Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Seyenne    17/04/2007    0 recensioni
Sapete come si fa a mostrare a qualcuno un proprio ricordo? La maniera più semplice è quella di descriverglielo, fin qui nulla di anomalo, no? Beh, ora io però mi domando: quando io mostro un mio ricordo a qualcuno quella persona riesce a comprenderlo del tutto? Riesce a sentire gli odori e a distinguere le varie sfumature di colore e i chiaro scuro delle ombre che io ho provato in quei momenti? Riesce a vedere la scena? Io provo a raccontarvi i miei ricordi, voi provate a vederli.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Train Station:

 

Al mio fianco c’è un ragazzo, è fermo nella stessa posizione da talmente tanto tempo che comincio a pensare abbia ricevuto l’ordine di sostenere la colonna al quale è appoggiato, le cuffie imprigionate nelle orecchie, la cartella abbandonata per terra. Con le labbra rincorre le parole della canzone ma non emette alcuna nota. La mano destra è celata nella tasca, la sinistra regge una sigaretta che viene portata in gesti automatici alla bocca ogni cinque sei battute del piede che presumibilmente accompagna il tempo della musica .

Una donna al suo fianco scruta il tabellone delle partenze in cerca del treno giusto da prendere, nella sua mano ce ne è una più piccola, la figlioletta ha due zaffiri al posto degli occhi che brillano vivaci dietro a un paio di occhialetti dalla montatura rosa. La sorella, due passi indietro e qualche anno più grande, porta l’apparecchio e approfitta della momentanea distrazione della madre per tirare una codina della più piccola. Segue il grido della bambina subito quietato dalla voce della madre che poi parte a rimproverare la figlia maggiore.

Un uomo sui trenta ha seguito disinteressato la scena ed ora riporta l’attenzione sulla “Gazzetta” che tiene aperta sulle gambe accavallate. Il rosa delle pagine stona con il suo maglione verde acido, sospira distratto mentre ogni tanto gira i fogli.

Dall’altro lato dei binari un cane si aggira silenzioso, è un randagio, ha l’andatura tranquilla, è smilzo e sporco. Non appena avvicina il muso a un paio di decoltè nere la padrona delle scarpe indietreggia veloce, sul viso l’espressione è disgustata. Un vecchio seduto poco distante su un’attempata panchina di ferro battuto attira l’attenzione della bestia richiamandolo con un pezzo di pane.

Un telefono suona, è del signore con la “Gazzetta”. La sua voce è roca ma le parole escono veloci come in un fiume in piena.

La voce metallica dell’altoparlante risuona tra i binari, il treno è in ritardo. La donna tra le bambine alza gli occhi al cielo esasperata, alle sue spalle compaiono tre amiche trafelate per la corsa, sembrano felici di essere arrivate in tempo.

Un passero saltella sopra le mattonelle di cotto che tappezzano tutto il marciapiede in cerca di qualche briciola. Per terra è pieno di mozziconi di sigarette e cartaccie di tutti i tipi. Alle mie spalle parte il treno diretto a Milano Centrale mentre sull’undici è in sosta un treno merci.

Il ragazzo appoggiato alla colonna getta il mozzicone della sigaretta tra i binari guadagnandosi un’occhiataccia dalla donna al suo fianco. La bambina più piccola ha ancora la mano imprigionata nella sua anche se fino ad ora ha cercato a più riprese di liberarsi. Un alito di vento spazza il marciapiede e lì vicino atterra un sacchetto di patatine vuoto, la figlioletta si china per raccoglierlo curiosa ma viene strattonata dalla madre che le intima di “non raccogliere robaccia da per terra”.

Le tre ragazze intanto hanno intrapreso una personale battaglia contro l’obliteratrice che non ne vuole sapere di timbrare i biglietti. La prima esasperata lascia perdere e presto le due amiche la seguono. Si siedono sopra un muretto lasciando penzolare i piedi a pochi centimetri da terra.

Compare nel binario un ragazzo biondo, sulle spalle ha la custodia di una chitarra, spazza distratto il binario con lo sguardo e poi si dirige lentamente verso un angolo. Le tre amiche ridacchiano divertite additandolo ma poi si girano veloci quando lo sguardo del ragazzo si dirige verso di loro.

L’aria è calda e piena di smog ma il mio naso riconosce altri odori, il tabacco bruciato che arriva dall’ennesima sigaretta che ha acceso il ragazzo appoggiato alla colonna, il profumo caramellato del dolce che stanno dividendo le due bambine, un discreto aroma di caffè proveniente dal piccolo bar della stazione. Riesco a vedere la cameriera che cammina veloce tra un tavolo e l’altro prendendo le ordinazioni e portando le consumazioni. Indossa scarpe comode, un paio di jeans e una t-shirt blu. I capelli corvini e arruffati sono tenuti legati dietro la testa.

Il treno sbuca improvvisamente da dietro la curva smentendo le parole dell’altoparlante e attirando l’attenzione della variegata popolazione del binario. Con un suono acuto manifesta il suo arrivo ai più distratti e intima di farsi indietro. La donna per precauzione allontana dal bordo le due figliolette che guardano con stupore i vagoni sferragliare sui binari. Diversa è l’espressione delle altre persone, perlopiù annoiate, alcune frementi di salire e partire perché in ritardo… il ragazzo della colonna finalmente si decide a staccarsene e getta il mozzicone sotto ai vagoni.

Uno alla volta tutti scompaiono dentro la scatola di lamiera che presto riparte alla volta della prossima stazione.     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Seyenne