Capitolo 7: Per compassione, per amore
Gli occhi verdi di Lily erano sbarrati per
la sorpresa, e la donna, inconsapevolmente, strinse a sé maggiormente il bimbo
appena nato che aveva tra le braccia. Harry deglutì faticosamente osservando se
stesso, da piccolo, teneramente avvolto nell’abbraccio della madre. Avrebbe dato
qualsiasi cosa per poter ricordare, anche solo vagamente, ciò che aveva provato
allora, e sentì i propri occhi bruciare. Inconsciamente, fece un passo verso la
donna che se ne stava immobile sull’uscio a guardare il suo inatteso ospite, ma
la voce di Piton (il Piton adulto accanto a lui) lo
bloccò:
“Ricordati che non può vederti,
Potter”.
Piton aveva osservato con attenzione la
reazione di Harry alla vista di Lily, soprattutto per distogliere il proprio
sguardo dalla donna. Rivivere nella propria mente, giorno dopo giorno, il
momento in cui aveva visto quegli occhi così puri e innocenti puntati su di sé,
sulla propria anima indegna e macchiata dei più orrendi delitti, era già fin
troppo doloroso, ma mille volte peggiore era la sensazione di ritrovarsi la
donna davanti ancora una volta, in carne ed ossa. Eppure si rese conto di aver fatto la
scelta sbagliata. Perché la vista del sincero sbigottimento, dell’angoscia
soffocata a malapena del ragazzo accanto a sé non era meno straziante. Il dolore
che il giovane Potter stava provando in quel momento era quasi palpabile
nell’aria, e in netto contrasto con l’allegria multicolore di quel prato
fiorito. Fuori luogo apparivano, immersi in quel tripudio di fiori, i suoi
sentimenti, così come erano stati fuori luogo quelli del giovane Piton. La voce
titubante di Lily fece tremare il cuore degli spettatori non visti di quella
scena.
“Ma… tu sei Piton… che cosa ci fai qui?”
Lily sembrava molto spaventata, anche se pareva sforzarsi di mantenere il
massimo contegno. I suoi occhi cercavano lo sguardo del ragazzo dinanzi a sé,
che dal canto suo sembrava evitare accuratamente il contatto visivo. La voce di
Piton fu quasi un sussurro, ed Harry dovette sforzarsi per carpire quelle
parole:
“Ho bisogno di parlarti, Evans. Fammi
entrare”.
Se possibile, Lily parve ancora più
turbata. Aggrottò la fronte e sembrò riflettere per un momento, ma infine si
fece da parte e lasciò entrare Severus nella sua casa. Harry e il Piton adulto
si affrettarono a seguirli.
Chiudendo la porta, dando le spalle a
Severus, Lily disse: “Mi auguro che tu non abbia in mente brutti scherzi. James
sarà a casa tra poco”.
Severus rispose sprezzante: “Non temere,
non ho alcuna intenzione di avere ancora a che fare con quell’impiastro
arrogante di tuo marito”. Harry vide la madre mordersi le labbra, nel tentativo
di trattenere la rabbia. E poi notò che lo sguardo del giovane Severus era
puntato sul bambino tra le braccia di Lily. E dipinta sul suo volto, c’era
esattamente la stessa espressione che l’uomo gli aveva rivolto da sempre.
Profondo disprezzo. Harry si voltò verso l’uomo accanto a sé, e non riuscì a
trattenersi: “Mi odiava ancora prima che imparassi a camminare e a parlare”. Il
ragazzo pronunciò queste parole con tono neutro, senza alcuna particolare
inflessione nella voce, ma per Piton fu peggio che se gliele avesse urlate. E si
ritrovò incapace di rispondere a tono, con parole beffarde, come avrebbe fatto
in un’altra occasione, come faceva sempre.
“Odiavo tuo padre” fu tutto ciò che l’uomo
riuscì a dire. Harry si voltò di nuovo verso la madre, che osservava il vecchio
compagno di scuola con crescente preoccupazione.
“Bene, dimmi perché sei
qui”.
Il giovane Severus alzò lo sguardo dal
bambino per incontrare gli occhi verdi della donna. E l’uomo accanto ad Harry
non potè trattenere un tremito, ricordando perfettamente ciò che stava per fare.
Lentamente, il ragazzo dai capelli neri alzò un braccio, ed arrotolò la manica
scura fino al gomito, scoprendo l’orribile marchio tatuato a fuoco sulla propria
pelle. L’urlo di Lily svegliò di colpo il piccolo Harry, che si mise a piangere,
terrorizzato, avvertendo appieno la tensione che attraversava il corpo della sua
mamma in quel momento. Persino l’Harry del presente
sussultò.
Lily indietreggiò di diversi passi, e tenne
il bambino in equilibrio con un braccio solo, mentre con l’altro cercava
disperatamente di raggiungere la bacchetta nascosta tra le pieghe della veste.
“Non sono qui per farti del
male”.
“Tu sei uno dei suoi… dei suoi… stai
lontano da me e da mio figlio! Che cosa vuoi da noi? Vuoi vendicarti di James,
non è così? E’ per questo che sei qui! Vuoi uccidere sua moglie e suo figlio per
vendicarti! Sei solo un vigliacco!”. Severus strinse i pugni e abbassò lo
sguardo, bisbigliando tra i denti stretti:
“Non sono un vigliacco. Se fossi un
vigliacco non sarei qui adesso. Sono solo uno
stupido”.
Lily sembrò colta di sorpresa da quelle
parole. Non abbassò la bacchetta, che nel frattempo era riuscita a recuperare,
ma smise di indietreggiare e accarezzò leggermente il bimbo, per tentare di
tranquillizzarlo. Per la seconda volta ripetè a Piton la propria domanda, ma
stavolta le sue parole erano cariche di disprezzo:
“Dimmi perché sei
qui”.
Per qualche secondo, il silenzio fu
intollerabile. Harry poteva percepire chiaramente la paura della madre e la
tensione del suo futuro insegnante nell’aria ormai diventata pesante dentro
quella stanza. Sembrava che il tempo si fosse fermato per i due giovani che si
scrutavano in silenzio. E poi, improvvisamente, senza alcun preavviso, Severus
cadde in ginocchio, gli occhi e le labbra serrate, il volto contratto in quello
che pareva dolore. Sia Harry che Lily sgranarono gli occhi a quella scena,
perché entrambi non avevano mai visto l’uomo palesare in tale maniera i propri
sentimenti. Harry era sbalordito, e la voce di Lily gli mostrò che la madre
provava esattamente la sua stessa sensazione.
“Severus… che cosa
fai?”
Piton ricordò come il velo di compassione
percepito dietro quelle parole lo avesse fatto sentire ancora più sporco, in
quel momento, perché si sentiva assolutamente indegno di tale compassione,
soprattutto da parte della giovane che con ogni probabilità ( e adesso sapeva
con certezza che era proprio così) aveva condannato a morte. E ricordò lo sforzo
immane a cui sottopose se stesso per pronunciare le parole
successive.
“Il Signore Oscuro vuole uccidere tuo
figlio”.
Severus pronunciò queste parole con lo
sguardo rivolto verso il pavimento, con un tremito nella voce che Harry non
aveva mai percepito prima in lui. Il ragazzo volse lo sguardo verso la madre, e
si sentì stringere il cuore nel vedere come quella donna, che poi era ancora
poco più che una ragazzina, era rimasta folgorata da quelle parole. La stretta
sul bambino, che nel frattempo era riuscita a tranquillizzare, si fece quasi
convulsa.
“Il mio Harry… come può essere vero…
perché?”
“E’ stata fatta una profezia sul bambino.
Il Signore Oscuro è convinto che possa rappresentare un ostacolo per lui, per
questo motivo ha deciso di eliminarlo”. Le parole di Piton erano un sibilo tra i
denti digrignati. Ad ascoltarle sembrava che il giovane stesse provando un
immenso dolore, come se ciascuna di quelle parole fosse una lama affilata che
penetrava dritta nel suo cuore. Harry si voltò verso il Piton del suo tempo, e
notò le sue mani strette in pugni, le labbra contratte in una linea sottile, gli
occhi quasi chiusi. E si scoprì con stupore a provare compassione per lui. Poi
volse lo sguardo verso la madre, che stava osservando se stesso da bambino, e
non riuscì a trattenere oltre quelle lacrime che minacciavano di andare giù dai
suoi occhi sin dall’inizio di quella scena terribile. L’espressione dipinta sul
volto di Lily era lo specchio perfetto dei sentimenti che turbavano l’animo
della strega in quel momento. Anche i suoi occhi erano colmi di lacrime, mentre
erano puntati sul piccino che tendeva sorridente una manina paffuta verso di
lei, contento di riavere la sua attenzione. L’espressione addolorata della
propria madre permise ad Harry di comprendere che la giovane donna, in quel
momento, aveva capito perfettamente quale terribile destino era stato tracciato
per il proprio piccolo, di quante
sofferenze sarebbe stata costellata la sua
vita… stranamente, Harry sentì alleggerirsi il peso che aveva sul cuore a quella
vista, quasi come se per la prima volta si sentisse davvero compreso fino in
fondo. Davvero crudele era il destino che gli elargiva una tale sensazione di
sollievo tramite chi era ormai morto da sedici anni, tramite chi era morto
proprio per lui, e per garantirgli di vivere quella vita sofferta, di adempiere
al proprio terribile fato.
Harry notò il modo assolutamente opposto di
affrontare il dolore di Severus e Lily. La donna, pur in piedi e in posizione
composta, lasciava che il proprio dolore e la propria paura alterassero i
lineamenti del suo volto, non faceva alcuno sforzo per evitarlo. Invece l’uomo
inginocchiato sul pavimento stava evidentemente spendendo ogni singola energia
nel tentativo di trattenersi, unico segno di ciò che stava provando i pugni
stretti appoggiati dinanzi a sé sul pavimento di quella casetta, felice fino ad
un attimo prima, finché lui non vi aveva messo
piede.
Dopo quello che parve un tempo
interminabile, Lily distolse lo sguardo dal piccolo e lo riportò sul mago
prostrato. L’angoscia e il dolore avevano adesso lasciato il posto, sul suo
volto, ad una pacata, triste determinazione. Il Piton adulto accanto ad Harry si
accorse di quanto l’espressione dipinta sul volto di Lily in quel momento
somigliasse a quella che poco prima aveva visto sul viso di Potter, quando il
ragazzo aveva smesso di opporsi a lui e si era preparato ad ascoltare ciò che il
suo ex-professore aveva da dirgli.
-
Come ho fatto a non rendermi conto prima d’ora di quanto sia più forte nel
ragazzo la presenza della saggia, passionale e dolce Lily, che quella del
gradasso e arrogante James?-
La voce della donna risuonò per quella
camera silenziosa, piuttosto calma, solo leggermente spezzata alla fine della
frase: “Non capisco come tu possa dire che non sei qui per farmi del male.
Dovrai passare sul mio cadavere prima di riuscire solo a sfiorare mio
figlio”.
Il giovane mago ventenne alzò lo sguardo,
tremando ormai in modo incontrollabile. Eppure, non una sola lacrima bagnava le
sue guance. Persino in un momento del genere il giovane Severus era in grado di
trattenersi, di relegare in un piccolo angolo del proprio cuore i suoi
sentimenti. In quel momento realizzò che la donna sarebbe morta per quel
bambino, e che lui non avrebbe potuto fare nulla per
impedirlo.
“Non voglio uccidere tuo figlio. Non
voglio… non voglio che la tua famiglia venga distrutta per la mia stupidità!”.
Nel pronunciare queste parole Severus battè violentemente i pugni per terra.
Lily era senza parole. Aveva dinanzi a sé
non soltanto un mangiamorte, ma un uomo che aveva sempre odiato (e non a torto,
doveva ammetterlo) suo marito, nonché padre di suo figlio, e quell’uomo
continuava a dire di non volerle fare del male. Ma allora, per quale motivo era
lì? Possibile che volesse avvisarla? Che fosse pentito della strada intrapresa?
Dopotutto, aveva solo vent’anni, e la sua vita, per quel poco di cui Lily era a
conoscenza, non era stata molto felice… aveva subito ogni sorta di angherie, e
probabilmente era stata proprio la sofferenza, il desiderio di riscatto, a
spingerlo su quel pericoloso sentiero. Improvvisamente Lily capì che di
quell’uomo in ginocchio, che in quel momento appariva tanto sofferente, tanto
addolorato, poteva fidarsi. Ma c’era ancora qualcosa di poco
chiaro.
“La tua
stupidità?”.
Piton parlò con voce colma di rabbia,
tremando violentemente, ma ancora con gli occhi
asciutti:
“Sono stato io. E’ colpa
mia”.
“Non capisco… che cosa è colpa tua? Che
cosa hai fatto?”
“Io ho…-Severus abbassò per un momento lo
sguardo, come in cerca delle forze necessarie per terminare quella frase, il cui
significato non riusciva ancora ad accettare pienamente- io ho rivelato al
Signore Oscuro della profezia. Io l’ho spinto a dare la caccia alla tua famiglia
– Piton vide Lily sussultare, ma proseguì- ma non sapevo –un altro, violento
pugno sul pavimento- non sapevo a chi la profezia facesse riferimento! Non
sapevo di condannarvi! Non sapevo di condannarti!”.
Lily si concesse qualche secondo per
assorbire appieno il significato di quelle parole. L’uomo dinanzi a sé aveva
messo in grave pericolo la sua famiglia. E quello stesso uomo stava in quel
momento mettendo in grave pericolo se stesso, esponendosi all’ira del proprio
signore, che l’avrebbe senz’altro ucciso se avesse saputo ciò che stava facendo.
E quell’uomo era ora attanagliato dal dolore, incapace di smettere di tremare, e
ancor peggio incapace di piangere, di abbandonarsi all’angoscia che provava.
Lily era una persona pura e buona, lo era
sempre stata. Non tollerava le ingiustizie, non tollerava che si facesse del
male ai più deboli, agli indifesi. Era una donna saggia, ma anche molto
impulsiva, capace di grandi slanci, incapace di trattenersi quando sentiva che
quello che stava per fare era la cosa giusta. Per la giustizia, avrebbe dato
tutta se stessa, così come per le persone che amava. E in quel momento, il suo
cuore già colmo di dolore per la situazione in cui era stata posta la propria
famiglia, era abbastanza grande anche per provare compassione per il mago dagli
occhi neri, che l’amore di una vera famiglia, forse, non lo aveva mai avuto, che
viveva immerso nell’oscurità a cui aveva deciso di appartenere, ma a cui in
realtà il suo cuore si ribellava. Lo aveva dimostrato con quel gesto che, Lily
ormai aveva capito, era un gesto d’amore. Non sapevo di condannarti.
Senza riflettere, con il bimbo ancora
stretto tra le braccia, la donna avanzò verso Piton e si inginocchiò sul
pavimento dinanzi a lui. L’uomo sembrò completamente spiazzato da quel gesto,
sussultò e si tirò indietro di qualche centimetro. Ma poi
fissò lo sguardo negli occhi verdi della donna, e vi lesse comprensione,
perdono, amore. Non l’amore carnale
di una donna per un uomo, ma l’amore fraterno di un essere umano per un
altro. Un amore che Severus non aveva mai sentito su di sé,
e che lo spinse a pronunciare le parole che avrebbero sconvolto la sua vita, che
lo avrebbero legato indissolubilmente alla donna dinanzi a sé e al bambino tra
le braccia di lei.
“Ascoltami, Evans. Se il Signore Oscuro
dovesse prendere te e tuo marito, io… io ti prometto che proteggerò il tuo
bambino a costo della mia vita. Io non sarò mai più un mangiamorte. Voglio
stringere con te il Voto Infrangibile”.
Severus afferrò bruscamente una mano della
donna, stringendola nella sua, pronto a fare ciò che aveva appena detto. Ma
l’improvviso, triste sorriso sul volto di Lily lo stupì di nuovo, e le parole
della donna lo spinsero sull’orlo
delle lacrime ancor più di quanto già non fosse:
“Non è necessario, Severus. So già che lo
farai. Mi fido di te”
Severus chinò il capo, e non riuscì a
trattenere un gemito. Ma ancora, non permise alle lacrime di sgorgare. Lily
lasciò la sua mano e gli appoggiò la propria sulla spalla, avvicinandosi a lui e
tenendo il bimbo con un braccio solo. Gli strinse leggermente la spalla.
“Non vergognarti del tuo dolore. Sei stato
molto coraggioso, e ti chiedo perdono se prima ti ho dato del vigliacco, perché
non lo sei. E adesso non trattenere oltre il dolore. Non è necessario. Non sei
solo, ci sono io. Sono qui con te”.
E Severus, finalmente, e per la prima volta
dopo anni, lasciò cadere le proprie difese, e lasciò scendere le lacrime sul
proprio volto. Quella fu l’ultima volta che si concesse una cosa del
genere.
Dopo qualche minuto, Lily parlò di
nuovo:
“Adesso, la cosa migliore che possiamo fare
è contattare Albus Silente. Lui ci aiuterà a trovare una
soluzione”.
continua...
Nota dell'autrice: Rieccomi qui! Vi informo che probabilmente il prossimo capitolo sarà l'ultimo, e ancora una volta vi chiedo di avere pazienza perché non so se mi sarà possibile aggiornare la prossima settimana, ma vi prometto che farò del mio meglio! Nel frattempo mi faccio un po' di pubblicità: subito dopo questo capitolo posterò una one-shot, dal titolo "Una sola lacrima", con protagonisti Harry e Zia Petunia... mi farebbe un immenso piacere che la leggeste! E adesso, i ringraziamenti:
LCassieP: La tua idea corrisponde? Beh, comunque immagino di sì! Grazie come sempre per la tua gentilezza!
Lake: E' molto semplice: questa storia rappresentas un po' ciò che mi piacerebbe leggere nel settimo libro. Se alla fine si scoprisse che Piton è dalla parte di Voldemort ci rimarrei davvero troppo male, non voglio nemmeno pensarci! Grazie e alla prossima!
Akiremirror: Sì, mi sa che Severus lo vediamo esattamente nello stesso modo! E a proposito, ho iniziato a leggere la tua fic, "Harry Potter e la chiave dell'amore". Mi porto un po' avanti con la lettura e poi ti lascio il mio commento, ma ti dico fin d'ora che il tuo stile mi piace molto!
Summers84, Piccola Vero: Grazie mille ad entrambe per i vostri complimenti, mi farete arrossire così!
Arrivederci a tutte e a presto! Sonsimo