Nessuno sapeva
che fine avesse fatto Dio.
Il Creatore dell’Universo era ormai latitante da secoli e
neanche gli arcangeli, che erano a lui più vicini di
qualunque altro angelo,
erano a conoscenza del luogo in cui si trovasse.
Eppure a volte Lui si manifestava.
Non era sempre facile notarlo. Spesso non era che un
sussurro, una brezza leggera che faceva muovere l’aria
rinfrescando il viso,
poco più che un raggio di sole che si intrufolava fra le
foglie di un albero ad
illuminare a tratti il terreno.
Ma quella volta…
Quella volta il segno era chiaro, impossibile da non notare.
In Paradiso la voce si sparse in fretta e, vinti dalla
curiosità e dal cocente desiderio di rivedere il proprio
Padre, alcuni angeli
scesero sulla Terra, nel punto esatto in cui sentivano bruciare con
forza il
Suo potere.
Dio non era lì, però.
La radura risplendeva, perfetta con il suo prato verde
spruzzato di rugiada, gli alberi ad abbracciarla come un muro
protettivo ed il
fresco profumo dei fiori che la ornavano che si diffondeva
nell’aria, chiara
manifestazione della presenza del Signore, di cui però non
vi era altra
traccia.
“Padre?” chiamò Michael,
l’arcangelo, mentre i suoi piedi
strusciavano incerti fra i fili d’erba mentre si addentrava
nello sprazzo di
verde seguito dai suoi fratelli.
Come lui, anche gli altri angeli si osservavano intorno
circospetti, gli occhi vigili e suoi volti eterei la sempiterna
speranza di
ritrovare il proprio Creatore.
Ma Dio non rispose.
Successe qualcos’altro, però. Qualcosa di
inaspettato ed
unico.
All’improvviso una luce abbagliante, più di
qualsiasi stella
di ogni galassia del creato, iniziò ad ardere proprio
davanti agli occhi
esterrefatti di tutti gli angeli presenti.
Non durò che pochi istanti, quasi come il flash di una
macchina fotografica, ma il calore che emanava, la purezza, la
bellezza, la Grazia, restarono
lì, concentrandosi in
una figura accartocciata sul terreno fresco.
Anael fu la prima a riscuotersi da quell’evento,
affiancandosi immediatamente alla creatura.
“Un angelo.- sussurrò, passando la mano fra i
capelli
corvini del suo nuovo fratello, che giaceva addormentato fra le sue
braccia-
Nostro Padre ha creato un nuovo angelo.”
Gli altri soldati celesti si misero a vociare fra loro,
perché erano passati millenni da quando Dio aveva creato
l’ultimo angelo, le
loro voci piene di meraviglia e pronte ad inneggiare canti di gioia
come
benvenuto al nuovo arrivato.
Michael si avvicinò alla creatura neonata.
Era speciale, di questo non vi erano dubbi. Aveva intravisto
l’ombra delle sue ali, poco prima che la luce da cui era nato
sparisse, ed
erano enormi, e nere, come mai ne aveva viste prima. Ed era anche
lucente e
immacolata la sua Grazia, che pulsava viva e brillante.
L’arcangelo gli posò una mano sul capo, chinandosi
vicino a
lui “Benvenuto fra noi, Castiel.”
Sembrava tutto perfetto.
Il Signore li aveva benedetti con un nuovo angelo, un segno
che ricordava loro che c’era ancora speranza e che Lui
vegliava ancora su di
loro e su questa terra.
Invece, all’improvviso, quella radura perfetta
ghiacciò e
quei pochi angeli lì radunati si misero subito
sull’attenti.
“Benvenuto, sì.- fece eco alla voce di Michael una
più
profonda e glaciale- Ma non scommetterei sul fatto che
rimarrà con voi.”
Michael spalancò gli occhi, riconoscendo immediatamente il
nuovo arrivato “Lucifer.”
Il panico assalì i presenti. Lucifer, la Stella del Mattino,
l’angelo caduto, era lì di fronte a loro.
“Come osi presentarti alla manifestazione
dell’amore di nostro
Padre?” sibilò il più antico degli
arcangeli, mettendosi in difesa dei suoi
fratelli più giovani.
“Michael.- ribatté il dannato, puntando i suoi
occhi azzurri
e freddi sulla creatura appena nata- Tu sai che cosa voglio.”
La battaglia iniziò così.
Alcuni demoni comparsi dal nulla diedero il via agli
attacchi.
Quel luogo, cessò di essere pacifico in quel momento, quando
le urla e il sangue di creature millenarie si riversò sul
suo terreno.
E mentre Lucifer stava per raggiungere il suo obiettivo,
mentre le sue mani stavano per afferrare Castiel, pronte a strappargli
la sua
Grazia ed usarla per i propri fini di vendetta contro quel pianeta e
quegli
esseri umani che tanto odiava, Gabriel, l’arcangelo che da
secoli aveva fatto
perdere le proprie tracce, si mise in difesa del nuovo fratello,
frapponendosi
fra lui e il demonio.
“Gabriel!” ringhiò Lucifer.
Ma l’arcangelo non rispose. Gli rivolse un ghigno divertito
e, sfregando fra loro l’indice e il medio sparì,
così come il nuovo angelo.
La battaglia perse importanza in quel momento.
Castiel non c’era più.
L’ultima speranza per il Paradiso era sparita con un
semplice schiocco di dita, così come aveva fatto Gabriel
poco dopo di lui.
Gli angeli tornarono in cielo subito dopo, incapaci di
rimanere in quel mondo pieno di malignità troppo a lungo e i
demoni di Lucifero
si sparpagliarono, cercando di ritrovare la creatura tanto ambita dal
loro
signore.
E lì, in quella radura una volta perfetta, non rimase altro
che l’eco dell’urlo adirato del Diavolo.
NdA: Storia liberamente tratta dal libro di Luis Sepúlveda "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare". Non so come mi sia venuta questa idea, ma sappiate che sono perfettamente consapevole del fatto che non è propriamente normale. -.-'' Detto ciò, spero che la storia possa interessarvi, e sappiate che mi farà assolutamente piacere avere la vostra opinione, di qualsiasi tipo. Baci -JoJo