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Autore: deb_    20/09/2012    14 recensioni
Incredibilmente dolce, infinitamente bella, e perdutamente innamorata. Questa è la storia di un incantevole ragazza, che, dopo tanti orribili sacrifici per scappare al suo crudele passato, si ritrova ad affrontarlo incapace di reagire alle forze avverse al suo destino.
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"Ti amo e ti ho sempre amato, ma non posso illudermi che per te sia lo stesso, vero Harry?"Chiese Gwen spudoratamente.
Harry stette li impassibile e non mosse nemmeno un muscolo per contraddirla.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Al passato non si sfugge.

Al passato non si sfugge, ti perseguita finchè non ti avrà trovato e quando l’avrà fatto di distruggerà.

Gwen Shepard era fuggita dal suo passato, aveva preferito scappare dal suo martirio e costruirsi una vita nuova. Voleva cambiare , dare un svolta alla sua esistenza, e l’avrebbe fatto. Quindi supplicò i suoi genitori e li pregò affinché cambiassero città.

 Marie e Jeorge vedevano la vita di loro figlia andare a rotoli. Erano molto preoccupati e quando la loro amata figlia chiese loro di cambiare vita, loro accettarono subito. Avrebbero fatto di tutto per migliorare la vita di Gwenny e così fu.

Ma due anni dopo la stessa Gwen si ritrovava ad affrontare il passato. Quest’ultimo l’aveva scovata e non le aveva dato via di scampo.

 

Quando la famiglia Shepard arrivò a destinazione il party era già iniziato. La festa era stata organizzata nella villa del socio di Jeorge. Gwen rimase meravigliata dalla reggia che s’innalzava di fronte a lei ed anche se non vedeva l’ora di entrare, aveva timore di far fare brutta figura al padre. Lei non era mai stata ad un ballo, nella sua prima scuola nessuno l’aveva mai invitata, tutti si vergognavano di lei e questi ricordi le squartavano ancora il cuore. Invece nella scuola dove andava fino a tre giorni fa ,i balli non erano ammessi, erano considerati distrazioni per gli alunni. Ed anche se non la rassicurava affatto, poteva fare sfoggio della sua bellezza.

 Jeorge prese a braccetto le sue donne e orgoglioso di loro si fece spazio tra la gente. Era sicuro che avrebbe fatto provar gelosia a coloro che avrebbero posato gli occhi su di loro, la loro bellezza era qualcosa di incantevole, ed anche se era abbastanza geloso sarebbe stato cordiale con tutti quelli che avrebbero fatto complimenti. Amava sua moglie e di lei si poteva fidare, ma aveva paura per la sua piccola bambina. Questa sera la sua cara figlioletta era molto attraente e non poteva fare a meno di notare che tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di lei. Ma a suo malincuore, era consapevole che guastarle la serata allontanandola da tutti, non sarebbe stata la giusta cosa da fare.

Gwen si sentì osservata appena fece il suo ingresso. Ed anche se tentava di nasconderlo doveva ammettere che in quel momento fosse molto imbarazzata. Non aveva mai avuto tutte quelle attenzioni e immediatamente si sentì arrossire. Insieme a suo padre e sua madre e raggiunse il tavolo dove da li a poco si sarebbero dovuti sedere, ma prima suo padre decise di metterla ancor più a disagio presentandole il suo socio.  Era un uomo alto e magro, sembrava perfino più giovane di suo padre, appena vide avvicinarli abbozzò un sorriso. Quel sorriso era immensamente bello e nonostante la sua età i suoi denti erano bianchi e allineati.

<< Tu devi essere la bellissima figlia di Jeorge >> affermò il socio, porgendole la mano  << Io sono Robin , il socio di tuo padre.. ma questo lo saprai già >>

<< Piacere di conoscerla, sono Gwen >> disse sorridente,ricambiando il gesto.

A Gwen piacque subito, quell’uomo sembrava esser molto simpatico e socievole ed inoltre  il suo modo d’esporsi e conversare era molto accurato, si quell’uomo era un perfetto socio per suo padre.

<< Quanti anni hai, Gwen? >> Chiese Robin.

<< 19 appena compiuti , signore  >>

<< Non chiamarmi signore, per carità. Mi fa sentire ancora più vecchio di quanto io lo sia già… >> Ribattè scherzosamente Robin << Quindi hai la stessa età di mio figlio , vorrei tanto che facessi conoscenza con lui, in tal modo io e tuo padre potremmo parlare d’affari senza darti modo d’annoiarti. >>

Bene , pensò Gwen. Poteva farsi già nuovi amici e se il figlio di Robin era allo stesso livello del padre, avrebbe anche fatto una interessante conversazione.

Robin si stava nuovamente avvicinando, ma non c’era alcuna traccia del figlio, Gwenny rimase un po’ delusa, avrebbe fatto volentieri nuove amicizie. << Scusate nuovamente, mio figlio non si decide a degnarci della sua presenza >> Commentò amaramente Robin << Harry, ti sarei grato se facessi un po’ di compagnia, a questa bellissima signorina, io e il padre dobbiamo discutere d’affari , ti sarei grato se facessi ciò che ti ho appena richiesto senza che tu mi faccia fare brutte figure. >> Esclamò con tono impaziente.

Harry.

Harry.

Quel nome le rimbombava insistentemente nella mente tanto da provocarle un gran dolore alle tempie.

Ma quando improvvisamente vide girarsi un ragazzo in smoking e avvicinarsi sempre di più a loro ,le venne da svenire.  Ricordi e ricordi le affiorarono in mente ed cercò invano di scacciarli via. Stessi capelli riccioluti, stessi occhi meravigliosamente verdi, stesso sorriso perfetto che l’aveva portata ad innamorarsi di lui e stesse anche le fossette che gli erano spuntate in viso ,ai lati della bocca, quando le aveva sorriso. Era di fronte a lei e non le parve vero, ma dovette ammetterlo era ancora più bello di prima, più alto, più muscoloso, più provocante ma sicuramente il suo carattere sarebbe stato lo stesso di due anni prima.

<< Piacere bellissima, sono Harry..Tu sei? >> Chiese Harry.

Perfetto, pensò Gwen mentre si portava una chiocca di capelli ondulati dietro l’orecchio. Harry non si ricordava di lei, della cicciona che prendeva in giro prima che si trasferisse. La stessa cicciona brufolosa che tutti deridevano costantemente e lei ora poteva sedurlo, farlo soffrire e distruggerlo proprio come lui aveva fatto con lei. Ma voleva realmente giocare col fuoco? Se poi quella a scottarsi fosse stata lei? Aveva già sofferto tanto per colpa sua e non poteva permettersi di farlo ancora.

<< Piacere tutto tuo, Gwen >> Rispose freddamente lei.

Nel frattempo i loro genitori li avevano lasciati soli, ed avevano raggiunto gli altri ospiti dall’altra parte della sala. In tal modo. Harry, potette approfittare della situazione. L’aveva desiderata dal primo momento che l’aveva vista entrare in quella sala e non se la sarebbe fatta scappare facilmente

<< Vedo che non siamo molto socievoli >> affermò occhi color smeraldo, avvicinandosi sempre più a lei << Cosa ho fatto di male per essere trattato così da una così bella signorina? >>

Mi hai spezzato il cuore , mi hai trafitto l’anima, mi hai lasciata morire di solitudine e mi hai fatta innamorare di te,  ecco cosa hai fatto; pensò di rispondere Gwen. Ma il suo intelletto fortunatamente non glielo permise.

<< Niente, almeno niente che ti riguardi e poi non sono in vena di iniziare un discorso con persone superficiali come te >> Non si trattene completamente, ma voleva essere fredda, voleva allontanarlo e pensò che se fosse stata distaccata lui avrebbe abbandonato il suo scopo.

<< E come fa questa deliziosa fanciulla a giudicarmi così velocemente? Non mi ha dato modo di farmi conoscere o forse non vuole proprio conversare con il qui presente? >> Harry già stava cominciando ad innervosirsi, ma il suo ego voleva che lei lo desiderasse.

<< E’ vero, io non ti conosco, ma posso tranquillamente affermare che tu sia un maschilista senza scrupoli, ami portarti le donne a letto e illuderle di una tua futura chiamata,  sedurle, conquistarle, fare sporchi giochetti solo per provare piacere ogni notte, conosco i tipi come te Harry, ed anche molto bene ed io non sono adatta a te, quindi non ti conviene neanche provarci perché non sono facile da abbindolare.  >> Gwen era fiera di averlo liquidato così, era orgogliosa di avergli sputato in faccia tutto quello che pensava di lui, ed anche se il suo cuore si stava rivoltando, gli voltò le spalle, lasciandolo senza parole ed incamminandosi verso i suoi genitori.

Ma repentinamente lui la fermò, le prese il braccio e l’avvicinò a se. Non poteva farle questo, avrebbe ceduto come al solito e lei non poteva permettere che questo accadesse. Il cuore le batteva all’impazzata, quel contatto le aveva fatto venire i brividi, e questo non era di certo un buon segno.

<< Gwen, tesoro mio, hanno cominciato a servire ai tavoli. Vieni ,su >>  La richiamò Marie.

Gwenny fece un profondo sospiro ed Harry mollò la presa sul suo polso. Gwen ringraziò Dio per aver fatto arrivare quell’angelo di sua madre a salvarla dall’ insostenibile situazione che si era venuta a creare.

<< Oh Harry, anche tu sei al tavolo con noi, tuo padre mi ha chiesto se potevo avvisarti del cambiamento, ed io già me ne stavo dimenticando. Che sbadata che sono >> Continuò Marie accennando un sorriso.

Gwen voleva sprofondare negli abissi, o quanto meno diventare invisibile. Harry le appoggiò la mano nella schiena scoperta di Gwenny e quest’ultima sospirò nuovamente.

Giunti al tavolo Robin fu ben felice di vedere Harry e Gwen insieme . Gwen era una ragazza a modo e avrebbero fatto bene a suo figlio conoscenze così.

<< Perché non lasciamo sedere i nostri figli vicini? >> consigliò Robin al suo socio, nonché padre della ragazza << Sembrano esser diventati amici >>

<< Si, effettivamente hai ragione >> Rispose Jeorge facendo un sorriso alla figlia.

 

Le portate erano di una squisitezza inesorabile, ed Harry nel corso della cena non le aveva rivolto la parola il che le sembrò un bene.

Harry voleva fare qualcosa, la cena fino ad ora era stata molto noiosa e voleva rimediare divertendosi un po’. Così posò una mano sulla coscia scoperta dallo spacco di Gwen e la guardò con fare malizioso. Era arrossita incredibilmente e la cosa lo fece ridere.

<< Gwenny, cos’hai? Ti vedo strana, le tue guance sembrano aver preso fuoco? >> Scherzò Marie.

Sua madre non poteva immaginarsi di certo cosa stava accadendo sotto il tavolo. Harry le aveva toccato la coscia e lei non sapeva come fargli spostare quella mano senza far accorgere i presenti di tutto ciò.

<< Ni.. niente mamma, sento solo un po’ di caldo>> informò Gwen.

Quella mano stava pian piano avanzando, sempre più su e le aveva sfiorato l’intimità.

<< Leva quella lurida mano dal mio corpo >> Sussurrò all’orecchio ad Harry,

Lui per tutta risposta la guardò con fare malizioso e sorridendole spostò lievemente la mutandina. Gwen ansimò leggermente a quel contatto e lo fulmino con lo sguardo.

<< Non sto facendo niente, preferisci che invece faccia qualcosa? >> Disse Harry avvicinandosi ad Gwen

Istantaneamente stuzzicò con le dita il clitoride di Gwenny e lei si sentì mancare.

“Odiava “ Harry, lo “ odiava” con tutto il cuore. Aveva pensato di poter sfuggire dal suo passato, lasciandosi tutto alle spalle, invece quel ragazzo le aveva pugnalato nuovamente il suo fragile cuore facendole intuire un certo interesse nei suoi confronti. Ma lei voleva frantumare ogni piccolo frammento che era rimasto del suo amore verso quell’essere. Aveva imparato la lezione ed ora doveva combattere per riprendersi quello che Harry le aveva rubato: il suo cuore.

 

   
 
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