the next”

 

Dal cielo cominciarono a scendere dei fiocchi di neve, il soffitto venne aperto … il concerto divenne grandissimo … la gente cominciò a scappare, a liberarsi dalla catene del Regime e dell’indifferenza, cominciarono tutti ad arrivare al concerto, la luce dei riflettori andava e veniva, Dave continuava a dimenarsi e a dare tutto se stesso sul palco, Taylor continuava a menare durissimo sui piatti, i Foo Fighters volevano che il primo pezzo attirasse l’attenzione e spezzasse tutti i vincoli dei cittadini, in modo da attirarli lì.
Moltissima gente uscì dalle proprie case nonostante il coprifuoco indetto dal Regime e cominciò ad affollare le piazze, si ribellarono addirittura alcuni militari del Regime che buttarono via le loro armi e si diressero verso il concerto.
Scoppiarono rivolte in tutta l’America con la milizia bloccata da questa arma potentissima: la musica!
Molti mai avevano sentito questo tipo di musica … ed era come prendere un pezzo di Santo Graal.
Quando finì la prima canzone, i Foo Fighters avevano già attirato la massima percentuale di attenzione da parte di tutto lo stato.
Si sentirono le sirene dell’allerta nazionale … non suonavano da anni e anni … le piazze ormai erano tutte affollate e tutti aspettavano la prossima canzone.
 

 
In quel preciso istante Dave capì che era arrivato il momento … aveva raggiunto il massimo dell’interesse … sfiorò la foto che aveva nel taschino e si girò verso Taylor.
Hawkins capì subito dallo sguardo di Dave e annuì con una occhiata bellissima, aveva visto gli occhi di Dave, erano lucidi dall’emozione, come tutti gli altri occhi sotto il palco … erano tutti nella stessa barca, tutti uguali, nessuno era diverso … erano tutti uomini soli.
Dave cercò l’approvazione anche degli altri compagni, guardò Pat che gli fece segno di andare avanti, guardò Chris che fece un grandissimo sorriso e infine guardò Nate … lui che era rimasto sempre fedele alla band, che c’era dal principio … che aveva fatto tutti i concerti … lui che urlò “Se non adesso, quando?”.
Allora Dave si rigirò verso tutto il pubblico, prese il plettro … lo appoggiò sulle corde e guardò … guardò tra la gente … gli sguardi … le espressioni … erano lì per lui … ma forse neanche … erano lì per loro stessi, per riprendersi quello che meritavano, la loro vita e la loro musica … ed il loro diritto di vivere come meglio potevano, fissava individuo per individuo finché non si imbatté in due occhi … conosciuti … gli occhi di una ragazza che si era fatta largo tra la folla per essere lì davanti, lì per vederlo … Dave iniziò l’accordo con un risolino ed una lacrima sul viso, fissando il sorriso di quella ragazza …
Violet …
 

 
THE END …


Ringrazio tutte le persone che hanno letto questa storia e che l'hanno recensita positivamente, grazie mille a tutti voi.
Questa storia è dedicata ai Foo Fighters (un ringraziamento speciale va proprio a loro), è dedicata anche ai miei amici soprattutto ad una persona che mi ha fatto conoscere questo splendido gruppo e anche questo sito, quindi se questa storia esiste il merito è anche suo.
Un abbraccio a tutti!


Messo45
   
 
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