Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mosa    01/05/2007    4 recensioni
"Vedi, i Dissennatori non sono poi tanto diversi da voi. Cercano la felicità, la gioia,addirittura l'amore...si aggrappano ai ricordi degli altri soltanto perchè a loro non è concesso averne di propri.." "Sono esseri abominevoli! Mostri!" gli gridò contro uno strano ragazzo con una bizzarra cicatrice a forma di saetta sulla fronte "A quanto posso ricordare, la creatura più abominevole e mostruosa che abbia mai camminato su questa terra è stata umana tanto quanto te" Nessuno riuscì più a proferir parola
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il vecchio Silente mi accompagnò lungo tutta la durata della scala a chiocciola con aria interdetta, mentre alcuni dei suoi colleghi tentavano invano di ferirmi con le parole, dato che non era per loro possibile farlo con le proprie mani.

Mi era stata assegnata una piccola camera interrata ai piedi di una grossa e imponente torre di pietra.

"Così non dovresti sentirti troppo a disagio" aveva detto lui "ed eviterai le emozioni forti, almeno per questa sera"

Era stato abbastanza comprensivo, se consideriamo che i commenti più delicati verso di me, dopo la mia piccola "dimostrazione" nella sala grande erano stati…

"Rispediamolo a Azkaban!"

"Mostro! Demonio!"

"Tutti uguali, Dissennatori e mezzi-dissennatori che siano!"

"Non ci si può fidare Albus!!"

"È follia! È follia!!"

"È un’ indecenza!"

Non sto qui a raccontarvi il resto semplicemente per motivi di spazio, altrimenti avrei dovuto occupare completamente l’intera pagina. Ma sappiate questo. Se per tutta la vita vi viene ripetuto di essere un demonio…alla fine ci si finisce col crederci…

Al termine dell’ultima serie di gradini si stanziava una piccola porta di ferro, che all’evenienza poteva essere comodemente sprangata dall’esterno. Sorrisi

"Avete paura che scappi? Ma se non sono libero di muovermi non potrò correre in aiuto di quei poveri, piccoli, indifesi studenti, non vi sembra?"

Un uomo dai capelli neri e unti e dalla pelle giallastra mi si avvicinò puntandomi una bacchetta di legno alla gola

"Al contrario…" sussurrò lui con voce velenosa "non vogliamo che il nostro "prezioso" collaboratore corra il rischio di venire esposto a pericoli altrimenti… evitabili"

Pericoli?

"Oh ma non dovete disturbarvi tanto, davvero. Non ho alcuna intenzione di andare via…Mi piace questo posto…è così pieno di ragazzi che non dovrei avere grossi problemi a fare "amicizia""

Sottolineai marcatamente la parola "amicizia" con voce ironica e maliziosa. Non che le mie minaccie fossero da prendere tutte così dannatamente sul serio…A volte mi piaceva solamente incutere un po’ di paura. Per puro e semplice piacere, senza secondo fine

Una voce di donna risuonò lungo la piccola anticamera antecedente la mia cella

"Non abbiamo bisogno di lui, Albus. Rimandiamoli indietro, lui e i Dissennatori. Pensa agli studenti, per l’amor di Dio"

Il vecchio preside si sistemò con un gesto i piccoli occhiali che gli erano scivolati fin sopra la punta del naso. Tirò un lungo sospiro

"Sono convinto che la cosa farebbe più male che bene, Minerva."

Una strana concezione di "bene" e "male" doveva avere, quel vecchio bizzarro

"E adesso se volete scusarmi…vi prego di concedermi cinque minuti da solo con lui."

I due professori, quello dai capelli unti e la donna, che adesso potevo vedere distintamente sembrarono essere preda a una febbricitante agitazione

"Albus. Sei impazzito?" urlò lei

"Professor Silente, se posso permettermi non mi sembra questa la cosa più saggia da fare…"

L’anziano professore sorrise debolemente, ma in maniera sincera e sentita

"Lascia giudicare a me cosa è saggio fare, Severus. E poi sono assolutamente convinto che il nostro ospite non si azzarderà neanche a torcermi un capello…"

"Ma Albus…" provò a ribattere la donna

"Lasciateci soli." Disse lui,con tono pacato e sereno

" Severus, Minerva…ve lo chiedo come un favore personale…Lasciate che ci parli…"

I due professori più giovani si abbandonarono a una lunga occhiata carica di dubbio e incertezza. I loro visi persero il breve guizzo di vitalità regalatogli dalla paura e assunsero connotati più smorti e rassegnati

"Come vuoi tu Albus" concluse infine la donna "Ma fai attenzione"

Contai i loro passi, aspettando che il rumore di tacchi e di suole si andasse a spegnere lentamente. Quando fui sicuro che io e il professor Silente fossimo rimasti effettivamente soli cominciai a parlare

"Adesso che me li hai tolti dai piedi puoi anche andartene, vecchio"

I miei toni erano scortesi come sempre

"oh ma non intendo affatto andar via, ragazzo mio…almeno non prima di aver parlato con te come ho appena finito di dire al professor Piton e alla professoressa McGrannit"

"Non ti ho chiesto i loro nomi vecchio, né mi interessa saperli" gli risposi in maniera seccata

Il saggio preside si sistemò nuovamente gli occhiali con un gesto delle dita e mi guardò placidamente negli occhi senza nessuna paura

E quello che disse quella sera è ancora impresso come un marchio a fuoco nella mia memoria

"Non si può vincere la solitudine se ci si ostina a voler rimanere isolati ragazzo mio. E il primo passo per poter conoscere veramente qualcuno è chiamarlo con il proprio nome…"

Non capii, almeno non all’inizio. Ma il vecchio sapeva benissimo quali fili tirare, quali tasti toccare, per suscitare interesse e curiosità nell’altra persona. Forse le sue stranezze erano solo un pretesto per mascherare quella che era la sua illimitata saggezza

"E io credo in cuor mio che nessuno si avvicinerà mai a te, se non sa neppure come chiamarti non ti pare?"

Lo guardai con aria perplessa

"Vediamo un po’….che nome potremmo darti….mmm…."

Un nome? Io? E perché mai? Così avrei dovuto sentirlo maledire dalle bocche di ogni essere vivente?

"Sai è un bel dilemma…ma anche una fortuna. Non tutti hanno la possibilità di poter scegliere il proprio nome….mmm…vediamo un po’….a te quale nome piacerebbe ?"

Aveva forse detto piacerebbe? Nessuno si era mai degnato prima di quel momento di chiedere la mia opinione. Ricevevo un ordine e lo eseguivo. Punto.

Forse fu per questo che in quel momento non seppi davvero cosa rispondergli

"Fa un po’ come ti pare vecchio. Chiamami come vuoi"

Sembrò divertito

"Allora che ne dici di Albus? È un gran bel nome...E' il mio"

Rimasi interdetto

"Adesso non tirare troppo la corda vecchio" gli risposi

"Avevi detto che potevo chiamarti come desideravo no?"

"Ho cambiato idea"

Non che fossi particolarmente schizzinoso ma….il pensiero di farmi chiamare Albus per tutta la vita(o quel che è) non era particolarmente allettante

Silente rise, sotto la lunga barba argentata

"Lo vedi? Non lasciare che gli altri decidano quello che è giusto per te. E il fatto che tutti ti chiamino mostro non significa necessariamente che tu lo sia. Perchè per metà sei umano, tanto quanto gli altri."

Le sue parole mi colpirono, insinuandosi fin sotto la mia pelle

"E come essere umano hai dentro di te il dono più grande di tutti…Molto più grande di quello di saper parlare a un Dissennatore…hai il libero arbitrio. Hai la capacità di distinguere il bene e il male e agire di conseguenza. Puoi scegliere. E non lasciare che qualche vecchio mago reso troppo ottuso dal tempo e dalle scartoffie ti dica cosa sei e cosa devi fare"

Nessuno mi aveva mai parlato così…e l’idea di poter decidere della mia non-esistenza non mi era mia lontanamente passata per la testa

Che avessi davvero la capacità di scegliere?

Silente proseguì, concludendo

"Adesso si è fatto tardi. Domani sarà una giornata faticosa per tutti noi….e credo che una buona notte possa giovare anche a te"

"Io non dormo mai vecchio"

"Dillo dopo aver visto la tua stanza" mi sussurò lui con voce divertita e agitò con un cenno della mano la sua bacchetta

La porta della mia cella mi si spalancò dinanzi.

Era….era magnifica.

Grande, spaziosa ,con un comodo letto a baldacchino che occupava quasì metà della stanza, quadri colorati e variopinti appesi alle pareti( e avrei potuto giurare diaverli visti muovere), un lungo tappeto rosso steso sul pavimento, candelabri in oro che fluttuavano sospesi in aria,una grossa libreria con innumerevoli volumi dai più svariati titoli, una sorta di bizzarro congegno dal quale fuoriuscivano degli strani suoni ( "musica" mi spiegarono in seguito).

Mi voltai di scatto in preda forse più all’ira che alla sorpresa,come se fossi stato ferito nell’orgoglio da quello strano gesto di compassione

Il vecchio non c’era più

Entrai titubante, ancora scosso alla vista di quella che era la "mia" camera. Mi stesi sul letto e cercai di chiudere gli occhi.

 

Non ricordo ancora bene come fu….ma quella notte mi sembrò di poter volteggiare ai moti del vento, come tante volte avevo visto fare ai miei confratelli.

Fu come volare

"Stupido vecchio" ebbi il tempo di sussurrare

Poi la notte mi avvolse.

Per la prima volta dopo molti anni stavo dormendo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell autore: allora da dove cominciare? Innanzitutto grazie a tutti coloro i quali hanno lasciato una recensione (fortunatamente sono state tutte positive) e a tutti coloro che hanno comunque letto la mia storia. Sapere che per 5 minuti sono entrato nelle vostre vite con questa mia piccola storiella mi riempie di orgoglio.

Poi una piccola precisazione…nonostante il nick possa trarre in inganno il mio cromosoma sessuale è xy e non xx (sono un maschio ^_^ ) il che spero condurrà tante appassionate Potteriane a contattarmi numerose.Io la butto lì non si sa mai.

E ora permettetemi un piccolo sfogo.

Vi chiedo scusa. Chiedo scusa se nella mia storia non ci sono Mary o Gary e il loro gruppo di amici perfetti provenienti dall’Italia in grado di disintegrare Voldemort e tutti i mangiamorte con la sola imposizione delle mani

Chiedo scusa se Harry non si è buttato tra le lenzuola di Draco Malfoy, che aveva una tresca con Hermione che aveva una tresca con Ron che aveva una tresca con Piton che aveva una tresca con Ginny che aveva una tresca col Platano Picchiatore che aveva una tresca con Fierobecco

 

Mi dispiace davvero tanto

Però se avrete il tempo ma soprattutto la voglia di leggermi spero di potervi regalare una storia. Una storia bella e semplice , niente di più e niente di meno ^_^

Allora a presto cari lettori. Sperando che l’umile lavoro di questo ragazzo che un po’ pretenziosamente ambisce a poter un giorno essere chiamato "scrittore" vi sia gradito.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mosa