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Autore: Rosmary    19/09/2012    7 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Dedicato a tutte le mie lettrici (e lettori, non si sa mai!) che mi seguono, nonostante tutto.
E dedicato assieme ad un enorme grazie a evechisaro, _LenadAvena_, maar_jkr97, Notteinfinita, _Rospberry, elieli9090, Fabysonoquellochesono_ e Krisma, che hanno recensito lo scorso capitolo <3 (Mi spiace non essere riuscita a rispondervi singolarmente)


 



 
 

 

«State bene? State tutti bene?»

Ma a nulla valgono le parole di Arthur Weasley, poiché nessuno gli risponde. Ѐ il caos completo in quella tetra stanza: l’Anatema di Goyle non ha colpito nessuno, ma il terrore si è diffuso rapido in ogni mago o strega presente. Ninfadora ha abbandonato la stanza, correndo alla ricerca di Remus. Angus, d’altro canto, fronteggia un Dolohov tornato in sé, più rabbioso e pericoloso che mai. Malocchio è costretto a scontrarsi sia con Rockwood, ormai libero dall’incantesimo di Lee, sia con altri due Mangiamorte accorsi. I ragazzi, privati della spavalderia esibita in precedenza, levano le bacchette, difendendosi e difendendo come possono.

«Non lo chiamare» Tuona Dolohov verso una figura incappucciata appena giunta «O ci ammazzerà tutti» Conclude in un sibilo, eludendo una Maledizione scagliata da Angus. La figura incappucciata, rabbrividendo, torna a coprire il Marchio Nero.

«Fuggite. Fuggite!»

«Come?» Chiede, spaventata, Hermione al Signor Weasley.

«C’è una Passaporta, dobbiamo raggiungerla» Sentenzia Lee a bassa voce «Ma non possiamo lasciarli qui»

«ANDATE» Ordina Malocchio, più severo ed incisivo di Arthur.

I quattro giovanissimi annuiscono. Fred scambia uno sguardo d’intesa con George e poi con Lee.

«PROTEGO» Urla Hermione, appena in tempo, proteggendo se stessa ed i tre ragazzi.

«Ci è mancato poco» Sussurra George.

Fred, silenzioso, afferra il polso di Hermione, rivolgendole un sorriso incoraggiante. Corrono via i quattro, facilitati da un varco creato per loro da Arthur.

«Li prenderemo lo stesso, stupido Weasley» Afferma ghignante Rockwood, la bacchetta punta Arthur ed una Maledizione viene scagliata in sua direzione. Si getta in terra l’uomo, al fine di evitare l’attacco del Mangiamorte e quest’ultimo, profittando del momento, svanisce dalla stanza.

«Hai una pessima mira, bestia» Afferma Antonin, con tono schernitore.

«Meglio essere una bestia, che essere come te» Sbotta con decisione Angus, scagliando l’ennesima fattura contro Dolohov, peccato che il Mangiamorte sia molto abile e, sfortunatamente per l’anziano mago, molto potente.

 
26 dicembre 1996

«Ho un altro favore da chiederti, Angus» Sentenzia con tono grave Remus.

«Vecchio mio, credi davvero che disponga di così tante risorse?!» Scherza il mago, sedendosi su di un vecchio tronco tagliato, riposandosi dopo ore di cammino.

«Sono serio» Incalza Remus, sedendosi accanto ad Angus «Greyback non è un tipo che s’arrende facilmente, lo sappiamo bene»

«Sono stato convincente» Afferma Angus, sulla difensiva «E poi te l’ho detto che potrebbe essere già lì, nonostante tutto. Te l’ho detto che potrebbe attenderti una trappola. Io sono stato convincente… ma lui è…»

Remus gli impedisce di proseguire «E se ti dicessi che tra qualche giorno ti cercherà?»

«Pretenderei di annusare la roba che hai in quella fiaschetta» Accenna un sorrisetto, mostrandosi riluttante all’afferrare il nocciolo del discorso.

«Abbiamo incaricato un nostro uomo di far intuire a Greyback che lo stai cercando»

«Cos’avete fatto?» Chiede, incredulo ed irato, Angus.

«Era necessario, Angus. Silente ha detto…»

«Silente vuole mandarmi a morte?»

«IO vado a morire, non tu» S’alza in piedi Remus, ora incollerito. Una collera che fa placare l’ira di Angus.

«Perché me ne parli soltanto ora?»

«Perché i programmi sono cambiati qualche ora fa, un Patronus mi ha cercato mentre ti procuravi del cibo» Spiega con semplicità Remus.

Trascorre qualche minuto prima che Angus si decida a parlare «Cosa vuoi che faccia?»

«Io fingerò di dormire e tu cercherai un contatto con lui. Gli dirai che sei stanco della tua condizione, pretenderai qualcosa in cambio…»

«In cambio di cosa?»

«…Lui accetterà» Annuisce a se stesso, come in trance «Deve accettare»

«In cambio di cosa, Remus?»

«E poi andremo dove sai e lì ci sarà l’agguato…»

«REMUS»

«Cosa c’è?»

«Mi stai chiedendo di venderti ai Mangiamorte?»

«Molto di più, amico mio, molto di più» Deglutisce, tornando a sedersi «Devi allearti con loro, fare in modo che mi portino nelle loro squallide celle, dove c’è anche Hestia… ti verranno date altre istruzioni al momento opportuno. Devi solo farci entrare, Angus… solo questo»

«Chi altro è coinvolto?»

«Non lo so di preciso, ma devi essere con noi o non entreremo mai. Devi restituirci le bacchette al momento giusto ed attivare una Passaporta»

«Credi che siano tanto stupidi? Ci saranno migliaia di controincantesimi…»

«Ѐ una Passaporta, Angus. Le Passaporte sono sempre sottovalutate… se pensi che Tu-Sai-Chi è tornato grazie ad una banale Passaporta…»

«D’accordo» Asserisce Angus, interrompendo Remus «Dopotutto sono uno dei migliori Occlumanti in circolazione» Si alza in piedi, rinvigorito.

«Ah, un’ultima cosa» Sorride bonario «Se ti ordinano di uccidermi, fallo»
 

«INCENDIO» Ruggisce Alastor, ormai liberatosi degli avversari, verso Antonin.

«NO» S’allarma Angus, neutralizzando lui stesso l’attacco di Malocchio. Persino Dolohov assume un’aria perplessa, calando la bacchetta.

«Non costringermi…» Lascia la frase in sospeso Malocchio, puntando, ora, la bacchetta contro Angus, temendo che il vecchio abbia tradito anche l’Ordine.

«Non fraintendermi, Alastor» Afferma stancamente, volgendo lo sguardo in direzione di Antonin. I tratti del volto di Rosier si induriscono e persino la schiena par essere meno ingobbita «Ѐ mio»

 
17 novembre 1970 – Diagon Alley

Un uomo sui cinquantacinque anni, dall’aspetto cagionevole, s’aggira lungo le strade arricchite dai negozi. È stretto in un mantello nero e rischia di cascare in terra quando due uomini, ben vestiti e più sani di lui, gli sbarrano la strada. L’uomo avvolto nel manto tenta d’aggirare i due sconosciuti, ma questi si frappongono tra lui e la strada.

«Levatevi di torno» Borbotta Angus, senza alzare lo sguardo sui due.

Una risatina di scherno ed un colpetto di tosse scenico sono le uniche risposte che riceve.

«Siete sordi?» Spazientito, impugna la bacchetta.

«Non vorrai attaccarci, vero?»

Sgranando gli occhi, Angus trova la forza d’osservare l’uomo che ha appena parlato, riconoscendo in lui un componente della propria famiglia «Evan»

«Angus» Saluta Evan Rosier, ridacchiando «Ti trovo… stanco?»

«Cerchi rogne, Evan?»

«Esatto. E ha trovato te, dici che sia un caso?» Chiede retoricamente l’uomo accanto ad Evan.

«Lui è Antonin, un amico» Ma poiché Angus, tacendo, osserva truce Antonin, il tono suadente di Evan torna ad imporsi «Ha gentilmente accettato d’accompagnarmi nella ricerca di un componente della mia nobile famiglia»

«Hai bisogno di soldi?»

«Oh, no» Una risata cristallina accompagna le parole di Evan.

«E cosa vuoi?»

«Ucciderti» Interviene Antonin «Se solo portassi il mio cognome» Conclude disgustato.

«Bada, come-accidenti-ti-chiami» Angus si rivolge ad Antonin, minaccioso «Un'altra parola e sarò io ad ammazzare te»

In contemporanea, le bacchette di Dolohov e di Angus scattano. I passanti, ignari, continuano a chiacchierare e passeggiare tra i negozi. Evan, con estrema pacatezza, poggia una mano sulla spalla di Antonin, intimandolo tacitamente a desistere «Angus, perdona il mio amico» Un sorriso addirittura cordiale si dipinge sul volto di Evan «Non voglio ucciderti, ma solo avvertirti: sporca il mio cognome, di’ in giro che sei un Rosier e ti assicuro, bestia, che di te non rimarrà neanche un dito»

«Fosse per me, lo farei fuori subito» E con queste parole, Antonin ed Evan si smaterializzano, lasciando Angus solo ed atterrito.

 
«Allora uccidimi, bestia, prima che io uccida te» Le ultime parole sono accompagnate da un fascio di luce verde prodotto dalla bacchetta di Antonin. Angus riesce ad evitare l’attacco per pura fortuna.

Malocchio, incapace di comprendere l’ostinazione del compagno, borbotta frasi sconnesse, fronteggiando l’ennesimo Mangiamorte accorso «Ma quanti ne sono?»

«Troppi» Afferma debolmente Arthur.

Antonin, nel mentre, si è completamente disinteressato degli altri intrusi: deciso più che mai ad uccidere Angus, concentra tutte le sue energie nello scontro con l’ultimo dei Rosier. Angus non è da meno: la bacchetta dell’anziano mago viene scossa da un tremolio ed un fascio di luce giallognola invade la stanza, accecando ogni presente per pochissimi istanti poiché la luce, dopo l’esplosione, si ricompatta, generando una sfera ardente che s’abbatte con ferocia su Antonin. Dolohov, terrorizzato, leva una potente barriera, tanto simile ad una pericolosa onda marina anomala. L’ardente magia di Angus si scontra, così, con la barriera di Antonin ed i due attacchi si neutralizzano a vicenda, lasciando i presenti zuppi e la mano destra di Dolohov bruciacchiata. Senza attendere oltre, Angus leva nuovamente la bacchetta e questa volta una frusta infuocata zigzaga verso il Mangiamorte, il quale agilmente la schiva una, due, tre volte, agitando a sua volta la bacchetta, producendo una frustra identica a quella dell’avversario. Come due serpenti a sonagli, le fruste s’inseguono silenziose e lente, utilizzando cautela. Antonin ed Angus sono ai due lati della stanza, gli unici presenti oltre loro sono Gibbon, che continua a tentare d’uccidere Malocchio in ogni modo possibile, Malocchio, Hestia, che fronteggia un’armatura animata, ed Arthur, quest’ultimo accasciato in terra a causa d’una ferita all’addome. La stanza è ormai a pezzi, i frammenti della parete esplosa sono sparsi ovunque e rischiano di intralciare i movimenti dei combattenti.

«CRUCIO» Una risatina perversa accompagna queste parole e Malocchio viene costretto in terra, sofferente.


 

****



«Avanti, correte»

«Sta zitto e corri, Lee» Incalza George.

I quattro maghi corrono lungo uno dei corridoi della dimora. Il corridoio è illuminato da mozziconi di candele ed i passi dei ragazzi sono l’unico rumore percepibile. La mano di Hermione è stretta in quella di Fred, è una presa salda, quasi dolorosa, ma nessuno dei due sembra volerne fare a meno. Lee è in testa alla fila, la bacchetta levata è pronta all’attacco. George è poco più avanti del gemello.

«Dov’è la Passaporta?»

«Corri e basta, Hermione» Risponde Lee, agitato.

 
28 dicembre 1996

«George, calmati, hai capito? Calmati»

«Non voglio calmarmi» Sibila gelidamente George, scaraventando la sedia contro la porta della propria camera. Lee strabuzza gli occhi, spaventato.

«George… non è morto»

«Cos’hai detto?»

«George…»

Ma George si è già voltato verso Lee, avvicinandosi minaccioso «Cos’hai detto?» Ripete, quasi senza muovere le labbra.

«George… lui sta bene» Tenta preoccupato Lee.

«NO» Afferra la stoffa del maglioncino dell’amico «RIPETILO. RIPETI…»

«…NON Ѐ MORTO. NON Ѐ MORTO» Anche Lee afferra il golfino indossato da George, il gesto è rude e minaccioso, come ad invitare l’amico alla rissa. Si guardano negli occhi i due ragazzi e George, comprendendo, lascia andare la presa, sedendosi sul proprio letto e nascondendo il volto tra le mani. Lee, tirando un sospiro si sollievo, si accomoda accanto a lui, in silenzio.

«L’Ordine ha un piano per liberarli» La voce di George è roca, un leggero tremolio accompagna ogni sillaba e Lee, da buon amico, continua a restare in silenzio «L’ha detto Malocchio. Il piano serviva per liberare Hestia, così dice Silente. Malocchio dice che il piano serve per far fuori qualche Mangiamorte» Deglutisce George, togliendo le mani dal volto «Secondo lui e papà il piano funzionerà a meraviglia… abbiamo alleati anche dentro il covo: Remus, un tipo che non conosco e Tonks»

«E tu vuoi partecipare? Vuoi andare lì, vero?»

«Io andrò lì, è già tutto deciso»

«Sono dei vostri, amico» Sentenzia Lee, poggiando una mano sulla spalla di George «Riprendiamoci Fred»
 

Ed i ragazzi corrono, corrono disperati, peccato che la corsa venga interrotta da uno strano fischio, decisamente assordante, che costringe Fred, George, Hermione e Lee a coprire le orecchie con le mani.

«COS’Ѐ?» Urla Fred.

«NON TI SENTO» Risponde George al fratello.

Il fischio diviene sempre più forte, Hermione si accovaccia a terra, vogliosa di difendersi in qualche modo. I tre ragazzi cercano di guardarsi intorno, Lee con coraggio nega all’orecchio destro la protezione, impugnando la bacchetta.

«FINITE INCANTATEM» Urla Jordan, agitando la bacchetta rudemente. Ma il suo incanto ha uno strano effetto: anziché placare quel fischio, lo incrementa e persino la pavimentazione inizia a traballare. Nel frattanto, l’orecchio destro di Lee inizia a sanguinare e l’udito del giovane diviene, man mano, sempre più ovattato.

«STUPEFICIUM» Urlano Fred e George verso un’ombra, ma l’attacco si disperde nel vuoto ed i gemelli tornano a coprire le orecchie, doloranti e pulsanti. I quattro ragazzi iniziano ad avere problemi d’equilibrio, Hermione, aggrappandosi alla parete, riesce ad alzarsi in piedi, la bacchetta levata e lo sguardo assottigliato che riesce a cogliere una figura in un incavo del corridoio.

«STUPEFICIUM» Urla con sicurezza Hermione, sovrastando quasi il fischio e colpendo in pieno la figura, quest’ultima urta contro la parete, perdendo il controllo della situazione e, in un lasso di tempo brevissimo, la pavimentazione smette di tremare e il fischio svanisce. Ansimano i quattro ragazzi, tutti frastornati dall’orribile suono.

«Accidenti» Impreca Lee, accorgendosi del sangue sulla guancia destra.

«Cos’hai?»

«Mi si è spaccato il timpano, George»

«Almeno non ti si è spaccata la testa!» Scherza Fred, facendo sorridere sia George che l’amico.

«Dobbiamo muoverci» Asserisce George, rivolgendosi poi a Hermione «Ehi… stai bene?» Ma Hermione non risponde «Hermione» Ritenta George, ma la ragazza, dando le spalle a tutti, non reagisce in alcun modo. Lee si acciglia, preoccupato.

Fred le si avvicina, titubante «Hermione» Le accarezza il capo, restando alle sue spalle, scivolando dolcemente verso la guancia e lì, inorridendo, avverte un qualcosa di caldo e liquido al contatto con i polpastrelli «Hermione» La mano sinistra afferra il braccio della ragazza e Fred la volta come una bambola di pezza.

«Oh, cavolo» Lee, che non riesce a trattenere lo sconcerto.

Hermione ha le guance sporcate da sottili scie di sangue provenienti dalle orecchie e gli occhi gonfi di lacrime. La ragazza indirizza lo sguardo su Fred e quest’ultimo, anziché parlarle, l’abbraccia, stringendola a sé.

«Fred» Interviene George, guardingo «Dobbiamo andare»


 

****



«Ma guarda, guarda. Cercavo un Animale e ho trovato uno Storpio» Sghignazza Bellatrix, osservando il corpo sofferente di Malocchio, preda della Maledizione da lei stessa scagliata.

«AVADA KEDAVRA»

Bellatrix, colta alla sprovvista, riesce a scostarsi appena in tempo, rivolgendo uno sguardo truce a Remus, la cui bacchetta è ancora levata «Hai tentato di uccidermi. TU, Rifiuto, Ibrido»

«Io, sì. E non sai quanto mi dispiaccia non esserci riuscito» Parole accompagnate dall’ennesima Maledizione. Remus sembra essere furioso. Tonks, appena dietro di lui, mostra una bruciatura al braccio destro, una bruciatura ancora sanguinante.

Malocchio, rialzandosi, si precipita da Arthur, elevando uno scudo prima che l’uomo venga colpito dalla Maledizione di Dolohov, giunta casualmente dalle parti del Signor Weasley. In quella stanza sono rimasti in pochissimi ancora in grado di darsi battaglia: Gibbon e Tonks, che si fronteggiano, nonostante lei sia ferita; Malocchio e Remus, alle prese con Bellatrix; Angus e Dolohov, intrappolati in un duello senza fine. Hestia è ormai uscita dalla stanza, diretta alla ricerca dei quattro ragazzi.

«Sei uno sciocco, Angus» Sentenzia Dolohov, disarmando l’avversario con un’abile mossa.

«Non mi interessano le tue opinioni» Afferma Angus, osservando la propria bacchetta cadere nelle mani del Mangiamorte.

Antonin, ghignando, getta via la bacchetta del mago «Potrei ucciderti» Afferma pacato «Ma ciò mi impedirebbe di impartirti la lezione più importante»

S’acciglia Angus, indirizzando sguardi ai propri alleati, sperando che questi si accorgano di lui e della sua bacchetta «Sei solo un assassino»

«Sì» Asserisce con soddisfazione «Ed ora ti mostrerò quanto siano stupidi i tuoi ideali e quelli come te» Leva la bacchetta «Imparerai, grazie a me, che il Signore Oscuro è l’unico in grado di insegnare la differenza tra la vera vita e la finzione»

«Uccidimi e falla finita» Ringhia Angus, allargando le braccia e sfidando, con sguardo fiero, il Mangiamorte. Ma Dolohov non è un adolescente bulletto e neanche un timoroso mago da quattro soldi. Dolohov è subdolo e assetato di sofferenza. La bacchetta del Mangiamorte, rapidissima, si indirizza verso Lupin, impegnato nello scontro con Bellatrix.

«AVADA KEDAVRA» Il tono di voce alto, esprimente gioia. Tutti i presenti, come pietrificati, si voltano in direzione di quel fascio verde che minaccia la vita di Remus ed è questione di attimi: Angus, senza riflettere, si frappone tra la Maledizione e Remus, il suo pupillo, il suo più vero amico.

«Angus, NO» Si getta in avanti Lupin, riuscendo a sorreggere il corpo dell’anziano mago prima che caschi in terra, esanime.

«Vedi, Angus?» Dolohov, retorico «Quelli come me non muoiono per proteggere una bestia»

   
 
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