Da
quando Damon e Alyssa si erano rivelati i loro rispettivi sentimenti,
un paio di giorni prima, lui aveva convinto le ragazze ad andare
all'università in macchina con lui senza farsi accompagnare apposta
da Stefan. Per questo, quando in quel freddo giovedì mattina di metà
novembre, all'uscita dall'università si ritrovarono davanti Stefan
lo trovarono molto strano. Le ragazze si guardarono allarmate tra di
loro, poi Alyssa si voltò preoccupata verso Damon. Se Stefan era lì,
c'era sicuramente qualcosa che non andava. Stefan li raggiunse
velocemente e appena aprì bocca tutti raggelarono.
«Dobbiamo
andare via, sono stati presi altri due vampiri stanotte.» sputò
Stefan, cercando senza successo di mantenere la calma.
Le ragazze
dopo essersi riprese dallo shock della notizia si voltarono verso
Damon, ricordando la scelta che aveva fatto nel weekend precedente, e
mentre Alyssa lo abbracciò dolcemente, Elena gli chiese se era
ancora deciso a rimanere a Durham.
«Certo. Ho deciso così e non
ho alcuna intenzione di cambiare idea.» rispose convinto, poi chinò
il capo e guardando Alyssa che ora lo stava abbracciando stretto
disse: «E a quanto pare non sono l’unico a pensarla così,
vero?».
Alyssa annuì, ancora attaccata a lui, poi si rivolse a
Stefan: «Dovete andarvene subito?» le chiese triste.
«Abbiamo
giusto il tempo di passare da casa a prendere i bagagli da portarci,
poi dobbiamo andare all'aeroporto. Ci vuole almeno mezz'ora per
arrivarci e dobbiamo essere lì almeno un'ora prima della partenza
del volo.» le rispose.
«Ho bisogno dei miei Grimori.» commentò
preoccupata Bonnie.
«Non ti preoccupare, abbiamo tre valigie
ciascuno a disposizione, e io credo di riempirne a malapena una.
Troveremo lo spazio per tutto.» la rassicurò Stefan, che poi fece
fretta al gruppo per andare a casa.
Stefan, Elena, Bonnie e
Caroline erano già partiti per Los Angeles. Prima di andarsene
Stefan aveva vietato a Damon e Alyssa di accompagnarli fino
all'aeroporto, e si era raccomandato con Damon di non uscire se non
strettamente necessario, come per andare all'università, e di
guardarsi le spalle; Caroline e Alyssa si erano salutate
affettuosamente, ognuna avrebbe sentito parecchio la mancanza
dell'altra, mentre Elena sembrava sollevata di allontanarsi per un
po' da lei e Damon: era stato arduo per lei in quei giorni essere
indifferente alla nuova coppia, ma ce l'aveva fatta alla grande e
nessuno, nemmeno Stefan, aveva notato la sua difficoltà.
«Ora
che faremo?» chiese Alyssa a Damon, mentre era accoccolata tra le
sue braccia sul divano in salotto.
«Niente, continueremo come se
niente fosse.» le rispose mentendo Damon, ma senza incrociare il suo
sguardo per evitare di essere scoperto.
«Mmmh…certo. E tu credi
che io me la beva?» gli disse Alyssa con un'espressione per nulla
convinta.
«Perché dici così?» chiese Damon fingendosi
sorpreso. Quella ragazza era proprio sveglia a volte!
«Perché
conoscendoti non rimarrai con le mani in mano. Allora, qual'è il tuo
piano, signor
Salvatore?»
gli rispose, facendosi sfuggire un po' d'italiano.
A Damon scappò
un sorrisetto divertito, ma subito si fece serio: «Se te lo dicessi
immagino che piuttosto di farmelo attuare mi conficcheresti un
paletto di legno nel cuore.».
«Allora dev'essere proprio un
piano da idioti. Forza, sputa il rospo.» gli disse decisa
Alyssa.
Dopo qualche momento di riflessione e indecisione, Damon
le rispose. «Voglio scoprire cos'è. O meglio, come immagino io,
cosa sono. E per farlo… Devo mettermi in gioco.» disse evitando il
suo sguardo, ma con la coda dell'occhio vide l'espressione tesa di
Alyssa nell'udire l'ultima frase.
«Proprio come pensavo.
Decisamente uno stupidissimo piano. Ecco quale sarebbe un piano
migliore: io andrò dove sono spariti i vampiri e le streghe di cui
sei a conoscenza, perché so che hai scoperto alcuni luoghi dove si
sono perse le loro tracce, è inutile che cerchi di nascondermelo.
Dopodiché, attirando l'attenzione senza darlo a vedere, scoprirò
cosa sono. Semplice e senza rischi.» gli disse tranquillamente
Alyssa.
«Non posso lasciartelo fare.» le disse Damon. Il suo
sguardo incontrò quello di Alyssa, e lei vi lesse apprensione e
paura. Tanta paura di perderla. «Non sappiamo quello che ti
potrebbero fare.».
«Non mi faranno niente, sono un'umana.»
«Ti
seguirò.»
«Ti farai uccidere se mi seguirai, e mi metterai in
pericolo.»
«Allora ci andrò solo io.»
«Non se ne parla
nemmeno. Ci andrò solo io perché io
non
corro alcun rischio.»
«Allora non faremo niente. Nessuno dei
due.»
«Certo, così una notte mentre dormirò tranquilla tu di
nascosto uscirai da quella porta per andare a cercare questi esseri e
non tornerai più. Scordatelo.»
Alyssa ormai stava gridando, la
tensione tra i due era cresciuta sempre di più, ma nessuno sembrava
darsi per vinto.
«Ci tieni a me, almeno un po'? Mi vuoi
proteggere?» chiese Alyssa a Damon in un sussurro, guardandolo negli
occhi.
«Certo, piccola.» le rispose dolcemente Damon,
carezzandole il viso e posandole poi un bacio sulla fronte.
«Allora
lascia che faccia la cosa giusta, così resteremo insieme. Nessuno
rischierà, nessuno perderà l'altro. Io andrò lì, so già cosa
fare. Vedrai che quando tornerò, sapremo cosa c'è sotto a tutto
questo. Permettimi di esserti utile ora che ne ho l'occasione. Tu hai
fatto tanto per me, è arrivato il momento di ricambiare.» gli disse
sincera Alyssa, tenendogli il viso tra le mani.
«E se non andasse
come dici tu? Se prendessero anche te per chissà quale motivo? Io
come farei?» Damon non riusciva proprio a calmarsi.
«Non andrò
a mani vuote. Porterò con me tutto ciò che mi potrebbe servire per
difendermi, in quel caso. Stai tranquillo. In genere in quale momento
della giornata sono avvenute le sparizioni?»
«Poco prima
dell'alba, o comunque alle prime luci del mattino.»
«Bene,
allora stanotte, prima che faccia l'alba, andrò in uno dei luoghi
incriminati.»
«Non posso fare nulla per farti cambiare idea?»
chiese preoccupato Damon.
«No, nulla. Devi solo fidarti di me.»
gli disse Alyssa, poi sfiorò le labbra di Damon con le sue,
guardandolo negli occhi. Damon la strinse a sé e si baciarono
appassionatamente, mentre nella mente di Damon si faceva strada la
paura di non poterla proteggere e, di conseguenza,
perderla.
Mancavano circa due ore all'alba, e Damon e Alyssa
erano in cucina a preparare lo zaino che lei si sarebbe portata
dietro. All'interno c'era di tutto: da fiammiferi a paletti di legno,
da pugnali a una pistola.
«Spero non mi fermi nessuno sbirro con
tutta questa roba, altrimenti non mi rivedrai più per davvero!»
disse ironica Alyssa, e subito si ritrovò nella stretta di
Damon.
«Non è il momento di scherzare su queste cose, piccola.
Non so cosa farei se dovessi perderti.» le disse stringendola nel
suo abbraccio, mentre le baciava la fronte.
«Non pensarci, non
succederà nulla. Ora sarà meglio che vada, devo fare moltissima
strada prima che faccia giorno. Su, prendi il cellulare.» gli disse,
prima di scoccargli un bacio sulle labbra morbide.
Damon prese il
cellulare, così come Alyssa, e avviarono una videochiamata. Alyssa
mise il suo cellulare nel taschino del giaccone che indossava, con la
videocamera che ne spuntava al di fuori rivolta verso l'esterno, e
ricordò a Damon di disattivare il microfono del suo, in modo che il
telefono di Alyssa non emettesse alcun suono.
«Ci vediamo tra
qualche ora.» disse Alyssa a Damon, e poi si baciarono con foga.
«Se
vedrò qualcosa di strano, mi precipiterò lì, sappilo.» le
sussurrò lui sulle labbra. Si staccarono a malincuore, poi Alyssa
aprì la porta e iniziò ad incamminarsi. Damon la continuò ad
osservare mentre svaniva pian piano, il desiderio di raggiungerla si
faceva sempre più forte. Quando sparì dietro agli alberi, lui
richiuse la porta, mentre una solitaria lacrima gli solcava il
viso.
«Torna presto, piccola mia.» disse in un sospiro
appoggiandosi alla porta chiusa.
Caroline si lanciò
letteralmente tra le braccia di Klaus, mentre Matt andò incontro a
Bonnie ed Elena. Si salutarono tutti, e poi si diressero all'uscita
dell'aeroporto. Stefan prese il cellulare mentre informava Elena che
avrebbe chiamato suo fratello per avvisarlo del loro arrivo.
Caroline, udendo la conversazione, lasciò subito la mano di Klaus e
in un attimo raggiunse Stefan per bloccarlo.
«Sei impazzito!?
Vuoi chiamare proprio adesso che è piena notte!?» lo ammonì.
«E
tu credi che sarebbe un problema per Damon se lo svegliassi?» le
chiese incredulo Stefan, sorpreso soprattutto dall'insolita
preoccupazione della vampira.
«Non per Damon, ma per Alyssa sì.
Lo sai che ormai dormono sempre assieme, no?» gli disse
Caroline.
«Certo che lo so, sono nella stanza accanto alla mia!
Solo che non ho collegato Alyssa e tutto il resto. Lo chiamerò tra
qualche ora, prima che vadano all'università.» ammise la svista
Stefan.
Caricarono i bagagli sulle auto di Klaus, Matt e Rebekah,
e poi partirono per raggiungere casa di Klaus. Quando vi arrivarono
si trovarono davanti ad una vista mozzafiato: la lussuosa ed immensa
villa si ergeva su una collinetta, e dietro vi si poteva ammirare il
riflesso della luna sull'oceano; tutt'attorno, un rigoglioso giardino
era illuminato da eleganti faretti, dominato dal prato all'inglese e
dagli arbusti di svariati fiori. Un grande cancello automatico in
ferro battuto, lavorato sapientemente, consentiva l'ingresso alla
villa, racchiusa dall'alta recinzione nella stessa fattura del
cancello.
Quando il cancello si aprì, le tre auto passarono su un
vialetto lastricato in pietra costeggiato da maestose palme, e si
fermarono alla fine di esso, dove terminava in una grande rotonda con
al centro un'elegante fontana in marmo bianco. Tutti scesero dalle
macchine, e gli ospiti rimasero ad osservare estasiati la favolosa
facciata della villa, perfettamente illuminata con un gioco di luci
di vari colori, poi Klaus, Matt e Rebekah mostrarono loro gli
interni, anch'essi di lusso. Dopo aver terminato il giro della villa,
tutti si accomodarono nel vasto salotto, e chiacchierando attesero
che la domestica, ovviamente soggiogata da Klaus, portasse loro da
bere. Nell'attesa, però, il cellulare di Stefan
squillò.
«Caroline…che ore sono a Durham adesso?» le chiese
allarmato Stefan.
Caroline guardò velocemente nell'orologio che
aveva al polso, che non aveva ancora aggiornato.
«Quasi le sei.
Perché?»
Stefan, molto velocemente e senza riuscire a celare la
preoccupazione che si era impadronita di lui, riuscì a dire solo due
parole che fecero agitare tutti i presenti, prima di rispondere al
cellulare.
«È Damon.»
Alyssa era quasi arrivata nella
zona del bosco in cui Damon le aveva riferito che erano spariti la
maggior parte dei vampiri e delle streghe; prese dal suo zainetto la
mappa, un mero elemento di scena, e facendo finta di essersi persa
iniziò a vagare per la zona, sperando di incontrare qualcuno, o
qualcosa.
Improvvisamente, dopo una decina di minuti di camminata,
il cielo si scurì velocemente facendola angosciare, e arrivarono
folate di vento freddo che le si conficcarono fin nelle ossa. Non
riusciva più a sentire nulla tranne che l'ululato della tempesta,
nemmeno il fruscìo delle foglie sotto i suoi piedi o di quelle
gettate di qua e di là dalla mano invisibile del vento. Si strinse
tra le spalle e cercò di ripararsi il più possibile, ma le sembrava
che infinite lame ghiacciate le trapassassero tutto il corpo. Cercò
di resistere il più possibile, poi, stremata, si inginocchiò a
terra. Sentiva che tutto questo non era normale: non era una semplice
tempesta autunnale, no, di questo era sicura. Pregò che tutto
finisse il più presto possibile, invano. Dopo qualche istante ancora
nel cuore della tempesta, Alyssa si ritrovò rannicchiata su un
tappeto di foglie secche, tremanti quasi quanto lei, poco prima che
l'oscurità la divorasse.
Damon non aveva distolto nemmeno per
un attimo lo sguardo dal display del suo cellulare. Stava osservando
ad ogni passo il percorso di Alyssa, e vedendo le strade che aveva
percorso sapeva che ormai era arrivata nella zona che le aveva
indicato. Rimase ad osservare attento, fin quando il display si
oscurò.
«Maledetto affare!» imprecò Damon contro il cellulare,
pensando ci fosse qualche problema di comunicazione.
Ma quando
sentì il forte soffio del vento dall'altoparlante, capì che la
situazione non era affatto come pensava.
«Ma che diavolo
succede…?!» inveì, poi attivò il microfono del suo cellulare
«Alyssa! Alyssaaaa!» provò a chiamare diverse volte, ma non
ricevette alcuna risposta.
Senza pensarci oltre, ancora col
cellulare in mano, mentre invocava il nome della sua piccola, corse
fuori, verso il luogo dove sperava con tutto se stesso si trovasse la
sua Alyssa.
Alyssa si destò accarezzata da una tiepida brezza
calma.
«Ehi…tutto ok?» le chiese una melodiosa voce che però
non riusciva ad identificare.
Aprì gli occhi, e guardando davanti
a sé vide una ragazza: aveva folti capelli castano cenere che le
ricadevano sul petto, nascosti in gran parte dal cappuccio che
indossava; gli occhi turchesi risplendevano sulla pelle lattea come
il chiaro di luna.
«Ce la fai?» le chiese ancora quella voce,
che scoprì essere di quella ragazza, la quale ora le stava porgendo
la mano. Alyssa esitò, ma la ragazza insistette. «Dai, ti aiuto.»
le disse prendendole la mano aiutandola a tirarsi su, e una volta in
piedi Alyssa notò che la ragazza era più bassa di lei di almeno
quindici centimetri ed era molto esile. Eppure non sembrava affatto
sciupata.
«Che ci fai tutta sola qua, in mezzo al bosco, a
quest'ora?» le chiese stupita la ragazza.
«Mi sono persa.» si
giustificò Alyssa, mostrandole la mappa tutta stropicciata
oramai.
«Se mi dici dove devi andare ti posso aiutare a ritrovare
la strada.» si offrì l'estranea.
«Al Crystal Lake.» le rispose
Alyssa, sapendo che distava un bel po' da dov'era in quel
momento.
«Devi andare verso nord-est, di là» la ragazza le
indicò un sentiero in mezzo al bosco, sembrava conoscere molto bene
il luogo; «Ti ci vorrà molto, però…forse un'ora o più.».
«Grazie
mille! Continuo la mia escursione allora. Grazie ancora per l'aiuto!»
disse gentilmente Alyssa, e la ragazza fece spallucce.
Alyssa
aveva intuito qualcosa di strano però in quella ragazza, e decise di
testare la sua intuizione: fece qualche passo più avanti, e si chinò
a staccare un fiore in mezzo all'erba.
«No! Ferma!» urlò la
ragazza, che si era avvicinata istantaneamente ad Alyssa e l'aveva
allontanata dal fiore prendendola per il polso. Alyssa percepì la
temperatura fredda della mano della ragazza, che inavvertitamente
aveva sfiorato la sua all'estremità del giaccone, e una nuvola di
profumo di fragole l'avvolse.
Il cuore di Alyssa iniziò a battere
vorticosamente. Sicuramente quella non era una semplice ragazza
umana. La sua velocità, la sua pelle chiara e fredda, e la sua
costituzione, che le ricordava quella delle fate e degli elfi di cui
le aveva parlato Damon, le facevano venire in mente solo cose al di
fuori della normalità degli umani.
«Perché? Volevo solo
raccogliere un fiore…Questa zona fa parte di un parco naturale?»
chiese Alyssa nascondendo il timore.
«No, non fa parte di nessun
parco, però è pur sempre natura tutta quella che trovi qui attorno
a te. E natura significa vita. Perciò non si strappano i fiori dalla
terra, sarebbe come strappare dalle braccia di una mamma il suo
bambino.» rispose la ragazza, ancora alterata.
Alyssa annuì
accondiscendente, e iniziò a seguire la strada che le aveva indicato
la ragazza.
Damon bloccò la sua corsa quando sentì una voce
sconosciuta provenire dall'altoparlante del cellulare. Sullo schermo
ancora non si vedeva granché. Poi sentì anche la voce di Alyssa, e
pian piano sullo schermo comparì una ragazza. Damon ascoltò tutta
la conversazione, mentre osservava attentamente ogni dettaglio, e
quando Alyssa si allontanò dalla sconosciuta lui si rimise in marcia
per raggiungerla.
Alyssa aveva ormai percorso molta strada dal
luogo in cui aveva incontrato quella ragazza, ma era ancora in
allerta. E se avesse capito che lei aveva intuito qualcosa del suo
essere una creatura sovrannaturale? Se la stesse seguendo? Non aveva
mai desiderato così tanto tornare al loft il più presto possibile!
Stava percorrendo un piccolo sentiero in mezzo al bosco, e si
guardava attorno attentamente. Ad un tratto sentì un rumore dietro
ad un albero poco lontano da lei. Si fermò, presa dalla paura, e
catalizzò il suo sguardo su quell'albero. Da dietro di esso, pian
piano, comparì un'ombra, che Alyssa non riuscì a interpretare a
causa della poca luce che filtrava dal fitto bosco. Si sentiva una
stupida: come poteva pensare che quella ragazza non si fosse accorta
di nulla? Ormai era in trappola, ma non si sarebbe data per vinta
così facilmente. Si voltò di scatto dal lato opposto e iniziò a
correre più velocemente possibile, nonostante lo zaino non proprio
leggero sulle spalle. Corse, e corse, sempre più veloce, immaginando
di dover raggiungere Damon dall'altra parte del bosco il più presto
possibile. Se lo vide pure davanti, che le tendeva le braccia, e si
dette dell'idiota per essere arrivata al punto di avere le
allucinazioni per la paura. Ma quando cercò di correre attraverso
l'illusione ottica sbatté contro qualcosa di
morbido e robusto
allo
stesso tempo, e poi si ritrovò a volteggiare per aria: non era
un'allucinazione, era davvero Damon! Il vampiro l'aveva letteralmente
presa al balzo e tenendola abbracciata a sé l'aveva fatta piroettare
un paio di volte prima di rimetterla giù per terra. Damon cercò di
baciarla, ma lei lo respinse: «Non abbiamo tempo, dobbiamo
scappare!» disse allarmata Alyssa, ma Damon le rise in
faccia.
«Tesoro, che stai dicendo? Da chi dobbiamo scappare?»
disse ancora divertito Damon.
«Da quegli esseri! Sono qui nel
bosco, ho visto un'ombra prima dietro un albero! Sono sicuramente
loro, e temo che mi stiano seguendo perché hanno intuito che ho
scoperto qualcosa!» disse tutto d'un fiato Alyssa, con una voce
stridula piena di paura.
Damon mise il broncio e le sussurrò: «È
da appena un paio d'ore che non mi vedi, e già non mi riconosci?
Tesoro, ti assicuro che qua non c'è nessuno oltre io e te.».
Alyssa
non riuscì a capire. «Come fai ad essere sicuro che qua non ci sia
nessun altro? E cosa mi dici di quell'ombra?».
«Aly,
"quell'ombra" ero io. Ovviamente tu non hai i sensi
sviluppati come i miei e non mi hai distinto, però io ti ho vista
subito, e volevo avvicinarmi con calma per non spaventarti ma non me
ne hai dato il tempo. E a proposito di sensi sviluppati, ho sentito i
tuoi passi da molto, molto lontano, e non c'era nessun altro suono
estraneo al bosco. Quindi ora cerca di calmarti.» le disse Damon
carezzandole i capelli.
Alyssa annuì e si strinse a Damon,
riuscendosi così a calmare in poco tempo.
«Dai, torniamo a casa,
piccola.» le sussurrò dolcemente Damon, poi la prese in spalla e a
velocità vampiresca tornarono verso il loft.
«Damon?»
chiese Stefan all'altro capo del telefono.
«Sì
Stefan, chi vuoi che sia?»
rispose leggermente scocciato Damon.
«Va tutto bene?» chiese
ancora preoccupato Stefan.
«Dipende
dai punti di vista. Sei con Klaus?»
chiese Damon, senza farsi mancare una punta del suo sarcasmo.
«Sì,
è qui. Vuoi parlare con lui?»
«No,
forse è meglio se metti direttamente il vivavoce.»
«Fatto.
Sentiamo.»
«Abbiamo
scoperto chi potrebbe essere la causa di tutte quelle
sparizioni.»
«Abbiamo?»
chiese Caroline.
«Sì,
io e Alyssa. O, se vogliamo essere precisi, LEI l'ha
scoperto.»
«Damon,
cos'hai combinato stavolta?!» s'intromise Rebekah, preoccupata per
la sua amica.
«Non
ho combinato un bel niente! Diciamo che io ho avuto un'idea e lei
l'ha stravolta facendo di testa sua, ma alla fine devo dire che è
stato un piano geniale, nonostante il colpo che mi ha fatto
prendere.»
«Oddio
Damon, cos'è successo? Adesso dov'è lei?» chiese timorosa
Caroline.
«Oh,
tranquille Barbie, è qui affianco a me, e sta bene. Se non fosse
così, non sarei di certo a chiacchierare al telefono con voi, senza
offesa. Volevo dirvi comunque che a quanto pare abbiamo a che fare
con degli elfi. Alyssa ha incontrato nel bosco una ragazza minuta ed
esile, con la pelle chiarissima, occhi turchesi, e guarda caso con un
cappuccio in testa. E, pura casualità, prima di incontrarla c'è
stata un'improvvisa tempesta di vento ghiacciato con tanto di
nuvoloni scuri, mentre ora c'è una tiepido mattino assolato.»
«Non
bastano solo queste informazioni per avere la certezza che una
ragazza incontrata nel bosco sia un elfo.» disse Klaus.
«Infatti
non sono le uniche informazioni che abbiamo. Alyssa ha provato a
raccogliere un fiore da terra proprio davanti a lei, e questa con uno
scatto per nulla umano l'ha bloccata. E indovinate un po' cos'ha
sentito Alyssa? Pelle fredda e un distinto profumo di fragole.»
Klaus
guardò tutti gli altri presenti nella stanza. Forse Damon aveva
ragione. «Tu non eri lì però, vero?»
«No…»
ammise Damon sentendosi in colpa per averla lasciata sola.
«DAMON!
Sei inaffidabile! Come hai potuto lasciarla sola in mezzo al bosco!?»
urlò Caroline.
«Non
l'ho lasciata da sola, ci è andata da sola. Ve l'ho detto, avevo un
piano e lei me l'ha stravolto, ma a questo punto, credo che se non lo
avesse fatto adesso non sarei stato qui a parlare con voi.»
rispose amaramente il vampiro.
«Rimani pur sempre un idiota,
visto che da quel che ho capito ci volevi andare tu nel bosco, da
solo.» gli disse Stefan.
Damon sbuffò. «Sentite,
non ho chiamato per discutere i miei piani o quelli di Alyssa, ma
semplicemente per farmi dire da Klaus cosa possiamo fare contro
questi stronzi, prima che prendano qualcun altro.»
«Non
puoi fare un bel niente, Damon.» disse più serio che mai
Klaus.
«Cosa?!»
disse incredulo Damon, il suo tono di voce rispecchiava appieno
l'espressione sui volti di Rebekah, Matt e i loro ospiti.
«Non ho
idea di come sconfiggere un elfo. Credo che mi dovrai dare una mano
per scoprirlo, Bonnie.» disse Klaus, rivolgendosi poi alla strega,
che annuì.
«Beh,
cercate di darvi da fare alla svelta allora!»
disse irritato Damon.
«Faremo il possibile, intanto voi non
cacciatevi più nei guai e restate in casa, gli elfi sono molto
pericolosi e potenti, te lo posso assicurare.» rispose
Klaus.
«Damon, davvero, rimanete in casa, tanto troverete
sicuramente qualcosa da fare.» disse maliziosamente Stefan,
scatenando delle espressioni perplesse nei presenti: non era tipo da
fare questo genere di battute infatti.
«Oh,
di quello non ti devi preoccupare, fratello. Alyssa per sua fortuna
ha a che fare con uno come me, a differenza della povera Elena che ha
a che fare con Santo Stefan!»
rispose sarcastico Damon, facendo ridere Caroline e Rebekah mentre
Elena alzò gli occhi al cielo.
Terminarono la chiamata, e subito
Klaus si allontanò per fare due telefonate, tornando poi dagli
ospiti.
«Verranno anche Elijah e Kol ad aiutarci. Intanto,
Bonnie, comincia a dare un'occhiata nei tuoi Grimori per vedere se
trovi qualcosa riguardo gli elfi. Io torno tra poco, vado a cercare
tra tutto quel che ho accumulato in questi anni per vedere se trovo
qualcosa di interessante. Mia cara, vieni con me?» disse Klaus,
porgendo la mano a Caroline.
Caroline prese la mano di Klaus e
uscirono dal salone, mentre Bonnie cominciava ad aprire una delle
valigie piene di Grimori.
«Oggi niente università.»
annunciò Damon ad Alyssa appena conclusa la chiamata.
«Perché?»
chiese contrariata Alyssa.
«Primo: perché ora che sappiamo con
chi abbiamo a che fare ci conviene stare belli tranquilli in casa;
secondo: perché ti sei beccata un bel raffreddore grazie a
quell'idiota di un elfo quindi è meglio se non esci; terzo: perché
ti sei svegliata nel bel mezzo della notte e ora mi sembra più che
logico che tu ti debba riposare un po'. Devo aggiungere altro?» le
rispose Damon cercando di essere convincente.
«Dai, è solo un
po' di raffreddore, non sto mica morendo!» ironizzò Alyssa.
Damon
la prese dai fianchi e la fece sedere a cavalcioni su di lui. «Con
quella parola non ci scherzare mai più, ti prego.» le sussurrò
dolcemente tenendole il viso tra le mani, lo sguardo di lui travolto
da mille emozioni contemporaneamente.
Ad Alyssa si sciolse il
cuore: Damon riusciva ad essere così amorevole e premuroso con lei,
eppure c'era ancora chi era convinto che fosse solo un menefreghista.
«Damon, io però sono un'umana. Prima o poi è inevitabile che
succeda.» gli disse Alyssa con un velo di tristezza.
«No, una
soluzione ci sarebbe.» le disse lui con tono serio, facendola
sembrare una richiesta inespressa.
«Scusami, ma sinceramente non
mi sembra il momento ideale per passare dalla parte dei vampiri. E
comunque per ora voglio restare semplicemente come sono.» disse
apertamente Alyssa.
«Vuol dire che in futuro ci potrebbe essere
una possibilità?» chiese scettico Damon.
«In futuro ci penserò
su. Te lo prometto. Ma è tutto da vedere.» disse Alyssa, poi con
tono scherzoso aggiunse «Cosa c'è, non ti piaccio più
così?».
Damon le baciò il collo e poi le sfiorò l'orecchio con
le labbra.
«Mai fare una domanda del genere ad un vampiro, mia
piccola dolce umana.» le sussurrò con ardore, passandole poi la
lingua sul collo.
Alyssa chiuse gli occhi, godendosi il momento,
mentre sentiva i brividi scivolarle lungo tutta la schiena. Damon
continuò a baciarle e mordicchiarle dolcemente il collo, e Alyssa
ormai era in un altro mondo, dove esistevano solo lei e
Damon.
«Damon….» sussurrò Alyssa affannosamente; «Damon…lo
sai che…è il mio punto debole…e non devi…stuzzicarlo troppo…»
continuò a sussurrargli tra un sospiro e l'altro, mentre lo
stringeva sempre di più a sé.
Alyssa resistette ancora per poco,
poi cercò le labbra di Damon con le sue, e quando si incontrarono lo
baciò con tutta la passione che aveva in corpo.
Rimasero a
guardarsi negli occhi, mentre ancora riprendevano fiato, come se
potessero restare in quel modo per l'eternità.
«Sappi che, dopo
quel che ti è successo nel bosco, non ti lascerò mai più andare da
nessuna parte senza di me. Le sensazioni terribili che ho provato
oggi non le voglio provare mai più.» le sussurrò Damon, facendola
sorridere.
«Quindi se ti dicessi che adesso vado a dormire
seguendo il consiglio che mi hai dato prima, tu verresti con me?»
gli chiese divertita Alyssa.
«Ti sembra necessario chiederlo?»
le rispose ridacchiando Damon, mentre tenendola avvinghiata a sé la
portò in camera sua. «Ora per me sarà difficile dormire però.»
le disse dopo averla adagiata sul letto, mentre faceva scorrere le
dita sui fianchi, provocandole altri brividi.
«Sei tu che hai
iniziato a stuzzicare, non prendertela con me.» gli rispose Alyssa
facendogli la linguaccia.
«Un ultimo bacio, un bel bacio della
buonanotte, e poi ti lascio dormire. Lo so che sei stanca, anche se
cerchi di nascondermelo.» le sussurrò a una spanna dal viso mentre
si posava su di lei, e poi tuffò le sue labbra su quelle di Alyssa.
Lui la strinse a sé, e lei per tutta risposta si avvinghiò a lui.
Era incredibile quello che riuscivano a provare anche con un solo
bacio: tutta la passione e l'affetto che provavano l'uno per l'altra
esplodeva ogni volta che qualsiasi parte del loro corpo entrava in
contatto con l'altro.
Damon si distese accanto a lei, e le fece
adagiare il capo sul suo petto. L'abbracciò, e dopo averle dato un
dolce bacio sulla fronte le sussurrò «Adesso riposati piccola mia.
Finché starai tra le mie braccia nessuno ti potrà far male, ci sono
io a proteggerti, a tutti i costi.».
Il sole era ormai alto
nel cielo di Los Angeles mentre Bonnie e Klaus erano ancora alla
ricerca di informazioni sugli elfi. Stefan, Elena, Matt e Rebekah
volevano aiutare almeno Klaus, visto che nei Grimori di Bonnie non
avrebbero capito nulla, ma lui non voleva che frugassero tra la sua
roba, per cui li allontanò dal grande salone dove teneva tutti i
suoi vecchi ricordi. I quattro decisero allora di farsi un giro per
la città, approfittando del momento abbastanza tranquillo, uno degli
ultimi per molto tempo, probabilmente.
«Klaus!» disse Bonnie ad
alta voce, sapendo che l'ibrido l'avrebbe sentita anche se era in una
stanza lontana da quella in cui era lei.
In un istante Klaus si
palesò di fronte a lei, seguito da Caroline: Bonnie guardava nel
vuoto in un'espressione piena di terrore.
«Che succede?» le
chiese Klaus, impaziente.
«Ho trovato qualcosa…qualcosa di
terribile.»
È
passato molto tempo da quando ho postato il mio ultimo capitolo e me
ne scuso davvero tanto!
Purtroppo i prossimi capitoli non so
quando riuscirò a pubblicarli, potrebbe succedere tra due giorni
come tra un mese… Ho davvero tanti impegni e mi tocca mettere la
scrittura in secondo piano… E la cosa mi rattrista ancor di più
dopo aver visto il promo della puntata 4x02 di TVD: in esso viene
fatta vedere una cosa che succederà anche nei prossimi capitoli
della mia storia e mi spiacerebbe se voi pensaste che l'ho copiata
dalla serie, visto che è da due mesi che è scritta nella mia
scaletta. =(
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia, e
spero con tutto il cuore di poter continuare a scrivere il prima
possibile! Credetemi, per una che sa già come andrà, non poterlo
far sapere ai suoi lettori è proprio una tortura! XD
Vi ricordo i
link del Blog e della pagina Facebook, anche se li ho lasciati da
parte come la storia! =(
Al prossimo capitolo, se avrete pazienza
(lo spero)!