Premessa:
La storia è frutto
della mia fantasia, ho preso solo in prestito i personaggi e cambiato le
carte in tavola: i ragazzi non sono famosi in questa storia, sono dei normali
liceali.
I punti di vista saranno
delle due protagoniste femminili, di Gemma (il primo) e Kristen (il secondo).
Questa è la mia
prima storia, una storia indubbiamente surreale in stile filmetto americano
(in comune con il film “Quel pazzo venerdì” ha il titolo e
la storia dello scambio dei corpi), scritta solo per passare il tempo, che
spero possa servire a distrarvi o svagarvi, magari dopo una giornata di studio :)
Detto questo qualsiasi
critica che possa aiutarmi a migliorare lo stile sarà apprezzatissima e se notate qualche
errore non esitate a farmelo notare.
Qualsiasi recensione
sarà come manna dal cielo per me, vi ringrazio fin da subito per aver
letto (se avete avuto la pazienza di farlo!) :)
Prologo:
Se
qualcuno mi avesse detto, qualche settimana fa, che mi sarei trovata a muovere
un corpo non mio (no, non sto parlando del personaggio di un videogioco
purtroppo), lo avrei fatto internare seduta stante.
Perché,
andiamo, solo nei film succedono queste cose, solo nei film la gente si trova
ad avere a che fare con alieni, vampiri, spiriti o altre cose paranormali, solo
nei film i protagonisti sono così coraggiosi da andare in contro a morte
quasi certa, sprezzanti di tutto e tutti, non nella vita vera, quando il
massimo che faresti è farti la pipì addosso (molto
poco eroico e da film) o gridare “aiuto” a squarciagola.
Solo nei
film due persone si scambiano il corpo e la prendono relativamente bene, un gridolino spaventato e poi, entro la fine del film, le cose
tornano al loro posto.
Nella
vita vera, quando ti ritrovi a dover vivere nel corpo della tua ex migliore
amica, le cose non vanno propriamente così.
Capitolo uno: due (ex)amiche completamente diverse
La
sveglia suona per la terza volta ed io grugnisco voltandomi dall’altra
parte.
Odio
quell’affare, odio quel suono, odio il cuscino
che mi soffoca e le coperte troppo pesanti.
Sbuffo e
spingo il piumone in fondo al letto con un calcio.
Sono
certa di essermi addormentata senza nulla addosso, di certo è stata mia
madre a coprirmi; dato che lei ha sempre freddo, anche con quaranta gradi,
pensa che anche gli altri siano anormali come lei.
Fulmino
la sveglia con lo sguardo, quasi sperando che si spenga da sola per la troppa
paura, poi sospiro e con una manata non troppo gentile la metto
a tacere.
Scendo
dal letto, mi butto addosso i primi jeans e la prima
maglietta comodi che trovo e mi guardo allo specchio giusto per farmi male.
Sono
pallida, ho le occhiaie che arrivano fino ai piedi ed i capelli scuri che sono una matassa informe. Decido di raccoglierli in
un’alta coda per risolvere il problema velocemente, visto che sono in ritardo.
Con
ancora una molletta fra le labbra e le mani nei capelli, scendo al piano di
sotto per far colazione.
Fortunatamente
la casa è vuota a quest’ora, se non per...
«Già
in piedi sorellina?»
Per lui,
mio fratello Harry.
«Non
direi “già”, sono in ritardo tanto per cambiare e lo sei
anche tu.» Aggrotto la fronte come fa sempre mia
madre quando lo rimprovera: è più forte
di me, sono sua sorella maggiore e mi viene naturale cercare di metterlo in
riga.
Harry
ha due anni in meno di me: anagraficamente ne ha sedici,
cerebralmente passa alla velocità della luce dai cinque agli
ottanta. A volte si comporta come un bambino, altre invece fa
dei discorsi così seri e giusti da far impallidire persino nonna.
«Ho
un’ora buca, mi passa a prendere fra poco Niall
ed entriamo alla seconda» Mi spiega sorridendo
soddisfatto. «Tu che scusa hai per essere ancora qui?»
Impreco
fra i denti qualcosa che nessuno dei due capisce.
«Cosa?» Chiede ridendo.
Assurdo
che sia il piccoletto qui a prendermi in giro, io sono più grande! Non di altezza, certo, ma ho occupato la pancia di mia madre ben
ventiquattro mesi prima di lui ed ho metaforicamente piantato una bandiera
“Gemma was here”
in stile primo uomo sulla Luna lì dentro.
«Non
ho sentito la sveglia.» Rispondo con tutta la pacatezza che –non-
mi contraddistingue. Mi avvicino per scompigliargli i ricci capelli castani ed
increspo le labbra mio malgrado divertita, «Ci
vediamo più tardi microbo.»
Non si indigna per quel nomignolo, è abituato ormai:
l’ho sempre chiamato così, da quando eravamo piccoli. Le prime
volte era andato dritto dalla mamma a dirle che io ero
cattiva perché lo insultavo. Pian piano poi ha capito che il mio era un
modo affettuoso di chiamarlo e l’ha accettato, anche se non ho tuttora il
permesso di chiamarlo così davanti ai suoi amici.
«Buona
giornata Bat.»
“Bat”, pipistrello, sì. Quello stronzetto
sostiene che io sia una rompiballe difficile da staccarsi di dosso. Carino, eh?
Riesco a
prendere l’autobus un attimo prima che si chiudano
le sue orrende porte gialle, e vedo l’autista guardarmi scocciato per non
essere riuscito ad impedirmi di salire. Cielo, quest’uomo mi ha conquistata dal primo momento in cui l’ho visto scatarrare dentro una lattina vuota. Quale donna non lo
amerebbe con quei denti gialli, quei capelli unti e
quel nasone immenso? Caratterialmente poi è un vero gentiluomo, sempre
pronto a chiudermi le porte in faccia. Questa mattina, però, non ci è riuscito per sua sfortuna.
Stendo le
labbra in un sorriso falso e forzatissimo,
«Grazie.» Non ho voglia di mettermi a discutere, così faccio
buon viso a cattivo gioco e non aggiungo altro.
Mi siedo
in fondo come sempre, vicino al finestrino su cui mi appoggio con la schiena
per leggere, e stendo le gambe sul posto vuoto accanto a me.
Anni fa, questo stesso sedile occupato ora dai miei piedi era il
posto fisso della mia ex migliore amica, Krissy.
Triste, vero? No, non io, ma il fatto che quelle meches
rosa che ha fatto da piccola devono averle dato alla
testa, tanto da spingerla a voltarmi le spalle e non parlarmi più.
Adesso Krissy è…Kristen
Haywood, la più bella ed invidiata cheerleader
della scuola, tutte le ragazze vorrebbero essere come lei, anche solo
per poter essere notate da…
«Ehi
Styles che diavolo hai fatto
alla faccia? Ah no, è sempre la tua.»
Questo
idiota.
Zayn
Malik è una persecuzione dall’asilo;
speravo di liberarmene almeno una volta arrivata al liceo, invece è
ancora qui, ancora a fare le sue inutili e assolutamente non divertenti battute
del cavolo.
Piuttosto alto, fisico asciutto, capelli di un colore indefinito (scuri con più meches di una Barbie in altre parole) sempre spettinati , occhi marroni e un
perenne sorriso alla io sono figo e posso tutto stampato in faccia, sorriso che
sempre più mi fa venir voglia di prenderlo per quei quattro peli che ha
in testa per ficcargli la faccia nel gabinetto.
È indubbiamente
un bel ragazzo, peccato solo che sia insopportabile e
che si comporti come un pagliaccio.
Per lui comunque non è una grave perdita il mio non
considerarlo, visto che più della metà delle ragazze della scuola
gli sbava tristemente dietro.
È da quando eravamo piccoli che non ci tolleriamo; quando poi si
è messo con Kristen è diventato ancora
più fastidioso, non perde occasione per fare battutine idiote e prendermi
in giro…il più delle volte anche insieme a lei.
È
un cretino della peggior specie. Diciamo pure una testa di
cazzo, non tratteniamoci con i complimenti.
Alzo lo
sguardo dal mio libro scocciata, senza riuscire a trattenere una smorfia infastidita, «Ormai non perdo neanche più tempo
a risponderti peli colorati.» Ribatto ironica, lanciando una veloce occhiata ai
suoi capelli. Ho motivo di credere che ci sia anche un cervello lì sotto
da qualche parte –quando eravamo alle medie Malik
prendeva ottimi voti a scuola-, ma probabilmente con
la crescita del corpo si dev’essere assopito.
Ride, il
cretino, forse non ha capito che il mio era un insulto ai suoi sacri capelli.
Cervello spento.
«Sempre
acida come una zitella eh Gémma?»
Odio il
modo in cui pronuncia di proposito il mio nome per intero, con
quell’accento sulla e che lo storpia e lo rende ridicolo.
Non so
davvero come riesca Kristen a sopportarlo. Cioè, so perché lo sopporta, le interessa solo
perché è belloccio e popolare, una strada facile per il successo,
ma non capisco come faccia. Io lo
avrei ucciso nel sonno e avrei usato i suoi capelli per farmi una pelliccia.
Non che
lei ora sia simpatica e gradevole, il contrario, ma
pensavo che un minimo di intelligenza le fosse rimasta.
«Perché non vai a specchiarti da qualche parte o a farti
bello in bagno come tuo solito?» Propongo con un finto sorriso amichevole
stampato in faccia, mentre scendo in fretta dal pullman per cercare di
levarmelo di torno.
«Ma come? Credevo avessi capito che amo passare il mio tempo
insultando te Gém.»
Prima che
ve lo chiediate; sì, lo fa apposta a storpiare il mio nome ogni volta.
Gémma, Gém, Gìm,
sono solo alcuni,
sembra che ogni giorno riesca ad inventarne uno diverso. Ha una fantasia
snervante questo ragazzo.
Apro la
bocca per rispondergli a modo, ma lui mi dà un
leggero colpo sul braccio e mi sorpassa congedandomi veloce con un: «Mi
piacerebbe stare a sentire la tua sicuramente non interessante risposta da
acida sfigata Styles, ma
devo andare.»
Rimango
con la bocca spalancata e un Diavolo per capello, mentre lui si allontana bello sorridente con l’intento di salutare…Kristen.
«Che capelli…e che fisico!»
«Cosa darei per essere al posto suo!»
Ignoro i
commenti delle due tizie accanto a me e mi volto a
guardare la nuova arrivata, Kristen Haywood in tutto il suo splendore. È sempre stata
alta Kris, gambe lunghe, snelle e abbronzate, capelli mossi e biondi che scuote
continuamente, occhi verdi contornati da ciglia lunghissime, nasino alla
francese e labbra carnose che morde spesso per arrossarle
quando vuol far colpo su qualcuno.
L’opposto
mio insomma. Io sono un’esile nanerottola dai capelli castano
scuro, pallida come un cencio e dagli occhi di un marrone banalissimo.
Non che sia da buttare via, non sono così
patetica o insicura da sminuirmi da sola, diciamo che l’autostima va
sempre un po’ sotto i piedi quando si incontra Kris.
Dopo
essere andata in apnea per salutare il suo ragazzo con un bacio alla Via col
Vento, Kris alza lo sguardo e lo punta su di me.
Per i
primi anni, subito dopo la fine della nostra amicizia, mi ostinavo a salutarla
sempre e comunque, mai ricambiata. Ormai ho perso le
speranze,
Come avevo immaginato non mi saluta, si sporge anzi verso Zayn per dirgli qualcosa all’orecchio continuando a
guardarmi.
Ho il
sospetto che sia l’ennesima presa in giro, visto
che entrambi scoppiano a ridere subito dopo.
Devono
avere una vita veramente patetica se non hanno niente di meglio da fare, una
coppia veramente affiatata se sono io il loro unico argomento di conversazione.
Alzo gli
occhi al cielo, chiedendo aiuto a chiunque ci sia lassù; ne ho bisogno
per riuscire a sopportare un altro infernale giorno di scuola.
***** (.Kristen.)
Non
c’è niente di meglio che svegliarsi con Beethoven
in sottofondo, mio padre poi lo suona benissimo.
Mi metto
a sedere e mi stiracchio leggermente, scostando le coperte per infilare i piedi
nelle mie comode e paffute babbucce rosa.
Faccio
una smorfia quando, guardandomi allo specchio, mi
accorgo di un puntino rosso sulla fronte.
Schifoso
brufolo. Mi lavo i denti e la faccia, annientandolo subito dopo senza
pietà a colpi di fondotinta.
Mi do poi
una sistemata ai capelli e mi vesto con calma, per evitare di rovinare il
prezioso lavoro appena svolto.
Scendo per
le scale e schiocco un bacio sulla guancia di mia madre, prima di abbracciare mio padre, ancora chino sul pianoforte, di spalle.
«Andiamo
principessa?» Mi porge il gomito come un gentiluomo.
Annuisco
divertita e poggio la mia mano sul suo braccio,
lasciandomi scortare fino alla macchina come una nobildonna.
Da cinque
anni ormai è mio padre ad accompagnarmi ogni mattina a scuola, cosa che
mi rende immensamente felice perché durante la giornata non ho mai
occasione di stare con lui.
Non mi
vergogno di farmi vedere in sua presenza dagli altri compagni di scuola, anzi,
le ragazze mi invidiano per il padre premuroso e
affettuoso che ho.
Prima che
iniziasse lui ad accompagnarmi, andavo insieme alla
mia ex migliore amica con lo scuolabus.
Confesso
che delle volte mi manca, Gemma, mi mancano le nostre
chiacchierate e le nostre risate, ma mi basta vedere quanto è scialba
nel vestire e quanto poco si trucca per cancellare subito quel senso di
nostalgia.
Non sarei
mai arrivata dove sono se avessi continuato ad essere
sua amica, non sarei mai diventata
la ragazza più popolare e desiderata della scuola.
Sento gli
sguardi di parecchi ragazzi puntati addosso quando
scendo dalla BMW di mio padre e la cosa mi fa nascere un sorriso spontaneo
sulla bocca ricoperta di lucidalabbra alla ciliegia.
Scuoto i
capelli ed infilo gli occhiali da sole, camminando sicura sui tacchi degli
stivali fino all’ingresso.
Nel giro
di pochi secondi ho catalizzato l’attenzione di tutta
la scuola, è impossibile per me passare inosservata.
Il mio
sorriso si accentua e, alzandomi gli occhiali fra i capelli, faccio un
occhiolino ad un ragazzo piuttosto carino della squadra di football.
Questa
distrazione mi costa abbastanza; finisco addosso ad un idiota che ha avuto il
coraggio, probabilmente per sbaglio, di tagliarmi la strada.
È
più alto di me e, forse per evitarmi una rovinosa caduta, mi passa un
braccio dietro alla schiena per trattenermi a lui dopo che gli
ho sbattuto contro, cosa che mi fa ribollire di rabbia.
Come.Diavolo.Osa.
«Brutta
pezza da piedi, guarda dove diavolo vai!»
Sbraito allontanandolo con una spinta.
Non mi trattiene, si lascia allontanare facilmente il moretto, quasi
scottato dalla mia pelle.
«Ehi,
calma, non volevo.»
Lo dice
in tono rassegnato, forse un po’ a disagio e non riesco a capire se
è per l’avermi toccata o per la mia frase successiva.
Quando alzo lo sguardo per osservarlo bene in viso, sussulto per un
millesimo di secondo.
Harry
Styles.
Il
“fratellino” di Gemma. Quando eravamo
piccole, Gemma non faceva che parlarmi di lui.
«Sai, credo che mio fratello
si sia innamorato di te, diventa sempre tutto rosso quando
ti nomino!»
«Ma
figurati! E se anche fosse, digli di mettersi il cuore
in pace, io con i marmocchi non mi ci metto!»
È
cambiato parecchio dall’ultima volta che l’ho visto; diventa sempre
più alto e…i capelli, li ha sempre avuti così ricci? Gli
occhi invece sembrano più chiari e profondi…
Scuoto la
testa e in un battito di palpebre torno di nuovo in me, giusto in tempo per
fare una smorfia e puntargli un dito al petto,
«Ma ti prego, e ti aspetti che ci creda?! Certo
che volevi, l’hai fatto di proposito, ma sappi che il tuo è solo
un patetico tentativo di attirare l’attenzione che non funziona!»
Spalanca
gli occhi ed apre leggermente la bocca stranito, sporgendosi
di poco in avanti con la testa. Mi guarda come…se fossi
pazza. Devo ammettere che è fastidioso.
«Certo.»
Dice infine, storcendo le labbra in una sorriso,
«Come dici tu.»
Perché mi sembra che mi stia prendendo in giro?
Il suo
sorriso si accentua e indica la mia mano divertito,
«Posso andare ora?»
Mi
accorgo con orrore di averlo afferrato per la maglietta
mentre parlavo.
Costringo
le mie dita a mollare la presa sulla stoffa e gli lancio un’occhiataccia furiosa, «Bada a quello che fai Styles,
non ti conviene provocarmi, posso farti finire ancora più in basso nella
scala sociale se voglio.» In fondo magari, fra
gli emarginati. Basta una mia parola.
Lascia
ricadere le braccia lungo i fianchi e fa un sospiro rassegnato,
«Va bene.»
Va bene.
Va bene?! Perché lo
dice con quella faccia da schiaffi? Con quel sorriso menefreghista, come se non
gli importasse di risultare meno popolare dei secchioni!
«Ora
scusami Haywood, devo
andare.»
Mi sta
congedando? Lui? Non esiste!
«Giuro
che non cercherò più di…passare lungo la tua traiettoria, mi
terrò ad almeno dieci metri di distanza, d’accordo?» Sorride
come si potrebbe sorridere ad una bambina piccola e
sciocca che non capisce.
Ma mi
prende in giro? Questo pezzente, idiota…
Riacquisto
un po’ di contegno ed alzo il mento altezzosa,
«Bravo, mantieni le distanze Styles. Non ti
voglio intorno, intesi?» mi infilo di nuovo gli
occhiali e mi giro senza aspettare una sua risposta.
Io sono
figa, lui no, io lo congedo e lo pianto lì, non
viceversa. È così che vanno le cose in questa scuola.
Ho comunque un diavolo per capelli quando il mio ragazzo, Zayn, mi viene in contro per salutarmi.
Sfogo la mia rabbia con un bel bacio appassionato che mi fa
dimenticare ben presto il piccolo di casa Styles e mi
riporta alla mia tanto meritata e amata popolarità.
Non
parliamo molto io e Zayn e non è di certo una
grave mancanza; non mi interessa sapere cosa gli passa
per la testa, non sto mica con lui per la sua capacità di dialogare. Zayn è conosciuto fra le ragazze per le sue doti di
gran baciatore, che ne sarebbe della mia popolarità se mi vedessero parlarci e basta? Mi prenderebbero per
pazza. Lui non è uno che chiacchiera e basta con le ragazze, è
uno che agisce e lo fa anche molto
bene.
Quando
mi scosto da lui, noto di sfuggita lo sguardo di Gemma puntato addosso.
Ha uno strano modo di guardarci, sembra persa in chissà quali
pensieri.
Gelosa?
Ho sempre
avuto il sospetto che sotto i vari punzecchiamenti fra lei e Zayn ci fosse qualcosa, ma finora
non ho ancora avuto modo di provarlo.
Mi sporgo
verso di lui per sussurrargli all’orecchio,
«Monosopracciglio ci sta guardando. Credo che
vorrebbe unirsi.» Ridiamo entrambi al solo pensiero.
Monosopracciglio era il suo nome prima che scoprisse le pinzette (stile uomo
della Preistoria con il fuoco) e si facesse le sopracciglia in seconda.
Sbuffo e
mi attorciglio una ciocca di capelli, «Mi
accompagni in classe?» Chiedo annoiata con voce infantile, pregustando
già il momento in cui le mie compagne di corso sarebbero morte di invidia nel vedermi con lui.
Sorride e
mi passa un braccio intorno alla spalla,
«Certo.»
La coppia
più invidiata della scuola; ecco perché mi piace stare abbracciata
a Zayn Malik.
Note dell’autrice
(che poi autrice è una parola grossa!):
E’ una cavolata
di storia, me ne rendo conto e avrete tutta la mia comprensione se non vorrete
assecondarmi in questa pazzia XD
Ad ogni modo, spero che
questo primo capitolo vi sia piaciuto, mi rendereste
la persona più felice della Terra se mi diceste come vi è
sembrato.
Immaginate che casino
quando Gemma si ritroverà nel corpo di Kristen
e dovrà stare insieme a Zayn e baciarlo e quando Kristen si ritroverà a vivere come Gemma sotto lo
stesso tetto di Harry! :D
Quali dei due preferite? Io sono troppo indecisa (;
Alla prossima!