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Autore: Cleofede94    22/09/2012    9 recensioni
Marissa Smart: noiosa, seria, super organizzata, rompe le palle peggio di tua madre, impeccabile, mai in ritardo, ordinata, perseguitata dalle sue manie di perfezione, dipendente dai giudizi altrui, sostenitrice di sani principi morali, non fa mai una figura di merda in pubblico.
Louis Tomlinson: cretino, idiota, buffone, disordinato, pieno di senso dell’umorismo, simpatico, allegro, disorganizzato, fuori di testa, se ne fotte del giudizio altrui, sfacciato, collezionista di figure di merda, la sua morale? Carpe Diem.
E’ come tentare di attaccare fra loro due calamite di carica opposta.
Come sperare di vedere il sole e la luna nello stesso cielo.
Come accendere il fuoco con un fiammifero bagnato.
Volete innescare una bomba? Mettete questi due nella stessa stanza.
“Ma gli opposti si attraggono... “.
Davvero?
Non era piuttosto, gli opposti si assalgono?
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Associazione Alcolisti Anonimi






Il giorno dopo Marissa era già in cucina, vestita, preparata e pronta.
Si stava giusto aggiustando la sua coda secolare per poi posare la tazza appena ripulita nel mobile.
<< Allora, Jane, vuoi darti una mossa o no? >>, la rimproverò lanciandole uno sguardo infastidito.
L’amica arrivò in cucina ancora col pigiama e si stropicciò gli occhi sbuffando.
<< Sbaglio o sembra che tu ti sia alzata in anticipo soltanto per urlarmi dietro? >>, volle sapere prendendo dei biscotti e preparandosi la colazione.
<< Non sbagli >>, rispose divertita lei.
Jane alzò gli occhi al cielo.
<< Andiamo, finiscila. Lo sai che mi dispiace e non sarà certo vendicandoti con questi stupidi mezzucci che ti sentirai soddisfatta >>, esclamò allibita.
<< Dici? Eppure la tua faccia stamattina è piuttosto soddisfacente >>, disse trattenendo a stento una risata.
Jane mugugnò qualcosa di incomprensibile mende mandava giù un sorso di latte.
<< Che cosa? >>, chiese Marissa ripulendo il ripiano pieno di briciole di pancarré.
<< Sei una stronza, aveva ragione Louis >>, ripeté schiarendosi la gola.
La mora ebbe quasi un sussultò e si stizzì.
<< Che cosa centra Louis!? >>, sbottò irritata.
<< Ops, ho toccato il tasto dolente >>, commentò sarcastica la bionda imitandole un tono dispiaciuto.
<< Fanculo >>
Jane scoppiò a ridere.
<< Eddai, mi racconti che cosa è successo ieri? >>, le fece gli occhi dolci mentre gettava la tazza sporca nel lavandino.
<< Muoviti, va a prepararti. Prima che ti prenda a schiaffi! >>, esclamò la mora voltandosi.
L’amica sospirò.
<< Marissa, davvero, puoi perdonarmi? >>, le chiese tornando improvvisamente seria.
Lei la guardò, con un viso impossibile da decifrare.
<< Perché dovrei? >>, sbottò.
<< Perché ti voglio bene, e questa situazione mi pesa sul serio >>
Marissa spostò lo sguardo altrove e strinse la mano destra a pungo.
<< Beh, avresti dovuto pensarci prima di scaricarmi a casa da sola come un tricheco incinta, in compagnia di quell’idiota di Tomlinson che si assicurava che non uscissi con un depravato. Il tutto a mia insaputa, aggiungerei >>, spiegò gesticolando seccata.
<< Come se ti fosse dispiaciuto >>, scherzò Jane.
<< Jane >>, sibilò Marissa.
<< Ok, ok, scusa. Ogni riferimento a cose, persone o animali è puramente casuale! >>, esclamò alzando le mani.
<< Sottolineerei animali >>, constatò Marissa facendo una smorfia.
Entrambe scoppiarono a ridere reggendosi alla porta della cucina.
<< Se lo paragoni ad un animale già da ora, non voglio immaginare dopo >>, ironizzò ancora Jane asciugandosi le lacrime.
Lei si limitò a sorridere.
<< Allora, amiche come prima? >>, domandò la bionda tendendole il mignolo, un po’ incerta.
Di tutta risposta Marissa la abbracciò.
<< E sia >>
<< Ma >>, aggiunse subito dopo sciogliendo l’abbraccio, << fammi un’altra volta uno scherzo simile e ti giuro che non mi limiterò ad arrabbiarmi. Saranno cazzi senza zucchero >>, aggiunse a metà fra la serietà e l’ironia.
<< Cioè? >>
<< Amari >>, rispose guadagnandosi un’occhiata di pietà dall’amica e un “ sei squallida” come complimento.



Scesero di casa dirigendosi all’auto di Jane.
Marissa già fremeva, tremava. Il solo pensiero di rivedere quegli occhi blu le faceva rivivere tutti i brividi che aveva provato davanti alla soglia di casa mentre si erano baciati. Ora però avvertiva una strana sensazione. Come se quello non le bastasse più.
Strano.
Da un lato voleva assolutamente rivederlo, chiarire, riabbracciarlo. Dall’altro voleva fuggire il più lontano possibile e trasferirsi in Pakistan.
- No, in Pakistan c’è Zayn.
Allora in Bangladesh.
Non sapeva bene il perché, ma aveva paura di buttarsi troppo a capofitto in quel sentimento che le attanagliava lo stomaco.
Ti buttarvisi dentro di testa, quasi come fosse un toro nel pieno della sua caricata. Ma più che altro temeva di finire dentro quel burrone inconsapevolmente e senza paracadute. Non era pronta a cadere, se mai avesse dovuto.
Il suo equilibrio non era mai stato stabile, ma grazie a lui aveva iniziato ad oscillare ancora di più.
Essere vulnerabile non era mai stato uno dei suoi programmi futuri. Si vede che la vita a volte ti da sempre l’opposto di quello che cerchi.
Soltanto che quest’opposto, spesso, è la miglior cosa che tu abbia mai avuto.




Nel frattempo, a casa Styleson, Niall tentava per l’ennesima volta di non farsi sbranare.
Temeva che ultimamente, qualche strano sciamano sciacalloide gli stesse mandando maledizioni a tutta forza.
<< Che cosa avete fatto!? >>, urlò Louis fuori di sé.
<< Amico, è la trentesima volta che lo ripete. Hanno chiamato Jake è hanno contrattato, stop. Piantala di starnazzare, mi sta scoppiando la testa >>, si lamentò Zayn sbuffando e alzandosi dal divano per andare in cucina a prendere qualcosa da bere.
<< Era l’unico modo >>, si unì il biondo, titubante.
<< Mi prendi per il culo!? Avete lasciato Marissa parlare con quel porco malato! Maledizione...se, se mi capitasse fra le mani! >>
Harry alzò gli occhi al cielo.
<< Datti una calmata. Hanno parlato soltanto per telefono >>
<< E come vedi la cosa si è risolta piuttosto bene visto che Derek è vivo e vegeto >>, aggiunse a sua volta Liam, pensieroso.
Ma Louis non era mai stato un tipo ragionevole. Si lasciava prendere dall’euforia, dalla rabbia, dalla felicità o da qualsiasi cosa fosse, troppo facilmente.
Non era capace di controllarsi.
<< Come diavolo fai tu a stare così tranquillo?? Ieri sera, la tua ragazza ha girato per la città insieme a questo qui >>, indicò Niall con un gesto delle mano.
<< Questo qui ha un nome >>, borbottò il biondo, ma Louis continuò.
 << Alla ricerca di quell’irresponsabile di Derek, mentre la sua migliore amica chiamava uno psicopatico disturbato che va in giro a violentare la gente! >>, strillò gesticolando come un pazzo.
<< Sono tranquillo perché ora non c’è niente di cui preoccuparsi, ma sono comunque arrabbiato. Non sapevo niente di questa storia fino a quando Niall non ha spifferato tutto >>, ribatté prontamente Liam sedendosi su di una poltrona e passandosi una mano fra i capelli.
<< Oh, ma mi sentiranno tutti e tre, oggi! >>, gridò infine il castano sbattendo la sciarpa che aveva al collo sul divano e dirigendosi in una stanza sul retro del salotto.
Harry fece segno a tutti di tapparsi le orecchie, e difatti, poco dopo, il tonfo della porta che sbatteva fu alquanto assordante.
<< Ma cos’ha che non va quel ragazzo!? >>, sbottò Niall allisciandosi la maglia e lanciando sguardi allarmati agli altri.
<< E’ innamorato >>, commentò Zayn facendo una delle sue solite entrare alla “uomini e donne”, dalla cucina; l’immancabile sorriso da coglione patentato.
Poi una leggera musica melodiosa si fece largo nel soggiorno, segno che Louis aveva preso a suonare il piano. Farlo lo rilassava, lo sapevano tutti.
<< Che parola grossa >>, disse Harry in risposta al moro, gonfiando le guance ed imitando un professore universitario dall’aria snob.
<< Andiamo, Liam. Molla quel telefono, saranno qui a momenti! >>, sbraitò ancora Zayn esasperato. Possibile che in quella casa tutti quanti pensassero soltanto alle donne? Cavolo, esisteva qualcosa di diverso! Ecco, solo Niall poteva capirlo, perché quell’idiota di Harry si dava alla pazza gioia.
<< Zayn, ma non sai stare zitto due minuti? >>, domandò l’amico scocciato.
Alché qualcuno scoppiò a ridere.
<< Lo dici proprio a lui? Non dice mai una parola, solitamente! >>
<< Appunto, potrebbe farlo anche oggi, non capisco perché sia così allegro >>.
Il riccio alzò le sopracciglia. Non aveva mai visto Liam così irritato. Neppure la melodia del piano funzionava da antistress su di lui, cosa che invece faceva con Harry, oltre a conciliargli il sonno in maniera fantastica.
Probabilmente Louis non era l’unico che se la prendeva troppo per cose definite stupide.
Non c’è bisogno di nascondersi, se vuoi sclerare come quell’idiota, sei libero di farlo, Liam.
Poi il campanello suonò e per poco tutti quanti non sobbalzarono in aria.
Rimasero fermi.
<< Beh, Harry è casa tua, muovi il culo! >>, si spazientì Niall.
Lui si alzò dalla sua postazione, apparentemente molto scocciato e si diresse alla porta.
Tre figure gli apparvero davanti.
Marissa, che sebbene avesse passato le pene dell’inferno sembrava stare meglio di prima.
Jane, ritornata ad essere una persona sana di mente dopo aver ritrovato il suo equilibrio interiore, ristabilitosi grazie alla psicopatica della sua amica.
E Derek, fratello della psicopatica in questione, vittima del maniaco e imbecille di turno.
Harry sorrise a tutti e tre, tentando di scacciare dalla mente i pensieri che lo avevano appena trapassato, per evitare di scoppiare a ridere e sembrare più malato di loro.
<< Entrate, gli altri sono in soggiorno >>.
Detto questo, sia Jane che Marissa deglutirono rumorosamente. Chi per un motivo, chi per un altro.
Derek fece il primo passo con un’espressione sconsolata in volto che urlava soltanto pietà, era evidente.
<< Alleluia >>, borbottò Zayn vedendo entrare i nuovi arrivati.
Derek andò subito a sedersi accanto a Niall, l’unico di cui momentaneamente si fidava; il biondino si affrettò subito a chiedergli come stava, per essere cortese e farlo sentire a suo agio.
Jane si avvicinò a Liam con la testa bassa, mordendosi il labbro.
Durante il viaggio aveva avuto modo di immaginare quello che il suo ragazzo avrebbe potuto dirle.
<< Che cosa mi hai chiesto a fare di tenere il cellulare acceso se non ti sei nemmeno degnata di mandarmi un sms? >>, la rimproverò infatti.
Tutto il resto dei presenti tentò di far finta di niente, guardando in tutte le direzioni tranne che nella loro e parlottando d’altro.
Marissa fece il grande errore di finire seduta in mezzo fra Harry e Zayn, proprio quando anche Niall era troppo occupato a parlare con suo fratello per poterla difendere.
<< Mi dispiace davvero per ciò che è successo ieri >>, attaccò infatti il moro.
<< Io e Zayn non siamo riusciti a trovarti, ma forse è stato meglio così >>, aggiunse Harry ammiccando.
Marissa alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Possibile che la gente non sapesse far altro che prenderla in giro per via di Louis?
Ma non avevano niente di meglio da fare?
<< Non cominciare, Potter >>, lo sfotté.
Zayn diede all’amico una gomitata, facendogli segno di ritirarsi prima di fare una brutta figura, ma lui era troppo orgoglioso per perdere una battaglia.
Battaglia che poi combatteva soltanto lui visto che nessun altro aveva la forza di starlo a sentire.
<< Sai, è piuttosto arrabbiato con te >>, continuò imperterrito.
<< Chi? >>
<< Oh, avanti non fare finta di non saperlo >>, si unì il moro con tono lagnoso.
Lei alzò le sopracciglia e si portò le mani al petto. Si rifiutava di rispondere ad un’altra sola domanda di quei due cretini. Quel giorno sarebbe finita male.
E poi, per quale motivo Louis avrebbe dovuto essere arrabbiato con lei?
Marissa, non farti trarre in inganno da questi due pescivendoli!
<< Non vuoi sapere perché? >>, la stuzzicò ancora il riccio.
Di tutta risposta lei si portò le mani sulle orecchie e cominciò a canticchiare cose incomprensibili.
I due scoppiarono a ridere.
<< NON ME NE FREGA NIENTE, JANE! >>, risuonò ad un tratto la voce di Liam per tutto il salotto.
 Tutti si voltarono a guardarli, sconvolti.
Fino a pochi secondi prima sembrava andare tutto bene ed ora lui si metteva ad urlare.
Marissa osservò la scena con sguardo sbarrato e abbassò immediatamente le mani dalle orecchie.
Calò il silenzio.
La sua amica era immobile, poteva osservarla di profilo mentre faticava a rimanere seria e a non scoppiare a piangere davanti a tutti.
<< Fai come cazzo ti pare! >>, sbottò anche lei allontanandosi per dirigersi all’uscita.
<< Jane, non puoi andartene, dobbiamo parlare di Jake >>, le ricordò Marissa giusto in tempo.
Lei si bloccò all’istante.
<< Bene! >>, strillò irritata prima di dirigersi al piano di sopra, forse per andare in bagno.
<< Quando quel coglione di Louis si muove, chiamate e scendo! >>, aggiunse ancora la bionda, strillando, la voce stridula, rabbiosa e poco stabile.
<< Si può sapere cosa le hai detto? >>, domandò Niall all'amico, perplesso.
<< Io!? E’ lei! >>.
Ok, decisamente Liam aveva qualcosa che non andava.
La mora si alzò.
<< Io vado a ... >>
<< Vai a chiamare Louis >>, le ordinò Harry, tempestivo.
Lei alzò un sopracciglio.
<< Non puoi andare tu? >>
Il riccio si passò una mano fra la chioma boscosa e schioccò la lingua.
<< Io sono il padrone di casa, non posso abbassarmi a certe frivolezze >>, disse dandosi delle arie.
Tutti quanti alzarono gli occhi al cielo, tranne Niall che scoppiò a ridere come suo solito.
<< Beh, anche lui lo è. Potrebbe alzarsi da solo e venire qui. Io stavo andando da Jane >>, si irritò Marissa dimenticandosi improvvisamente che il Louis di cui parlava era lo stesso che l’aveva baciata ieri, e non quell’idiota che le aveva dato della racchia circa un mese fa.
<< Non è il momento per le questioni sentimentali, va a chiamare Louis e basta >>, aggiunse Liam precedendo una nuova battuta di Zayn che avrebbe sicuramente tolto anche l’ultima voglia di vivere agli energetici stessi.
<< Amico, ma che hai mangiato, pane e nervosismo stamattina? >>, chiese il moro non contento.
Marissa sbuffò per la battuta assolutamente squallida, e senza fare altre storie si diresse verso quella strana stanza dentro la quale non era mai entrata.
Si accorse di sentire uno strano rumore..no, una strana melodia provenire da essa. Si era particolarmente alterata quando Harry le aveva detto che Louis era arrabbiato con lei. Non che gli credesse, ma forse era per la storia di Derek. D’altronde, se aveva perso le staffe uno come Liam, figurarsi Louis.
Si soffermò per poco all’esterno della porta per ascoltare. Era un pianoforte quello che sentiva?
E’ bellissimo.
Si, era davvero bellissimo.
Che fosse una radio o il CD di qualche famoso compositore o roba simile?
Abbassò lentamente la maniglia, infilando prima la testa nell’uscio, silenziosa.
Quello che vide la fece rimanere a bocca aperta.
Sul fondo della stanza c’era uno splendido pianoforte a coda, nero, liscio, sembrava di velluto.
E Louis lo stava suonando.
Non sapevo suonasse.
E, minchia, se non era bravo.
Il resto della mobilia non era niente in confronto a quello spettacolo meraviglioso.
La mora entrò completamente nella stanza, piano. Non voleva interromperlo.
Richiuse la porta delicatamente, si spostò un po’ di lato e rimase indietro ad osservare quella scena fantastica che le si stava parando davanti.
Era incredibile. Chissà quante altre cose ancora non sapeva di quel ragazzo.
Lo osservò con attenzione, mentre le sue dita scorrevano con una velocità e una naturalezza affascinante su quei tasti bianchi e neri. Era rilassato, notò.
Il suo corpo accompagnava le note con dei movimenti eleganti, ogni tanto.
Marissa non aveva mai sentito quella canzone, ma d’un tratto, suonata da lui le sembrava la melodia più bella che avesse mai ascoltato.
Sembrava così diverso dal solito, sembra un’altra persona. Più tranquilla, più romantica e sensibile, rassicurante.
Non il solito idiota dalle battute sempre pronte e fuori senso.
Quando la musica finì e lui sollevò completamente le mani dal piano, alzando lo sguardo, Marissa sorrise.
Poi si decise a parlare.
<< Wow >>, sussurrò, certa di non essere stata sentita, quella stanza era davvero enorme.
Eppure lui si voltò e alzò un po’ le sopracciglia nel vederla.
<< Da quanto sei lì? >>.
Lei fece qualche passo avvicinandosi.
<< Da cinque minuti, credo >>.
Louis si girò sul seggiolino in pelle per voltarsi nella sua direzione.
Stranamente, Marissa, che era ormai arrivata a meno di dieci centimetri da lui, nonostante tutte le sue paure e tutti i suoi ripensamenti, non era capace di fare nemmeno un passo indietro. L’unica cosa che le riusciva bene era avvicinarsi a quel dannato ragazzo.
Si maledisse, calcolando che circa un mese fa lei era una persona completamente diversa. Schizzinosa, insopportabile, con la puzza sotto il naso, fissata con la perfezione; ma cosa più assurda: odiava con tutta se stessa quel ragazzo maledetto che aveva davanti. Ripensò a tutto quello che avevano passato insieme da quando si erano conosciuti. Gli aveva vomitato sulle scarpe, se l’era ritrovato per magia a pranzare a casa sua, e quando Jane l’aveva trascinata con l’inganno fino a casa loro? O la sera in cui lui l’aveva rincorsa per la strada e alla fine l’aveva caricata di peso in macchina per riaccompagnarla a casa. Quando le era stato accanto per via di quel temporale, nonostante non la sopportasse. Quella volta che aveva tentato invano di farle capire che essere due persone diverse non è un bene nè per noi stessi e nè per gli altri? E poi quando l’aveva accompagnata a casa a causa di quel tacco rovinosamente sfracellato sul marciapiede?
Senza contare tutti i guai che aveva combinato a causa di Jake; quell’infame pezzo di merda, che se l’avesse saputo prima l’avrebbe preso a calci rincorrendolo per tutto il Regno Unito.
E infine quella sera al parco, dove tutto era cambiato. Fino ad arrivare ad oggi, a ieri, a ora.
Che più lo guardava e più le sembrava di aver conosciuto una persona esattamente diversa da quella che credeva in principio.
<< Non mi hai mai detto che sapevi suonare il piano >>, aggiunse stringendo nervosamente le mani fra loro, non era mai stata brava a fare i complimenti.
<< Non me lo hai chiesto >>, rispose con semplicità.
<< Se non lo sapevo come facevo a chiedertelo? >>
Louis si alzò finalmente dallo sgabello.
<< Bastava soltanto un pizzico di interesse in più >>
Marissa si irritò come suo solito.
<< Mi stai forse dicendo che... >>
No, che palle, lo sto rifacendo.
Si bloccò e non finì la frase.
Perché con lui ogni conversazione aveva il potere di degenerare?
Potevano mai essere in grado di parlare come due persone normali?
Si trattenne e sospirò.
Lo sentì ridacchiare, probabilmente aveva capito tutto.
Come sempre. Quel suo sorriso da saccente idiota stampato in faccia, quello che ti fa costantemente capire quando uno come lui ti prende per il culo.
Bene.
<< Sei molto bravo, comunque >>
Si riferiva al pianoforte.
<< Lo so >>
La mora serrò le labbra.
Ma dai!?
La stava provocando?
<< Louis, la mia pazienza ha un limite. Non approfittarne >>, lo apostrofò sbuffando.
Lui scoppiò a ridere. Evidentemente era davvero intenzionato a prendersi gioco di lei.
<< In ogni caso non saranno i complimenti ad addolcirmi >>, sentenziò all’improvviso, tornando serio e incupendosi.
Ecco, un altro dei suoi pregi. Se si poteva considerare un pregio il potere di sembrare felici e cambiare immediatamente umore dopo un battito di ciglia.
Lei parve dimenticarsene per un momento.
<< Di cosa parli? >>
<< Parlo di ieri sera >>.
Merda.
Marissa si agitò subito e cominciò a guardare ovunque tranne che nei suoi occhi, ora di un azzurro cielo .
Il ragazzo incrociò le braccia al petto,  guardandola con severità.
<< Non potevamo fare altro >>, disse lei, ed era un po’ la verità, e lo sarebbe anche sembrata se avesse provato a dirglielo guardandolo negli occhi.
<< Chiamare quel verme!? Andiamo! Il mondo è pieno di idee, sfruttatele! >>, sbraitò alzando la voce e allontanandosi, iniziando a camminare su e già per la stanza.
Lei riaccese il suo spirito combattivo lasciato a tacere poco prima.
<< E cosa avremmo dovuto fare, scusa!? >>, sbottò.
Era vero che aveva esagerato, non aveva avvisato nessuno di niente, ma alla fine il piano era riuscito e nessuno si era fatto male.
<< Magari avresti potuto chiamarmi! >>, la accusò alzando la voce.
La mora non si scompose.
<< La tua presenza non avrebbe cambiato assolutamente niente per noi >>, considerò con tono arrogante.
<< Ma per me sì! >>, confessò Louis voltandosi a guardarla con sguardo implorante, pregando che capisse.
C’era solo preoccupazione nella scenata teatrale che stava mettendo in atto proprio in quel momento.
L’espressione di lei si addolcì maggiormente capendo quanto lui fosse soltanto preoccupato.
Abbassò piano la testa e osservò il pavimento in marmo grigio.
<< Mi dispiace >>, mormorò Marissa senza alzare lo sguardo, ripetendosi ancora una volta quanto fosse immensamente cambiata.
Anche lui rimase interdetto, probabilmente non se l’aspettava.
Credeva che quella conversazione sarebbe andata avanti per ore, all’infinito, senza amai giungere ad una conclusione.
Così anche il castano cambiò tono.
<< Ok, va bene, non pensiamoci più >>, sentenziò.
<< Ma la prossima volta... >>
<< ...ti chiamerò >>, finì lei al suo posto, abbozzando un sorriso malinconico.
Louis rimase fermo dov’era, lontano da lei. Fra loro c’erano circa due metri di distanza, e nessuno dei due si era ancora deciso ad oltrepassarli.
Ma dopotutto, dopo quella conversazione risultava un po’ difficile.
Incrociarono lo sguardo per qualche secondo, giusto il tempo di sentirsi abbastanza dementi e imbarazzati.
<< Penso sia meglio tornare di là. Gli altri ci stanno aspettando >>, disse Marissa, rompendo il silenzio.
Louis annuì e si diresse alla porta insieme alla ragazza.
Ma prima che lei potesse aprirla, la bloccò e la tirò leggermente per un polso, le alzò il viso con un dito e la baciò.
Si sentì come rinato. Era da quando era entrata nella stanza che non aveva desiderato altro, ma poi le cose erano un po’ degenerate, per cui.
All'inizio aveva in programma di darle soltanto un bacio a stampo, tanto per salutarla e per mettere a tacere le sue voglie sconce, ma purtroppo avevano sorpassato la soglia del semplice saluto da qualche minuto ormai.
Lei aveva già infilato le dita fra i suoi capelli morbidi e castani, lasciandoli involontariamente delle carezze leggere sulla nuca che lo facevano rabbrividire.
Louis le sfiorò una guancia prima di staccarsi un po’ da lei e sorridere.
<< Ora possiamo andare di là >>, sussurrò soddisfatto.
Marissa inspirò fino l’ultima goccia del suo respiro caldo e sorrise a sua volta, poi si voltò e aprì finalmente la porta dirigendosi in salotto, provando a nascondere l’espressione ebete che aveva sulla faccia.
Ma perché sono così deficiente.




Quando arrivarono nella sala, a dispetto dei loro sorrisini d’intesa, il resto dei ragazzi aveva dei musi lunghi da fare invidia ai cavalli.
Jane era tornata in soggiorno, era seduta vicino a Niall e Derek e sembrava voler parlare e guardare soltanto loro due.
Liam, dalla parte opposta, la fissava nervoso, quasi infastidito. Ma più che fissare lei, non faceva altro che puntare Derek in maniera schizzinosa e ossessiva. Zayn fissava un punto imprecisato oltre la finestra e forse...ah, ecco, fissava il suo riflesso, mentre Harry stava guardando insistentemente verso di loro con uno strano sorriso complice, e contemporaneamente tentava di chiedere aiuto indicando le facce orrende dei presenti, non che la sua fosse da meno, ovviamente. L’unico più o meno rilassato era Zayn.
Ma cos’hanno tutti, sono impazziti!?
<< Bene, direi che qualcuno adesso potrebbe spiegarmi dettagliatamente cosa è successo ieri sera e dirmi quali sono le conclusioni prese senza avvertire nessuno di noi, naturalmente. Ho sentito parlare di soldi >>, iniziò Liam, con quel tono insolito che proprio non gli si addiceva.
Marissa gli lanciò un’occhiata e poi si schiarì la gola; vedendo che la sua amica non accennava ad aprir bocca, si sedette su di una poltrona ancora libera e cominciò a parlare.
Raccontò che Jake aveva trascinato Derek con la forza a casa sua perché voleva avere i suoi soldi.
Aveva capito che suo fratello non li aveva, per cui aveva sperato di coinvolgere loro per ricavarne profitto.
L’altra sera, per far si che lasciasse in pace Derek, Marissa, Jane e Niall, gli avevano assicurato che nell’arco di due giorni gli avrebbero dato tutti i soldi che cercava. Ma soltanto se avesse lasciato andare Derek. Ed al momento, dato che loro sapevano dove si trovasse casa sua....
<< Aspetta, frena, frena! >>, la interruppe Harry animandosi, << tu sai dove abita!? >>, domandò scioccato.
La mora abbassò la testa.
<< Si, mi ci ha portata lui. E’ lì che... >>
<< Dicevi? >>, si intromise Louis, capendo immediatamente dove stava andando a finire il discorso.
<< Così lui... >>
Marissa fu nuovamente interrotta.
<< Ma potevamo denunciarlo immediatamente, allora! >>, continuò il riccio.
<< Harry, ma quanto sei ritardato da uno a dieci? Aveva Derek, come cacchio avremmo dovuto fare? Se lo sgozzava, lo pagavi tu il funerale a sua sorella? >>, inveì pacatamente Jane, sarcastica.
<< Non è divertente >>, intervenne Derek.
<< Sapete, sembra tanto una di quelle riunioni, un' associazione per gli alcolisti anonimi >>, rifletté Zayn massaggiandosi il mento in mezzo alle urla dei suoi amici, tranquillissimo.
<< Beh, ma potremmo farlo ora! >>, insistette Harry, ignorando prontamente lo squallore dell'amico moro.
<< Si, è da due giorni che non bevo e l'alcool mi sta logorando dentro...sento che >>
Tutti quanti spalancarono la bocca, scioccati.
<<  PORCA PUTTANA, ZAYN! >>, esclamarono all'unisono, gridando, perfettamente sincronizzati.
Alché il moro si strinse nelle spalle e li guardò allarmato.
<< Gli abbiamo promesso quegli schifo di soldi, potrebbe ammazzarci tutti quanti se scoprisse che lo abbiamo denunciato >>, calcolò intelligentemente Niall, riprendendo il discorso.
<< E poi se non gli diamo ciò che cerca, se la prenderà nuovamente con suo fratello >>, aggiunse ancora il biondo.
<< Siete una massa di caca sotto >>.
Ed ecco ancora Zayn con le sue solite perle di saggezza.
Louis alzò gli occhi al cielo, qualcun altro imprecò.
<< Se tu sei così coraggioso, fatti avanti e vai a spaccargli la faccia. Se ti punta un bazooka addosso, poi verrai a raccontarmi se il cacatone che ti è sfuggito nei jeans è stato mollo o duro >>
<< Louis! >>, strillò Jane schifata.
<< Cazzo, ragazzi! Marissa sta parlando, fatela finire e poi sparate tutte le cazzate che volete, vorrei sentire la conclusione! Per favore! >>, gridò Liam spazientendosi.
Ok, era decisamente fuori di se.
<< Ma che gli prende? >>, si sentì sussurrare a bassa voce da qualcuno, sperando che non si sentisse, quando invece tutti quanti avevano percepito ogni singola parola alla perfezione e avevano bellamente fatto finta di non sentire.
Effettivamente, non sembrava Liam, ma un Harry decisamente contenuto ed irritato.
Il salotto cadde nuovamente nel silenzio e Marissa prese un respiro e si preparò a continuare.
<< Così lui ci ha dato un posto e un’ora in cui incontrarci per dargli quello che gli spetta >>, mimò le virgolette sulla parola “ spetta” con evidente disapprovazione. Quei soldi non gli spettavano affatto.
Tutti quanti deglutirono.
<< E se non lo facciamo? >>, chiese Zayn.
<< Crepiamo >>, rispose prontamente Il biondino con una smorfia ironica quanto veritiera.
<< Quanto? >>, chiese Louis, diligentemente.
<< Duemila >>
<< Cosa!? >>, sbottò il riccio con la bocca spalancata.
<< Ed è solo la metà. Ho deciso io di non dargli tutto il malloppo. Se proprio sarà necessario glielo daremo quando ci saremo ben assicurati che lui non importuni più mio fratello e noi >>, spiegò la mora lanciando un’occhiata fraterna a Derek che ricambiò.
<< E sentiamo, visto che siete così calcolatori e coscienziosi, dove avete intenzione di prendere questi soldi!? >>, proruppe Liam massaggiandosi la testa.
<<  Aggiungeremo una certa somma un po’ ciascuno >>, rispose Jane fissando il suo ragazzo negli occhi. Era così evidente che avessero litigato che anche un estraneo, se fosse entrato in quella stanza sarebbe stato in grado di dire che quei due stavano insieme ma avevano appena discusso.
Gli occhi dei presenti si spalancarono all’istante, e per poco qualcuno non morì di crepa cuore.
<< State scherzando! >>, sbottò Zayn alzandosi in piedi e diventando di colpo isterico.
Peccato che entro la fine della giornata avrebbe dovuto cambiare idea.











Ebbene si.
Si sgancia, si sganciaaaa!
(I soldi ovviamente, non cominciate ad allargarvi sulla sedia e ad emettere strani gas contaminanti)
E Zayn ha pure ragione.
C'è la crisi! D:
Cmq:
Sembra un tipico capitolo un po' statico ma di riflessione...oppure di preparazione.
Si stanno preparando all'omicidio finale! LoL
Non so perchè ma mi da tanto di Part of me di Katy Parry. Sapete, con i fucili, l'elmetto, le strisce mimetiche sulla faccia. LoL
Ok, basta.
E Liam? Ahahahah sarà che nella mia storia i personaggi, arrivati ad un certo punto, cominciano a diventare un po' tutti psicopatici. xD
(Tipo Zayn con gli Alcolisti Anonimi...MERDA, non so come mi è venuto, so soltanto che ho riso da sola come una cretina). D:
Ma come biasimarlo, Liam...ha un buon motivo. u.u
Motivo che non è svelato del tutto, ma lo saprete presto.
Muahahahahah u.u
Una cosa positiva è che in questo capitolo ci sono tutti i personaggi.
Lova Lova yeah. :3

Bando alle ciance!
Volevo soltanto dire:

 

GRAZIE DAVVERO.
GRAZIE PER TUTTO.

Ragazze, vi adoro dalla prima all'ultima, giuro. E se non fossi una scazzata cronica ora sarei qui a scrivere i nomi di tutte voi in questa recensione. 
Ma sinceramente non ne ho nè il tempo e nè la forza, sia mentale che fisica.
( Ma questo non vuol dire che non vi sia comunque grata)
Also, volevo anche dirvi che a causa di Auschwitz(ovvero della scuola) sono un po' più incasinata del previsto, quindi ogni tanto potrei impiegarci un po' di più ad aggiornare.
Per il resto, sto scrivendo un'altra maledettissima storia e credo che tra un po' la pubblicherò.
Mentre questa qui ha ancora qualche capitolo di vita, credo.
Che stristezza.

AAAHHHH RAGAZZE!
Quasi dimenticavo.
Let's go......





crazy crazy crazy till we see the sun!
*-*





Obviosly, una foto di Tommo che suona il piano non poteva mancare.
*E poi arrivano quei momenti in cui vorresti cambiare sesso e trovarti nel corpo di Liam*



Sono letteralmente in iperventilazione per il nuovo singolo.
Lo adoro a dismisura!
u.u
E ora,
Cià!







And Live While We're Young! :D





LoL

   
 
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