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Autore: LiquidScience    20/09/2012    3 recensioni
"Se avessi le mani, scriverei un diario.
Ma le mie braccia sono ali, fatte per solcare i cieli,
Lassù dove nessun uomo è mai arrivato prima..."
Storia di un aereo da guerra che non voleva combattere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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---24 marzo 1942
Dall’alto vedo il caos della terra, centinaia e centinaia di esserini, della stessa razza del mio pilota, continuano ad uccidersi. Si scontrano, si sparano, si odiano: cadono a terra, in una pozza rosso scuro che filtra fino nelle viscere del pianeta, impregnando tutto nella sua morsa di morte.
Stessa razza, stessa anima, stesso cuore… ma due divise diverse.
Vederli lì, sterminarsi a vicenda, mi addolora. Perché lo fanno?
Quassù nel cielo non è poi tanto diverso, anzi forse è peggio: il mio pilota mi costringe ad abbattere altri della mia specie, cadono a terra e diventano ammassi di rottami senza vita. Molti di loro sono appena usciti dalla fabbrica, nemmeno si rendono conto di cosa sta succedendo. Danno sfogo alla loro mitragliatrice senza pensarci, quasi fosse un gioco. Un gioco mortale.
È il mio primo volo e già vorrei che fosse l’ultimo.
 
---27 marzo 1942
Quest’inferno continua, il rumore degli spari e delle esplosioni permane nell’aria come una melodia di distruzione, assieme all’odore di bruciato. A volte cerco di isolarmi da tutto il resto, lasciando che sia il mio pilota che culli nell’aria, evitando pallottole e non solo.
È l’unica cosa che posso fare per non fondere il motore in questo caos mortale.
 
---28 marzo 1942
Un unico rumore, un colpo secco, e un pezzetto della mia ala se ne va. Comincio a perdere stabilità, ma il terreno si fa sempre più vicino… per fortuna, il mio pilota è riuscito a fare un atterraggio di emergenza.
“Un danno da poco” dicono i tecnici, ma per me è atroce. Lieve o no, è sempre una parte di me.
Presto sarò di nuovo in volo, completamente operativo.
Se potessi piangere, lo farei.
 
---1 aprile 1942
Fool’s Day, la Festa degli Scemi. Un giorno in cui tutti si divertono a fare scherzi agli amici.
Mi piacerebbe avere degli amici a cui fare degli scherzi, dovrebbe essere divertente.
Divertimento. Cos’è? Forse un giorno lo saprò. Forse.
Chissà cosa si prova a fare uno scherzetto a un proprio simile, invece di scaricargli il caricatore addosso.
Oggi, ad ogni aereo abbattuto, il mio pilota gridava “Weh, happy Fool’s Day!”: è questo uno scherzo?
Non lo so. So solo che ad ogni giorno che passa io faccio sempre meno caso ai proiettili che mi fischiano attorno o agli aerei che cercano di abbattermi.
Forse sto diventando come loro…
 
---3 aprile 1942
È… la fine. Lo sento. Un aereo verniciato con un altro colore mi ha colpito, metà della mia ala mi è stata strappata via. Il mondo ha cominciato a girare e girare, mentre il mare era sempre più vicino…
Il mio pilota ha colto la prima occasione per andarsene, si è catapultato nel vuoto.
Lui, la persona a cui tenevo più al mondo, mi ha abbandonato.
Sono solo, in questo mondo crudele, mentre l’acqua del mare avvolge il mio metallo nella sua fresca coperta…
 
  
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