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Autore: Lady Joanne    27/10/2012    2 recensioni
Gin è una ragazza insicura, timida, eterna sognatrice.
Passa le sue giornate tra una biblioteca e l’altra e serate intere davanti a film strappalacrime con popcorn e nutella a farle compagnia, non desidera altro forse questo è il suo problema.
Ha poche amiche ma sincere che sono stufe di vederla in queste condizioni perché deve prendere in mano la sua vita e rendere i suoi sogni realtà.
Tutto questo fino a quando un giorno rinchiusa nella sua amata biblioteca trova una lettera, la prima di tante, che non ha nessun destinatario e nessun mittente.
Ogni giorno alla stessa ora troverà una nuova lettera di quel ragazzo misterioso che, a poco a poco, le aprirà gli occhi e il cuore.
Chi è il ragazzo misterioso? Cosa accadrà quando la coraggiosa Gin deciderà di rispondergli?
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Chi sei?

 

Cara Giulietta,

e non ti chiamo così perché io sono il tuo Romeo, non mi permetterai mai...ma perché in cuor mio so che tu, che stai leggendo questa lettera, sei una ragazza.

Mi prenderai per pazzo forse, ma questo è l’unico modo che ho di comunicare, ho degli amici se è questo che ti stai chiedendo ma non sono abituato a parlare di me, allora perché lo sto facendo con te?

Perché è più facile parlare con un estraneo, piuttosto che con un tuo parente o conoscente, tu non mi giudicherai mai, mi ascolterai e capirai come nessuno ha saputo fare.

Forse troverai questa lettera tra un mese, un anno o un secolo...non ti dirò il mio nome, è così importante saperlo? No, perché se sei qui ferma a leggere un pezzo di carta vuol dire che anche tu la pensi come me, che cos’è un nome? Potrà mai dirti quanta gioia o sofferenza c’è in quella persona? No! Io ti sto affidando qualcosa di più prezioso, ti sto dando la mia anima, quindi custodiscila con cura, ti prego.

Frequento questa università proprio come te, non sono un emarginato anzi sono ben integrato qui dentro ma nessuno mi conosce veramente.

Mio padre mi ha abbandonato quando avevo tre anni e mia madre è morta quando ne avevo dieci, ho vissuto per un periodo in un casa famiglia e ho cambiato famiglia affidataria di anno in anno.

Non riesco più a tenere il conto di quante persone abbiano cercato di farmi da madre e padre, non perché io fossi irrequieto o dispettoso, loro non sapevano gestirmi ero troppo silenzioso e poco collaborativo, non mi andava di giocare con nessuno ed ero asociale al massimo.

Non che ora parli tanto, ma mi sono fatto conoscere...e non solo dai ragazzi.

Non voglio essere egocentrico e non voglio sembrare un’egoista ma ho una fila di ragazze dietro di me, ma nessuna ha mai voluto davvero conoscermi, ne ho cambiate davvero tante ma non c’è una che mi abbia trasmesso un po’ di amore.

Direi che le ragazze di oggi sono tutte frivole e senza cervello ma non voglio offenderti, perché sono sicuro che tu sia una delle poche persone pulite in questo mondo.

So che posso fidarmi di te, non sveleresti mai i miei segreti, forse ci conosciamo già..così vicini eppure così lontani, troppo romantico?

Ognuno di noi è troppo impegnato a guardare altrove per capire che le cose importanti sono al nostro fianco, sono lì che ci aspettano ma pensiamo che la felicità debba essere un qualcosa di evidente, e invece no magari sono le piccole cose di tutti i giorni, la felicità può essere silenziosa può arrivare a piccoli passi senza fare rumore.

Non voglio annoiarti oltre, mi fa piacere che tu sia arrivata fino a qui, vuol dire che ho fatto bene a scrivere...Ora hai un pezzo di me e stranamente non ne sono infastidito, mi fa piacere trasmettere qualcosa alle persone che incontro sulla mia strada, e se con te ci sono riuscito posso solo dirti grazie.

 

 

Gin leggeva quelle poche righe così ricche di significato, c’era dolore e sofferenza ma anche tranquillità e pace.

Ammirava quella persona, chiunque fosse, che nonostante tutti i problemi che aveva avuto si era rialzato e aveva lottato.

Come si poteva affidare la propria anima a qualcuno senza conoscerla, a scatola chiusa, poteva essere anche una persona senza cervello e lui non se ne sarebbe importato avrebbe continuato a scrivere lo stesso senza il timore di rivelare troppo di sé.

Ci voleva coraggio per fare questo, e lei non era coraggiosa, lei scappava davanti alle difficoltà, stava rigirando quel pezzo di carta tra le mani, da ore ormai.

Si era svegliata all’alba, la sera prima aveva preferito non leggere ancora la lettera, adesso però tutte quelle parole rimbombavano dentro di lei e non riusciva a dimenticarle.

Come avrebbe affrontato quella giornata?

Non lo sapeva, ma sentiva che qualcosa stava cambiando per la prima volta nella sua vita, adesso aveva uno scopo anche lei, doveva assolutamente capire chi fosse quel ragazzo.

Ma come aveva fatto a non accorgersi che a pochi passi da lei ci fosse una persona così bella?

Chi ancora sapeva come si scrivevano le lettere, erano tutti troppo appassionati ai social network per credere che un foglio e una penna potessero trasmettere tanto.

Si alzò pronta ad affrontare quella nuova giornata ma con spirito diverso, non avrebbe ancora detto nulla alle sue amiche doveva ancora capire molte cose e per ora preferiva tenere quel piccolo segreto solo per sé.

 

-Ragazze ho una fame da lupi-

-Non avevamo dubbi Lena, per favore qualcuno le tolga quei croissant dal naso o Gin non mangerà nulla questa mattina- sbottò Lexie.

-Ma a proposito dov’è finita? Tra dieci minuti cominciano le lezioni- pensò Kate

-Sapete che ci vogliono le cannonate per svegliarla, avrà fatto tardi-

-Becca non cominciare a fare la saputella per favore, sono ancore le otto e mezza e non ti è ancora consentito- la rimbeccò Kate

-Ma lasciatela stare poverina, Becca è solo innamorata- arrivò in suo soccorso Lexie.

-Ancora di quel Paul? Ma se è un imbecille colossale, non alza il naso dai libri nemmeno se lo paghi, ma davvero cosa ti piace di lui?-

-La smettete, per favore? A me non piace proprio nessuno- urlò rossa in viso ma le altre fecero un segno di nonchalance con la mano come se non avesse proprio parlato.

-Uuuh eccolo! Parli del diavolo e spuntano le corna!-

-Lexie!- la richiamò la povera Becca sotto lo sguardo delle altre ragazze che erano pronte per il duetto mattutino.

Quattro ragazzi entrarono dalla porta principale richiamando l’attenzione di quasi tutte le ragazze del campus, non si poteva dire certo che passassero inosservati e loro consapevoli facevano un’entrata trionfale neanche stessero passando i Backstreet Boys

In realtà due erano quelli più conosciuti per la capacità di cambiare ragazze con la stessa velocità con cui si cambiavano le mutande.

-Buongiorno madamoiselle. Lexie, Lexie già acida di prima mattina, se non stai attenta ti verranno le rughe- commentò Alex con un sorriso che la ragazza se avesse potuto, avrebbe strappato a morsi.

Tutti gli altri si accomodarono pronti a vedere lo spettacolo della giornata, non era certo un mistero che Alex e Lexie facessero scintille ogni volta che si incrociavano.

Lui, bello e impossibile. Lei, la reginetta del campus.

Alex si divertiva a punzecchiarla e Lexie sbottava come una pazza, era un botta e risposta continuo perché secondo lei, lui non aveva un minimo di cervello ma era bello senza alcun dubbio e un pensierino per una buona causa l’avrebbe fatto.

-Stai attento alle tue di rughe, almeno io ho un cervello il tuo invece è in vacanza dalla nascita. Chi ti prenderà quando sarai diventato brutto?-

-That’s amore- canticchiò Sam.

Kate alzò i pollici in su nella sua direzione, la pensava allo stesso modo come sempre, diceva che era l’unico di quel gruppo con un po’ di sale in zucca, e poi era divertente.

-E’ inutile che parlate come se noi non fossimo qui-

-Oh per favore, non cominciate!-

Lena esasperata alzò gli occhi al cielo, incrociò per un attimo lo sguardo di Sam che ridacchiò e le fece l’occhiolino, quei due non la contavano giusta ma ci sarebbe stato modo per spettegolare.

-Ragazzi io scappo a lezione, sono in ritardo- s’intromise Becca timidamente.

-Ciao Becca, buona lezione!- risposero le ragazze.

Sam piantò un braccio nelle costole di Paul che per poco non si affogava con la ciambella.

-Ma sei impazzito? Dillo che mi vuoi morto-

-Non hai la stessa lezione di Becca? Muoviti o farai tardi!-

A Sam non importava nulla del suo ritardo, ma decise di far leva sul punto debole di Paul, ovvero i libri, per dargli una spinta.

Tutti avevano capito che a Becca piacesse, l’unico rincitrullito era proprio il ragazzo che sembrava il bello addormentato nel bosco.

-Eccomi!- urlò una voce da lontano, una chioma rossa comparve davanti ai loro occhi in un attimo

-Alla buon’ora!-

-Scusate, non ho controllato l’orario ho fatto una nottataccia- si sedette e prese un grosso respiro dopo la corsa appena fatta.

-Chi ha mangiato la mia conchiglia alla crema? Lena sei stata tu!-

-Ehm scusa, avevo fame-

Mancava poco che si mettesse a piagnucolare come una bambina, ma era la sua preferita.

-Tieni, prendi la mia. Io non la voglio-

Si voltò lentamente alla sua sinistra pensando di star ancora dormendo, Mark si era scomodato per lei? No questa era da segnare sul calendario come evento unico e irripetibile.

-Mark stai bene?- si preoccupò Alex, il suo migliore amico.

-Vado a lezione, ci si vede- si alzò e si allontanò dal gruppo.

Gin lo seguì per tutto il tragitto fino a quando non scomparve dalla sua vista, era la prima volta che le rivolgeva la parola, si vabbè era un tipo taciturno ma con le altre almeno un “ciao” ogni tanto usciva dalla sua bocca, era così insignificante da non meritarsi nemmeno un saluto?

Il gesto di cortesia che le aveva fatto venne spazzato subito via dalla sua rabbia cieca nei confronti di quel ragazzo impertinente, che si credeva di essere il mondo dell’universo.

Non capiva come le ragazze potessero cadere ai suoi piedi, si insomma era affascinante ma lei che se ne faceva di un tipo affascinante se poi aveva un carattere insopportabile?

-Non pensarci Gin, davvero. E’ fatto così!- dissero i due ragazzi rimasti ancora lì

-Ed è fatto male!- sbottò prima di ingozzarsi con la sua conchiglia, alla faccia di quel grande pallone gonfiato.

Voleva la guerra? Mark aveva trovato pane per i suoi denti, non l’avrebbe passata liscia.

 

Quando tutte le lezioni furono finite, nel primo pomeriggio Gin andò a chiudersi in biblioteca.

-Ginny aspettami, vengo con te-

Solo Becca poteva chiamarla in quel modo, sorrise alla ragazza e si avviarono.

-Tutto bene, oggi?-

-Si, grazie. A te?-

-Al solito, ma perché non sono convinta della tua risposta?-

La scrutò in volto, capiva quando le sue amiche avevano un problema, si leggeva in faccia.

-No, nulla di importante-

-Si tratta dell’università?-

-No no, va alla grande. E’ Paul il mio problema- sospirò affranta.

Becca era cotta di Paul da un anno ormai, ma lui non la considerava nemmeno di striscio, era sempre gentile e premuroso ma non si sbilanciava mai.

Lei conosceva bene Paul, era il suo migliore amico, ma a volte non lo capiva. Non si era mai posta il problema perché sembrava non aver notato nessuno, sapeva che era concentrato sui suoi studi ma sembrava cieco come una talpa eppure aveva gli occhiali.

-Lo sai com’è fatto! Non è che non ti nota, pensa ai suoi studi e forse al momento non è interessato a nessuna relazione-

-Hai ragione, ma io non posso aspettare in eterno che si accorga di me. Devo pur togliermelo dalla testa-

La abbracciò e si promise che l’avrebbe aiutata, avrebbe parlato con Paul per capire se la sua amica avesse una speranza, quando si separò da Becca andò dritta nel posto in cui aveva trovato la prima lettera ma quella volta non ne trovò un’altra.

Era delusa, sperava di poter conoscere ancora quel ragazzo e di leggere qualcos’altro di lui, che l’avesse aiutata a capire chi fosse, forse non avrebbe più scritto anche se in cuor suo desiderava il contrario.

Girò in lungo e in largo la biblioteca, forse aveva cambiato luogo ma ovviamente il suo fu un buco nell’acqua.

-Sta cercando qualcosa, posso aiutarla?-

-Oh no, io avevo perso un fermaglio ecco!-

Cercò di trovare una scusa plausibile, ma lo sapevano tutti che lei non era in grado di dire bugie.

-La biblioteca sta per chiudere, se ha finito dovrebbe andarsene-

Ma quant’era simpatica quella ragazza!

-Si certo, vado via subito-

Sbuffò l’ennesima volta per non aver trovato la lettera, che stupida che era, succedeva sempre la stessa cosa, quando si intestardiva nessuno le faceva cambiare idea e adesso volevo scoprire chi era quel ragazzo.

Camminò ancora un po’ tra i corridoi prima di raggiungere la sua stanza, ma all’improvviso si bloccò, le era sembrato che qualcuno la stesse seguendo.

Si voltò ma non vide nessuno, e quando fece qualche passo avanti una chioma nera si era infilata in una stanza, aveva qualcosa di familiare ma non sapeva spiegarsi chi fosse.

Forse si era solo impressionata, magari non stava seguendo proprio lei.

Eppure avvertiva una strana sensazione, e lei non si sbagliava mai...infatti quando una mano le tappò la bocca e la trascinò nel buio, si promise mentalmente di leggere meno gialli...

 

 

 

 

 

______________

Buon sabato ragazze!

Mi scuso per il ritardo ma tra l’università, problemi di salute, di cuore xD e l’altra storia ho avuto pochissimo tempo.

Spero che con questo capitolo mi perdonerete più facilmente.

Ho voluto presentarvi anche l’altro gruppo di amici, perché come vedrete in seguito saranno presenti e coinvolti nelle questioni delle ragazze.

La storia di Gin è quella principale, ma ritaglierò uno spazio anche per gli altri personaggi che io adoro.

Cosa ne pensate della lettera? Chissà chi sarà, è ancora presto per dirlo.

 

 

Grazie mille perché le visite sono tantissime, e questo mi riempie di gioia.

Spero di leggere qualche opinione in più, se volete ovviamente! ^^

 

Un bacio, a presto

LadyJ

 

   
 
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