Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: EdenRape    18/09/2012    1 recensioni
'‘E scusami per…tutto.” Cacciò a fatica quelle parole dalle sue labbra, fu come autosabotarsi, autoumiliarsi. E se abbandonare tutte le difese non fosse servito a farla ragionare? E se tutto ciò fosse stato uno stupido modo per sembrare ancora più ridicolo ai suoi occhi? E se lei non fosse andata da lui nonostante abbia dichiarato implicitamente che gli piaceva?'
Una Dramione nata da una fantasia che ebbi su di loro quando avevo ancora dodici anni. Parla di com'è nato l'amore tra i due e dei loro contrasti.
Sarà una storia tormentata ma anche piena di amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
{Angolo autrice}
FINALMENTE SONO TORNATA. Lo so vi ho fatto passare le pene dell'infermo, ma ci sono state tante novità in questo ultimo periodo e non sapevo cosa fare prima. Anyway ecco il secondo capitolo, il terzo l'ho già organizzato, spero di far passare meno di un mese prima di pubblicarlo. Che posso dirvi più... grazie per seguire questa FF e buona lettura! #lovelove

 

Capitolo 2
Stuck in reverse


Come al solito regnava un'aria cupa giù in quell'area sotterranei, un'aria che ti faceva sentire Serpeverde. Sentivi la fierezza, l'importanza, ma soprattutto sentivi l'egocentrismo di quella casa. Ogni volta che Draco percorreva quei corridoi, alzava il mento, sporgeva il petto in fuori e portava le mani a congiungersi dietro la schiena così da assumere un portamento da Serpeverde, e si avvicinava sempre di più alla sua sala comune e passo dopo passo sentiva crescere attorno a sè la corazza che si era creato in tutti questi anni, quella maschera aggressiva, sicura, imbattibile. Quella maschera che si era creata grazie al padre, perchè nessuno si sarebbe mai messo contro Lucius Malfoy e Draco non poteva far altro che sottostare all'autorità del padre. Era cresciuto agevolato, viziato, ma questo non lo faceva sentire al sicuro, la madre cercava sempre di proteggerlo, il padre cercava di farlo apparire il mangiamorte perfetto che sarebbe dovuto diventare, e ogni volta che sentiva quella storia Draco si rintanava nel letto, portava le coperte fin sopra al capo e fissava il buio con gli occhi sbarrati, sudava freddo e il cuore gli martellava nel petto. Perchè dover avere un padre mangiamorte significava che anche lui sarebbe dovuto esserlo? Draco amava la sua casa, sentire l'orgoglio pompargli nelle vene, ma essere Serpeverde, a volte, significava anche passare dalla parte oscura e lui non voleva. Draco sentiva un enorme peso sul cuore ogni giorno, perchè quella era una responsabilità troppo grande da portare avanti, lui immaginava di portare avanti il nome dei Malfoy da mago purosangue che conduceva una vita grandiosa nella ricchezza e magari nell'onestà, ma non voleva essere un mangiamorte, rischiare la vita per qualcuno che non ti considerava neanche. Ma era il volere del padre, non poteva deluderlo, anche se ogni giorno Lucius Malfoy ricordava al figlio quanto fosse mediocre e che avrebbe dovuto essere migliore per poter diventare mangiamorte, così Draco soffriva e si rintanava nel letto, portava le coperte sopra al capo e fissava il buio con gli occhi sbarrati.

Entrò nella sala comune tranquillo, col suo portamento da Serpeverde, Tiger e Goyle lo stavano aspettando, era seduti a giocare a spara schiocco. Appena sentirono i passi di Draco si girarono.
«Tuo padre ti ha scritto una lunga lettera Draco?» Domandò Tiger.
Ah si, loro sapevano che era  andato a recuperare la lettera,  ma non sapevanno che Hermione l'aveva bloccato per qualche minnuto e non sapevano che era andato in giro per il castello per riflettere.
«Mh, si...aveva molte cose poco interessanti da raccontarmi.» Disse con aria beffarda.
I due amici risero.
«Io vado a letto, non giocate fino a tardi domani dovete svegliarvi presto e non essere assonnati, già siete troppo imbecilli.» Disse con noncuranza avviandosi verso il dormitorio maschile.
Si sentiva terribilmente solo e nessuno lo capiva, forse nessuno poteva capirlo.

 

Some nights, I stay up cashing in my bad luck
Some nights, I call it a draw
Some nights, I wish that my lips could build a castle
Some nights, I wish they’d just fall off

Some nights - Fun


Draco non chiuse occhio tutta la notte, era agitato, quando si appisolò era l'alba e giusto un'ora dopo si sarebbe dovuto svegliare. Goyle lo svegliò con un brusco spintone e il ragazzo stava quasi per cadere dal letto.
«Goyle, cavolo non mi buttare giù dal letto!»
L'amico rise e se n'è andò via dal dormitorio indicando con l'indice il polso per segnalare che era tardi.
Draco sbuffò e si preparò velocemente. Ficcò i primi libri che gli capitarono davanti, ricordava di avere pozioni quel giorno, come al silito l'avrebbero avuta con i Grifondoro.
Velocemente percorreva i corridoi ansioso di andare in aula, non sapeva cosa lo avrebbe aspettato. Hermione lo avrebbe guardato con rabbia? Lo avrebbe ignorato? Oppure lo avrebbe perdonato? Ma si sentiva un illuso, c'era bisogno di parlare, discutere, se Draco voleva farsi perdonare, se aveva intenzione di appianare le divergenze. Ma era complicato, tutto. Non capiva neanche lui cosa stesse succedendo. Lui era un Serpeverde lei una Grifondoro, lui doveva essere un purosangue schizzinoso, diffidente e disprezzare chi fosse un mezzosangue, cioè Hermione.
Improvvisamente rallentò, i piedi gli si fecero pesanti, aveva il cuore in gola e un vuoto nello stomaco. Prima di svoltare l'angolo si fermò e Tiger e Goyle gli andarono a sbattere contro involontarimanete, ma Draco si innervosì lo stesso mandandoli via bruscamente. Certe volte si chiedeva perchè avesse loro come "amici", non arrivava mai a una conclusione precisa, in fondo gli facevano comodo. Le voci del corridoio facevano da sottofondo alla lotta interiore che stava avendo. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo muovendo con poca convinzione gli ultimi passi verso gli altri. C'era una piccola folla fuori l'aula che aspettava il professor Piton, gli occhi di Draco guizzavano veloci da un Grifondorio all'altro in cerca di Hermione. Quando la vide gli scappò un sorriso, era così bella. Aveva i capelli legati in una treccia e qualche ciocca le cadeva sul collo, rideva, teneva in mano un libro e lo sfogliava mentre parlava con Harry e Ron. La ragazza spostò lo sguardo verso i Serpeverde e notò che Draco nascosto tra la folla la stava guardando. Il mago sgranò gli occhi notando che era stato visto e si girò di scatto portando le mani dietro la testa facendo finta di stiracchiarsi. Si sentiva terribilmente imbarazzato, sentiva  le guancie accaldarsi. Draco Malfoy che diventava rosso? Si sentiva ridicolo, terribilmente ridicolo e imbarazzato. Hermione diede le spalle al gruppo dei Serpeverde scuotendo la testa e sentendosi imbarazzata a sua volta.
«Insomma Ron, devo aiutarti per il tema di Storia della Magia o posso finalmente passare un pomeriggio a fare soltanto i miei compiti?» disse in tono scherzoso, ma non riuscì a non far trapelare una punta di sarcasmo nella sua voce. Ron la guardò stupito per quel tono ma cercò di non darlo a vedere.
«Cercherò di fare da solo..» mormorò sentendosi in colpa.
«Scusa Ron.. ti aiuterò se vuoi.» Hermione spostava il peso da una gamba all'altra agitata, era ancora arrabbiata con Draco per tutto, ma lui si era scusato, e perchè l'aveva fatto? Hermione non riusciva a spiegarselo, non avevano senso quelle scuse, da quanto Draco si scusava con la gente, e poi perchè con lei? Lui odiava i babbani.
Il professor Piton arrivò con passo veloce, nervoso e irritato da tutta quella folla. Si fermò davanti agli alunni con i pungi chiusi, inspirò a fondo prima di parlare, chiuse le palpebre ma non riusciva a controllarsi.
«Insomma cosa ci fate ancora qui fuori?!» Sbraitò. «Dovete essere in classe prima che io arrivi!» Aggiunse ed entrò in classe sbattendo la porta.
Calò il silenzio. Qualcuno soffocava una risata, qualcuno sbogittito guardava la porta.
Prima che il professore potesse dire altro la classe si precipitò verso la porta. Scatti d'ira, Piton non ne era vittima ma quando succedeva c'era più da ridere che da stare attenti.
Nell'entrare tutti accalcati Hermione e Draco si trovarono a tozzare l'uno contro l'altro. Entrambi sbuffarono. Goyle rise fragorosamente «Ah, questi mez..» Draco non gli diede il tempo di concludere la frase che gli tirò un pugno sul braccio.
«Imbecille, il professor Piton non vuole mettersi a fermare risse e io non voglio sprecare energie per degli stupidi.» Sbraitò Draco entrando in aula.
Hermione lo seguì con lo sguardo ferita da quel mezzo insulto, le sue scuse non valevano poi così tanto. Prese posto in aula al banco affianco a quello di Draco, spostò lo sguardo su di lui che cacciava irritato i libri dalla borsa, anche Draco la guardò e notò la rabbia e la tristezza nei suoi occhi. Passò un istante lunghissimo, colmo di sensi di colpa e incredulità.
Harry scosse Hermione per una spalla e lei si girò di scatto come se l'avesse punta un'ape.
«Cosa c'è?» chiese la strega come se niente fosse successo, ma la voce più acuta del solito la tradì.
«Hai il libro? Io e Ron l'abbiamo dimenticato.» Disse Harry.
«Siete irrecuperabili.» sbottò Hermione prendendo il libro dallo zaino e piazzandolo nel centro del tavolo. «Capisco i vostri risentimenti verso la materia, ma non potete prendermi per una libreria ambulante.» Aggiunse poi aprendo alla pagina dell'ultima lezione. «Voi..»
«Ci vuole deliziare con i propri soliloqui signorina Granger?» Disse Piton interrompendola.
«Io.. non... mi scusi.» Borbottò la ragazza.
«Oltre ad essere esperta in "Tuttologia" è anche specializzata nel teatro, i miei complimenti.» Disse il professore sarcastico.
Hermione abbassò lo sguardo e sospirò.
La lezione passò veloce, Hermione non era stata tanto attenta come sempre, e si odiava per questo, non poteva perdersi in fantasticherie mentali.
Dopo avevano incantesimi, finalmente non avrebbero dovuto avere a che fare con i Serpeverde e Hermione non si sarebbe distratta.


*

«Quei Serpeverde sono degli stupidi! Se Draco non avesse zittito Goyle lo avrei fatto io.» sbottò Ron quando arrivarono nella Sala Grande per pranzare.
«Ammiro le tue gesta da cavaliere, Ron, ma sono una ragazza che sa vedersela da sola.» Disse Hermione sedendosi. Poggiò la borsa affianco a sè poi guardò Harry pensieroso.
«Non hai ancora scoperto il messaggio dell'uovo Harry?» Domandò la ragazza preoccupata.
Il mago scosse la testa, non aveva idea di cosa fare/chiedere.
«Se vuoi io e Ron oggi pomeriggio possiamo aiutarti.»
«Hermione ti ringrazio ma oggi ho gli allenamenti di Quidditch.» Harry sospirò.
«Hey e il mio tema per Storia della Magia?» Chiese Ron piagnucolando rivolgendosi verso la strega.
La ragazza sospirò scocciata inarcando le sopracciglia.
«Ron, scrivi il tema, tanto è per lunedì, se non va bene qualcosa o devo aggiungere potrò farlo nel finesettimana, non ce la faccio a finire Aritmanzia per domani se faccio anche il tuo tema.» Hermione diede una pacca sulla spalla a Ron.La ragazza si prese una piccola porzione di  pollo e purè, ma non aveva tanta fame. Lo sguardo di Hermone si posava spesso sul tavolo dei Serpeverde, Draco non si era fatto vedere per tutto il pranzo, lo stomaco di Hermione si contorceva per l'ansia e la rabbia. Voleva andare da Draco e dirgliene quattro, si era sentita come tradita.
Un gufo le portò la gazzetta del profeta, solite notizie: Rita Skeeter che screditava qualcuno, il Ministro della Magia che dava notizie poco importanti. Hermione non aveva voglia di leggere il giornale così lo arrotolò e lo strinse in una mano, prese un ultimo boccone del pranzo e si alzò.
«Dove vai?» chiese Ron vedendola alzarsi all'improvviso.
«Io? devo fare troppi compiti e non ho molta voglia di studiare, prima comincio, prima finisco.» Rispose frettolosamente. Non era proprio quello che aveva intenzione di fare, voleva andare giù nei sotterranei, vedere se riusciva ad incontrare Malfoy, chiedere perchè. Prese la borsa mettendosela in spalla e augurando buona foruna a Harry e Ron per le loro faccende si avviò fuori la Sala Grande.
Con passo veloce si diresse verso i sotterranei, il giornale ancora stretto nella mano destra, le labbra strette a una fessura, agitata si guardava attorno, aveva l'impressione che tutti sapessero. Scacciò dalla testa quel pensiero scendendo le scale, se avesse girato l'angolo si sarebbe trovata di fronte una miriade di Serpeverde pronti a darle fastidio così si fermò sulla scalinata. Aprì il giornale coprendosi metà faccia e aspettò che qualcuno uscisse dai sotterranei.
Passarono parecchi minuti prima che Draco salisse, non aveva fame ed era ritornato nel dormitorio per posare i libri e prendere quelli per studiare. Studiare poi... avrebbe sicuramente scarabocchiato quattro cose sulla pergamena con noncuranza e se la sarebbe cavata per un pelo come al solito, perchè suo padre era Lucius Malfoy. Salì gli ultimi gradini quando notò Hermione in cima alle scale intenta a leggere il giornale. Guarda il suo viso stanco corniciato da quella massa di capelli imperfetti, il viso coperto dalla bellezza della semplicità. Mosse ancora qualche passo e Hermione sentendo quel rumore girò la testa di scatto. Finalmente era uscito dalla sua fortezza. La ragazza chiuse di scatto il giornale riarrotolandolo e si spostò velocemente verso di lui con fare minaccioso. Draco la guardò interrogativo, non sapeva se scappare o andarle contro.
«Cosa..?»iniziò a dire Draco, ma Hermione fu più veloce di lui e, prima ancora che il ragazzo potesse alzare le braccia per difendersi la strega, lo colpì col giornale sulla testa.
«Tu! Lurido purosangue!» urlò Hermione in preda alla rabbia. Il corridoio era fortunatamente vuoto così Draco la prese per un polso e la portò dietro la scalinata.
«Granger che cavolo vuoi fare?» sbraitò Draco senza lasciarle il polso e bloccò anche l'altro che Hermione stava per sferrargli un'altro colpo.
«No! Dimmi tu cosa vuoi fare! Al ballo ti sei scusato con me e non so per cosa e poi stamattina mi offendi di nuovo!» Urlò di rimando cercando di divincolarsi.
Draco sospirò esasperato cercando di tener ferma la strega. Non sapeva che dirle, sentiva un vuoto nello stomaco, il cuore sembrava volergli uscire dal petto.
«Hermione..»
«Lasciami i polsi Mafoy!» sbottò Hermione.
«Solo se ti calmi.» Disse freddo Draco.
Hermione sbuffò e acconsetì. Draco le lasciò i polsi in predo all'ansia.
«Hermione mi pare ovvio perchè ti ho chiesto scusa. Io.. mi sono sentito in colpa. Io non avrei mai voluto prenderti in giro fino a tal punto.» Disse abbassando lo sguardo.
«Malfoy non raccontarmi stupidagini per favore.» Sbraitò Hermione cercando di mantenere la calma.
«Io devo sempre fare tutto in base al volere di mio padre Hermione, non riesco a distaccarmi dal suo volere...» Mormora il ragazzo.
«Oh  non fare la vittima Malfoy.»
Il senso di colpa divorava Draco, guardava il pavimento soffermandosi sulle venature del marmo.
«Non voglio fare la vittima Hermione. Sappi soltanto che mi dispiace, tantissimo.» Alzò lo sgurdo incrociando gli occhi con quelli di Hermione.
La ragazza si irrigidì sotto lo sguardo del mago e imbarazzata guardò altrove.
«Malfoy, la prima volta che mi hai chiesto scusa non sapevo se scherzassi, adesso credo che tu non lo stessi facendo. Ma dopo stamattina non mi chiedo se posso crederti, bensì se abbia senso farlo.» Disse Hermione irritata. «Da quando ho saputo di essere una strega ho pensato alla fortuna che ho avuto, a quanto fossi orgogliosa nell'esserlo.»continuò Hermione con gli occhi lucidi «E non permetterò mai a un bamboccio di umiliarmi davanti a tutti solo perchè mago lo è per famiglia!»
Hermione girò sui tacchi e se ne andò via correndo. Piangeva per l'ennesima volta a causa di Draco e della sua stupidità, era stufa di tutto quello, era stufa di sopportare gli insulti, l'umiliazione, sentirsi chiedere sempre i compiti. Stava diventando tutto opprimente e non prometteva bene.
Sembrare sempre forti, fare vedere che niente può farti del male a volte non è la miglior difesa, per quanto si è forti in certi momenti si crolla, e anche se hai tutto il mondo che può aiutarti ti senti distrutto e solo, perchè non riesci più a sopportare tutto quello che hai intorno.



When you try your best but you don't succeed,
when you get what you want but not what you need,
when you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse.
Fix you - Coldplay



Rintanata in riva al lago dove aveva salvato Malfoy, Hermione cercava di concludere i compiti di Aritmanzia. Aveva le guance bagnate e continuava a mordersi il labbro in preda al nervosismo, gli occhi e il naso arrossati, il vuoto nella testa. Stringeva i denti in preda alla rabbia, e la piuma era ora mai distrutta tanto che l'aveva torturata con le mani; Hermione si sentiva frustata e odiava quella sensazione. Guardò verso il castello con aria assorta e notò che un uccellino fatto di carta svolazzava sopra il lago dirigendosi verso di lei, e nel becco aveva una rosa, la strega avvampò all'istante anche essendo da sola. Malfoy le aveva mandato di nuovo una rosa, ancora per delle scuse? L'uccellino si posò davanti i suoi piedi perdendo la sua magia, la rosa cadde sull'erba e Hermione la raccolse. Con mani tremanti e tanto imbarazzo prese il biglietto e lo aprì: un caos totale. Parole scritte, cancellate, sostituite e cancellate di nuovo, la scrittura era tremante, alcune parole non era scritte completamente e poi cancellate. Malfoy le chiedeva scusa, di nuovo, diceva che sarebbe cambiato per lei e la invitava a incontrarsi in riva al lago di domenica alle sei di mattina. Hermione aggrottò la fronte, lei sei di mattina, era pazzo? Decise di andare solo per fargli l'ennesimo rimprovero e chiedergli cosa significava quel biglietto. Riprese a fare Aritmanzia con gli occhi lucidi per la rabbia e la confusione.

Draco picchiettava ancora con la punta della piuma sul foglio di Storia dell magia senza aver scritto una parola. Aveva mandato quel biglietto a Hermione d'impulso, e ora l'ansia lo stava divorando. Se alla fine provare non avesse portato da nessuna parte? Sulla pergamena si era creata un'enorme macchia d'inchiostro, Mafoy sbuffò, avrebbe dovuto cambiare pergamena per non utilizzarla. Sentiva Tiger e Goyle che  ridevano fragorosamente dall'altra parte della sala, qualche altro Serpeverde  giocava a scacchi. Scocciato, Draco, si alzò e si diresse verso Tiger e Goyle. I due ragazzi smisero di ridere vedendo la sua faccia seria.
«Che c'è? Vi voglio chiedere soltanto se avete visto Pansy.» Disse acido.
«E' probabile che sia..» Goyle non fece in tempo a finire la frase che Pansy spuntò dalle porte del dormitorio.
«Ero a letto..» Disse la ragazza. Si mosse velocemente attraversando la sala comune per afferrare il braccio di Draco e alzarsi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia.
   Malfoy imbarazzato spostò lo sguardo da Tiger e Goyle che sghignazzavano e sentendoli gli rivolse uno sguardo minaccioso.
«Come mai mi cercavi Draco?» Chiese la ragazza stringendosi a lui, aveva un sorriso da un orecchio all'altro.
«Ho bisogno di un aiuto con Storia della Magia.» Borbottò guardando in basso.
«Capisco... allora andiamo al lago. Qua c'è troppa gente.» Dise Pansy, tirandolo per il braccio.
Draco perplesso prese le sue cose e si laciò trascinare. Tutti i serpeverde di quella stanza lo guardavano divertito, sarebbe stato lo zimbello di tutti per almeno una settimana. Si sapeva che Pansy disperatamante cercava di farlo suo e Draco un po' la illudeva, solo che non erano mai arrivati a concludere qualcosa, perchè lui non voleva e scappava ogni volta che Pansy gli voleva parlare. Stavano uscendo dai sotterranei e Pansy gli sfiorò la mano, Draco la ritrasse e la prese sottobraccio.
«Allora Draco, devo farti il tema di Storia della Magia?» disse Pansy un po' scocciata.
«No, solo un aiuto magari..»
«
Okay..» 
Velocemente camminarono verso il lago senza dire una parola. Pansy era letterealmente attaccata a Draco con un sorriso da ebete. Quando erano fuori dal castello, Draco vide Hermione che a passo veloce si dirigeva verso il castello, si sarebbe di sicuro incrociati e stare con la serpeverde avrebbe creato altre discrepanze. A ogni passo gli cresceva l'ansia così cercò di staccarsi dalla Serpeverde che non gli permise di allontanarsi, Hermione li vide e divenne seria in volto, una tempesta di emozioni la stava attraversando, probabilmente si stava addirittura rassegnando perchè aveva iniziato a crederci incosciamente al cambiamento di Draco, lei lo voleva. L'espressione di Draco era una supplica ed Hermione abbassò il capo e corse via. Pansy rise di lei.
Il ragazzo serrò la mascella abbassando lo sguardo.
«Draco sei troppo strano in questo periodo. Credi che nessuno se ne accorga che hai dei grilli per la testa? Fidati di me, è meglio che questa situazione cambi.» Disse gelida la ragazza.
Forse aveva ragione Pansy, forse era meglio non cercare la parte migliore di sè stesso.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: EdenRape