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Autore: Alaska_Creed    10/10/2012    1 recensioni
La famiglia Greengraas vanta di essere da secoli una famiglia composta da soli purosangue, a causa della combinazioni di matrimoni tra figli e altre famiglie, che come loro vantano, vantano di avere questo titolo. Quest'anno toccherà alla secondogenita Astoria,il cui matrimonio è stato combinato con Draco Malfoy, l'unico figlio della prestigiosa famiglia.
In questo libro si parlerà della vita prima e dopo il matrimonio, dai tempi di Hogwarts alla nascita del primo figlio della coppia, dei pensieri e delle paure di Astoria sull'altare.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt, Draco/Astoria, Draco/Harry, Ron/Draco
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Più contesti
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-Mamma, devo proprio andare?-dissi, mentre mi nascondevo dietro l’ampio abito di mia madre. Ero li, al binario 9 e ¾ mentre aspettavamo la partenza dell’espresso. Quello sarebbe stato il mio primo anno, e avevo una paura tremenda di non piacere alla gente, di essere smistata nella casa sbagliata, di essere presa in giro e soprattutto, avevo paura di mia sorella Daphne. Sicuramente avrebbe approfittato della situazione per mettermi in qualche pasticcio.
-Devo per forza mamma?-cominciai ad insistere, nella speranza che mia madre cambiasse idea. Il treno alle mie spalle, sbuffò vapore rumorosamente. Mancavano circa 10 minuti.
-Suvvia Astoria-disse mia madre, prendendomi per un braccio e trascinandomi avanti a lei-vedrai che andrà tutto bene. La gente ti vorrà bene, e poi, ci sarà Daphne a farti da mamma. -

-Ecco un’altra scusa per non andare- commentai acida. Mia madre mi diede un buffetto severo sulla spalla. A lei non piaceva la rivalità tra me e Daphne. Per questo credeva che stare insieme a lei mi avrebbe fatto del bene. Si sbagliava di grosso. Daphne mi sfruttava sempre, mi usava come schiavetta. A me non piaceva per  niente obbedire agli ordini, soprattutto se erano i suoi-

-Astoria, per piacere. Ho già parlato con Daphne. Se lei si comporta bene, tu mi manderai un gufo. Però non perseverare di questo privilegio- mi ammonì così, poi mi lasciò qualche istante da sola, per aiutare mio padre e mia sorella a caricare i bauli. Rimasi lì, da sola, seduta su una panchina, ad osservare la locomotiva rosso fiammante, che si stagliava davanti a me. Sospirai profondamente al pensiero di rimanere un anno da sola fuori casa. Abbassai lo sguardo, tristemente. Anche se la scuola mi era stata descritta come una scuola stupenda, grande e con i dormitori spaziosi, non mi sarei comunque sentita a casa. Avevo bisogno dei miei confort, della mia privacy, e sinceramente, non me la sentivo di dormire con gente che non conoscevo. Rabbrividii all’idea. Pochi istanti dopo, mio padre ritornò con mia madre, mentre Daphne rimase lì, davanti all’entrata, a parlare con delle sue amiche.

-Ast, dobbiamo farti conoscere una persona-mi sorrise mio padre, porgendomi una mano. -
-Chi?-domandai, afferrando la mano-
-Lo scoprirai presto-mi sorrise mia madre, mentre cercava di sistemarmi i capelli. Mio padre mi guidò con la mano  tra la gente, guardando ogni tanto al lato, per vedere se riusciva a vedere qualcuno di famigliare. Poi si fermò di scatto, davanti ad un terzetto alquanto particolare.-
-Lucius!-tuonò mio padre, avviandosi verso di lui per una stretta di mano molto calorosa. Quell’uomo che mio padre aveva appena salutato, era un uomo grande, dall’aspetto aquilino, con degli occhi grigi ed i capelli  biondissimi, lunghi quasi poco sotto le spalle. Accanto a lei, una signora dall’aspetto elegante, con le labbra carnose ed i capelli lunghi biondi, raccolti in un acconciatura complicata, che aveva terminato con degli elastici molto particolari.
-Narcissa, cara mia!- disse mia madre, baciandole le guance con familiarità. Era possibile che i miei genitori non mi avevano mai presentato a loro? Rimasi li, immobile, in attesa di una reverenza o di un saluto poco percettibile. Il ragazzo accanto a loro, sembrava spaesato quanto me. -
-Lucius, Narcissa, voglio presentarvi la nostra secondogenita, Astoria – annunciò mio padre in tono solenne, quasi si trattasse della regina-
-Molto piacere-dissi stringendo la mano ad i nuovi individui, che mi sorrisero. Narcissa, spinse avanti il ragazzetto. Ora che lo vedevo meglio, era molto carino, con gli occhi grigi come il padre ed i capelli biondi della madre.
-E questo-annunciò la signora- è mio figlio Draco- il ragazzetto strinse la mano ad i miei genitori, ed arrossì un po’, quando si trovò davanti a me. Forse imbarazzato-
-Ciao-gli dissi io, in tono famigliare. Draco abbozzò un sorrisetto e si congedò qualche istante per andare a salutare i suoi amici. La locomotiva sbuffò, ed il macchinista ordinò di farci salire, ed ad i genitori di salutare-
-Abbi cura di te Astoria-disse mia madre piangendo, stampandomi un bacio sulla guancia- E sii obbediente-
-Lo farò Mamma-cominciai a piangere anche io, per poi passare a salutare mio padre-
-Papà.. mi mancherai-dissi abbracciandolo, cosa che capitava raramente-
-Anche tu piccolina- disse, ricambiando l’abbraccio. Pareva che piangesse anche lui. Congedandomi dai genitori salii sul treno. Continuai a salutarli da un finestrino di una carrozza, finchè il vagone non si mosse. Era ora. La mia nuova vita sarebbe iniziata a momenti. La carrozza prese velocità. Continuai a salutarli di nuovo, finchè il treno non fece una curva, ed i miei genitori scomparvero dalla mia visuale. -
 
  
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