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Autore: LilyHome    09/10/2012    3 recensioni
Finita la guerra e quasi terminata Hogwarts, dopo la morte di Lord Voldemort tutti i ragazzi si ritrovarono a ripetere l’anno perduto. I M.A.G.O terminati e solo sette giorni per salutare definitivamente la scuola, che per molti era stata come una seconda casa. Sette giorni prima dei risultato degli esami affissi sulla bacheca, sette giorni prima di diventare adulti, adulti veramente.
Draco Malfoy vuole rinascere e decide di non scappare mai più.
Hermione Granger vuole finire la scuola come una ragazza normale .
Una notte di follie e sfide perfide per un anello marchiato Narcissa Black.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Cazzo, Mezzosangue!- Draco urlava dall’ingresso continuando a battere il piede contro il pavimento impaziente –Faremo tardi!-

-Malfoy!- Strillò dalla cameretta Hermione –Alla prossima parolaccia ti crucio!- Era inginocchiata su un morbido tappeto verde mela, i capelli sciolti sulle spalle ed il soffice maglione a collo alto le fasciava le braccia.

La bambina di otto anni che aveva di fronte attendeva che le madre finisse di allacciarle i bottoncini della mantellina giallo canarino pazientemente.

Naso all’insù, capelli biondi e ricci fino alle spalle che profumavano di bambino, una spilla che li teneva legati. Gli occhi della piccola erano limpidi e cristallini, di un azzurro puro, quasi glaciale.

Attese che anche l’ultimo bottone fosse nell’asola al suo posto e osservò sua madre darsi un ultima occhiata allo specchio della cameretta.

Era bella la sua mamma. Lo sapeva da sempre.

Draco Malfoy prese in braccio la piccola quando la vide fare capolino nell’atrio –Ti aspettiamo fuori, Grenger-

Sebbene quel giorno fosse eccitato e spaventato allo stesso tempo, non poteva non ammettere a se stesso che quei dieci lunghissimi anni senza sua madre si erano rivelati decisamente più felici di quanto avesse mai potuto sperare.

La prima volta che aveva tenuto tra le mani quel fagottino, ricordò che forse sarebbe morto di felicità da un momento all’altro.
Lo stesso giorno in cui Hermione si scoprì il seno dalla veste pallida che l’ospedale San Mungo le aveva infilato per il parto e allattò per la prima volta la figlia.

Flos Narcissa Malfoy era nata il pomeriggio del 15 Dicembre, una splendida giornata d’inverno. I signori Granger erano a Londra già da un mese, per aiutare lui e la Mezzosanague durante  il termine della gravidanza. Era mattina e la Mezzosangue era distesa sul divano i piedi nudi in grembo a Jane che glieli massaggiava lentamente, chiacchieravano allegre mentre la ragazza si accarezzava il pancione che in quell’ultimo tempo era diventato decisamente scomodo. Lì gli si ruppero le acque. Sabato mattina del 15 Dicembre.

A dirla tutta l’intera gravidanza era stata scomoda, non solo la pancia. Draco la sorprendeva a piangere la notte, rannicchia su se stessa. Allora la abbracciava senza dire nulla, lui era lì. Questo bastava.
 Si ricordava quando Hermione lo aveva fatto tornare di fretta e furia dall’Accademia perché aveva avuto una voglia improvvisa di un frullato alle fragole. Ed i due elfi non erano riusciti a trovarle quel frutto in breve tempo come lei aveva sperato.
O quando durante la cena galante in onore dell’inaugurazione del progetto GiovaniAuror  Hermione diede di stomaco sulla divisa del comandante Fornell, il capo degli Auror.
Esilarante. Dovette ammettere Draco. Davvero esilarante.

La prima volta che la bambina compì i suoi primi passi indossava un body crema, in tinta con i soffici boccoli. La Grenger le teneva le mani sul tappeto del salotto e la portava verso di lui. “Granger non la lasciare!” Aveva strillato Draco alla vista delle dita della ragazza che mollavano la presa sulle manine paffute di Flos.
“Vai dal papà, piccola”
Quella sera Draco sentì il cuore  battere troppo veloce per paura: “Grenger! Cade!”
Ma Flos non era caduta, aveva fatto due passetti barcollando a destra e a sinistra e facendo prendere un colpo al padre. Ma prima di finire la sua camminata sul tappeto per la prima volta indipendente, aveva calcolato bene le distanze e si era buttata a peso morto tra le braccia di Draco.

La prima volta che lui aveva sentito la bambina parlare.
“Papà”. Aveva farfugliato arricciando il naso ed indicando il biberon pieno d’acqua poggiato sulla mensola del camino. Era ottobre inoltrato la piccola giocherellava con delle formine magiche sul tappeto bianco.
“Di solito si dice prima mamma”, non riuscì a non puntualizzare Draco alla Mezzosangue pieno d’orgoglio quella sera dopo cena.

La prima volta che le fece il bagnetto Draco si ritrovò a far vorticare con la bacchetta in aria una miriade di bolle di sapone colorate. Il profumo del talco sulla pelle umida della bambina e le continue lotte per infilarle il pannolino.

La prima volta in cui Flos nel cuore della notte arrivò nel lettone, lo aveva svegliato con dei lacrimoni negli occhi grandi come pozzanghere “Papà” aveva piagnucolato.
Draco si era sollevato sui gomiti attento a non svegliare la Mezzosangue che gli stava accanto, si era passato una mano sul viso “Flos è ancora notte, che ci fai fuori dal letto?” Disse con la vista impastata dal sonno prima di mettere a fuoco la figlia “E perché piangi?”
La piccola di due anni e mezzo se ne stava davanti alla sponda del letto spaventata “Papà c’è un basilisco sotto il mio letto” Aveva sussurrato tremante “Mi ha guardato, lo so”
Draco la prese in braccio e la mise tra lui ed Hermione –Era solo un incubo, Flos. Solo un incubo. La circondò con le braccia e aspettò che lei la smettesse di tremare con il viso affondato nel suo pigiama.
La prossima volta che pescava il BabyPotter raccontarle quelle fesserie lo schiantava seduta stante.

Il primo Natale in cui Flos invece piombò all’alba nel nuovo letto, fu all’età di quattro anni. Li obbligò a correre alla Tana per scartare i regali insieme ai nonni Weasley e anche a quelli Granger che passavano tutte le feste a Londra dalla nascita della piccola.
Fu la stessa notte in cui James Potter le tinse i capelli di verde, arrabbiatissimo perché Flos gli aveva rubato il biscotto a forma di agrifoglio. E lei degna figlia di suo padre rovesciò la brocca di succo di zucca sopra il maglione nuovo del bambino.

La prima volta che gli fece un disegno aveva cinque anni. Ancora affisso in una cornice nel suo ufficio, nel Dipartimento di Ricerca del San Mungo.
Quando Pansy e Theo per il compleanno le regalarono le pitture magiche.
Dovettero comprare un altro divano bianco, Draco ed Hermione.

La prima volta che Flos gli donò un sorriso tutto per lui. Uno di quei sorrisi così rari, con i denti da latte. Di quelli che non faceva vedere mai a nessuno. Era quando a sei anni la bambina si era seduta sul parquet vicino al pianoforte e lo guardava intensamente, in una muta preghiera.
Draco si era messo allora sullo sgabello. Per i suoi ventitre anni Hermione glielo aveva regalato, un pianoforte a coda, bianco in tinta con l’arredamento del salotto.
Aveva appoggiato le dita sui tasti senza far rumore e lentamente chiudendo gli occhi aveva iniziato a suonare.
Dopo tanto tempo ce l’aveva fatta a ricominciare.
La Mezzosangue era nell’altra stanza a controllare un paio di documenti per una causa contro le Sirene e non poté fare a meno di sorridere felice nel sentire quella dolcissima melodia.

La prima volta che andarono in Australia tutti e tre.
La loro prima vacanza da famiglia lontano casa. Quando lui le insegnò  a nuotare.
Flos se ne stava in spiaggia seduta sul bagnasciuga. Il corpicino impastato di sabbia candida e crema solare. Hermione sotto l’ombrellone sfogliava pigramente il Corriere del Calderone, il quotidiano australiano più noto. “Potresti insegnarle a nuotare, Malfoy” Disse voltando pagina “Dato che non hai nulla da fere…”
“E’ piccola Grenger”
“Ha sei anni. Non è piccola, i figli di Harry e Ron nuotano, sono quasi tutti più piccoli di lei”
Draco si era calato gli occhiali da sole sul naso “Non mi importa nulla di Potty e la Pittola. Lei è piccola”
Hermione distolse lo sguardo dalla rivista  “Stai scappando dal tuo dovere di padre?”

La prima volta che Flos fece una magia fu tragico. Aveva sette anni ed ormai Draco si domandava perché alcuni bambini (come il figlio-Sono-Perfino-Prodigio di Potter) avessero iniziato a manifestare i loro poteri all’età di due anni e in Flos non si vedeva neanche l’ombra di un incantesimo, la cosa lo spaventava non poco.
Era una domenica pomeriggio ed era in giro per Diagon Alley con le sue ragazze. Entrarono ad un negozio di Pozioni per comprare un paio di ingredienti che servivano alla Granger, quando la bambina curiosando fra gli scaffali trovò una boccetta con un liquido rosso.
“Papà” Chiamò. Flos non era mai stata di tante parole.
Draco si avvicinò intento a sfogliare la lista delle cose da acquistare “Che c’è?”
“Quella lì” Disse indicando la pozione.
L’uomo prese in mano la boccetta e lesse l’etichetta “E’ Distillato di Follia, a che ti servirebbe?”
“Mi serve”
“A cosa?”
“Mi serve e basta”
“Tu dimmi a cosa e poi ne parliamo”
“Se te lo dico tu lo dici alla mamma” Draco sorrise rigirandosi tra le mani la bottiglietta di vetro.
“Cos’è che non dovreste dirmi?” Chiese Hermione che era comparsa da uno scaffale laterale prendendo di mano la pozione che aveva il mago.
“Ma sei impazzito, Malfoy?! Dio neanche dovrebbe sapere l’esistenza di questa roba!”
Draco scoccò la lingua “Ero solo curioso di sapere a cosa le servisse un soluto che fa diventare folli le persone”
“Sarei curiosa anche io, signorinella” Hermione fissò in attesa di una risposta la bambina.
“Ho letto in un libro della mamma che esiste”
Malfoy rise rauco “Tho! Colpa tua allora!”
“Flos a che ti serve?” Domandò Hermione accigliata senza degnare neanche di uno sguardo il compagno.
“Se lo dico me lo compri?”
“No”
“Allora niente”
“Flos non farmi arrabbiare” Sibilò la Grenger.
“Sei tu che mi stai facendo arrabbiare. Compramela, mamma”
“Tu diccelo e poi ne parliamo” La invitò il padre più morbido prendendosi un’occhiata di fuoco da Hermione.
Flos si guardò un poco intorno con fare sospetto assottigliando gli occhi simili a specchi d’acqua cristallina. “Voglio metterla nel bicchiere di James quando andiamo dai nonni, così la pianta di fare il monello ”.
Draco rise beatamente mentre Hermione sbuffo e poggiò il Distillato al suo posto nello scaffale.
“Direi che possiamo prenderlo se è serve a questo, non credi Granger?” Disse avviandosi verso la porta.
Attraversarono la strada quando Hermione si accorse che la bambina non era con loro “E’ rimasta dentro” Disse guardandosi attorno “Merlino, com’è capricciosa! Valla a prendere, ti aspetto qui”
Draco annuì e rientrò nel negozio “Flos andiamo via, su” Disse cercandola tra gli scaffali “Mentre la mamma finisce di comprare quello che le serve io ti porto da Madama ForteBraccio per comprare un gelato enorme ti va? Sicuramente lo avranno il gusto alla crema di latte, dai”
Cercò un po’ ovunque e dopo domandò al commerciante “Ha per caso visto uscire mia figlia da qui?”
“Temo di no signor Malfoy, ma il negozio è piccolo se non è qui magari non me ne sono accorto”
Draco stava lentamente iniziando a dare i numeri “Ha la cassa davanti alla porta per Morgana! Come non se n’è accorto!?”
Hermione visto che dopo dieci minuti i due non si erano fatti vivi rientrò nel locale “Malfoy, allora?”
“Mezzosangue qui non c’è!”
Hermione alzò entrambe le sopracciglia.
“Sicura che non è uscita con noi?” Domandò Draco in preda all’ansia.
“Si che ne sono sicura! Deve essere qui!” Disse aggirandosi per i corridoi “Malfoy datti una calmata che così in agitazione non servi a nulla!”
Draco tra il furioso e il terrorizzato strillò:“Calmarmi!? Calmarmi!? Hai perso mia figlia!”
Hermione bloccò la sua ricerca e si voltò verso il ragazzo “Io ho perso tua figlia!?” Sibilò a mezzo centimetro dal suo naso “Io?!”
“Sei tu che non gli hai voluto comprare quella maledetta pozione!”
La Granger strabuzzò gli occhi incredula “E’ un Distillato di Follia! Mi sembra ovvio che non gliel’abbia preso! E per la cronaca si da il caso che sia anche mia figlia”
“E infatti è scappata, diamine!”
Tra i litigi e prima che Hermione mettesse mano alla bacchetta per conciare quel mentecatto per le feste si udì un mugolio provenire da sotto uno scaffale.
Draco scattò e si buttò sul pavimento guardando tra la polvere e la sporcizia.
“Dio c’è qualcosa rannicchiato all’angolo!” Esclamò “Flos esci da lì sotto dai”
“E’ lei?” Domandò stupita la Mezzosangue “Malfoy non può essere lei! Non ci entra lì sotto sarà un gatto!”
Draco neanche la stette a sentire quando vide una batuffolo di pelo bianco accovacciarsi tra le sue braccia.
Ma di sicuro quello non era un gatto.
Si sollevò dal pavimento con un bellissimo cucciolo di volpe bianca. L’animale tremava come una foglia ed aveva il musetto nascosto nella spalla di Draco.
“Che diamine ci fa una volpe artica a Diagon Alley!?” Disse Hermione accarezzandole il pelo morbidissimo.
Il cucciolo che non la smetteva di tremare annusò timidamente la mano della donna.
“Malfoy…” Sussurrò Hermione “Guarda gli occhi…”
Draco rigirò l’animale tra le braccia e le osservò il muso.
Due splendide perle color del ghiaccio, azzurro cristallino.
“Che Morgana ci aiuti…”


Draco strinse al petto  Flos e le mise il cappuccio della mantella sul capo. L’inverno gelido era in pieno svolgimento, 19 febbraio.

19 Febbraio. Sua madre libera.

-Papà?- Disse Flos –E se non dovessi piacere alla nonna?-

Draco le diede un bacio sul naso –Impossibile-

La piccola inclinò la testa. In effetti lei piaceva sempre a tutti –Anche la mamma ha paura di non piacere alla nonna, sai?-

Draco rise –Lo so, lo so- Poi buttò un’occhiata indietro e vide la Mezzosangue avvolta in un morbido mantello di lana rosso scuro avvicinarsi.

Lei si strinse al braccio del compagno piegando le labbra tesissima.

-Non hai il coraggio di affrontare tua suocera, Grenger?-

***

Akzaban, la prigione dei maghi, si trovava in un isola a nord nell’Inghilterra. Un isola in cui il freddo era pungente anche in agosto, dove sull’acqua nera galleggiavano blocchi di spesso ghiaccio. L’isola di cui parlava sempre male James Potter per fare spaventare Flos e la sorella Lily.

-Bene- Disse un mago col viso pallido e con alcuni segni violacei a contorno degli occhi –Siamo arrivati, sconsiglio di portare la bambina più avanti di così. Direi che uno dei due genitori può rimane a terra con la piccola. L’altro viene con me e lo scorto con la barca fin lì- Indicò con un dito a salsiccia un punto all’orizzonte sul mare, dove la coltre di nubi era più densa e l’acqua più mossa.

Hermione baciò Draco. Lo guardò negli occhi allacciata con le mani al suo collo –Sono qui, okey?- Gli sussurrò sulle labbra –Non sei solo. Sono vicino a te. Non ti lascio. Vai a prendere tua madre e torniamo a casa-

Malfoy la baciò di nuovo prima di chinarsi sulla figlia e baciare anche lei.

-Papà non andare lì-

-Torno subito-

Flos non staccò per due ore gli occhi dal punto in cui la barca con Draco scomparve dalla sua vista. Mano nella mano con Hermione, che la fece sedere in un locale sporco e puzzolente non distante dal molo , attese davanti alla finestra dai vetri luridi.

-Togliti il mantello, Flos-  Le disse la Grenger  -Quando uscirai se no avrai freddo-

La bambina obbedì e bevve a piccoli sorsi il bicchiere di latte che sua madre le aveva ordinato.

-Perché la nonna è in prigione, mamma?- Chiese con i baffi bianchi sopra il labbro.

Hermione sospirò e le pulì il musetto con un tovagliolo –Vedi Flos, tanti anni fa quanto io ed il tuo papà eravamo giovani c’è stata una guerra. Nonna Narcissa e Nonno Lucius, erano dalla parte sbagliata. Combattevano per qualcosa di ingiusto che non permetteva a me o ai babbani di essere liberi-

-Perché? Cosa avevi tu mamma?-

Hermione sorrise –Io ho i genitori babbani. E ad alcuni maghi i babbani non piacciono. Per questo è scoppiata una guerra-

Flos prese il bicchiere di latte e se lo portò alla bocca attenta a non rovesciarselo sopra la gonnella –E papà ti ha salvato dai cattivi? Come una principessa?-

Hermione sorrise teneramente dell’ingenuità della figlia –Le cose non sono andate come nelle favole. Io, lo zio Harry e lo zio Ron insieme ad altra gente per bene abbiamo salvato il tuo papà. Purtroppo però i tuoi nonni avevano fatto troppe cose brutte e sono andati in prigione. Nonna Narcissa però ora ha pagato abbastanza e le è stata concessa la libertà-

Flos ascoltò attentamente la mamma e tacque avendo esaurito le domande. Attesero un’altra mezzoretta nella quale la bambina si addormentò appoggiata sulle gambe della madre ed Hermione lesse un paio di articoli della Gazzetta.

-Mezzosangue- Draco dopo quasi quattro ore era tornato.

-Malfoy!- Sobbalzò lei accorgendosi subito della presenza di una donna, coperta interamente da un pesante e lercio mantello nero.

-Grenger, questa è mia madre- Fece accompagnando alle parole un gesto della mano.

Narcissa Black fece scorrere sulle spalle il cappuccio lurido.

Nonostante la pelle pallida e screpolata, lo sguardo vitreo e apatico. Quella donna emanava un aurea di purezza e macabra eleganza.

Mosse quasi impercettibilmente il capo senza proferir parola.

-E lei mamma- Disse Draco prendendo in braccio la bambina che sonnecchiava –E’ Flos. Nostra figlia-

Narcissa mosse una mano bianca e scarna verso il viso della bambina, Hermione non poté che trattenere il fiato, ma pochi millimetri prima di toccare la pelle candida e nivea della guancia ritirò in fretta le dita.

-Desidererei andare a casa. A ripulirmi possibilmente- Disse austera, senza alcuna inflessione nella voce.

-Mamma- Disse Draco –Ho fatto portare parte alcune tue cose a Eagle Street. Dove abitiamo oggi noi. Nel caso volessi stare in compagnia prima di andare a Villa Malfoy-

Narcissa girò la testa verso il figlio –Dieci lunghissimi anni, quasi interminabili, lontano da casa mia e tu mi dici che dovrei aspettare ancora? No caro, è ora che io riprendi a splendere. Invierò te e la tua- Alzò le sopracciglia lanciando un’occhiata ad Hermione  mentre cercava il sostantivo adatto per definire quella Sanguesporco  -Compagna per cena. Ed assicurati che la bambina si fresca e riposata, ho voglia di sapere chi è la mia erede. Ed ora. Non ho intenzione di stare qui un minuto di più, se mi facessi l’onore di accompagnarmi a casa Draco…- Disse con un tono che non ammetteva repliche.

***

-Non si gioca con il cibo- Flos venne rimproverata da una pacata Narcissa per aver giocherellato con l’ultimo pisello nel piatto.

Il castello dall’ultima volta in cui la Grenger ci aveva messo piede era completamente cambiato. Nessun telo copriva più i mobili, le tende erano elegantemente legate ai lati delle finestre e la luce della luna filtrava dai vetri lustri.

Per volere della Signora era stato deciso di cenare nella camera da pranzo grande. Gli elfi che avevano gioito per il ritorno della loro padrona, si erano rimboccati le maniche, con grande sdegno di Hermione, per preparare una menu da festa.

Flos aveva trovato in tavola i sui cibi preferiti: roast beef e piselli.

La cena tuttavia era trascorsa in totale silenzio.

Un silenzio che Draco aveva quasi dimenticato. Fuori abitudine dalle chiacchiere della Mezzosangue che a tavola non riusciva a stare zitta neanche un secondo.

Al contrario dei genitori, Flos si trovava perfettamente a suo agio. Come se tutto quel lusso e quell’atmosfera elegantissima se pur estremamente macabra fosse stata da sempre nel suo ordine del giorno.

Finirono di cenare con la torta al cioccolato dei Malfoy, preparata dagli elfi purtroppo per Draco ,che sperava che il dolce venisse cucinato dalle mani abili di Narcissa.

-Flos- Disse la Lady Malfoy girandosi verso la bambina –Sarei lieta di invitarti qui domani per la colazione e per trascorrere la mattinata insieme, se hai tuoi genitori non disturba-

Draco strabuzzò gli occhi  e quasi si soffocò con l’ultimo boccone, lanciò un’occhiata eloquente ad Hermione, anche lei con la mandibola a terra.

-Voi domani lavorate giusto? A chi lasciate la bambina di solito?-

-I coniugi Weasley sono stati così gentili da accogliere durante i giorni di lavoro Flos, insieme ai loro nipoti. Loro si sono presi il disturbo di insegnarle l’elementare-

-I Weasley?-  Chiese Narcissa sia disgustata che stupita per la scelta assolutamente fuori luogo –E’ ovvio che in questi anni ti sei dimenticato come deve essere cresciuto un Black, Draco! Prima decidi di non sposarti e di allevare lo stesso un figlio e dopo mi dici che lo fai crescere dai Weasley?- Seppur la donna non alzò il tono, la foce fu tagliente come un coltello affilato -Vi aspetterò domani per portarmi la bambina- Disse poi tornando tranquilla ma non meno intransigente –Educherò io vostra figlia prima dell’ammissione ad Hogwarts. Ora mi ritiro nelle mie stanze, vi attendo domani per le otto meno un quarto. Non un minuto di più, non uno di meno-

   
 
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