4. Touch
(Shino/Shikamaru)
“Dovresti
stare attento a ciò che desideri”
Shikamaru seppe di
non essere solo esattamente in quel momento.
Suo malgrado,
dovette ammettere che gli allenamenti impossibili di Asuma avevano sortito
qualche effetto anche su di lui.
Effetti fastidiosi.
I suoi sensi si
tesero come se avessero avuto muscoli propri, attenti a quel qualcosa di
minuscolo che cambiava la consistenza dell’aria, che interferiva con la luce
della notte e lo rendeva irrequieto. Le stelle fornivano molte ombre a cui
potersi appoggiare, in caso di necessità, quindi Shikamaru decise per una
tattica difensiva, e si tenne pronto a reagire a qualsiasi intrusione.
Finché l’intrusione
non gli si posò su un dito.
Shikamaru inarcò un
sopracciglio, meravigliato, e studiò la piccola falena scura che si era
appostata placidamente sul suo indice.
- E tu che ci fai
da queste parti? – borbottò. – Ti piace il mio dito? –
La bestiola si
agitò, e fece frullare le ali, quando il ragazzo mosse il dito per cacciarla.
Poteva sbagliarsi, vista la poca luce, ma doveva essere colorata. Il suo
corpicino rimandava un riflesso brillante e indecifrabile, forse una sfumatura
carminia o violacea.
- Rilassati, non
voglio farti del male. – sbuffò, inclinando la testa per osservarla più da
vicino senza muovere la mano.
- Probabilmente sì.
–
Shikamaru si mosse
all’improvviso, al suono di una voce dietro di lui.
- Shino? –
Shino scrollò le
spalle, e balzò giù dal ramo sopra a quello di Shikamaru, facendosi strada fra
le ombre indecise delle foglie del grosso albero.
- Probabilmente sì
che cosa? –
Shino accennò
all’insetto con il mento. – Che le piace il tuo dito. E, a proposito, fossi in
te ci penserei bene, prima di farle del male. È molto velenosa. –
– E’ uno scherzo,
vero? –
- Per niente. E’
letale. –
Goccia di sudore.
- Accidenti a te, e
allora levamela di dosso, pazzo entomofilo! –
- Stai calmo, o la
spaventerai. –
Shikamaru cercò di
condensare in un’occhiataccia corrucciata tutto ciò che pensava, riguardo lo
spaventare la povera innocente creaturina aggrappata al suo dito.
Ma Shino non se ne
curò più di tanto. Sospirò con la pazienza di un insegnante alle prese con la
cocciutaggine di un bamboccio, allungò un braccio, e la falena, come incantata,
volò subito da lui, appollaiandosi docilmente nell’incavo fra il pollice e
l’indice della sua mano sinistra. Il ninja la osservò per pochi secondi, in un
modo che Shikamaru potè dire affettuoso. In che senso, era difficile da definire,
visto che di Shino non riusciva a vedere quasi nulla. Lo sentiva, avvertiva
nell’aria una strana sensazione di intimità, che non seppe scacciare,
relegandola addosso all’insetto. Portava gli occhiali anche quella sera.
Shikamaru pensò che quel tipo strano dovesse avere un difetto alla vista.
Oppure alla testa, se si ostinava a starsene rintanato dietro ad un paio di
lenti persino di notte, con le stelle, la luna, e tutto il resto che erano lì
apposta per farsi guardare.
Shino si aggiustò
gli occhiali, e la falena volò via, disperdendosi nel silenzio di quella
nottata senza nuvole, senza avventure, senza un nome particolare da ricordare.
Shikamaru riuscì a sentire il rumore delle sue alette di carta, per qualche
secondo, ma poi i sospiri sonnacchiosi del vento si portarono via anche quello,
e tutto ritornò come prima.
Quasi.
- Non ti avrebbe
morso. – precisò Shino.
- Lasciami
indovinare, le hai offerto un po’ di polline perché non lo facesse? –
- Più o meno. –
Il ninja dell’ombra
si toccò distrattamente i capelli. Non aveva contemplato che qualcuno potesse
disturbare i suoi piani per la serata, e soprattutto non aveva calcolato che
quel qualcuno potesse essere proprio Shino.
Tanto forte quanto
strano, quel tipo, fatto di un’essenza che era qualcosa di nascosto dalla sua
voce sempre solenne, dal suo modo di essere pacato così diverso dal suo, così
distante dalla sua pigra apatia.
- Che ci fai in
giro a quest’ora? –
- Tu? –
- L’ho chiesto a
te, mi sembra. Non te l’ha insegnato nessuno, che è maleducato rispondere ad
una domanda con un’altra domanda? –
Shino accennò ad un
sorriso sottile. - E a te non l’hai insegnato nessuno che le difese si possono
anche abbassare, davanti ad un amico? –
Shikamaru sbuffò
con il naso. E si convinse che Ino fosse una stupida, se davvero pensava che
Shino gli assomigliasse.
“Voi due andreste a
braccetto”, dannata pettegola, ma non lo vedeva che Shino era distante anni
luce da lui? Altrimenti non si sarebbe spiegato perché mai, ogni volta che
aveva l’occasione di essere con lui, non riuscisse mai ad aprire bocca, e si
trovasse sempre con nulla da dirgli, e con la sgradevole sensazione di non
riuscire proprio a sentirsi se stesso. No, non si spiegava affatto. Se Shino
fosse stato come lui, perché mai avrebbe dovuto provare tutte quelle cose
complicate?
- C’è un vento
fresco, stasera. – constatò Shino.
Shikamaru se lo
trovò seduto di fianco, ma non ci fece molto caso. Il ramo era nodoso e troppo
grosso, per pretendere che lui se ne rimanesse in piedi più a lungo, e ad ogni
modo c’era abbastanza posto per entrambi. A patto di stare un tantino vicini.
Si strinse nelle
spalle, e si sfregò le braccia, rispondendo a modo suo alle parole dell’altro.
- Hai freddo? -
- Non troppo. -
- Ma hai le spalle
scoperte. -
- Uhmpf. -
Un fruscio
discreto. Shikamaru scoccò un’occhiata svogliata all’altro ragazzo.
Shino si mise a
giocherellare con una fogliolina verde, appuntita. Concentrato, silenzioso e
deciso, anche nel maltrattare un vegetale inanimato.
- Cosa sei venuto a
fare, qui? -
- Cosa intendi? -
- Mi sono ritrovato
un insetto velenoso sul dito. Non cercare di fregarmi, eri qui da più tempo di
quanto vorresti farmi credere. -
- Allora sono stato
bravo a restare nascosto. -
- Fossi in te non
mi monterei la testa, io sono una frana ad accorgermi degli altri. -
- Però ti sei
accorto di una falena, molto prima che ti raggiungesse. – Shino sorrise
sagacemente. – Non cercare di fregarmi nemmeno tu, Shikamaru. –
… Maledizione a
Ino.
Shino arricciò la
foglia lungo la sua linea verticale, facendone una specie di imbuto. Shikamaru
lo osservò con la coda dell’occhio, lo guardò piegare attentamente i lembi
della fogliolina verso l’esterno, e improvvisamente seppe perché lui era lì.
- Prendila, è per
te. –
Si schiarì la voce.
– Prendila, se la vuoi. –
Altra goccia di
sudore.
Volò un po’ di
tempo, mentre Shikamaru pensava, fra sé, al senso di quel gesto. E alle sue
conseguenze, probabilmente imprevedibili, sicuramente complicate. Raccolse la
fogliolina di Shino con la mano sinistra, cercando di mantenersene a distanza.
Ma la neutralità e l’indifferenza se n’erano andate come fili di fumo, e Shino
lo aveva incastrato lì, su un ramo abbastanza robusto per entrambi, ma troppo
piccolo per impedire alle loro gambe di toccarsi.
- Shika. –
Il suo permettersi
beffardo di storpiare il suo nome, come se ne avesse diritto, e quella voce
che, chissà perché, poi, finiva sempre con lo spingerlo a chiedersi come
potesse essere, appoggiare una guancia contro il suo impermeabile.
Chissà se gli
sarebbe bastata qualche parola modulata con più accortezza, per farlo perdere
oltre, per costringerlo a chiedersi se un suo abbraccio fosse morbido, se si
sentisse qualcosa, e cosa ci fosse sotto, sotto Shino, dietro gli occhiali e
sotto l’impermeabile.
Voleva saperlo, ne
era certo. Ne era consapevole, e quasi rassegnato.
- C’è una strana
tensione, fra noi. – ammise.
- Lo so. – sospirò
Shino, pigramente. – La sento anche io. –
- Riesci a
riconoscerla? –
- Tu? –
Shikamaru sbuffò,
irritato, e Shino raccolse con calma le ginocchia in grembo. Non sembrava
affatto toccato dalla fastidiosa consapevolezza che stare lì, insieme, in quel
modo, fosse tremendamente difficile.
- Toccami. – disse
all’improvviso Shikamaru.
Shino inarcò un
sopracciglio. - Che cosa? –
- Mi hai sentito. –
Shino si aggiustò
gli occhiali sul naso. Shikamaru intercettò il suo gesto, e sorrise sornione.
Forse, dopotutto, nemmeno lui era poi così tranquillo.
- Perché dovrei? –
- Perché è l’unico
modo. Lo sai anche tu, non sei uno stupido. –
–La tua
intelligenza è davvero irritante. –
- E tu ne stai
fuggendo? –
Shino sorrise sotto
l’impermeabile, tese di nuovo in avanti una gamba, lasciandola ciondolare
pacificamente sul vuoto, e sollevò un braccio verso Shikamaru, quasi nello
stesso modo in cui lo aveva fatto per la falena. Shikamaru stette ad
osservarlo, guardingo, ostentando la sua diffidenza con le labbra sottili
arricciate.
- Allora? –
Shikamaru trasalì,
e mentre lo faceva indugiò sulla gola di Shino. Le conseguenze che sarebbero
derivate dal toccare Shino lo preoccupavano, e parecchio. Innanzitutto da un
punto di vista pratico.
– Non…? –
- Non ti
attaccheranno, rilassati. –
Shikamaru si morse
un labbro. – Non amo troppo gli insetti. – disse soltanto.
- E io non amo
troppo le ombre. Allora, la prendi o no, questa mano? –
Sì, Shikamaru la
prese. A quel punto, non avrebbe comunque avuto altra scelta. La scoprì calda,
e peggio ancora scoprì se stesso imbarazzato. Per la mano calda, e perché
quella mano calda era di Shino. Era tutto confuso e complicato, come se l’aria
di quel primo autunno gli avesse soffiato sul palmo, impregnandolo della sua
propria consistenza. Forse, se avesse avuto la possibilità di controllare, si
sarebbe accorto che quella mano aveva persino l’odore, dell’autunno.
- Cosa ne pensi,
adesso? –
- Beh, io… -
Un mucchio di
parole, di nomi che indicavano cose, lì, ammucchiati nella sua gola secca.
- Non saprei. –
- Non sai. Va bene,
allora non so nemmeno io. –
- Non è divertente.
–
- No, non lo è, hai
ragione. –
La mano di Shino si
strinse con calma attorno a quella di Shikamaru, senza invadenza.
- Capita poche
volte, che ai miei insetti piacciano le dita di qualcun altro. – mormorò,
pensieroso.
- E a te? – Shikamaru
ingoiò un po’ di saliva e di aria. – A te piacciono le mie dita? –
Un movimento
fluido, un brivido fresco di foglie ancora vive. La bocca di Shino che sfiorava
le nocche, e i polpastrelli, su e giù, lentamente.
- Capisco. –
soffiò. – Le tue dita sono particolari. –
- Particolari? –
- Morbide. –
Un guizzo. Gli
occhi di Shino dovevano essere vivi, dietro le sue lenti. E attenti su di lui.
Le sue labbra lo sfiorarono di nuovo, sulla punta delle dita, stavolta.
Era un bacio,
quello?
Shikamaru sentì un
calore morbido come quello della luce del sole risalire lungo le dita, fino al
polso, al braccio, e disperdersi in brividi dorati lungo la schiena.
- Shino…? –
Shino posò un dito
sulle labbra appena aperte di Shikamaru, zittendolo.
- Morbide. –
ripeté. – E profumate. È per questo che ti ha trovato senza il mio aiuto.
Sarebbe venuta da te in ogni caso. È strano, non trovi? –
- Trovo che tutto
quanto sia strano. –
- Hai ragione. –
Shino parlava nascosto dalla sua giacca, Shikamaru non poteva più vedere le sue
labbra. E improvvisamente, ne ebbe voglia. – Però non posso fare a meno di
pensare che sia ironico, che tutto ciò che mi appartiene venga sempre e
comunque in cerca di te. Che io lo voglia o meno. –
Le lenti degli
occhiali brillarono di nuovo. Shikamaru vi scorse all’interno il riflesso di
alcune stelle, come se fossero state comete che si muovevano in un cielo tondo
e nero. Poi vide molto meno, perché i suoi occhi faticarono a mettere a fuoco
il volto troppo vicino di Shino. Sentì un sacco di altre cose, però, in
compenso: un sapore sapido e piacevole, e un odore di autunno impregnato dalle
note leggere di un’acqua di colonia.
E questo? Questo
era un bacio?
Shikamaru aprì gli
occhi, e Shino era ritornato al suo posto. Ma il sapore di quelle sensazioni
era ancora lì, steso come burro sulla pelle delle sue labbra. Che erano rimaste
tiepide.
- Shino…? –
- Già. –
Shikamaru sbatté le
palpebre. - … “Già”? Che razza di risposta sarebbe, “già”? –
- Non lo so. Che
razza di domanda sarebbe, “Shino”? –
Colpito e
affondato. Pareva proprio che Shino avesse il singolare potere di farlo a fette
anche in giochetti come questi, in cui di solito trionfava alla grande.
Oh, al diavolo, al
diavolo tutto. Shikamaru sbuffò, e piantò i gomiti sulle gambe di Shino, per
baciarlo di nuovo. A quel punto, tanto valeva andare fino in fondo.
Maledizione e
stramaledizione a Ino.
ANGOLINO!
Questi due… Brrr,
li adoro! E secondo me, se si mettessero uno di fronte all’altro in una partita
a scacchi, non la terminerebbero mai.
… Oppure
finirebbero con il mandare all’aria la scacchiera e il tavolo, e saltarsi
addosso! ^__^’
Fra l’altro, spero
di non ritrovarmi mai nella situazione del povero Shikamaru, visto che se
qualcuno provasse a corteggiarmi mandandomi dietro falene, potrei svenire
all’istante e piombare giù dall’albero come un sasso… -___-
Un grazie di cuore
a tutti!
Artemisia: huhu,
certo che metto Neji di mezzo, cara! Che ci vuoi fare, se è il personaggio più
incredibile e meraviglioso? Neji è SEMPRE in mezzo! Sì è vero, l’ho fatto più
“maturo”, perché,
anche se non si capisce chiaramente, l’ambientazione della fic è una sorta di
futuro remoto e indefinito, in cui si fronteggiano due persone bene o male
cresciute. Ma sicuramente tornerò anche su molti altri aspetti di Neji. E il
work in progress continua, ho avuto un’idea che spero ti piacerà…
Ka_chan91: che
bello, un’altra amante della coppia, io per questi due vado in visibilio
completamente!
Marchesa: il vento
è sempre un’ottima scusa per tutti, se la può usare Neji, puoi farlo anche tu!
Kagchan: beh, se
non avevi mai pensato a questa coppia, allora spero che la shot ti abbia aperto
un nuovo possibile orizzonte! Ne verranno sicuramente delle altre su di loro,
più avanti!
Little Star: mio
amore, sei qui anche tu? Oh che bello, solo a leggere il tuo nome mi viene
voglia di intavolare un bel discorso su Draco e Harry… Ma ci tratterremo per
l’altro fandom! Beh, e secondo te io, proprio io, mi asterrei dallo scrivere
qualcosa su Gaara? Huhuhuhu, lo sai che ho una passione per i folli… Dai, dai,
dai, dammi un consiglio, con chi lo piazziamo? Si accettano proposte varie e
fantasiose, tanto lo sai che ci sguazzo alla grande!
Feda: inusuale?
Sniff, io voglio che quei due diventino canon!!! *__* chiedo troppo, vero? Ah,
povero il nostro Neji, per una volta messo al tappeto senza nemmeno combattere…
Sono contentissima che ti sia piaciuta, grazie mille!
Daidouji: spero di
migliorare eventuali forzature, e intanto ti ringrazio molto per i complimenti!
Non so proprio cosa farci, io Sasuke e Neji li vedo come il pane e la Nutella
(ehm… che paragone infelice -___-), sto anche lavorando ad una longfic su di loro…
Temari è il personaggio femminile che apprezzo di più in assoluto, qualcosa su di lei era doveroso!