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Autore: SeleneLightwood    10/10/2012    7 recensioni
Sette one-shot all'insegna del comico e del fluff scritte per la klaine week, sulla base di sette prompt.
Dal Day 1 - Cooper!Klaine:
[cit.]
Blaine abbassa gli occhi e prende a giocherellare con il bordo della maglietta di Kurt, come fa sempre quando è nervoso.
"Che cosa è venuto a fare, qui? Perché non affittare un appartamento a New York?" domanda Blaine a nessuno in particolare. "I soldi non gli mancano. Io non- non capisco. Perché non prima? Perché adesso?"
"Non lo so, ma ho avuto come la sensazione che ci sia qualcosa che non ci sta dicendo, e l'unico modo per avere le risposte che cerchi è dargli una possibilità. Fallo rimanere e vediamo cosa succede in queste due settimane" suggerisce Kurt con calma.
Blaine si agita ansiosamente tra le sue braccia. "Non lo so se c'è posto per Cooper e per il suo ego piuttosto ingombrante, in questa casa".
Oh, Blaine. Kurt sorride teneramente, piegandosi per baciarlo con forza.
"Non c'è posto in questa casa..." sussurra, sorridendo sulle sue labbra e spostando la mano sul petto del suo ragazzo, per premere il palmo proprio sopra al cuore. "...o non c'è posto qui?".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci con il terzo giorno

Ed eccoci con il terzo giorno! YAY!

Mi sono divertita un sacco a scrivere questa, quindi spero che vi piaccia!

Kurt, Blaine e gli Warblers vanno alla prima di The Avengers – vestiti da supereroi.

Spoiler The Avengers, per chi non l’ha visto. Andatelo a vedere perché è bellissimo.

Disclaimer: Non posseggo Glee. Se possedessi Glee non esisterebbero personaggi al di fuori della Klaine e gli Warblers. E Sebastian. E Brad e il suo pianoforte. E Sue.

 

3 – Heroes!Klaine

 

 

Evil

 

“Ripetimi perché ho acconsentito a questa farsa, per favore”.

Blaine sorride innocentemente anche se Kurt non può vederlo, visto che è ancora rintanato nel piccolo bagno della sua stanza alla Dalton, e si stende sul suo letto al massimo del relax, incrociando le braccia dietro alla testa e inspirando profondamente il suo profumo.

“Perché ti abbiamo supplicato in ginocchio?” risponde, fissando il soffitto e cercando in tutti i modi di soffocare l’ennesima risata. “Andiamo, Kurt, non farne una tragedia. Sarà divertente!”

In realtà la ritrosia del suo ragazzo è più che giustificata e Blaine lo sa, ma lui e Kurt stanno insieme da sei mesi, troppo poco per aver esaurito l’entusiasmo nel prenderlo in giro ogni volta che se ne presenta l’occasione. Sono ancora nella fase luna di miele e non ne usciranno tanto presto: passare i pomeriggi accoccolati sul letto a vedere un film e scambiarsi una quantità sorprendente di baci è più che sufficiente e grazie tante.

Per questo sabato sera, però, il programma è un po’ diverso. Blaine, in tutta sincerità, non pensava che Kurt avrebbe accettato, perciò aveva già pronto il piano B: pizza vegetariana, il suo letto, una coperta morbida, Kurt tra le sue braccia e l’ultima stagione di C.S.I. New York in streaming. Dopotutto il fatto che Nick sia il compagno di stanza di Kurt è piuttosto comodo: non devono nemmeno cacciarlo, di solito è Nick che se ne va da Jeff – guarda caso il compagno di stanza di Blaine, ma che cul- fortuna!

Non che lui e Kurt facciano niente di compromettente, anzi. Niente mani al di sotto della cintura, per ora, e a Blaine sta bene così.

Il ragazzo torna al presente e salta a sedere sul letto con uno scatto quasi felino quando la chiave nella toppa viene girata con un cigolio sinistro.  Si stampa in faccia il migliore dei suoi ghigni – perché in fondo Blaine Anderson sa essere davvero, davvero malvagio – e il ciuffo perfettamente curato di Kurt sbuca dal minuscolo spiraglio nel quale si è aperta la porta del bagno.

Eddai, Kurt” lo riprende bonariamente, piegando la testa di lato per sbirciare. Kurt sbuffa molto sonoramente. Ok, Blaine sta morendo dalla voglia di vedere, ma è perfettamente giustificato, no? Non è che uno tutti i giorni ha l’occasione di vedere il proprio fidanzato – dal fisico assolutamente perfetto, ammettiamolo – vestito da-

Supereroi” sibila Kurt, sbucando fuori dalla porta del bagno in tutta la sua magnifica interezza, rosso in viso come un peperone. “Perché diavolo dobbiamo vestirci da supereroi per andare al cinema a vedere l'anteprima di The Avengers, Blaine? Spiegamelo, perché io non ci arrivo proprio”.

Blaine, da bravo fidanzato, fa di tutto per ingoiare la risata che gli sta praticamente aprendo a metà entrambi i polmoni nel tentativo di sfuggirgli, ma Kurt naturalmente se ne accorge –che sfiga – perché gli lancia un’occhiataccia degna di quelle di Sue Sylvester nei suoi momenti peggiori.

“Non osare ridere di me, Blaine Anderson. Non quando sei seduto sul mio letto con il costume più ridicolo sulla faccia della terra” scandisce lentamente il suo fidanzato – dio, quanto ama il suono di questa parola – chiaramente sottintendendo ‘ridi e ti ritroverai senza coccole per tutta la sera’.

E questo Blaine non se lo può permettere, visto che è quasi dipendente dalle coccole di Kurt. Ok, togliamo pure il quasi.

Il suo stomaco fa una strana capriola quando Kurt nomina casualmente l’essere seduto sul suo letto – è normale? C’è qualcosa che non va nei suoi organi interni? Sta per avere un ictus? – e Blaine cerca di riprendersi rispondendo per le rime perché il suo costume è superfavoloso, grazie mille, ma poi Kurt si gira per cercare chissà cosa nell’armadio e oh, merda.

Non guardare il sedere. Non farlo, Blaine. Non guardargli il – wow.

Kurt sceglie proprio quel momento per voltarsi verso di lui – forse per un’altra frecciatina rivolta all'assurdità di quella serata – e naturalmente lo trova intento a fissargli il fondoschiena come se ci fossero scritti i più oscuri segreti dell’universo.

Blaine non perde nemmeno tempo a distogliere lo sguardo o a chiudere la bocca – ah ah, sì, ridete pure, intanto lui ha il sedere di Kurt Hummel davanti alla faccia – e si prepara alla Kurt-reazione, alla quale deve puntualmente assistere ogni volta che la parola sexy si insinua tra i concetti Kurt e Blaine: arrossisce. Si copre lo zigomo con la mano, è una sorta di tic. Stira l’angolo destro della bocca. Arrossisce ancora di più. Tira fuori una battuta sarcastica e lascia correre.

Questo è quello che succede di solito, almeno. Stasera deve esserci qualcosa che non va nell’ossigeno distribuito nella stanza, perché Kurt non fa nessuna di queste cose. Arrossisce giusto un po’, e la mano arriva a mezz’aria verso la faccia, sì, ma poi sembra ripensarci e si limita ad inarcare un sopracciglio e uh, quel sorrisetto non mi piace per niente.

“Allora” esordisce Kurt, evitando di guardare nella sua direzione. Dal suo tono di voce, Blaine è quasi certo che stia cercando di non ghignare. “Per quanto questo costume mi faccia un po’ senso…cosa ne pensi?”

Blaine crede di star sognando. No, Blaine sa di star sognando, perché non c’è davvero un’altra spiegazione logica: Kurt non può aver appena fatto una piroetta su sé stesso con addosso il costume di Loki. Assolutamente no.

La parte nerd che vive nelle profondità più oscure della sua anima sta ballando la conga ma non importa perché Kurt non ha reagito come sempre. Kurt sta- sta flirtando con lui. Oddio, Kurt sta flirtando con lui.

Non è la prima volta, gli dice una vocina da qualche parte nel suo cervello. Blaine la zittisce con una martellata, perché quella è la prima volta che Kurt lo fa intenzionalmente. E intenzionalmente è tutta un’altra storia.

Visto che sta particolarmente apprezzando l’evolversi degli eventi, Blaine decide di godersi semplicemente quei momenti. Quindi, non senza aver pesantemente deglutito prima, risponde: “Ti sta da dio”.

Kurt ridacchia e scuote la testa, sporgendosi verso la scrivania per afferrare il mantello appoggiato lì sopra, e Blaine si sente in dovere di aggiungere. “No, sul serio, Kurt. È – sei –wow”. Che non è molto chiaro, come concetto, ma va bene lo stesso.

Per Kurt sembra essere molto, molto chiaro. “Anche tu stai – ehm, per quanto questo sia inquietante, si capisce – bene”.

“Grazie”. Blaine non può fare a meno di sorridere raggiante, lisciando le pieghe inesistenti del suo costume. Osserva Kurt prendere un respiro molto, molto profondo, poi quegli occhi meravigliosamente azzurri si illuminano di determinazione.

“Ok, togliamoci questo dente. Andiamo, gli altri decerebrati ci staranno aspettando”.

 

*

 

Gli altri decerebrati, meglio conosciuti come Warblers, li stanno aspettando nel parcheggio della Dalton mascherati di tutto punto. Kurt squittisce di disappunto quando realizza che sì, sta succedendo davvero: sta andando al cinema per una prima cinematografica vestito come un super cattivo, accompagnato dal più grosso branco di idioti mai visto. I suddetti idioti, tra l’altro, devono aver subito una commozione cerebrale collettiva, perché di solito sono un rispettabilissimo coro a cappella ad otto voci di una altrettanto rispettabilissima scuola privata, non una banda di supereroi.

Per non parlare di quello che una volta era un fidanzato serio, dolce e praticamente perfetto, al momento impegnato a sistemarsi la sciarpa sopra al costume rosso sgargiante.

Kurt fissa la folla di Warblers ammassata intorno alle auto e serra le palpebre, strizzando energicamente gli occhi.

Dai, dai, dai, dai.

Quando li riapre, sono tutti ancora lì. Dannazione, non ha funzionato.

“Arrenditi, sta succedendo davvero” gli sussurra Blaine all’orecchio, cingendogli la vita con le braccia. Kurt ha smesso di stupirsi ogni volta che il suo ragazzo riesce ad intuire il filo dei suoi pensieri senza sbagliare un colpo, ma questo non significa che ci abbia fatto l’abitudine. Come non si è abituato al modo in cui lo guarda Blaine ultimamente: come se non esistesse niente di più bello al mondo.

Un’altra cosa alla quale Kurt fa fatica ad abituarsi è l’assoluta accettazione degli Warblers. Ci sono due ragazzi abbracciati proprio in mezzo a loro, che potrebbero baciarsi da un momento all’altro, eppure nessuno batte ciglio. Ad eccezione di Jeff, ma solo perché ha appena fatto loro l’occhiolino. È doloroso pensare che una cosa del genere al McKinley non è concepibile.

Kurt cerca di immaginarsi Azimio intento a fargli l’occhiolino mentre abbraccia Blaine e deve trattenere un conato di vomito.

“-e quindi dovremo prendere anche la tua macchina, credo. Kurt? Kurt”.

Kurt arrossisce e si volta tra le braccia di Blaine per guardarlo in viso afferrandogli i lati del cappotto che ha indossato sopra al costume. “Scusa, ero-“

“-perso da qualche parte nei meandri del tuo cervello” completa per lui Blaine, facendo scivolare la mano lungo la sua schiena. “Un penny per i tuoi pensieri? Non ho spicci, hai il resto per una banconota da un dollaro?”

Kurt ridacchia e gli pizzica un fianco giocosamente, facendo schioccare il tessuto elastico del costume. “Stavo pensando che nonostante gli Warblers siano davvero dei grandissimi nerd sotto copertura, devo ammettere che mi piace uscire con loro”. Abbassa un po’ il tono di voce in modo che solo Blaine possa sentirlo. Blaine sorride leggermente di fronte alle sue guance rosse. “È strano essere circondato da persone che non fanno una piega quando mi baci davanti a tutti, sai. Mi piace la loro compagnia, mi sento…” esita, in cerca delle parole giuste. “Accettato, ecco”.

Blaine apre la bocca per replicare ma David piomba tra di loro come un avvoltoio, battendo le mani con entusiasmo.

“Forza, Romeo e Giulietta, si parte!” esclama il Warbler afferrando Kurt per il mantello nel probabile tentativo di strangolarlo.

“Aspetta, cosa? C-chi guida? David, soffoco” riesce a sibilare a malapena Kurt. Blaine gli lancia un sorriso di scuse mentre li segue.

“È quello che stavo cercando di dirti prima. Dovremo prendere anche la tua macchina o non riusciremo a partire tutti”.

Kurt sibila qualcos’altro che somiglia sospettosamente a ‘possiamo lasciare a piedi David’ e Blaine ridacchia mentre lo osserva estrarre a fatica le chiavi dal borsello – Kurt è una versione di Loki molto alla moda, a quanto pare – e riuscire a liberarsi della presa di David quel tanto che basta per aprire la macchina dal lato del guidatore.

“Allora” esordisce dopo essersi schiarito la gola ed aver incenerito David con uno sguardo. “Chi dobbiamo portare?”

Non l’avesse mai detto. Blaine sapeva che sarebbe successo e non ha avuto il tempo necessario per avvisare Kurt che –

“Noi, noi, porta noi! Veniamo noi con te, vogliamo stare sulla macchina divertente! Scegli noi?”

Kurt è impallidito e Blaine non può che dargli ragione. “Ok” sospira pazientemente, avvicinandosi di un passo verso Kurt. “Chi è l’idiota che ha di nuovo somministrato zuccheri a Jeff prima di uscire?”.

Nick arrossisce furiosamente trascinandosi dietro un altrettanto dubbioso Wes. Ah-ah, colpevole!

“Scegli noi?” pigola sporgendo il labbro inferiore.

“Oh, santo cielo”.

 

*

 

La macchina divertente, come l’ha definita Jeff, consiste nei seguenti soggetti  (e per fortuna che l’auto di Kurt ha un sacco di posti): Kurt, il cui mantello è stato momentaneamente rimosso per agevolare la guida; Blaine, seduto sul sedile del passeggero davanti perché sì, io sono il suo ragazzo e io sono il solista, quindi ho il permesso di decidere la stazione radio; David, Nick e Wes, stipati nei sedili posteriori, le mani alzate e i finestrini completamente spalancati solo per il gusto di far sventolare i mantelli; e infine il sopraccitato Jeff, relegato al sedile di emergenza praticamente nel portabagagli, segregato con la cintura di sicurezza e tenuto a debita distanza da qualsiasi oggetto contundente – e anche dalle forbici dalla punta arrotondata.

Avrebbero dovuto caricare anche Trent, se non fosse che sfortunatamente l’auto era piena.

Trent, d’altro canto, era in lacrime mentre saliva con l’aria di un condannato a morte con Richard e Thad - la macchina spericolata – tanto da fare pena a Kurt. Quasi.

“Kurt” esordisce dopo neanche mezzo metro Nick, sporgendosi verso lo spazio vuoto tra i sedili. Kurt sente che sarà un lungo viaggio. “Perché non hai il cappello da Loki?”

“Sì” gli fa eco Jeff dal retro – sapeva che avrebbe dovuto imbavagliarlo, dannazione. “Fa parte del costume ed è davvero figo!”

Kurt sospira e tiene gli occhi sulla strada – non ha nessuna intenzione di schiantarsi contro un albero con un auto carica di supereroi – e Blaine gli appoggia una mano sul braccio come a ringraziarlo silenziosamente per averlo accompagnato in quella follia. Di nuovo.

“È un elmo, Nick, un elmo” esala pazientemente. “Mi farebbe sembrare una formica schizofrenica, con quella specie di antenne. E mi schiaccerebbe i capelli”.

Kurt sta cercando di guidare, non assassinare i suoi passeggeri e non pensare al calore che emana il palmo di Blaine a contatto con la stoffa del suo costume tutto contemporaneamente, e la missione si sta rivelando particolarmente complessa. 

David si unisce a Nick nello spazio già piuttosto scarso tra i due sedili anteriori. “Ehi, Kurt!”

Kurt gli lancia una fugace occhiata attraverso lo specchietto, giusto un lampo azzurro nella sua direzione. “Che c’è?”

David spintona Nick per farsi spazio e anche Wes si unisce a loro, tanto che ora sembrano tre pesci rossi cretini stipati in una boccia troppo stretta.

“Quando arriviamo?”

Oh, dio”.

Kurt si volta verso Blaine, che lo sta guardando di sottecchi con quel suo sorrisino che gli fa perdere la testa ogni volta. “Se la nostra relazione sopravvive a questo, consideraci sposati, Anderson”.

Blaine gli sorride raggiante – ama il modo in cui Kurt arrossisce quando fa queste battute che poi tanto battute non sono – e si volta verso i tre pesci rossi nella boccia dei sedili posteriori.

“E questi sarebbero i nostri figli? Passi per Thor e Occhio di Falco, ma Nick Fury no, ti prego!”

“Ehi!” esclama Jeff, litigando con la cintura di sicurezza - e perdendo miseramente - al margine del suo campo visivo. “Perché mi ignorate tutti? Io chi sono, il vicino della porta accanto?*”

“Perché sei vestito da Capitan America” gli risponde Kurt mentre rallenta per non prendere la curva alla Fast and Furious. “E Capitan America fa schifo”.

Blaine si tende verso di lui per intrecciare le dita alle sue al di sopra del cambio e Nick, David e Wes sospirano all’unisono.  

“Cretini” commenta Kurt a bassa voce, ma sta sorridendo mentre riporta lo sguardo sulla strada. Non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura – né ora né mai –  ma la verità è che si sta divertendo: Blaine è seduto di fianco a lui e ha le guance rosse e la buffa espressione di uno che sta cercando in tutti i modi di non sorridere come un ebete, e gli Warblers sono pazzi ma adorabili anche ora che stanno per mettere su una rissa su chi ha il costume più figo.

Nick Fury è il personaggio migliore e lo sapete tutti!” sta strillando David dritto nel suo orecchio, indicandosi orgogliosamente la benda che gli copre l’occhio sinistro. NickDuvall,per intenderci – ha la faccia di uno che ha subito il peggiore degli affronti. “Scherzi, spero” sibila, puntando l’indice contro il petto del nemico. “Occhio di falco – ed indica orgogliosamente se stesso – è il personaggio più incompreso!”

“Se volevi un personaggio incompreso dovevi vestirti da Vedova Nera!”

“Ma ti ci vestirai tu, da Vedova Nera! Io non ho mica le tette!”

David spalanca la mascella, probabilmente intenzionato ad incamerare quanto più fiato possibile per urlargli contro, e Jeff approfitta della pausa per intromettersi nel discorso. “Capitan America è il primo supereroe!”

“Tu sta zitto!” gli gridano David, Blaine e Nick contemporaneamente. No, Blaine, non mettertici anche tu, ti prego. Kurt alza gli occhi verso lo specchietto proprio mentre Wes, con tutta la calma flemmatica di cui è dotato, si fruga nelle tasche e dietro al mantello ed estrae un oggetto marroncino  e molto, molto familiare.

Prima  che nessuno possa far nulla per fermarlo, Wes ha già schiantato il martelletto sulla fronte di David e poi su quella di Nick, sollevando un coro di “Ahia, Wes, cazzo!”

“Linguaggio, Duvall” dice con tranquillità l’asiatico. “E ora arrendetevi all’evidenza. Thor è il personaggio migliore di tutti”.

Kurt si volta verso Blaine ad occhi sgranati, rischiando seriamente di andare a schiantarsi contro un albero.

“Fammi capire bene. Wes è vestito da Thor perché Thor ha un martello?”

“Ehi!” protesta il diretto interessato, spintonando David e Nick – che si stanno massaggiando la fronte – per entrare nel campo visivo di Kurt, costituito solo dallo specchietto. “Il martello di Thor è figo e torna indietro quando lo lanci!”

Un sonoro slap! seguito a ruota da un debole gemito gli fa intuire che Blaine si è appena schiaffeggiato la fronte e ora si sta presumibilmente coprendo gli occhi. Kurt fa per rispondere – mentre cerca il pulsante sotto al cruscotto per l’espulsione di tutti i sedili posteriori, manco il suo Navigator fosse la Batmobile – quando accade l’impensabile.

 

Su di loro cade un religioso silenzio, Kurt deglutisce rumorosamente e accosta con molta calma. Poi tira giù il finestrino e, con la faccia da poker migliore del suo repertorio, esala:

“Possiamo spiegare, agente”.

 

*

 

“E mi raccomando, state attenti alle astronavi aliene, non si sa mai!” grida Ufficiale numero uno, tenendosi la pancia dalle risate. Ufficiale numero due è piegato a metà e appoggiato sopra alla paletta, e da una sonora pacca sulla schiena di Ufficiale numero tre – spalmato sopra alla voltante – prima di trovare il fiato necessario ad aggiungere: “Sì, dovessimo mai avere bisogno dei Vendicatori in caso di un’Apocalisse Marziana dovete essere preparati!”

Kurt digrigna i denti e ingrana la prima, rimettendosi in strada alla velocità della luce. Con la coda dell’occhio nota gli enormi sorrisi paralizzati dei suoi cinque passeggeri, tutti intenti ad annuire verso l’auto della Polizia in lontananza.

C’è un istante di silenzio.

“Ragazzi” mugugna Jeff, il sorriso ancora ghiacciato in viso. “Dite che non ci hanno arrestato perché li abbiamo impietositi?”

Improvvisamente è il caos e Kurt sta ridendo talmente forte che la macchina rischia di sbandare. Probabilmente i poliziotti sono già alle loro calcagna, alcol test in una mano e manette nell’altra e ehi, forse è meglio sbrigarsi o non ci arriveranno vivi, al cinema.

“No, Jeff” riesce a dire Blaine tra le risate, con un filo di voce per via del fiatone. “Ci hanno risparmiato perché chiamare la neuro costava troppo!”.

 

*

 

Sembra un miracolo quando Kurt parcheggia accanto all’auto di Thad, venti lunghissimi minuti dopo.

Eccovi, finalmente!” esclama Trent, togliendosi la sciarpa e rivelando così sotto al colletto della camicia una macchia verde acido che copre persino parte della sua mascella. La parte del cervello di Kurt che non è andata irrimediabilmente perduta durante il viaggio in auto impiega un paio di secondi per collegare il verde ad Hulk.

“Ma dov’eravate finiti?” domanda perplesso Richard, che indossa una tuta nera e una parrucca rossa e oh, forse lui è vestito da Vedova Nera per davvero.

“Siamo stati trattenuti” borbotta Jeff, estraendo dal portabagagli lo scudo rotondo di cartone.

“Siamo stati fermati dalla Polizia sull’incrocio per Westerville” precisa Blaine con un sorrisino. Naturalmente Thad, Trent e Richard gli scoppiano a ridere in faccia.

Mentre si riuniscono con gli altri Warblers e finalmente entrano nel cinema per comprare i biglietti – lasciando a bocca aperta la commessa e il ragazzo dei pop-corn – Blaine si avvicina a Kurt e gli fa scivolare la mano lungo il braccio, senza però prenderla tra le sue.

“Grazie per avermi accompagnato” sussurra al suo orecchio. “E per esserti mascherato da super cattivo sexy”.

Kurt sorride imbarazzato e Blaine gli stringe cautamente la mano, anche se sono nella sala d’attesa di un cinema, dove chiunque potrebbe vederli e creare problemi. “Dico sul serio, Kurt. Saremmo potuti rimanere alla Dalton a vedere un film, da soli, e invece siamo al cinema con gli Warblers vestiti da supereroi. Lo so che non avevi idea di questo mio lato così nerd…stai per scaricarmi?”

Kurt gli lancia un’occhiata sconcertata, ma la risata gli muore in gola quando nota lo sguardo sinceramente preoccupato di Blaine. “Non dire scemenze” gli risponde quindi, facendogli scorrere il pollice sul dorso della mano nel tentativo di confortarlo e contemporaneamente non farsi notare più di tanto. Gli Warblers, intorno a loro, hanno ripreso il battibecco su chi ha il costume migliore.

“Sono venuto perché volevo stare con te, è una cosa nuova ed un’occasione per sperimentare un tipo diverso di moda. E poi il rosso ti sta una meraviglia e non potevo rinunciare a questo spettacolo”. Naturalmente arrossisce, ma è convinto di quello che ha detto. “E comunque mi sto divertendo. Se escludi l’incidente con la polizia”.

Blaine ridacchia e il suo viso si rilassa.

“E poi” aggiunge Kurt pensieroso e ehi, oggi si sente molto più sciolto del solito. “Abbiamo tutto il tempo per stare da soli quando torniamo dal cinema, Blaine”.

“Oh. Oh”.

Oooh” gli fa eco Kurt, che già sente le orecchie andargli a fuoco per l’imbarazzo.

“Oh?” domanda Nick, spuntando alle loro spalle. Blaine gli da una spintarella, gli occhi dorati ancora puntati sulle labbra di Kurt.

“Sciò, Nick, sono occupato”.

 

*

Kurt si accoccola sul sedile di fianco a Blaine, sbuffando sonoramente quando Jeff – Capitan America senza scudo, sequestrato dalla sicurezza del multi sala – si siede dall’altro lato.

“Tranquillo” gli sussurra all’orecchio il solista degli Warblers mandandogli una serie di brividi lungo la spina dorsale. “Se ne starà buono fino alla battaglia finale, probabilmente. E piangerà”.

Mhm” si limita a rispondere Kurt, affondando nel suo abbraccio con un sorriso quando Blaine gli passa un braccio dietro alla schiena non appena si spengono le luci. Entrambi detestano dover essere così cauti, ma è una precauzione necessaria: nessuno dei due vuole avere la serata rovinata da un qualche idiota omofobo.

Man mano che il film va avanti i commenti degli Warblers si fanno sempre più folli, il contenitore dei pop-corn si svuota, gli occhi di Jeff si riempiono di lacrime e Kurt sprofonda sempre di più tra le braccia di Blaine.

“Ti credevo morto”

“Eri in lutto?”

“Lo eravamo tutti”

 

“Ehi” gli sussurra Blaine all’orecchio senza distogliere gli occhi dallo schermo, dove Loki e Thor hanno il loro primo, aspro confronto. “Posso chiederti una cosa?”

“Io intendo governarli, e per una giusta causa!”

Kurt annuisce impercettibilmente, sfiorandogli il collo con la punta del naso. “Mhm-mhm”.

“Perché hai scelto Loki? Non mi sto lamentando, Loki è figo, davvero. Ero solo curioso”.

Kurt si mordicchia il labbro, pensieroso. “Non lo so, mi piaceva la sua storia. Ho cercato su google, sai, e…mi è sembrato molto più profondo di quanto non desse a vedere”. Fa una pausa, prima di aggiungere: “Continuavo a pensare ehi, quello che il mondo stenta a capire è che un cattivo è solo una vittima la cui storia non è stata raccontata”.

Riesce a percepire lo sguardo di Blaine su di sé, così alza appena il volto per trovarsi davanti un paio di gradi occhi dorati, incredibilmente belli, accesi di curiosità.

“E questa da dove ti esce?” sussurra Blaine prima di lasciargli un leggero bacio a fior di labbra.

“Non lo so” risponde Kurt, gli angoli della bocca già piegati all’insù. “Ce l’ho in mente da un po’”.

*

“Vuoi il mio martello?”

“No, pessima richiesta, non toccare il- ouch.

 

Wes salta in piedi dal suo sedile, brandendo il martelletto e grida: “Visto?! Il martello può tutto!”, attirandosi le ire di tutta la sala prima che David riesca a tirarlo di nuovo a sedere.

 

*

“Scusi capo, il dio se l’è squagliata”

“Rimani sveglio. Occhi su di me”.

“No, timbro il cartellino”.

“Opzione non valida”.

“Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai, se non - non avranno qualcosa…da…”.

 

 “Blaine?”

“Dimmi”

Jeff mi sta piangendo su una spalla”.

Oh. Fai – no, aspetta – sì, dagli dei colpetti. Ecco, così”.

 

*

 

Il viaggio di ritorno nella macchina di Kurt è stato molto più tranquillo del viaggio d’andata e i ragazzi riescono – miracolosamente – a rientrare mezz’ora prima del coprifuoco previsto per il sabato sera. Nick lancia un’occhiata perplessa a Kurt, lungo il corridoio, e Kurt arrossisce fino alla radice dei capelli, annuendo impercettibilmente.

Questo silenzioso dialogo non sfugge a Blaine, anche se il ragazzo sa che Kurt sperava che non lo notasse. Sciocco: quando si tratta di Kurt, Blaine è sempre attento.

Perciò il solista degli Warblers non si stupisce più di tanto quando Nick lo avvicina e gli domanda se possono scambiarsi posti letto per una sera, borbottando qualcosa riguardo ad una maratona con Jeff e la loro amata playstation.

Final Fantasy VI” si giustifica Jeff, il suo compagno di stanza, con un’alzata di spalle. Blaine non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: scambiarsi di stanza con Nick significa che andrà a dormire nella stessa camera di Kurt, e chi diavolo direbbe di no ad una prospettiva simile?

Abbiamo tutto il tempo per stare da soli quando torniamo dal cinema, Blaine.

Un guizzo d’ansia gli stringe lo stomaco all’improvviso. Così tanto tempo? Nella stessa stanza di Kurt. Nello stesso letto…? Non ci pensare. Oh, dio, ti prego, fa che- come faccio, ora? No, non ci pensare!

Il problema non è che Blaine non vuole passare la serata – la notte, si corregge deglutendo pesantemente – nella stanza di Kurt. Anzi. Il problema è che Blaine non è sicuro di riuscire a non far scivolare le mani dove non dovrebbe, ecco tutto. Non stasera. Non quando Kurt ha passato due ore al buio con una mano posata delicatamente sul suo stomaco, accoccolato al suo fianco, la fronte appoggiata proprio sotto alla sua mascella, intento a seguire il film con attenzione e giocherellare con il tessuto elastico del costume, tracciando cerchi immaginari sopra al suo ombelico mentre il respiro caldo gli solleticava il collo. Vestito da Loki, dannazione. Il suo cattivo preferito.

Problema, grosso problema. Sangue in corsa verso sud. Merdamerdamerda.

Non ha il tempo necessario a farsi venire un infarto, in ogni caso, perché Nick ha già trascinato via Jeff verso il lato opposto del corridoio e lui e Kurt sono improvvisamente soli. Il suo ragazzo fa un timido passo avanti e Blaine si lascia sfuggire un sospiro tremante quando Kurt gli stringe la mano, intrecciando le dita alle sue.

Blaine lo attira a sé e lo stringe in un abbraccio, affondando il viso nella sua spalla e sussurrando: “Sei sicuro?”.

Non ha bisogno di alzare il viso per notare l’espressione sorpresa dipinta sul viso di Kurt perché l’ha già prevista. Percepisce Kurt inspirare profondamente contro il suo petto e le mani del ragazzo risalgono lungo i suoi fianchi per allacciarsi dietro al suo collo.

“Sono così prevedibile?” domanda Kurt, sbuffando fuori una risata tremante. Blaine stavolta alza il viso perché deve guardarlo negli occhi per assicurarsi che Kurt capisca, e nel farlo gli sfiora pigramente il collo con la punta del naso. Kurt rabbrividisce e si stringe di più a lui. Succede spesso, ultimamente. Kurt si fa sempre più vicino, sempre meno timido.

“Kurt, non…ok, non sono bravo con queste cose, lo sai, ma – io – non devi sentirti obbligato. Non voglio che tu faccia qualcosa che ti metta a disagio solo perché pensi che sia quello che voglio io, ok?”.

Lo sguardo determinato di Kurt vacilla per un istante e le sue guance si tingono di rosso. “Tu non – pensavo che – io vorrei, ehm. Qualcosa. Fare qualcosa. Con te. Ma se non vuoi – pensavo che lo volessi anche tu, visto che prima – sai, quando – ok. Dimentica quello che ho detto, io ora me ne starò zitto e eviterò di rendermi più ridicolo di quanto-“

Kurt”. Il suo tono di voce riesce a zittirlo ma Kurt abbassa gli occhi e prende a fissare un punto imprecisato al di sotto del collo di Blaine.

“Non credo che esista un modo per dire questa cosa e non sembrare un completo pervertito” esordisce Blaine passandosi una mano tra i capelli. “Quindi…io sono pazzo di te in tutti i sensi. Credi davvero che non vorrei – fare qualcosa?” Ok, sta per essere terribilmente imbarazzante, ma se non lo faccio non sbloccherò mai questa situazione.

Spesso Blaine non riesce a trovare le parole, quindi ricorre a qualcosa che spera con tutto il cuore Kurt capisca: la fisicità. Allontana Kurt dal suo petto per prendergli delicatamente una mano, appoggiarsela sopra al cuore e ricoprirla con la sua.

Il battito aumenta al di sotto delle loro mani intrecciate – se per l’agitazione o altro non sa dirlo – e Kurt alza gli occhi nei suoi, leggermente lucidi, spalancati e belli come non mai. È tutto ciò di cui ha bisogno Blaine per fare quello che sta per fare – oltre che una massiccia dose di coraggio.

Con lentezza esasperante, senza spezzare il contatto visivo, fa scivolare la mano libera lungo la schiena di Kurt, spingendolo delicatamente a fare un passo indietro fino a che la sua schiena non si appoggia alla porta della camera; poi chiude lentamente gli occhi e un istante dopo le labbra di Kurt sono premute contro le sue, la sua lingua gli sta sfiorando il labbro inferiore e Blaine si decide a strusciare delicatamente il bacino contro il fianco del suo ragazzo.

Blaine era convinto che Kurt si sarebbe irrigidito, avrebbe smesso di baciarlo, si sarebbe allontanato. Era certo che avrebbe dovuto dare spiegazioni, che Kurt si sarebbe imbarazzato a tal punto da chiudersi in se stesso come dopo l’incidente di Animal. Oggi il mondo sembra andare alla rovescia, perché Kurt fa esattamente l’opposto di ciò che si aspetta Blaine.

Kurt si scioglie tra le sue braccia, chiudendo la mano sopra alla stoffa del suo costume per tirarlo ancora più verso di sé, e continua a baciarlo appassionatamente fino a lasciarlo senza fiato, come se fosse l’unica cosa di cui gli importa in questo momento e forse lo è e Blaine si ritrova a mordergli con meno delicatezza del previsto il labbro inferiore. Kurt si lascia sfuggire un gemito strozzato e Blaine si aggrappa ai suoi fianchi in attesa che il mondo smetta di girare ma naturalmente non succede, perché Kurt fa scivolare la lingua sulle sue labbra e Blaine socchiude la bocca e oh, la mano di Kurt è scesa fino alla base della sua schiena e ora la pressante erezione di Blaine è premuta contro il suo bacino.

Kurt si stacca dalle sue labbra per prendere fiato e Blaine ne approfitta per farsi prendere dal panico, dimenticare i suoi buoni propositi ed iniziare a blaterare.

“Kurt, mi dispiace così tanto, oddio, non dovrei-“

Kurt lo zittisce con un altro bacio che gli toglie tutto il fiato dai polmoni e si stacca per guardarlo negli occhi.

“Se stai per scusarti per quello che sta succedendo, non farlo” sussurra avvampando. Blaine fa fatica a tenere gli occhi nei suoi, visto che il suo sguardo continua a ricadere sulle labbra del suo ragazzo, socchiuse, lievemente arrossate e proprio lì, a portata di bacio.

“Non mi stavi ascoltando, prima? Non sono pronto per – oddio, tutto, non credo che – Blaine, io – perché dev’essere così complicato? Ok, ascoltami”.

Kurt gli alza il mento con due dita, cercando nei suoi occhi un qualche segno di incertezza. Evidentemente non lo trova, perché continua. “Non ho idea di quello che sto facendo e lo sai. Però…possiamo semplicemente passare del tempo insieme, stasera? Vorrei solo stendermi sul letto con te e svegliarmi con te domani mattina e ridere dei tuoi capelli appena alzato, e se nel mezzo succederà qualcosa, vorrei che fosse solo perché l’abbiamo voluto entrambi, perché – dio, come faccio a spiegartelo, io – non riesco a toglierti le mani di dosso, ultimamente, e non riesco a trovare la forza di volontà necessaria a vederla come una pessima cosa”.

Se non fosse per le dita di Kurt delicatamente posate sotto al suo mento, Blaine a quest’ora avrebbe la mascella a terra perché quello è esattamente quello che voleva che Kurt capisse e a quanto pare è anche quello che Kurt voleva che Blaine capisse e ora hanno capito entrambi e mi sto confondendo, ma probabilmente è colpa del sangue che ha smesso di viaggiare verso il cervello e si sta concentrando da un’altra parte.

O-ok”.

Kurt lascia andare una risata tremante. “Non vorrei rovinare il momento epico, Blaine, ma – uhm. Abbiamo ancora addosso questi ridicoli costumi e non c’è verso che io continui a baciare Spiderman fuori dalla porta della mia stanza”.

Blaine finalmente si scioglie e ridacchia sommessamente, premendo la fronte contro la spalla del suo ragazzo. “Hai ragione” mormora mentre Kurt si fruga nelle tasche alla ricerca delle chiavi. “E comunque porti addosso talmente tanta roba, Loki, che ci metterei troppo a spogliarti”.

Si morde un labbro, domandandosi se forse si è spinto troppo oltre, ma il viso di Kurt si illumina di un sorriso timido.

“Per via degli strati?”

Per via degli strati”.

 

*

 

La mattina dopo.

 

Mhpf, Blaine, non mi sono lavato i denti!”

“Ho passato l’intera nottata a baciarti e tu ti preoccupi di questo?” gli sussurra Blaine in un orecchio, baciandogli leggermente una guancia.

Kurt arrossisce vagamente e gli da una spintarella giocosa. Solo perché effettivamente hanno passato la notte a baciarsi, parlare, ridere e baciarsi non significa che il suo imbarazzo si sia volatilizzato, insomma.

Blaine gli passa un braccio attorno al corpo e si accoccola al suo fianco, canticchiando sottovoce.

“Ora che mi ci fai pensare” esordisce Kurt torcendo il collo per affondare il viso nei capelli di Blaine – meravigliosamente sparati in tutte le direzioni e oh, è solo che Blaine è adorabile. “Perché hai scelto Spiderman? Non c’è, nel film”.

Blaine alza il viso e fa quella sua faccia da non puoi capire perché è roba da nerd ma te lo spiego lo stesso e si stringe nelle spalle: “Protestavo contro la Marvel, Peter Parker è sottovalutato. E speravo in un bacio al contrario, se devo essere sincero”.

Kurt ridacchia e gli pizzica il fianco. “Sai che ti dico?” esala dopo un po’, sfiorandogli lievemente la tempia con le labbra. “Ce li vedo, Spiderman e Loki”.

“…Spidoki. Dio, che nome osceno, Kurt, ma dai!”

 

 

   
 
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