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Autore: vale563    17/09/2012    3 recensioni
...La mattina seguente mi svegliai ed ero completamente senza fiato. Feci un sogno strano, ma bellissimo. Sognai un volto, un ragazzo bellissimo, con un sorriso che mi scaldava il cuore, riuscivo a distinguere perfettamente le linee del suo volto e i suoi occhi di un azzurro intenso che mi fissavano come se avessero visto un angelo. Ma l’angelo era lui, ne ero sicura. Ma era solo un sogno …
Se diventasse realtà?
In questa ff Bella è una diciassettenne, matura, responsabile e ... ancora vergine! Ma qualcosa in lei cambierà quando andrà a passare le vacanze estive con suo padre dopo 11 anni a New York e conoscerà Edward, ragazzo molto misterioso e soprattutto bellissimo, è più grande di lei e nasconde un misterioso segreto. Ma tutto ciò non la fermerà. Fino a che non dovrà fare una scelta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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“Smettila, Jusper!” Era ormai più di un’ora che continuava a schizzarmi l’acqua del mare addosso.
“E dai, Bella! Ridi un po’! E’ estate!”
“Ma mi sto divertendo, anzi, mi divertirei di più se la smettessi, grazie.” Gli dissi sorridendo.
“Bella, puoi ingannare tutti ma non me. Ti conosco da troppo tempo. Quindi concedimi il lusso di sapere quand’è che menti!” Scherzò.
“E’ solo che …” Mi interruppe.
“Non l’hai ancora dimenticato.”
“Esatto.” Dissi, poi continuai, “si, è così! Non l’ho dimenticato. E mi sono stancata di fingere di averlo fatto.”
“Nessuno ti ha chiesto di farlo.” Eravamo in riva al mare ed era tardo pomeriggio, i raggi del solo avevano smesso di arrostirci la pelle e ci accarezzavano come piume delicate mentre, piano, ci sdraiavamo per farci colpire debolmente dalle onde del mare. Ci trovavamo nel sud della Florida, a Palm Beach.
Jusper era un vecchio amico che conobbi quando avevo più o meno 10 anni, eravamo entrati subito in sintonia. Ma purtroppo dovetti dirgli addio troppo presto, perché due anni dopo si trasferì con i suoi nonni a Manhattan. L’ho ritrovato in Florida subito dopo il mio ritorno da New York l’anno scorso …  
E’ stato come vedere la luce dopo il buio. E’ stato davvero la mia salvezza. Se non ci fosse stato lui mi sarei catapultata subito in depressione. Lui è sempre stato sincero con me e mi ha subito detto che stavo esagerando e che stavo ingigantendo le cose: 1- Edward era solo un ragazzo, e che probabilmente, si. Aveva degli affari loschi. 2- Di amiche come Alice ne avrei trovate a migliaia.
Lui sostiene che io mi sia in un certo senso … Dimenticata della mia vita e avessi deciso di far parte della loro. Di quella dei Cullen. Perché la mia non ero in grado di affrontarla. E mi sono ritrovata a sbattere  contro un problema più grande di me.
Jusper mi disse subito che avevo sbagliato. Dai problemi non si scappa, li si affrontano e li si risolve.
“Lo so, ma … Sento tutto così lontano da me! Come se stessi vivendo la vita di qualcun altro. Di qualcun altro, Jusper. E non è me. Io non so chi sono, non lo so più ormai.”
“Invece, secondo me tu lo sai.” Disse, serio. Aveva smesso di sorridere e non me ne ero accorta.
“No …”
“Lo sai. Perché tu sei la ragazza che hai lasciato a New York. Ecco chi sei. Tu sei ancora lì! E non hai ancora il coraggio di andare lì e riprenderti. Di riprendere tutta la tua vita. Cavolo, è passato un anno Bella. Volevi aspettare, per staccare un attimo la spina. E ti si può capire. Hai provato tante emozioni in soli due mesi. Ma adesso non c’è più niente per cui aspettare. La tua vita non tornerà da New York qui da te. Sei tu che devi andare, Bella. Fermati un attimo e riflettici. Io non credo tu voglia essere una masochista per tutta la vita … “ Disse alzandosi. Dopo un po’ sparì e rimasi sola in quell’immensa spiaggia.
Aveva completamente ragione. Ma era facile a parole …
Edward non mi aveva più cercata. Neanche Alice lo fece più, dopo che ignorai le sue e-mail dove mi diceva che le mancavo e voleva che tornassi. Non capii nemmeno io il motivo del mio silenzio. Di fronte alle sue e-mail, ogni volta che volevo rispondere non riuscivo a scrivere niente. Le mie mani rimanevano sospese a mezz’aria ad un centimetro dalla tastiera del mio PC.
Mi alzai e feci un tuffo.
Sott’acqua sembrava tutto così lento, come se il tempo, le ore, i minuti, non esistessero.
C’erano solo gli abitanti del mare che gironzolavano intorno a me. Era una sensazione piacevole, rilassante. Sgombrava la mente da tutti i pensieri che da un anno a quella parte mi risucchiavano in un vortice di dolore che mi buttava sempre più giù, schiacciandomi come un insetto insignificante.
Ero sospesa sott’acqua, sul mio volto era dipinto un sorriso, poi la mia mente proiettò un’immagine. Un’immagine che non vedevo da un bel po’, ed era anche per quel motivo che stavo male. Avevo paura di essermi dimenticata del suo viso, del suo sorriso, delle sue mani, dei suoi occhi, della sua voce vellutata …
Il mio angelo …
Era di nuovo lì di fronte ai miei occhi e mi sorrideva e teneva le braccia distese come se volesse abbracciarmi. Si stava avvicinando sempre di più …
Poi sentì qualcosa tirarmi un braccio e l’immagine di Edward svanì nel nulla e iniziai ad agitarmi.
Non riuscivo a respirare.
Ma ciò che volevo era cercarlo. Continuavo ad agitare le mani e nella mia mente dicevo: “Edward! Edward! Dove sei? Non andartene!”
Poi svenni e mi ritrovai in ospedale con mia madre che dormiva appoggiata al mio lettino.
Si svegliò perché mossi la mano che teneva sotto la sua guancia.
“Tesoro!” Disse.
“Mamma, cos’è successo?” Chiesi spaventata.
“Stavi affogando, scricciolo. Ma cosa ti è venuto in mente? Se quel giovanotto non ti avesse visto tuffarti e non risalire a galla non so … Non so cosa … “ Singhiozzava.
“Io stavo … Stavo vedendo una cosa, ecco.” Mi giustificai.
“Stavi vedendo una cosa? E’ tutto ciò che hai da dire?”
“Scusa mamma.” Dissi e abbassò l’armatura.
“Lo so che hai passato un anno terribile, ma non devi mai, mai, mai commettere atti del genere, capito?”
“Non volevo suicidarmi, davvero. Ero solo … Affascinata dal fondale e senza rendermene conto mi sono ritrovata troppo in profondità e non riuscivo ad arrivare a galla e così … Sono svenuta. Ma hai detto che mi ha tirato su qualcuno, giusto?”
“Si, un ragazzo … Ti ha vista e ti ha portata a riva e ha chiamato l’ambulanza.”
Edward. Pensai.
“E com’era fatto? Era alto? Occhi azzurri? Slanciato?”
“Hei, hei, hei. Vacci piano, tesoro. Non era alto, non aveva gli occhi azzurri e tantomeno non era slanciato, anzi. Era più muscoloso che alto.” Disse ridacchiando.
“Ah … “
“Che c’è, sei delusa?” Disse alzando un sopracciglio.
“No,no. Credo che dovrei ringraziarlo.” Dissi.
“Si, devi. Lavora al bar sulla spiaggia, domani mattina lo troverai sicuro.” Disse sorridendo.
“Mamma, voglio andare a casa … “ Dissi esausta.
Mi abbracciò e in un lampo esaudì il mio desiderio.
 
Che stupida che ero stata a credere che fosse stato Edward a salvarmi.
Si trovava a New York, come diavolo avrebbe fatto? Stupida.
Mi misi al computer e aprì il programma per scrivere una lettera ad Alice.
Una pagina completamente bianca.
Forse mi rispecchiava.
Si, io ero come una pagina bianca.
Quando avrei iniziato a scrivere ad Alice? Quando avrei trovato il coraggio, soprattutto, di scrivere di me?
E di riempire contemporaneamente quella pagina e il mio vuoto?
C’erano tante domande, alle quali non sapevo dare risposta. In fondo nessuno lo sa fare …
Arrivano con il tempo.
 
Il mattino seguente andai al bar della spiaggia dove stavo quasi per morire il giorno prima.
“Scusami, lavori da solo qui?” Dissi ad un ragazzo alto e biondo. Non poteva essere lui, tornando a casa dall’ospedale, mia madre, mi aveva detto che il ragazzo era bruno.
“No, ma se vuoi posso aiutarti io dolcezza.” Disse il ragazzo, squadrandomi dalla testa ai piedi.
“Ahm … “ Abbassai lo sguardo.
“Ric, smettila di fare … “ Si interruppe non appena mi vide.
“Ciao.” Dissi. Doveva essere lui. Muscoloso, bruno …
“Ciao … “ Ricambiò lui.
“Ah, ho capito. Bhè ti lascio solo, amico.” Disse il ragazzo biondo rivolgendosi all’altro, “ehi, dolcezza. Se lui non dovesse soddisfarti …” Disse lasciando la frase a metà, rivolgendosi a me questa volta, facendomi l’occhiolino.
“E smettila!” Disse il ragazzo bruno spingendolo fuori dal piccolo bar.
“Scusalo …” Era molto carino.
“Ahm, piacere. Io sono Bella. Credo che sia stato tu a salvarmi ieri, vero?” Dissi.
“Ah, si. Ciao. Io sono Jake.” Mi strinse la mano. Stava fingendo di non ricordarsi.
“Ti volevo ringraziare.”
“Ah, ma figurati. Dovere.” Era imbarazzato.
“No, no. Davvero. Se non fosse stato per te … Sarei morta, probabilmente.”
“Bhè, allora, mi faccio i complimenti per aver fatto sì che non accadesse …” Mi guardò diritto negli occhi.
“Eh già.” Riuscì a dire. “Bhè, allora io vado. Te ne sarò sempre grata.” Dissi, feci per andarmene ma mi fermò.
“Aspetta!”
“Si?”
“Ecco, mi chiedevo … Ti và di uscire con me questa sera? Oggi c’èuna festa qui in spiaggia. Sarà … Divertente.”
Ero sorpresa di ricevere un invito.
Volevo accettare, ma non era il momento. Dovevo stare da sola. C’erano delle decisioni che dovevo prendere.
“Ecco … Questa sera ho da fare. Scusami.”
“Ah, ok. Va bene. Non fa nulla. Sarà per un’altra volta.” Disse. Sapevo che c’era rimasto male. Sorrideva con quei suoi denti bianchissimi, ma riuscivo a percepirlo. Non so come, ma ci riuscivo.
In fondo, dovevo sdebitarmi con lui in qualche modo. Non solo mi aveva salvato, aveva anche accettato la mia buca.
Così mi voltai di nuovo e andai verso di lui, che dietro lo scaffale stava preparando delle ordinazioni.
“Sai, in fondo, credo di potermi liberare …” Dissi.
Alzò la testa, facendo cadere qualcosa, e mi sorrise. Aveva un sorriso caloroso. Mi scaldò l’anima.
“Dici davvero?” Disse.
“Si, certo. A che ora?” Chiesi.
“Bhè, se la metti così … Anche subito!”’
“Cosa?” Mi voltai e guardai la spiaggia. Era piena di persone. C’era chi faceva uno schiuma party, chi entrava nelle vasche idromassaggio. Gente che si divertiva, insomma.
Dovetti ammettere che era più affollata del solito. Me ne ero resa conto solo in quel momento.
“Scusa, ma cosa si festeggia?” Gli chiesi
“Tutto o niente! E’ questo il bello. Festeggi e ognuno ha un motivo tutto suo oppure non ce l’ha e festeggia lo stesso divertendosi qui! Guardati intorno. E’ un paradiso. Di quale motivo hai bisogno per festeggiare?”
Aveva ragione. In quel momento ogni suono, ogni colore, lo percepivo in maniera diversa. Mi arrivava più intensamente.
Come se fino a quel momento avessi vissuto in una palla di vetro dove non arrivava niente.
Sentivo perfino il battito nel mio cuore che via via, tamburellava sempre più forte.
Guardavo le persone intorno a me che si divertivano e ognuno era lo specchio dell’altro. Erano tutti simili perché erano felici.
Qual’era il mio specchio? E dov’era?
Mi voltai e vidi Jake sorridermi e lo feci anche io.
Ecco, forse avevo trovato il mio specchio.
“Già, hai ragione.” Dissi e dentro di me sentivo crescere qualcosa.
Qualcosa di forte e potente, qualcosa di nuovo.
Avevo voglia di vivere.
 


Angolo autrice: Ciao! :D Eh, si. Bella è tornata in Florida ed è trascorso un anno, nel corso di questo anno ha ritrovato il suo vecchio migliore amico: Il nostro Jusper. <3 (lo amo<3) Ed è iniziata una nuova estate, dove bella sente ancora dentro di lei la presenza di Edward ed Alice...
Però arriva Jacob, quindi non poterva mancare un triangolo! Le farà scoprire nuove emozioni ...
Ma......... ?

C'è sempre un ma! 
Un saluto! <3
  
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