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Autore: Party Poison    05/10/2012    0 recensioni
Frank aveva provato ad andare avanti, come aveva fatto Gerard ma non era destino che stessero lontani. Avrebbero avuto la loro famiglia, sì ce l'avrebbero messa tutta per crearne una, ma tutto era già stato scritto e dopo una rivelazione ne escono più uniti, specialmente se la loro famiglia sta per allargarsi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Capitolo 1                                                         The anniversary
 

Se ne stava lì con un mazzo di rose rosse in mano, precisamente erano sette come gli anni del loro matrimonio. Certe volte non poteva ancora crederci di aver sposato quella donna magnifica. Sì, Lyn-Z. ora restava davanti alla scalinata che conduceva alla porta della loro casa a Los Angeles, in smoking con una camicia bianca su misura, leggermente stretta nella parte del busto per evidenziare il suo torace minuto. Valutava se suonare il campanello o se entrare con una frase effetto e poi prenderla tra le sue braccia, tanto per fare un po’ di scena. Stare insieme per sempre era quello che avevano voluto sin da quando si erano conosciuti ma, salendo le scale, ricordava ancora quel bacio. Esattamente quel bacio, scoccato sulle labbra di quella persona che l’aveva aiutato a rialzarsi ogni volta che cadeva, che faceva il geloso quando lo vedeva baciare sua moglie. Gerard ebbe un fremito ma cancellò il ricordo velocemente per dimenticare il modo in cui avevano deciso di dire basta per il rispetto delle loro mogli, sempre su quelle stesse scalinate e dove lui se n’era andato in lacrime. Era passato esattamente un anno dopo il fantastico evento delle Conventional Weapons e troppo tempo dal loro ultimo momento insieme sul palco, uniti in quello che le fan adoravano chiamare “Frerard”. Gerard trasalì pensando al fatto che non ci sarebbe più stato nulla di tutto questo e anche al fatto che la sua mente, dopo molto tempo, era ancora occupata da tutte quelle cose, quelle bellissime cose. In realtà si era convinto di poterlo dimenticare ma non ci sarebbe mai riuscito e lo sapeva benissimo.

- Cosa stai facendo Gerard? Non fare lo scemo, non puoi tornare da lui, pensa a Lindsey, pensa a Bandit – diceva la parte più coscienziosa di lui.
- Pensa invece a Frank, a Bandit e a come lei lo chiama “Zio Frankie”, a come lui sorrideva sempre dopo averti visto, a come ti baciava -  diceva invece la parte masochista.

Non riusciva a non pensare a lui dopo tutto quello che era successo. Decise di salire le scalinate e si trovò davanti a quell’enorme portone verde bottiglia con una targhetta placcata oro con la scritta “Way-Ballato”, avrebbe preferito che ci fosse stato inciso “Way-Iero” ma quello che è stato fatto ormai non si può cambiare. Finalmente si decise a suonare il campanello.

“Signora Way, ci sono dei fiori per lei” disse Gerard con voce professionale, non stava pensando a Frank in quel momento, stranamente.
La porta si aprì e Bandit gli saltò subito al collo dicendo che la mamma stava finendo di prepararsi per andare a cena a New York mentre lei sarebbe andata da zio Frankie, che abitava con la moglie poco distante dalla loro casa.

- Una fitta al cuore. Bandit passava più tempo con lui di quanto lui non lo facesse con Gerard in questi ultimi tempi, dopo la Conventional Weapons ovviamente –

Lindsey scese le scale con un abito nero lungo, un copri spalle bianco a ricami nere riprendeva le scarpe bianche e nere con un tacco immensamente alto, prese le rose di Gerard e le mise nel vaso per evitare che morissero, agguantò velocemente le chiavi della macchina e si diressero verso casa Iero per lasciare Bandit, poi sarebbero andati a cena. Sulla porta di quella casa c’era Jamia con Cherry, Lily e il piccolo Miles che accolse la giovane Way con il solito sorrisone a cinquanta mila denti, era come una figlia per loro. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con la ragazza e aver abbandonato quella stramaledetta casa (secondo Gerard era la causa di alcuni loro mali), si diressero verso il ristorante che Lyn-Z amava tanto e che aveva prenotato per l’occasione. Parcheggiarono ed entrarono nella hall.

“Il tavolo prenotato a nome Way” disse Gerard al cameriere
“Subito signore, seguitemi”,  rispose quello con tutta la cordialità possibile facendo addirittura un inchino con il capo.
Era a due piani e il tavolo ovviamente si trovava al secondo, sulla terrazza, dove di poteva godere di tutto il paesaggio di New York.

Durante tutto il pasto non parlarono molto, ultimamente Gerard non aveva un granchè da dire, aveva cominciato a diventare piuttosto introverso da quando la band si era semi-sciolta, da quando Frank se n’era andato.
“Sei troppo silenzioso. Almeno stasera sforzati di essere felice con me, vivrai anche senza gli MCR” . Gerard fece una smorfia di disgusto per quell’ultima frase, lei non capiva quanto quel gruppo l’avesse salvato, a quanto lui tenesse a vivere ogni secondo della sua vita con loro. Lindsey non riusciva a capirlo e non ci sarebbe mai riuscita perché il suo piccolo gruppo continuava ad esistere e non sapeva cosa si provava.

“Cosa ti manca della tua band, amore?” chiese lei cercando anche di sorridere per incoraggiarlo a parlare.
- oh finalmente un po’ di compassione. Grazie tante. Vuoi anche la risposta? È Frank.- pensava Gerard guardandola negli occhi ma invece di dire realmente questo si limitò a dare una risposta piuttosto secca e ovvia.

“Mi manca tutto e lo sai, cerca almeno di non infierire continuando a parlarne Lindsey”, la chiamava per nome solo quando era arrabbiato e dopo aver visto la faccia incredula di lei dopo quella risposta, eccome se lo era! Gerard in quel momento sapeva che aveva capito tutto, come se gli avesse letto nella mente.

“A te non manca niente. A te manca solo Frank perché tu lo ami ancora! Non sarò mai veramente tua moglie, questo l’ho capito sfortunatamente ancora un anno fa. Dio, Gerard! Non puoi startene in silenzio perché sai che ci tace acconsente ed evidentemente tu stai mentalmente dicendo di sì ad ogni mia affermazione! Tu lo ami ancora! Non ci posso credere… Perché Gerard? Perché fai così? Non ci posso credere…Mio Dio… Avevi detto che avresti superato tutto e saresti ripartito da zero ma credo sia ovvio che tu abbia preferito non farlo!”. Al tutto Lindsey aveva aggiunto anche qualche lacrima, si sentiva ferita, ma a Gerard non importava, non ora, forse anni prima ma adesso era cambiato tutto. “Vado a casa, goditi il nostro ultimo anniversario perché io non posso, non ce la faccio..”. Lindsey prese le chiavi della macchina e se andò lasciando quello che ormai sembrava essere l’ex marito in quel ristorante. Gerard pagò il conto e scese per le strade di New York, fece quattro passi e accese la sigaretta.

Si diresse verso la 5th Avenue, cercando di distrarsi un po’ ma non riusciva, diventava sempre più nervoso. Non poteva rimanere lì a vagare tutta la notte così si decise di comporre il numero di qualcuno che lo sarebbe venuto a prendere, Frank.
“Ehi Frank, sono io, Gerard” disse imbarazzato dopo che il ragazzo aveva accettato la chiamata.
“Mmh, tutto bene? Non dovresti essere a cena?” Frank era sorpreso della sua telefonata proprio il giorno del suo anniversario, come se non fosse una data che non lo faceva soffrire abbastanza.
“Eh ecco..no..sono a New York sulla 5th Avenue…a piedi”
“Vuoi che venga a prenderti?” chiese con molta premura il ragazzo.
“Se non ti è di troppo disturbo..”
“No affatto, dieci minuti e sono lì.”
“Ti ringrazio davvero” e prima ancora che finisse la frase, Frank aveva già chiuso la comunicazione.
Non era cambiato affatto, in meno ancora di dieci minuti era già lì.

Salì sulla macchina di Frank senza dire una parola, non sapeva come parlargli. Era già stato abbastanza difficile farlo al telefono, immaginiamoci di persona!
“Va tutto bene con Lyn-Z?” chiese il moro, sapendo la domanda presupponeva una risposta negativa ma voleva rompere il ghiaccio.
“Credo sia finita, davvero stavolta” Gerard l’aveva detto quasi sollevato, non poteva continuare più quella farsa e forse questo poteva fargli riavere il suo Frank.
“Oh, mi spiace…”disse senza distogliere lo sguardo dal volante, forse per non mostrare quanto potesse in parte essere felice nonostante sapesse di essere egoista solo a pensarlo.
- Ma non dire stronzate! Va bene a te come va bene a me! – aveva pensato Gerard mentre al chiaro di luna fissava i lineamenti del ragazzo, concentrato sulla guida.
“Vuoi rimanere da noi stanotte? Bandit è da Lyn-Z, quando mi hai telefonato era appena passata a prenderla…”
“Va bene, ok..mmmh..Frankie?” mannaggia l’aveva detto davvero, voleva dirgli così tante cose ma riuscì solo a dire, guardandolo negli occhi: “No niente..”
  
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