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Autore: Miss_Slytherin    27/09/2012    7 recensioni
Serie di one-shot legate alla mia precedente fanfiction "We were born, raised and died with them", che hanno come protagonisti i Malandrini, Lily e tre personaggi originali.
Dalla nona one-shot:
"-Ho fame- si lamentò Arizona.
-Dobbiamo aspettare che la McGranitt porti dentro quelli del primo anno, e poi che il cappello canti la canzone- le spiegò gentilmente Remus.
-Sì, ma io ho fame- ribadì Arizona come se Remus non avesse aperto bocca.
-Ma se sul treno ti sei fatta fuori metà della roba che abbiamo comprato!- esclamò James esterrefatto.
-Si ma sono passate cinque ore! Tempo sufficiente affinché il mio stomaco si sia svuotato. Quindi, ho...-
-Fame- concluse Peter al posto suo con un piccolo sorriso; d'altra parte anche lui non vedeva l'ora di mangiare.
-Esatto Peter- confermò Arizona e Sirius sbuffò, spazientito.
-Sei proprio una piaga yankee. Non puoi aspettare senza lamentarti come stiamo facendo tutti noi? Devi per forza palesare al mondo quanto il tuo stomaco sia senza fondo?- l'aggredì sempre più nervoso man mano che il momento dello smistamento si avvicinava.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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                                                                    Coming back to home

                                                                                                                                       Giugno 1971


Non appena ebbe messo piede in casa, Sirius ebbe la certezza matematica che quell'estate sarebbe stata terribilmente lunga. Per prima cosa, dopo che l'elfo ebbe aperto la porta di casa, nessuno venne incontro a Sirius, anche se lui sentiva le voci di sua madre e di suo padre provenire dalla sala.

Secondo, non c'era traccia di Regulus, anche se Sirius sapeva per esperienza che dal piano di sopra si sentiva benissimo la porta di casa quando veniva aperta. E terzo, Kreacher non la smetteva di lamentarsi per il fatto di averlo dovuto recuperare alla stazione. Con fatica, Sirius trascinò dentro casa il baule; era rattristato, sebbene non si fosse aspettato niente di diverso. O forse, dentro di se aveva sperato che almeno Regulus fosse disposto a parlargli, nonostante non avesse risposto a nessuna delle lettere che Sirius gli aveva mandato durante l'anno. Come una fitta, la nostalgia per i suoi amici trafisse Sirius mentre avanzava lungo il corridoio. Pensò che anche Chastity doveva star vivendo una cosa simile, e cercò di farsi forza. Almeno i suoi genitori non avevano tentato di sequestrarlo...per ora. Indeciso sul da farsi, dopo un attimo di esitazione, Sirius si avviò verso le scale, sempre trascinando con fatica il pesante baule. Chiedendosi cosa accidenti ci avesse messo dentro, si apprestò a trascinarlo al piano superiore, ma la voce imperiosa di sua madre lo bloccò ai piedi della scalinata.

-E così sei tornato- disse gelida.

-Di certo a Hogwarts non potevo rimanere- ribatté Sirius strafottente. Sapeva di rischiare molto, ma a quel punto non gli importava.

-Purtroppo. Ti avverto, Sirius: ora che sei in questa casa devi rispettare le nostre regole, senza eccezioni. E sei pregato di rivolgerti a me come si conviene- replicò Walburga, sempre più tagliente.

-Sai che novità...- borbottò Sirius, afferrando con mano ferma il baule. Sua madre aveva la bacchetta in mano e avrebbe potuto benissimo aiutarlo con un semplice incantesimo, ma naturalmente non aveva nessuna intenzione di facilitargli le cose.

-La cena è alle sette. Ti ordino di levarti quella sudicia cosa prima di presentarti- aggiunse, alludendo alla sciarpa di Grifondoro che Sirius portava al collo nonostante fosse giugno.

-Sì, come no...- bofonchiò ancora Sirius, quasi giunto in cima alle scale. Un rumore di passi gli annunciò che sua madre se n'era andata, e così Sirius poté tirare un sospiro di sollievo. Una volta giunto al secondo piano, si diresse verso la sua stanza, rallentato da quel maledetto baule. Prendendo mentalmente nota di metterci meno roba a settembre, aprì la porta della sua stanza, che era identica a come l'aveva lasciata. Tutte le superfici erano impolverate, compreso il copriletto, come se nessuno ci avesse messo piede da quando lui era partito per Hogwarts. Si sedette sul letto, sollevando una nuvola di polvere, e si prese la testa fra le mani. Perché non poteva avere una famiglia normale, che lo accettasse per quello che era? E soprattutto perché continuava a desiderare la loro approvazione, nonostante fosse chiaro come il sole che non l'avrebbe mai ottenuta?

Il rumore della maniglia che cigolava strappò Sirius alle sue cupe riflessioni e l'attimo dopo la figura di Regulus apparve sulla soglia. Sirius lo fissò, senza sapere cosa dire. Anzi, lo sapeva: avrebbe voluto chiedergli perché non avesse mai risposto, se potevano continuare ad essere fratelli anche ora che Sirius era un Grifondoro.

Dal canto suo, Regulus guardava Sirius come se non lo riconoscesse; soprattutto, il suo sguardo si era posato sulla sciarpa di Grifondoro.

-Beh?- lo apostrofò alla fine Sirius.

-È proprio necessaria quella cosa?- domandò Regulus indicando il collo di Sirius.

-Sì, lo è- rispose lui, e forse furono quelle parole a segnare la fine della loro fratellanza. Perchè Sirius era un Grifondoro e Regulus non poteva sopportarlo. Perchè Regulus avrebbe sempre fatto di tutto per compiacere i loro genitori, e Sirius non poteva sopportarlo.

                                                                    ******


Chastity non credeva di aver mai avuto così tanta paura in vita sua, non quanto ne aveva in quel momento ferma sull'uscio di casa sua. E se a settembre non ne fosse più uscita? I suoi amici non potevano correre sempre a salvarla...

Come Sirius, anche Chastity era tornata dalla stazione con l'elfo di famiglia, con la differenza che con lei c'era anche Evan, che non aveva smesso un attimo di torturarla verbalmente.

-Beh, non entri? Hai paura, eh? Fai bene- le disse, vedendola esitare. Tuttavia ora Chastity non poteva fare altro che entrare. Con il cuore in gola, seguì suo fratello all'interno e nell'ingresso trovò ad attenderli i suoi genitori.

Evan venne accolto con tutti gli onori del caso: sua madre lo strinse pomposamente fra le braccia, mentre suo padre gli auguròa un ben tornato con una stretta sulla spalla. Poi, i loro occhi si posarono su Chastity, ed il tempo parve fermarsi.

-Bene bene...e così hai avuto il coraggio di tornare- le disse Olympia.

Chastity non rispose, con il cuore che batteva a mille.

-D'ora in poi le cose cambieranno. Ed è tutta colpa tua. Se non fossi scappata...-

-Voi non mi avreste fatto tornare a Hogwarts!- la interruppe Chastity, infuriata.

-Non osare rivolgerti in questo modo a tua madre!- tuonò il signor Rosier e Chastity sentì le lacrime salirle agli occhi. Ma si impose di non piangere, per nessun motivo al mondo.

-...se non fossi scappata, forse ora avresti potuto occupare la tua stanza. Ma dato che di te non ci si può fidare, piccola traditrice, ti mostro quale sarà la tua nuova camera- riprese Olympia come se Chastity non avesse nemmeno aperto bocca. Inorridita, seguì sua madre al piano di sopra, ma non si fermarono di fronte alla vecchia stanza di Chastity e proseguirono fino al fondo del corridoio.

Sua madre estrasse un mazzo di chiavi, da cui ne pescò una d'ottone arrugginita, che infilò nella serratura di una porta che Chastity non aveva mai visto. La porta si aprì cigolando, e il suo interno si rivelò essere una sottospecie di sgabuzzino senza finestre. L'ambiente era così piccolo che ci stava a malapena un letto ed un armadio striminzito. Non c'era nient'altro, né una

scrivania né una sedia o qualsiasi altro mobile.

-D'ora in poi starai qui. L'elfo ti porterà da mangiare, e potrai uscire tre volte per andare in bagno, accompagnata sempre dall'elfo- la istruì Olympia. Chastity era sgomenta. Non poteva credere ai propri occhi.

-Potrai scrivere una lettera alla settimana, e solo ed esclusivamente alla ragazza Oliver. Leggerò tutte le tue lettere per evitare che tu organizzi un'altra fuga e per accertarmi che tu non scriva né a quel rinnegato di Sirius, né a quel vergognoso Potter e tanto meno a quelle due sudicie NateBabbane. Sono stata chiara?-

Chastity annuì, con un terribile groppo in gola. Olympia la fissò, e dopo un attimo Chastity capì che doveva entrare. La porta si chiuse alle sue spalle e in quel momento Chastity si rese conto che non c'erano candele accese nella stanza, se così la si poteva definire. Uscì in corridoio e gridò dietro sua madre, che si stava allontanando:

-Ma non c'è luce qui dentro!-

Olympia si voltò, la guardò dritta negli occhi e rispose:

-Oh, lo so. Credimi, lo so-.


                                                            ******


Lily non aveva smesso di parlare un attimo da quando aveva visto i suoi genitori alla stazione; aveva così tanto da raccontare che non riusciva nemmeno a riprendere fiato. Loro la ascoltavano, entusiasti e con gli occhi pieni d'orgoglio per quella loro figlia così speciale. Erano rimasti estasiati dalle due Tazze Mordinaso che Lily aveva regalato loro (Arizona una volta era riuscita a corrompere un ragazzo del terzo anno affinché portasse loro qualcosa da Zonko) e non riuscivano a non guardare con soggezione la bacchetta che Lily si rigirava fra le dita, sognando il momento in cui avrebbe potuto utilizzarla di nuovo.

-Mamma, qualche volta posso invitare degli amici a casa? Magari Arizona...lei è Babbana di nascita come me e sa come ci si comporta al di fuori di Hogwarts- chiese Lily mentre salivano in macchina.

-Certo, tesoro. Sempre meglio lei che non...- si lasciò sfuggire la signora Evans.

-Severus?- completò Lily al posto suo, irrigidendosi sul sedile posteriore.

-Non intendevo dire questo...- si difese la signora Evans.

-Lo so che lui non ti piace, mamma. Ma è mio amico, lo devi accettare- ribatté Lily, stanca di dover sempre difendere Severus da tutti. Possibile che solo lei riuscisse a vedere che c'era del buono in lui?

-Perché Petunia non è venuta?- domandò poi, per cambiare argomento.

-Stava poco bene- rispose il signor Evans mentre lasciavano Londra e si avvicinavano sempre di più al loro paesino.

-Poco bene? A giugno?- chiese ancora Lily, scettica. Chissà per quale motivo, si era illusa che Petunia sarebbe venuta a prenderla alla stazione, anche se a conti fatti non c'erano motivi per sperare in una cosa del genere.

-Aveva mal di stomaco- si giustificò la signora Evans. Lily decise di lasciar cadere anche quell'argomento, e si chiuse in un silenzio rattristato. D'un tratto aveva perso la voglia di continuare a raccontare di Hogwarts.

Mezz'ora più tardi l'auto del signor Evans si fermò nel vialetto di casa e Lily scese dalla macchina portando con sé la gabbia della sua civetta. Entrò in casa insieme a sua madre, mentre suo padre si occupava dei bagagli. Subito corse in camera di Petunia, un po' perché aveva voglia di vederla, un po' perché era curiosa di sapere quale terribile male le avesse impedito di uscire di casa.

-Tunia?- la chiamò, vedendola distesa sul letto con le spalle rivolte verso la porta.

-Tunia, sei sveglia?- chiese ancora, avvicinandosi e posandole una mano sulla spalla per scuoterla con delicatezza. Non ottenendo risposta, Lily decise di lasciar perdere, senza sapere che Petunia, non appena lei ebbe lasciato la stanza, aveva aperto gli occhi velati di lacrime.




Nda


Ciao a tutti!!!

Ben venuti ai nuovi lettori (se ce ne fossero) e ben tornati ai vecchi (se mai leggeranno questa cosa).

Come vi avevo promesso, questa è la prima della (lunga?) serie di one-shot che hanno come obiettivo quello di raccontare gli avvenimenti più importanti del secondo, terzo e quattro anni dei nostri Malandrini e delle quattro ragazze che hanno gravitato intorno a loro durante il primo anno, ovvero Chastity, Arizona, Lily ed Elinor. Non seguirò un ordine cronologico preciso, come mi viene l'ispirazione scrivo, e quindi può essere che dopo questa one-shot ce ne sia una ambientata al quarto anno, o al terzo. Comunque all'inizio scriverò sempre l'anno in cui siamo, per non disorientarvi troppo :)

Beh che dirvi, spero che mi seguirete in questa serie, che ho deciso di intitolare “Breath of eternity” e che comprenderà appunto un numero imprecisato di one-shot che anticiperanno il quinto anno, che scriverò per intero una volta conclusa questa serie. È un po' incasinato, ma spero si sia capito cosa intendo :D

Spero di ricevere tanti commenti, perché è la prima volta che scrivo one-shot e non capitoli collegati l'uno all'altro e insomma...sono un tantino nervosa :)


Bene, per oggi ho finito.


Sempre vostra,


Miss


  
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