Al passato non si sfugge.
Al
passato non si sfugge, ti perseguita finchè non ti
avrà trovato e quando l’avrà fatto di
distruggerà.
Gwen
Shepard era fuggita dal suo passato, aveva preferito scappare dal suo
martirio e costruirsi una vita nuova. Voleva cambiare , dare un svolta
alla sua esistenza, e l’avrebbe fatto. Quindi
supplicò i suoi genitori e li pregò
affinché cambiassero città.
Marie
e Jeorge vedevano la vita di loro figlia andare a rotoli. Erano molto
preoccupati e quando la loro amata figlia chiese loro di cambiare vita,
loro accettarono subito. Avrebbero fatto di tutto per migliorare la
vita di Gwenny e così fu.
Ma
due anni dopo la stessa Gwen si ritrovava ad affrontare il passato.
Quest’ultimo l’aveva scovata e non le aveva dato
via di scampo.
Quando
la famiglia Shepard arrivò a destinazione il party era
già iniziato. La festa era stata organizzata nella villa del
socio di Jeorge. Gwen rimase meravigliata dalla reggia che
s’innalzava di fronte a lei ed anche se non vedeva
l’ora di entrare, aveva timore di far fare brutta figura al
padre. Lei non era mai stata ad un ballo, nella sua prima scuola
nessuno l’aveva mai invitata, tutti si vergognavano di lei e
questi ricordi le squartavano ancora il cuore. Invece nella scuola dove
andava fino a tre giorni fa ,i balli non erano ammessi, erano
considerati distrazioni per gli alunni. Ed anche se non la rassicurava
affatto, poteva fare sfoggio della sua bellezza.
Jeorge
prese a braccetto le sue donne e orgoglioso di loro si fece spazio tra
la gente. Era sicuro che avrebbe fatto provar gelosia a coloro che
avrebbero posato gli occhi su di loro, la loro bellezza era qualcosa di
incantevole, ed anche se era abbastanza geloso sarebbe stato cordiale
con tutti quelli che avrebbero fatto complimenti. Amava sua moglie e di
lei si poteva fidare, ma aveva paura per la sua piccola bambina. Questa
sera la sua cara figlioletta era molto attraente e non poteva fare a
meno di notare che tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di
lei. Ma a suo malincuore, era consapevole che guastarle la serata
allontanandola da tutti, non sarebbe stata la giusta cosa da fare.
Gwen
si sentì osservata appena fece il suo ingresso. Ed anche se
tentava di nasconderlo doveva ammettere che in quel momento fosse molto
imbarazzata. Non aveva mai avuto tutte quelle attenzioni e
immediatamente si sentì arrossire. Insieme a suo padre e sua
madre e raggiunse il tavolo dove da li a poco si sarebbero dovuti
sedere, ma prima suo padre decise di metterla ancor più a
disagio presentandole il suo socio. Era
un uomo alto e magro, sembrava perfino più giovane di suo
padre, appena vide avvicinarli abbozzò un sorriso. Quel
sorriso era immensamente bello e nonostante la sua età i
suoi denti erano bianchi e allineati.
<<
Tu devi essere la bellissima figlia di Jeorge >>
affermò il socio, porgendole la mano <<
Io sono Robin , il socio di tuo padre.. ma questo lo saprai
già >>
<<
Piacere di conoscerla, sono Gwen >> disse
sorridente,ricambiando il gesto.
A
Gwen piacque subito, quell’uomo sembrava esser molto
simpatico e socievole ed inoltre il
suo modo d’esporsi e conversare era molto accurato, si
quell’uomo era un perfetto socio per suo padre.
<<
Quanti anni hai, Gwen? >> Chiese Robin.
<<
19 appena compiuti , signore >>
<<
Non chiamarmi signore, per carità. Mi fa sentire ancora
più vecchio di quanto io lo sia già…
>> Ribattè scherzosamente Robin
<< Quindi hai la stessa età di mio figlio ,
vorrei tanto che facessi conoscenza con lui, in tal modo io e tuo padre
potremmo parlare d’affari senza darti modo
d’annoiarti. >>
Bene
, pensò Gwen. Poteva farsi già nuovi amici e se
il figlio di Robin era allo stesso livello del padre, avrebbe anche
fatto una interessante conversazione.
Robin
si stava nuovamente avvicinando, ma non c’era alcuna traccia
del figlio, Gwenny rimase un po’ delusa, avrebbe fatto
volentieri nuove amicizie. << Scusate nuovamente, mio
figlio non si decide a degnarci della sua presenza >>
Commentò amaramente Robin << Harry, ti sarei
grato se facessi un po’ di compagnia, a questa bellissima
signorina, io e il padre dobbiamo discutere d’affari , ti
sarei grato se facessi ciò che ti ho appena richiesto senza
che tu mi faccia fare brutte figure. >>
Esclamò con tono impaziente.
Harry.
Harry.
Quel
nome le rimbombava insistentemente nella mente tanto da provocarle un
gran dolore alle tempie.
Ma
quando improvvisamente vide girarsi un ragazzo in smoking e avvicinarsi
sempre di più a loro ,le venne da svenire. Ricordi
e ricordi le affiorarono in mente ed cercò invano di
scacciarli via. Stessi capelli riccioluti, stessi occhi
meravigliosamente verdi, stesso sorriso perfetto che l’aveva
portata ad innamorarsi di lui e stesse anche le fossette che gli erano
spuntate in viso ,ai lati della bocca, quando le aveva sorriso.
Era di fronte a lei e non le parve vero, ma dovette ammetterlo era
ancora più bello di prima, più alto,
più muscoloso, più provocante ma sicuramente il
suo carattere sarebbe stato lo stesso di due anni prima.
<<
Piacere bellissima, sono Harry..Tu sei? >> Chiese Harry.
Perfetto,
pensò Gwen mentre si portava una chiocca di capelli ondulati
dietro l’orecchio. Harry non si ricordava di lei, della
cicciona che prendeva in giro prima che si trasferisse. La stessa
cicciona brufolosa che tutti deridevano costantemente e lei ora poteva
sedurlo, farlo soffrire e distruggerlo proprio come lui aveva fatto con
lei. Ma voleva realmente giocare col fuoco? Se poi quella a scottarsi
fosse stata lei? Aveva già sofferto tanto per colpa sua e
non poteva permettersi di farlo ancora.
<<
Piacere tutto tuo, Gwen >> Rispose freddamente lei.
Nel
frattempo i loro genitori li avevano lasciati soli, ed avevano
raggiunto gli altri ospiti dall’altra parte della sala. In
tal modo. Harry, potette approfittare della situazione.
L’aveva desiderata dal primo momento che l’aveva
vista entrare in quella sala e non se la sarebbe fatta scappare
facilmente
<<
Vedo che non siamo molto socievoli >> affermò
occhi color smeraldo, avvicinandosi sempre più a lei
<< Cosa ho fatto di male per essere trattato
così da una così bella signorina? >>
Mi hai spezzato
il cuore , mi hai trafitto l’anima, mi hai lasciata morire di
solitudine e mi hai fatta innamorare di te, ecco
cosa hai fatto; pensò di rispondere Gwen. Ma il suo
intelletto fortunatamente non glielo permise.
<<
Niente, almeno niente che ti riguardi e poi non sono in vena di
iniziare un discorso con persone superficiali come te >>
Non si trattene completamente, ma voleva essere fredda, voleva
allontanarlo e pensò che se fosse stata distaccata lui
avrebbe abbandonato il suo scopo.
<<
E come fa questa deliziosa fanciulla a giudicarmi così
velocemente? Non mi ha dato modo di farmi conoscere o forse non vuole
proprio conversare con il qui presente? >> Harry
già stava cominciando ad innervosirsi, ma il suo ego voleva
che lei lo desiderasse.
<<
E’ vero, io non ti conosco, ma posso tranquillamente
affermare che tu sia un maschilista senza scrupoli, ami portarti le
donne a letto e illuderle di una tua futura chiamata, sedurle,
conquistarle, fare sporchi giochetti solo per provare piacere ogni
notte, conosco i tipi come te Harry, ed anche molto bene ed io non sono
adatta a te, quindi non ti conviene neanche provarci perché
non sono facile da abbindolare. >>
Gwen era fiera di averlo liquidato così, era orgogliosa di
avergli sputato in faccia tutto quello che pensava di lui, ed anche se
il suo cuore si stava rivoltando, gli voltò le spalle,
lasciandolo senza parole ed incamminandosi verso i suoi genitori.
Ma
repentinamente lui la fermò, le prese il braccio e
l’avvicinò a se. Non poteva farle questo, avrebbe
ceduto come al solito e lei non poteva permettere che questo accadesse.
Il cuore le batteva all’impazzata, quel contatto le aveva
fatto venire i brividi, e questo non era di certo un buon segno.
<<
Gwen, tesoro mio, hanno cominciato a servire ai tavoli. Vieni ,su
>> La
richiamò Marie.
Gwenny fece un
profondo sospiro ed Harry mollò la presa sul suo polso. Gwen
ringraziò Dio per aver fatto arrivare quell’angelo
di sua madre a salvarla dall’ insostenibile situazione che si
era venuta a creare.
<<
Oh Harry, anche tu sei al tavolo con noi, tuo padre mi ha chiesto se
potevo avvisarti del cambiamento, ed io già me ne stavo
dimenticando. Che sbadata che sono >> Continuò
Marie accennando un sorriso.
Gwen voleva
sprofondare negli abissi, o quanto meno diventare invisibile. Harry le
appoggiò la mano nella schiena scoperta di Gwenny e
quest’ultima sospirò nuovamente.
Giunti al tavolo
Robin fu ben felice di vedere Harry e Gwen insieme . Gwen era una
ragazza a modo e avrebbero fatto bene a suo figlio conoscenze
così.
<<
Perché non lasciamo sedere i nostri figli vicini?
>> consigliò Robin al suo socio,
nonché padre della ragazza << Sembrano esser
diventati amici >>
<<
Si, effettivamente hai ragione >> Rispose Jeorge facendo
un sorriso alla figlia.
Le portate erano
di una squisitezza inesorabile, ed Harry nel corso della cena non le
aveva rivolto la parola il che le sembrò un bene.
Harry voleva
fare qualcosa, la cena fino ad ora era stata molto noiosa e voleva
rimediare divertendosi un po’. Così
posò una mano sulla coscia scoperta dallo spacco di Gwen e
la guardò con fare malizioso. Era arrossita incredibilmente
e la cosa lo fece ridere.
<<
Gwenny, cos’hai? Ti vedo strana, le tue guance sembrano aver
preso fuoco? >> Scherzò Marie.
Sua madre non
poteva immaginarsi di certo cosa stava accadendo sotto il tavolo. Harry
le aveva toccato la coscia e lei non sapeva come fargli spostare quella
mano senza far accorgere i presenti di tutto ciò.
<<
Ni.. niente mamma, sento solo un po’ di caldo>>
informò Gwen.
Quella mano
stava pian piano avanzando, sempre più su e le aveva
sfiorato l’intimità.
<<
Leva quella lurida mano dal mio corpo >>
Sussurrò all’orecchio ad Harry,
Lui per tutta
risposta la guardò con fare malizioso e sorridendole
spostò lievemente la mutandina. Gwen ansimò
leggermente a quel contatto e lo fulmino con lo sguardo.
<<
Non sto facendo niente, preferisci che invece faccia qualcosa?
>> Disse Harry avvicinandosi ad Gwen
Istantaneamente
stuzzicò con le dita il clitoride di Gwenny e lei si
sentì mancare.
“Odiava
“ Harry, lo “ odiava” con tutto il cuore.
Aveva pensato di poter sfuggire dal suo passato, lasciandosi tutto alle
spalle, invece quel ragazzo le aveva pugnalato nuovamente il suo
fragile cuore facendole intuire un certo interesse nei suoi confronti.
Ma lei voleva frantumare ogni piccolo frammento che era rimasto del suo
amore verso quell’essere. Aveva imparato la lezione ed ora
doveva combattere per riprendersi quello che Harry le aveva rubato: il
suo cuore.