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Autore: Ema_puffetta    29/10/2012    3 recensioni
Casey è una ragazza di 20 anni, lavoro in un bar insieme alla sua migliore amica Stefany. Lei è sola a lavorare nel bar e non ce la fa più così chiede a Stefany se assume qualcuno che può dargli una mano. Lei accetta la proposta, e assume un ragazzo di nome Eric. I due ragazzi iniziano a lavorare assieme. Eric è ossessionato da Casey e così gli renderà la vita un vero e proprio inverno.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi sveglio di colpo, non riesco a dormire ho la sua faccia stampata nella mia mente. Per fortuna sono riuscita a dormire per un po' almeno sono pronta per affrontare una nuova giornata al bar. Mi alzo vado in bagno e mi sciacquo la faccia con l'acqua fredda. Mi guardo allo specchio non mi riconosco più, sono bianca come un lenzuolo, gli occhi spenti e ho delle occhiaie nere come la pece . Quel ragazzo mi sa rendendo la vita un inverno. Vado in camera, mi metto un paio di jeans e una maglia grigia di puffetta a maniche corte. Scendo sotto mi prendo la borsa che ho lasciato d'avanti la porta ieri sera, le chiavi della macchina e poi esco di casa per andare al lavoro. Appena apro la porta d'avanti a me trovo ancora lui. Eric. Mi spinge vicino alla porta violentemente come se mi vuole baciare.
Eric: Buongiorno bellissima, dormito bene? Sono venuto a darti il buongiorno non sei contenta di vedermi?
Mi tiene ferma per i polsi, mi fa male non riesco a liberarmi la presa è troppo forte.
Io: Lasciami mi fai male cosa vuoi da me? Cosa ti ho fatto?
Ho le lacrime agli occhi, ma cerco di trattenermi non voglio farmi vedere così da lui.
Eric: Cosa sono queste domande eh? credo di avertelo già spiegato una volta, la colpa è tua.
Mi stringe ancora più forte, mi bacia sul collo cerco di fare resistenza ma è inutile non ci riesco. Cerca di baciarmi ma per fortuna mi sposto con la testa e non ci riesce. Guardo verso la strada, perché non riesco e non voglio guardarlo negli occhi. Per fortuna riconosco da lontano la macchina di Daniele che mi viene a prendere.
Eric: Non finisce qua te lo assicuro.
Mi butta per terra e poi scappa via. Resto a terra con le ginocchia piegate al petto e le mani attorno alle gambe e scoppio a piangere. Non ne posso più quel ragazzo è un'ossessione. Daniele lascia la macchina in doppia fila e corre verso di me. Mi aiuta ad alzarmi e poi mi abbraccia forte.
Daniele: Hei piccola vieni andiamo in macchina.
Non dico nulla, faccio solo un cenno con la testa e lo seguo. Salgo in macchia, mi asciugo le lacrime e cerco di calmarmi. Adesso con lui sono al sicuro.
Io: G....grazie di cuore Danny, per fortuna c... che sei arrivato tu.
Daniele: non devi ringraziarmi piccola, ora dimmi cos'è successo e cosa ti ha fatto quel bastardo
Faccio un respiro profondo e gli racconto tutto.
Daniele: Che lurido bastardo, e questi segni sul polso te li ha fatti lui vero?
Ho la mano sinistra appoggiata sul polso destro, mi fanno male non riesco a muovergli come vorrei.
Io: S... si mi fanno male
Daniele mi prende la mano e mi da un bacio sulla guancia.
Daniele: Comunque io ho parlato al mio capo di questa faccenda ci pensiamo noi adesso, abbiamo iniziato le indagini.
Gli faccio un piccolo sorriso e poi gli do un bacio sulla guancia.
Io: Grazie di cuore sei un angelo, ti adoro
Mi guarda e senza dire nulla mi sorride. Mi accompagna al bar, anche oggi mi aspetta una giornata invernale li dentro. Oggi la prima parola sbagliata che dicono giuro che gli mando a quel paese! Siamo arrivati in poco tempo purtroppo. Prima di scendere dalla macchina abbraccio Daniele e gli do un bacio sulla guancia.
Daniele: Ci vediamo dopo ti passo a prendere io tesoro
Io: Ma non ti preoccupare vado a piedi, tu sei al lavoro non ti disturbare
Mi guarda storto e poi senza dire nulla se ne va. Quando si mette in testa di fare una cosa la fa e basta è fatto così. Entro nel bar è già pieno di gente. Saluto di sfuggita Stefy e mi metto subito al lavoro. Oggi vado a rallentatore, non ho le forze di far nulla tantomeno subirmi le lamentele di quelli li. Sembro una trottola vado da un tavolo all'altro, con birre, cappuccini e chi ne ha più ne metta. Finalmente il locale si è svuotato, inizio a pulire il bancone, lavo i piatti e le macchinette del caffè. Mentre pulisco a terra sento la porta che si apre. Deve essere sicuramente Stefy che è tornata dal super mercato qui accanto a prendermi qualcosa da mangiare.
Io: Finalmente ce l'hai fatta, credevo che ti eri persa per il super mercato. Cosa mi hai portato di buono?
Eric: Mi dispiace per te ma non sono Stefany
Non ci potevo credere ancora quella voce, la sua voce. Alzo la testa e me lo trovo ancora una volta d'avanti.
Io: Cosa ci fai tu qui? Stefany ti ha licenziato
Eric: Infatti non sono qui per lavorare, ma per te
Mi toglie il mocio vileda che avevo tra le mani buttandolo a terra, e mi spinge contro il muro facendomi cadere a terra.
Eric: Non sai che grosso errore hai fatto nel provocarmi
Cerca di baciarmi ancora una volta ma mi scosto, mi tira uno schiaffo in pieno volto.
Eric: Da quanto in qua ti ho detto di poter reagire? Io non di certo sta buona
Mi blocca con una mano tutti e due i polsi, e con l'altra mi toglie la maglietta. Inizia a baciarmi per tutto il corpo. Ho i brividi per lo schifo, non posso accettare le sue schifose mani sul mio corpo. Mi sbottona anche il reggiseno. Le mie lacrime iniziano a scendere come cascate sul mio viso. Mi cala con un gesto violento i pantaloni e poi sbottona i suoi. Oddio no spero che non fa sul serio. Invece si l'ho ha fatto. Non ho la forza di fare nulla adesso, mi ha uccisa del tutto. La porta del locale si apre di nuovo, alzo la testa e questa volta per fortuna è Stefany. Lascia cadere il cibo a terra e corre verso di me.
Stefy: Lasciala stare bastardo fuori di qui
Si alza e si allontana velocemente, non mi dice nulla mi guarda solo male. Quel suo sguardo inquietante. Io resto li a terra, piangendo come una disperata, non posso credere a ciò che mi aveva appena fatto. Ho i brividi sul tutto il corpo. Fisso la mia maglietta e il mio reggiseno a terra. Stefy si toglie la sua camicia e me la mette addosso cercandomi di coprire. Mi aiuta ad alzarmi e mi abbraccia forte. Non riesco a smettere di piangere, quello è ha fatto è davvero troppo. Stefy chiama Daniele per farmi venire a prendere. Mi accompagna a bere un bicchiere d'acqua.
Stefy: Come va tesoro? Si lo so è una domanda stupida, che scema che sono. Non avrei dovuto lasciarti da sola scusa.
Mi asciugo le lacrime e faccio un piccolo sospiro.
Io: Si va meglio grazie, no stella non è colpa tua, è lui che.... mi hai capita. Comunque g...grazie di t..tutto
Stefy mi sorride e stringe forte a se. In quel momento entra Daniele.
Daniele: Cos'è successo? e cosa sono quei vestiti li a terra? Oddio no non dirmi che quel bastardo... No non ci posso credere.
Stefy fece solo un cenno di testa per confermare la cosa. Daniele mi stringe forte a se, mentre Stefy va a raccogliere i miei vestiti. Restiamo abbracciati per un bel po'.
Daniele: Stasera vengo a dormire da te.
Io: No, non ci pensare proprio non ti preoccupare sto bene adesso.
Ho detto una grandissima bugia, non sto affatto bene sto uno schifo se così posso dire. Ma non voglio che Daniele si disturba per me e poi ha un sacco da lavorare.
Daniele: Il più grande tra i due sono io, quindi deciso io stasera vengo a dormire da te non voglio sentire no tanto lo sai che lo dico e lo faccio e adesso andiamo a casa.
Gli sorrido, vado a cercare Stefy per salutarla. L'abbraccio forte.
Io: Grazie di tutto ti adoro
Stefy: Non lo dire neanche per scherzo, grazie di cosa, e per qualsiasi cosa chiamami non ti fare scrupoli mi raccomando io ci sono sempre ti adoro piccola
Le sorriso e vado in macchina con Daniele. Durante tutto il tragitto per andare a casa non diciamo neanche una parola. Arriviamo a casa dopo circa una ventina di minuti.
Io: Non far caso al disordine, lo sai che l'ordine non fa per me.
Ridacchia sotto i baffi.
Daniele: Beh sbadata e come sei che ti ci vuoi aspettare una casa perfetta e ordinata? Poi non saresti più tu.
Mi scappa un sorriso. Riesce sempre a farmi spuntare un piccolo sorriso anche in situazioni come queste. Lo prendo per mano e andiamo in camera mia. Mi sdraio sul letto e lui si mette accanto a me abbracciandomi.


Ema
Ciao ragazzi, vi voglio dare un buon inizio settimana, spero che questa settimana è iniziata bene,
e per augurarvi appunto questo inizio settimana ho scritto il capitolo successivo, scusatemi
perchè lo dovevo postare tra sabato e domenica ma non ho potuto, sabato sono stata tutto il
giorno a studiare e domenica sono dovuta andare da mia nonna al paese, e quindi non ho
potuto scrivere. Grazie a tutti quelli che seguono la storia, grazie per le vostre recensioni,
grazie davvero di cuore.
Ok vi sto rompendo, vi lascio con questo uno capitolo
un abbraccio grande grande!  
  
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