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Autore: Gia August    16/04/2007    2 recensioni
Un litigio tra Bo e Luke dà il via ad una serie di eventi che entrambi rimpiangeranno. I capitoli sono scritti alternativamente secondo il punto di vista di Bo e di Luke.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bo Duke, Daisy Duke, Jesse Duke, Luke Duke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due: Insultandosi a vicenda

 

Luke

 

Era la prima settimana di marzo. Il clima non aveva ancora deciso se porre fine all’inverno o dare l’avvio alla primavera. Il tempo continuava a cambiare alternando il caldo al freddo. Quel giorno l’inverno aveva vinto. Il cielo era plumbeo e dava l’impressione che non avremmo visto il sole in tempi brevi. Era piuttosto rigido per la Georgia, la colonnina di mercurio toccava solo i dieci gradi durante il giorno. La notte era ancora più fredda.

La giornata era iniziata piuttosto bene. Dopo aver terminato i lavori mattutini alla fattoria, io e Bo eravamo andati in città a bordo del Generale Lee; mio cugino come al solito era alla guida. Da quando aveva preso la patente, aveva sempre voluto stare lui dietro al volante e la maggior parte delle volte lo lasciavo fare. Il tragitto era stato abbastanza piacevole; nessun segno di Rosco che ci intimasse di non correre troppo o che iniziasse ad inseguirci.

All’improvviso Bo lasciò la strada principale che passa sopra il fiume per entrare in una secondaria. Gli chiesi: “dove vai?”

Mi sorrise e mi rispose: “ho pensato sarebbe stato carino vedere un panorama migliore e volare sul fiume!”

“Non salteremo il fiume oggi!” Dissi deciso.

“Andiamo Luke, lo abbiamo fatto tante volte e poi guadagneremo quindici minuti!”

“Non abbiamo fretta, Bo. Gira e passa sopra il ponte.”

Mi guardò accigliato: “che fine ha fatto il tuo senso d’avventura, cugino?”

“Il mio senso d’avventura è stato rimpiazzato dall’istinto di sopravvivenza. E’ troppo pericoloso, Bo. Tutta la pioggia che è caduta ha gonfiato troppo il fiume. E’ un salto troppo lungo.”

“Posso farlo!”

“No, non puoi quindi torna indietro!” Quando Bo non mi rispose, presi in prestito l’espressione migliore di zio Jesse: “dico davvero. Non faremo quel salto oggi. Fine della discussione!”

“Non ti piace il divertimento Luke Duke!” Disse Bo facendo marcia indietro. “Sei cauto come una vecchietta:”

“La cautela fa si che si possa diventar vecchi!” Risposi.

Bo sorrise: “su questo hai ragione!”

Arrivati in città, Bo mi lasciò davanti all’officina di Cooter. Avevo promesso che gli avrei dato una mano. Aveva molto lavoro ed io e Bo di sicuro gli dovevamo più di un favore. Per tutte le volte che ci aveva rimorchiato con il carro attrezzi, per tutte le riparazioni effettuate sul Generale e per tutti i pezzi di ricambio che ci procurava con la promessa che glieli avremmo pagati la settimana a venire. Abbiamo sempre fatto di tutto per onorare le nostre promesse, ma a volte i conti erano davvero troppo salati. Il minimo che potevamo fare quindi era aiutare Cooter in officina. Glielo dovevamo.

Cooter aveva bisogno di uno solo di noi. Poiché tra i due io sono sempre stato il meccanico migliore, Bo mi lasciò in officina e andò a fare qualche commissione per zio Jesse. Disse che sarebbe tornato a prendermi per le due del pomeriggio così saremmo potuti tornare alla fattoria per continuare i nostri lavori ed avere la serata libera. Era venerdì ed entrambi avevamo intenzione di trascorrere la serata al Boar’s Nest. Al contrario di Bo io avevo un appuntamento, ma per lui non sarebbe stato un problema. Aveva deciso che avrebbe visto quali opportunità si sarebbero presentate. Non aveva mai dovuto attendere troppo, le occasioni gli si presentavano sempre anche se non se le andava a cercare.

Bo era sempre stato molto aperto e socievole. Non posso dire lo stesso per me. Da piccolo ero molto timido ed in un certo senso lo sono ancora. Non so se fosse una reazione alla perdita dei miei genitori o se si trattasse semplicemente del mio carattere. Forse un misto di entrambe le cose. In tutti i modi, non sono mai stato così aperto come Bo. Lui può avvicinarsi a qualunque ragazza ed iniziare a parlarle come se fosse sua amica da tutta la vita. Neanche io ho problemi a conoscere ragazze, ma per me non è mai stato così facile. Daisy dice sempre che nessuna fanciulla può resistere al sorriso di Bo. Deve essere vero perché non gli sono mai serviti più di cinque minuti per sedere ad un tavolo con una ragazza appena conosciuta.

Avevo un appuntamento con Ellen McKay al Boar’s Nest. Ci frequentavamo da quattro mesi. Aveva dei capelli rossi lunghi fin sopra le spalle che danzavano liberamente sul suo volto e che facevano spiccare ancor di più i suoi occhi verdi. Era dolce e premurosa. Stavo bene con lei e la nostra relazione cresceva di giorno in giorno. Non sapevo dove saremmo arrivati, ma mi sarebbe piaciuto scoprirlo. Era da tanto che non provavo qualcosa di così profondo per una ragazza.

Alle due del pomeriggio, ero fuori dall’officina di Cooter aspettando l’arrivo di Bo. Non mi ero preoccupato quando dopo quindici minuti ancora non lo avevo visto perché di solito lui era sempre in ritardo, ma iniziai ad essere infastidito quando alle due e trenta non notai alcun segno di Bo. Avevamo ancora tante cose da fare e poco tempo per farle. Provai a chiamarlo tramite la radio, ma non ricevetti alcuna risposta.

Verso le tre del pomeriggio iniziai ad arrabbiarmi pensando che si fosse dimenticato di me. Tentai ancora con la radio, ma senza successo. Dopo un’altra mezzora di inutile attesa, la mia rabbia si tramutò in preoccupazione. Non era da Bo fare così tardi senza neanche avvisare. Non volevo preoccupare Daisy o zio Jesse, ma dovevo chiamarli per sapere se loro avessero avuto notizie. Provai prima alla fattoria per vedere se fosse già rincasato dimenticandosi semplicemente di passare a prendermi. Non sarebbe stata la prima volta. Parlai con zio Jesse e mi disse di non averlo né visto, né sentito. Quando avvertii un principio di ansia nella sua voce, lo rassicurai dicendogli di non agitarsi e che presto si sarebbe fatto vedere.

Subito dopo chiamai Daisy al lavoro, al Boar’s Nest. Mi disse che Bo si era fermato intorno all’una del pomeriggio per pranzare con Lisa Devlin. Poi erano usciti insieme all’una e quarantacinque; Bo avrebbe avuto dunque tutto il tempo di riaccompagnare Lisa a casa e tornare a riprendermi. Daisy era stata l’ultima ad averlo visto. Avevo già iniziato a sospettare che Bo si fosse dimenticato di me per correre dietro a qualche ragazza.

Alle quattro del pomeriggio avevo aspettato abbastanza. Chiesi a Cooter di accompagnarmi alla fattoria. Una volta a casa, mi accorsi di quanto zio Jesse fosse preoccupato perché non riusciva a contattare Bo neanche con la radio. Feci del mio meglio per rassicurarlo, ma neanche io sapevo cosa pensare; da una parte ero furioso perché pensavo si fosse semplicemente dimenticato di me, dall’altra ero preoccupato che gli fosse accaduto qualcosa.

Zio Jesse si diresse verso la finestra della cucina e scostò le tende per poter guardare la strada per l’ennesima volta durante l’ultima mezzora. Non credevo neanche io a quello che stavo per dire, tuttavia parlai lo stesso: “lo conosci Bo. Probabilmente si è trovato qualcosa da fare ed ha perso la cognizione del tempo. Sono certo che sarà di ritorno a breve.”

La tensione che leggevo sul volto di mio zio, tradì le sue parole: “lo so. Tornerà a casa da un momento all’altro. Non c’è bisogno di preoccuparsi.”

“Io non sono preoccupato.” Dissi con un sorriso che sperava di alleviare la sua ansia.

Ma in verità io ero angosciato. Molto angosciato. Iniziai ad immaginarmi Bo intrappolato nel Generale Lee. Era sempre stato molto più azzardato di me alla guida della nostra macchina. Faceva salti a volte che mi facevano martellare il cuore in petto. Ho sempre avuto paura che prima o poi la fortuna ci avrebbe abbandonati ed avremmo finito per farci male. Ma soprattutto ho sempre avuto timore che Bo avrebbe potuto tentare qualche salto impossibile quando io non ero con lui per dissuaderlo. Durante la mattinata avevo dovuto realmente puntare i piedi per terra. Il fiume era in piena. Un salto del genere sarebbe stato stupido e dannatamente rischioso. Pregai che Bo non fosse tornato al fiume per tentare quel salto. Ha sempre amato le sfide. Gli è sempre piaciuto provare che avessi torto. Il pensiero che l’avesse fatto davvero mi stava spaventando a morte.

Ben presto mi convinsi che Bo aveva avuto un incidente tentando di saltare il fiume. Avevo bisogno di trovarlo. Avrei cominciato dal fiume e avrei pregato di non trovarlo davvero lì. Dissi a mio zio: “vado a cercare Bo. Forse non si è accorto del trascorrere del tempo oppure ha avuto guai con il Generale.”

Zio Jesse annuì: “chiamami appena lo avrai trovato.”

“Lo farò!”

Non feci in tempo a finire la frase, che udimmo e vedemmo il Generale. Il sorriso sul volto di zio Jesse si allargò a dismisura. Mi sentii immensamente sollevato non appena vidi mio cugino saltare fuori dalla macchina, ma quando si avvicinò a noi con un sorriso sereno sul volto, il mio sollievo si tramutò in rabbia per tutta l’ansia e l'apprensione che ci aveva provocato. Rimasi in piedi con le braccia conserte attendendo con impazienza una sua spiegazione.

“Ciao!” Esclamò Bo con la noncuranza di chi non ha una preoccupazione al mondo.

“Che piacere vederti!” rispose mio zio sollevato.

Ero ancora in attesa di sentire la sua giustificazione, ma rimasi deluso perché Bo non disse altro ed entrò in casa. Zio Jesse vide quanto ero arrabbiato e tentò di fermarmi afferrandomi per un braccio quando tentai di seguire mio cugino. Mi disse: “Luke, dai a quel ragazzo la possibilità di spiegare dov’è stato fino ad ora prima di dirgli qualcosa che poi potresti rimpiangere:”

Ripensandoci ora, avrei dovuto dare ascolto a mio zio, ma l’istinto prevalse. Risposi: “ci deve una spiegazione dopo quello che ci ha fatto passare!”

“Lo so” convenne, “ma dagli modo di parlare prima di saltargli alla gola!”

Annuii concedendomi un momento per calmarmi prima di entrare in cucina con zio Jesse alle calcagna. Bo si era versato del latte in un bicchiere ed era seduto al tavolo mangiando dei biscotti, inconsapevole dell’ansia che ci aveva provocato e che ancora mi irritava.

“Dannazione Bo!” Gridai. “Dove cavolo sei stato finora?”

Bo mi guardò con aria interrogativa. “Lo sai dove sono stato, Luke. Zio Jesse mi aveva dato da fare delle commissioni. Toglierò i pacchi dalla macchina in un minuto se è questo che ti secca!”

“Non è questo mi infastidisce, Bo. Quelle commissioni le avevi per questa mattina. Dove sei stato tutto il pomeriggio invece di tornare a prendermi da Cooter?”

Finalmente mio cugino capì dove volevo arrivare. “Cavolo Luke! Mi dispiace. Me ne sono completamente dimenticato!”

La mia pazienza ormai era completamente andata. “Non prendermi in giro. Cosa hai fatto per tutto il pomeriggio preoccupando a morte zio Jesse?” Non lo avrei mai ammesso, ma io ero stato altrettanto in ansia.

Bo esitò nel rispondere come se stesse tentando di capire cosa doverci dire. Alla fine ammise: “Ho incontrato Lisa da Rhuebottom e le ho chiesto di pranzare con me al Boar’s Nest.”

“Avrei dovuto sapere che c’era immischiata una ragazza!” Dissi in un tono di rimprovero.

“Bene, questo spiega tutto!” Dichiarò zio Jesse tentando di porre fine al mio interrogatorio, ma senza successo.

“Questo ci spiega dove sei stato a pranzo, ma non il resto del pomeriggio.” Insistetti.

Posso giurare di aver visto mio cugino arrossire, probabilmente per la presenza di zio Jesse. “Mi sono offerto di accompagnare Lisa a casa. Ha voluto mostrarmi il laghetto poi, così abbiamo fatto una passeggiata. Niente di importante.”

Niente di importante! Disse proprio queste parole. Aveva passato il pomeriggio al lago con Lisa Devlin, mentre io morivo di preoccupazione. Mettere me in quella condizione era già abbastanza grave, ma non avrebbe dovuto far spaventare anche zio Jesse. Ero furioso più che mai. Quella che stavo per intraprendere sarebbe stata una strada senza ritorno.

“Hai una spiegazione per tutto, vero? Non hai un minimo di cervello e non ne hai mai avuto. Basta che una ragazza ti faccia gli occhi dolci e non pensi più a niente. Dimentichi tutte le tue responsabilità. Tutto il tuo buon senso esce direttamente dalla porta di servizio per un paio di belle gambe.”

Mi resi conto che le mie parole lo avevano ferito, ma non riuscii a fermarmi. Continuai implacabile con la mia raffica di insulti. Non ho scuse se non che mi ero mortalmente spaventato al pensiero che qualcosa di brutto gli fosse accaduto, ma la mia paura uscì fuori come rabbia.

Continuai: “hai la stessa intelligenza di una rapa!”

Dopo il mio ultimo insulto, il male che avevo riversato su Bo, mi tornò indietro come collera. Gridò: “Ritira ciò che hai detto Luke!”

“Bene!” Dissi. "Lo ritiro. Perfino una rapa ha più intelligenza di te!”

A quel punto mi sembrò che Bo fosse irritato almeno quanto me. Urlò ancora: “sei semplicemente geloso perché io posso avere tutte le ragazze che voglio e tu non puoi!”

“Non sono geloso di te!” Risposi. “Deve ancora arrivare il giorno in cui ti invidierò qualcosa!”

“Quel giorno è arrivato, tu sei geloso di me.” Ribadì Bo con un sarcasmo che reggeva il confronto con il mio. “Dovendo scegliere tra noi due, nessuna ragazza ti guarderebbe per più di due volte. Ognuna sceglierebbe me in un secondo. E’ sempre stato così e sarà sempre così.” E come se non fosse stato sufficiente, disse in modo aggressivo: “anche quando eravamo bambini, sono sempre riuscito a distogliere l’attenzione di zia Martha da te ogni volta che ne ho avuta voglia. Ti ho sempre tolto tutto quello che volevo. E riesco ancora a farlo.”

A quel punto erano i miei sentimenti ad esser stati feriti, ma non avevo alcuna intenzione di mostrarlo. La mia rabbia aumentò. Dissi con più disprezzo del dovuto: “sarai anche più affascinante di me, ma almeno io ho un cervello. La bellezza non dura per sempre.”

Quando Bo mosse un passo verso di me, zio Jesse si mise tra di noi urlando in modo rude: “basta così! Smettetela prima che vi prenda sulle ginocchia e vi sculacci tanto da non farvi mettere a sedere per una settimana. Forse due. Sapete che potrei ancora farlo!”

Io e Bo rimanemmo in piedi a fissarci l’un l’altro; entrambi avemmo il buon senso di fermarci e non contraddire zio Jesse. Dopo qualche istante di silenzio, Bo prese la porta della cucina lasciandomi faccia a faccia con mio zio.

 

To be continued…

  
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