Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: The Princess of Stars    16/09/2012    2 recensioni
In un universo alternativo, dove il tempo e lo spazio si confondono, 12 tra i sovrani dei regni più importanti dell'Asia Minore si sono riuniti per un importante trattato di pace: i monarchi delle regioni di Grecia, i sovrani di Persia e le Amazzoni della regina Atena. Ma al Titano, misterioso leader del Clan, la cosa non piace.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao, ancora gente! Ecco il secondo capitolo. Scusate se trovere una parte un po' pallosa, ma non volendo perdere tempo a cercare il libro di storia (nella mia pigrizia) non ho controllato dove si trovavano Delfi e le Termopili e convinta ho fatto l'errore di scrivere che andavano a Sparta, perchè certa che le Termopili fossero a Nord di Sparta. Poi, dopo pubblicato, ho controllato e notato l'errore quindi ci sarà un cambio di programma, chiedo scusa per l'incoveniente. Ah, e se alcuni riferimenti vi sembrano strani per l'epoca ricordo che 'tempo e spazio si confondono'
Buona lettura!




Percy’s POV:

Non mi fidavo di quella ragazza. Aveva attaccato il mio amico senza motivo, come mi aveva spiegato Juniper, mentre correvamo verso l’entrata della città. Però, ammetto che nonostante fosse molto bella, alta e longilinea, con quei lunghi capelli lisci castano scuro e degli splendidi occhi azzurro-grigi, aveva qualcosa di strano, oltre che per qualche buffo motivo mi ricordava Atena. Lì per lì mi sarei fidato, dato che aveva detto di voler riportare lo Scudo a Sparta, ma il suo abbigliamento mi fece suonare i miei allarmi mentali. Aveva una maglia blu scuro aderente, con delle polsiere di pelle nere che come le mie arrivavano fino al gomito, solo che le sue avevano delle specie di scaglie di metallo scuro attaccate. Era un’armatura. I pantaloni aderenti sempre blu scuri e gli stivali neri con i para-stinchi di metallo scuro, fissato sopra. Intorno alla vita, aveva una cintura di cuoio, dove c’erano attaccati un pugnale e una spada e una piccolissima sacca ‘porta oggetti piccoli’ e portava un mantello nero con un cappuccio. Più che l’abbigliamento di un’eremita sembrava quello di un guerriero oppure di un fuorilegge. Arrivammo di corsa fino all’entrata principale di Delfi, ma poi quando ci fermammo, vidi che le truppe non c’erano. Eravamo arrivati troppo tardi.

“Ve lo avevo detto che se ne sono andati” disse una voce femminile proveniente da dietro di noi.

“Guarda un po’ chi si rivede!” dissi voltandomi verso Annabeth “Non hai nessun altro da andare a importunare?” dissi incrociando le braccia.

“So solo dove sono andati e so seguire una traccia” disse la ragazza.

“Sono andati a Sparta. E’ lì che si dirigono in caso di emergenze di guerra” dissi guardandola male. Lei mi guardò con uno strano sguardo, tra la sfida e la rabbia. Quegli occhi mi sembrarono stranamente familiari. Un’attimo prima erano azzurri e un attimo dopo, erano grigi, ora di nuovo azzurri. Mi chiedo se… no! E’ un’idea davvero stupida!

“Non sono andati a Sparta” disse una voce familiare. Ci voltammo e vedemmo Rachel affacciarsi dal Tempio.


Annabeth’s POV:

“Oracolo! Pensavo fosse morta nell’incursione!” disse Percy sorpreso.

“No, sono viva e sto bene. Ma a Sparta non troverete nessuno” rispose l’oracolo.

“Ma prima di morire Zoe ha detto che…” disse Grover.

“…erano a Sparta" finì l'oracolo "Il principe Backendorf ha suggerito di andare Lamia, perché più vicino e quindi più facile proteggere la città in caso di altri attacchi, ha mandato un messaggero ad Atene tramite un rito di trasporto che ho eseguito io stessa” disse Rachel

“Esattamente” dissi io notando le tracce.

“E tu che ne sai? Non avevi detto che volevi portarlo a Sparta?” disse la ninfa Juniper. Puntai ad una serie di tracce di zoccoli di cavalli e carri.

“Vanno verso Nord” dissi “dalle impronte dei cavalli posso dire che andavano di corsa, a quest’ora saranno sicuramente abbastanza avanti a noi e per la cronaca, ho detto che volevo restituirlo ai sovrani non ho detto ‘a Sparta’”

“Non c’è nessun ‘noi’!” disse il principe lanciandomi un’occhiataccia.

“Percy, non litigare, stiamo perdendo tempo!” disse Juniper “Se gli altri sovrani arrivano prima è molto probabile che scoppierà una guerra prima del nostro arrivo”

“Ho ancora le forze per trasportare una sola persona” disse Rachel.

“Perfetto!” esclamò Percy “Rachel mi trasporterà ad Atene con lo scudo e abbiamo risolto!”

“Non così in fretta!” disse l’oracolo “Il rito è esclusivamente per messaggi urgenti o fuga dal tempio, non come trasporto di soldati. Non funziona se la persona porta oggetti di guerra”

“Fantastico” disse sarcastico. Poi sembrò illuminarsi. “Juniper. Vai a Lamia e riferisci ai principi che stiamo portando lo Scudo. Cerca d mantenere la situazione sotto controllo” disse.

“Subito!” disse la ninfa ed entrò nel Tempio con Rachel per fare il rito.

“Insisto nuovamente. Datemi lo Scudo e io lo porterò a Lamia. Sono brava a seguire le tracce e troverò i principi, prima di voi. Potrei togliervi un grosso disturbo” dissi cercando di convincerli. Percy mi studiò per un momento, poi, quando mi sembrò volesse darmi lo scudo lo diede al satiro che mi si era avvicinato

“Muoviamoci. Riportiamo lo scudo” disse Percy. Grover mi guardò con un sorrisetto.

“Oooh, l’Eremitona Bell’Occhiona se ne resta indietro!” sfottè facendomi pat-pat sulla testa “Povera Eremitona Bell’Occhiona!”

“Grover” richiamò il principe “L’Eremitona Bell’Occhiona ci fa da guida” disse. Fu il mio turno a sorridere, soddisfatta. Grover fece un sorriso idiota, ritrasse la mano e raggiunse il principe.

“Percy! Sei sicuro di volerla appresso?! Non mi fido di lei, mi mette in soggezione!” disse il satiro non abbastanza a bassa voce

“Sì, la voglio con noi. Aspettate, vado a prendere due cavalli, o tre?” chiese il principe non preoccupandosi minimamente del tono di voce

“Due, io riesco ad andare a piedi... sono metà capra!” disse il satiro e il principe lo lasciò per andare a prendere i due cavalli. Luke sarà ancora più soddisfatto quando gli porterò anche il principe. Mi avvicinai a Grover girandogli intorno.

“Non ci sarà sempre Re Artù a proteggerti…” dissi “… e quando verrà il giorno, ti consiglio di guardarti le spalle, perché mi piace la carne di capra” gli sussurai nell’orecchio minacciosa.

“Ehi, Sacagawea! Prendi il cavallo e vieni vicino a me, dove ti posso controllare” disse Percy, tenendo per le redini un cavallo bianco, mentre lui stava già sul suo stallone nero. Prima di salire però sentì Grover dire una parola: “Aiuto”

Appena salii a cavallo partimmo subito al galoppo verso Nord. Il mio piano era perfetto. Tutto quello che dovevo fare era guidarli fino a Lamia passando per le Termopili, chi starà di guardia ci vedrà e a quel punto avremo sia Scudo Olimpico che Principe Perseus in un colpo solo.
Cavalcammo a lungo, Grover tenne il passo… perché era un galoppino, se fossimo andati più in fretta non sarebbe riuscito a starci dietro. I cavalli sono più veloci delle capre! Ci eravamo quasi adentrati nella foresta, ed era cominciata la tortura.

“Siamo arrivati?” chiese Grover correndoci dietro

“No” rispose Percy e continuammo a galoppare.



Eravamo nel cuore della foresta.

“Siamo arrivati?” chiese Grover

“No” risposi



 Eravamo appena usciti dalla foresta e ci stavamo dirigendo al lago.

“Siamo arrivati?”

“No, Grover” rispose Percy




“Siamo- arri-vati?!”

“No” risposi con una calma allucinata.

Il sole era ormai alto.



“Siamo arrivati?”

“Sì” risposi

“Davvero?”

“NOOO!!!” gridammo io e il principe

Il sole segnava le 15:00 del pomeriggio.



“P-”

“AAHH!!! GROVER!!!” esplose Percy

“Ho ucci- scortato persone che rompevano meno!” protestai anch’io, fermando il cavallo.

“Possiamo fermarci e fare uno spuntino?” chiese il satiro visibilmente stanco.

“No” dissi autoritaria.

“Ma io ho fame e sono stanco!” protestò Grover.

“Grover, non possiamo fermarci” disse Percy.

“Ma sono distrutto, e ho fame! Fermiamoci, riprenderemo domattina”

“Il lago non è molto distante, possiamo accamparci lì e passarci la notte” dissi io voltandomi verso Percy in attesa di una risposta.

“Fa strada” disse e ci rimettemmo in marcia. Poco dopo raggiungemmo il lago. Il lago non era grandissimo, ma era completamente immerso nel bosco. L’unica parte dove non c’erano alberi era lo specchio d’acqua stesso. Subito trovai un buon posto dove accamparsi. Grover andò poi, in giro per il boschetto per trovarsi qualcosa da mangiare. Io e Percy intanto legammo i cavalli ad un tronco caduto.

“Allora, Annabeth…” disse Percy accarezzando il suo stallone nero “… di dove sei?” chiese.

“Alt! Frena, bello! Non do’ informazioni personali” dissi subito

“Calma! Scusa” disse lui, poi venne da me mentre io accarezzavo un po’ il mio di cavallo.

“Puoi rispondermi solo a una domanda?” disse Percy.

“Solo una” tagliai corto.

“Se sei un’eremita... dove hai imparato a combattere? E perché il tuo abbigliamento fa pensare ad un fuorilegge? E in più se fossi un’eremita, come sostieni, non potresti permetterti un’armatura leggera, un pugnale e una spada come quelle” disse lanciandomi uno sguardo sospettoso.

Un brivido mi percorse la schiena, ma subito risposi con la prima cosa che mi venne in mente.

“Quando una ragazza vive da sola, deve imparare a difendersi, no? E in quanto all’abbigliamento…” dissi guardandolo male “… me lo sono guadagnato; come il pugnale e la spada” dissi e quella era la verità.

“Come te le sei guadagnate?” chiese lui.

“Con dei lavori”

“Che genere di lavori?”

“Difficili. Ma con la pratica diventa tutto più facile”

“Che lavori hai fatto?”

“Oh, ma un anfiteatro d’affari tuoi no, eh?” dissi seccata

“Se non ti dispiace, vorrei sapere qualcosa di più sulla mia guida, prima che mi porti una caverna buia e misteriosa e mi faccia fuori” disse lui avvicinandosi a me, squadrandomi dall’alto in basso. Non mi piaceva. Io sono tra le più alte nel Clan e improvvisamente… con lui così alto che mi squadrava, con il mio 1,75m mi sentivo proprio… piccola e ora…aspetta… per le gambe di capra, Grover è più basso di me! Yu-huu! Non sono la più bassa… mi sento comunque piccola affianco a Percy- va bene! Basta! Sto divagando!
Avevo capito… dovevo guadagnarmi la sua fiducia… avrei dovuto raccontargli qualcosa su di me. Non volevo proprio…

“Ti darò un’informazione sola: questi…” dissi indicando il mio abbigliamento e le armi “… li ho guadagnati combattendo nelle arene clandestine” Percy mi guardò meravigliato.

“E come hai imparato a combattere?” chiese

“Con la pratica” risposi. In parte era la verità ma non avevo detto tutto…



11 anni prima…

“Forza, Annabeth! Reagisci!” disse il Maestro Luke, autoritario e mi tirò un pugno. Io portai un braccio in avanti parandolo, lui allora tentò di colpirmi alle costole. Io deviai il colpo e contrattaccai, ma Luke mi prese il braccio girandomelo dietro la schiena e venendo dietro di me, poi con la gamba mi piegò il ginocchio facendomi cadere a terra e mi mise l’altro braccio intorno al collo. “Liberati!” ordinò. Tentai di togliermi il braccio dal collo, senza riuscirci. Luke strinse la presa e mi tirò il braccio dietro la schiena ancora più su; ancora un po’ e avrebbe dislocato il braccio, faceva male ma dopo 3 anni di allenamento il dolore lo sentivo sempre meno, ma ancora faceva male.

“Non ci riesco!”dissi quasi soffocante.

“Puoi respirare? Puoi ancora combattere!” disse lui e mi lasciò andare “Ancora!”
Continuammo a combattere per ore. Poi dovetti passare allo scontro con le spade. Lì… Luke mi distrusse. Dopo passammo all’allenamento per tollerare meglio il dolore.  Odiavo quell’addestramento. Era una cosa… terribile. Alla fine ero piena di tagli, lividi e i muscoli a pezzi e il giorno dopo sarebbe stato tutto uguale.
 
10 anni prima…
Mi stavo allenando con Malcolm, un ragazzo che avrà avuto 4 o 5 anni più di me. Lui usava la spada io un pugnaletto qualunque per l’addestramento.  Poco dopo, vidi Luke tornare al quartier generale da una missione.

“Annabeth! Vieni qui!” ordinò. Malcolm a quanto pare non aveva sentito, perché mi scagliò un colpo. Lo vidi appena in tempo. Alzai il pugnale e parai il colpo per poi fare una mossa dove riuscii ad atterrare Malcolm con il mio pugnale puntato alla gola e mi bloccai. “Bhe? Cosa stai aspettando?” disse Luke ormai vicino a noi. Io lo guardai stupita. “Finiscilo!” ordinò. Mi voltai verso Malcolm e lo colpì facendogli un taglio leggero sulla guancia, per non ucciderlo, ma simboleggiare che lo avrei fatto se fosse stato un nemico. Mi alzai da lui e Malcolm si tirò su. “Tu” disse il Maestro indicando Malcolm “Torna ad allenarti” Malcolm fece cenno col capo e se ne andò. Poi si voltò verso di me “Vieni qui” disse con un’autorità spaventosa. Subito andai da lui. Luke mi guardò negli occhi senza dire niente e lentamente alzò una mano. Guardai prima lui, poi la mano e Luke mi amollò uno schiaffo fortissimo e dove mi colpì l’anello del Clan fece ancora più male. “Non esitare! MAI! Nessuna pietà, Annabeth!” urlò.

“Ma è Malcolm! E’ mio amico non posso fargli del male!”

“Gli amici sono l’ultima cosa che devi avere per ora! Non ci si può fidare di nessuno in questo mondo finchè il piano di Crono non sarà portato a termine! Un mondo di gente speciale come noi. Solo con persone con le abilità. L’unico di cui devi fidarti, ora,  sono io-”

“-e il Maestro Crono! Lo so” Volò un altro sberlone.

“E impara a trattenere la lingua!” Rimasi in silenzio “Potrai farti degli amici, solo quando quelli come noi saranno di più. Allora sì che potrai fidarti di qualcuno! Noi siamo superiori! Abbiamo un’abilità speciale! Tu sei intelligente, impari in fretta. Dovresti capirlo. Ma ancora non riesci a metterti in testa che NON DEVI AVERE PAURA! Ma soprattutto… NON DEVI AVERE PIETA’! Esattamente come hanno fatto la tua matrigna e tua madre con te! Non hanno avuto pietà di te e ti hanno abbandonata! Prima tua madre e poi la tua matrigna! L’unico che veramente ha avuto pietà è il Maestro Crono” Tacqui guardando ai miei piedi. Luke s’inchinò davanti a me, mettendomi una mano sulla guancia per guardarmi negli occhi. “Annabeth…” cominciò “…io e il Maestro siamo gli unici di cui tu puoi fidarti. Siamo noi che da alcuni anni ti abbiamo dato una casa, una famiglia, sfamiamo e insegnamo l’arte della sopravvivenza. Quando sarai più grande, anche tu dovrai eseguire compiti di grande importanza per il Maestro. Tutto quello che stai passando adesso: il dolore, i lividi, le ferite… sappi che lo facciamo per il tuo bene” disse Luke con uno sguardo più tenero e mi strinse in un abbraccio. Sentii dolore, ma non per l’abbraccio, per i lividi sotto i vestiti, ma non dissi niente; ‘il dolore va tollerato’ era un'altro insegnamento. “Ora vieni con me” disse alzandosi. Luke s’incamminò verso la tenda dove spesso ci entrava con delle persone che si dimenavano per liberarsi dalla presa dei nostri compagni, ma poi non li vedevo più uscire se non una barella portata da due del Clan, con una coperta bianca sopra… sapevo perché, non sono una stupida.
Entrammo in una tenda. Lì ci stavano due del Clan che tenevano in ginocchio, per quanto si potesse, un centauro. Il centauro aveva il capo chino verso il basso.


“Resta qui e qualunque cosa succeda: guarda, impara, ed esegui” mi disse una volta entrato e si avvicinò al centauro “Ha vuotato il sacco?” chiese ai compagni.

“No, Ladro di Fulmini. Non si decide a parlare” disse uno dei due.

“Chirone, ti conviene parlare. Non farmi usare le cattive maniere e non farmi fare brutte figure, c’è la mia allieva” disse indicandomi. Il centauro mi vide e sgranò gli occhi

“Annabeth… sei tu?” disse sorpreso. Io non mossi un muscolo. Come mi conosceva? “Ma- ma sei viva!” disse ancora più sbalordito.

“Non provare a fare la scena commovente dopo quello che hai provato a fare!” disse Luke.

“Di cosa stai parlando?” disse il centauro Chirone.

“Di quando hai tentato di ucciderla per ordine della sua matrigna” Rimasi a bocca aperta e intanto quel sentimento che stava crescendo dentro di me divenne ancora più forte… odio e rabbia e… tristezza.

“Annabeth, sta mentendo!”

“Annabeth chi ti ha cresciuta in questi anni?” chiese il maestro.

“Tu e il Maestro Crono” risposi.

“Cosa stiamo facendo qui?”

“Mi state addestrando per diventare un membro degli alti ranghi del Clan, per portare a termine il piano del Mastro Crono per un nuovo mondo fatto da quelli con abilità” risposi.

“Cosa hai imparato qui?”

“Nessuna paura. Nessuna pietà” risposi con confidenza. Luke sembrò soddisfatto. Il centauro mi guardò sbalordito.

“Sentito?” disse Luke.

“No… no…” diceva il centauro.

“Allora ti decidi a vuotare il sacco? Dov’è che si nasconde Lupa?” Lupa era un nemico temibile. Infatti… era. Lupa aveva con sé una confraternita fatta apposta per sconfiggere il Clan, ma noi abbiamo abilità… loro no. I nostri sconfissero la confraternita e Lupa era fuggita, andava eliminata.
Chirone non rispose. “Non farmi usare brutti metodi. Parla, Chirone!” ordinò il mio maestro, ma non ottenne risposta. Luke scosse la testa e gli tirò una raffica di pugni sul volto. Non avevo mai visto Luke diventare così violento, ma non mossi un muscolo. ‘Nessuna paura’ continuavo a ripetermi nella mia mente. Il volto del centauro era tumefatto per le botte, quando Luke smise di colpirlo. “PARLA! DIMMI DOV’E’ LUPA!!”urlò. Chirone non fiatò minimamente. “Come vuoi. Portate il ciclope!” ordinò. Poco dopo entrò nella stanza un ciclope incatenato scortato da due del Clan.


“TYSON!” gridò Chirone.

“Chirone! Aiuto!” diceva il ciclope, Tyson. Luke prese un pugnale e si avvicinò al ciclope.

“NO! FERMO! Fermo! Non ucciderlo! Parlerò” disse Chirone.

“Era ora!” disse Luke.

“Io parlerò, ma tu giurami che non lo ucciderai” disse il centauro

“Va bene” disse Luke “Giuro sullo Stige che io non lo ucciderò”

“Lupa si trova in Siria. Non so dove di preciso, ma è in Siria” disse il centauro.

“Grazie, Chirone” disse Luke “Ora voi due non mi servite più” disse tirando fuori il pugnale.

“ASPETTA! Hai giurato sullo Stige che non lo avresti ucciso!” disse Chirone.

“Ho giurato che IO non vi avrei ucciso… Annabeth” disse venendomi incontro. Quando mi fu davanti mi mise il suo bellissimo pugnale in mano. Era una splendida opera di artigianato militare.

“Tieni. E’ la tua prima arma seria e visto che prima o poi dovrai usarla… uccidili”

“COSA?!” esclamai.

“Sono nemici del Clan, quindi nemici di Crono… ti ho appena ricordato Crono cosa ha fatto per te, non costringermi a ricordartelo davanti ai tuoi compagni. Mostra un po’ di gratitudine!” Tacqui. Lentamente mi avvicinai al ciclope che mi guardava terrorizzato. I due del Clan lo fecero inginocchiare e fu alla mia altezza.  Ero combattuta, ma dovevo farlo. Alzai la lama e la portai alla gola del ciclope.

“No! Annabeth non farlo!” gridava Chirone… troppo tardi. Il ciclope era già morto e a terra in un lago di sangue. Mi tremavano le mani per quello che avevo appena fatto. Era la mia prima uccisione. Ma non avevo finito. Mi avvicinai al centauro. Il cuore mi batteva fortissimo.

“Non esitare, Annabeth! Pensa a quello che provato a fare. Lui era complice della tua matrigna, quella che ti ha abbandonata” disse Luke. In quel momento la rabbia e l’odio tornarono. E puntai la lama al collo di Chirone.

“No, Annabeth” disse il centauro guardandomi negli occhi. Ma ormai era tardi. Il mio cuore era diventato freddo, le mani non mi tremavano più e come unica cosa che avevo in mente era ‘Non avere pietà’. Tagliai la gola anche a Chirone.
 
6 anni prima…

“Questo è un gran giorno per te, Annabeth” disse Luke mentre mi allacciava l’armatura leggera, dietro al collo. Io intanto mi sistemavo le polsiere corazzate. “Oggi, quando scenderai nell’arena, dovrai mostrare a tutti e al Maestro Crono quanto vali. Fagli vedere quanto può essere pericolosa l’intelligenza” disse Luke mettendomi le mani sulle spalle.

“Sì, Maestro” risposi.

“Quando sei la fuori, ricorda-”

“-Nessuna paura. Nessuna pietà. Il dolore non è niente davanti al fallimento”

“Ti ho insegnato bene” disse Luke. Feci per mettermi l’altra polsiera, ma lui mi fermò. “Fino a poco tempo fa eri una bambina ingenua che non riusciva a capire il perché di quello che faceva… e adesso guardati…” disse indicando lo specchio davanti a me “… sei una guerriera. Pronta a mostrare al mondo di che pasta è fatto un vero membro del Clan” poi mi aprì la manica dell’armatura di cuoio rivelando il mio avambraccio. “Queste non sono state vane” disse. Si riferiva alle varie cicatrici che mi ero procurata con gli allenamenti con le spade. Poi richiuse la manica e io mi infilai la polsiera e misi il pugnale che stava sul tavolo vicino a me nel fodero. Poi mi voltai e Luke mi abbracciò. “Buona fortuna, Annabeth” disse dandomi una pacca sulla schiena.

“Grazie, Luke” dissi staccandomi dall’abbraccio.

“Un’altra cosa” disse “Chi affronterai la fuori, sono tutti nemici del Clan, non ti hanno mai vista. Tu hai la bellezza e la giovinezza della prima adolescenza dalla tua parte… usala. Forza del leone nel corpo dell’agnello” detto ciò se ne andò. Io poco dopo entrai nell’arena. Il Maestro Crono stava in una tribuna e vicino a lui c’era il maestro Luke. L'arena non era latro che una grossa gabbia dove si potevno fare scontri con all' abbastanza spazio per far combattere 8 persone insieme. Dopo una piccola presentazione, cominciò la battaglia. Come pensavo, chi affrontai sembrò sorpreso di vedersi davanti una ragazza. Eravamo da un capo all’altro dell’arena. Il mio primo avversario, aveva uno scudo, dei pugnali e una spada come armi. Feci come mi aveva detto Luke. Tentai di apparire come un agnello guardando l’avversario con insicurezza. Quello mi attaccò subito, prima scagliando un pugnale, io subito lo schivai. Avevo già capito: grosso e stupido… troppo facile. Corsi verso di lui. Lui mi scagliò un altro pugnale che schivai, tentò allora di estrarre la spada, ma quando tentò di colpirmi, io saltai come un gatto alla sua destra e gli conficcai il pugnale nel collo. Fuori uno. Crono sembrò un po’ colpito.

“Chi è il prossimo?” sfidai ed entrarono gli altri avversari. Il resto è inutile raccontarlo. Mi basta solo dire che il mio pugnale aveva assaggiato il sangue. L’ultimo che rimase in piedi, era l’ultima persona che mi sarei aspettata… Malcolm… ‘E’ qui. Vuol dire che non è mai stato uno di noi’ diceva una voce nella mia mente. Ci mettemmo subito a combattere. Malcolm era migliorato molto, ci scambiammo colpi su colpi, ma alla fine successe come quando avevo 8 anni. Mi scagliò un colpo e io con la stessa mossa riuscì ad atterrarlo con la spada puntata alla gola, ma questa volta non esitai ad ucciderlo. I membri del Clan applaudirno, poi io andai verso Crono. Ero sudata e sporca di sangue e polvere, dopo quella prova. Crono si alzò e prese una spada in un fodero vicino al suo posto. Luke rimase seduto.

“Annabeth Chase… sono impressionato. Hai superato la prova brillantemente” disse Crono.

“Grazie, Maestro” risposi chinando il capo.

“Luke ti ha insegnato bene. Sei pronta per diventare operativa” disse dandomi la spada “Questa te la sei guadagnata e anche l’armatura leggera che comprende polsiere corazzate e i para-stinchi”

“Grazie, Maestro Crono”

“Tutti i membri del Clan hanno quest’anello…” disse mettendomi l’anello al medio della mano sinistra “…e uno pseudonimo per non far sapere la propria identità. Tu sarai… L’Angelo della Morte. Ti sta a pennello... bellissima e spietata, e ho già un incarico per te”

“Sì, Maestro?”

“Abbiamo finalmente trovato Lupa dopo alcuni anni di ricerca; va in Siria, a Damasco, trovala… e uccidila”

“Come desiderate Maestro” e così cominciò la mia carriera da assassina per il Clan

Oggi…

“Annabeth! Yu-huu! Ti sei incantata?” disse Percy sventolandomi una mano davanti. Mi ripresi subito dal mio trance.

“Eh?” fu la mia brillante risposta

“Ti sei incantata”

“Abbiamo portato qualcosa da mangiare?” chiesi. Percy sembrò un attimo pensieroso.

“No” rispose. Roteai gli occhi.

“Va a prendere un po’ di legna per fare il fuoco vedo se riesco a cacciare qualcosa nel bosco"

“Oh, no bella!” disse Grover catapultandosi da me “Non pensarci nemmeno! Non ti permetterò di uccidere un povero cervo o cinghiale o uccellino!”

“E allora che proponi?” dissi seccata.

“Vai a pescare… o non sei capace?” lanciai uno sguardo inceneritore al satiro.

"Ma i satiri non sono vegetariani?" disse Percy che intanto aveva già raccolto un bastone bello lungo.

"Sì, ma io dico per voi" disse. Quel satiro mi aveva sfidata. Io colsi la sfida. Presi il bastone di Percy, tirai fuori il pugnale e feci la punta bell’aguzza. Poi, una volta fatto il mio arpione, mi tolsi il mantello, le polsiere e i para-stinchi. Senza farmi notare, mi tolsi l’anello del Clan e lo misi nel piccolo ‘porta oggetti’ che avevo attaccato alla cintura. Poi mi tolsi la cintura con spade e pugnale. Poi entrai in acqua con il mio arpione. Arrivai con l’acqua fino alle ginocchia. L’acqua era bassa ma i pesci c’erano lo stesso. Intanto vidi che a riva, Percy aveva acceso un focolare e mi stava guardando insieme a Grover. Io rimasi ferma immobile con l’arpione a pelo dell’acqua. Piano, piano, si avvicinò un pesce. Con uno scatto fulmineo lo trafissi con l’arpione. Una volta preso, lo spostai più su sul bastone, poiché non avevo niente dove tenerlo. Arrivò un altro pesce dopo qualche minuto, feci lo stesso procedimento del primo e uscii dall’acqua, trionfante con due trote. Percy mi guardò meravigliato.

“Poi me lo insegni, vero?” chiese con un sorriso splendente.

“Forse” risposi con un sorrisetto.

“Bene! Cena in tavola! Ora vanno solo puliti” disse Grover.

“Dai, Grover. Puliscili” disse Percy.

“Perché devo pulire io i pesci?!” protestò il satiro. Non lo sopportavamo più e ci mettemmo minacciosi ai suoi lati.

“Perchè tu ci hai fatto fermare!” disse Percy

“Perché è stata tua l’idea di pescare!” dissi io.

“Perché sei piccolo e insignificante!”

“E perché ti faccio a polpette se non lo fai!”

“Uhm… altri motivi?” disse Grover.

“SUBITO, GROVER!” urlammo entrambi. Il satiro ubbidì e io mi ripresi la mia roba.

 

Percy’s POV:

Calata la sera, dopo che Grover ci preparò per bene i pesci, li mettemmo su un bastone e li arrostimmo sul focolare. Non scoprii niente di nuovo su di Annabeth. Era molto taciturna. Scambiammo pochissime parole. Grover non fece altro che fare l’idiota e sparare stupidaggini, ma era simpatico. Annabeth fu talmente silenziosa tutto il tempo che quando Grover si era allontanato per prendere altra legna, neanche mi accorsi che stava dormendo. La guardai mentre dormiva. Chiamatemi ‘maniaco’ non mi interessa. Dormiva in una posizione abbastanza scomoda per i miei gusti: con la schiena e la testa appoggiata al tronco dove avevamo legato i cavalli (Blackjack e quello di Annabeth dall’altra parte), le braccia incrociate e le gambe allungate e incrociate. Le guardai il viso; era davvero molto bella, ma la parte più bella del suo viso purtroppo non mi era visibile perché aveva gli occhi chiusi. Aveva uno sguardo molto intelligente che ti poteva anche mettere in soggezione. Ero rimasto ancora molto colpito da come gli occhi e cambiavano colore dall’azzurro al grigio quando s’arrabbia o è concentrata.

“Ho trovato la legna!”

“Shh! Sta dormendo” dissi a Grover. Lui tacque e mise la legna sul fuoco. “Anch’io sono stanco. Vado a dormire” dissi a bassa voce.

“Sì anch’io” disse il satiro e si stese sull’erba mentre io, come Annabeth mi appoggiai a tronco dell’albero e tenni stretto lo Scudo Olimpico tra le braccia. Mi ci volle poco e mi addormentai.
 
Annabeth’s POV:

1…2…3…aprii gli occhi. Percy e Grover stavano dormendo. Era la mia occasione per rubare lo Scudo. Silenziosamente mi alzai e mi avvicinai a Percy. Ancora una volta venni distratta dalla bellezza del principe… era un figo, non posso farci niente. Non so perché però mi sentii come delusa poiché i suoi occhi erano chiusi e non stava sorridendo. Aveva un bellissimo sorriso e quegli occhi… sembravano due oceani- ALT! ANNABETH, CONCENTRATI! Scossi la testa e mi concentrai sul da farsi. Lentamente allungai una mano per prendere lo scudo ma la ritrassi non appena sentì un rumore: Grover che russava. Ritentai, ma ritrassi la mano quando Percy si strinse ancora di più lo scudo e si voltò. Poi udii un rumore dietro di me. Misi una mano sul pugnale guardandomi intorno. Mi accorsi che il rumore veniva dal bosco. Mi ci addentrai prestando il massimo dell’attenzione a qualunque cosa. Localizzai da dove veniva il rumore e saltai addosso al mio avversario. Rotolammo per un paio di volte e lo atterai sguainando il pugnale pronta colpire…

“Ma che-?!”

“Dai colpiscimi! So che vorresti farlo!” disse Gerione

“Io sto lavorando, Gerione” dissi al mio collega.

“Che succede, Angelo? Rubare uno scudo è troppo difficile per te?” provocò Ethan. Mi tolsi da dosso a Gerione.

“Che ci fate voi due qui?” domandai.

“Luke si sta stufando di aspettare” riferì Ethan

“Bhe, ho un messaggio per Luke” dissi.

“Ditegli che porto lo Scudo, e ditegli che porto… il Principe Perseus”

“Il Principe?” disse Gerione incredulo.

“Dovrebbe essere a Lamia insieme agli altri” disse Ethan.

“E invece è qui e lo sto portando alle Termopili” dissi appostandoci in una postazione con Percy visibile.

“Potrebbe essere la mia occasione per riabilitarmi…” borbottò Gerione “Prendiamolo!”

“NON ORA!” dissi bloccandolo “Luke lo vuole vivo e ora andate a riferire, forza!” ordinai.

"Voglio darti un consiglio, Annabeth" disse Ethan. Lo guardai aspettando. "Il principe non ti conosce e, conoscendo te, so che sarai molto scontrosa. Cerca di entare nelle sue grazie, invece. Con la tua bella faccia e la tua natura spietata, non ti sarà difficile accalappiarlo e poi pugnalarlo alle spalle. Viso d'angelo e cuore di ghiaccio, questo è il mio suggerimento" disse lui.

"Bene, grazie del consiglio. Ora andate!" ordinai. Ethan e Gerione mi lanciarono un’occhiata e se ne andarono. Tornai all’accampamente e mi rimisi nella posizioni di prima e mi addormentai.
La mattina seguente, però, venni svegliata in un modo assai poco simpatico…
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: The Princess of Stars