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Autore: mysticmoon    14/04/2007    1 recensioni
Un altro parto della mia mente nato da "Non Sono un Eroe". Una coppia improbabile in un mondo finalmente pacificato. Due personaggi spesso poco usati e raramente appaiati. Chi l'avrebbe mai detto che potesse sbocciare un forte sentimento tra uno dei fratelli Weasley e la stravagante Luna Lovegood?
Il rating della storia è settato su R in caso di scene più forti
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Luna Lovegood, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Sette anni prima…

02 Agosto 1998

George Weasley zoppicava lentamente lungo il corridoio del San Mungo, stando ben attento a non piegare il ginocchio rimasto offeso durante la cruenta battaglia a cui aveva partecipato.
Non aveva voglia di restare a vegliare la sorella minore assieme alla madre né di parlare o vedere qualcuno.
Era troppo triste per sopportare gli altri dolori della sua famiglia.
Rivedeva ancora la luce verde con la coda dell’occhio, qualcosa a cui aveva preferito non rivolgere la propria attenzione data anche la pessima situazione che stavano affrontando fianco a fianco lui, il suo gemello Fred e la stramba Luna Lovegood.
Solo quando tutto era finito ed il fuoco si era spento aveva potuto capire tutto ciò che era accaduto.
Harry era ancora disteso sul terreno, vivo ma gravemente ferito, ed al suo fianco stava una Ginny ferita lievemente, che teneva sulle ginocchia il capo dell’esanime Neville Paciock.
Aveva sentito Luna crollare a terra al suo fianco ma lui non aveva badato a lei perché i suoi occhi avevano visto anche il punto in cui Hermione e il fratello avevano combattuto ed il suo cuore sembrava essersi fermato di botto.
Davanti ai suoi occhi, ad una decina di metri da loro, stava un mucchietto di stracci sporchi che aveva riconosciuto come una estremamente trasandata Hermione Granger che, scossa dai singhiozzi, piangeva accasciata sul corpo del fratello minore di due anni, privo di vita quanto quello del buon Paciock.
A fatica lui e Fred erano riusciti a convincere Hermione e Ginny a smaterializzarsi nei pressi dell’ospedale San Mungo con Harry mentre lui ed il gemello si erano presi la responsabilità di trasportare i corpi dei caduti.
Era stato proprio lui, George Weasley, a stringere a sé il corpo freddo del fratellino e mostrare alla madre la tragedia che aveva colpito la loro famiglia.
Quando l’aveva vista nella sala d’aspetto era troppo tardi per dileguarsi.
Aveva semplicemente chiuso gli occhi e voltato la faccia per non vedere la donna piegarsi in due dal dolore mentre il suo volto diveniva la maschera della più profonda sofferenza.
Preso da quei tristi pensieri non si accorse neanche della ragazza dai capelli biondi che sedeva accanto alla finestra con gli occhi affondati in un giornale ed una valigia accanto alla gamba sinistra.
Luna Lovegood attendeva che il padre uscisse dalla stanza in cui stava sbrigando le ultime pratiche per la sua dimissione e nel frattempo leggeva l’ultimo numero della rivista “Il Cavillo”.
George si appoggiò alla finestra senza degnare la ragazza di un solo sguardo e lei, a parte una rapida sbirciatina per vedere chi si fosse avvicinato alla finestra, non staccò gli occhi dal giornale.
Il silenzio tra i due fu rotto dalla ragazza.
- Era simpatico e ha dimostrato molto coraggio. Non dovresti essere così addolorato, fratello di Ron.
- Sono George, Luna. Te l’avrò detto migliaia di volte.
- Sei fratello di Ron, no? Allora posso chiamarti “fratello di Ron”.
- Ho un nome.
- Tu e tuo gemello siete troppo simili perché io possa riconoscere l’uno dall’altro. E’ praticamente impossibile dire chi sia l’uno e chi l’altro. Magari siete stati scambiati nella culla da un Grumble e vostra madre non se ne è accorta.
- Un che?
- Sono spiriti che si divertono a cambiare culla ai gemelli per creare confusione. Hanno lunghissime orecchie perché di solito i bambini gliele tirano e un naso corto per evitare di sentire odori poco graditi.
George trattenne a fatica una risata per quella nuova uscita molto “alla Luna Lovegood”.
- Non fare quella faccia- lo rimproverò lei – E’ scritto qui.
Tese il giornale al giovane Weasley, che in effetti vide che l’articolo su questi fantomatici Grumble c’era davvero, corredata anche un’immagine molto colorata di un ometto alto una settantina di centimetri, dalle orecchie che arrivavano fino ai piedi di un acceso violetto e un piccolo naso schiacciato rosso, con tante macchie blu sulle braccia nude ed una zazzera verdastra con ciuffi neri.
- Così questo è uno spirito che per puro divertimento scambia i bambini nelle culle?
- Non tutti i bambini. Solo i gemelli. Sarebbe scomodo scambiare bambini di famiglie diverse nonostante la loro capacità di smaterializzarsi anche all’interno delle più resistenti barriere magiche. E’ tutto spiegato nel giornale.
In quel momento il padre di Luna uscì dalla stanza e prese la valigia della figlia per incamminarsi verso l’area in cui erano posti i camini.
George si alzò in piedi e tese il giornale alla strana ragazza, che con un gesto lo spinse verso di lui.
- Tienilo tu. A te serve più di me. Ti annoierai sempre qui dentro. E poi credo che tu voglia saperne di più sul tuo nome.
Questa volta George non potè fare a meno di sorridere alle parole della ragazza.
- Grazie per la chiacchierata e per il giornale, Luna Lovegood.
- Grazie per la compagnia, fratello di Ron e Ginny Weasley.
George la osservò allontanarsi tra le infermiere e gli ospiti, stringendo tra le mani il giornale che almeno per qualche minuto gli aveva fatto dimenticare di aver perso un fratello.

Fred guardò la copia di “Il Cavillo” che il gemello stringeva in mano mentre si dirigeva verso la stanza dove riposava il migliore amico che il fratello minore avesse avuto.
- Da quando in qua compri robaccia come Il Cavillo?
- Non l’ho comprato. E’ stata Luna Lovegood a darmelo. Mi ha tirato su di morale parlare con quella pazza.
- Gentile da parte tua definire pazza una mia amica- intervenne Ginny, uscendo dalla stanza di quello che finalmente poteva essere il suo ragazzo- Luna è soltanto… un po’ particolare.
- E’ tutta matta, sorellina- affermò George, ripensando alla storia dei Grumble.
- Come sta Harry?
- I guaritori hanno detto alla mamma che le cose non vanno affatto bene. E’ ancora molto debole.
- Spero solo che lui non muoia- disse Fred, lasciandosi cadere su una delle poltroncine della vicina sala di aspetto- La mamma è già abbastanza distrutta adesso, figuriamoci se anche Harry…
- Non dirlo neanche per scherzo- ringhiò Ginny, stringendo con forza il sostegno della flebo che doveva portare con sé- Harry non si arrenderà mai, chiaro?
- Sì, lo sappiamo Ginny- disse Fred, facendole cenno di mettersi a sedere accanto a lui- Ma dobbiamo anche pensare alla realtà, sorellina. Nessuno è invincibile e la prova l’abbiamo avuta.
- Harry non si è fatto uccidere da Voldemort e non morirà neanche adesso che è in ospedale! E’ un mago fortissimo e se la caverà anche questa volta. Non fare l’uccellaccio del malaugurio, Fred!
- Io sono obiettivo, Ginny. Harry è grave e potrebbe morire. Non dico che è condannato a morte. Dico solo che è bene anche prepararsi al peggio.
Fred aveva in volto un’espressione così seria che la stessa sorella sembrava faticare a riconoscere in lui il proprietario del grande negozio di scherzi a Diagon Alley.
- Questo non me lo sarei mai aspettato dal grande Fred Weasley, re delle risate assieme a suo fratello.
Angelina Johnson, in completo da strega color malva e con un mazzo di fiori lilla in mano, percorse gli ultimi metri che la separavano dagli amici e si piazzò davanti a Fred con aria severa.
- Mi delude sentirti parlare in questo modo.
Gli occhi di Fred si ridussero a fessure ed in fretta Ginny prese sottobraccio il fratello per portarlo via da lì.
Immaginava il putiferio che la ragazza avrebbe scatenato e non voleva ascoltare quel litigio.
Ginny accompagnò il fratello nella sua stanza poi tornò al capezzale di Harry, lasciando solo George con il giornale di Luna.
Aprì la pagina dove si parlava dei Grumble ed iniziò a leggere il lungo articolo, ridacchiando ogni volta che trovava brani ai limiti del impossibile.
Sì, i Grumble dovevano essere proprio dei grandi burloni.
La prossima volta avrebbe ringraziato Luna Lovegood per avergli dato quel giornale.
  
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