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Autore: ilcantastorie    21/10/2012    3 recensioni
Salve a tutti! Il protagonista di questa storia è Daniel. No! Non Daniel Rad... insomma quello che interpreta Harry Potter nei film. Giuro, non c'entra niente. Infatti il suo nome è Daniel Woodstryke. Ed è un normale studente di Hogwarts. Normale... insomma. Fin da piccolo è sempre stato sfortunato. Sfortunato... sfigato sarebbe il termine più appropriato. E, infatti, uno sfigato di tale proporzioni di che casa può fare parte? Di Tassorosso, ovviamente! E, per finire, possiamo dire che il nostro Daniel è un Magonò! Come può un Magonò ricerevere la lettera da Hogwarts? Aspettatevi quindi una Hogwarts più vecchia di trenta anni dagli eventi narrati nel settimo libro. Di un mondo più vecchio di trenta anni. Aspettatevi nuovi professori e poi... i suoi amici. La versione sfigata dei Malandrini, se vogliamo! Degni di Tassorosso, quindi! Riuscirà Daniel a dimostrare che la perseveranza vale più del talento? Riuscirà a dimostrarlo... durante il Torneo Tremaghi?
Ps: Il nome dell'opera è un omaggio al capolavoro di Alexandre Dumas, ma non ha nulla in comune con essa!...credo!
Inoltre... il Silenzio si sta avvicinando... (Revisionati Primi tre capitoli)
Genere: Commedia, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid, Sorpresa, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Daniel rimase stordito per una decina di secondi. Aveva capito bene? Aveva davvero capito bene?
 
“Sì, gente” confermò George, che si stava chiaramente godendo lo sguardo sconcertato del suo pubblico. Perché ovviamente Daniel non era l'unico a non credere alle proprie orecchie.
 
“Un Basilisco. I campioni dovranno affrontarne uno e sopravvivere. Poi ci sarà un secondo scontro con un'altra creatura, decisa a sorte sul momento”
 
Daniel, con sguardo sbarrato, fissò Olivander, che gli restituì uno sguardo dello stesso tipo.
 
“Ma siamo impazziti?” Madame Dixon fu la prima a riprendersi dallo shock “Un Basilisco? Ma state scherzando? Quel coso...”
 
“Madame” fu Percy a prendere la parola “Tale prova è stata scelta in conformità all'articolo 103 delle sezione 4 riguardante gli Sport Magici, quindi, se vuole fare un reclamo, si diriga all'ufficio appropriato per favore”
 
“Mi unisco all'indignazione della vicepreside Dixo...”
 
“NO!” fu la voce possente di Rubeus ad interrompere la preside Maxime “Preside, la prego di non dire niente. Io sono contento di una prova del genere. Temevo mi sarei annoiato a questo Torneo, ma vedo con piacere che le sfide sono all'altezza delle mie aspettative. Beauxbatons non ha alcuna rimostranza da fare. Forse ne ha Durmstrang?”
 
Fu Ivan a parlare: “No, neanche Durmstrang ha rimostranze da fare. Compirò con audacia questa impresa, e spero che Anton sia d'accordo con me”
 
“Oh oh oh oh!” rise Anton “Cosa mai potrà essere questo Basilisco che la mia divina persona non possa affrontare?”
 
Attimi di silenzio.
 
“E invece Hogwarts protesta! Non è possibile che una prova tanto pericolosa...” continuò Madame Dixon.
 
“Come le ho detto” disse Percy con tono duro “è stato fatto tutto secondo legge”
 
“Ma quelle leggi risalgono al Medioevo!”
 
“La legge è legge” rispose “Se vuole protestare c'è uno sportello apposito...”
 
La vicepreside alzò le mani al cielo:
 
“Va bene” disse con voce decisa “Va bene” continuò “Ma non finisce così!”
 
Poi prese Daniel per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza.
 
Il moro la seguì passivamente. Ancora non riusciva a capacitarsi di quanto aveva appena appreso.
 
UN BASILISCO? UN CAZZO DI BASILISCO? MA STIAMO SCHERZANDO?
 
“Ai sensi della legge, 'sto gran par de ciufoli” mormorò a denti stretti Madame Dixon “Non possono farti affrontare un Basilisco sulle basi di una folle legge che risale a quando gli uomini pensavano che la terra fosse piatta! Ora ne parlo con il preside, e se non mi ascolterà lo scavalcherò e contatterò il Ministro Potter in persona... sicuramente non era al corrente di una simile follia... ma stiamo scherzando...”
 
E continuò a parlottare tra sé e sé, maledicendo il Ministero e trascinando Daniel davanti alla porta della sua Casa.
 
“Io vado” disse Madame Dixon “tu entra e va a riposarti un po', mi raccomando”
 
“D'accordo...” rispose Daniel, meccanicamente.
 
Prese la bacchetta e iniziò a battere la marcia di Tosca sulle botti.
 
Che lo bagnarono di aceto. Non ci riusciva quando ci stava con la testa, figuriamoci quando non ci stava.
 
Dio... un basilisco...
 
“Daniel!”
 
Julio, Isabell e Char uscirono da dietro le botti con uno sguardo preoccupato.
 
“Mi pareva di aver sentito qualcuno che sbagliava la marcia di Tosca... e sì che dopo 5 anni avresti dovuto impararla...” disse Julio “Ma non è il momento. Daniel... cosa devi affrontare?”
 
Daniel provò a dirglielo. Ma gli mancò il fiato. Gli si bloccarono le parole in gola e riuscì solo a muovere le labbra.
 
“Dan, dimmi ti prego che ho letto male le tue labbra, dimmelo ti prego...” Char aveva perso l'imperturbabilità che di solito lo contraddistingueva. L'aveva chiamato Dan, prima di tutto! E il suo volto era deformato dalla preoccupazione.
 
“Perché cosa ha detto?” chiesero Julio e Isabell, contemporaneamente.
 
“Spero di aver letto male... Basilisco”
 
Daniel chiuse gli occhi e annuì. Le bocche dei suoi amici si aprirono fino a formare una perfetta “O”, e  le facce si sfigurarono in una espressione sconvolta.
 
Dopodiché, attaccarono a parlare tutti contemporaneamente:
 
“Ma non è possibile! Un basilisco? Ma siamo impazziti? Non esiste!”
 
“Ma è troppo pericoloso! Non possono permetterti di affrontare un BASILISCO! Quello uccide con lo sguardo! E ha delle zanne intrise di un veleno letale! Come puoi affrontare una cosa che nemmeno vedi? No, no! Ne parleremo con la vicepreside, con il preside, con il Ministro della Magia, con la Regina... con CHIUNQUE! Ma non è possibile che tu debba affrontare un Basilisco...”
 
“La vicepreside Dixon è della tua stessa opinione” Daniel lo disse con un filo di voce “Ha detto che protesterà con chi di dovere. Ma non ci credo molto”
 
Tutti e tre balbettarono senza riuscire a trovare qualcosa da dire.
 
Non era possibile. Un Basilisco. Un cazzo di Basilisco. E lui, con un solo oggetto, l'avrebbe dovuto affrontare...
 
“Dai, andiamo da Hagrid a farci un thè...”
 
Visto che nessuno ebbe idee migliori, i quattro amici si diressero fuori dal castello, nella capanna di Hagrid.
 
L'aria era fredda e il sole, che stava tramontando, non riscaldava nessuno così tanto dar fargli venire caldo, perlomeno da quella parte della terra.
 
Anzi, forse faceva addirittura un po' freddo.
 
Il barbuto mezzo-gigante sembrava essere già al corrente della prova e inoltre aveva anche previsto il loro arrivo, visto che, quando arrivarono, trovarono quattro tazze di tè fumanti ad attenderli.
 
Loro si sedettero e iniziarono a bere, nel più completo silenzio.
 
“Però non è possibile...”iniziò a lamentarsi Hagrid, ma si interruppe di colpo “No, lamentarsi non serve a nulla. Se c'è qualcosa da fare, è quello di trovare un modo per far sopravvivere Daniel alla prima prova”
 
“Hagrid! Un basilisco! Un cavolo di Basilisco! Quello uccide con lo sguardo! Come faccio ad affrontare una cosa che nemmeno posso guardare?”
 
“Beh, effettivamente è un bel problema...” borbottò Hagrid.
 
“E che ne dite se prendiamo un'arma da fuoco dal professor Drake?” chiese Char.
 
“Ci ho pensato” ammise Daniel “Ma come faccio a colpire una cosa che nemmeno posso guardare? E le pallottole avranno effetto sul Basilisco? E se mi attacca prima che riesca a sparare? E poi dovrei imparare ad usarle in una settimana...”
 
“Oh...” sussurrò a bassa voce il biondo.
 
“Ma, Hagrid, non ci avevi raccontato di quella volta che Harry Potter...”
 
“Sì” rispose “Ma aveva una fenice al suo fianco che cavò gli occhi al basilisco... e la Spada di Grifondoro...”
 
“E direi che artefatti dei fondatori e fenici sono abbastanza difficili da ottenere al momento...”sospirò Daniel, bevendo una lunga sorsata. A parte proprio la spada di Grifondoro, che sapevano benissimo dove era: nell'ufficio del preside. E chiunque avesse anche un minimo di senno, avrebbe immediatamente scartato l'idea di trafugare alcunché da quell'ufficio.
 
“Esatto...”
 
“Eppure...” Julio sembrava pensieroso “ricordo che qualcuno affrontò un essere che pietrificava e ne uscì vincitore...”
 
“Beh” rispose Isabell “Quello era Perseo... ed è mitologia, non è accaduto davvero... ma... mmm”
 
Videro Isabell riflettere intensamente e poi alzarsi in piedi con un sorriso sgargiante.
 
“Ragazzi! Forse ho la soluzione...” urlò quasi Isabell
 
“COSA?” Gli altri quattro si alzarono in piedi, guardandola con occhi sgranati.
 
“Sì... però è un forse... non ne sono sicura... devo scrivere due lettere...mmm... io vado, a dopo!”
 
E in un battibaleno svanì, uscita dalla capanna, con una rapidità degna di una campionessa Olimpica.
 
“Ma che diavolo...”
 
“Ah, non lo so” disse Hagrid con un alzata di spalle “ma non vedevo un’uscita di scena del genere dai tempi di Hermione Granger...”
 
Daniel non se la sentì di fare altro, non voleva vedere nessuno e aveva lo stomaco chiuso.
 
Suppose, giustamente, che, se ne era al corrente Hagrid, probabilmente anche il resto della scuola sapeva ormai del mostro che avrebbero dovuto affrontare i campioni.
 
Quindi, mentre il resto della scuola era a cena, salì nei Dormitori di Tassorosso, chiuse la tendina del suo letto e...
 
Tremò. Aveva paura. Una paura bestiale. Un BASILISCO? Come poteva.... come poteva... anche solo sperare di combattere una cosa del genere senza la magia? Non era possibile... sarebbe morto, morto...
 
Non riuscì ad aprire il computer e parlare con il capitano. Provò a dormire, ma non ci riuscì. Riusciva solo a girarsi nel letto, nel panico più completo.
 
Dove era finita la sua risolutezza? Le sue belle parole? Lui era un uomo, no? Lui voleva dimostrare al mondo chi era, no? E allora, perché, oh piccolo e patetico uomo, sei in un letto a tremare? Dove sono finite tutte le tue promesse, tutte le tue aspirazioni?
 
Sei patetico, Daniel Woodstryke, patetico.
 
E si addormentò. Un sogno agitato, pieno di incubi. Incubi in cui veniva divorato e ucciso.
 
Erano le quattro di mattina quando si svegliò per l'ennesima volta... ma, da quel momento, non riuscì più a riaddormentarsi, quindi decise di alzarsi.
 
Era sabato. Mancavano sei giorni alla prova.
 
Char, Julio e Kyrt erano ancora profondamente addormentati e Daniel non aveva intenzione di svegliarli.
 
Si vestì quindi, in silenzio ed uscì. Non aveva per niente fame, quindi decise di andare sulla riva del lago.
 
Il sole non era ancora sorto e la luna ancora la faceva da padrona. L'aria era fredda, quasi gelida, e il lago, che rifletteva la luna, era in qualche modo affascinante.
 
Ma Daniel non notò niente di ciò, troppo preso dai suoi personali demoni e incubi. Semplicemente si avvicinò alla riva del lago.
 
E lì si mise a scagliare sassi, cercando, con poco successo tra l'altro, di far rimbalzare il sasso sull'acqua.
 
“Una basilisco...” mormorò, scagliando una pietra “Barbari medievali... Non esiste che io possa...” e tirò un'altra pietra “battere un dannato serpente che uccide solo con lo sguardo... senza magia...”
 
“Non è giusto” sussurrò “Non è giusto” continuò aumentando il tono della voce “NON E' GIUSTO!” Urlò.
 
Perché? Perché? Perché lui non poteva avere poteri magici come tutti gli altri? Così magari avrebbe avuto qualche speranza di farcela! E invece no!
 
Sempre che non inciampasse su un sasso all'inizio e morisse senza nemmeno iniziare! Con la fortuna che si ritrovava!
 
“Maledizione! Maledizione! MALEDIZIONE!” e lanciò con forza un sasso, il più lontano possibile, al solo scopo di sfogarsi.
 
Poi si stese a terra. L'erba era ancora bagnata dalla brina notturna e gli bagnò i capelli e i vestiti.
 
Lo sfogo era servito. Un po' si era calmato. Forse un po' troppo...
 
Si svegliò che Julio lo scuoteva:
 
“Daniel! Sbrigati!” Lo trascinò via fino allo stadio di Quidditch. E' vero! La partita!
 
“Sbrigati!”
 
“Ma Julio! Non ho la scopa!”
 
“Daniel, ti è concesso di tenere un solo oggetto, e quelli sono i tuoi vestiti! Sei contento di poter combattere in mutande?”
 
Ed eccolo lì. In mezzo al campo di Quidditch, in mutande.
 
“E l'avversario di Woodstryke sarà...”
 
Daniel si svegliò davvero.
 
Il sole si era levato, prendendo il posto della luna. I suoi raggi riscaldarono lentamente le fronde della foresta proibita e per un attimo Daniel, davanti a quello spettacolo, dimenticò i suoi problemi.
 
Che ritornarono ancora più pesanti, quando ci ripensò. Guardò il polso sulla sua mano destra, o meglio, l'orologio posto sul polso della sua mano destra che gli fece intuire che erano le 3x3 e qualche minuto.
 
Di lì a poco ci sarebbe stata la partita contro Corvonero, e forse doveva addirittura mettere sotto i denti qualcosa.
 
Fece un giro molto tortuoso del castello in modo da non dover incontrare nessuno e si rifugiò nelle cucine.
 
Provò a buttare giù un po' di un latte e biscotti. Qualche minuto dopo, andando nel bagno meno frequentato della scuola, quello di Mirtilla Malcontenta, gli sembrò di vedere un serpente disegnato sullo scarico.
 
Quello solo, fu abbastanza per fargli vomitare tutto quello che aveva ingerito.
 
Tra una settimana – anzi! Tra sei giorni! - sarebbe morto e avrebbe fatto soffrire tutte le persone di a cui gliene importava qualcosa di lui.
 
“Dannazione!” disse, sbattendo il pugno su una parete, sentendo inspiegabilmente un brivido mentre lo faceva.
 
E, casualmente, decisamente casualmente, proprio mentre Mirtilla stava passando attraverso quella parete.
 
“AH! Bene! Pure da morta mi volete picchiare!”
 
“Scusa Mirtilla... non volevo...”
 
“IIIIIIIIIIIIIIIH! MASCHIO NEL BAGNO DI DELLE DONNE! INFRAZIONE! INFRAZIONE ALLE REGOLE!”
 
“Mi dispiace, non volevo!” e, sapendo per diceria che era impossibile discutere con Mirtilla,  utilizzò, quindi, la tecnica segreta Joestar, ovvero scappare.
 
Provò a seminarla per un cinque minuti buoni (durante i quale , stranamente, non incontrò nessuno) e probabilmente ci sarebbe stato altrettanto, se l'intervento di Pix non l'avesse salvato.
 
Il poltergeist ricordò a Mirtilla quanto fosse brufolosa (e un'altra serie di epiteti decisamente poco carini) e quella si rifugiò nuovamente nel suo bagno, dimentica di Daniel e del suo pugno che non l'aveva mai colpita.
 
Doveva andare agli spogliatoi. La partita contro Corvonero stava per iniziare, come il suo sogno gli aveva gentilmente ricordato.
 
Quindi, sempre facendo giri contorti e lunghi, con lo scopo di non incontrare anima viva, arrivò nello spogliatoio.
 
“Daniel! Dov’ eri finito?!” Nello spogliatoio c'erano solo Roger e i due gemellini inquietantini “Isa, Julio e Char ti stanno cercando!”
 
Questo aveva risposto alla domanda che stava per fare.
 
“Ma non ti preoccupare, dovrebbero tornare tra poco, visto che non ti troveranno”
 
Questo invece rispondeva alla domanda che avrebbe fatto successivamente a quella di poco prima. Che Roger avesse dentro di sé sangue di veggente?
 
“Daniel! Ti ho cercato nella Sala!” E se vi ricordate, la Sala era il luogo in cui Daniel aveva organizzato il suo compleanno “Ma non c'eri” Era stato Julio a parlare.
 
“E non eri nemmeno in riva al lago” disse Char, già perfetto nella sua divisa, entrando negli spogliatoi “Ma non eri neppure là...”
 
“Io ti ho quasi beccato nelle cucine” disse Isabell “Ma gli elfi hanno detto che ero passata dieci minuti troppo tardi... ma non importa, ora sei qui! E tra cinque minuti inizia la partita!”
 
“Ok” disse Roger “Vestiamoci”
 
Daniel fece un respiro profondo. Indossava la sua divisa dai colori nero/giallo e teneva in mano la sua Firebolt. Erano in fila indiana, con il capitano davanti a lui e gli altri dietro. Sospirò di nuovo e seguì Roger che si stava dirigendo fuori, sullo stadio, davanti ad un migliaio di teste che appena entrò non fecero che osservarlo.
 
“Ed ecco entrare nello stadio la squadra di Tassorosso! E tra loro notiamo Daniel Woodstryke, il campione di Hogwarts! Personalmente avrei preferito non avere un campione piuttosto che... ok, ok, prof, la smetto!”
 
Alla postazione del commentatore c'era Jerry Tomasson, conosciuto anche come “Il re degli scherzi”, titolo autoproclamato ma decisamente meritato. Aveva i denti sporgenti ed era di colore. Altro piccolo particolare: faceva parte dei Corvonero.
 
E accanto a lui c'era il terribile Merv Johnson, professore di Trasfigurazione e primo sospettato del disastro che la professoressa Grace aveva predetto: Il Silenzio.
 
Per quanto non avessero prove, né indizi contro di lui, ma solo sospetti vaghi e infondati.
 
“Ed ecco la squadra di Corvonero, capitanata da Ferb Higgins!”annunciò con entusiasmo Jerry.
 
Le due squadre andarono al centro del campo dove le aspettava Madama Dixon, questa volta nelle vesti di arbitro.
 
“Voglio un gioco pulito!” intimò alle due squadre “Capitani, stringetevi la mano”
 
Ferb e Roger si strinsero la mano, accennando anche ad un mezzo sorriso:
 
“Buona fortuna” dissero contemporaneamente.
 
“Sulle scope!” ordinò Madame Dixon.
 
Daniel si alzò in volo.
 
Lo stadio era strapieno e Daniel notò che non si divideva, come al solito, in due colori, ma c'era anche una zona neutra, vestita con abiti normali. Chissà come mai... Poi c'era il preside, che spiccava tra la folla sulla sua sedia fatta di legno massello. Era la sua passione per il Quidditch che aveva impedito che quell'anno venisse soppresso il torneo in favore del Torneo Tremaghi.
 
E lo notò.  Alcuni spettatori, probabilmente di Serpeverde, tenevano in mano un serpente, lungo un paio di metri,  fatto di stoffa, con le fauci spalancate che teneva in bocca un pupazzo dalla forma umana con in mano una bastoncino spezzato.
 
A Daniel si gelò il sangue nelle vene. Quello sarebbe stato il suo destino. Sbranato da un Basilisco. Sarebbe morto... morto...
 
“E le palle vengono liberate!”
 
Il boccino guizzò con uno scintillio dorato verso sinistra e poi scomparve. I bolidi vennero liberati insieme alla pluffa che sfuggì a Daniel, che ancora osservava sconvolto il serpente.
 
Intanto, con un buon gioco di squadra, I cacciatori di Corvonero erano arrivati davanti ai tre anelli, ma Julio era riuscito a parare.
 
“Ottima parata per Julio Chapman! Ci si chiede come faccia a muoversi così velocemente, nonostante, secondo la fisica, non dovrebbe nemmeno alzarsi in volo con tutta quella ciccia... sì, sì, prof, la smetto!”
 
“DANIEL!” gli urlò Roger “Che diavolo combini! Svegliati!”
 
Daniel si riscosse tutto d'un tratto e andò dritto verso il possessore della pluffa, cozzandogli contro.
 
“FALLO! RIGORE PER CORVONERO!” Sentenziò Madama Dixon.
 
E, con una finta, il cacciatore di Corvonero segnò.
 
“10 a 0 per Corvonero! Come al solito i Tassorosso non val...ehm, volevo dire, sono comunque dei validi avversari! Professore, può togliere quella bacchetta ora...”
 
La palla passò a Tassorosso e Char prese la palla, che la passò a Isabell, che la passò a Daniel, che la lasciò cadere.
 
Ancora i cacciatori di Corvonero presero la pluffa al volo e segnarono un altri dieci punti.
 
“20 a 0 per Corvonero! Questa sembra davvero una partita facile!”
 
Daniel entrò ancora una volta in possesso della palla, ma un bolide lo prese quasi in pieno, facendogli cadere la pluffa.
 
Pluffa, ovviamente, che fu raccolta dai cacciatori di Corvonero che segnarono un altro Gol.
 
“PUNTO! 30 a 0 per Corvonero in meno di cinque minuti! Confermo le mie parole di poco fa! Vittoria facile!”
 
A quel punto, Daniel vide Roger chiamare un Time Out.
 
Nemmeno il tempo di scendere dalle scope, che Daniel si ritrovò delle mani che provarono a sollevarlo per il colletto. E, alzando lo sguardo, si accorse che non erano quelle di Roger.
 
Erano quelle di Ferb.
 
“CHE TI PRENDE WOODSTYKE? E' QUELLO IL MEGLIO CHE RIESCI A FARE?! MI HAI FATTO UNA PROMESSA, QUINDI VEDI DI GIOCARE AL MEGLIO, CAPITO? NON ACCETTERO’ UNA VITTORIA COSI' PATETICA!”
 
Fu Madame Dixon a separarli.
 
“FALLO! Fallo! Fallo per Tassorosso! Mi sorprendo di te, Ferb! Sei sempre così calmo!”
 
Daniel rimase sconvolto per cinque secondi.
 
“Daniel, ha ragione lui. Che diavolo ti prende?”
 
“Scusate...” disse “E che... il basilisco...”
 
Roger sospirò “Daniel” disse “Se vuoi, puoi ritirarti. Capisco che non riesci a concentrarti sulla partita, in fondo tra qualche giorno dovrai affrontare un Basilisco e...”
 
D'un tratto, Daniel si sentì patetico. Più patetico di quanto fosse mai stato. Un idiota.
 
Stava davvero mettendo le sue preoccupazioni davanti ai sogni dei suoi amici e rivali? Davanti ad una promessa?
 
Stava davvero facendo perdere la coppa di Quidditch a Roger, che da sei anni desiderava ottenere, senza mai averla?
 
Era davvero così patetico, così stupido, così... egoista... da non giocare al massimo delle sue possibilità, solo perché un serpentone troppo cresciuto, forse, avrebbe potuto ucciderlo?
 
Poi la vicepreside sembrava poter fare qualcosa e anche Isabell ieri aveva avuto una specie di idea!
 
Quindi... Why should I worry? 
Why should I care?
I don't have magic
But I have muggle savoire faire...
 
“No, capitano” La faccia di Daniel non era più spaesata, in parte addormentata o persa nel vuoto come lo era stata fino a poco tempo prima. Aveva di nuovo gli occhi ardenti di spirito combattivo, espressione che gli era decisamente più consona “Bene, gentaglia! Scusatemi per il brutto inizio partita! Ma ora sono di nuovo apposto... e gli spaccheremo il culo!”
 
“SI'!” Ruggirono come un sol uomo e risalirono sulle scope. Avevano tutti sulla bocca stampato un mezzo sorriso... sorriso che era anche presente sulla faccia di Ferb.
 
Si rialzarono in volo, con tutt'altro spirito.
 
“Ed ecco che Woodstyke, fino ad ora l'uomo peggiore di tutto il campionato, si appresta a lanciare il rigore... e il tiro va pesantemente sopra gli anelli! Ma... Ferb, ehm, volevo dire Higgins la prende comunque! Ottimo capitano! Woodstryke, continua invece a confermarsi come il peggiore cacciatore...”
 
Ferb aveva preso la pluffa?? Come aveva fatto?
 
Era quello che sconvolgeva i Tassorosso, non il fatto che Daniel avesse sbagliato. Perché l'aveva fatto apposta, visto che la causa del rigore aveva aiutato Daniel a riscuotersi e a ritrovare se stesso.
 
I suoi amici lo capivano e comprendevano, anche i gemellini, che, comunque, erano Tassorosso.
 
La lealtà, dopotutto, era uno dei fondamenti su cui si basava Tassorosso.
 
Ferb lanciò la palla ad un cacciatore, che a sua volta la stava per rilanciare ad un suo compagno, che fu intercettata, con un sorriso, da Daniel.
 
Schivò, scostando la testa, un bolide mentre Gretel gli scacciava via l'altro. Passò la palla a Char, che la passò a Isabell che la passò di nuovo a Daniel, in una serie di passaggi velocissimi.
 
Daniel evitò nuovamente un bolide e tirò, convinto di aver fatto goal.
 
E invece no. L'anello che fino ad un secondo fa gli era sembrato libero era ora occupato da Ferb Higgins, che mostrava un sorriso spavaldo.
 
“Così mi piaci, Daniel! Fai del tuo meglio!”
 
“Farò molto di più del mio meglio, Ferb! Ti batterò!”
 
Ferb persistette nel suo sorriso spavaldo facendo l'inconfondibile gesto di: “Come at me, Bro!”
 
“Uh, sembra che Woodstryke si sia svegliato!” continuò Jerry “Ma comunque non può superare l'invincibile muro di Corvonero, Ferb Higgins!”
 
Di nuovo passaggi: prima di Ferb ad un cacciatore poi di quest'ultimo ad un suo compagno di squadra e infine un terzo passaggio, che venne interrotto da un bolide ben piazzato di Hansel.
 
Il pubblico ruggì un “UUH!”.
 
Char raccattò la palla che passò a Daniel, che la passò a Isabell, che la passò di nuovo a Char.
 
Il biondo, fece una finta e tirò.
 
Ma la difesa di Ferb sembrava impenetrabile.
 
Poi Daniel ricordò quello che gli aveva detto Isabell. Quella diceria secondo la quale Ferb era stato per tutta l'estate insieme a dei monaci tibetani grazie ai quali aveva affinato in maniera inumana l'udito.
 
Daniel l'aveva bollata come sciocchezza, pensando che fosse impossibile migliorare i propri sensi volontariamente... tanto meno in un’ estate.
 
Ma, come al solito, aveva tralasciato un piccolo particolare. Quel piccolo particolare era la magia.
 
Che ne sapeva se in Tibet avevano inventato qualche tipo di magia o pozione che poteva portare l'udito oltre l'umano?
 
Questo, normalmente l'avrebbe inquietato, così come era nelle previsioni, ma non le speranze, di Isabell, che lo conosceva da tanto tempo.
 
Ed era per questo che aveva esitato a raccontarglielo.
 
Ma non in quel momento. Aveva appena superato l'inquietudine e Daniel non avrebbe permesso che quel sentimento si ripresentasse tanto presto nel suo animo.
 
Non in quel momento comunque. Non adesso.
 
Ancora una volta, Ferb passò la palla ad un cacciatore, che la passò a sua volta.
 
Isabell, con un rapido scatto, rubò la palla.
 
“Woodstryke, Barret, Smith! Woodstryke Barret Smith!” I passaggi tra i tre erano così veloci che Jerry, che provava a dirli, li univa quasi in una sola parola “WoodstrykeBarretSmith, WoodstrykeBarretSmith, WoodstrykeBarretSmith e.... GRANDISSIMA PARATA DI FERB!”
 
Provarono varie volte a fare dei tiri, ma la porta di Corvonero rimaneva inviolata, difesa con maestria quasi soprannaturale dal suo capitano.
 
Dall'altra parte, anche Corvonero iniziava ad attaccare, ma solo un tiro, sui sette che arrivarono, riuscì a passare, complice la bravura di Julio.
 
Una delle sei parate fu così spettacolare, che lo stesso Jerry non poté che lasciarsi sfuggire un “Wow!” di sorpresa.
 
La partita era intensa. Il tifo era al massimo. Daniel si stava divertendo un casino, nonostante il risultato di 40 a 0 a favore di Corvonero. E ancora non c'era traccia del boccino.
 
Daniel incominciò a pensare che la voce dell'udito sovrannaturale di Ferb fosse vera. E, se il suo occhio non lo ingannava, forse aveva intuito qualcosa.
 
Era la solita azione d'attacco di Tassorosso. Daniel passò la palla a Char che la passò a sua volta a Isabell, che fece finta di passarla di nuovo a Daniel, che finì invece nelle mani di Char.
 
Quest'ultimo tirò. Ma anche quella era una finta, perché la passò a Daniel, che stava poco alla sua destra.
 
Ma Ferb, senza colpo ferire, la parò.
 
E fu allora, che Daniel ebbe conferma della sua teoria. Ferb non si era minimamente mosso alla finta di Char.
 
Quindi, correlato alle voci che gli aveva raccontato Isabell... c'era... una minuscola possibilità che fosse come pensava.
 
Lo avrebbe verificato subito.
 
“E, nonostante gli sforzi di un Dinamico Trio in ottima forma, la porta di Ferb rimane inviolata! Ma... ecco il boccino!”
 
Il capitano Roger e il cercatore di Corvonero iniziarono un testa a testa degno di una formula uno, ma nessuno dei due sembrava prevalere sull'altro.
 
Poi Hansel tirò una botta al bolide, che si era avvicinato troppo a Daniel, diretta verso il cercatore di Corvonero.
 
Stessa cosa, quasi contemporaneamente, fece il battitore di Corvonero. E i due bolidi colpirono quasi nello stesso momento, i due cercatori, facendo sparire nuovamente il boccino in uno scintillio.
 
La concentrazione tornò sui cacciatori, in particolar modo sul Dinamico Trio, Woodstryke, Barret, Smith che ancora una volta, con una azione spettacolare piena di passaggi, fece arrivare Daniel davanti alla porta.
 
Niente trucchi questa volta, nessuna finta. E Daniel segnò.
 
“40 a 10 per Corvonero! La porta di Corvonero viene infine violata! E proprio da Woodstryke! Ma come diavolo...”
 
Daniel vide l'espressione sconcertata di Ferb, che presto si trasformò in un sorriso: “Fortuna, Daniel” gli urlò “ Fortuna! Ma la fortuna non si ripete per due volte di fila!”
 
“Lo vedremo!”
 
Ferb rilanciò la palla. Un cacciatore di Corvonero la prese, e la rilanciò ad un suo compagno.... che però fece un passaggio troppo alto, che venne intercettato da Char.
 
Char la passò ad Daniel che, senza guardare, la passò ad Isabell, che a sua volta, senza guardare, la ripassò a Daniel.
 
Era parte della forza della loro squadra, loro tre erano così affiatati da sapere dove si trovassero i compagni senza neanche dover guardare.
 
Il Dinamico Trio attraversò il campo con una fitta rete di passaggi che portarono Isabell davanti alla porta. La rossa fintò di tirare ma la passò a Char che a sua volta fintò un tiro che era invece un passaggio per Daniel.
 
Fino a quel momento, Ferb era rimasto fermo, senza farsi ingannare dalle finte. Fu solo quando Daniel realmente tirò che si mosse verso l'anello di destra, mancando per pochi centimetri la palla che finì nell'anello. Era Goal!
 
“40 a 20 per Corvonero! Doppietta di Woodstryke! E ancora una volta la porta di Higgins viene violata! Che questa sia la rimonta di Tassorosso?”
 
Ma, proprio mentre tutti erano concentrarti su l'azione dei cacciatori, che Roger alzò la mano destra, contenente uno scintillante luccichio: il boccino d'oro!
 
“E Roger Hurgent prende il boccino...” disse con voce mogia Jerry “E sono 150 punti. La partita finisce 170 a 40 per Tassorosso.”
 
Ci fu un invasione di campo dei tifosi di Tassorosso. Il preside dall'alto della sua poltrona sorrideva compiaciuto e fece sfoggio di una risata felice. Probabilmente, da appassionato di Quidditch quale era, si era goduto lo spettacolo.
 
Roger fu preso in braccio e inneggiato, mentre Daniel e gli altri cacciatori scesero dalle scope con un sorriso.
 
Ferb era anche lui sceso sul terreno e si diresse verso Daniel con uno sguardo esterrefatto.
 
“Daniel... come... come hai fatto? Come hai fatto a segnare? Come hai fatto a scoprire il mio segreto?”
 
“Ho semplicemente osservato, Ferb. Ho visto che tu non ti muovevi fino a quando la palla non veniva realmente lanciata e le voci dicevano che tu avessi affinato l'udito in maniera sovrannaturale. Io ho unito questi due elementi, per quanto assurdi fossero: e se avesse davvero un udito così sviluppato da udire il suono della palla che viene lanciata? E se riuscisse, grazie a questo, a capire in che direzione va la palla?”
 
“Ma... ma... anche se hai capito... COME hai fatto a segnare?”
 
“Ah, questa è una storia divertente. In quinta elementare io non venni scelto per la squadra maschile di baseball... sai quello sport babbano...”
 
“Sì, lo conosco!” disse irritato Ferb “Ma che c'entra...”
 
“Fammi finire. Quindi, mi allenai come un matto per fare una cosa che nessuno in classe riusciva a fare, una buona palla curva. Mi è bastato semplicemente rifarlo”
 
L'irritazione di Ferb quasi scomparve “Quindi... il mio duro lavoro di un'estate... è stato battuto da altro duro lavoro, eh? Ottimo Daniel. Sei stato un degno avversario. Mi congratulo con te. Non ho rimpianti.”
 
Daniel gli tese la mano e gli sorrise. Ferb la strinse e ricambiò il sorriso. La folla esplose con un urlo e Madame Dixon sorrise a quella manifestazione di sportività.
 
E mentre i festeggiamenti esplodevano, passando dal campo di Quidditch alla Sala Comune di Tassorosso, Daniel, rifiutando con gentilezza le mani che lo incitavano a seguirlo, si diresse verso Madame Dixon.
 
“Ehm... Vicepreside” la chiamò, mentre quella stava mettendo a posto le varie palle.
 
“Sì, Daniel?”
 
“Vorrei sapere... è riuscita a fare qualcosa... per quella... ehm...faccenda del Basilisco?”
 
Daniel gli vide passare uno strano lampo negli gli occhi.
 
“Mi dispiace, Daniel, ma temo dovrai affrontarlo. Non ho potuto fare niente...”
 
Daniel sospirò: “Lo sospettavo. Grazie per averci provato! Arrivederci!”
 
“...e Daniel...?” lo richiamò mentre stava andando via
 
“Sì?”
 
Ci furono attimi di silenzio. “Complimenti per la tua prestazione di oggi”
 
“Grazie!” disse sorridendole.
 
E si diresse verso gli spogliatoi. Probabilmente sarebbero stati vuoti: gli altri, in particolare Roger, erano letteralmente stati trascinati a forza nella Sala Comune a festeggiare... dopo aver “rubato” chissà quanto cibo dalle cucine.
 
E Daniel li avrebbe raggiunti, oh se li avrebbe raggiunti. Si sarebbe fatto una doccia e poi avrebbe mangiato come se non ci fosse un domani.
 
Era da ieri a pranzo che non metteva qualcosa nello stomaco, dopotutto.
 
L'inquietudine della mattina era lontana mille miglia. Sperava davvero che l'idea di Isabell fosse di qualche aiuto o, in quel caso, sarebbe davvero stato il caso di farsi prendere dal panico!
 
Entrò baldanzoso nello spogliatoio, fischiettando “Il cobra non è un serpente!” ma quando arrivò sentì uno scroscio d'acqua, che terminò di lì a qualche secondo.
 
C'era Roger nudo, che si stava vestendo.
 
“E bravo il nostro Roger!” disse Daniel, dandogli uno schiaffo sul sedere “Gli hai fatto vedere chi sei a quelli di Corvonero, eh!”
 
E, continuando a fischiettare, si infilò sotto la doccia. 
 
“Ehi, Roger! Perché sei così silenzioso? E tra l'altro, che diavolo hai fatto al sedere per averlo così sodo?”
 
L'acqua calda gli scorreva lungo il corpo, lavandolo di tutto il sudore e la tensione che si era accumulata fino ad ora.
 
“Ah, Roger! Hai visto che gioco di squadra? Tra me Char e Isabell? Meglio del solito, oserei dire”
 
Ma Roger sembrava stranamente silenzioso.
 
“Roger?” disse Daniel, sporgendo la testa fuori dalla doccia “Roger?”
 
Tutto quello che sentì in risposta era la porta degli spogliatoi che a modello Saloon del Far West) che sbatteva ripetutamente.
 
Con un alzata di spalle, Daniel tornò nella doccia.
 
Cinque minuti dopo si godeva i festeggiamenti nella Sala Comune di Tassorosso, mangiando come un porco.
 
“Uh, Daniel!” Isabell gli si sedette vicino “Sei disgustoso!”
 
“Forse” disse continuando a masticare “Ma sono più che giustificato. Non mangio niente da ieri a pranzo e ho superato da poche ore il panico da O mio dio dovrò affrontare un Basilisco!”
 
“E... e come hai fatto?”
 
“Semplice, sto credendo in te. E spero davvero che la tua idea sia buona oppure dovrò farmene venire una io” diede un bel morso ad una coscia di pollo “Fatto sta... che ho capito che farsi prendere dal panico è inutile, quindi provo ad evitarlo”
 
Daniel non lo notò, ma Isabell arrossì a quelle parole.
 
“Daniel, il panico non è una di quelle cose che puoi evitare semplicemente volendolo!”
 
Il moro alzò le spalle: “Ne ero convinto anch'io, fino a quando ho provato semplicemente a non pensarci. E funziona! Guardo quanto sto mangiando!”
 
“Sei... incredibile...”gli disse Isabell, tra l'ammirato e il disgustato. Era ammirata per aver visto il suo amico d'infanzia superare il panico... e disgustata della maniera in cui stava mangiando.
 
“Piuttosto, qual è la tua idea? Così provo a capire se devo mettere in moto il cervello o meno”
 
“Mi dispiace, ma non te lo dico! Ho bisogno di essere sicura di tutto! Dovrai aspettare fino al viaggio ad Hogsmeade di oggi pomeriggio! E ovviamente non prendere impegni!”
 
“Non ti preoccupare. Non è che abbia troppi amici oltre a voi, eh!”
 
“Sì... va bene...”e Isabell si alzò, con la scusa di dover mettere meglio a punto il suo piano anti-basilisco.
 
Al suo posto, qualche secondo dopo, sedette Roger.
 
“Bella prova, Campione!”
 
“Grazie! Ma il Campione sei tu! Tu hai preso quel boccino e ci hai fatto vincere!”
 
“Certo” cominciò Roger “posso dire che una parte di lavoro l'ha fatta il mio immenso talento... ma è merito anche tuo”
 
“Che cosa?” disse Daniel sputacchiando pezzi di pollo in giro “Di cosa diavolo vai farneticando?”
 
“Daniel... non ti sei accorto che quando tu hai iniziato a giocare bene, anche tutti altri, me compreso, hanno iniziato a giocare meglio?”
 
“Oddio... forse... ma magari è una coincidenza...” 
 
“E' tutto merito tuo! Riesci a infondere sicurezza nelle persone!”
 
“...forse. Ma grazie per il complimento” gli disse, mentre una cascata di briciole cadeva addosso a Roger “Ti dovrai fare un'altra doccia, eh Roger?”
 
“Altra? Io devo ancora farmi la prima!”
 
Questo lasciò un attimo di sasso Daniel. Adesso che ci pensava, non era sicuro che quello nel bagno fosse Roger. L'aveva visto solo di sfuggita da dietro, dopotutto. E quindi chi poteva essere?
 
Roger si alzò: “Scusami adesso, Daniel, ma è meglio che vada a sfruttare la mia notorietà e per farmi fare qualche complimento da Martha...” e sparì tra la folla.
 
Quella stessa folla tra cui spiccava Char: “Ehi Char!” lo salutò.
 
Char ricambiò il saluto e parlò: “Complimenti per la partita”
 
“Grazie!” disse il moro “Complimenti anche a te! Ottimo gioco di squadra come al solito! Piuttosto, perché non ti siedi in questo posto accanto al mio?”
 
“No, no” disse Char improvvisamente rosso in viso “Sto bene così. Mi va di stare un po' in piedi”
 
“Capisco... allora, sei pronto per oggi pomeriggio? Hogsmeade ci aspetta! E da un sacco di tempo che voglio bermi una montagna di Burrobirra... ma secondo te come la preparano? Cioè, mescolano burro e birra?”
 
“Spero di no!” Daniel sentì una presenza più grande del normale sedersi accanto a lui “Sarebbe un sacrilegio verso la birra fare una cosa del genere!”
 
“Julio! Vecchio caprone! Dove sei stato?”
 
“Sapete... beh... Corvonero ha perso... dovevo consolare Xylia.... eh eh eh eh....”
 
“Vecchio marpione” disse Daniel tirandogli uno scherzoso pugno sulla spalla “Sai sempre come sfruttare la situazione a tuo vantaggio, eh?”
 
“E' una delle mie qualità, Daniel!” E risero, anche se non c'era una vera ragione per farlo.
 
Poi, in un solo sorso, Daniel buttò giù un litro d'acqua.
 
“Ah! Ne avevo bisogno! Sono rinato! Avvertitemi quando è tempo di andare: stanotte non ho dormito per niente e volevo riposarmi un pochino!”
 
“Ok!” dissero in coro Julio e Char, con un enorme sorriso, contenti che il loro amico avesse ritrovato il buonumore.
 
Ma Daniel, dicendo quello che aveva detto, aveva travisato la realtà. Voleva parlare un po' con il suo Capitano Pirata preferito, William Hawkyns, oltre che riposare, ovvio!
 
Mentre saliva lungo le scale, regolò quasi solo per abitudine la sveglia del suo orologio, dato che non funzionava.
 
“Buon giorno, capitano!”
 
“Arrr, Daniel! Ho saputo di ieri, del Basilisco”
 
“Te l'hanno detto i fantasmi?”
 
“Già. Come stai?”
 
“Ieri è stata una giornataccia. Da quando ho saputo del Basilisco non ho fatto che isolarmi da tutti, compiangermi come una femminuccia e accettare l'ineluttabilità di morire. Poi oggi, durante la partita contro Corvonero – sì abbiamo vinto e tutti continuano a dire che sia anche merito mio nonostante abbia fatto solo 20 punti -, ho capito che non serviva a niente, che avevo degli amici che mi aiutavano, che avevo una promessa da mantenere... e che finché non ti arrendi non è mai detta l'ultima parola. E quindi mi sono ripreso e abbiamo vinto la partita!”
 
“Wow, i miei complimenti, marinaio d'acqua dolce! Soprattutto per aver superato le tue paure!”
 
“Eh, grazie!”
 
“Episodio di Adventure Time e poi ti vuoi riposare?”
 
“Episodio di Adventure Time e poi mi riposo”
 
“Adventure time... chiama i tuoi amici...”
 
Stava dormendo pesantemente, quando Julio venne a svegliarlo.
 
“Ehi Dan” disse scuotendolo.
 
Ma Daniel sembrava ancora profondamente addormentato, e sembrava intenzionato a non alzarsi.
 
“Daniel, guarda che se non ti svegli chiamo Isa”
 
“Sono sveglio, sveglissimo, che più sveglio non si può! Sono un condensato di adrenalina e reattività, signore!” 
 
“Bene, soldato! Ora andremo nel fottuto villaggio e sentiremo il fottuto piano di Isabell davanti a della fottuta Burrobirra!”
 
“Sì, SIGNORE, Signore!” disse Daniel scattando sull'attenti “La seguirò anche fino nei più profondi Inferi!”
 
“Bene” disse Julio, che si era fatto apparire un cappello stile Sergente Harmant in testa per entrare più nella parte “Allora andiamo, soldato!”
 
Alla fine Isabell li aveva trascinati ai Tre Manici di Scopa, dicendo di aver prenotato un tavolo per sei.
 
Madama Rosmerta, un'adorabile vecchietta che in gioventù doveva essere stata molto bella, visto i lineamenti delicati, era la proprietaria del locale e conversava amabilmente con alcuni clienti.
 
“Allora, Isabell, vuoi dirci, per favore, chi dobbiamo incontrare?”
 
Il locale era pieno sia di avventori occasionali che di studenti di Hogwarts. I quattro amici aspettavano due misteriose persone che a quanto pare, potevano aiutare Daniel a sopravvivere al problema “Basilisco”.
 
“Te l'ho detto! Ormai è quasi una sorpresa! Lo vedrai tra un po'! Che ti costa aspettare cinque minuti?”
 
“Mi costa” pensò Daniel guardando di traverso Isabell, mentre sorseggiava una Burrobirra “Mi costa il fatto che tu abbia detto la stessa frase cinque minuti fa, Isabell!”
 
Ma si trattenne dal dirlo... chissà quella donna cosa poteva fargli. Poi il piede di lei stava pericolosamente vicino al suo. Daniel avrebbe scommesso che stesse solo aspettando che lui dicesse qualcosa di troppo e ZAK! Addio piede di Daniel!
 
Ma aspetta! Perché anche il piede di Char era così vicino al suo? Che anche lui volesse...ZAK! Lui che era così calmo? 
 
Sospirò. Dio, speriamo di no.
 
E poi arrivarono. Erano due uomini. Uno si guardava intorno come se vedesse il luogo per la prima volta, mentre il secondo era probabilmente un abitué del locale visto come trattava Madama Rosmerta.
 
L'uomo smarrito era enorme, alto quasi un metro e novanta, spalle larghe, barba che gli copriva quasi tutta la faccia. Probabilmente era sulla quarantina.
 
Il presunto abituè del locale era molto diverso dall'altro: capelli biondi, una mascella bene definita, più basso almeno di venti centimetri dell'altro e non così largo di spalle.
 
Daniel li conosceva entrambi. E anche abbastanza bene. Ma che c'entravano con il Basilisco? E perché Isabell li aveva chiamati?
 
“Professor Knight! Papà! Siamo qui!” urlò Isabell.
 
Esatto. Il tizio enorme era il padre di Isabell, mentre l'altro era il professore di Astronomia, Arthur Knight!
 
*** 
 
E il prossimo capitolo... La prima Prova! Finalmente! Tutti l'aspettavamo con più o meno ansia, vero?XD
 
Allora, ancora una volta mi sembra di aver reso il protagonista fin troppo poco “Eroico”... ma ho sempre pensato che il vero eroe non è chi non ha paura ma chi, pur avendole, riesce a sorpassarle e a farcela. E da questo punto di vista Daniel è fin troppo eroe, penso!XD
 
E penso che in questo capitolo si sia notata la quasi inutilità dei Cacciatori in una partita di Quiddich! Ho sempre pensato che questo sport non sia l'idea più riuscita della Rowling... ma finchè il protagonista è un cacciatore va tutto bene... che non è questo il caso!XD
 
 
Ed ora... altri tre personaggi da descrivere!
 
Kyrt Wood: Forse non vi ricordate neanche chi è, vero? Ecco perché lo sto descrivendo ora! Kyrt è il quarto maschio del dormitorio di Tassorosso, nonché Prefetto. Sì, nell'anno di Daniel non ci sono stati tanti maschi... avrà anche lui una parte rilevante nella storia? Più o meno.
 
Kassandra Dixon: L'indiscusso volto di Hogwarts. Nonostante il carisma e la forza del preside, quest'ultimo odia occuparsi delle questioni triviali e di poca importanza: a tutto questo ci pensa Kassandra Dixon. Motivo per cui è sempre arrabbiata e incavolata. Il consiglio studentesco, poi, che conta tra le sue file molti purosangue, è una fonte di scocciatura non indifferente.
 
Donna Hill: La, Ahimè, fidanzata di David Myles, scomparso ormai da un numero imprecisato di capitoli. Donna è serpeverde e vanta una discendenza purosangue... bugia in realtà, visto che suo padre è un ricco banchiere. Bella e piacevole d'aspetto, perfetta nel suo trucco ogni mattina, signorile, aggraziata, velenosa, razzista, pettegola e perfida, preferisce spargere maldicenze sulle persone piuttosto che affrontarle, aspettando che le voci facciano il loro effetto. E' sempre circondata da un numero imprecisato di 'amiche' (sono almeno due) che in realtà sono più delle leccapiedi. Ha usato più e più volte la tattica delle maldicenze contro Daniel, Isabell, Char e Julio per farli separare... fallendo miseramente ogni volta.
 
Ancora una volta il ringraziamento a Shan per le correzioni! E se ne trovate è comunque colpa mia!XD Bene! Fate i bravi! Alla prossima!
  
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