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Autore: Daifha    21/09/2012    4 recensioni
“L’estate è un mondo a sé”
Dal primo capitolo: - “Dovreste mandarlo dallo psichiatra, non è normale che cerchi di portarsi a letto suo cugino” dice solenne Kidd, mentre litiga con la batteria del telefonino che non vuole incastrarsi in quel cazzo di buco in cui, invece, dovrebbe ficcarsi e anche alla svelta, perché la pazienza di Kidd è a livelli così minimi che c’è gente che dubita sia mai esistita.
Killer ridacchia nel cuscino e risponde semplicemente “Sarebbero soldi buttati nel cesso” quasi soffocandosi. Poi sembra ripensarci, si tira nuovamente su con un braccio e fissa Kidd con occhi seri “A proposito di cugini, ho un favore da chiederti, Kidd…”
E qui lascia la frase in sospeso perché conosce Kidd, sa il carattere di merda che si ritrova e sa che il suo migliore amico raramente concede favori. -
[KiddLaw] [PenguinKiller] [Casquette]
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Summer is a world itself

 3# - Avrei voluto sciogliere l'ipnosi in un altro modo


 


“E’… Mio nipote” risponde dopo un’infinità di tempo Killer, evitando con gli occhi quelli di Kidd. È una risposta stupida, banale, e sicuramente non esauriente, lo sa, ma al momento è l’unica che gli venga in mente “Quello… Di cui ti ho parlato…”
Le sopracciglia di Kidd sono piegate verso il basso in una maniera davvero spaventosa, quasi irreale, Killer sa anche questo. Per un attimo crede di avere davvero paura, ma il secondo dopo sente nel petto il suo orgoglio da uomo virile rivoltarsi e scalpitare, e decide che no, lui non ha paura. Assolutamente. Forse un po’ intimorito, sì, ma poco, davvero poco.
“Quello di cui mi hai parlato? Oh, no, fottuto idiota, quello di cui tu mi hai parlato è la versione in scala ridotta rispetto a questo”
“Appunto… Riguardo a questo, Kidd… Mio nipote ha diciassette anni…” Killer non sta tremando e non sta sudando. Killer è tranquillo e affronta questa faccenda da vero uomo.
“Non ti sembra un po’ tardi per dirmelo?” Solo che Kidd è davvero spaventoso quand’è arrabbiato…
“Sorpresa” si intromette Trafalgar. Si annoia, e decide che c’è bisogno fare dell’ironia. Poi si gira tranquillo verso Penguin – e questa volta anche Kidd se ne accorge, se ne accorge fin troppo bene ed è pure incazzato – e si accerta che sul suo viso ci sia il suo stesso identico ghigno. E il ghigno c’è.
E sia Kidd che Killer non possono fare a meno di pensare di aver appena dato vita ad una complicità di cui presto si pentiranno.


Kidd non ha ammazzato Killer. Non lo ha fatto, e la cosa non lo stupisce neanche tanto. Però lo fa arrabbiare, e per una ragione più che valida. Killer la passa liscia troppo spesso con Kidd, e Kidd è troppo buono con Killer.
Kidd sa che Killer non è il tipo di persona che sfrutta gli altri né tanto meno che approfitta delle situazioni, o almeno, così credeva. Vorrebbe dire di essere profondamente deluso, ma sa di non essere la persona adatta per fare certe affermazioni… E poi lui non è deluso, è solo profondamente arrabbiato, soprattutto con se stesso. Si è fatto ingannare come un idiota! E per più volte! Prima facendosi convincere con belle parole a prendersi cura di Law, poi semplicemente non preoccupandosi minimamente di informarsi su questo fantomatico nipotino, e infine… “Certo che sei molto permissivo con Killer…” Trafalgar sembra davvero molto bravo ad intromettersi, tanto nei discorsi quanto nei pensieri.
“Che diamine vorresti dire?” e a Kidd non sta bene essere continuamente interrotto.
“Che non pensavo che aveste una relazione tanto aperta”
“A me non frega niente di chi si scopa Killer“

“E da chi si fa scopare?”
“Eh? P…” ok, questo non se lo aspettava “Perché dovrebbe fregarmene?”
“Oh, quindi siete una coppia moderna voi… Concordo, le relazioni aperte sono le migliori”

Kidd si blocca, con la mano che tiene il portone aperto a metà.
“Coppia?” chiede con un tono di voce che farebbe zittire chiunque, Trafalgar compreso, se non fosse tanto stupido.
“Tu e Killer” risponde infatti quello come fosse un’ovvietà. Perché, porca vacca, quella proprio non è un’ovvietà!
“Io e Killer non siamo una coppia” lo dice con una strana calma, gli occhi socchiusi e una venetta in fronte che pulsa pericolosa.
“Ma come? È stato proprio lo zietto a dirmi che state insieme e che non mi sarei dovuto mettere in mezzo tra voi due…” Trafalgar sorride, tranquillo e sicuro di sé.
E poi tutto succede in un attimo, il portone si richiude, Kidd riprende le scale per farsi quei dannati quattro piedi di corsa, di nuovo con i pugni chiusi, stretti e frementi, e in mente lo stesso pensiero di neanche venti minuti prima: Killer deve morire, tra atroci sofferenze e torture inimmaginabili. E stavolta nulla, nulla potrà distoglierlo dal suo obbiettivo, né un terremoto, né sua madre, né un pinguino a torso nudo. O così credeva.
Non si accorge neanche che la porta di casa Killer è aperta, semplicemente fa irruzione dentro e sbatte un pugno sul primo muro che gli capita a tiro. Lo chiama, urla il nome di quel bastardo del suo migliore amico e lo cerca con lo sguardo. È una ricerca breve, la sua.
Perché Killer è lì, spiaccicato contro la parete opposta alla porta, stavolta con la camicia completamente sbottonata e che lascia scoperta una spalla, i jeans con la patta aperta, tra le braccia del pinguino sempre mezzo nudo. Oh, e le mani di quest’ultimo infilate nei pantaloni, a tastargli il sedere come fosse la cosa più normale da fare con la porta ancora aperta. E dall’espressione liquida e le gote arrossate di Killer, Kidd può dedurne che anche quelle fottutissime mani devono essere benedette da Dio.
Ma tutto questo era solo l’attimo in cui lui è entrato, perché nell’arco di un secondo Killer spalanca gli occhi e fa per spingere via Penguin, mentre questo gli lecca il collo come farebbe - Kidd ne è sicuro - Trafalgar con un lecca-lecca.
Kidd invece è shockato, per la terza volta in quella fottuta giornata, si ritrova con la mandibola penzolante e un battito cardiaco in meno. Però stavolta c’è l’aggiunta di una mezza erezione nei pantaloni.
All’inizio, mentre ancora Killer lo fissa ad occhi spalancati e Penguin lascia un ultimo bacio sul suo collo, Kidd non sa che dire. Nella sua menta vaga solitaria l’idea che forse non dovrebbe trovarsi lì in quel momento, mentre il ricordo di una certa uccisione, di una certa persona, in un certo momento della giornata relativamente vicino va definitivamente a puttane.
Per qualche secondo tutto rimane immobile, sospeso, nessuno dei due osa dire niente perché sa che niente di umanamente comprensibile potrà uscire dalle loro bocche in quel momento.
Poi Penguin prende l’iniziativa, anche se sa di non c’entrare un cazzo in tutta quella situazione, lo scoccia il fatto di essere stato per la seconda volta interrotto in un lavoretto che, al contrario, vorrebbe svolgere con una certa urgenza. Gira lentamente il volto, con l’espressione omicida, le sopracciglia aggrottate e gli occhi assassini, mentre socchiude la bocca per dire qualcosa che, Kidd già lo intuisce, non gli farà piacere.
“Eustass…” pronuncia, sibilando la ‘s’ così come farebbe un serpente davanti alla propria preda “… non te l’ha insegnato la mamma che si bussa, prima di entrare?”
E qui Kidd ricorda. È tutto improvviso, tanto che non riesce neanche a realizzare esattamente il processo che collega quell’immagine con i suoi ricordi, eppure ne è sicuro, quello non è affatto un déjà-vu. Quello sguardo, quegli occhi neri e profondi, quella sensazione che emana il corpo di quel ragazzo, lui già la conosce, l’ha già vissuta. Spalanca gli occhi, perché non sono ricordi particolarmente piacevoli e, soprattutto, non si sarebbero mai dovuti ricollegare al suo presente.
“Tu…” sussurra, incredulo, mentre quello sorride in modo cattivo, mantenendo l’espressione incazzata di poco prima.
“Ce ne hai messo a ricordare, Eustass”
E quel ghigno non fa altro che riportare a galla altri ricordi legati a quel viso, a far risentire vivi i sentimenti e l’umiliazione di quei giorni di tre anni prima. E gli sorge spontanea una domanda palesemente inutile “Che ci fai tu qui?”
Oh, stupido Eustass, cosa potrà mai farci un uomo mezzo nudo con le mani ficcate nelle mutande di un altro ragazzo? Queste son le giuste domande da porsi.
“Beh,” risponde infatti Penguin, mentre aggancia maggiormente il sedere di Killer - e Killer lo sente, e, nonostante non ci stia capendo un cazzo, fa capire a lui e a Kidd che sì, gli piace “Ormai hai un’età per capirlo anche da solo”
Kidd grugnisce, stringe i pugni ed è quasi tentato di sacrificare il pinguino maledetto e salvare la pellaccia a quel deficiente del suo migliore amico.
“Di che state parlando?” si intromette poco dopo il biondo, perché cavolo, quella è casa sua e quello è il suo sedere.
“Di sesso, Killer, di sesso” fa Penguin, con lo stesso tono di voce che userebbe per spiegare ad un bambino che Babbo Natale è buono anche se si infila di nascosto nelle case degli altri.
Killer lo fissa male, sbuffa e gli allontana le mani, sfilandogliele con poca grazia dai propri pantaloni e, nonostante lo gote ancora arrossate e i notevoli segni di morsi sparsi sul collo e sulla spalla libera, assume uno sguardo serio “Intendevo, com’è che vi conoscete già?”
Nella sua voce c’è una leggera nota di rimprovero, indubbiamente diretta unicamente a Kidd, ed è naturale, per Kidd, sentirsi in colpa. Quella di Penguin è una storia che ha sempre tenuto nascosta a chiunque, purtroppo, Killer compreso, nonostante si fossero promessi più volte fin da piccoli di non avere mai segreti l’uno nei confronti dell’altro.
Ma la storia di quel maledetto stronzo non è certo qualcosa di cui Kidd vada orgoglioso.
Rimangono zitti per qualche secondo, Kidd senza la minima idea di cosa dire - qualsiasi cosa non comprendesse la verità andava bene -, Penguin, invece, solo per vedere cosa si sarebbe inventato il rosso. Come immaginava, nulla. Aveva sempre sospettato che quell’energumeno avesse troppa massa muscolare per potersi permettere un cervello di diametro maggiore di quello di una nocciolina. E aveva anche sempre sospettato che Eustass non avesse mai avuto il coraggio di dire ad anima viva quanto era successo - e quanto si era ripetuto per i giorni successivi - negli spogliatoi della palestra delle superiori che avevano frequentato insieme.
“Mah, semplicemente” comincia a dire, sotto lo sguardo incandescente di Kidd che, sì, Penguin lo sa, sta pregando mille e uno dei affinchè gli tappino la bocca prima che possa uscirne una qualsiasi cosa di compromettente “ci siamo incontrati in un bar una paio di giorni fa, lui mi ha offerto una birra, ma io ho rifiutato. Voleva portarmi a casa sua, ma io dovevo venire qui da te…” dice, mentendo spudoratamente e nel modo più palese, mentre fa scivolare una mano sotto la camicia di Killer, su per la schiena, fino al collo.
Kidd, mentre fissa con disappunto la scena, si ripromette che se Killer crederà davvero ad una risposta del genere, per quanto stupido e deficiente possa dimostrarsi, non gli farà del male. Gli sembra equo. E’ da quella mattina - dalle nove di quella fottutissima mattina - che vuole uccidere Killer. Ora però ha un dannato bisogno che quello si beva lo stupida pappardella che si è inventato Penguin, giusto per poter deviare il discorso per il momento.
E, incredibilmente, Killer ci crede. Ci crede per convenzione, ovvio. Non è tanto stupido, e conosce troppo bene Kidd per non sapere che lui mai e poi mai andrebbe in un bar ad offrire birre a sconosciuti, e soprattutto non farebbe mai l’idiozia di portarsi a casa il primo uomo sexy - anche se Penguin è fottutamente sexy - che gli capiti a tiro. Però ci crede, perché al momento è la cosa più semplice da fare. Gli eviterà una morte lenta e dolorosa - lo capisce da come lo fissa Kidd, che gli sta dicendo mentalmente che ha ancora una chance fortuita per salvarsi il culo, o altro, dato che quello è già stato adocchiato, e riafferrato, da un vorace Penguin. E poi, non ha abbastanza lucidità mentale per obbiettare oltre. Quella di Penguin era una provocazione, non una balla, non una scusa, una vera e propria provocazione perché lui tornasse a concentrare tutte le attenzioni sulle sue mani che prima salgono, poi scendono, poi vanno ancora più giù e tornano ad agguantargli il sedere. Insomma, un modo come un altro per dirgli ‘Preferisco te a lui’, e ci mancherebbe altro. Kidd certo il culo non se lo fa fare.
Certo, l’idea di farsi prendere lì, davanti al proprio migliore amico, che ti guarda come se fossi matto ad andare con uno del genere, non è che lo renda particolarmente entusiasta, ma fortunatamente la loro connessione mentale sembra avere parecchio campo quel giorno, perché Kidd pare intuire e si volta, mentre si gratta nervosamente la testa, non tanto per l’imbarazzo quanto per la strana sensazione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Finge di dimenticarsi per cosa aveva fatto irruzione all’improvviso e saluta Killer, aggiungendo un “Ti chiamo domani” quasi minaccioso prima di voltarsi e uscire. È quasi tentato di rientrare per ricordargli di chiudere la porta, a chiave magari, ma poi si immagina già i due distesi a terra, un po’ più nudi di prima, e ha la magica intuizione che, forse, non è poi questa grande idea, ed evita.
Mentre scende le scale borbottando qualcosa di incomprensibile, ragiona sul fatto che probabilmente Killer ha una strana predisposizione fisica nel non essere ucciso quando invece dovrebbe. O magari, anziché un unico angelo custode, lui ne ha una schiera, tutta armata di frecce e bombe a mano. Comunque sia, è strano, se non assurdo, che dopo aver rischiato per la terza volta di morire nell’arco di una mezza giornata, lui ancora sia vivo e vegeto, intento ad avere un ulteriore round di sesso selvaggio con l’uomo probabilmente più sexy dell’universo.
Certo, non si sarebbe mai aspettato che Killer, proprio lui, potesse ricoprire un ruolo tanto passivo in una coppia, ma non deve essere malaccio, se sopra di te ci sta uno come Penguin - e Kidd non lo dice perché gli piacerebbe prendere il suo posto, no, ma solo perché è una pura e semplice constatazione. Insomma, lui non scoperebbe mai con un pinguino maniaco e depravato. Killer invece sì.

Quando arriva al piano terra, Trafalgar è ancora lì che lo aspetta, appoggiato al portone di legno con le braccia conserte e lo sguardo annoiato. Non alza nemmeno la testa quando lo sente arrivare, si limita a sbuffare e Kidd è sicuro di averlo sentito ridere, perché, diamine, quel bastardo lo sapeva! Sapeva che quei due stavano per scoparsi violentemente nell’atrio e non gli ha detto niente! Anche se, certo, non ci vuole di sicuro una laura in sociologia per capire che quando uno come Penguin e uno come Killer sono nella stessa stanza, accaldati e vogliosi, quello che succederà l’attimo dopo riguarderà unicamente loro due e la prima parete che troveranno - o un qualsiasi altro appoggio stabile.
Però Trafalgar è stronzo e colpevole indipendentemente dai ragionamenti mentali di Kidd, e per questo, secondo il suo modesto parere, merita la morte istantanea.
Cazzo, Eustass dovrà pur far fuori qualcuno oggi, si è svegliato alle nove!
Gli si avvicina, già con il pugno carico. “Che cazzo hai da ridere, tu?” gli grida contro, mentre quello si limita ad evitare il colpo spostando la testa di lato e lasciando che la mano si schianti sul legno del portone.
“Pensavo,” risponde poi tranquillo, mentre lo fissa con un sorrisetto ambiguo in volto “che quel Penguin non è niente male”
Kidd grugnisce “E allora?”
“E allora, non credevo di vederti tornare tanto presto”
“Beh, spiacente di averti deluso. Andiamo” dice infine Kidd, prendendo Law per un braccio prima che gli prenda un altro attacco omicida e finisca per farlo davvero fuori.

 

 

“Ah!” Killer geme, sotto i tocchi insistenti di Penguin, nel sentire la propria erezione ancora costretta nei pantaloni. 
Non appena Kidd era uscito, Killer aveva tentato di staccarsi un attimo di dosso Penguin, per controllare dalla finestra che il rosso se ne stesse davvero andando e che non avesse intenzione di fare nuovamente irruzione, interrompendo stavolta qualcosa in più rispetto a semplici palpate di sedere. Penguin aveva ribattuto che, forse, era molto più ragionevole chiudere direttamente la porta a chiave e, cavolo, aveva proprio ragione. Fatto stà che alla fine non avevano fatto né l’uno né l’altro, troppo intenti a trascinarsi nella camera da letto e a baciarsi intensamente.
Si era lasciato buttare sul letto senza troppi complimenti, mentre Penguin, in piedi, finiva di spogliarsi fissandolo negli occhi con intensità e desiderio. Quando poi Killer aveva fatto per togliersi a sua volta i pantaloni, l’altro lo aveva bloccato, sorridendo malizioso, mentre gli prendeva i polsi per bloccarglieli all’altezza delle spalle, tornando a baciargli il collo e allargandogli le gambe, lascivo e deciso.
Penguin era sesso, puro sesso che camminava e parlava e ti faceva sentire tanto eccitato. Sembrava nato solo per dare all’uomo il piacere assoluto, con quel suo corpo perfetto, quelle mani esperte e quegli occhi che ti scandagliavano l’animo e ti rendevano ancora più nudo di quanto non fossi alla nascita. Quando era tra le sue braccia, Killer si sentiva nient’altro che fumo nel vento, non gli importava dove, ma si sarebbe fatto trascinare ovunque, anche all’inferno, se gli avesse permesso di passarci insieme un’altra notte. Riusciva ad annullargli completamente la mente, facendogli dimenticare tutti i problemi, tutti i dubbi, tutte le complicazioni.
Penguin era, semplicemente, la soluzione.

 

 

Trafalgar è una piaga. Kidd non trova altre parole per descriverlo.
Sono in casa sua da soli cinque minuti, e già si è attaccato alla sua pelliccia, dicendo che gli ricorda tanto il pelo del suo gatto. Kidd gli ha subito fatto notare che il suo gatto deve essere parecchio strano se pure una pelliccia rossa, logora e parecchio sporca come quella glielo ricorda, ma Law si è limitato ad un’alzata di spalle.
In realtà Eustass non sa bene per quale assurdo motivo non gli abbia già strappato di mano la sua adorata pelliccia, perché no, lui non concede ad anima viva il permesso anche solo di pensare di toccare quella reliquia che lo fa sentire tanto orgoglioso. Probabilmente, ragiona, il fatto che l’abbia paragonata ad un gatto, lo ha stupito più di quanto sia umanamente possibile, stordendolo a tal punto da non dargli possibilità alcuna di reagire. Appunto, Trafalgar è una piaga.
“Dove l’hai presa?” chiede poco dopo il moro, portandosi una manica alla guancia e strofinandocela contro.
“Viene da un qualche mio bisnonno o bis bisnonno o chissà che altro… Faceva il pirata, Eustachio Captain Kidd, è da lui che ho preso il nome” risponde distrattamente Kidd, mentre si passa una mano tra i capelli e si lascia cadere sulla poltrona in un angolo in ombra della sua camera.
E, in modo indistinto, sente quasi il sorriso vittorioso di Trafalgar sulla pelle, come un’aura maligna e si rende conto che, già, ha appena fatto una grande idiozia, che no, non poteva proprio permettersi.
“Eustachio Kidd, eh? Eustachio… Eustass non è il tuo vero cognome, vero?”
È male. È male che lui lo abbia scoperto. È male che proprio lui lo abbia scoperto in così poco tempo. Killer non c’è riuscito in una vita di amicizia, mentre Trafalgar ce l’ha fatta nell’arco di… Quanto? Sette minuti di puro odio. Contati. È male.
“T… Tu! No- Non provare a dirlo… Fottuto bastardo! Dillo a qualcuno e giuro che ti tappo quella bocca di merda che ti ritrovi con dei chiodi!” grida, cercando di essere il più possibile minaccioso, non riuscendoci in alcun modo.
Infatti Trafalgar sorride di nuovo, continuando ad accarezzare la pelliccia “Com’è che ti fai chiamare Eustass?”
“Tsè,” Kidd sbuffa, calmandosi e appoggiando la testa alla mano aperta, con il gomito sui sostegni laterali della poltrona “Eustachio è da sfigato” e dà esattamente la risposta che Law si aspettava.
Rimangono in silenzio per qualche minuto, Kidd grugnendo ogni tanto, innervosito sia dalla presenza di Law nella sua camera che dal fatto di aver svelato il suo più grande segreto con tanta facilità.
Trafalgar invece si limita a rimirare la pelliccia nella penombra della stanza, guardandosi ogni tanto attorno in cerca di particolari che non trova. La camera di Kidd è davvero di una semplicità disarmante.
Le ante della finestra nell’angolo sono chiuse, e il rosso non sembra intenzionato ad aprirle, mentre i pochi scaffali contengono qualche libro e dischi, fogli sparsi e, nell’angolo, un paio di calzini dimenticati da Dio. Il letto è poco più di una piazza, probabilmente è l’unico lusso che si è permesso rinunciando a qualcosa di più utile come un condizionatore, mentre una brandina chiusa spunta da dietro la porta aperta. A parte il computer sulla scrivania, una cassettiera e la poltrona su cui si trova Eustass al momento, Trafalgar non trova altro su cui focalizzare la propria attenzione, perciò sbuffa e si decide a parlare “Bepo arriverà domani”
Kidd sembra risvegliarsi da uno stato catatonico, sobbalza e fissa Law con sguardo serio “Chi?”
“Bepo, il mio gatto”
“E chi diavolo ti da il permesso di portare a casa mia un gatto?”
“Killer” ovvio, Killer. Sembra la risposta a tutto. Killer.
In realtà, per Kidd, Killer sta davvero diventando un problema unico.
“Fottuto bastardo”

 

- Fine 3# -

 

 

 

 

 

Ah, ci sono! Sono viva e il rientro a scuola non mi ha ucciso, anche se è stato decisamente più duro del previsto! E’ solo colpa sua se sono sparita per otto - qualcosina in più - settimane!
Beh, mi scuso anche per lei!
P
remetto che questo capitolo non lo sento per niente mio… Sarà che l’ho scritto tra mille complicazioni e sotto il bombardamento di notizie più o meno nefaste… Insomma, ho dovuto accettarlo così com’è venuto. Volevo pure farlo più lungo, ma mi sono bloccata più o meno qui, alla fine di questo capitolo, e ho capito che se non lo pubblicavo così, finiva che mi bloccavo e lo tenevo da parte per un altro mese buono.
Però ora è qui e io devo ringraziare voi, che nonostante non mi sia fatta viva per l’intera estate, avete continuato a leggerla e molti a metterla tra seguite e preferite!
Inoltre ci tengo a dire che da questo capitolo risponderò ad eventuali recensioni con la giusta applicazione, e non qui a fondo capitolo… Insomma, avrei dovuto cominciare a farlo subito, ma sono stupida e, ahimè, non l’ho fatto. Le risposte spero di riuscire a darle il prima possibile, ma ho i miei soliti mille dubbi… ^^’’

KiraShadow: Grazie mille per aver recensito, indipendentemente dalla lunghezza della recensione xD Sono felice ti piaccia, e mi scuso per aver fatto attendere tanto il continuo… Certo che Trafalgar è bello, sennò non ci scriverei su una fic, soprattutto una long, ma paragonato a Penguin… Insomma, per me non regge il confronto xD

Harley_s: Sono felice che ti piaccia come scrivo, e che tu abbia fatto caso ai dettagli xD Sarà che io a volte ci do anche fin troppo peso, però è sempre bello sapere di essere apprezzati anche per piccole cose *^* Grazie mille per aver recensito ^^

Non sto a dilungarmi, devo correre o finisce che rimando tutto… Allora, spero di aggiornare al più presto, ma vedo mooolte nubi grigie e cariche di amara pioggia all’orizzonte… Ma terrò duro!
Spero davvero che il capitolo non sia pessimo come pare a me, e vi saluto, ringraziando tutte le buone anime che vorranno lasciarmi il loro parere a riguardo :D
'Eustachio' è solo un modo come un altro per complicare la vita a Kidd u.u

A presto,

By Ming

  
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