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Autore: Hikari93    25/10/2012    11 recensioni
Sasuke e Sakura corrispondono via mail da tre mesi, ma non si sono mai visti né parlati. E non lo avrebbero fatto, se Naruto, migliore amico di lui, non si fosse intromesso nelle loro vite.
Dal Secondo Capitolo:
Potrebbe: aspettare i dieci minuti che restano prima dello scoccare delle dodici – sta consumando l’orologio al polso regalatogli da suo padre a furia di fissarlo con intensità – e poi alzarsi in piedi sul tavolo, molto teatralmente, e reclamare, con tanto di colpo di tosse, il fantomatico attimo di attenzione, gridando a gran voce il nome di Sakura.
Possibilità di successo: basse, considerando che, insomma, chi lo ascolterebbe? Anche se urlasse, e anche se Sakura lo sentisse, sicuramente lo scambierebbe per Sasuke. Non che ci fosse niente di male in lui, ma ecco… poi finirebbe di certo per innamorarsi di lui, Naruto ne è sicuro. E non è quello che vuole.
Quindi. Potrebbe numero due: alzarsi dalla sedia su cui si è stravaccato a pensare, abbandonare la vista dei tovagliolini messi al centro e andare a stanare il teme, chiedendogli le informazioni che gli occorrono, senza farsi scappare di aver propinato e combinato un appuntamento a sua insaputa.
[SasuSaku. Accenni NaruHina - ShikaIno]
[Completa ♥]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Hot Mail – Naruto Namikaze in missione speciale
 


 
Capitolo Cinque
[I&I - Intermediari]

 
 
 





 

Ascoltare gli riesce meglio che parlare, di questo Sasuke ne è convinto.
Tuttavia, dal momento in cui Ino Yamanaka si è seduta al suo fianco, borbottando contro la sabbia che si infila ovunque e contro la temperatura ustionante della suddetta, non ha più avuto così tanta fiducia nella capacità di resistenza delle sue orecchie – già provate a sufficienza da Naruto, e quindi ululanti pietà.
«Senti, taglia corto» sbotta infine, irritato. «Che diamine vuoi?»
Perché, effettivamente, la ragazza ha parlato tanto ma non ha detto nulla, ha farfugliato pile e pile di parole accatastate che hanno formato tutto fuorché un discorso sensato. E a Sasuke piace centrare il punto nell’immediato.
«Tu e Sakura.» Ino pronuncia quei nomi allo stesso modo di una maestra acida pronta a interrogare lo studente malcapitato di turno. «E’ necessario e assolutamente indispensabile che voi vi chiariate. Fallo per la mia sanità mentale!»
Sasuke s’acciglia, la guarda di traverso. Ignora il significato ultimo della frase, ed evita appositamente di domandarsi cosa diamine possa voler dire aiutare la sanità mentale di un individuo di quel tipo che, chiaramente, già non ne dimostra di suo, senza che il suo intervento sia necessario. Al massimo, l’unica sanità mentale che sta salvaguardando è la sua.
Trova comunque indescrivibile il cambiamento repentino dell’espressione della ragazza; prima serissima – come l’insegnante, appunto –, poi quasi disperata – a ricordo dello scolaro.
«Potrei anche decidere di incontrarla» sputa quindi, un po’ tirato ed esagerato, «ma lei dov’è
Ino sospira piano – bisogna sempre spiegare tutto a questi uomini! –, e contemporaneamente batte due colpi secchi sulla spalla rossiccia di Sasuke, prendendosi molta più confidenza di quanto potrebbe e di quanta Sasuke ne desideri – lui, infatti, la scaccia subito con acidità, impedendole una terza pacca. «Sfortunatamente non avevamo in previsione un altro appuntamento. Abbiamo dovuto cercati, Sasuke-kun. Ritieni che siano veramente necessarie tutte le mie spiegazioni sul modo in cui ci siamo organizzate stamattina, su cui ci siamo divise, su come ci siamo divise e…»
«Non importa. Andiamo da lei.»
Ino ghigna angelica, e par nasconda forcone da diavolo e luce malevola negli occhi. «Sai, Sasuke-kun, non noi non ci conosciamo da molto, ma sapevo avresti detto così.»

 
 
 

*

 
 
 

Sakura rimane imbambolata davanti al suo sorriso. In effetti non se lo ricordava così. Anzi, sarà suggestione, ma più lo guarda con attenzione e più nota che quei dettagli che a un primo sguardo superficiale ha attribuito a Sasuke non la convincono. Come due tasselli di un puzzle da mille pezzi, che paiono combaciare ma alla fine sono diversissimi.
Ovviamente non ricorda benissimo il viso di Sasuke, tuttavia le immagini di lui al bar, mentre attendevano la fila per quella dannata bottiglia d’acqua che poi non ha neanche aperto, le bombardano il cervello, mostrandole un volto tanto simile quanto diverso da quello di chi le ha porto l’infradito.
L’unica conclusione a cui giunge è che lui non è Sasuke. Glielo dicono gli occhi – identici, dello stesso colore e uguale profondità, ma più gentili –, le labbra incurvate leggermente all’insù, agli angoli, la voce più calda, meno imperiosa.
Ha elaborato tutto in un secondo, e prima che il ragazzo possa guardarla con scetticismo sussurrando un chi è questo Sasuke? oppure un Sasuke chi?, Sakura si lancia a capofitto con uno scusa sommesso che riesce a malapena a spiccicare prima che lui apra bocca: «Conosci mio fratello?»
Fratello, fratello, fratello. Fratello?
«Ah.» Unico monosillabo di dubbia utilità che riesce a pronunciare. Dopodiché, lo sbattere ritmico di ciglia e la bocca semischiusa parlano per lei.
E’ imbarazzante essere fissata da uno sguardo tanto penetrante come quello del fratello di Sasuke. Sakura non sa che fare. Capisce solamente che sta entrando in contatto con soggetti strani, ognuno a modo suo. Si sente ridicola a definire strano sia il suo interlocutore che Sasuke ma, studiandosi e stilando una lista di aggettivi che possano descrivere le emozioni che prova, strano è il più adatto. Di conseguenza, è strano chi la fa sentire strana.
Percepisce la presenza di Ino in quello che ha pensato, e un po’ se ne spaventa.
«N-non sapevo che Sasuke avesse un fratello» bisbiglia imbarazzata, tentando un approccio di qualunque tipo.
Alla fine, paradossalmente, sparando la prima idiozia venutale in aiuto, ha beccato proprio una delle poche informazioni che Sasuke le ha dato su di sé. Perché che avesse un fratello Sakura lo sapeva eccome.
Ma non ha importanza.
«Sei la sua amica della chat, immagino. Sakura, giusto?»
«Eh?»
E due. Secondo monosillabo in meno di trenta secondi. Sicuramente, lui starà pensando che lei debba per forza intervallare parole sconnesse a frasi di senso compiuto. No, Sakura non vuole pensarci, vuole isolarsi mentalmente e allontanare la figuraccia che sta portando avanti – anche – col fratello di un suo amico
Respira profondamente, cerca di darsi un contegno.
E che diamine…
Tira su un sorriso – non è tirato, è semplice imitare l’espressione che il fratello di Sasuke le sta volgendo da quando si sono visti – delizioso e si sistema – finalmente – l’infradito al piede scalzo, rendendosi conto con sua somma gioia di averlo tenuto in mano scompostamente per tutto il tempo, mentre fissava il ragazzo con sguardo da baccalà sperduto.
«Esatto, sono proprio io, Sakura, Sakura Haruno. E tu…»
«Itachi Uchiha.»
«E’ un piacere conoscerti» azzarda, intimidita.
Lui accenna a un sorriso.
All’improvviso comincia a domandarsi quanti anni possa avere Itachi più di lei – lo scorge dai lineamenti che è più adulto – e come sia giusto comportarsi. Non vuole apparire maleducata, non vuole dare più confidenza di quella che gli altri si aspettano e si meritano. Citando Ino, probabilmente è troppo fissata con le questioni inutili, ma spera di non aver sbagliato approccio. Ma del resto parlargli in terza persona le pare eccessivo; potrebbe offendersi a essere considerato al pari di un uomo, anziché di un ragazzo poco più che adolescente.
Senti, Sakura, impara a essere più spontanea e a pensare di meno. Anzi, non pensare proprio. Parla, parla, liberati, dannazione. Dì solo quello che pensi, come lo pensi e quando lo pensi. Senza rimuginarci su.
«Scusami, posso farti una domanda?» Non sa quale istinto l’abbia portato a parlare. Sete di conoscenza, forse, oppure semplice voglia di rompere un po’ il ghiaccio. «Come hai fatto a capire che io sono la ragazza della chat?»
«Ho trovato strano che tu mi abbia confuso con mio fratello, tutto qui. Ho ipotizzato che non l’avessi mai visto.»
Non fa altro che sorridere in risposta, Sakura, trovando quel mezzo dialogo con Itachi Uchiha tanto ridicolo – dal suo punto di vista – che bizzarro. E’ pieno di comportamenti di circostanza, di soggezioni, di ansia anche soltanto nel respirare. Non si sente a suo agio, nonostante tutto, forse perché non lo conosce per niente, forse perché teme che lui già sappia della figuraccia che ha fatto con Sasuke, forse il motivo non esiste nemmeno.
Sei una fissata.
Itachi la sta semplicemente guardando di sfuggita, ma Sakura si sente leggere dentro, come se fosse un libro aperto dai caratteri enormi. Sente che se anche non parla, lui già sa. E’ stranissimo, non le è mai capitato.
Probabilmente, è questa sensazione che la spinge a porgere ancora una domanda, quella che, anche se l’ha volutamente ignorata fino a quel momento, avrebbe voluto cacciar fuori da quando lui le ha detto di essere il fratello di Sasuke. «Potresti dirmi dov’è tuo fratello, per favore?»
Si fa piccola piccola, le ultime parole si consumano in un fiato di voce impercettibile. Vorrebbe avere Ino al suo fianco adesso. Oppure Hinata.
Visto, visto, Sakura, cosa succede quando lasci fare tutto a Ino? Quando non ti imponi e quando fai sì che sia sempre lei a parlare con gli altri? Quando ti trovi da sola con un tipo del genere non sei capace neanche di aprir bocca senza rischiare la morte. Vergognatene. Stupida Ino-pig, è tutta colpa tua!
Sì, di Ino e sì, lo è. Fin da quando erano bambine, Ino Yamanaka si mostrava molto più vivace, più disponibile, più aperta, più tutto. E non che Sakura non volesse approcciarsi per prima; semplicemente non poteva, perché la vivace bimbetta bionda – con la quale a momenti aveva diviso pure il biberon – attaccava bottone sempre per prima.
La voce di Itachi si sostituisce alla classica sveglia che di mattina la richiama dal mondo dei sogni. «A casa non c’è, ma immagino che tornerà presto. Oggi fa più caldo del solito.»
«Come?» domanda Sakura, in un bisbiglio.
Non ha capito il nesso logico che dovrebbe esserci tra la sua domanda e la risposta di lui. Sa che c’è ma non sa dove cercarlo. Guarda Itachi stranita, segue la direzione in cui i suoi occhi stanno puntando. Non c’è altro che la stessa marmaglia di persone che abitano un po’ tutta la spiaggia in egual modo.
«Non ti conviene aspettarlo qui, e ti sconsiglio anche di tornare a cercarlo lì dentro.»
Sakura annuisce: non potrebbe essere più d’accordo. Soltanto l’idea di rituffarsi tra quella bolgia che da lontano rassomiglia a uno sciame di insetti orribili la terrorizza. Tuttavia, in quel discorso c’è qualcosa che non le quadra.
«E che cosa potr-»
«Puoi venire con me e anticiparlo a casa, se vuoi. Non tarderà molto.»
Okay. Calma.
Forse pensare a come reagirebbe Ino a una proposta del genere – avanzata da uno schianto di ragazzo del genere – non è l’ideale, tuttavia le urla di eccitazione della sua migliore amica le sono così chiare che difficilmente riesce a ignorarle.
Vuole portarti a casa, Frontespaziosa, non essere idiota e vacci, vacci!
Sakura sa che Ino dapprima sbatterebbe le lunghe ciglia con stupore – emozione immediatamente sostituita da folle e pazza gioia perversa che le farebbe dimenticare solo momentaneamente di avere un ragazzo di nome Shikamaru Nara che, a detta sua, lei ama e rispetta sempre e sempre – e poi, dimentica di ogni forma di educazione e di pudore, si lancerebbe al fianco di Itachi e se lo sbranerebbe solo con gli occhi – magari si approprierebbe anche del suo braccio, ma questi sono dettagli.  Poi è impossibile prevedere come agirebbe, visto che ogni sua azione sarebbe dettata da un istinto femminile da non sottovalutare.
Beh…
Ripensandoci, le già citate urla di eccitazione della sua amica sono talmente limpide che ora Sakura è sicura di doverle ricacciare da qualunque parte esse siano provenute, cercando così di rispondere con la dovuta compostezza.
Si lascia guidare dall’istinto – non dallo stesso istinto di Ino, però –, svuotando la testa senza domandarsi cosa Itachi voglia che lei risponda.
«Se non reco disturbo… mi piacerebbe evitare tutta quella confusione» ridacchia.
In realtà, molto scioccamente, lo ha fatto anche per dare una lezione a Ino, per una sorta di ripicca. Ha insistito tanto per lasciarla da sola, e beh… lei preferisce la compagnia.
E che compagnia!

 
 
 

*

 
 
 

Sasuke non immaginava che esistesse una versione di Naruto al femminile.
Ha sentito dire che ognuno ha dei sosia, e, suppone, se la cosa vale per tutti e indiscriminatamente, lui ha avuto la fortuna di incappare proprio nel sosia femminile di un tizio che a malapena sopporta.
«Sasuke-kun, mi stai ascoltando?»
Sasuke la precede, tira dritto avanti come un animale da soma. Le ha già detto tre volte di non chiamarlo Sasuke-kun, non lo regge. Da piccolo ha a malapena sopportato la voce dolce di sua madre – sua madre! – che gli si rivolgeva con un Sasuke-chan.
Brividi.
Adesso sta battendo la spiaggia in lungo e in largo, sotto un Sole che lo sta arrostendo e che non tollera più e con l’accompagnamento vocale di una Yamanaka che le sta trapanando il cervello.
Sono trascorsi parecchi minuti – troppi per i gusti sofisticati di Sasuke – e di Sakura nemmeno l’ombra. Ora, vuole pur capire che scovare una persona in un luogo tanto immenso non è semplice – ora che ci pensa non ha visto nemmeno Naruto, anche se è sicuro che è lì da qualche parte –, però Sakura ha i capelli rosa. Rosa. Quante possibilità ci sono che incontri qualcun altro con quel colore di capelli?  
«Comincio a pensare che la tua amica abbia fatto una brutta fine» borbotta, incapace di trattenersi oltre.
Che sa, non vuole essere stupido, ma la serie di fattori che ha destinato il suo cervello a un viaggio di solo andata verso il fresco delle montagne che tanto adora lo spinge a ipotizzare qualsiasi cosa, dai mostri marini – ipotesi che Naruto approverebbe di sicuro – a un semplice si è scocciata ed è andata a casa.
«Hai detto qualcosa?»
Sasuke sbuffa; meglio non fornire altri spunti di discorso a Ino.
D’un tratto, si sente stringere il polso dalle dita sottili della ragazza. Si volta con fare irritato, e il nervoso che sente dentro aumenta ancora di più quando Ino non dà segno di badarci più del dovuto.
«Non credo sia necessario camminare in questo casino» gli propone con sicurezza. «Se ci spostiamo più in là, vedremo anche meglio. Tanto i capelli di Sakura si notano da un miglio di distanza.»
Ino indica col mento un punto più lontano dagli ombrelloni colorati. Come un’ancora di salvezza, Sasuke nota che c’è molta più aria, lì. Più spazio, meno gente.
Si stizzisce al pensiero di non essere arrivato prima a una soluzione tanto ovvia, però si scolla dal braccio della ragazza e punta dritto verso la pace, dando le spalle all’oceano cristallino.
Tanto in prossimità della battigia hanno visto ovunque, e a conti fatti lui si è pure stancato di cercare.
«Un altro quarto d’ora, non un minuto di più» annuncia, una volta che la sua voce – finalmente più lontana dalla confusione – torna udibile.
«Vedrò di sintetizzare, allora.»
Sasuke alza un cipiglio. «Che cosa stai insinuando?»
«Voglio istruirti su come comportarti con Sakura, è ovvio. Non sei partito col piede giusto, l’altra volta. Sei stato un vero arrogante.»
«Non vedo il motivo per cui dovrei darti delle spiegazioni.»
Ino alza le mani in alto, in segno di resa, e frattanto affianca Sasuke, che già si è rimesso in moto. «Non me ne occorrono, infatti. Voglio solo aiutarti a non commettere più errori. Frontespaziosa è un tipetto semplice, se capisci come ragiona.»
Sasuke non fiata, marcia soltanto. Se ci pensa è da quando è cominciata quella storia – solo un giorno prima, ed è questo che lo spaventa più di ogni altra cosa – non sta facendo altro che trastullarsi avanti e indietro alla ricerca di Sakura. Un qualcosa di razionale dentro di sé gli consiglia candidamente di evitare di pensare che Naruto sia all’origine di tutto quello stress che in vacanza non dovrebbe sussistere nemmeno come idea.
Comunque, preferisce non badare a Ino e alle sue noie – che qualcun altro definirebbe consigli –, anche perché non saprebbe cosa pensarne. Da un lato vorrebbe rispondere che lui già conosce Sakura e che non è totalmente ignorante in materia; d’altra parte, invece, ritiene che starsene sulle sue – opzione su cui punta spesso, riflettendoci – è la mossa migliore, visto che ad assecondare i pazzi si diventa pazzi a propria volta.
Cerca, inoltre, di mettere a tacere uno spiraglio di sé che è affamato di curiosità e vorrebbe che Ino gli raccontasse un po’ della Sakura vera e non virtuale, della Sakura di tutti i giorni, quella di cui lui – comincia a pensare – non conosce assolutamente nulla.
Fanno talmente schifo questi pensieri che decide di accantonarli con la forza. Perché dovrebbe interessarsene, poi?
In ogni caso, piuttosto che sorbirsi Ino, forse le paranoie mentali sono migliori…
«Lezione numero uno: Sakura Haruno è una persona dolce. Anzi, sembra una persona dolce nell’ottanta per cento delle situazioni. Per il restante venti per cento, invece, beh…» Ino si indica, Sasuke la scorge con la coda dell’occhio, «assomiglia in tutto e per tutto alla sua mentore, ovvero io. Guai a farla arrabbiare. Sintetizzando: Sakura è una ragazza dolce finché non la fai arrabbiare sul serio. Ti assicuro che passa da un estremo all’altro con molta facilità. Fossi in te me lo appunterei per quando vi sposerete.»
Sasuke per poco non si affoga con la sua stessa saliva. E’ abituato da sempre all’irruenza e alla spontaneità di Naruto, ma a questi livelli… non lo sa, magari ha avuto la fortuna di non aver avuto mai a che fare con un dobe così insano mentalmente da dire stupidaggini di tali portate.
Ino ha molta fantasia, deduce. Sente di detestarla tanto quanto sta odiando il ghigno soddisfatto che gli continua a rivolgergli da quando l’ha sentito tossicchiare.
Ma Sasuke riesce a darsi subito un contegno e a fingere indifferenza: è la sua miglior difesa contro gli occhi altrui che tentano di capirlo.
«Bene, mi pare che ci siamo capiti, Sasuke-kun. Lezione numero due: Sakura ha i suoi spazi e non sopporta chi glieli invade troppo, quind-»
«Sei sicura che siete amiche, allora?» ghigna lui, stavolta.
Diversamente da come si aspetta, Ino non sbuffa, non gonfia le guance, non si imbroncia. Anzi, sembra soddisfatta. «Noto che mi stai ascoltando, anche se fingi tanto l’indifferente» ridacchia, e Sasuke la incenerisce con gli occhi. «Dicevo… quindi, quando sarai il suo ragazzo, cerca di non asfissiarla troppo. Come regali… Sakura è una brava ragazza non è schizzinosa, quindi una cosa vale l’altra, purché sia fatta con cuore. Insomma, diciamo pure che il modo di dire “basta il pensiero” le calza a pennello. Però…» e qui alza il dito in alto e si ferma, costringendo Sasuke a fare lo stesso – perché la sta ascoltando, anche se si ripete che quelle sono tutte idiozie la sta comunque ascoltando attentamente –, «… Sakura si offende per le cose che reputa importanti. Magari non te lo darà a vedere, ma si offende. Ti faccio un esempio molto semplice: se ti dimentichi del vostro primo mesiversario, per dirne una, lei potrebbe rimanerci male. Per esempio, io me la sarei presa col mio Shika.»
Ma allora c’è davvero qualcuno che la sopporta?
«Riassumendo con semplicità, devi ricordarti di darle i giusti spazi, di farle qualche regalo e di ricordarti le date importanti. Ci siamo intesi? Terza lezi-»
«Adesso basta.» Non vuole supplicarla, ma adesso basta davvero. Più la sente e più pare che la testa voglia scoppiargli. In verità ha capito che lui stesso vorrebbe porgere delle domande a Ino, ma ha capito anche che non lo farà mai. Non saprebbe cosa chiedere, e anche avendone un’idea chiarissima, non sarebbe capace di spiccicare parola.
«Quando si tratta di prendersi le proprie responsabilità gli uomini si tirano sempre indietro. Pensavo fossi diverso, Sasuke-kun!»
Lui deglutisce con estrema lentezza, tanto per darsi il tempo di imporsi di reagire da persona civile; in ogni caso, un omicidio in spiaggia sarebbe qualcosa di infattibile, quindi progettarlo gli costerebbe solamente tanta inutile fatica. «Smettila con questo Sasuke-kun» sputa, velenoso e diretto. «E finiscila con questi discorsi che rasentano l’assurdo. Non mi importa niente delle abitudini di Sakura, e non so quali progetti irrealizzabili stiate architettando. In ogni caso, non è come pensi, sei proprio fuori rotta. Finiscila di abusare della mia pazienza.»
Ha scandito alla perfezione ogni singola sillaba, riesce a ritenersi persino soddisfatto di se stesso per la pazienza e la freddezza che ha dimostrato – non sa perché, ma gli viene da paragonarsi a Itachi, come se per un secondo avesse posseduto quel tratto del carattere di suo fratello che invidia. Ora attende una protesta di Ino, una discussione, un tu non capisci nulla, un vaffanculo, un qualcosa che metta la parola fine dapprima a quella vicinanza forzata a un pozzo di parole più vivace di Naruto e poi anche a tutta quella vicenda – frattanto, Sasuke si appunta mentalmente che deve farla pagare al dobe, che si atteggia a suo migliore amico e poi lo mette sempre nei guai.
Attende, ma non arriva nulla. Niente scenate né parolacce, solamente un altro sorriso di Ino, uno dei tanti, uno di quelli che lo stanno accompagnando verso una crisi di nervi.
Perché questa idiota non reagisce come tutte le altre ragazze e se ne va via dandomi dell’insensibile?
Non crede di esserlo – insensibile – ma preferirebbe sentirselo dire, almeno sarebbe una sola parola.  
Non capirà mai le donne, e nello specifico non capirà mai il motivo per cui Ino Yamanaka gli ha cinto la spalla con un braccio – subito scostato da una sua manata brusca.
«Sai, Sasuke-kun, sei proprio come Frontespaziosa. Ma perché vi ostinate tanto a occultare i vostri sentimenti? Sei… adorabile
«Tu hai qualche rotella fuoriposto, invece.» Più di qualcuna, forse tutte. Sarà il Sole, il caldo eccessivo che gli toglie l’aria a danneggiare i pochi neuroni di Ino, ne è sicuro. «Racconta tutte queste sciocchezze a Sakura, quando la vedi, io me ne torno a casa.»
E non lascia spazio ad alcuna obiezione. Gira su i tacchi e via, parte alla velocità di un fulmine. Ma Ino è pronta, ha intuito com’è fatto, e pare anche piacergli.
«Aspetta, dai» gli urla dietro.
«Spero di non rivederti più» la saluta Sasuke. «E lascia che ti dia un consiglio: controlla se spunta qualche tua parentela con un certo Namikaze.» Biondi entrambi, scoccianti entrambi… la cosa è plausibile.
«Ti spiace se ti seguo?» domanda Ino ingenuamente, e Sasuke è combattuto tra l’idea di sfogare tutta la sua rabbia e urlarle contro che deve sparire e la più pacifica soluzione di starsene zitto. Perché Sasuke quando non parla non lo fa per timidezza, ma solo per evitare di causare gravi incidenti a chi lo avvicina troppo. E Ino Yamanaka sta rischiando; dovrebbe ringraziarlo, piuttosto, visto che cerca di non dargli retta.
«Forse se ti siedi un po’ una volta arrivati a casa, potremmo continuare. Mi sembri un po’ stressato.»
«Yamanaka, te lo scordi di mettere piedi in casa mia, chiaro?» Un idiota basta e avanza. E suddetto idiota me la pagherà.
«Ho capito! Preferisci fare tutto da solo! Hai paura che le mie parole possano condizionare la tua idea di Sakura! E va bene, allora ti accompagno e poi torno indietro. Tanto ho una memoria fotografia, non c’è possibilità che mi perda. E poi, se vedo dove abiti, potrei tornarci domani insieme a Sakura, non sarebbe un’ottima idea?»
Sasuke è tentato di risponderle che finché al suo portone d’ingresso – che frattanto hanno raggiunto – si azzecca solamente Sakura, ben venga. L’importane è che lei non si faccia vedere.
Ma tace ancora una volta, per il bene superiore. Oltretutto, non aspira a provare la galera.
«Oh, ma che bella villa, Sasuke-kun!» Ino ammira la sua modesta casetta marittima a occhi spalancati, ma non avanza ulteriori commenti.
Sasuke, intanto, ha infilato la chiave nella toppa. Rimane sbalordito quando si accorge che non è chiusa a chiave e che, anzi, si apre addirittura quando fa per spingerla col palmo della mano.
La sua prima idea è che Naruto sia ancora a casa, ma la esclude subito. Il dobe è troppo curioso per lasciar risolvere tutto a lui e da solo. Sicuramente avrebbe voluto partecipare alla sua riappacificazione con Sakura e l’avrebbe seguito.
Quindi, la sua seconda ipotesi – molto probabile – è che Naruto abbia dimenticato la porta aperta. O forse l’ha lasciata appositamente aperta, temendo di rimanere chiuso fuori se mai lui fosse incappato in qualche bizzarro incidente che l’avrebbe costretto lontano da casa.
Idee alla dobe, insomma.
Sta per entrare – pronto a lasciarsi Ino finalmente alle spalle, già sente il profumo del venticello fresco del ventilatore – quando l’anta si spalanca da sola, e lui quasi cade in avanti.
«Nii-san?»
«Ciao otouto» gli sorride.
Sente commenti un poco esagerati riguardanti l’aspetto di suo fratello alle sue spalle – tipo un ammazza –, e storce un po’ il naso, infastidito.
Itachi si fa di lato, invitandolo a entrare. Poi – e Sasuke non se lo aspettava – si rivolge a qualcuno dietro di lui che non è Naruto – ovvero l’unica altra persona che potrebbe essere presente lì dentro. «Hai visto? Te l’avevo detto che non avrebbe tardato, Sakura.»
«Cosa? Frontespaziosa, ma… ma come fai a trovarli tutti tu?»
 

 



















 

Ok, non pensavo di farcela, mi sento una grande! *____* (???)
Fino a due/tre ore fa, di questo capitolo esisteva un nulla, invece eccolo sfornato. <3
Scusate se trovate qualche errore! Io ho riletto più di una volta, ma mi sfugge sempre qualcosa! =___= In ogni caso, se me lo fate presente aggiusto appena possibile.
 
Poi… qualcuno aveva intuito che si trattava di Itachi. XD
A tal proposito, credete che debba mettere l’avviso OOC? Lo ripeto tipo in almeno una volta per ogni storia (XD), ma io non riesco a giudicare i miei personaggi. Visto che cerco sempre di renderli IC, per me lo sono, ma so che posso sbagliarmi. Quindi, se per voi Itachi (lui è il mio punto debole =___=) o altri sono OOC, ditemi e io metto la nota. ^___^
La si vorrebbe sempre evitare, ma quando ci vuole ci vuole.
Cooomunque, dopo tante peripezie, alla fine siamo giunti a questo incontro tra Sasuke e Sakura. E Hinata e Naruto? =wwww=
Comunque, vorrei spendere mezza parola su Ino: lei non è idiota, sta solo stuzzicando Sasuke. XD Tipo come Naruto, ecco. ^.^
Per ogni problema/critica o altro, sto qua, lo sapete! ;)
 
Intanto, ringrazio chi legge, chi commenta, chi ha aggiunto tra i preferiti (9), tra ricordate (3) o seguite (30). Mi rendete contenta, grazie! ^//////^
 
P.S. Amo il titolo di questo capitolo! *______* Sapete quei lampi di genio? Ecco! X°D “I&I” sta per Ino e Itachi, in caso non sia comprensibile. XD

   
 
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