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Autore: Mosa    30/04/2007    3 recensioni
"Vedi, i Dissennatori non sono poi tanto diversi da voi. Cercano la felicità, la gioia,addirittura l'amore...si aggrappano ai ricordi degli altri soltanto perchè a loro non è concesso averne di propri.." "Sono esseri abominevoli! Mostri!" gli gridò contro uno strano ragazzo con una bizzarra cicatrice a forma di saetta sulla fronte "A quanto posso ricordare, la creatura più abominevole e mostruosa che abbia mai camminato su questa terra è stata umana tanto quanto te" Nessuno riuscì più a proferir parola
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era la prima volta che avevo la possibilità di ammirare con questi miei occhi così tanta vita, riunita in un unico luogo. Ragazzi, ragazze, adolescenti, bambini, uomini, donne, vecchi e giovani, tutti nella stessa stanza. Esseri umani…con i loro sogni, le loro paure, le loro speranze, i loro piccoli amori, le loro vittorie, le loro delusioni…Le loro lacrime, di gioia o dolore. Dovetti richiamare a me tutta la forza di volontà di cui disponevo perché in cuor mio (cuore? Magari l’avessi) avrei voluto nutrirmi di quegli esseri fino a ridurli a un mucchio di gusci vuoti

Il vecchio Silente mi aveva accompagnato di persona fin dentro le mura di un enorme castello che mi aveva spiegato essere la sede principale di quella che era chiamata "Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts". Diversa da Azkaban, in molti modi…eppure stranamente somigliante…e non stò parlando degli alti torrioni o delle sue granitiche mura…

Aleggiava attorno a quella scuola un alone di morte molto simile a quello che era possibile respirare in quella che era la mia "casa". Molte cose erano accadute in quel castello, tragedie segrete che nessuno aveva mai avuto il coraggio di mettere in scena…Potevo sentirlo con la stessa chiarezza con cui sento questa penna che ora stò impugnando tracciare neri scarabocchi su questo foglio bianco

"Ti abituerai subito…" mi sussurrò l’anziano preside di quell’istituto, mentre ci apprestavamo ad entrare in quella che era chiamata "Sala Grande"

E fu allora che quel meraviglioso spettacolo di vita mi si presentò dinanzi…Rimasi come inchiodato, appoggiandomi al muro adiacente il portone principale. Tante piccole candele fluttuavano in aria come sospese, mentre quattro file di tavole erano state imbandite con ogni sorta di pietanza…potevo veder brillare gli occhi di quei giovani essere umani davanti a quelle prelibatezze…e se avessero potuto, anche i miei occhi avrebbero brillato davanti a quello che sarebbe potuto essere per me il più sontuoso banchetto della mia giovane non-vita…

avrei potuto…

avrei voluto….

divorarli tutti…

avrei potuto scagliargli contro un intera truppa di Dissennatori…ma il profumo della libertà si rivelò esser più forte del brutale istinto predatorio

"Miei giovani studenti"

Il vecchio esordì così,e devo confessarvi che non mi ero neppure accorto che si fosse allontanato da me…

"Ho il piacere di dare inizio a un nuovo anno scolastico qui ad Hogwarts"

L’anziano preside si prese una piccola pausa

"Ma prima di dare inizio al consueto banchetto di inizio anno ho delle comunicazioni urgenti da fare"

Questa era da vedere….le loro faccie intendo. Quando avrebbero saputo che per quell’anno avrebbero avuto la "fortuna" di condividere la loro magnifica magione con noi Dissennatori.

"A seguito dell’evasione dalla prigione di Azkaban del ricercato Sirius Black…"

Chiamala col suo nome, vecchio. Chiamala "Casa"

"Hogwarts avrà l’onere di ospitare, fino alla sua cattura, i Dissennatori."

Forse sarà stata un’impressione dovuta alla troppa agitazione, ma mi parve di notare un piccolo ragazzino dai capelli neri e arruffati comprotarsi in maniera bizzarra. Era sbiancato di colpo e discuteva, come terrorizzato, con una ragazzina dall’aria saccente e un altro ragazzino dai capelli rossi e dal viso marchiato da uno spruzzo di brune lentiggini.

"Non avvicinatevi a loro per nessun motivo. Non uscite dai vostri dormitori durante la notte. E cercate di rimanere soli il meno possibile."

Ecco…paura…

Il primo sentimento che si prova davanti a uno di Noi… quasi come fosse cosa giusta e naturale…quasi come se l’unico sentimento che sia concesso provare verso ognuno di Noi sia il terrore, la repulsione….il più profondo orrore….

"Ma se per caso dovesse imbattervi in uno di loro non, e ripeto, non compite alcuna azione avventata. Chiamate aiuto, e fatelo immediatamente."

Oh si, chiamate aiuto…è più divertente…

"E proprio a questo riguardo ho il piacere di presentarvi il vostro nuovo Supervisore all’Ordine Scolastico di quest’anno. Se doveste avere un problema, un QUALSIASI problema con un Dissennatore…rivolgetevi a lui."

Il vecchio mi lanciò un’occhiata, che nella sua mente avrebbe dovuto rappresentare un qualche gesto di intesa, di complicità…Cercava di mettermi a mio agio. Tentativo ammirevole, quanto inutile

Mi avvicinai lentamente alla parte più estrema della Sala Grande, dove Silente e gli altri professori erano radunati davanti ai giovani studenti.

Alcuni catturarono la mia attenzione più di altri… I loro occhi riflettevano orrori del tutto inadatti alla loro giovane età.

Passando vicino a un tavolo a cui erano seduti alcuni ragazzini con un leone cucito all’altezza del cuore sulle loro divise (Grifondoro mi avrebbe spiegato in seguito Silente) non potei fare a meno di fermarmi per qualche istante accanto a quello strano ragazzino dai capelli arruffati che tanto si era agitato al solo sentir pronunciare il nome dei miei oscuri confratelli.

Lo guardai dubbioso, mentre l’occhiata che mi ricambiò lui era di puro terrore.

La tentazione di nutrirmi fu forte…ma non solo.

Era curiosità. Pura e semplice curiosità.

Mi avvicinai. I suoi due compagni, che prima avevano tentato invano di aquietarlo, adesso si stringevano l’uno con l’altro come per cercare nell’altro quel coraggio che da soli sapevano bene di non possedere.

Un altro ragazzo, dalla faccia rotonda, rimase con la lingua attaccata al calice dal quale stava bevendo. Dovevo aver ghiacciato il suo il Succo di Zucca . Sentii una voce rimproverarlo

"Neville!! Vieni via!!"

Ritornai al giovane dai capelli neri. Solo adesso mi ero accorto di quella bizzarra cicatrice a forma di saetta che aveva all’altezza della fronte.

La mia curiosità cresceva….dovevo sapere

CI sarebbero voluti non più di cinque secondi e dubitavo che il vecchio potesse essere tanto veloce da fermarmi in tempo

Fu un attimo

Una decisione improvvisa, irruenta e irrazionale.

Gli afferrai violentemente il braccio e fissai i miei occhi sui suoi

E mentre scrutavo negli abissi della sua anima un oceano di sensazioni mi invase.

Dolore, delusione, tormento

Ansia, depressione, insoddisfazione.

Odio, rabbia, rancore

Un ragazzino chiuso a chiave in una camera grande appena per conservare un manico di scopa

Dovevo guardare ancora…

Un grasso signore coi baffi impugnava una sorta di bastone da passeggio e lo stava usando come scudiscio sulla pelle di quel ragazzino

Guardare ancora…solo un altro po’

Vidi due figure, un uomo e una donna….Salutavano dolcemente con la mano, mentre tenevano in braccio un piccolo bebè. Una famiglia?

Una foto. Una foto su una pagina bianca

Speranza, gioia….felicità

Un ricordo felice

Vidi quella foto prendere fuoco….prima i bordi si attorcigliarono divenendo color nero cenere…poi quei due volti sorridenti diveniroro una poltiglia indistinta di fumo e cenere.

"AVADA KEDAVRA!"

 

Una forte luce verde mi avvolse

Poi il nostro contatto si interruppe.

Appena tre secondi…avevo dunque fatto male i miei calcoli?

Rivolsi lo sguardo al tavolo degli insegnanti. Erano in agitazione, certo. Ma erano tutti lì. Incluso Silente

Ma allora chi?

Guardai verso il ragazzo.

Una giovane dai capelli rosso fuoco stringeva quella che era fino a pochi istanti fa la mia preda. La stringeva forte,con tutte e due le braccia strette attorno al petto, quasi a volerlo proteggere. Teneva gli occhi bassi, nascondendoli

Che avesse intuito? Che avesse capito che avevo bisogno di guardare negli occhi, affinchè le mie vittime mi spalancassero il cuore?

No, non era possibile…e infatti…

Mi guardò, con mia grande curiosità. E quello sguardo lo ricordo ancora.

Aveva le labbra serrate in un ghigno di rabbia profonda, i denti digrignati le stridevano lungo il palato. Alcune lacrime avevano già rigato il suo viso segnato da una cicatrice di lentiggini. I suoi occhi scuri mi fissavano con aria di sfida, con l’aria di una persona che se avesse potuto ti avrebbe ucciso in quello stesso istante

Mai, dico MAI, ho mai sentito un odio tanto forte verso i miei confronti. E ho vissuto ad Azkaban per sedici anni…

"Lascialo in pace" mi urlò contro "Lascialo in pace!!"

"Ginny!!" gridarono due gemelli dai capelli rossi.

Ginny eh…? Che nome ridicolo

Ma chi ero io per giudicare? Io un nome non lo avevo nemmeno

Le sorrisi leggermente, voltai lo sguardo e andai a prendere posto in mezzo agli altri insegnanti

Mi guardavano tutti con aria terrorizzata. Alcuni si agitavano gesticolando forsennatamente a destra e a sinistra mentre potei distinguere chiaramente una voce dichiarare sfacciatamente

"È un animale Albus! Un animale!"

Sorrisi nuovamente.D’altronde ci ero abituato a sentirmi chiamare così.

Mi rivolsi a quel mio insolito pubblico di ragazzini.Parlai con voce chiara e limpida, di modo che nessuno di loro avrebbe potuto lasciarsi sfuggire le mie prossime parole

"Ed ecco come si nutre un Dissennatore. Non guardateli in viso. Non toccateli. Non infastiditeli. Se ne vedete uno andate nella direzione opposta. Se due di loro vi sbarrano la strada, urlate. Se sarete fortunati potrei essere abbastanza vicino da sentirvi e da poterli fermare.Altrimenti pregate di essere così schifosamente insignificanti da non costituire per loro nemmeno un misero aperitivo. Ci sono domande?"

La ragazzina dai capelli rossi continuava a fissarmi.

Stasera avrei avuto un motivo in più per non riuscire a dormire…

  
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