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Autore: a cello song    04/10/2012    8 recensioni
« Hey, Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »
Colpo di fulmine. Rose Weasley non sapeva neanche quasi cosa significasse, questa espressione, prima di caderne vittima. Lui era uno sconosciuto; non conosceva il suo nome né la sua Casa, prima di quel primo settembre.
Colpo di fulmine. Scorpius Malfoy non ci credeva, come non credeva nell'anima gemella; non esisteva il destino, ciò che volevi dovevi creartelo con le tue mani. O con quelle di qualcun altro.
Amicizia. Chloe Ryan conosceva bene Liam Nott, suo amico d'infanzia, o almeno così credeva. Da quel primo settembre, cominciò a dubitarne.
Amicizia. Alex Lloyd odiava sua sorella Allen; ma ancor di più odiava la sua migliore amica Sarah Calvinson.
Stelle. Orion Aldebaran era il nuovo insegnante di Divinazione, e amava prevedere il futuro guardando le stelle.
Stelle. Adhara Sullivan era l'insegnante di Astronomia, e amava la sua materia quanto odiava la Divinazione.
"Ma all’amore non scappò nessuno di loro."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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hey the sixth Dolcetto o Scherzetto?

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Un grazie a bess_Black, _nichlillian, Elle_13, Alexia26 e Duvrangrgata







    « Se speri di farmi fuori con un assalto da dietro, Sullivan, è tempo sprecato: prevedo ogni tua mossa. »
    Adhara Sullivan rimase bloccata a metà dell’opera, con un urlo soffocato in gola. Seduto sul suo solito scranno, Orion Aldebaran le dava le spalle, intento a mangiare chissà quali prelibatezze offerte dagli elfi per la mattina di Halloween; la donna non poté fare a meno di chiedersi come fosse possibile che quell’uomo riuscisse seriamente a prevedere tutto. Che fosse veramente opera dell’occhio interiore? Fermi tutti: Adhara Sullivan si stava chiedendo veramente se l’occhio interiore esisteva? Che stupidaggine! Ma quale occhio interiore, quali previsioni, quale Divinazione: per quanto avesse tentato di camminare silenziosamente per far riuscire il suo scherzo e spaventarlo da dietro, sicuramente i suoi passi avevano fatto rumore, e Orion se n’era accorto. E visto che era la mattina di Halloween e tutti gli altri erano già a tavola, aveva concluso che a camminare dietro di lui potesse essere solo Adhara. Ma sì, doveva essere andata così!
    « Era solo uno scherzetto di Halloween, professor Aldebaran. Di certo non di aspettava un dolcetto da parte mia, no? » Oh, sì, uno scherzo innocente, spaventare un collega a colazione: non era nei miei piani che qualcosa gli andasse di traverso, assolutamente!
    « Oh, no, affatto. Anche perché dubito delle sue abilità culinarie, professoressa Sullivan. »
    « Ci sono tante cose di me che non sai, Aldebaran. Potrei stupirti facilmente. »
    « Ne dubito fortemente. Io prevedo, mia cara. »
    « Oh, certo, certo, come no, dimenticavo! Comunque, di che parlavate voi due? » Adhara si decise a sviare l’argomento, conscia di quanto la situazione sarebbe potuta degenerare; Neville intanto sembrava ridersela di gusto. Qualcuno almeno sembra divertirsi più di me – oh, un muffin di zucca!
    « Vacanze. Quest’inverno progettavo di andare in Irlanda con la mia famiglia e vedere come se la passa un vecchio compagno di Hogwarts. » Neville afferrò un biscotto che sembrava dover riprodurre Nick-Quasi-Senza-Testa, ma con scarsi risultati. « Tu, programmi per Natale? O rimarrai qui? »
    « No, pensavo di rimanere. Non ho particolari impegni, né la voglia di tornare a casa. »
    « Io pensavo di andare nel Sahara. » Commentò Orion.
    E chi te l’ha chiesto?
    « Wow! Hai un bel coraggio ad affrontare un clima del genere... »
    « Non posso parlare di coraggio con te, Neville. »
    L’uomo fece un gesto di noncuranza con la mano, e prima che ricominciasse a parlare Adhara ne approfittò. « Uh, il Sahara... ci sono i serpenti, là, sai? Potresti essere mor- ah, no, magari tra simili non si attaccano. » Provocò.
    Orion si limitò a continuare a spalmare una marmellata di uno strano verde acido su una fetta di pane tostato, impassibile. « Dici, Adhara? »
    La donna annuì, col suo solito sorrisetto soddisfatto.
    « Be’, allora sono proprio salvo. » Fece una pausa, continuando a interessarsi al cibo. « Sei mai stata morsa da una vipera? » Chiese poi, con noncuranza.
    Cosa sentono le mie orecchie? Orion Aldebaran, che prevede ogni cosa, ha bisogno di chiedermi un particolare della mia vita? « Oh come, non sei capace di saperlo senza chiedermelo? Peccato. Ma sarò gentile, per una volta, vista la compassione che ho per la tua cecità interiore: no, mai. »
    Orion sorrise soddisfatto, posò coltello e cibo sul piatto e alzò gli occhi verso di lei.
    « Allora avevi proprio ragione: tra simili non si attaccano mai. »
 
§§§
 
    La prima cosa cui aveva pensato Rose, svegliandosi, fu: dolcetto o scherzetto? Era finalmente Halloween!
    Dunque, c’erano parecchie cose da fare, doveva alzarsi all’istante: oggi non era una giornata comune, era Halloween... doveva controllare com’era il tempo fuori e scegliere cosa mettersi in base a quello, dare una sistemata ai capelli assurdi che aveva ereditato dalla madre, controllare che le decorazioni fossero tutte a posto in sala comune, scendere a fare colazione, decidere come trascorrere quel pomeriggio, preparare l’uniforme pulita per il banchetto di quella sera.
    Oh, no, troppe cose! Rose si portò la coperta fin sopra le orecchie e, cullata da quel torpore, si addormentò.
 
    « Rose, svegliati. »
    Una voce. Chloe. Ma lei aveva così sonno... « Lasciami stare, Chlo. »
    « Rose, svegliati. »
    Un’altra voce. Beatrix. Ma era così morbido il letto... « Suvvia, Bea... è domenica... »
    « Rose, svegliati! »
    Un’altra voce. Louis. Ma si stava così bene a- Louis?! « Oh merda, Louis! » Rose scattò a sedere, sgomenta. « Ma non dovresti essere in camera nostra! Sei un ragazzo! Non puoi! Dovrei so... dov’è Louis? » Aveva sentito la sua voce, ne era sicura: ma ora dove s’era cacciato suo cugino?
    « Oh, questo coso funziona davvero. L’ho comprato al negozio di scherzi di tuo zio quest’estate, può imitare la voce di una persona qualsiasi. Forte! » Esclamò Chloe, raggiante. « E non fare quella faccia: Louis sarebbe stato capace di salire sul serio se non ti muovi ad andare giù. Dovete controllare le decorazioni della sala comune, ricordi? Lo sai che si è fissato perché teme che James ne abbia rotta una. Anche se forse sono stata io a romperla, non lui. »
    Oh, già, ora ricordava: l’elenco infinito di cose che l’avevano convinta a rimanere a letto. Per qualche strana ragione, Rose sentì l’impulso di tornare a dormire di nuovo.
 
    Controllare le decorazioni della sala comune con Louis non era stata una tragedia, in fin dei conti, se paragonata al decidere cosa fare quel pomeriggio. Beatrix aveva gli allenamenti – poteva essere anche Natale, o Capodanno... ma se il capitano aveva deciso che quel giorno c’erano gli allenamenti, così era, e non li avrebbe spostati per niente al mondo –, mentre a Chloe non andava di uscire sotto quella pioggia torrenziale: Hogsmeade era bella col sole che sbatteva contro i muri degli edifici e illuminava le vie, con la neve che la copriva come zucchero a velo, con la nebbia che la faceva sembrare più tetra e misteriosa, ma non con la pioggia, secondo lei. Alla fine s’era imbattuta per caso in Albus, Fred e Charlton che uscivano, e s’era unita a loro... almeno, quella era la sua idea iniziale finché non arrivò qualcuno a sconvolgerle i piani.
           
    « Merda », sbuffò Fred, « ho dimenticato i Galeoni di sopra. Ragazzi, torno subito, davvero! »
    Avevano appena sceso l’ultimo scalino delle gradinate dell’atrio; ignorando Charlie che continuava a ripetere che glieli avrebbe prestati lui – « Andiamo, Fred, per una Burrobirra! » –, Fred fece dietrofront e corse via.
    Albus si lasciò cadere a terra, sospirando.
    « L’hai trovata, poi? » Domandò Charlton.
    Chi? Non poté fare a meno di chiedersi Rose; curiosa com’era, si mise bene in ascolto. Perché, ora che ci pensava, era parecchio che non parlava un po’ con suo cugino: per quanto ne sapeva lei, poteva anche avere la ragazza, ora...
    « Oh, no », Albus si passò una mano tra i capelli, « e non credo sia- »
    « Rose! »
    Liam. Liam. Liam. Rose sentì il suo battito accelerare improvvisamente. È Liam, non può non essere lui!
    « Rose! Buon Halloween, Prefetto! » Liam era in piedi a tre passi da lei, col suo solito sorriso raggiante in volto e Scorpius poco lontano. Niente Calvinson, oggi?
    « Liam! Scorpius. » Li salutò. Aveva chiamato Malfoy per nome? Ma che...? Be’, in fondo chiamare Liam per nome e Scorpius per cognome avrebbe stonato parecchio alle orecchie di chiunque. Soprattutto a quelle di Sarah Calvinson. « Andate a Hogsmeade? »
    « Sì: pensavamo di andare a prendere una Burrobirra... come più o meno metà scuola. Non so se troveremo posto, infatti! » Liam arricciò il naso e sorrise, incerto. Non aveva tutti i torti: gran parte degli studenti si sarebbe rintanata dentro I Tre Manici di Scopa, con quella tempesta. « E Chloe dove l’hai lasciata? »
    « Non vuole uscire! » Rose roteò gli occhi. « Detesta Hogsmeade sotto la pioggia, e a quest’ora probabilmente starà già dormendo. Così- »
    « Vieni con noi! » La interruppe Malfoy, gettandole un’occhiata eloquente. « Così non saremo io e Liam come al solito... No? »
    Liam sembrò entusiasta della proposta. « Già! Andiamo, vieni con noi! Sempre che non avessi un altro appuntamento, ovviamente. »
    Rose rimase paralizzata.
    (Malfoy,) Liam, lei. Tre Manici di Scopa. Stesso tavolo. Vicini. Insieme.
    Inutile dire che non poté non accettare.
 
    La pioggia cadeva tanto fitta che lungo la strada lastricata s’erano formati dei torrentelli; se continuava così, magari, le serre avrebbero potuto allagarsi e di conseguenza Erbologia saltare per qualche giorno. In condizioni normali Rose si sarebbe beata anche solo del pensiero di avere qualche ora di nullafacenza in più... ma quelle non erano condizioni normali. Stava tentando di ripararsi dalla pioggia con Scorpius sotto il suo ombrello – il poveretto, lasciato il proprio casualmente al castello, aveva provato a rubare quello di Liam così da spingere quest’ultimo e Rose sotto lo stesso, ma con scarsi risultati –  e Liam di fianco a lei; parlavano del più e del meno, di tutto ciò che passava loro per la testa tanto beatamente che a stento si ricordava della presenza di Malfoy.
    Giunsero al pub fin troppo presto, e lo trovarono fin troppo pieno di gente. La barista fece i salti mortali per trovar loro – e tutti gli altri mille che aspettavano all’ingresso da chissà quanto tempo – un posto, ma tra turisti e studenti di Hogwarts era un’impresa impossibile; Liam, la cui pazienza era pari a quella che potrebbe avere un Centauro trovandosi Dolores Umbridge davanti, decise di uscire, sostenendo di avere un’idea migliore dello stare lì impalati ad aspettare inutilmente.
    « Allora, cosa proponi di fare? Io al Testa di Porco non ci metto piede, se è questo che pensi. »
    « No, niente Testa di Porco. » Si voltò verso Rose. « Andiamo da Madama Piediburro, no? »


§§§


    Bagnati fradici da capo a piedi, i tre ragazzi entrarono nel locale. La carta da parati lilla a cuori decorata con nastrini viola qua e là sembrò far salire i conati di vomito ai ragazzi, tanto era schifata la loro espressione; loro malgrado si sedettero in un tavolinetto da tre – o meglio, da due, ma con l’aggiunta di un’altra sedia; avrebbe mai potuto Madama Piediburro aspettarsi una tale richiesta? – in un angolo.
    « Andiamo, ragazzi, è un locale come un altro... non è nato come posto per le coppiette, no? Ci è solo diventato dopo. Che importa se stiamo qui invece che altrove? »
    « Oh, Liam, hai ragione: la prossima volta che abbiamo una domenica libera veniamoci insieme », borbottò Scorpius.
    Il resto del discorso non riuscì a coglierlo; l’unica cosa che le riuscì di pensare fu semplicemente che Sarah doveva sapere...
    Il più velocemente possibile lasciò tutto e volò a prendere il cappotto, pregando che Sarah Calvinson non fosse nel posto più impossibile del mondo proprio in quel momento.


Here I am!
Prima di tutto, un piccolo appello: c'è per caso qualche beta che ha tempo di controllarmi i capitoli? Perché ora, con la scuola, mi ritrovo sempre a scrivere/revisionare la fic dopo ore e ore di studio, col cervello in fumo. Ho seriamente paura di pubblicare castronerie improponibili! Bene, se c'è qualcuno che è disposto, mi faccia sapere!Qui o tramite facebook (Oonagh No Efp), è lo stesso :-)
Siamo solo all'inizio ma... Halloween. Accennavo già a qualcuno che ad Halloween accadranno molte cose; una parte sono già qui, altre arriveranno nel prossimo capitolo, altre ancora nell'ottavo (sono tutti pronti, mentre il nove procede più a rilento ;_;).
Chi abbiamo qui? I soliti litigi di Orion e Adhara (sì, mi sono divertita abbastanza a scrivere quella parte, lo ammetto <3); Rose, Liam e Scorpius da Madama Piediburro!; un ultimo POV apparentemente sconosciuto. Eh. Questo è un personaggio un po' così; lo/la conoscerete nel prossimo capitolo. Dovrebbe restare per pochi capitoli, ma non si sa mai cosa deciderà di fare.
Alla prossima! :-)


   
   
 
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