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Autore: Stregazza_    25/09/2012    2 recensioni
“ BLAISE!! Dove cazzo stai stronzo di merda?! Vieni immediatamente qui!!”
Stava fumando di rabbia…era il 30 luglio e…
“ Che c’è Draco?” Blaise comparve al suo fianco con una faccia d’angelo con tanto di aureola che splendeva sulla testa.
“ È successo qualcosa?” chiese ancora sbattendo le ciglia.
“ Sai che giorno è oggi?!” disse Draco cercando di mantenere un tono pacato senza, ovviamente, riuscirci.
“ Un giorno particolare?” Blaise si stava divertendo da matti…aveva fatto volutamente dimenticare il suo compleanno a Draco e ora erano guai…ma che ci volete fare…lui si divertiva a vedere il suo amico nei
pasticci…
Il suddetto amico assottigliò lo sguardo e poi esplose.
“ UN GIORNO PARTICOLARE?! DOMANI È IL COMPLEANNO DI HARRY E IO NON HO COMPRATO ANCORA IL REGALO!”
“ Giusto…domani è il compleanno di Potter…come ho fatto a dimenticarlo?…quale disgrazia…”
*-*-*-*-*-*
Harry riceve un bigliettino misterioso... ma riuscirà a scoprire il mittente?
Perchè non entrate e lo scoprite?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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                                  IL TUO ANGELO



Terzo CapitoloPerchè?
 
Malfoy Manor.
 
“BLAAAAISE! MA È POSSIBILE CHE DEVO SEMPRE URLARE IL TUO NOME PER TUTTO IL MANIERO?!?”
“Sto qua, sto qua…che ho fatto sta volta?” chiese il ragazzo con noncuranza mentre si asciugava i capelli.
Aveva solo un asciugamano in vita…evidentemente era appena uscito dalla doccia e Draco se lo stava mangiando con gli occhi!
“Hey biondino…non sono il vendita!” ghignò divertito.
“Ma davvero?” chiese maliziosamente Draco spingendolo al muro e avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra.
“Davvero!” ringhiò il moro per nulla intimorito.
“Calma, calma amico…scherzavo!” disse Draco alzando le mani in segno di resa e allontanandosi.
“Allora?” Blaise aveva ripreso ad asciugarsi i capelli come se niente fosse, dopotutto…era abituato agli ‘scherzi’ del giovane Malfoy.
“Allora che?” chiese spaesato.
“Che mi devi dire?!” sbottò Blaise esasperato. Ma che aveva al posto del cervello? Gorgosprizzi?!
“Ah, si! Giusto…è il 1 Settembre, lo sai vero?”
Il moro sbiancò sbarrando gli occhi.
“Oh cazzo, il baule!” e corse via.
“No, non lo sapeva…” si disse Draco mentre, divertito, tornava in camera a preparare il suo, di baule.

 
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Casa Dursley.
 
“MUOVITI, BUONO A NULLA!!” ringhiò Vernoon dal piano di sotto.
Harry sbuffò sonoramente, mise la bacchetta in tasca e butto il baule giù dalle scale che cadde accidentalmente sul piede dello zio.
“BRUTTO PEZZO DI…!”
“Si si…neanche voi mi mancherete minimamente…” lo liquidò il mago con un gesto annoiato della mano.
“Ma come osi!” Vernoon divenne paonazzo dalla rabbia. “Porta rispetto moccioso!”
“Mai.” Rispose secco. Poi vide il cugino davanti a se, lo guarda, non sapendo le sue intenzioni.
Quello fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato: gli strappò la collana dal collo.
Harry rimase interdetto, scioccato, mentre un vuoto gelido si impossessava di lui.
Preferiva di gran lunga i dissennatori a questo.
“Ridammela.” Dice atono.
“No!” risponde arrogante Dudley. “Ora è mia.”
Il suo cuore perse un battito.
“No.” Dice estraendo la bacchetta. Gli occhi che mandavano lampi. “Questa non è tua.” Gli punta la bacchetta al collo mentre il cugino la guardava spaventato.
“STUPE-…” qualcosa gli colpisce violentemente la schiena e cade in avanti sostenendosi al divano. “ma che…?” si gira, e trova lo zio con la solita frusta in mano.
“non osare, ragazzo.” Ringhiò minaccioso.
Harry si morde la lingua per poi tornare con lo sguardo fisso alla mano stretta a pugno del cugino, quella mano deve ora era rinchiuso il suo bene più grande.
“Ridammela.” Quasi supplica.
Dudley sorride vittorioso. “Non se ne parla.”
Il cuore del giovane mago sembrò arrestarsi. Stringe forte la presa sulla bacchetta.
“PIETRIFUCUS TOTALUS!” urla, e il cugino e lo zio diventano di pietra mentre la zia incominciava ad urlare.
Si avvicina a Dudley mentre quello lo guardava terrorizzato.
Gli apre la mano a prende la collanina che ora stava brillando di nuovo al suo posto: al collo.
Rimpicciolisce il baule mettendoselo in tasca e con un ultimo sguardo a quella famiglia che, fortunatamente, non era la sua, prende il giubbino (era sicuro che la maglietta fosse lacerata) e uscì, per aspettare il Nottetempo che lo avrebbe portato alla stazione di King's Cross.
 

10.30 – Stazione di King's Cross, binario 9 e 3\4
 
Harry arrivò al binario che già tutti i suoi amici si trovavano li.
Appena oltrepassata la barriera fù avvolto in un abbraccio che quasi gli toglieva il respiro.
“Hermione!” sorrise, felice di vederla e ricambiò immediatamente l’abbraccio.
“Come stai? Tutto bene? È successo qualcosa? Come ti hanno trattato? Bene? Male? Hai studiato? Oddio come mi sei mancato!” disse la ragazza tutto d’un fiato.
“Hermione lascialo respirare!” ridacchiò un ragazzo dai folti capelli rossi.
“Ron!” abbracciò l’amico che ricambiò la sua stretta.
“e comunque…” riprese Harry guardando Hermione “Bene, si, no, uno schifo, secondo te? Anche tu!” disse tutto d’un fiato per rispondere alle domande a raffica che la giovane gli aveva fatto.
Poi abbracciò tutti gli altri Weasley: Molly, Arthur, Fred, George e Ginny (che, chissà perché, stava diventando moooolto calorosa).
“Perché hai il giubbino?” chiese d’un tratto Ron “si muore dal caldo!”
“Invece io ho freddo!” rispose con indifferenza.
“Sei sudato.” Gli fece notare Hermione.
Harry alzò gli occhi al cielo e poi guardò un punto dietro le spalle dei due ragazzi.
“C’è Neville! Ciao Neville!” e si dileguò.
“Quello era Dean.” Commentò Hermione.
Ron si strinse nelle spalle.
 
 
Faceva davvero molo caldo…ma non poteva di certo togliersi quel giubbino!
Si passò una mano dietro la schiena, dove sentiva un bruciare lacerante da troppo tempo, e la ritirò rossa, sporca di sangue.
Imprecò contro tutti i magni che conosceva (e ne conosceva tanti) prima di decidersi ad andare in quello che doveva essere il bagno e buttare nel lavello sia il giubbino e sia la maglietta lacerata.
Non riusciva a vedersi la schiena ma poteva sentire distintamente i rivoli sangue che ora stavano percorrendo la sua schiena.
Pulì e asciugò il giubbino con un colpo di bacchetta e usò la maglietta come straccio per fermare l’emorragia alla schiena, anche se era abbastanza difficile visto che non riusciva a capire dove doveva tamponare.
Qualcuno gli tolse la maglietta di mano.
“Da qua…faccio io.” Harry si irrigidì, conosceva troppo bene quella voce.

 
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10.30 – Stazione di Chings-Cross, binario 9 e 3\4
 
Il binario 9 e 3\4 era pieno zeppo di gente, come tutti gli anni.
Purosangue, Mezzosangue e Babbani! Tzk.
Ora stavano tutti salutando quei nanerottoli del primo anno che non sapevano dove andare. Patetici.
Lui, Draco Malfoy, se ne stava appoggiato ad una colonna a fumare una sigaretta mentre guardava piuttosto
 annoiato quello che lo circondava.
“Ma state un po’ zitti!” sbottò ad un tratto ai suoi ancora-per-poco-migliori-amici: Blaise Zabini e Pansy Parkinson.
Non la smettevano più di confabulare fitto fitto tra loro di qualcosa di ancor non ben definito facendo saltare i nervi al biondo Serpeverde che non ne poteva più di sopportare quel mormorio di sottofondo così insistente.
Comunque quelli, per tutta risposta, lo ignorarono bellamente.
Draco li mandò poco elegantemente a quel paese prima di spegnere la cicca e allontanandosi da li sbuffando.
Dopo un po’ che camminava tra la folla si fermò di scattò: aveva intravisto un paio di occhi verdi e una zazzera di capelli neri.
Era lui.
Quel luccichio nei suoi occhi, ora ancora più belli e splendenti visto che aveva finalmente tolto quelle stupide cose rotonde che li coprivano, era indistinguibile.
Potter.
Il SUO Potter.
Harry…era ancora più bello di come se lo ricordava!
Sorrise, era già pronto ad avvicinarsi a lui e cominciare il solito teatrino che ormai metteva in scena da anni…perché doveva sempre essere così?
Perché non poteva semplicemente avvicinarsi e dire: “Ciao Harry, come va?”
Perché doveva per forza dire qualcosa di simile a: “Hey Sfregiato, il Pezzente e la Mezzosangue dove li hai lasciati?”
Sospirò, mentre il suo sorriso si spegneva.
Poi notò qualcosa che non andava: la sua mano, era rossa, sporca di sangue.
Sgranò gli occhi. Sangue?! Perché la sua mano grondava sangue?!
Si guardò intorno. Che qualcuno gli potesse aver lanciato una maledizione? Era già pronto a linciare vivo chiunque si era permesso di fargli del male!
Tornò a guardare Harry, ma lui non c’era più…in compenso lo vide sparire dietro alla porta del bagno.
Con cautela lo seguì. Entrò nel bagno senza fare alcun rumore.
Lui era di spalle, a petto nudo, con la testa china e con uno stracciò in mano con cui stava cercando di fermare il sangue che usciva da una ferita alla schiena.
Una ferita che, avvicinandosi, notò che era profonda e andava dalla spalla sinistra al fianco destro.
Sembrava che qualcuno gli avesse lanciato un Sectumsempra alle spalle...no, a pensarci bene, quello assomigliava in modo impressionante ad un colpo di frusta.
Possibile che il SUO Harry venisse picchiato? Da chi? Da quei luridi babbani?
Gli arrivo alla schiena e gli tolse la maglietta dalle mani incominciando a tamponare la ferita al posto suo.
“Da qua…faccio” lo sentì irrigidirsi e prego con tutto se stesso con non lo mandasse via.
Non lo fece.
“Malfoy…” il Serpeverde percepì l’incredulità nella sua voce “…grazie.”
Il cuore di Draco fece una capriola, e sentì il volto surriscaldarsi. Maledizione era arrossito!
“Non c’è di che Potter.” Risponse ostentando indifferenza, ma dentro stava morendo.
Sia per la contentezza di potergli stare così vicino, sia perche stava soffrendo nel pensare che vacanze di inferno aveva dovuto subire il SUO (ci teneva sempre a precisarlo) Harry.
Dopo alcuni minuti si fermò.
“Ecco fatto..” Gli restituì lo straccio, che poi scoprì essere una maglietta, e si allontanò di alcuni passi mentre Harry sciacquava la maglietta e la rimetteva a posto indossandola.
“Cosa hai combinato alla schiena?”
“Sono caduto, ma non sono fatti tuoi Malfoy.” Fu la acida risposta di Harry.
Di certo non voleva far sapere in giro che il salvatore del mondo magico si faceva sottomettere da dei babbani! Pensò Harry.
La risposta ferì profondamente Draco, ma non lo diede a vedere.
“Sei un pessimo bugiardo, lo sai vero Potter?”
“Lasciami in pace.”
“Quella è una frustata…”
Harry si girò di scatto, turbato.
“Questo è solo quello che credi!”
“No!” risponde Draco prendendogli un polso e tenendolo fermo “Questa è la realtà!”
Il Serpeverde lo guardò, avvicinandosi a lui. Poi uno scintillio al suo collo attirò la sua attenzione.
No, non poteva essere.
Era impossibile…erano passati troppi anni ormai!
“Lasciami Malfoy!” provò ad allontanarlo senza riuscirci “Non sono cose che ti riguardano! Perché ti interessa saperlo?!”
Il biondo non rispose. Ma che pensava di ottenere facendo così?
Rischiava solo di peggiorare la situazione…e non se lo poteva permettere.
Stupido Daraco! Stupido…ed illuso!
Allentò la presa sul suo polso, Harry si svincolò, aprì la porta e corse via.
Ora il Grifondoro aveva un vuoto nel cuore…forse non avrebbe dovuto lasciare Draco così.
Draco?! Da quando era diventato Draco e non più Malfoy?!
Che nervi!
Nel mentre calde lacrime rigavano le guance del giovane Serpeverde che era rimasto solo in bagno.
Cosa gli stava succedendo? Maledetto e stupido amore! Perché lo stava facendo soffrire in questo modo?
“Draco?”
“B-Blaise…” si asciuga in fretta le lacrime.
“Non dirmi che…”
“Si, Blaise. Si. Andiamo, tra poco parte.”
Andarono in un vagone vuoto del treno e rimasero lì, in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.


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“Harry che ti prende?! Che è successo?” chiese Hermione.
Il Grifondoro era entrato in cabina senza dire una parola e ora se ne stava lì, con la fronte appoggiata al finestrino e gli occhi che osservavano  il paesaggio che scorreva fuori…eppure non sembrava vederlo.
“Amico di qualcosa…” tentò Ron.
“State. Zitti. Silenzio.” Disse Harry freddo non staccando gli occhi da fuori.
Ron e Hermione si guardarono preoccupati senza più parlare.











  
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