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Autore: ElenaDobrevSomerhalder    14/10/2012    3 recensioni
[IN REVISIONE]
Una storia dove i personaggi andranno al College in altre città, incontreranno nuove persone e, ovviamente, nuovi pericoli. Fino alla 3° stagione segue la serie TV.
Prima parte di una trilogia.
AMBIENTAZIONE TEMPORALE: alla fine dell'estate che segna il passaggio al College (5° stagione)
AMBIENTAZIONI GEOGRAFICHE: Mystic Falls, Durham, Los Angeles
PERSONAGGI PRINCIPALI: Elena, Damon, Stefan, Caroline, Bonnie, Nuovo Personaggio
PERSONAGGI SECONDARI: Klaus, Rebekah, Matt, Meredith, Jeremy, Tyler, Elijah, Kol, Katherine, Nuovi Personaggi
COPPIE: Damon/Elena, Stefan/Elena, Klaus/Caroline, Matt/Rebekah, Stefan/Meredith, altre nuove coppie
CAPITOLI: 22
ESTRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Ad Elena venne in mente di prendere dei fiori dal vasto giardino attorno al loft[...].
Quando ne raccolse una busta piena [...] si voltò per tornare dentro, ma si ritrovò Damon davanti.
«Ti sei lasciata sfuggire il fiore più bello di tutto il giardino. Tieni.» le disse senza nascondere un doppio senso nella frase, porgendole una stupenda rosa rossa.
«Non volevo ferirmi con le spine.» gli rispose a tono Elena.
«Basta toccare i punti giusti.» continuò sull'onda dei significati nascosti Damon, prendendole la mano e facendole appoggiare il pollice e l'indice dove la rosa non aveva spine.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Your Love Saved Me - Chapter 8

Capitolo 8 - Running Away



Da quando Damon e Alyssa si erano rivelati i loro rispettivi sentimenti, un paio di giorni prima, lui aveva convinto le ragazze ad andare all'università in macchina con lui senza farsi accompagnare apposta da Stefan. Per questo, quando in quel freddo giovedì mattina di metà novembre, all'uscita dall'università si ritrovarono davanti Stefan lo trovarono molto strano. Le ragazze si guardarono allarmate tra di loro, poi Alyssa si voltò preoccupata verso Damon. Se Stefan era lì, c'era sicuramente qualcosa che non andava. Stefan li raggiunse velocemente e appena aprì bocca tutti raggelarono.
«Dobbiamo andare via, sono stati presi altri due vampiri stanotte.» sputò Stefan, cercando senza successo di mantenere la calma.
Le ragazze dopo essersi riprese dallo shock della notizia si voltarono verso Damon, ricordando la scelta che aveva fatto nel weekend precedente, e mentre Alyssa lo abbracciò dolcemente, Elena gli chiese se era ancora deciso a rimanere a Durham.
«Certo. Ho deciso così e non ho alcuna intenzione di cambiare idea.» rispose convinto, poi chinò il capo e guardando Alyssa che ora lo stava abbracciando stretto disse: «E a quanto pare non sono l’unico a pensarla così, vero?».
Alyssa annuì, ancora attaccata a lui, poi si rivolse a Stefan: «Dovete andarvene subito?» le chiese triste.
«Abbiamo giusto il tempo di passare da casa a prendere i bagagli da portarci, poi dobbiamo andare all'aeroporto. Ci vuole almeno mezz'ora per arrivarci e dobbiamo essere lì almeno un'ora prima della partenza del volo.» le rispose.
«Ho bisogno dei miei Grimori.» commentò preoccupata Bonnie.
«Non ti preoccupare, abbiamo tre valigie ciascuno a disposizione, e io credo di riempirne a malapena una. Troveremo lo spazio per tutto.» la rassicurò Stefan, che poi fece fretta al gruppo per andare a casa.

Stefan, Elena, Bonnie e Caroline erano già partiti per Los Angeles. Prima di andarsene Stefan aveva vietato a Damon e Alyssa di accompagnarli fino all'aeroporto, e si era raccomandato con Damon di non uscire se non strettamente necessario, come per andare all'università, e di guardarsi le spalle; Caroline e Alyssa si erano salutate affettuosamente, ognuna avrebbe sentito parecchio la mancanza dell'altra, mentre Elena sembrava sollevata di allontanarsi per un po' da lei e Damon: era stato arduo per lei in quei giorni essere indifferente alla nuova coppia, ma ce l'aveva fatta alla grande e nessuno, nemmeno Stefan, aveva notato la sua difficoltà.
«Ora che faremo?» chiese Alyssa a Damon, mentre era accoccolata tra le sue braccia sul divano in salotto.
«Niente, continueremo come se niente fosse.» le rispose mentendo Damon, ma senza incrociare il suo sguardo per evitare di essere scoperto.
«Mmmh…certo. E tu credi che io me la beva?» gli disse Alyssa con un'espressione per nulla convinta.
«Perché dici così?» chiese Damon fingendosi sorpreso. Quella ragazza era proprio sveglia a volte!
«Perché conoscendoti non rimarrai con le mani in mano. Allora, qual'è il tuo piano,
signor Salvatore?» gli rispose, facendosi sfuggire un po' d'italiano.
A Damon scappò un sorrisetto divertito, ma subito si fece serio: «Se te lo dicessi immagino che piuttosto di farmelo attuare mi conficcheresti un paletto di legno nel cuore.».
«Allora dev'essere proprio un piano da idioti. Forza, sputa il rospo.» gli disse decisa Alyssa.
Dopo qualche momento di riflessione e indecisione, Damon le rispose. «Voglio scoprire cos'è. O meglio, come immagino io, cosa sono. E per farlo… Devo mettermi in gioco.» disse evitando il suo sguardo, ma con la coda dell'occhio vide l'espressione tesa di Alyssa nell'udire l'ultima frase.
«Proprio come pensavo. Decisamente uno stupidissimo piano. Ecco quale sarebbe un piano migliore: io andrò dove sono spariti i vampiri e le streghe di cui sei a conoscenza, perché so che hai scoperto alcuni luoghi dove si sono perse le loro tracce, è inutile che cerchi di nascondermelo. Dopodiché, attirando l'attenzione senza darlo a vedere, scoprirò cosa sono. Semplice e senza rischi.» gli disse tranquillamente Alyssa.
«Non posso lasciartelo fare.» le disse Damon. Il suo sguardo incontrò quello di Alyssa, e lei vi lesse apprensione e paura. Tanta paura di perderla. «Non sappiamo quello che ti potrebbero fare.».
«Non mi faranno niente, sono un'umana.»
«Ti seguirò.»
«Ti farai uccidere se mi seguirai, e mi metterai in pericolo.»
«Allora ci andrò solo io.»
«Non se ne parla nemmeno. Ci andrò solo io perché
io non corro alcun rischio.»
«Allora non faremo niente. Nessuno dei due.»
«Certo, così una notte mentre dormirò tranquilla tu di nascosto uscirai da quella porta per andare a cercare questi esseri e non tornerai più. Scordatelo.»
Alyssa ormai stava gridando, la tensione tra i due era cresciuta sempre di più, ma nessuno sembrava darsi per vinto.
«Ci tieni a me, almeno un po'? Mi vuoi proteggere?» chiese Alyssa a Damon in un sussurro, guardandolo negli occhi.
«Certo, piccola.» le rispose dolcemente Damon, carezzandole il viso e posandole poi un bacio sulla fronte.
«Allora lascia che faccia la cosa giusta, così resteremo insieme. Nessuno rischierà, nessuno perderà l'altro. Io andrò lì, so già cosa fare. Vedrai che quando tornerò, sapremo cosa c'è sotto a tutto questo. Permettimi di esserti utile ora che ne ho l'occasione. Tu hai fatto tanto per me, è arrivato il momento di ricambiare.» gli disse sincera Alyssa, tenendogli il viso tra le mani.
«E se non andasse come dici tu? Se prendessero anche te per chissà quale motivo? Io come farei?» Damon non riusciva proprio a calmarsi.
«Non andrò a mani vuote. Porterò con me tutto ciò che mi potrebbe servire per difendermi, in quel caso. Stai tranquillo. In genere in quale momento della giornata sono avvenute le sparizioni?»
«Poco prima dell'alba, o comunque alle prime luci del mattino.»
«Bene, allora stanotte, prima che faccia l'alba, andrò in uno dei luoghi incriminati.»
«Non posso fare nulla per farti cambiare idea?» chiese preoccupato Damon.
«No, nulla. Devi solo fidarti di me.» gli disse Alyssa, poi sfiorò le labbra di Damon con le sue, guardandolo negli occhi. Damon la strinse a sé e si baciarono appassionatamente, mentre nella mente di Damon si faceva strada la paura di non poterla proteggere e, di conseguenza, perderla.

Mancavano circa due ore all'alba, e Damon e Alyssa erano in cucina a preparare lo zaino che lei si sarebbe portata dietro. All'interno c'era di tutto: da fiammiferi a paletti di legno, da pugnali a una pistola.
«Spero non mi fermi nessuno sbirro con tutta questa roba, altrimenti non mi rivedrai più per davvero!» disse ironica Alyssa, e subito si ritrovò nella stretta di Damon.
«Non è il momento di scherzare su queste cose, piccola. Non so cosa farei se dovessi perderti.» le disse stringendola nel suo abbraccio, mentre le baciava la fronte.
«Non pensarci, non succederà nulla. Ora sarà meglio che vada, devo fare moltissima strada prima che faccia giorno. Su, prendi il cellulare.» gli disse, prima di scoccargli un bacio sulle labbra morbide.
Damon prese il cellulare, così come Alyssa, e avviarono una videochiamata. Alyssa mise il suo cellulare nel taschino del giaccone che indossava, con la videocamera che ne spuntava al di fuori rivolta verso l'esterno, e ricordò a Damon di disattivare il microfono del suo, in modo che il telefono di Alyssa non emettesse alcun suono.
«Ci vediamo tra qualche ora.» disse Alyssa a Damon, e poi si baciarono con foga.
«Se vedrò qualcosa di strano, mi precipiterò lì, sappilo.» le sussurrò lui sulle labbra. Si staccarono a malincuore, poi Alyssa aprì la porta e iniziò ad incamminarsi. Damon la continuò ad osservare mentre svaniva pian piano, il desiderio di raggiungerla si faceva sempre più forte. Quando sparì dietro agli alberi, lui richiuse la porta, mentre una solitaria lacrima gli solcava il viso.
«Torna presto, piccola mia.» disse in un sospiro appoggiandosi alla porta chiusa.

Caroline si lanciò letteralmente tra le braccia di Klaus, mentre Matt andò incontro a Bonnie ed Elena. Si salutarono tutti, e poi si diressero all'uscita dell'aeroporto. Stefan prese il cellulare mentre informava Elena che avrebbe chiamato suo fratello per avvisarlo del loro arrivo. Caroline, udendo la conversazione, lasciò subito la mano di Klaus e in un attimo raggiunse Stefan per bloccarlo.
«Sei impazzito!? Vuoi chiamare proprio adesso che è piena notte!?» lo ammonì.
«E tu credi che sarebbe un problema per Damon se lo svegliassi?» le chiese incredulo Stefan, sorpreso soprattutto dall'insolita preoccupazione della vampira.
«Non per Damon, ma per Alyssa sì. Lo sai che ormai dormono sempre assieme, no?» gli disse Caroline.
«Certo che lo so, sono nella stanza accanto alla mia! Solo che non ho collegato Alyssa e tutto il resto. Lo chiamerò tra qualche ora, prima che vadano all'università.» ammise la svista Stefan.
Caricarono i bagagli sulle auto di Klaus, Matt e Rebekah, e poi partirono per raggiungere casa di Klaus. Quando vi arrivarono si trovarono davanti ad una vista mozzafiato: la lussuosa ed immensa villa si ergeva su una collinetta, e dietro vi si poteva ammirare il riflesso della luna sull'oceano; tutt'attorno, un rigoglioso giardino era illuminato da eleganti faretti, dominato dal prato all'inglese e dagli arbusti di svariati fiori. Un grande cancello automatico in ferro battuto, lavorato sapientemente, consentiva l'ingresso alla villa, racchiusa dall'alta recinzione nella stessa fattura del cancello.
Quando il cancello si aprì, le tre auto passarono su un vialetto lastricato in pietra costeggiato da maestose palme, e si fermarono alla fine di esso, dove terminava in una grande rotonda con al centro un'elegante fontana in marmo bianco. Tutti scesero dalle macchine, e gli ospiti rimasero ad osservare estasiati la favolosa facciata della villa, perfettamente illuminata con un gioco di luci di vari colori, poi Klaus, Matt e Rebekah mostrarono loro gli interni, anch'essi di lusso. Dopo aver terminato il giro della villa, tutti si accomodarono nel vasto salotto, e chiacchierando attesero che la domestica, ovviamente soggiogata da Klaus, portasse loro da bere. Nell'attesa, però, il cellulare di Stefan squillò.
«Caroline…che ore sono a Durham adesso?» le chiese allarmato Stefan.
Caroline guardò velocemente nell'orologio che aveva al polso, che non aveva ancora aggiornato.
«Quasi le sei. Perché?»
Stefan, molto velocemente e senza riuscire a celare la preoccupazione che si era impadronita di lui, riuscì a dire solo due parole che fecero agitare tutti i presenti, prima di rispondere al cellulare.
«È Damon.»

Alyssa era quasi arrivata nella zona del bosco in cui Damon le aveva riferito che erano spariti la maggior parte dei vampiri e delle streghe; prese dal suo zainetto la mappa, un mero elemento di scena, e facendo finta di essersi persa iniziò a vagare per la zona, sperando di incontrare qualcuno, o qualcosa.
Improvvisamente, dopo una decina di minuti di camminata, il cielo si scurì velocemente facendola angosciare, e arrivarono folate di vento freddo che le si conficcarono fin nelle ossa. Non riusciva più a sentire nulla tranne che l'ululato della tempesta, nemmeno il fruscìo delle foglie sotto i suoi piedi o di quelle gettate di qua e di là dalla mano invisibile del vento. Si strinse tra le spalle e cercò di ripararsi il più possibile, ma le sembrava che infinite lame ghiacciate le trapassassero tutto il corpo. Cercò di resistere il più possibile, poi, stremata, si inginocchiò a terra. Sentiva che tutto questo non era normale: non era una semplice tempesta autunnale, no, di questo era sicura. Pregò che tutto finisse il più presto possibile, invano. Dopo qualche istante ancora nel cuore della tempesta, Alyssa si ritrovò rannicchiata su un tappeto di foglie secche, tremanti quasi quanto lei, poco prima che l'oscurità la divorasse.

Damon non aveva distolto nemmeno per un attimo lo sguardo dal display del suo cellulare. Stava osservando ad ogni passo il percorso di Alyssa, e vedendo le strade che aveva percorso sapeva che ormai era arrivata nella zona che le aveva indicato. Rimase ad osservare attento, fin quando il display si oscurò.
«Maledetto affare!» imprecò Damon contro il cellulare, pensando ci fosse qualche problema di comunicazione.
Ma quando sentì il forte soffio del vento dall'altoparlante, capì che la situazione non era affatto come pensava.
«Ma che diavolo succede…?!» inveì, poi attivò il microfono del suo cellulare «Alyssa! Alyssaaaa!» provò a chiamare diverse volte, ma non ricevette alcuna risposta.
Senza pensarci oltre, ancora col cellulare in mano, mentre invocava il nome della sua piccola, corse fuori, verso il luogo dove sperava con tutto se stesso si trovasse la sua Alyssa.

Alyssa si destò accarezzata da una tiepida brezza calma.
«Ehi…tutto ok?» le chiese una melodiosa voce che però non riusciva ad identificare.
Aprì gli occhi, e guardando davanti a sé vide una ragazza: aveva folti capelli castano cenere che le ricadevano sul petto, nascosti in gran parte dal cappuccio che indossava; gli occhi turchesi risplendevano sulla pelle lattea come il chiaro di luna.
«Ce la fai?» le chiese ancora quella voce, che scoprì essere di quella ragazza, la quale ora le stava porgendo la mano. Alyssa esitò, ma la ragazza insistette. «Dai, ti aiuto.» le disse prendendole la mano aiutandola a tirarsi su, e una volta in piedi Alyssa notò che la ragazza era più bassa di lei di almeno quindici centimetri ed era molto esile. Eppure non sembrava affatto sciupata.
«Che ci fai tutta sola qua, in mezzo al bosco, a quest'ora?» le chiese stupita la ragazza.
«Mi sono persa.» si giustificò Alyssa, mostrandole la mappa tutta stropicciata oramai.
«Se mi dici dove devi andare ti posso aiutare a ritrovare la strada.» si offrì l'estranea.
«Al Crystal Lake.» le rispose Alyssa, sapendo che distava un bel po' da dov'era in quel momento.
«Devi andare verso nord-est, di là» la ragazza le indicò un sentiero in mezzo al bosco, sembrava conoscere molto bene il luogo; «Ti ci vorrà molto, però…forse un'ora o più.».
«Grazie mille! Continuo la mia escursione allora. Grazie ancora per l'aiuto!» disse gentilmente Alyssa, e la ragazza fece spallucce.
Alyssa aveva intuito qualcosa di strano però in quella ragazza, e decise di testare la sua intuizione: fece qualche passo più avanti, e si chinò a staccare un fiore in mezzo all'erba.
«No! Ferma!» urlò la ragazza, che si era avvicinata istantaneamente ad Alyssa e l'aveva allontanata dal fiore prendendola per il polso. Alyssa percepì la temperatura fredda della mano della ragazza, che inavvertitamente aveva sfiorato la sua all'estremità del giaccone, e una nuvola di profumo di fragole l'avvolse.
Il cuore di Alyssa iniziò a battere vorticosamente. Sicuramente quella non era una semplice ragazza umana. La sua velocità, la sua pelle chiara e fredda, e la sua costituzione, che le ricordava quella delle fate e degli elfi di cui le aveva parlato Damon, le facevano venire in mente solo cose al di fuori della normalità degli umani.
«Perché? Volevo solo raccogliere un fiore…Questa zona fa parte di un parco naturale?» chiese Alyssa nascondendo il timore.
«No, non fa parte di nessun parco, però è pur sempre natura tutta quella che trovi qui attorno a te. E natura significa vita. Perciò non si strappano i fiori dalla terra, sarebbe come strappare dalle braccia di una mamma il suo bambino.» rispose la ragazza, ancora alterata.
Alyssa annuì accondiscendente, e iniziò a seguire la strada che le aveva indicato la ragazza.

Damon bloccò la sua corsa quando sentì una voce sconosciuta provenire dall'altoparlante del cellulare. Sullo schermo ancora non si vedeva granché. Poi sentì anche la voce di Alyssa, e pian piano sullo schermo comparì una ragazza. Damon ascoltò tutta la conversazione, mentre osservava attentamente ogni dettaglio, e quando Alyssa si allontanò dalla sconosciuta lui si rimise in marcia per raggiungerla.

Alyssa aveva ormai percorso molta strada dal luogo in cui aveva incontrato quella ragazza, ma era ancora in allerta. E se avesse capito che lei aveva intuito qualcosa del suo essere una creatura sovrannaturale? Se la stesse seguendo? Non aveva mai desiderato così tanto tornare al loft il più presto possibile! Stava percorrendo un piccolo sentiero in mezzo al bosco, e si guardava attorno attentamente. Ad un tratto sentì un rumore dietro ad un albero poco lontano da lei. Si fermò, presa dalla paura, e catalizzò il suo sguardo su quell'albero. Da dietro di esso, pian piano, comparì un'ombra, che Alyssa non riuscì a interpretare a causa della poca luce che filtrava dal fitto bosco. Si sentiva una stupida: come poteva pensare che quella ragazza non si fosse accorta di nulla? Ormai era in trappola, ma non si sarebbe data per vinta così facilmente. Si voltò di scatto dal lato opposto e iniziò a correre più velocemente possibile, nonostante lo zaino non proprio leggero sulle spalle. Corse, e corse, sempre più veloce, immaginando di dover raggiungere Damon dall'altra parte del bosco il più presto possibile. Se lo vide pure davanti, che le tendeva le braccia, e si dette dell'idiota per essere arrivata al punto di avere le allucinazioni per la paura. Ma quando cercò di correre attraverso l'illusione ottica sbatté contro qualcosa di
morbido e robusto allo stesso tempo, e poi si ritrovò a volteggiare per aria: non era un'allucinazione, era davvero Damon! Il vampiro l'aveva letteralmente presa al balzo e tenendola abbracciata a sé l'aveva fatta piroettare un paio di volte prima di rimetterla giù per terra. Damon cercò di baciarla, ma lei lo respinse: «Non abbiamo tempo, dobbiamo scappare!» disse allarmata Alyssa, ma Damon le rise in faccia.
«Tesoro, che stai dicendo? Da chi dobbiamo scappare?» disse ancora divertito Damon.
«Da quegli esseri! Sono qui nel bosco, ho visto un'ombra prima dietro un albero! Sono sicuramente loro, e temo che mi stiano seguendo perché hanno intuito che ho scoperto qualcosa!» disse tutto d'un fiato Alyssa, con una voce stridula piena di paura.
Damon mise il broncio e le sussurrò: «È da appena un paio d'ore che non mi vedi, e già non mi riconosci? Tesoro, ti assicuro che qua non c'è nessuno oltre io e te.».
Alyssa non riuscì a capire. «Come fai ad essere sicuro che qua non ci sia nessun altro? E cosa mi dici di quell'ombra?».
«Aly, "quell'ombra" ero io. Ovviamente tu non hai i sensi sviluppati come i miei e non mi hai distinto, però io ti ho vista subito, e volevo avvicinarmi con calma per non spaventarti ma non me ne hai dato il tempo. E a proposito di sensi sviluppati, ho sentito i tuoi passi da molto, molto lontano, e non c'era nessun altro suono estraneo al bosco. Quindi ora cerca di calmarti.» le disse Damon carezzandole i capelli.
Alyssa annuì e si strinse a Damon, riuscendosi così a calmare in poco tempo.
«Dai, torniamo a casa, piccola.» le sussurrò dolcemente Damon, poi la prese in spalla e a velocità vampiresca tornarono verso il loft.

«Damon?» chiese Stefan all'altro capo del telefono.
«
Sì Stefan, chi vuoi che sia?» rispose leggermente scocciato Damon.
«Va tutto bene?» chiese ancora preoccupato Stefan.
«
Dipende dai punti di vista. Sei con Klaus?» chiese Damon, senza farsi mancare una punta del suo sarcasmo.
«Sì, è qui. Vuoi parlare con lui?»
«
No, forse è meglio se metti direttamente il vivavoce.»
«Fatto. Sentiamo.»
«
Abbiamo scoperto chi potrebbe essere la causa di tutte quelle sparizioni.»
«Abbiamo?» chiese Caroline.
«
Sì, io e Alyssa. O, se vogliamo essere precisi, LEI l'ha scoperto.»
«Damon, cos'hai combinato stavolta?!» s'intromise Rebekah, preoccupata per la sua amica.
«
Non ho combinato un bel niente! Diciamo che io ho avuto un'idea e lei l'ha stravolta facendo di testa sua, ma alla fine devo dire che è stato un piano geniale, nonostante il colpo che mi ha fatto prendere.»
«Oddio Damon, cos'è successo? Adesso dov'è lei?» chiese timorosa Caroline.
«
Oh, tranquille Barbie, è qui affianco a me, e sta bene. Se non fosse così, non sarei di certo a chiacchierare al telefono con voi, senza offesa. Volevo dirvi comunque che a quanto pare abbiamo a che fare con degli elfi. Alyssa ha incontrato nel bosco una ragazza minuta ed esile, con la pelle chiarissima, occhi turchesi, e guarda caso con un cappuccio in testa. E, pura casualità, prima di incontrarla c'è stata un'improvvisa tempesta di vento ghiacciato con tanto di nuvoloni scuri, mentre ora c'è una tiepido mattino assolato.»
«Non bastano solo queste informazioni per avere la certezza che una ragazza incontrata nel bosco sia un elfo.» disse Klaus.
«
Infatti non sono le uniche informazioni che abbiamo. Alyssa ha provato a raccogliere un fiore da terra proprio davanti a lei, e questa con uno scatto per nulla umano l'ha bloccata. E indovinate un po' cos'ha sentito Alyssa? Pelle fredda e un distinto profumo di fragole.»
Klaus guardò tutti gli altri presenti nella stanza. Forse Damon aveva ragione. «Tu non eri lì però, vero?»
«
No…» ammise Damon sentendosi in colpa per averla lasciata sola.
«DAMON! Sei inaffidabile! Come hai potuto lasciarla sola in mezzo al bosco!?» urlò Caroline.
«
Non l'ho lasciata da sola, ci è andata da sola. Ve l'ho detto, avevo un piano e lei me l'ha stravolto, ma a questo punto, credo che se non lo avesse fatto adesso non sarei stato qui a parlare con voi.» rispose amaramente il vampiro.
«Rimani pur sempre un idiota, visto che da quel che ho capito ci volevi andare tu nel bosco, da solo.» gli disse Stefan.
Damon sbuffò. «
Sentite, non ho chiamato per discutere i miei piani o quelli di Alyssa, ma semplicemente per farmi dire da Klaus cosa possiamo fare contro questi stronzi, prima che prendano qualcun altro.»
«Non puoi fare un bel niente, Damon.» disse più serio che mai Klaus.
«
Cosa?!» disse incredulo Damon, il suo tono di voce rispecchiava appieno l'espressione sui volti di Rebekah, Matt e i loro ospiti.
«Non ho idea di come sconfiggere un elfo. Credo che mi dovrai dare una mano per scoprirlo, Bonnie.» disse Klaus, rivolgendosi poi alla strega, che annuì.
«
Beh, cercate di darvi da fare alla svelta allora!» disse irritato Damon.
«Faremo il possibile, intanto voi non cacciatevi più nei guai e restate in casa, gli elfi sono molto pericolosi e potenti, te lo posso assicurare.» rispose Klaus.
«Damon, davvero, rimanete in casa, tanto troverete sicuramente qualcosa da fare.» disse maliziosamente Stefan, scatenando delle espressioni perplesse nei presenti: non era tipo da fare questo genere di battute infatti.
«
Oh, di quello non ti devi preoccupare, fratello. Alyssa per sua fortuna ha a che fare con uno come me, a differenza della povera Elena che ha a che fare con Santo Stefan!» rispose sarcastico Damon, facendo ridere Caroline e Rebekah mentre Elena alzò gli occhi al cielo.
Terminarono la chiamata, e subito Klaus si allontanò per fare due telefonate, tornando poi dagli ospiti.
«Verranno anche Elijah e Kol ad aiutarci. Intanto, Bonnie, comincia a dare un'occhiata nei tuoi Grimori per vedere se trovi qualcosa riguardo gli elfi. Io torno tra poco, vado a cercare tra tutto quel che ho accumulato in questi anni per vedere se trovo qualcosa di interessante. Mia cara, vieni con me?» disse Klaus, porgendo la mano a Caroline.
Caroline prese la mano di Klaus e uscirono dal salone, mentre Bonnie cominciava ad aprire una delle valigie piene di Grimori.

«Oggi niente università.» annunciò Damon ad Alyssa appena conclusa la chiamata.
«Perché?» chiese contrariata Alyssa.
«Primo: perché ora che sappiamo con chi abbiamo a che fare ci conviene stare belli tranquilli in casa; secondo: perché ti sei beccata un bel raffreddore grazie a quell'idiota di un elfo quindi è meglio se non esci; terzo: perché ti sei svegliata nel bel mezzo della notte e ora mi sembra più che logico che tu ti debba riposare un po'. Devo aggiungere altro?» le rispose Damon cercando di essere convincente.
«Dai, è solo un po' di raffreddore, non sto mica morendo!» ironizzò Alyssa.
Damon la prese dai fianchi e la fece sedere a cavalcioni su di lui. «Con quella parola non ci scherzare mai più, ti prego.» le sussurrò dolcemente tenendole il viso tra le mani, lo sguardo di lui travolto da mille emozioni contemporaneamente.
Ad Alyssa si sciolse il cuore: Damon riusciva ad essere così amorevole e premuroso con lei, eppure c'era ancora chi era convinto che fosse solo un menefreghista. «Damon, io però sono un'umana. Prima o poi è inevitabile che succeda.» gli disse Alyssa con un velo di tristezza.
«No, una soluzione ci sarebbe.» le disse lui con tono serio, facendola sembrare una richiesta inespressa.
«Scusami, ma sinceramente non mi sembra il momento ideale per passare dalla parte dei vampiri. E comunque per ora voglio restare semplicemente come sono.» disse apertamente Alyssa.
«Vuol dire che in futuro ci potrebbe essere una possibilità?» chiese scettico Damon.
«In futuro ci penserò su. Te lo prometto. Ma è tutto da vedere.» disse Alyssa, poi con tono scherzoso aggiunse «Cosa c'è, non ti piaccio più così?».
Damon le baciò il collo e poi le sfiorò l'orecchio con le labbra.
«Mai fare una domanda del genere ad un vampiro, mia piccola dolce umana.» le sussurrò con ardore, passandole poi la lingua sul collo.
Alyssa chiuse gli occhi, godendosi il momento, mentre sentiva i brividi scivolarle lungo tutta la schiena. Damon continuò a baciarle e mordicchiarle dolcemente il collo, e Alyssa ormai era in un altro mondo, dove esistevano solo lei e Damon.
«Damon….» sussurrò Alyssa affannosamente; «Damon…lo sai che…è il mio punto debole…e non devi…stuzzicarlo troppo…» continuò a sussurrargli tra un sospiro e l'altro, mentre lo stringeva sempre di più a sé.
Alyssa resistette ancora per poco, poi cercò le labbra di Damon con le sue, e quando si incontrarono lo baciò con tutta la passione che aveva in corpo.
Rimasero a guardarsi negli occhi, mentre ancora riprendevano fiato, come se potessero restare in quel modo per l'eternità.
«Sappi che, dopo quel che ti è successo nel bosco, non ti lascerò mai più andare da nessuna parte senza di me. Le sensazioni terribili che ho provato oggi non le voglio provare mai più.» le sussurrò Damon, facendola sorridere.
«Quindi se ti dicessi che adesso vado a dormire seguendo il consiglio che mi hai dato prima, tu verresti con me?» gli chiese divertita Alyssa.
«Ti sembra necessario chiederlo?» le rispose ridacchiando Damon, mentre tenendola avvinghiata a sé la portò in camera sua. «Ora per me sarà difficile dormire però.» le disse dopo averla adagiata sul letto, mentre faceva scorrere le dita sui fianchi, provocandole altri brividi.
«Sei tu che hai iniziato a stuzzicare, non prendertela con me.» gli rispose Alyssa facendogli la linguaccia.
«Un ultimo bacio, un bel bacio della buonanotte, e poi ti lascio dormire. Lo so che sei stanca, anche se cerchi di nascondermelo.» le sussurrò a una spanna dal viso mentre si posava su di lei, e poi tuffò le sue labbra su quelle di Alyssa. Lui la strinse a sé, e lei per tutta risposta si avvinghiò a lui. Era incredibile quello che riuscivano a provare anche con un solo bacio: tutta la passione e l'affetto che provavano l'uno per l'altra esplodeva ogni volta che qualsiasi parte del loro corpo entrava in contatto con l'altro.
Damon si distese accanto a lei, e le fece adagiare il capo sul suo petto. L'abbracciò, e dopo averle dato un dolce bacio sulla fronte le sussurrò «Adesso riposati piccola mia. Finché starai tra le mie braccia nessuno ti potrà far male, ci sono io a proteggerti, a tutti i costi.».

Il sole era ormai alto nel cielo di Los Angeles mentre Bonnie e Klaus erano ancora alla ricerca di informazioni sugli elfi. Stefan, Elena, Matt e Rebekah volevano aiutare almeno Klaus, visto che nei Grimori di Bonnie non avrebbero capito nulla, ma lui non voleva che frugassero tra la sua roba, per cui li allontanò dal grande salone dove teneva tutti i suoi vecchi ricordi. I quattro decisero allora di farsi un giro per la città, approfittando del momento abbastanza tranquillo, uno degli ultimi per molto tempo, probabilmente.
«Klaus!» disse Bonnie ad alta voce, sapendo che l'ibrido l'avrebbe sentita anche se era in una stanza lontana da quella in cui era lei.
In un istante Klaus si palesò di fronte a lei, seguito da Caroline: Bonnie guardava nel vuoto in un'espressione piena di terrore.
«Che succede?» le chiese Klaus, impaziente.
«Ho trovato qualcosa…qualcosa di terribile.»




È passato molto tempo da quando ho postato il mio ultimo capitolo e me ne scuso davvero tanto!
Purtroppo i prossimi capitoli non so quando riuscirò a pubblicarli, potrebbe succedere tra due giorni come tra un mese… Ho davvero tanti impegni e mi tocca mettere la scrittura in secondo piano… E la cosa mi rattrista ancor di più dopo aver visto il promo della puntata 4x02 di TVD: in esso viene fatta vedere una cosa che succederà anche nei prossimi capitoli della mia storia e mi spiacerebbe se voi pensaste che l'ho copiata dalla serie, visto che è da due mesi che è scritta nella mia scaletta. =(
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia, e spero con tutto il cuore di poter continuare a scrivere il prima possibile! Credetemi, per una che sa già come andrà, non poterlo far sapere ai suoi lettori è proprio una tortura! XD
Vi ricordo i link del Blog e della pagina Facebook, anche se li ho lasciati da parte come la storia! =(
Al prossimo capitolo, se avrete pazienza (lo spero)!


ElenaDobrevSomerhalder


   
 
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