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Autore: Jolly96    16/10/2012    0 recensioni
mi sono sempre chiesta come mai leah abbia un carattere così "duro", ecco perchè ho cercato di scrivere alcuni capitoli sulla sua storia.. spero che vi piaccia!!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leah Clearweater, Sam Uley | Coppie: Leah/Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Volevo uscire e andare alla sede del Consiglio, ma era vietato andarci se non si era invitati o se non era successo qualcosa di grave. Perché? Scoppiai in lacrime ero agitata e nervosa volevo parlare a mio padre, sentivo la mancanza di Sam, era il mio Sam eravamo cresciuti insieme, era come se fosse la mia aria, ma lui ora mi evitava senza una spiegazione, con l’aggiunta di nuovi misteri e cioè: la febbre forte, il fatto che Sam si era allungato ma anche sviluppato troppo nella muscolatura, i cambiamenti di umore repentini delle ultime due settimane e ora questo impegno con il Consiglio dei saggi. Volevo assolutamente sapere e capire, ma non trovavo nessuno a cui chiedere. Finalmente sentii la macchina di mio padre sul vialetto di casa. Mi precipitai alla porta. <>. <>. << Si certo… buonasera papà, ora dimmi cosa è successo a Sam, perché non si fa vedere e soprattutto che centra il Consiglio con lui?>> dissi tutto ciò di un fiato senza neanche respirare. Mio padre mi guardò ma non mi rispose subito, cercava di glissare, ma io non lasciavo il suo sguardo volevo sapere. Arrivò Seth dicendo << Ciao papà>> <> <> gli dissi, pentendomi subito di come lo avevo trattato, <> Seth se ne andò, lasciandomi da sola con lui. Lo vedevo in difficoltà non voleva parlarmi, come se non sapesse come e che dirmi. << Sam sta bene, è solo indaffarato con noi, ma non ha niente, vedrai che ritornerà a trovarti lunedì, dopo aver finito il suo lavoro>> disse sospirando. <> << Basta Leah ti ho detto che sta bene! Cercherò di dirgli di telefonarti ma non ti prometto niente>> <> dissi scoppiando a piangere, << Ti ho detto basta Leah, discorso chiuso, vattene nella tua stanza>> Cominciai a correre verso la mia stanza, mentre correvo colpii anche mia madre, ma non mi fermai neanche a chiederle scusa, chiusi la porta a chiave e guardai la fotografia di Sam nella cornice con i cuoricini in legno che aveva scolpito lui e mi aveva regalato per il mio compleanno. Tolsi la cornice presi la foto e l’appallottolai buttandola a terra. Saltai sul letto, tuffando la testa sul cuscino che ben presto inzuppai di lacrime. Dopo mi pentii di ciò che avevo fatto scesi dal letto raccolsi la pallina la stirai con le mani e la posi sul mio cuore sospirando il nome di Sam mentre le lacrime continuavano a scendere dai miei occhi ormai gonfi di pianto. Mia madre mi chiamò all’ora di cena, ma senza aprire la porta risposi che non avevo fame e che volevo star sola. Venne anche mio padre a chiamarmi e mi ordinò di aprirgli ma io non lo feci. Sentii che mia madre gli diceva di lasciarmi sbollire che mi sarebbe passata per cui se ne andarono in cucina. Il giorno dopo mi recai a scuola nella riserva Quileute dove vidi che il banco di Sam era ancora vuoto, non sarebbe venuto neanche oggi. Vidi Paul e Jared i suoi migliori amici per cui mi avvicinai a loro e dissi <> << No! pensavamo che lo avessi visto tu>> <> <>. Mi disse Paul. Volevo chiedergli qualche altra cosa, ma il professore ci richiamò all’ordine per cui non ebbi il tempo di domandargli niente. Dopo la scuola riaccesi il cellulare e vidi che segnava un sms. Lo aprii di fretta e vidi che era di Sam, c’era scritto di non preoccuparmi e che forse, se poteva, mi avrebbe chiamato quella sera, ma che stava bene e che non mi dovevo preoccupare. Il mio cuore a quel messaggio riprese a battere di gioia era come un’onda più grande delle altre che fosse riuscita a raggiungere la scogliera e a superarla per farla di nuovo sua prima di andarsene. Ero felicissima di quel sms. Per tutto il giorno ebbi stampato un sorriso sul viso, giocai anche con Seth a calcio cosa che di solito odiavo. Verso le otto sentii il telefono squillare, mi precipitai su di lui e risposi:<< Sam sei tu?>> <> << Si, sono stata male, ma ora che ti sento va già meglio, non mi avevi più chiamata pensavo che mi volessi lasciare>> << No, non pensare a questo, non posso dirti ciò che mi sta capitando ma sappi che ti amo, ora devo andare. Ciao Leah>> <>. Appena chiusi la comunicazione mi soffermai a pensare che la sua voce era diversa, era Sam certo ma era roca sforzata come se parlasse a fatica, ma mi aveva detto che non dovevo preoccuparmi che sarebbe ritornato da me lunedì. Per tutto il tempo mi sforzai di non pensare che lui era lontano, ma a volte era difficile e diventavo antipatica un po’ con tutti.
  
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