Godetevi il capitolo, per le note ci sentiamo alla fine.
***
VII.
La vita è un circolo.
Che è come dire che prima o poi
tutti i nodi vengono al pettine, no? Okay, non è proprio la
stessa cosa. In
effetti non so neanche che cavolo centra. Quello che volevo dire
è che, prima o
poi, ci si ritrova di nuovo al punto di partenza.
Il mio punto di partenza? Si,
proprio quello: gli studi
televisivi in cui Ben mi ha scelto,
trasformando quello che ritenevo il giorno peggiore della mia vita in
quello
che ha dato il via alla mia vita vera e propria.
Personalmente, se ci fosse stato un
solo modo per evitare
di presentarmi, l’avrei fatto più che volentieri,
ma Ben ha voluto che lo
accompagnassi. Gli ho fatto giurare col sangue (figurativamente
parlando) che
non mi avrebbe tirato in ballo in alcun modo. Il mio intento era quello
di
rimanere dietro le quinte, invisibile, in attesa che lui e quella
simpatica
donna dell’intervistatrice terminassero la loro
chiacchierata.
Ma quando mai le cose sono andate
come volevo io?
«Bentornato, Ben.
È sempre un piacere averti qui con noi.»
cinguetta la simpaticona che, tanto per farvi sapere, è la
stessa che ha deciso
di chiamare sua figlia come me. Questo è il primo fattore
che mi ha messo in
allarme, perché quella non è in grado di farsi
gli affari suoi nemmeno se la
pagassi in lingotti d’oro.
«Anche per me,
Allyson.» ecco svelato il nome della
misteriosa tettona. Okay, forse sono cattiva, ma non mi piace.
Soprattutto
perché guarda Ben come se volesse mangiarselo e, tanto per
essere chiari, Ben è
mio. Si, sono possessiva, e allora?
«Allora, come
stai?» domanda, con un sorriso smagliante.
Ben sorride in rimando, anche se, conoscendolo, non è molto
entusiasta di
essere seduto di nuovo lì, a parlare dei cavoli suoi.
«Molto bene, grazie.
Tu?» risponde, cortese come suo
solito.
Allyson agita le mani, poi sorride
– di nuovo – e si sporge
in avanti, mettendo in evidenza la scollatura abbondante del vestito
azzurro.
«Non parliamo di me,
caro. Raccontaci tutto, sappiamo che
sei fidanzato.» ‘azz. E ora? Ti prego, Ben, non
tirarmi in ballo, non tirarmi
in ballo, non tirarmi in ballo.
«Si, è
vero.» conferma. Dio, grazie. Per un attimo ho
temuto che se ne sarebbe uscito con qualcosa di simile ad un
“Si, ed è proprio
qui con me. Prego, amore, entra!”. Per fortuna il mio
fidanzato è intelligente
e ogni tanto ascolta quello che dico.
«Vai
così.» esulto, a mezza voce. Un tecnico mi osserva
con aria perplessa, forse meditando sulla mia sanità
mentale. Gli rivolgo
un’occhiata in tralice, così distoglie lo sguardo
e riprende a fare il suo
lavoro.
«Sappiamo anche che
è qui con te.» incalza Allyson. Oh,
no. Visto? Questa è sfiga, ragazzi. C’è
poco da dire. È sfiga nera. Bastarda.
No, dai. Mi ha già fregato una volta, questa cavolo di
presentatrice. Ben
ridacchia, ma mantiene comunque la sua aria impostata.
«Lavori per i servizi
segreti, Allyson?» domanda, cercando
di deviare l’attenzione. Ma lei è troppo furba e
assetata di pettegolezzi per
lasciarsi distrarre così facilmente.
«Certo che no, Ben. Ma da
qui la vedo perfettamente.
Gradiresti raggiungerci, Morgan?»
No, non gradirei, grazie per
l’offerta. Ora addio.
«Coraggio, non essere
timida.» non sono affatto timida,
sto solo pensando a centotrentaquattro modi per svignarmela. Ben si
volta a
guardarmi e fa un cenno con la testa. Sibilo un no
e incrocio le braccia al petto.
Poi interviene di nuovo il
simpatico tecnico, che mi
spinge non proprio delicatamente, facendomi finire sul palco.
È un miracolo che
sia ancora in piedi e non spalmata sul parquet. Mi volto, con
l’espressione di
un serial killer e lo minaccio di morte.
Lui fa spallucce, come a dire che
è il suo lavoro e che
non può farci niente, poi si siede dove prima stavo io e mi
fa un sorriso che
vuole essere di incoraggiamento, ma che a me sembra solo un ghigno.
Praticamente pietrificata, guardo
la platea: non ho idea
di quante persone ci siano, ma so che tutte cercano me. E non mi piace.
Odio
gli occhi addosso, lo sapete? Li odio così tanto che sono
tentata di rifugiarmi
di nuovo dietro le quinte.
Ben si alza, mi viene incontro e mi
afferra per mano,
conducendomi fino al divanetto, dove Allyson sorride vittoriosa.
«Mi dispiace, amore. Io
ci ho provato.» mormora Ben al mio
orecchio, in modo che solo io possa sentirlo. Annuisco con aria mesta,
poi mi
accomodo al suo fianco, per niente intenzionata a lasciare la sua mano.
Ho idea
che mi verrebbe la malsana tentazione di stringerla intorno al collo
della
simpaticona.
«Ciao,
dolcezza.» saluta, porgendomi la mano. Con uno
sforzo sovraumano gliela stringo – forse un po’
troppo forte, visto che
digrigna i denti – poi borbotto un ciao poco entusiastico e
ricado nel mio
mutismo.
Ma Allyson non demorde: sembra del
tutto intenzionata a
scoprire ogni più sordido dettaglio della mia relazione con
Ben. Stupida
impicciona e stupida carriera da attore. Dico io, ma Ben non poteva
fare il
pescivendolo?
«Allora, Morgan, come
stai?» domanda, curiosa. Oh, certo,
curiosa. Come se non lo sapessi che sta facendo finta di interessarsi
solo per
arrivare al punto. Dovrà pur mantenere le apparenze, no?
«Una meraviglia, non si
vede?» celio, ironica. Ben sorride
sotto i baffi, Allyson ridacchia. Che risata da oca isterica, santo
cielo.
«Certo, sei una
favola.» conferma, prima di chiedere al
pubblico di manifestare la sua approvazione con un grande applauso.
Ovviamente,
arrossisco fino alla radice dei capelli. Preferirei morire, piuttosto
che stare
un altro secondo in presenza di questi morti di gossip.
Mi passo una mano tra i capelli,
nervosamente, ma quando
mi accorgo dello sguardo incredulo di Allyson e di quello un
po’ rassegnato di
Ben è troppo tardi per riportare la mano in tasca.
«Ci vedo male, o quello
è un anello con un brillante?»
chiede, con gli occhi azzurri sgranati per la sorpresa.
«Ci vedi male.»
replico. Poi provo a nascondere la mano in
tasca, ma Allyson la intercetta e se la tira fin sotto gli occhi.
Resisto all’impulso
di strattonarla e sospiro. Tanto prima o poi lo sarebbero venuti a
sapere. Ho imparato
presto che i curiosi non mancano mai e che i fatti di una
celebrità sono sempre
sulla bocca di tutti.
«Questo, signori e
signore, è un anello di fidanzamento! Gliel’hai
regalato tu, Ben?»
No, figurati. Me l’ha
portato Babbo Natale, nella speranza
che prima o poi l’’avrei sposato e mi sarei
trasferita in Lapponia con lui.
Stupida. Chi vuoi che me l’abbia regalato, mia nonna?
Non appena apro bocca, Ben mi
stringe un po’ più forte la
mano libera, per farmi intendere di lasciar parlare lui. Peccato,
proprio
adesso che cominciavo a divertirmi.
«Si, certo. È
una cosa recente, comunque.» spiega,
sbrigativo e un po’ misterioso.
«Recente
quanto?»
«Solo un paio di
mesi.» risponde Ben. Si, sono già passati
un paio di mesi da quando abbiamo fatto ritorno dall’Italia.
«E a quando, le nozze?
Voglio essere invitata, eh!» si,
come no. Te ne spedisco tre di inviti, tanto per andare sul sicuro.
Figurarsi se
mi passa per l’anticamera del cervello di invitare questa
pazza al mio
matrimonio.
«Tra qualche anno, ancora
non è il momento.» risponde Ben,
pacato. Che? Non avrete davvero pensato che mi sarei sposata a
vent’anni? È troppo
presto, anche se io sono parecchio intelligente, per la mia
età (certo, ma a
chi voglio darla a bere?) e amo Ben con tutto il cuore. Non sono pronta
per il
matrimonio, ecco la verità.
Ma lasciate che vi spieghi un
po’ meglio, altrimenti detto
così sembra che io abbia qualche grave tara mentale.
Quella sera, quando Ben mi ha
chiesto di sposarlo, il si mi
è salito alle labbra in modo del
tutto istintivo. Così come credo fosse istintiva la proposta
di Ben. Presa dall’emozione,
ero assolutamente convinta di volerlo sposare al più presto.
Lo sono ancora adesso, ma a mente
fredda, abbiamo deciso
che è troppo presto. Siamo giovani – io lo sono,
più che altro – e innamorati. Non
ci corre dietro nessuno, perciò perché affrettare
le cose?
«Le ho chiesto di
sposarmi perché temevo che qualcun altro
l’avrebbe portata via da me.» rivela Ben, a
sorpresa. Mi volto di scatto,
sorpresa: non me l’aveva mai detto. Quando si accorge del mio
sguardo
interrogativo, fa spallucce.
«E, sai, lei è
mia.» continua «E la amo più di
qualunque
altra cosa al mondo, perciò ho pensato che una promessa
fosse il modo migliore
di dimostrarglielo.»
Credo che Allyson sia sul punto di
piangere, visto che si
picchietta l’angolo dell’occhio destro nella
speranza che il trucco non sia
sbavato. E non è l’unica, visto che anche io credo
di essermi commossa. Poi, in
tutto lo studio scoppia un applauso fragoroso.
«Ti amo.»
sussurro a Ben, sul punto di piangere.
«Sapete qual è
la cosa più bella?» domanda Allyson, che
ormai non mi sembra più nemmeno tanto antipatica.
«La cosa più importante?»
Alla parola importante, sia io che
Ben sorridiamo.
«L’importante…» inizia Ben, con voce ferma. «L’importante è incontrarsi.»
Ci siamo. E' finita.
Non so se ci sia ancora qualcuno, visto che è passato davvero tanto TANTISSIMO tempo, dall'ultima volta che ho aggiornato. A dire la verità, non so neanche con che coraggio mi ripropongo, ma tant'è che ci sono.
Vorrei spiegarvi, prima di tutto, il perchè di tutto questo ritardo. Ho scritto l'intera storia di getto, senza programmare niente di quello che sarebbe successo. Perciò, in un certo senso, anche lo scorso capitolo è stato una sorpresa, per me. Non pensavo che Ben avrebbe chiesto a Morgan di sposarlo, non rientrava nemmeno un pò nelle idee di base, a dire la verità. Così una volta pubblicato, mi sono sentita come se avessi toppato di brutto. Non so, mi sembrava quasi sbagliato, tanto che ad un certo punto ho anche avuto la tentazione di cancellare il capitolo e pubblicarne un altro. Poi ci ho pensato bene e ho capito che in realtà a me non dispiaceva che le cose fossero andate così.
Ho pensato tanto a come sarebbe stato il capitolo successivo, cioè questo, e nella mia testa credo che fosse esattamente così come l'ho scritto. Certo, di sicuro un pò più bello, ma io mi sono impegnata, ve lo assicuro. Infatti il risultato non mi dispiace e mi sembra piuttosto in linea con il resto della storia e anche con i protagonisti. Voi che ne pensate?
Comunque, detto questo, mi scuso per avervi fatto aspettare tanto e spero tanto che mi perdonerete e che non siate deluse da come la storia si è conclusa, perchè mi dispiacerebbe da matti.
Ora passo ai ringraziamenti, perchè ci tengo da morire a farvi capire quanto sia stato importante, per me, avere il vostro appoggio.
Perciò, GRAZIE a Serena VdW e a CinderNella per aver recensito lo scorso capitolo (scusate se non ho risposto), poi GRAZIE mille a CinderNella, eloise de winter ed Eruanne per aver inserito la storia tra le preferite, GRAZIE mille a Cate 96, CinderNella, kitty483, Klaroline99, Lisbeth17, maty98, Misfit, NichiiixD, Polinnia, Sapphire, Serena VdW, _Vicky_ e _Alis3 per aver inserito la storia tra le seguite e, ovviamente, GRAZIE mille anche alle lettrici silenziose.
Per questa volta, però, vi invito a commentare, così che possa ringraziarvi tutte quante di persona :)
E' tutto, direi!
GRAZIE ANCORA.
Con affetto,
Fede.
P.s. Per chi volesse, mi trovate su Twitter come @FTheOnlyWay e su Facebook come TheOnlyWay Efp :)