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Autore: Jadis96    03/10/2012    2 recensioni
La mattina del 20 novembre, in un modesto appartamento di Londra, un uomo muore. Unico sospettato dell'omicidio: il suo migliore amico.
Sherlock e John si occupano del caso.
La mattina del 21 novembre, un misterioso scambio di corpi sconvolge le loro vite.
Come se la caveranno l'unico Consulente Investigativo al mondo e il suo inseparabile blogger l'uno nei panni dell'altro?
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Lestrade , Sherlock Holmes , Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo finalmente arrivati alle spiegazioni.
Questo capitolo mi ha tenuta impegnata a lungo, perché volevo che fosse esaustivo e nello stesso tempo che mantenesse il ritmo della storia.
Adesso starà a voi giudicare…
Buona lettura!
 
Samuel fece il giro del divano, senza mai smettere di tenere la pistola puntata su di me.
Prese una sedia dal tavolo accanto, e si sedette in modo da potermi guardare negli occhi.
<< Sei Sherlock Holmes? >>, mi chiese. La voce aveva assunto quella cadenza che ben conoscevo.
<< Sì >>.
<< Ma il corpo in cui ti trovi è quello di John Watson >>.
<< Sì >>.
<< Lui dov’è ora? >>.
<< A casa. E sa che sono qui. Quindi da un momento all’altro potresti ritrovarti circondato da agenti di polizia >>. Sperai di spaventarlo, ma in realtà ero io quello scoraggiato. John non aveva la minima idea che io fossi lì.
<< Capisco. Allora è meglio che mi sbrighi >>.
Samuel sorrise, ma il suo modo di sorridere somigliava di più ad un ghigno intimidatorio.
<< Avevo organizzato tutto per domani. Ma vedo che hai anticipato il nostro appuntamento. Come hai fatto a capire così in fretta chi ero? >> 
<< Non sei un bravo attore >>.
<< Non appena me ne andrò da qui, non avrà più importanza >>.
<< So cosa ti tiene a Londra >>.
Per un attimo, intravidi un barlume di dubbio nello sguardo di Samuel. << No, non lo sai >>, rispose.
<< Il tuo potere è in qualche modo legato alla tua casa. Altrimenti perché resteresti qui dopo aver ucciso due persone? Ma ci deve essere anche qualcosa di più. Perché se fosse solo questo il problema, saresti già a miglia di distanza in un altro corpo. In realtà l’accordo che ci hai proposto non aveva nulla a che vedere con la polizia. A te non importa di essere un ricercato, perché nessuno potrà mai trovarti. Invece volevi aiutare me e John a tornare nei rispettivi corpi. Il tuo altruismo è molto toccante, ma perdonami se insisto a vederci un secondo fine. Il vero motivo per cui volevi incontrarci era per ucciderci, il modo più efficace per assicurarti che non avremmo parlato. E’ vero che non c’era molto che potessimo dire, ma eravamo gli unici che sapevano di te, e sarebbe stato un rischio troppo grande lasciarci uno nel corpo dell’altro. Sto andando bene? >>.
Samuel era rimasto in silenzio. Non era più in grado di nascondere lo stupore.
Conoscevo bene quell’espressione. Per qualche strano motivo, era la stessa che avevano tutti quelli a cui esponevo una mia deduzione.
Samuel strinse la presa sulla pistola, e per qualche attimo temetti che mi avrebbe sparato.
<< D’accordo >>, disse infine. << Farò il tuo gioco. Vedo che la tua spiegazione manca di un punto fondamentale: il come. Ti sarai certamente chiesto come faccio a spostarmi da un corpo all’altro consapevolmente, e soprattutto come avete fatto tu e Watson a farlo inconsapevolmente, Avrai già intuito che questa casa possiede una sorta di forza psichica. Io ho imparato ad usarla… dopo anni di esercizio. La chiave è la volontà. Il volere essere un’altra persona. Un volere così forte da riuscire a forzare il luogo più intimo di quella persona: la sua anima. E’ come violentare una donna. Sei eccitato mentre lo fai, e dopo ti senti sporco dentro, come se niente al mondo potesse sanare la tua colpa. Ogni cosa ha un prezzo. Ed io sono disposto a pagarlo. Ma basta parlare di me: parliamo di te, o meglio di voi. Il consulente investigativo e l’intrepido blogger che accorrono in aiuto della polizia risolvendo i casi più difficili e assicurando i criminali alla giustizia >>. Samuel ridacchiò. << Sembra la trama di un fumetto. Forse un giorno dovrò pagarti i diritti d’autore >>.
<< Mi accontenterei di vederti posare la pistola >>, risposi. Fui lieto di notare che la mia voce era ferma, nonostante sentissi il cuore in gola.
Samuel finse di non avermi sentito.
<< Dov’ero rimasto? >>.
<< John e me >>, suggerii.
<< Ah giusto. Vedi, c’è una coincidenza di avvenimenti molto rara. Fino a qualche giorno fa avrei detto impossibile. Si verifica quando due persone che sono state esposte all’energia di cui è colma questa casa, desiderano nello stesso momento di essere l’altro. Può essere questione di un istante, o un semplice “chissà cosa si prova ad essere lui”, e accade. Attento a quello che desideri, perché potresti ottenerlo >>.
In quel momento, tutto sembrò tornare.
Potevo ricordare distintamente quando, la sera del giorno in cui tutto era iniziato, mi ero chiesto cosa provasse John quando ci occupavamo di un caso insieme. Io ero freddo, scostante e poco incline a renderlo partecipe ai miei piani, ma lui non si era mai lamentato.
D’accordo, non esageriamo. Si era lamentato, e spesso anche, ma non si era mai tirato indietro.
Così mi ero chiesto, giusto per un secondo, come fosse stare nei panni di John Watson.
A quanto pare, lui aveva fatto la stessa cosa nell’esatto momento in cui l’avevo fatta io.
<< C’è un modo per invertire lo scambio? >>
<< Non sono mai stato interessato a scoprirlo. Per questo avevo intenzione di uccidervi, non di aiutarvi >>.
Samuel accarezzò il grilletto con un dito. Dovevo agire in fretta, altrimenti mi avrebbe ucciso in ogni caso.
<< Prima che tu lo faccia, c’è un’ultima cosa che devo dirti… >>, iniziai.
Samuel sembrava intenzionato ad ascoltare quelle che credeva sarebbero state le mie ultime parole.
Scattai di lato, spostandomi dalla linea di tiro della pistola e contemporaneamente cercai di afferrarla. Samuel, colto di sorpresa, mi fu addosso in un istante, tenendo ben salda l’arma.
Decisi di cambiare strategia. Estrassi la rivoltella di John dalla tasca. Avevo una frazione di secondo per decidere cosa fare e per farlo. Scelsi l’opzione che aveva meno probabilità di farmi uccidere: mirai alla spalla sinistra di Samuel e sparai.
Il rumore del colpo rimbombò nella stanza quasi vuota, seguito quasi immediatamente dall’urlo di dolore di Samuel.
Welch rimase immobile per qualche secondo, tenendosi la spalla ferita che già sanguinava copiosamente. In quel momento, neanche io osai muovermi.
Poi, qualcosa cambiò. Il dolore nello sguardo di Samuel si tramutò in rabbia.
Si mosse così velocemente che ebbi a stento il tempo di vedere arrivare la pistola. Subito dopo, un dolore sordo alla tempia. Fu come se il pavimento si fosse rovesciato e, prima ancora di accorgermene, ero a terra. Le orecchie mi fischiavano e gli angoli della mia visuale si erano oscurati. I passi di Samuel che si avvicinava rimbombarono sul parquet.
<< Questo scherzetto non ha giovato a tuo favore. Avevo intenzione di ucciderti subito, ma ora voglio che tu assista quando la situazione diventerà…scottante >>. Una macchia rossa si allargava sulla camicia di Samuel. Anche la sua voce era incrinata dal dolore.
<< Quindi credo proprio che resterai qui >>.
Samuel premette il grilletto. Il rumore di uno sparo echeggiò nuovamente nella stanza.
Un’esplosione di dolore mi avvertì che, sì, aveva centrato il bersaglio.
   
 
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