Time changes everything
Capitolo uno
Il principe Vegeta si liberò dalla presa di Napa, il
suo sorvegliante e insegnante di arti marziali, e corse in direzione del grande
giardino che si estendeva oltre la parte posteriore del palazzo
reale.
Anche sul pianeta Vegeta c’era la primavera, anche se
non tutti erano in grado di apprezzarla a dovere.
Vegeta era ancora abbastanza piccolo da guardare il
mondo con occhi avidi di imparare e carichi di sorpresa per ogni cosa nuova che
vedevano: non aveva che quattro anni ed era un bambino spensierato, che amava
combattere ma anche giocare.
Non si rendeva ancora conto della posizione elitaria
che possedeva fin dalla nascita, né capiva perché al suo passaggio tutti gli
adulti gli facessero un solenne inchino, ma sapeva di essere un bambino
privilegiato.
Per questo non poteva avere contatti con gli altri
giovani Sayan.
Lui si allenava da solo con
Napa.
Lui mangiava da solo, attorniato da alcuni schiavi
silenziosi e pronti a servirlo.
Lui dormiva da solo in una grande stanza riccamente
arredata, ma priva di ogni sorta di giocattolo o gingillo
infantile.
Lui non aveva mai incontrato la sua mamma, ma aveva
l’onore, ogni tanto, di essere portato alla presenza di suo
Padre.
Ogni incontro era preceduto da sentimenti di
eccitazione, nervosismo e terrore: Vegeta non sapeva mai che cosa avrebbe potuto
dirgli suo padre.
Il più delle volte si informava, molto freddamente, di
come stessero andando i suoi allenamenti, e se avesse fatto dei progressi;
qualche rara volta quegli colloqui duravano poco più del solito perché il Re si
dilungava in auspici per il futuro e celati
incoraggiamenti.
Gli diceva spesso che un giorno sarebbe diventato il
più potente dei guerrieri, perché lui, e solo lui, era il Leggendario Super
Sayan ed era destinato a conquistare l’intero Universo e a sottomettere al suo
volere ogni popolo di ogni galassia.
Ma al momento Vegeta voleva solo raggiungere il
giardino per cercare rane.
Ne trovava sempre giù allo stagno, ne catturava una e
poi si sedeva sotto il salice per osservarla da vicino, e restava lì per delle
ore.
Infine la riportava vicino
all’acqua.
Quel giorno però trovò un intruso seduto al suo posto
preferito: una bambina.
Sembrava più piccola di lui, e non era una Sayan:
aveva grandi occhi azzurri e capelli dello stesso colore, raccolti in due codine
laterali, la pelle lattea, la bocca piccola e rosea e guance
paffute.
Indossava abiti che Vegeta non aveva mai visto addosso
alle donne Sayan, tutte guerriere, né alle schiave del
palazzo.
Il vestito che portava era candido, e decorato da
disegni di ciliegie purpuree: decisamente troppo vivace.
La bambina sconosciuta stava giocando con dei sassi,
che aveva ammucchiato fino a creare una piccola
costruzione.
Vegeta le si avvicinò sospettoso; lei sollevò lo
sguardo verso di lui, gli sorrise e poi continuò a giocare
indisturbata.
«Chi sei?» la interpellò il piccolo
principe.
«Bulma» rispose lei senza smettere di maneggiare i
sassi. «Tu sei un bambino?»
Vegeta si sentì profondamente offeso da quella domanda
così sfacciata.
«No, io sono un principe» rispose con orgoglio. «E
questo è il mio albero.»
«Non è vero!» ribatté indispettita Bulma. «Questo
albero è di tutti!»
«E invece no, è mio perché io sono il principe. E se
vuoi stare qui ti devi inchinare.»
«Non so cosa vuol dire» rispose tranquillamente la
bimba. «Ma ora sto giocando; vuoi giocare con me?»
«No!» esclamò disgustato Vegeta. «Voglio che te ne
vai!»
La bimba sbuffò ma non si mosse, e il principe si
arrabbiò ancora di più, così decise di passare alle maniere
forti.
Con un calcio, distrusse la costruzione di sassi di
Bulma.
Lei spalancò gli occhi, sconvolta, ma non disse nulla:
rimase lì a fissare il suo lavoro, creato con tanta fatica, abbattuto in un
attimo.
Poi la sua espressione di stupore si trasformò in
rabbia, prese uno dei sassi e lo lanciò addosso a Vegeta, colpendolo in testa e
facendolo cadere per terra.
«Bambini!» strillò allora una voce
femminile.
Li raggiunse una serva, la balia di
Bulma.
Quando vide cos’aveva fatto, e a chi l’aveva fatto, fu
colta da un attacco di panico: lei stessa avrebbe passato molti guai per questo,
forse avrebbe pagato perfino con la morte.
Colpire il figlio del Re era il modo migliore per
scavarsi la fossa da soli.
E
tutto per colpa della mocciosa di cui si doveva occupare.
Avrebbe dovuto controllarla meglio, ma sembrava una
bimba così tranquilla, non avrebbe mai immaginato che potesse comportarsi
così…
Evidentemente il principino l’aveva spinta a reagire
in modo così aggressivo.
«Bulma! Ti rendi conto di quello che hai fatto?!»
esclamò disperata prendendo in braccio la bambina.
Si era allontanata un po’ per raccogliere dei fiori,
li aveva visti litigare ma non li aveva raggiunti abbastanza
rapidamente.
«Lo sai che sarò io a pagare per
te??»
Avrebbe dovuto schiaffeggiarla, ma non poteva e non
voleva, non poteva perché era la figlia dei suoi padroni, e non voleva perché in
fondo era affezionata a quella bimba, la conosceva e sapeva che aveva reagito
solo a una provocazione.
«Donna!» una voce maschile profonda e minacciosa la
fece sussultare. «Che diavolo succede?»
Era Napa, uno dei guerrieri più vicini alla Corona,
tutti lo conoscevano per il suo carattere facilmente
irritabile.
La schiava abbassò umilmente lo sguardo e rispose
tremante:
«Sono desolata. La figlia del mio padrone ha colpito
Sua Altezza. Sono desolata.»
Napa lanciò un’occhiata di disappunto a Vegeta, che
era seduto per terra, ancora scombussolato dall’accaduto.
«Perché l’ha colpito?»
«Ha rotto il mio castello di sassi!» piagnucolò
Bulma.
«Perché tu non volevi andare via!» ribatté il
principe.
«Io non voglio andare via! Tu non sei il padrone di
tutto!» protestò la bimba.
«Sì che lo sono!»
Ed era così.
«Ora basta!» ringhiò Napa. «State zitti tutti e
due!»
I
bambini tacquero all’istante.
Napa fece un respiro profondo e cercò di riacquistare
la calma.
«Chi è questa mocciosa?» chiese alla
schiava.
«E’ la figlia del dottor Briefs, lo scienziato che
lavora per il Re. E’ la prima volta che incontra un bambino della sua età, mi
dispiace tantissimo, sono pronta a pagare per quello che ha
fatto…»
«Piantala di lagnarti!» la zittì Napa. «Non ti
succederà niente, perché non è successo niente di grave. Vegeta, che questo ti
serva da lezione: è una vergogna farsele suonare da una femmina, e per di più
Terrestre! Se lo sapesse tuo padre ti ripudierebbe
all’istante!»
Il bimbo fu colpito duramente da quelle parole, e
provò un immediato sentimento di odio nei confronti della bambina, che lo
fissava con altrettanto astio.
«Ti prego, non dire niente a mio Padre»
supplicò.
Napa parve pensarci su, ma sapeva già esattamente cosa
fare.
«No, non gli dirò niente. Ma tu devi fare una cosa in
cambio. E anche tu» disse indicando la schiava. «Come ti
chiami?»
«Melianna» rispose timidamente la giovane
donna.
«Bene, Melianna, penso che i mocciosi debbano passare
un po’ di tempo insieme.»
«Non voglio!» strillò Bulma, e Vegeta mise il broncio.
«Lui è cattivo!»
«Perché dovrebbero passare del tempo insieme?» chiese
la schiava.
«Sono gli unici mocciosi che ci sono a Corte, hanno
tutti e due un bel caratterino… gli farebbe bene confrontarsi tra
coetanei.»
«Niente da fare» Melianna scosse la testa. «Sua
Altezza è un Sayan mentre Bulma è una Terrestre, potrebbe farle del
male.»
«Non sarà così… perché altrimenti io farò quattro
chiacchiere con il Re, vero Vegeta?» disse Napa in tono ben poco
simpatico.
A
lui non interessava un bel niente di far socializzare i due bambini; ciò a cui
mirava era Melianna.
Ma dal momento che era assolutamente vietato toccare
le schiave altrui, aveva deciso di escogitare questo giochetto perché fosse lei
a toccare lui, dopo aver preso un po’ di confidenza.
La donna ci rifletté sopra, e poi
accettò.
Avere un amico non poteva che far bene alla piccola
Bulma, era sempre da sola…
La bimba non smetteva di fissare Vegeta, e lui di fare
il broncio.
Prima che si allontanassero ognuno per la propria
strada, si fecero una sberleffa.
«Andiamo, principe da quattro soldi» incalzò Napa
riconducendolo a palazzo. «Fra quattro giorni arriva il nuovo alleato di tuo
padre, Lord Freezer, e se sarai fortunato ti prenderà come suo allievo. E’ un
grande guerriero, anche se non è un Sayan. Ma se ti chiede come ti sei fatto
quel bernoccolo, rispondigli che hai combattuto contro una terribile
creatura.»
«Quella là è una terribile creatura» sbuffò
Vegeta.
Erano sei mesi che non lo vedeva
più.
A
Bulma mancava tantissimo.
Era vero che la prima volta che aveva visto
Vegeta non era stato un incontro
fortunato, si erano odiati a vicenda, ma poi, grazie a quegli incontri
pomeridiani, che servivano a Napa per sedurre Melianna, erano diventati
amici.
In un certo senso.
Compagni di giochi, era meglio definirli, dal momento
che litigavano sempre.
A
Vegeta era stato imposto di non fare del male a Bulma, così lei se ne
approfittava per lanciargli addosso
qualcosa ogniqualvolta ve n’era
l’occasione.
Tanto, lui ne usciva sempre incolume: ci voleva ben
altro per fargli del male.
E
quel qualcos’altro non tardò ad arrivare: con l’entrata in scena di Lord Freezer
molte cose erano cambiate.
Innanzitutto, era stato aggiunto un secondo trono,
accanto a quello del Re, e molti soldati Sayan erano dovuti passare al comando
dell’alleato alieno.
“Come segno di benvenuto.”
Lo stesso principe Vegeta, come era stato previsto e
sperato, era passato sotto la protezione di Freezer e ora si sottoponeva a
severissimi e stremanti allenamenti.
Napa non aveva più alcuna autorità su di lui, il suo
ruolo si era ridotto a quello di semplice “collaboratore”.
Nessuno sapeva come funzionassero gli allenamenti
speciali, dal momento che si tenevano in una stanza lontana dagli occhi di
tutti, ma dopo ogni sessione Vegeta ne usciva gravemente
ferito.
Ben presto non ci fu più tempo per le scorribande in
giardino con Bulma.
Vegeta aveva da poco compiuto cinque anni, e il suo
carattere era cambiato totalmente.
Il suo sguardo non era più vivace, ma freddo e
impenetrabile, tanto che i suoi occhi sembravano quelli di un adulto che aveva
già visto molte delle crudeltà della vita.
Ma Bulma ancora non lo sapeva, dal momento che non
aveva più avuto l’occasione di incontrarlo.
E
presto anche lei dovette partire per un altro pianeta, per iniziare la sua
formazione scolastica.
Lei e Vegeta non si sarebbero più visti per molto,
molto tempo.
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