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Autore: Lavandarose    23/10/2012    19 recensioni
Con uno scatto la ragazza si avventò su di lui con il pugnale sguainato in mano.
Lui si scostò solo di qualche centimetro e le prese il polso.
Con un movimento fluido la scaraventò contro il muro, puntellandole le braccia ai lati del suo corpo.Il pugnale cadde a terra.
Ora lei era sola e disarmata, tra le braccia del nemico, che la stava sovrastando di almeno trenta centimetri.
Sospirò e lo guardò negli occhi.
L’istante successivo le loro bocche si stavano baciando con rabbia, mordendosi, succhiandosi, lasciando che un’anima entrasse nell’altra.
Lei chiuse gli occhi e dopo un istante sentì un dolore lancinante alla spalla destra.
La stava marchiando, la stava marchiando maledizione!
Con le ultime forze che le rimanevano, cercò di spingere via quel magnifico corpo da lei, guardando che cosa le aveva fatto.
E il marchio era lì: una croce sulla spalla.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Genere: Erotico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Draugr? Cosa cazzo?
Virginia guardò di sottecchi Eddy, ma il ragazzo pareva concentratissimo sul manoscritto che stava revisionando.
Lei allora rimise i tre fogli di pergamena nella busta e si alzò con circospezione. Andò in bagno per lavarsi il viso, aveva le guance che scottavano e un leggero pulsare alle tempie le stava facendo capire che tra un attimo le sarebbe scoppiato un gran mal di testa.
Bene, ironizzò dentro di sé mentre si scostava la camicia per controllare la croce sulla spalla.
Era ancora lì, un po’ meno rossa, anzi a guardarla meglio stava impallidendo.
Ma cosa diavolo stava succedendo?
“Forse mi sono graffiata da qualche parte e non me lo ricordo. Oppure sto impazzendo”,pensò ancora.
Il ricordo di quegli occhi neri e di quelle labbra che avevano con avidità cercato le sue era ancora vivo in lei. Aveva provato sensazioni strane, sogno o non sogno.
Sospirò e tornò alla sua scrivania.
Con cautela riprese in mano i fogli di pergamena.
Erano stati strappati da qualche libro, un tomo pesante e davvero antico, come era scritto in quella lettera.
Virginia cercò di mettere a fuoco le parole lì sopra vergate.
Draugr era scritto in rosso, era quindi un titolo.
La ragazza passò a decifrare il resto della pagina.
“Il Draug è un non morto, un essere della mitologia norrena. I Draugar erano noti per avere numerosi doti magiche, chiamate trollskap simili a quelle delle streghe e degli stregoni, come l'essere mutaforma, controllare le condizioni atmosferiche e vedere nel futuro. Tra le creature nelle quali potevano tramutarsi ricordiamo la foca, un grande toro scorticato, un cavallo grigio con la schiena spezzata e senza orecchie o coda, un gatto che si sarebbe seduto sul petto di un dormiente per poi crescere progressivamente fino a far soffocare la vittima. Altre abilità erano l'entrare nei sogni dei viventi… “
La ragazza sussultò. Allora era vero? Quei sogni, quegli incubi erano reali? La sua ferita sulla spalla le era stata provocata da quel giovane dagli occhi scuri?Scosse la testa e continuò a leggere.
“…maledire le persone e portare la malattia in un villaggio; va altresì detto che potevano inoltre creare un'oscurità temporanea durante il giorno visto che, sebbene preferissero decisamente l'attività notturna, non sembravano essere vulnerabili alla luce solare come gli altri Revenant.” La ragazza scosse la testa. Non stava capendo cosa stava accadendo. E soprattutto contro chi doveva vedersela. Riprese a leggere.
“Alcuni arrivavano persino ad essere immuni alle armi, tanto che solamente un eroe aveva il coraggio e la forza necessari per affrontare un nemico così formidabile, che spesso andava combattuto fino a ricacciarlo nella tomba: infatti, sebbene il ferro fosse in grado di ferire un draugr non era sufficiente per fermarlo. Queste creature hanno una forza sovrumana, la possibilità di ingrandirsi a piacimento e la capacità di tramutarsi in tutto ciò che vogliono”.
- Virginia…-
La ragazza teneva gli occhi fissi sulla pergamena, quelle parole l’avevano assorbita. Chi era allora che entrava nei suoi sogni? Chi era quell’uomo?
- Virginia!- Lei alzò gli occhi e vide Eddy davanti alla sua scrivania. Aveva lo sguardo preoccupato, forse le aveva parlato e lei non aveva risposto?
- Ti sto chiamando da mezzora, mi dici dove sei? –
La ragazza notò che lui stava giocherellando con il ciondolo di ambra che portava sempre al collo. Lo faceva solo quando si innervosiva.
Sorrise.
- Ma nulla, Eddy. Ero presa dalla lettura, non ti ho sentito. Volevi dirmi qualcosa?-
Lui la fissò. Virginia era pallida e con ombre nere sotto gli occhi. E stava cercando di nascondere i fogli che aveva in mano.
Corrugò la fronte.
- Vai a casa, Virginia. –
- Che cosa? –
- Si vede che non stai bene. Sei distratta, non sei in te. E poi quella ferita alla spalla… -
 - Ti ho detto che non è nulla, sarò caduta! – ribattè lei seccamente.
 - Quello che vuoi. Ma non sei in grado oggi di lavorare. Vai a casa, tanto è venerdì. Passa un fine settimana tranquillo e ci rivediamo lunedì. Magari ti chiamo più tardi –
La ragazza capì che quello di Eddy non era un consiglio, ma un ordine gentile, impartito da quello che nella scala gerarchica dell’ufficio era un gradino sopra di lei.
 - E va bene, Eddy. Credo che tu abbia ragione, forse mi sto prendendo un’influenza. Sarà meglio che vada. Ci sentiamo poi? –
Si alzò e si girò per prendere la giacca. Un tocco gentile sulla spalla la fece voltare. Era lui.
 - Prenditi cura di te, Virginia –
 - Come sempre, man! – tentò di scherzare lei, chiamandolo con il suo soprannome. Sorridendo prese la grande busta con la pergamena, la mise in borsa e uscì.
In auto continuò a pensare a quello che era successo. Chi le aveva mandato quella busta? Chi la stava avvisando che era in pericolo? E soprattutto chi era l’uomo che popolava i suoi sogni?
Una volta a casa, la ragazza si liberò in fretta dei vestiti e si riempì la vasca da bagno.
Quando fu immersa nell’acqua calda e nella schiuma, cercò di calmarsi e di dare un senso logico a quello che era successo, ma non ci riuscì.
La croce sulla spalla prudeva. Virginia la guardò e si accorse che era quasi del tutto sparita.
“Forse era un’allergia a qualcosa che ho mangiato!”,pensò rinfrancata mentre scendeva sott’acqua con la testa.
Quando riemerse terminò di lavarsi, poi si avvolse in un asciugamano e si diresse in salotto.
Si lasciò cadere sul divano e chiuse gli occhi.
Si sarebbe tutto sistemato, sì. Non era successo nulla, in fondo.
Cercò di dormire un po’, ma restò nello stato di dormiveglia. Vedeva immagini, situazioni.
Il ghiaccio che mi circonda, un uomo che cammina verso di me. Non riesco a vederlo in viso, ma so che mi vuole. E io gli appartengo. Luce e buio. Il pugnale nella mia mano e la lancia nella sua. C’è rumore, frastuono… cosa è questo? Un fischio acuto, ritmato, delle sirene? Perché ci sono le sirene vicino a casa mia?
Una scampanellata interruppe quello stato di visioni del sonno.
Virginia aprì gli occhi, si alzò e tenendosi l’asciugamano stretto con una mano aprì la porta.
 - Ciao – La figura di Eddy si stagliava sul vano di entrata.
 - Ehi – gli fece lei un po’ imbarazzata, mentre realizzava di essere pressoché nuda.
 - Sono passato a vedere come stavi. Sono uscito un po’ prima dal lavoro –
 - Entra pure, accomodati in salotto, tanto conosci la strada. Vado a mettermi qualcosa addosso –
Dieci minuti e un paio di jeans e una tshirt dopo, i due ragazzi stavano chiacchierando sul divano.
 - Mi sono addormentata, mi è sembrato di sentire delle sirene prima –
 - Sì, mentre stavo arrivando ho incontrato polizia e ambulanza sotto casa tua –
 - Oh? –
 - Pare che uno dei tuoi vicini sia morto –
 - Santo cielo, che cosa terribile. Un infarto? –
 - No, pare che sia morto nel sonno. Soffocato. –
Virginia si irrigidì. Cosa diceva quel passo della pergamena?
Il Draugr poteva trasformarsi in un gatto che si sarebbe seduto sul petto di un dormiente per poi crescere progressivamente fino a far soffocare la vittima.
Scosse la testa. Questa cosa stava diventando una paranoia.
- Tutto a posto? – Eddy la stava guardando.
 - Sì, sono solo un po’ stanca –
Lui le fece una carezza sulla guancia, passando un dito dall’attaccatura dell’orecchio all’angolo della bocca.
Lei sorrise. Da tempo c’era qualcosa di inespresso tra di loro.
 - Se ti va domani sera potremmo vederci, assieme anche agli altri Gli altri erano un gruppo di amici comuni con i quali i due ragazzi passavano di solito i loro sabato sera.
 - Spero di sì, spero di stare meglio. Ti chiamo domani per confermarlo –
Lui si alzò.
- Per qualsiasi cosa, Virgy, chiamami –
- Lo farò – rispose lei alzandosi e accompagnandolo alla porta.
Rimasero per un attimo immobili uno davanti all’altra. Lui giocherellava con il suo ciondolo di ambra. Per un momento le sembrò che stesse per baciarla, ma non accadde nulla del genere. Si sorrisero e si salutarono.
Una volta sola, la ragazza tornò verso la camera da letto per recuperare l’asciugamano che di fretta aveva buttato sul pavimento mentre si cambiava.
Passò davanti allo specchio della sua toilette.
Si fermò a guardarsi, sembrava un po’ meno stanca. Peccato per quelle piccole rughe di espressione attorno agli occhi…
Chiuse gli occhi.
Li riaprì e le mancò il respiro. Dietro di lei c’era lui, l’uomo dei suoi sogni.
Non osando voltarsi, Virginia lo osservò. Questa volta il torso nudo e i pantaloni di pelle avevano lasciato il posto a una camicia nera e a dei jeans. Sembrava quasi un ragazzo normale, si sorprese a pensare.
Lo fissò. Aveva grandi occhi neri, spalle ampie e uno sguardo severo.
La bocca era carnosa e non sembrava essere disegnata per sorridere.
In quel momento lui l’aprì. – Virginia – le sussurrò.
Lei era immobilizzata. Chiuse gli occhi.
Ora li riapro, mi giro e non c’è più, si disse.
Aprì gli occhi e si girò.
Lui era lì, davanti a lei.
 
Eccoci al secondo capitolo. E’ un po’ di passaggio, dal prossimo si inizierà a entrare nel vivo della storia. Spero di avere lettori pazienti che non mi mandino subito a quel paese!^^
Un ringraziamento particolare va a Jessy Night a cui questo capitolo è dedicato: mia cara, senza il tuo caffè stamattina non sarei stata così ispirata!:)
Se avete voglia di passare sulla pagina di Lavandarose su Facebook mi farete contenta!^^
Questi i miei scritti tuttora in corso:

 Il mistero della strega

Ne bis in Idem
 
A presto
Lav
   
 
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