« It’s not the end, okay? »
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Il giorno dopo la morte di Christina - Da subito un senso di vuoto prese possesso di Marie, non capiva più nulla. Non voleva rendersi conto che ciò che era accaduto era vero: non avrebbe più rivisto sua sorella, era andata via per sempre. Passò tutta la notte in lacrime, non chiuse per niente occhi. Come poteva dormire? Come sarebbe riuscita a dormire? Era stesa come fosse un peso morto sul letto, con il viso rivolto verso il muro grigio, quasi triste, della sua camera da letto. Non era riuscita a fare tutto quello che voleva, il tempo le era stato traditore, togliendole tutte le opportunità di rendere quei pochi giorni felici di sua sorella. Si mise a pancia in su, fissando per una buona manciata di minuto il soffitto, mentre i suoi occhi erano stracolmi di lacrime. Avrebbe dovuto seriamente continuare lei l’autobiografia di Christina? E con quale forza ci sarebbe riuscita? Era troppo per lei, era un dolore che non avrebbe sopportato a lungo. Per un secondo le passò dalla testa che forse doveva lasciare tutto, dimenticare tutto e cercare di non soffrire, come se stesse scappando, ma un istante dopo quasi volesse prendersi a schiaffi da sola, si maledette per quei pensieri. Non avrebbe mollato, non avrebbe dimenticato, sarebbe andata avanti ricordandola sempre: lei era il suo punto di forza, sicuramente grazie al suo ricordo sarebbe riuscita ad andare avanti. Doveva comunque trovare la forza per avvisare i familiari di Christina, Dio solo a pensarci le veniva da piangere ancora di più.. quel dolore non si sarebbe spento facilmente. Ma.. si sarebbe mai spento? Le sembrava difficile in quel momento. Odiava il fatto di aver perso tutto quel tempo prezioso.. avrebbe tanto voluto tornare indietro, ma come? Come poteva essere possibile? Infondo sapevano entrambe che il tempo rimasto per Christina era incerto, ma.. nella vita è un po’ per tutti così, non c’è nulla di certo, anche per chi non è malato. Non vi ha mai spaventati il futuro? Cosa sappiamo di quel maledetto futuro? Chi vivrà abbastanza per poterlo dire? L’importanza del tempo è sottovalutato da tutti, nessuno si rende conto di quanto sia prezioso, di quanta importanza abbia nella vita di ognuno. Se fossimo tutti con un timer al polso e avessimo un tot di vita calcolata, cosa faremmo? Cercheremmo di non fare stronzate, di non fare del male a nessuno, cercheremmo anche di vivere ogni giorno al meglio, senza mettere davanti l’orgoglio, senza chiuderci in noi stessi, la vivremmo come meglio sapremmo.. invece no, siamo così ignoranti che purtroppo pensiamo alle cose più stupide e mettiamo da parte quelle che invece hanno un importanza fondamentale nella vita. Riflettiamoci un po’, se fossimo nella situazione di Marie e Christina, un amicizia nata alla tenera età.. arrivata alla maturità e andata avanti per poco e stroncata purtroppo da una grave malattia, cosa avremmo fatto? Cosa avremmo fatto nel perdere la persona che per noi era la più importante al mondo? Personalmente mi sarei sentita morire. Marie non era da meno, era persa ormai e non aveva più una ragione per poter vivere la sua vita al meglio. Se ripensava a tutte le stronzate a tutte quelle stupide litigate avute con Christina le rimpiangeva, morendo lei dentro. Non avrebbe più rivisto il sorriso di sua sorella, quel sorriso che tanto amava e che la rendeva felice. Non avrebbe più potuto dirle quanto le volesse bene e.. Dio non era riuscita a dirglielo nemmeno qualche secondo prima che lei andasse via. Poteva solo ricordarla attraverso foto o video o.. ricordi, semplici e banali ricordi di loro due insieme. ____________________________________________________________________________
Due giorni dopo la morte di Christina – era mattino, e Marie era adagiata sul suo letto, con il viso stravolto dal pianto e gli occhi rossi e gonfi. Non aveva la forza di alzarsi.. si sentiva spenta anche lei, ma a suo malincuore invece era ancora che respirava. « perché me l’hai portata via? » sussurrò come se stesse parlando con qualcuno, forse con quel Dio in cui aveva così tanto fiducia e in cui continuava ad averne. Mai dubitare del Signore, la fiducia in lui non deve mai cessare. « le hai riservato un posto speciale accanto a te, vero? Lei se lo merita, non trattarla male eh. » per chi l’avesse vista poteva benissimo dire che stesse parlando sola ma.. lei sapeva che non era così. « hai in riserva per lei piani migliori, sì? » proseguì socchiudendo gli occhi mentre altre lacrime rigavano il suo viso. Provava dolore anche nel piangere, i muscoli della faccia le facevano molto male e il dolore si estendeva su tutto il corpo. « però.. dille di aspettarmi, forse sarò un po’ vecchia, con qualche ruga o forse chi lo sa.. - potrei morire anche domani o addirittura ora, ormai nulla è più certo nella mia vita - stavo dicendo.. dille di aspettarmi e di non sentirsi sola, arriverò anche io prima o poi » disse sprofondando poi il viso nel cuscino. I familiari di Christina sarebbero arrivati a breve, il giorno prima Marie li aveva avvisati – non sapeva bene come aveva fatto, ma c’era riuscita – e accolta con tanto dolore la notizia l’avvisarono che sarebbero arrivati presto, giusto il tempo per il viaggio. Le ragazze abitavano in America, originarie però dell’Italia. Sarebbe stata più dura all’arrivo dei familiari, non sapeva come affrontarli, come poter cercare di confortarli quando era lei la prima che aveva bisogno di essere confortata. E chi poteva essere l’unica che ci riusciva? L’unica che la capiva davvero, l’unica con cui era semplicemente se stessa, chi poteva essere se non la ragione per cui adesso stava male? Non poteva essere nessun’altro oltre a Christina. Di malavoglia si alzò dal letto e lentamente si trascinò al piano di sotto. Sulla poltrona in quel mini salotto che era strapieno di scatoloni pieni zeppi di cose di Christina, vi era ancora la coperta e il libro che stava leggendo quest’ultima. Marie vi si avvicinò lentamente e afferrò la coperta dove il giorno prima.. poco prima di andare a fare quel picnic maledetto, Christina si era messa tranquillamente a gustarsi un buon libro, riscaldata da quella morbida coperta. Se la strinse al petto come se stesse abbracciando sua sorella e poi la lasciò cadere di nuovo sulla poltrona, afferrando così il libro, che si intitolava “The lucky one”, un libro di Nicholas Sparks. Mentre prese a sfogliarlo così svogliatamente, dal libro cadde una piccola letta. Marie si abbassò a prenderla e sul foglio c’era scritto “per te mia ragione di vita”, scritta ovviamente da Christina. « Cara Marie, in questo momento sono qui, su questa poltrona a scriverti questa lettera, che sicuramente troverai una volta che io non ci sarò più. Premetto che non sono brava con le lettere eh! Che dirti? Sicuramente adesso starai male, soprattutto visto che me ne sarò andata e mi dispiace.. mi dispiace da morire, vorrei non causarti questo grande dolore ma, mia piccola sorellina ricorda che io ci sarò sempre. Purtroppo la nostra vita si separa da qui, ma si separa solo in modo fisico, sappi che io sarò per sempre dentro il tuo cuore. Mh.. sento un buon odorino di frittelle, Dio stai preparando quelle frittelle così buone! Al mio funerale cucinane a quintali e strafogati con quelle delizie! – gli occhi di Marie iniziarono subito a lacrimare ma anche un piccolo sorriso spuntò su quelle labbra, un piccolo sorriso misto a tristezza. Lentamente si sedette sulla poltrona, avvolgendosi con la coperta di Christina e proseguendo così la lettura della lettera. – Mi mancherai sai? Però ti guarderò da lassù, tranquilla. Mi dispiace solo che non potrò più aiutarti come un tempo, non mi vedrai, è un peccato che non ci sia una specie di comunicazione tra spirito e umani, non pensi? Beh si, sarebbe ovviamente un gran problema, nah il mio cervello ormai non ragione più, dai cerco di tornare alle cose serie. Però oh, non voglio che piangi, altrimenti verrò a tormentarti nella notte! – era sempre stata una che scherzava su tutto Christina, anche nel momento più brutto cercava comunque di risollevare la situazione uscendo sene con battute senza senso.. solo per il gusto di riuscire a fare sorridere o far tornare il buon umore alle persone, era questo che amava soprattutto Marie di lei. – No dai, non potrei mai tormentarti durante la notte, anzi cercherei di farti dormire tranquilla e magari di abbracciarti, senza che ti disturbi, sarebbe fantastico. Beh cos’altro potrei dirti? Sai praticamente tutto ormai. Sei la mia vita sorellina e beh.. mi prenderò cura del tuo cuore una volta andata via, tranquilla, terrò lontane da te tutte quelle persone cattive e mi raccomando.. quando avrai paura basta che mi pensi e io sarò già al tuo fianco, non ti abbandonerò MAI. Per sempre la tua stupida migliore amica, nonché sorella, Christina.» Ed ecco che le lacrime di Marie iniziarono a rigarle il viso a fiumi. Era una semplice lettera che le faceva mancare ancora di più Christina, poteva sembrare una lettera banale, ma Marie sapeva benissimo che non lo era, lì dentro.. in quelle poche parole c’erano racchiuse le cose più importanti, soprattutto una: che Christina ci sarebbe stata anche dopo la morte per lei. Si portò la lettera al cuore stringendola a se, socchiudendo gli occhi. « non è la fine » sussurrò.