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Autore: Amy_Star    17/09/2012    5 recensioni
Ad occhi esterni, Blaine è un ragazzo calmo e ordinario. Peccato che nasconda il fatto di essere un lupo mannaro.
Quando Sebastian Smythe, leader di un branco di lupi, giunge in città, diventerà impossibile per Blaine mantenere il controllo della sua vecchia e ordinaria vita.
___
“Mi chiamo Sebastian,” il ragazzo si presentò.
“Blaine Anderson,” replicò Blaine per abitudine. Dovette soffocare l'istinto di non porgere la mano e stringere quella di Sebastian come gli era stato insegnato.
“Adesso, evitiamo il gioco delle negazioni tipico di un romanzo per adolescenti.” Sebastian si voltò per affrontare Blaine. “Io sono un lupo mannaro e tu sei un lupo mannaro.”
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Wolf Like Me

 

 

L'odore del sangue fu la prima cosa che lo colpì quando aprì gli occhi.

Il dolore agli arti che seguì e che non fu attenuato dal freddo lo avvolse.

Blaine si costrinse debolmente a sedersi. Il movimento improvviso fece girare il mondo attorno a lui, impedendogli di raccogliere le forze. Una volta che le cose circostanti tornarono al proprio posto, capì che era nel parcheggio della sua scuola, ed era completamente nudo e sporco di sangue.

Le sue mani percorsero convulsamente la pelle viscida alla ricerca di qualsiasi ferita. Dopo vari minuti divenne ovvio, a causa della mancanza di tagli, che il sangue non era suo.

Grandi occhi nocciola cercarono per il parcheggio poco illuminato qualunque fonte di pericolo, visto che il sangue che aveva addosso doveva appartenere a qualcuno che era stato gravemente ferito. Rimase sollevato nel constatare che non c'era nessuna minaccia immediata, ma fu una cosa breve. L'orrore lo investì quando individuò due corpi adagiati per terra, a pochi passi da lui. Il selciato era reso scivoloso dal loro sangue, pozzanghere di color scuro riflettevano le luci della strada attorno, i loro occhi dallo sguardo vacuo completamente aperti, ma guardavano il nulla.

A quella vista Blaine sentì i succhi dello stomaco, caldi e acidi, risalirgli in gola. Cercò di mettersi in piedi in fretta per capire l'accaduto; sapeva cosa era successo con la stessa assoluta certezza con cui sapeva che non ci sarebbe stato alcun modo possibile per poter sfuggire alla propria colpa. Con un senso di urgenza che gli fece tremare le mani, Blaine radunò ciò che rimaneva dei propri vestiti fatti a pezzi e scappò via.

Corse veloce verso le strade secondarie, mantenendosi nell'oscurità per rimanere nascosto. Non sapeva ancora per quanto era rimasto privo di coscienza ma, per fortuna, era tutto avvolto nel silenzio della notte e ciò significava che le strade erano deserte. Raggiunse casa nel tempo previsto, strisciando per terra per aprire la porta sul retro, come se fosse stato inseguito da una bestia selvaggia, il che era ridicolo, visto che Blaine sapeva che la bestia dimorava in una parte di sé.

La porta sbatté pesantemente alle sue spalle mentre si gettò in casa. Rimase in piedi nella tranquilla cucina immersa nell'oscurità mentre il rumore dell'orologio che ticchettava echeggiava nella stanza vuota.

Blaine?”

Il suono delicato della voce di sua madre che lo chiamava arrivò alle sue orecchie. La luce dal corridoio si spanse ai bordi della cucina e l'ombra dell'esile figura della donna fu proiettata in modo enorme sul muro.

Blaine, sento odore di sangue.”

La sua voce esitò preoccupata e Blaine rabbrividì di disgusto all'idea di quello che avrebbe visto nel giro di poco.

Stai bene, tes-”

La frase venne interrotta da un chiarissimo sussulto di paura; Blaine sapeva che la mancanza di luce non sarebbe stato un problema per gli occhi della madre.

"Oh, Blaine."

Blaine serrò le palpebre quando le lacrime iniziarono a scorrere. Si accasciò sulle mattonelle gelide del pavimento, raggomitolandosi per rendersi il più piccolo possibile.

Mi dispiace,” urlò con voce spezzata. “Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.”

Sua madre lo avvolse tra le sue braccia ma la cosa non gli procurò sicurezza o senso di protezione. La vera minaccia giaceva dentro Blaine. Non importava cosa facesse, non avrebbe mai potuto fuggire dalla bestia celata sotto la sua pelle.

 

 

Un anno dopo 

 

 

La distesa dell'oscura foresta si estendeva per tutte le direzioni, Sebastian ne aveva una visuale perfetta dal pendio inclinato su cui era in piedi. Aveva esplorato quella zona per tutta l'ora precedente, per controllare che nessun essere umano avesse sconfinato e che ci fosse abbondante selvaggina per sfamare il proprio Branco.

Gli Anziani avevano mandato il loro ancora inesperto Branco di giovani licantropi nella tenuta in Ohio per varie ragioni. La prima era il necessario processo in cui il loro lupo interiore doveva riconnettersi alla natura. Sembrava ridicolo, una specie di teoria a cui gli umani ossessionati dalle filosofie New Age sarebbero stati interessati. Ma Sebastian non poteva negarne l'importanza: la maggioranza dei lupi mannari non poteva permettersi di trascorrere la propria vita a vagare per le foreste, specialmente in America dove queste diminuivano con una velocità disarmante. Per secoli, la sua specie si era integrata nella società umana; in apparenza, conducevano normali vite umane, avevano un lavoro e andavano al cinema. Ma era una recita inconsistente: interpretavano quel ruolo solo per proteggere loro stessi e il Branco dalle minacce esterne, anche se quello stile di vita spesso obbligava i licantropi in città o aree suburbane dove, di frequente, prendevano periodi di ferie estesi per tornare in contatto con ciò che erano veramente. Fortunatamente per loro, il loro Branco era potente e ricco abbastanza da possedere varie proprietà per tutto il paese adatte a quello scopo e distanti da occhi indiscreti.

La foresta era perfetta come Sebastian la ricordava. Gli alberi che si stagliavano in alto da centinaia di anni erano coperti da lussureggiante muschio verde, le foglie secche e gli aghi di pino marrone che nascondevano il terreno scricchiolavano sotto i suoi piedi, fasci di luce scivolavano oltre il denso fogliame. Il suo Branco aveva visitato la tenuta in Ohio svariate volte quando era un cucciolo, ma mai da quando era diventato un lupo mannaro completamente adulto. Il suo lupo interiore cresceva rigoglioso nell'ambiente circostante, lì si sentiva contento, quello era il suo posto.

Soddisfatto dal fatto che non ci fosse alcun pericolo immediato nel suo territorio, Sebastian si voltò per tornare a casa. Era un ragazzo al di sopra dell'altezza media e, secondo la sua opinione, al di sopra dell'aspetto comune. Le sue lunghe gambe percorsero facilmente il terreno discontinuo dove i suoi occhi blu, quasi verdi, erano rimasti impuntati alla ricerca di qualsiasi potenziale minaccia. Si stava godendo quella camminata solitaria quando un lampo di grigio si mosse oltre la sua coda dell'occhio. Mantenne il passo facilmente, non curandosi di bloccarsi per scoprire chi lo stesse seguendo, visto che conosceva già la sua identità. Dopo dieci minuti in cui fece finta di non notare niente di strano, all'improvviso si voltò velocemente per affrontare un grande lupo grigio. L'animale era mezzo rannicchiato e pronto ad usare gli artigli, i suoi occhi marroni, che pochi secondi prima erano ridotti a due fessure a causa della concentrazione, erano adesso spalancati dalla sorpresa.

Pensavi seriamente che avresti potuto spiarmi?” chiese Sebastian, inclinando la testa di lato divertito.

Le grandi orecchie appuntite dell'animale si contrassero dall'irritazione mentre sbuffava in modo sbrigativo. Il lupo si stiracchiò sulle zampe anteriori, facendo finta di non esser stato beccato in una posizione offensiva.

Smettila di giocare,” Sebastian sollevò gli occhi al cielo, notando il debole tentativo dell'animale di coprire il suo fallimento.

Nonostante il corpo tozzo, il lupo uscì in un attimo dal suo campo visivo, sparendo nei cespugli e lasciando dietro di sé soltanto una scia grigia. Sebastian rimase lì, attendendo pazientemente, fino a quando non percepì il suono di passi che calpestavano rocce e pigne. Sembrava che al suo aggressore non importasse più se Sebastian avesse potuto sentirlo arrivare da un miglio di distanza.

Non sei più divertente,” borbottò Puck, allontanandosi dai cespugli dove si era nascosto per tornare alla sua forma umana, la sua forma umana parecchio nuda.

Suppongo che tu abbia perso i vestiti,” disse Sebastian, perché era capitato poche volte che Puck avesse collocato male i propri abiti.

Da cosa lo capisci, Smythe?” ammiccò Puck, assumendo una posa da body builder.

Non si poteva negare che Puck avesse un corpo incredibile. Era quasi alto come Sebastian; muscoli sodi e abbondanti si compattavano nelle braccia, nelle spalle e sullo stomaco piatto. Il suo aspetto era evidentemente mascolino e tutto ciò che rimaneva dei suoi capelli era una lunga striscia simile a un taglio alla moicana che Puck dichiarava orgogliosamente fosse l'origine della sua faccia tosta. Comunque, nonostante i molti sguardi scambiati, Sebastian non si era mai ritrovato attratto da Puck in quel modo.

Continua a flirtare e comincerò a pensare che tu abbia una cotta per me, Puckerman.”

Sebastian continuò a camminare lungo il sentiero verso casa, con Puck che lo seguiva alle sue spalle. Ascoltò in silenzio il ragazzo ciarlare su quanto fosse pulita la zona e di come avesse già individuato vari cervi che desiderava cacciare.

La caccia aiuterà a costruire l'atmosfera da picnic tra innamorati tipica del ritorno a casa.”

Sebastian non poté non sorridere sentendo il tono ferito nella voce di Puck.

La seconda ragione per cui il Branco era dovuto tornare alla residenza in Ohio era fornire privacy ai membri che si sarebbero accoppiati nel giro di poco. Il Branco era composto da otto lupi, sei di loro erano su punto di accoppiarsi due settimane dopo, alla luna nuova successiva. I licantropi che avevano trovato da poco un nuovo compagno tendevano a essere insaziabili l'uno nei confronti dell'altro, ciò significava tenerli lontani dal pubblico che avrebbe potuto trovare offensiva una coppia che si faceva letteralmente a pezzi i vestiti di dosso.

Sebastian non era uno dei sei in procinto di prendere un compagno. A differenza di molti lupi mannari della sua età, lui non aveva interesse nella cosa, si godeva la libertà che il non essere legato a qualcuno gli dava, la possibilità di andare a letto con chiunque volesse era troppo inebriante per poter essere già messa da parte. Forse, un giorno, avrebbe trovato qualcuno con cui sistemarsi ma, in quel momento, avrebbe continuato ad essere un lupo solitario. Era comunque il leader del Branco, il che significava che era obbligato ad andare con gli altri e a proteggerli. Puck si era accodato perché odiava l'idea di rimanere tagliato fuori.

La loro proprietà di famiglia cominciò lentamente a spuntare dal boschetto di alberi e cespugli selvatici che crescevano nei dintorni. La casa era un'enorme struttura in stile Tudor composta da diciassette stanze, di cui sei camere da letto. I mattoni bianchi della casa sembrarono ancora più puri lambiti dalla luce del sole di tarda mattinata. Era poco più del cottage che di solito piaceva a Sebastian, ma come casa per le vacanze era accettabile.

Sebastian e Puck stavano giusto attraversando il ponte, il quale aveva un sinuoso fiume al di sotto, quando individuarono il resto del Branco. O, per essere più accurati, videro gli altri tre Alfa.

Abbiamo un problema,” annunciò Quinn nell'istante in cui Sebastian fu all'interno del raggio uditivo. Quinn era il comandante in seconda e la sua consigliera più fidata. Aveva scelto lei per le sue maniere distaccate e calme che avrebbero potuto resistere a grandi pressioni. Dall'esterno, la ragazza non aveva l'aspetto di un licantropo: aveva corti capelli biondi tagliati in modo elegante che le incorniciavano il viso a forma di cuore, un aspetto così raffinato al punto di sembrare quasi delicata, ma attenzione a interpretare tutto ciò come un'indicazione della sua debolezza. Quinn era probabilmente una delle più crudeli combattenti e tendeva ad avere la minor quantità di empatia per i suoi nemici. Se riteneva che ci fosse un problema, Sebastian doveva fare molta attenzione.

Sono stato via due ore,” disse Sebastian al piccolo capannello. “Cosa può essere successo?”

Ho fiutato un Randagio,” lo interruppe Santana, non preoccupandosi di aspettare che Quinn spiegasse. “Quando sono andata in città.”

Santana aveva la stessa figura magra di Quinn, ma per il resto era completamente diversa. Aveva la pelle color caffè scuro che contrastava perfettamente con i suoi lunghi capelli nero corvino. I suoi acuti occhi marroni fissarono Sebastian con aria di sfida quando disse quelle parole. Non era un segreto che lei avesse voluto il ruolo di Comandante in Seconda e che Sebastian non l'avesse presa in considerazione per quel posto. Tra tutti gli Alfa, Santana era quella col temperamento più caldo, indipendente e feroce. A volte Sebastian si domandava perché si disturbasse a rimanere nel Branco se si lamentava così spesso delle sue restrizioni. Lui aveva bisogno di un Vice che non lo sfidasse solamente, ma che lo sostenesse e, se non avesse scelto Quinn, sarebbe stato costantemente preoccupato del fatto che Santana potesse tramare alle sue spalle.

Forse era solo di passaggio,” Sebastian non aveva intenzione di andare in città alla ricerca di un Randagio che aveva semplicemente fatto un pit stop a Westerville.

No, devo dare ragione a Santana,” Nick, l'ultimo Alfa rimasto, scosse la testa in disaccordo.

A volte era difficile ricordarsi del fatto che Nick fosse un'Alfa partendo dal suo aspetto: aveva capelli neri arruffati che si arricciavano morbidamente sotto le orecchie. La sua personalità accomodante e amichevole contrastava col suo modo di aiutare gli altri membri del Branco. Comunque, Sebastian contava sulla sua salda lealtà.

L'odore era in poche aree concentrate ma era in parte permanente,” concluse Nick. Sebastian annuì in silenzio, dovendo accettare la probabilità che fosse stato un Randagio. La maggior parte dei licantropi nasceva in un Branco e rimaneva lì per il resto della loro vita. In mezzo a loro, alcuni non appartenevano a nessuno. Le ragioni erano svariate; alcuni erano stati esiliati, altri se ne erano andati volontariamente, ad alcuni avevano sterminato il resto del gruppo in cui erano nati. I Randagi non costituivano un problema fino a quando si comportavano bene. Di solito, si muovevano di città in città non rimanendo mai fissi in un solo posto per molto tempo. Il fatto che ci fosse un Randagio nei dintorni, vicino al territorio del Branco, era sconcertante.

Suggerisco di ucciderlo,” annunciò semplicemente Santana.

Sì, non attirerebbe per niente l'attenzione su di noi,” replicò Quinn con un innegabile tono sarcastico. “Specialmente considerando ciò che ho trovato nel giornale locale stamattina.” Sebastian rivolse la sua attenzione a Quinn, che gli stava porgendo un giornale. Lo prese in mano e trovò rapidamente l'articolo che aveva messo gli Alfa del suo branco in allerta. Dopotutto, era la prima pagina.

C'era la foto di una ragazza con i tratti rotondi e lo sguardo aperto che solo una persona molto giovane poteva avere. L'articolo spiegava che era scomparsa da giorni prima che un tizio che faceva jogging trovasse i suoi resti smembrati nel parco la notte prima. Il giornalista era sceso in dettagli su come nessun coltello o sega avrebbe potuto replicare le ferite frastagliate sulla sua pelle, né riusciva a spiegare i segni di artigli che le marchiavano la schiena o i morsi sul collo. Nonostante la polizia avesse classificato la sua morte come omicidio, il giornalista non sembrava convinto che un essere umano avesse potuto compiere un gesto così orribile. L'articolo faceva notare che la modalità dell'uccisione era simile a quella accaduta un anno prima, al cui riguardo molti avevano ipotizzato che fosse stato commesso da un cane selvatico.

A Sebastian si gelò il sangue nelle vene. L'articolo non incolpava direttamente i lupi mannari ma si chiedeva ulteriormente perché un cane selvatico avrebbe dovuto massacrare selvaggiamente una ragazza per poi non mangiare la sua preda. L'articolo concludeva dicendo che la polizia e gli addetti al controllo animali avrebbero dovuto cominciare a perlustrare le foreste attorno Lima alla ricerca di un qualsiasi segno riguardante un branco di lupi sul punto di reclamare la loro prossima vittima.

Sono d'accordo che sia un problema,” Sebastian piegò il giornale e lo porse di nuovo a Quinn. “Ovviamente abbiamo per le mani un Randagio violento che non riesce a controllarsi.”

Penso che dovremmo riconsiderare il mio piano di distruggere il bastardo,” riaffermò Santana.

No, Quinn ha ragione,” Sebastian si oppose fermamente. “Non possiamo andare in città e accatastare altri corpi. Per tutto ciò che sappiamo, il Randagio si è integrato nella comunità e la sua scomparsa verrebbe notata.”

Le persone già sospettano qualcosa,” aggiunse Quinn. “Non possiamo fare niente che attiri l'attenzione su di noi o sul Branco.”

Cosa vuoi che facciamo, allora?” domandò Puck.

Porterò uno di voi in città e investigheremo,” decise Sebastian dopo un istante. “Ci accerteremo su quanto sia grande la minaccia e partiremo da lì.”

Facciamolo allora,” Puck iniziò a camminare verso l'entrata principale con passo determinato.

Uh, Puck. Penso che mi porterò Nick,” Sebastian chiamò a gran voce la sua figura in lontananza. “Sai, considerando il fatto che ha i vestiti addosso e tutto il resto.”

Puck si fermò immediatamente, voltandosi per fissare Sebastian. Pensò per un minuto che il suo ordine sarebbe stato messo in discussione, ma lui scrollò le spalle con leggerezza. “Ad ogni modo, avevo fame,” e a quel punto Puck cambiò direzione per entrare invece in casa. Nick e Santana ridacchiarono sotto i baffi divertiti; anche Sebastian avrebbe voluto farlo, ma Quinn attirò la sua attenzione. “Fai attenzione, Sebastian,” sussurrò piano. “Un Randagio fuori controllo potrebbe essere un bel problema per noi.”

Ce la farò,” Sebastian le fece un sorriso vanitoso. “Che minaccia potrebbe mai costituire un Randagio contro il leader di un Branco?”

Le ultime parole famose,” sogghignò Santana prima di seguire Puck in casa. Sebastian sollevò lo sguardo al cielo al suo commento ma, dentro di lui, sperò che le sue parole non diventassero profetiche.

 

      

 

Riesci a credere agli idioti che vivono in questa città?”

Blaine sollevò la testa nella direzione dove il suo miglior amico Kurt stava leggendo il giornale locale.

I suoi luminosi occhi blu ne analizzarono rapidamente il contenuto, il quale fece piegare il suo volto in un aggrottare di ciglia. Soffocò una risata prendendo un altro sorso di caffè.

L'afflusso mattiniero al Lima Bean comprendeva studenti come loro e professionisti affaccendati dei dintorni. Era una tradizione per loro due bere un caffè prima di andare a scuola, l'unico che Blaine attendeva sempre con impazienza. All'inizio dell'anno, Kurt si era trasferito alla Dalton e i due erano velocemente diventati amici. In verità, Kurt era l'unico amico di Blaine: il resto della popolazione studentesca lo evitava quasi come se sapesse istintivamente che lui era diverso. Kurt una volta disse che quello era il motivo per cui era stato attirato da lui: perché entrambi erano dei disadattati, e lo aveva capito visto che era stato vittima di atti di bullismo alla sua ultima scuola per essere stato l'unico studente gay dichiarato. Comunque, Blaine doveva ancora confessare a Kurt che era molto di più del suo orientamento sessuale a renderlo un emarginato. Il fatto che fosse segretamente un licantropo lo teneva lontano da chiunque.

Potreste pensare che sia divertente per un adolescente essere un lupo mannaro, ma Blaine sapeva che nessun film o show televisivo avrebbe mai voluto rappresentare la sua vita. Aveva un padre che lo odiava per ciò che era, frequentava una scuola che lo ignorava, e non aveva possibilità di farsi degli amici perchè aveva paura che lo scoprissero. La ragione per cui Kurt era riuscito a sfuggire alle sue difese dipendeva dalla sua testardaggine e dalla sua personalità insistente. E anche perché Blaine era terribilmente solo, e quindi gliel'aveva permesso.

Perché sono idioti?” chiese Blaine divertito. Si aspettava che Kurt denigrasse l'orribile gusto in fatto di moda di qualche tizio o che qualcuno nella rubrica delle opinioni avesse di nuovo condannato l'omosessualità come bestialità. “Sai la ragazza di qui che era sparita? Beh, si è scoperto che è stata fatta a pezzi e sono spariti alcuni suoi arti.” Kurt fece una faccia disgustata mentre prendeva un sorso del suo mocha. “Quindi, naturalmente, danno la colpa ai lupi.”

Oh?” Blaine cercò di sembrare indifferente ma il cuore gli stava martellando nel petto.

Sì,” Kurt scosse la testa in segno di delusione. “E' diventata la causa di ogni problema in Ohio da un anno. ”

La pelle di Blaine si imperlò di sudore freddo. Il suo lupo interiore aveva i peli rizzati dalla paura di esser stato scoperto, nonostante Kurt non l'avesse accusato di qualcosa.

C'è stata quella che si pensa fosse stata un'aggressione ad opera dei lupi l'anno scorso al ballo della Sadie Hawkins a Westerville.” Kurt non notò la reazione di disagio di Blaine a causa della sua concentrazione sul giornale. “Due ragazzi vennero uccisi, credo. Il che è tragico, ma non significa che i lupi vaghino di notte per le strade.”

Blaine scosse la testa annuendo, provando con tutte le forze a controllare il proprio respiro. “Comunque, basta con- Blaine, stai bene? Sei parecchio pallido.”

Penso che mi stia venendo un raffreddore,” Blaine velocemente dissimulò il tutto.

Forse dovresti andare a casa,” Kurt lo fissò in modo comprensivo. Si sporse per toccarlo, ma Blaine gli allontanò la mano giusto in tempo. Era estremamente attento a non permettere a nessuno di sfiorargli la pelle: il mostro dentro di lui desiderava essere toccato, ciò significava che Blaine doveva evitarlo a tutti i costi. Chi sapeva cosa sarebbe potuto succedere se avesse dato al proprio lupo ciò che voleva?

Sto bene,” Blaine sorrise forse un po' troppo ampiamente.

Se ne sei sicuro?” Kurt lo analizzò in silenzio per qualche minuto prima di lanciarsi in un racconto riguardante le abitudini alimentari di suo padre.

Blaine si spense in uno stato quasi meditativo. Era un metodo che utilizzava quando il suo controllo si indeboliva: i suoi sensi intensificati erano uno dei parecchi fardelli della sua condizione. Non poteva sempre tenerli a bada; era una continua lotta per sopprimerli.

Comunque, in quel momento, aveva bisogno di permettere a se stesso di lasciarsi trasportare nel flusso dei mondi lì attorno: le conversazioni tra i baristi sul loro capo ingiusto, la coppia accanto a loro che stava discutendo dei piani per il weekend, un uomo d'affari che stava parlando per cellulare alla sua segretaria. In particolar modo, si concentrò sul tono di voce morbido di Kurt.

In modo normalissimo, Blaine si stava immergendo nelle preoccupazioni di tutti i giorni delle persone. Forse, sperava che facendo così sarebbe diventato come loro.

Blaine era così concentrato su quell'attività che non notò l'intruso entrare. Non udì i silenziosi passi che strisciavano per la caffetteria, il passo di un predatore. Ad ogni modo, l'odore di pino, di legno e di fuoco attraversò le dense nuvole di profumi che riempivano quell'unico spazio e

Blaine fece scattare la testa di lato per capire da dove provenisse tale fragranza, quel profumo non poteva appartenere a nessun essere umano.

Blaine analizzò ogni faccia all'interno del locale affollato: molte di loro erano perse nel proprio mondo, non prestando attenzione ad altro. Tranne per una, un ragazzo che incatenò lo sguardo con quello di Blaine all'istante. Aveva la sua stessa età, alto, longilineo e con un viso spigoloso e bellissimo che Blaine di solito vedeva sui modelli in passerella. Già da soli, quegli attributi avrebbero catturato la sua attenzione, ma furono i suoi occhi ad affascinarlo completamente. Le iridi erano una splendida combinazione di verde e blu, la limpidezza e l'intensità di quegli occhi fecero trasalire Blaine. Era abituato agli sguardi degli esseri umani che spesso erano offuscati e opachi mentre si affacciavano al mondo, non cogliendo nulla oltre ciò che loro stessi volevano vedere.

Il ragazzo fissò in modo sfacciato Blaine, un leggero sorriso gli passò sulle labbra.

Blaine?” Il gomito di Kurt lo colpì nel fianco. “Lo conosci?”

No,” sussurrò Blaine, incapace di staccargli gli occhi di dosso. “Ma ha una faccia familiare.”

L'ultima parte del suo mormorio non era davvero una bugia. Blaine non aveva mai incontrato quel ragazzo nella sua vita, eppure poteva percepire una connessione tra loro. La sua mente mise insieme i dettagli che aveva raccolto: gli occhi e il profumo che non potevano avere nessun essere umano, l'espressione di chi la sapeva lunga sul viso del ragazzo misterioso mentre lo individuava tra la folla.

A quel punto, la verità lo investì in pieno: lo sconosciuto dall'altra parte del locale era un licantropo.

Sua madre lo aveva avvisato sin da quando era bambino di fuggire se avesse mai incrociato il cammino di un altro lupo. Non gli spiegò mai perché avrebbe dovuto temere una cosa del genere, ma lo sguardo di terrore nei suoi occhi era sempre rimasto nella sua memoria.

Blaine si costrinse a uscire dalla trance in cui il ragazzo lo aveva messo, si alzò e incespicò nei propri piedi, non curandosi di aver quasi fatto cadere la sedia.

Devo andare,” mormorò ad un Kurt confuso.

Si precipitò verso l'uscita senza aspettare che il suo amico lo raggiungesse. Il panico di esser stato intrappolato in un luogo vicino con un altro lupo mannaro gli infiammò un disperato bisogno di fuggire. Mentre si dirigeva verso la porta, Blaine notò lo sguardo fisso del ragazzo per un'ultima volta.

Gli si ghiacciò il sangue nelle vene vedendo l'espressione sulla sua faccia. Lo sconosciuto continuava a fissarlo apertamente e non sembrava sconcertato dalla sua fuga convulsa. Ciò che innervosiva di più Blaine era il fatto che la testa del ragazzo si fosse inclinata di lato ed una delle sue sopracciglia si fosse arcuata, quasi come se dicesse in maniera non verbale 'Davvero? Pensi che fuggire via funzionerà?'

Blaine sperò di aver dato troppa importanza alla cosa, che la domanda che aveva visto formarsi sul volto del ragazzo fosse solamente un riflesso delle sue stesse paure. Ma, mentre spingeva la porta verso l'esterno, ebbe la sensazione che il ragazzo avesse ragione. Quella volta fuggire non sarebbe bastato.

 

 

Cosa è stato?”

Sebastian si voltò di lato, dove Nick era in piedi accanto a lui.

Anche i suoi occhi avevano seguito il ragazzo che era fuggito dalla caffetteria verso la strada.

Ti prego, non dirmi che ci hai provato con lui,” sospirò Nick. “Non dirmi che ci sei andato troppo pesante e lo hai spaventato.”

Non ho mai spaventato nessuno col mio flirtare,” lo corresse Sebastian. “Ma non ho avuto nemmeno la possibilità di parlargli.”

Sembrava abbastanza spaventato,” fece notare Nick.”Non è lui che stiamo cercando?” Sebastian dubitava che il tipo fosse il Randagio che aveva fatto a pezzi quella ragazza umana. Aveva incrociato alcuni Randagi lungo i suoi viaggi e lui non rientrava nelle caratteristiche: di solito erano di carattere spigoloso, un luccichio freddo e duro nei loro occhi e l'aspetto trascurato di chi viaggiava spesso. Non c'erano dubbi sul fatto che il ragazzo fosse un lupo mannaro, ma era sicuramente uno con un'indole strana: sembrava strettamente legato alle apparenze ma, allo stesso tempo, stabile. Era abituato ad essere circondato dagli esseri umani, eppure Sebastian l'aveva notato allontanarsi e separarsi da chi gli stava intorno. Odorava anche in modo strano, come se si fosse fatto il bagno nel sapone e nella colonia. Nessun lupo mannaro che Sebastian avesse mai incontrato aveva mai indossato qualsiasi fragranza forte. Il naso di un lupo era molto sensibile, anche in forma umana: saponi profumati ostacolavano la loro abilità olfattiva e impedivano agli altri licantropi di riconoscere il loro odore. Comunque, mascherare il proprio profumo aveva senso per un Randagio che non voleva essere trovato.

Lui è un'opzione,” affermò Sebastian.

Cosa facciamo adesso?” Nick lo fissò con sguardo interrogativo. Sebastian aveva sempre preferito portarsi Nick in quelle specie di escursioni; se Santana o Puck fossero andati con lui, avrebbero discusso in ogni momento o, semplicemente, avrebbero inseguito il ragazzo. Almeno Nick aveva aspettato in attesa di un ordine prima di agire.

Voglio andare al parco dove la ragazza è stata ritrovata,” decise Sebastian. “Vediamo se riusciamo a individuare una scia.” Il Randagio sconosciuto del locale poteva aspettare. Nonostante la sala fosse stata piena zeppa di persone e il ragazzo avesse addosso quel disgustoso odore, Sebastian si ricordava il suo vero profumo e avrebbe potuto rintracciarlo: sapeva di acqua piovana, erba dolciastra e luce del sole. In verità, era una delle fragranze più inebrianti in cui Sebastian si fosse mai imbattuto.

La passeggiata fino al parco cittadino non prese molto tempo, ma Sebastian si dispiacque quando arrivarono. La zona era stata isolata con del nastro giallo della polizia e due poliziotti facevano la guardia, senza dubbio per spaventare e cacciare i visitatori non graditi. Dubitò del fatto che due adolescenti avessero il permesso di dare un'occhiata più da vicino.

Sembra proprio che dobbiamo eseguire l'Operazione Fido,” Sebastian informò Nick con uno sguardo inquieto.

Allora immagino che reciterò la parte di Fido,” dichiarò Nick, non preoccupandosi nemmeno di fare la domanda a cui sapeva doveva rispondere.

Tu hai più possibilità di poter passare come cane,” lo prese in giro Sebastian. Nick borbottò sbuffando ma si avviò obbediente verso l'appartata area boschiva.

Sebastian attese pazientemente osservando il vicino parco abbandonato. A quell'ora del giorno, un posto come quello avrebbe dovuto pullulare di piccioni, madri a giocare coi loro figli e l'occasionale jogger fuori per una corsetta prima del lavoro.

Invece, il luogo era abbandonato e deserto; nessuno voleva stare nelle vicinanze di un posto dove era stato ritrovato un cadavere, eccetto i giornalisti e gli psicopatici. All'improvviso, un lupo nero con il ventre grigio si lanciò fuori dagli alberi e raggiunse Sebastian. Nick era il più piccolo in forma lupesca in paragone con Puck o Sebastian, ciò significava che poteva occasionalmente essere scambiato per un cane. Inoltre, Nick aveva un carattere più dolce e non gli importava se qualcuno gli accarezzava la testa. Puck avrebbe probabilmente avrebbe morso la mano a qualcuno se questi avesse provato a grattarlo dietro le orecchie.

Bravo bello,” Sebastian chiamò con affetto Nick quando gli si avvicinò. Gli diede un buffetto sulla testa, lui abbassò le orecchie scocciato, eppure per il resto rimase immobile.

Andiamo,” sorrise compiaciuto e divertito Sebastian.

Poco dopo, si chinò per trovare un ramo a caso per terra che avrebbe potuto lanciare nella direzione della scena del crimine. Bastone alla mano, Sebastian aspettò fino a quando i poliziotti guardarono dall'altra parte prima di lanciare il legnetto con mira perfetta. Nick si allungò e si lanciò all'inseguimento come un normalissimo cane. I due ufficiali di polizia trasalirono dalla sorpresa, uno addirittura gridò dalla paura quando Nick si insinuò tra loro e li oltrepassò. Sebastian si pentì del piano il secondo in cui vide uno dei poliziotti stendere la mano per prendere la propria pistola. Dopotutto aveva senso: l'intera città aveva paura dei cani killer e in quel momento uno di loro era appena apparso davanti ai loro occhi. “Aspettate, fermatevi!” urlò. “E' il mio cane!” Corse verso i due ufficiali spaventati che lo fissavano apertamente.

Questo è il suo cane, signore?” Il poliziotto più anziano indicò il punto dove Nick stava allegramente fiutando l'erba. “Sì, mi dispiace,” Sebastian regalò loro un largo sorriso affascinante. “Il nostro gioco coi bastoni mi è sfuggito un po' di mano.”

La preghiamo di far allontanare il cane, signore,” il più giovane lo indicò con aggressività. “Questa è ancora una scena del crimine.”

Ma certo, nessun problema.” Oramai Nick avrebbe dovuto aver scovato qualsiasi odore duraturo di un lupo mannaro che, si sperava, potesse portarli al vero esecutore dell'assassinio prima della polizia. Se quei due erano i migliori che Westerville poteva offrire, Sebastian non aveva dubbi sul fatto che sarebbero arrivati al killer per primi.

Vieni qui bello, vieni qui.” Nick drizzò la testa e scodinzolò la coda mentre trotterellava al fianco di Sebastian. “Mi dispiace ancora, agenti,” Sebastian si scusò sinceramente prima di trascinare via Nick come se fosse stato un vero cane disobbediente. I due si allontanarono in modo disinvolto, anche se Sebastian desiderava disperatamente che Nick tornasse alla sua forma umana. Non era noto per la sua pazienza e in quell'esatto momento voleva avere delle risposte. Nick condusse Sebastian nella zona boschiva e sparì per trasformarsi come poco prima, svanì velocemente nel sottobosco dove aveva lasciato i propri vestiti e Sebastian cominciò a girare in tondo con impazienza, in attesa che Nick tornasse umano e si rimettesse gli abiti addosso.

C'è stato un lupo mannaro qui, senza dubbio,” annunciò mentre sbucava dai cespugli. “Potevo sentirne l'odore ovunque.”

Cazzo,” imprecò Sebastian frustrato. Aveva sperato che la ragazza fosse morta a causa dell'aggressione da parte di un cane qualsiasi, avrebbe reso la situazione molto più semplice. Il Branco si era recato in Ohio per rilassarsi, non per inseguire un Randagio assassino con la passione per la carne umana.

Cosa vuoi che faccia?” domandò Nick.

Voglio che tu e Santana torniate stanotte in questo parco,” ordinò Sebastian con decisione. “Scovate l'odore e perlustrate la città per trovarne l'origine. Rimanete al buio e lontani dagli umani. Non voglio sentire al telegiornale quanto sia stato coraggioso il cittadino che ha ucciso alla svelta un cane che stava vagando per le strade.”

Cosa hai intenzione di fare?” chiese Nick curioso.

Rintraccerò quel Randagio della caffetteria,” decise Sebastian. Non sarebbe stata una cosa rapida, ma quel Randagio poteva essere la chiave per capire cosa stava succedendo in quella città.

 

 

Blaine si svegliò prima del normale o, per essere più accurati, non si era mai addormentato. Il misterioso ragazzo del giorno prima visto al Lima Bean continuava a invadergli i pensieri, nonostante provasse con tutto se stesso a non pensare a lui. Piccoli dettagli continuavano ad affiorare ogni volta che chiudeva gli occhi; i lati aguzzi dei suoi zigomi, i nei sparsi per tutto il collo, quegli implacabili occhi blu e verde.

Blaine aveva deciso di prendersi il suo tempo con la routine mattutina, per poter mettere le distanze dagli eventi del giorno prima. Per la maggior parte delle persone, essa consisteva nel lavarsi, ma il tutto aveva un altro significato per Blaine. Per lui voleva dire sovrapporre strati su strati per creare una maschera che nessuno avrebbe mai potuto oltrepassare.

Cominciò col lavare in maniera meticolosa il proprio corpo con del sapone molto profumato che sua madre gli aveva detto avrebbe potuto distrarre gli altri lupi ed impedir loro di definire con precisione il suo odore. Blaine aggiunse anche della colonia come misura di sicurezza, specialmente adesso che le paure di sua madre si erano dimostrate fondate.

Dopodiché, domò i suoi ricci scuri e selvaggi con ampie quantità di gel. Dopo dieci minuti, Blaine fu soddisfatto del fatto che nessun ricciolo potesse sfuggire dalla sua capigliatura liscissima. Mise le lenti a contatto per aiutarsi a nascondere il colore dorato dei suoi occhi, quasi inumano, fino a far loro raggiungere una tonalità di marrone ordinaria. Con grande cura, indossò la divisa della scuola; si assicurò che le linee dei pantaloni fossero increspate, che la camicia bianca a bottoni non avesse pieghe e che la cravatta fosse perfettamente dritta. L'ultima parte del processo non coinvolgeva saponi o vestiti, ma Blaine stesso. Doveva stare davanti allo specchio e fissare il proprio riflesso: i suoi lineamenti e le espressioni sul suo viso dovevano essere distesi e controllati, qualsiasi scintillio che rivelasse istinti primordiali doveva essere cancellato dal suo sguardo, il suo sorriso doveva essere semplice, la sua voce calma e tranquillizzante, la sua personalità discreta.

Adesso era pronto ad affrontare la giornata.

Aveva appena messo il suo compito di scienze dentro la cartella quando sentì bussare alla propria porta. Era Kurt; Blaine lo sapeva perché aveva riconosciuto la marca della colonia attraverso l'uscio. Fece un respiro profondo prima di incollarsi un sorriso in faccia.

Buongiorno,” salutò educatamente Kurt. Uscirono dalla camera e chiuse veloce la porta alle sue spalle.

Kurt non ricambiò il sorriso. I suoi occhi blu seguirono i lineamenti stanchi di Blaine con sguardo critico.

Stai bene?” chiese. “Perché sembra che tu non abbia dormito per niente.”

Il fatto che ben poco sfuggisse agli occhi di Kurt era uno dei lati negativi della loro amicizia. Per quanto Blaine tentasse, c'erano dei giorni in cui il suo migliore amico era in grado di vedere oltre le sue bugie. Poteva solo sperare che Kurt pensasse che Blaine fosse troppo riservato quando si trattava di parlare della sua vita personale, non che stesse nascondendo la sua vera identità. Non c'era niente di divertente nell'essere un licantropo adolescente.

Ho lavorato al progetto di scienze,” Blaine sospirò in modo stanco. “Non penso vincerò il Premio Nobel per la chimica molto presto.”

Kurt non sembrava totalmente convinto, ma fissò Blaine con un debole sorriso per la sua presa in giro.

Nemmeno io,” ammise. “Penso che dovremo accontentarci di essere delle grandi stelle di Broadway.”

Mi sembra un ottimo piano,” rise Blaine di rimando.

Blaine teneva per sé il fatto che probabilmente non sarebbe mai stato a Broadway o su qualsiasi altro tipo di palcoscenico. Avere un lavoro dove sarebbe stato costantemente sotto l'occhio del pubblico avrebbe aumentato le possibilità di essere scoperto. Non importava quanto desiderasse essere un artista, sapeva già che non lo sarebbe mai stato.

I due si diressero verso la classe chiacchierando di cose banali come i compiti che ci sarebbero stati e il bel tempo fuori stagione che stavano avendo. Decisero di tagliare per il cortile, in modo da godersi il bellissimo sole prima di rimanere bloccati a scuola per il resto della giornata. Gli altri studenti si stavano accalcando per andare in classe, come ogni giorno, e Blaine poté rilassarsi all'idea che tutto sarebbe tornato alla normalità. Per ciò che poteva sapere, quel ragazzo al Lima Bean era un tizio normale e non un lupo mannaro. Probabilmente, aveva perso la calma per niente. Nel giro di una settimana si sarebbe dimenticato dell'intero incidente e sarebbe tornato a vivere la propria esistenza in pace.

Il desiderio di ritenere che tutto ciò potesse non essere vero era così forte che, quando quell'odore del giorno prima gli riempì i sensi, Blaine si rifiutò di crederci.

Provò ad autoconvincersi che fosse stata solo la sua immaginazione, fino a quando non vide quel ragazzo nelle vicinanze dell'edificio di scienze. Sembrava fuori posto coi suoi vestiti casual, ma nessuno sembrò notarlo, tranne Blaine. I suoi occhi verdi fissarono direttamente i suoi, facendolo sentire inchiodato al terreno. Dopo svariati secondi pieni di tensione, il ragazzo inclinò la testa all'indietro in un invito, prima di sparire dietro l'angolo.

Blaine?” la voce di Kurt lo riportò alla realtà.

Io, uhm... ho dimenticato una cosa al mio dormitorio,” balbettò.

Torniamoci allora,” si offrì Kurt.

No, no, vado io. Non voglio che tu faccia tardi.”

Sei sicuro?”

Assolutamente,” dichiarò Blaine, forse con un po' troppo entusiasmo. “Non ci impiegherò molto.”

Non attese nemmeno per vedere se Kurt acconsentisse o meno. Fece una mezza corsetta verso il suo dormitorio ma, quando fu certo che Kurt non lo stesse più guardando, cambiò direzione verso sinistra. Dietro l'edificio di scienze c'era il capannone degli sport all'aria aperta, dove erano conservati gli equipaggiamenti usati per l'atletica leggera. La zona era di solito vuota, tranne per i pochi che uscivano ed entravano furtivamente per fumare; non che qualcuno alla Dalton ammettesse di farlo.

Blaine trovò il ragazzo del giorno prima appoggiato in modo distratto contro il capanno.

Mi chiamo Sebastian,” il ragazzo si presentò.

Blaine Anderson,” replicò Blaine per abitudine. Dovette soffocare l'istinto di non porgere la mano e stringere quella di Sebastian come gli era stato insegnato.

Adesso, evitiamo il gioco delle negazioni tipico di un romanzo per adolescenti.” Sebastian si voltò per affrontare Blaine. “Io sono un lupo mannaro e tu sei un lupo mannaro.”

Sebastian inclinò la testa di lato mentre osservava un Blaine a dir poco sorpreso. “Sei strano come lupo mannaro, ma non si può negare che tu lo sia.”

Blaine non fu esattamente entusiasta del sentimento dietro quella dichiarazione brusca. Era già abbastanza orrendo il fatto che si sentisse un emarginato tra gli esseri umani, in quel momento gli sembrò che anche gli altri lupi lo trovassero strano.

Pensò di rispondere con un commento tagliente, ma Sebastian si sporse verso di lui in modo inaspettato, non dandogli in tempo di reagire. Blaine si pietrificò sul posto mentre Sebastian cominciò a girargli attorno. Il gesto lo innervosì e non riuscì a togliersi di dosso la fastidiosa sensazione di essere completamente esposto all'altro ragazzo. Per opporsi alla cosa, Blaine iniziò a voltarsi in modo che entrambi fossero sempre l'uno di fronte all'altro. Un gioco involontario basato sul predominio esplose tra i due, con ognuno che cercava di imporre la propria supremazia. Dopo vari minuti di giri, Sebastian allungò la mano per afferrargli il braccio e bloccarlo sul posto. La presa incredibilmente salda dello sconosciuto era dovuta al suo sangue da lupo, ma non fu quella che fermò Blaine. Furono quegli occhi a farlo, che penetrarono direttamente nei suoi, fissandolo al terreno.

Smettila di muoverti,” gli ordinò Sebastian con tono basso. Non c'era rabbia nella sua voce, ma era ferma abbastanza da non lasciare spazio a ulteriori discussioni.

Blaine rimase immobile mentre si faceva ispezionare dal ragazzo. Alla fine, Sebastian si bloccò soddisfatto dietro di lui e la cosa fece venire la pelle d'oca a Blaine, non a suo agio col fatto che fosse così vulnerabile in quel momento. Un lungo silenzio si formò tra loro e ciò intensificò l'imbarazzo della situazione in cui si trovavano. Blaine era sul punto di spostarsi per mettere spazio tra loro due, quando Sebastian fece un passo avanti.

La punta del suo naso gli sfiorò leggermente la curva del collo. Gelò sul posto, non sapendo se Sebastian stesse per attaccarlo o per fare qualcosa di inappropriato.

Hai davvero un profumo delizioso,” mormorò Sebastian, facendo un passo indietro. “O meglio, lo avresti se non indossassi quella colonia disgustosa.”

Blaine rabbrividì, sentendo improvvisamente freddo quando Sebastian si allontanò di qualche passo.

Perché lo fai?”

Cosa?” chiese Blaine, stupito. Si voltò per affrontare Sebastian, ora che non c'era più lui a bloccarlo.

La colonia, il gel per capelli. Tutto quanto,” arricciò il naso con disgusto malcelato. “Cosa ottieni dal nasconderti?”

Blaine riuscì a percepire i peli della schiena rizzarsi mentre Sebastian lo interrogava riguardo le sue motivazioni. Che diritto aveva di criticarlo?

Ho le mie ragioni,” disse in modo brusco.

Sebastian sbatté le palpebre sorpreso, per il resto non sembrò confuso dalla rabbia di Blaine.

Appartieni ad un branco?” chiese Sebastian, agendo come se, nonostante le sue domande, non volesse suscitare una reazione negativa in Blaine.

Cosa intendi dire?” Blaine non aveva la minima idea di cosa fosse un branco.

Se devi chiederlo, allora la risposta è no,” Sebastian contrasse le labbra sovrappensiero mentre fissava Blaine. “Devi essere un Randagio allora e, quindi, presuppongo che tu abbia vissuto qui per tutta la tua vita.”

Ho una casa,” suggerì flebilmente Blaine.

Un lupo mannaro può avere una casa solo se appartiene a un branco,” spiegò Sebastian con aria di superiorità. “Il che ti rende un Randagio.”

Blaine non apprezzò la maniera in cui Sebastian aveva pronunciato la parola 'Randagio', o il modo in cui i suoi occhi si erano riempiti di pietà quando lo guardavano. Per diciassette anni, Blaine se l'era cavata benissimo senza un branco o come diavolo si chiamava. Eppure, quel Sebastian si comportava come se avesse appena scoperto che Blaine aveva una malattia allo stadio terminale.

Comunque, i Randagi di solito non rimangono fissi in un solo luogo,” continuò Sebastian. “Forse, due anni al massimo.”

Immagino che questo non mi renda un Randagio,” si oppose Blaine.

Onestamente, non so cosa fare con te,” concluse finalmente Sebastian. “Non riesco a decidere se tu sia una minaccia o meno.”

Non sono una minaccia,” protestò Blaine, ma la sua faccia crollò per un momento quando dei ricordi sgraditi lo riportarono all'anno prima, al ballo della Sadie Hawkins. Sfortunatamente, Sebastian notò la sua esitazione e si concentrò su di essa.

Hai ucciso degli esseri umani?” domandò Sebastian.

Cosa? No, ovvio che no,” Blaine non poteva credere che il ragazzo lo credesse capace di una cosa del genere. Sapeva di non essere ordinario come chiunque altro ma, almeno, sperava di non avere la parola 'killer' scritta in fronte.

I muscoli di Sebastian si irrigidirono e i suoi occhi si ridussero a due fessure mentre lo guardava. Per un breve istante, Blaine si chiese se non fosse il caso di scappare, visto che sembrava essere sul punto di venire attaccato. Erano entrambi in un'area appartata e, se Sebastian avesse voluto sopraffarlo, Blaine temeva che ci sarebbe riuscito.

A quel punto, il ragazzo rilassò la propria postura, ma mantenne lo sguardo incatenato su Blaine.

Posso dirti che non hai controllo...” iniziò Sebastian ma Blaine lo interruppe.

Sì invece!”

La sua intera vita era basata sul controllo. Sul resistere agli istinti e ai desideri per mantenere se stesso fuori dai guai, e sentire Sebastian mettere in dubbio quel particolare lo fece infuriare.

No, invece,” continuò lui con l'autorità di qualcuno che era sicuro che ciò che conoscesse fosse vero. Blaine lo invidiò per quello.

Tu fai finta di avere controllo,” Sebastian indicò l'intera persona di Blaine. “Giochi a vestirti in questo modo per stare meglio con te stesso, negando ciò che tu sai sia vero.”

Che sarebbe?”

Tu hai paura del lupo dentro di te. Ti svegli ogni mattina chiedendoti se quello sarà il giorno in cui non sarai più in grado di combatterlo.”

Blaine rimase lì, in piedi, in silenzio, sapendo di non avere nessun argomento con cui poter contrastare quell'affermazione.

Puoi capire bene perché potrei essere sospettoso nei riguardi di un Randagio che non ha controllo del suo lupo.”

Ascolta, potrebbe essere che tu abbia in parte ragione,” Blaine deglutì per mantenere la calma. “Ma non farei mai del male a qualcun altro... Non ho aggredito quella ragazza.”

Blaine si ritrovò a fissare Sebastian con uno sguardo supplichevole. Nonostante si conoscessero a malapena, era incredibilmente importante il fatto che lui gli credesse.

Sebastian sembrò vacillare, il cipiglio sul suo viso più dettato dalla confusione che dalla sfiducia.

Non so cosa credere,” sospirò Sebastian, sollevando una mano e facendola scorrere tra i capelli, grattandosi la testa frustrato. Dall'inizio della conversazione, quello fu il primo segno di aperta incertezza da parte di Sebastian.

Non penso che tu sia una minaccia,” fece un passo avanti. “Ma ho bisogno di conoscerti meglio per esserne sicuro. Me lo permetterai? Puoi fidarti di me?”

Stese la mano in direzione di Blaine, in attesa di vedere quale scelta avrebbe compiuto.

Blaine fissò quelle dita, non sapendo cosa farne. Poco prima, durante quello stesso giorno, Blaine si era sentito completamente solo, pieno di quella solitudine che proveniva dal non avere accanto nessuno che potesse comprenderlo davvero. Ora, invece, quel bellissimo e spaventoso ragazzo che si trascinava in giro con aria di autorità gli stava dando la possibilità di cambiare quella cosa. Comunque, se avesse acconsentito, avrebbe potuto perdere tutto quello che conosceva, tutto ciò che lo faceva sentire al sicuro. Sebastian avrebbe potuto essere la sua caduta definitiva, l'unico che poteva far crollare le minacce che mantenevano assieme la vita di Blaine.

La sua parte umana continuava a ripetergli di scappare, ma il lupo voleva invece dargli una possibilità.

Esitante, Blaine sollevò la mano e la fece scivolare in quella di Sebastian.

Sì,” annuì di rimando. “Proverò a fidarmi di te.”

 

 

 


Eccoci qua con il primo capitolo di Wolf Like Me, opera della bravissima Amy-Star e una delle fanfiction seblaine più belle del fandom inglese.

Questa storia ci è piaciuta talmente tanto che ci siamo dette "No, va diffusa al mondo.”

E quindi siamo qui speranza19 -che ha fatto anche il bellissimo bannerino in cima- e Medea00 , con l'aiuto di IrishMarti per la betatura, che abbiamo cercato di tradurre al meglio questa fanfiction, sperando che sia non diciamo perfetta, ma quanto meno convincente. In caso contrario, vi prego di farcelo sapere!
Per quanto riguarda dettagli tecnici, l'unica cosa che ci teniamo a dire per il momento è che i lupi trattati da Amy-Star non sono veri e propri lupi mannari. Sono influenzati dalla luna e dalle sue fasi, ma si possono trasformare quando vogliono. A dire il vero, più che lupi mannari sono licantropi, ma abbiamo preferito lasciare (qualche volta) il primo termine per rispettare le scelte stilistiche dell'autrice.

Gli aggiornamenti saranno una volta la settimana, il lunedì :)
Per quanto riguarda la storia, che dire. Leggetela e amatela.

Ila&Fra

  
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