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Autore: LeftEye    10/05/2007    25 recensioni
La bambina sconosciuta stava giocando con dei sassi, che aveva ammucchiato fino a creare una piccola costruzione.
Vegeta le si avvicinò sospettoso; lei sollevò lo sguardo verso di lui, gli sorrise e poi continuò a giocare indisturbata.
«Chi sei?» la interpellò il piccolo principe.
«Bulma» rispose lei senza smettere di maneggiare i sassi. «Tu sei un bambino?»
Vegeta si sentì profondamente offeso da quella domanda così sfacciata.
«No, io sono un principe» rispose con orgoglio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Time changes everything

Capitolo uno

Il principe Vegeta si liberò dalla presa di Napa, il suo sorvegliante e insegnante di arti marziali, e corse in direzione del grande giardino che si estendeva oltre la parte posteriore del palazzo reale.

Anche sul pianeta Vegeta c’era la primavera, anche se non tutti erano in grado di apprezzarla a dovere.

Vegeta era ancora abbastanza piccolo da guardare il mondo con occhi avidi di imparare e carichi di sorpresa per ogni cosa nuova che vedevano: non aveva che quattro anni ed era un bambino spensierato, che amava combattere ma anche giocare.

Non si rendeva ancora conto della posizione elitaria che possedeva fin dalla nascita, né capiva perché al suo passaggio tutti gli adulti gli facessero un solenne inchino, ma sapeva di essere un bambino privilegiato.

Per questo non poteva avere contatti con gli altri giovani Sayan.

Lui si allenava da solo con Napa.

Lui mangiava da solo, attorniato da alcuni schiavi silenziosi e pronti a servirlo.

Lui dormiva da solo in una grande stanza riccamente arredata, ma priva di ogni sorta di giocattolo o gingillo infantile.

Lui non aveva mai incontrato la sua mamma, ma aveva l’onore, ogni tanto, di essere portato alla presenza di suo Padre.

Ogni incontro era preceduto da sentimenti di eccitazione, nervosismo e terrore: Vegeta non sapeva mai che cosa avrebbe potuto dirgli suo padre.

Il più delle volte si informava, molto freddamente, di come stessero andando i suoi allenamenti, e se avesse fatto dei progressi; qualche rara volta quegli colloqui duravano poco più del solito perché il Re si dilungava in auspici per il futuro e celati incoraggiamenti.

Gli diceva spesso che un giorno sarebbe diventato il più potente dei guerrieri, perché lui, e solo lui, era il Leggendario Super Sayan ed era destinato a conquistare l’intero Universo e a sottomettere al suo volere ogni popolo di ogni galassia.

Ma al momento Vegeta voleva solo raggiungere il giardino per cercare rane.

Ne trovava sempre giù allo stagno, ne catturava una e poi si sedeva sotto il salice per osservarla da vicino, e restava lì per delle ore.

Infine la riportava vicino all’acqua.

Quel giorno però trovò un intruso seduto al suo posto preferito: una bambina.

Sembrava più piccola di lui, e non era una Sayan: aveva grandi occhi azzurri e capelli dello stesso colore, raccolti in due codine laterali, la pelle lattea, la bocca piccola e rosea e guance paffute.

Indossava abiti che Vegeta non aveva mai visto addosso alle donne Sayan, tutte guerriere, né alle schiave del palazzo.

Il vestito che portava era candido, e decorato da disegni di ciliegie purpuree: decisamente troppo vivace.

La bambina sconosciuta stava giocando con dei sassi, che aveva ammucchiato fino a creare una piccola costruzione.

Vegeta le si avvicinò sospettoso; lei sollevò lo sguardo verso di lui, gli sorrise e poi continuò a giocare indisturbata.

«Chi sei?» la interpellò il piccolo principe.

«Bulma» rispose lei senza smettere di maneggiare i sassi. «Tu sei un bambino?»

Vegeta si sentì profondamente offeso da quella domanda così sfacciata.

«No, io sono un principe» rispose con orgoglio. «E questo è il mio albero.»

«Non è vero!» ribatté indispettita Bulma. «Questo albero è di tutti!»

«E invece no, è mio perché io sono il principe. E se vuoi stare qui ti devi inchinare.»

«Non so cosa vuol dire» rispose tranquillamente la bimba. «Ma ora sto giocando; vuoi giocare con me?»

«No!» esclamò disgustato Vegeta. «Voglio che te ne vai!»

La bimba sbuffò ma non si mosse, e il principe si arrabbiò ancora di più, così decise di passare alle maniere forti.

Con un calcio, distrusse la costruzione di sassi di Bulma.

Lei spalancò gli occhi, sconvolta, ma non disse nulla: rimase lì a fissare il suo lavoro, creato con tanta fatica, abbattuto in un attimo.

Poi la sua espressione di stupore si trasformò in rabbia, prese uno dei sassi e lo lanciò addosso a Vegeta, colpendolo in testa e facendolo cadere per terra.

«Bambini!» strillò allora una voce femminile.

Li raggiunse una serva, la balia di Bulma.

Quando vide cos’aveva fatto, e a chi l’aveva fatto, fu colta da un attacco di panico: lei stessa avrebbe passato molti guai per questo, forse avrebbe pagato perfino con la morte.

Colpire il figlio del Re era il modo migliore per scavarsi la fossa da soli.

E tutto per colpa della mocciosa di cui si doveva occupare.

Avrebbe dovuto controllarla meglio, ma sembrava una bimba così tranquilla, non avrebbe mai immaginato che potesse comportarsi così…

Evidentemente il principino l’aveva spinta a reagire in modo così aggressivo.

«Bulma! Ti rendi conto di quello che hai fatto?!» esclamò disperata prendendo in braccio la bambina.

Si era allontanata un po’ per raccogliere dei fiori, li aveva visti litigare ma non li aveva raggiunti abbastanza rapidamente.

«Lo sai che sarò io a pagare per te??»

Avrebbe dovuto schiaffeggiarla, ma non poteva e non voleva, non poteva perché era la figlia dei suoi padroni, e non voleva perché in fondo era affezionata a quella bimba, la conosceva e sapeva che aveva reagito solo a una provocazione.

«Donna!» una voce maschile profonda e minacciosa la fece sussultare. «Che diavolo succede?»

Era Napa, uno dei guerrieri più vicini alla Corona, tutti lo conoscevano per il suo carattere facilmente irritabile.

La schiava abbassò umilmente lo sguardo e rispose tremante:

«Sono desolata. La figlia del mio padrone ha colpito Sua Altezza. Sono desolata.»

Napa lanciò un’occhiata di disappunto a Vegeta, che era seduto per terra, ancora scombussolato dall’accaduto.

«Perché l’ha colpito?»

«Ha rotto il mio castello di sassi!» piagnucolò Bulma.

«Perché tu non volevi andare via!» ribatté il principe.

«Io non voglio andare via! Tu non sei il padrone di tutto!» protestò la bimba.

«Sì che lo sono!»

Ed era così.

«Ora basta!» ringhiò Napa. «State zitti tutti e due!»

I bambini tacquero all’istante.

Napa fece un respiro profondo e cercò di riacquistare la calma.

«Chi è questa mocciosa?» chiese alla schiava.

«E’ la figlia del dottor Briefs, lo scienziato che lavora per il Re. E’ la prima volta che incontra un bambino della sua età, mi dispiace tantissimo, sono pronta a pagare per quello che ha fatto…»

«Piantala di lagnarti!» la zittì Napa. «Non ti succederà niente, perché non è successo niente di grave. Vegeta, che questo ti serva da lezione: è una vergogna farsele suonare da una femmina, e per di più Terrestre! Se lo sapesse tuo padre ti ripudierebbe all’istante!»

Il bimbo fu colpito duramente da quelle parole, e provò un immediato sentimento di odio nei confronti della bambina, che lo fissava con altrettanto astio.

«Ti prego, non dire niente a mio Padre» supplicò.

Napa parve pensarci su, ma sapeva già esattamente cosa fare.

«No, non gli dirò niente. Ma tu devi fare una cosa in cambio. E anche tu» disse indicando la schiava. «Come ti chiami?»

«Melianna» rispose timidamente la giovane donna.

«Bene, Melianna, penso che i mocciosi debbano passare un po’ di tempo insieme.»

«Non voglio!» strillò Bulma, e Vegeta mise il broncio. «Lui è cattivo!»

«Perché dovrebbero passare del tempo insieme?» chiese la schiava.

«Sono gli unici mocciosi che ci sono a Corte, hanno tutti e due un bel caratterino… gli farebbe bene confrontarsi tra coetanei.»

«Niente da fare» Melianna scosse la testa. «Sua Altezza è un Sayan mentre Bulma è una Terrestre, potrebbe farle del male.»

«Non sarà così… perché altrimenti io farò quattro chiacchiere con il Re, vero Vegeta?» disse Napa in tono ben poco simpatico.

A lui non interessava un bel niente di far socializzare i due bambini; ciò a cui mirava era Melianna.

Ma dal momento che era assolutamente vietato toccare le schiave altrui, aveva deciso di escogitare questo giochetto perché fosse lei a toccare lui, dopo aver preso un po’ di confidenza.

La donna ci rifletté sopra, e poi accettò.

Avere un amico non poteva che far bene alla piccola Bulma, era sempre da sola…

La bimba non smetteva di fissare Vegeta, e lui di fare il broncio.

Prima che si allontanassero ognuno per la propria strada, si fecero una sberleffa.

«Andiamo, principe da quattro soldi» incalzò Napa riconducendolo a palazzo. «Fra quattro giorni arriva il nuovo alleato di tuo padre, Lord Freezer, e se sarai fortunato ti prenderà come suo allievo. E’ un grande guerriero, anche se non è un Sayan. Ma se ti chiede come ti sei fatto quel bernoccolo, rispondigli che hai combattuto contro una terribile creatura.»

«Quella là è una terribile creatura» sbuffò Vegeta.

 

 

Erano sei mesi che non lo vedeva più.

A Bulma mancava tantissimo.

Era vero che la prima volta che aveva visto Vegeta  non era stato un incontro fortunato, si erano odiati a vicenda, ma poi, grazie a quegli incontri pomeridiani, che servivano a Napa per sedurre Melianna, erano diventati amici.

In un certo senso.

Compagni di giochi, era meglio definirli, dal momento che litigavano sempre.

A Vegeta era stato imposto di non fare del male a Bulma, così lei se ne approfittava  per lanciargli addosso qualcosa ogniqualvolta  ve n’era l’occasione.

Tanto, lui ne usciva sempre incolume: ci voleva ben altro per fargli del male.

E quel qualcos’altro non tardò ad arrivare: con l’entrata in scena di Lord Freezer molte cose erano cambiate.

Innanzitutto, era stato aggiunto un secondo trono, accanto a quello del Re, e molti soldati Sayan erano dovuti passare al comando dell’alleato alieno.

“Come segno di benvenuto.”

Lo stesso principe Vegeta, come era stato previsto e sperato, era passato sotto la protezione di Freezer e ora si sottoponeva a severissimi e stremanti allenamenti.

Napa non aveva più alcuna autorità su di lui, il suo ruolo si era ridotto a quello di semplice “collaboratore”.

Nessuno sapeva come funzionassero gli allenamenti speciali, dal momento che si tenevano in una stanza lontana dagli occhi di tutti, ma dopo ogni sessione Vegeta ne usciva gravemente ferito.

Ben presto non ci fu più tempo per le scorribande in giardino con Bulma.

Vegeta aveva da poco compiuto cinque anni, e il suo carattere era cambiato totalmente.

Il suo sguardo non era più vivace, ma freddo e impenetrabile, tanto che i suoi occhi sembravano quelli di un adulto che aveva già visto molte delle crudeltà della vita.

Ma Bulma ancora non lo sapeva, dal momento che non aveva più avuto l’occasione di incontrarlo.

E presto anche lei dovette partire per un altro pianeta, per iniziare la sua formazione scolastica.

Lei e Vegeta non si sarebbero più visti per molto, molto tempo.

 

 

 

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