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Autore: Pervinca95    29/10/2012    8 recensioni
Lei ama la vita, lui fare stragi di cuori.
Lei è buona e dalla lingua tagliente, lui odioso e sicuro di sé.
Lei è una ragazza come tante, lui un dio della bellezza.
Lei è Federica e lui è Nick.
Due persone diverse che finiranno per odiarsi a vicenda, ma si sà, l'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia...che piaccia oppure no...
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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                                                                 Scelte difficili



 
Tutto mi sembra così bello la mattina che avrei tanta voglia di abbracciare il mondo e perdermi nella sua infinita bellezza. 
- Ehi Fede, sei sveglia finalmente- mi richiama Cristy, la mia compagna di stanza. 
Mi stiracchio nel letto allungandomi come un'anguilla ed infine mi alzo con il sorriso stampato in faccia.
- Non mi abituerò mai a tutta questa euforia di prima mattina, sei incredibile- conclude ridendo. Le sorrido complice, Cristy é la prima ragazza con cui ho interloquito al mio arrivo. É sempre stata estremamente carina e disponibile nei miei confronti, nonostante ci si conosca da soli due mesi posso definirla un'amica con la "a" maiuscola. A volte é strana la vita, sono sempre stata alla ricerca di una persona da reputare sinceramente amica e poi, quando ho perso le speranze, l'ho trovata in Cristy.
Cristy é una ragazza molto bella a mio parere, e non parlo solo dal punto di vista emotivo, ma anche dal punto di vista fisico, diciamo che con uno schiocco di dita potrebbe far cascare tutti ai suoi piedi. I capelli lunghi e ondulati le incorniciano perfettamente il viso da bambola di porcellana ed inoltre a completare il tutto si aggiunge anche il suo fisico asciutto e ben proporzionato. Da quanto ho potuto capire i primi tempi, e per primi tempi intendo quelli in cui non capivo una parola d'inglese, Cristy ha origini australiane. I suoi genitori vivono tutt'ora in Australia insieme a sua sorella minore, mentre lei si trasferì per un breve periodo di tempo a Firenze per conseguire degli studi, successivamente poi é stata trasferita nella nostra attuale università. Nonostante si fosse trasferita a Firenze, non conosce una parola d'italiano, ad eccezione di "pizza", "spaghetti" e "bistecca". Ecco questo é il massimo che riesce a dire o capire, per questo motivo é stata trasferita a New York.
Perciò nei primi tempi le nostre conversazioni erano davvero ridotte ai minimi termini, al massimo si parlava della bontà della pizza o degli spaghetti, questo era il massimo a cui riuscivamo ad arrivare.
Beh, ora la situazione é totalmente cambiata, fortunatamente adesso parlo perfettamente inglese e le nostre conversazioni possono durare molto più di due secondi.
- Che intenzioni hai per oggi, esci con Ryan?- le chiedo sorridendo. Ryan é il suo ragazzo, uno spilungone di un metro e novanta che sprizza simpatia da tutti i pori, nel vero senso della parola. Ogni volta ci fa morire dal ridere con le sue battute, é davvero una persona meravigliosa. Sono felicissima che Cristy stia con una persona simile, si completano a vicenda, in poche parole sono fatti l'uno per l'altra, come si suol dire.
- Esatto, te che fai?- 
- Beh, non so, credo che andrò a fare shopping- dico avvicinandomi al mio armadio per prendere dei vestiti. La domenica il mio unico pensiero é lo shopping. Adoro girovagare per le affollate strade newyorkesi e destreggiarmi tra le sue eccentriche vetrine. 
Dopo una settimana di solo lavoro e studio, un po' di relax me lo merito proprio.
- Se ti va puoi venire con noi- mi propone Cristy sorridendo. 
- Ma no, stai tranquilla, un po' di sano shopping mi farà solo bene, davvero, voi divertitevi, mi raccomando- le strizzo l'occhio e mi dirigo verso il bagno trotterellando felice.
Ho proprio voglia di una bella doccia con tanto di capelli. 
A causa del lavoro il tempo che solitamente dedico a me stessa si é dimezzato drasticamente, anche se però ho estrema necessità di quel lavoro. Non voglio pesare continuamente sulle spalle dei miei genitori, già devono pagare la retta della scuola e pensare ai miei fratelli. Il lavoro me lo aveva consigliato Ryan, dopo un'estenuante ricerca il meglio che avevo potuto trovare era come barista in un bar poco distante dal campus. 
Ogni mattina, dal lunedì al sabato, mi devo svegliare alle cinque e mezza, recarmi al bar e alle otto e mezza tornare al campus per seguire i corsi, il pomeriggio lo trascorro invece a studiare, dire che a fine giornata sono stanca é un eufemismo, molto spesso Cristy mi ha trovata addormentata sui libri.
Nonostante ciò continuo ad andare avanti cercando di non pesare troppo ai miei genitori, infatti loro non sanno assolutamente niente riguardo la mia estenuante routine e non lo dovranno mai venire a sapere, di sicuro comincerebbero a preoccuparsi e mi impedirebbero di farlo. Fuori discussione.
- Ehi Fede se vuoi puoi usare il mio shampoo che ti piace tanto, quello alla fragola- sento dire a Cristy da fuori della porta.
- Grazie Cris, sei un tesoro- esulto prendendo il flacone del più buono shampoo che abbia mai provato. Ne verso una grande quantità sulla mano e comincio a massaggiarla sui miei tanti capelli ricci. Già, ricci. In famiglia nessuno ha questo tipo di capelli, da piccola pensavo di essere stata adottata, poi mia madre mi disse che sia la forma allungata dei miei occhi, da lei sempre definita "a gattona", sia i capelli ricci erano dovuti molto probabilmente al fatto che in famiglia abbiamo origini egiziane. Comunque sia, ogni giorno é una lotta continua per via di questa massa informe di capelli, sono belli sì, ma anche piuttosto faticosi. 
Terminata la doccia, mi avvolgo in un pesante asciugamano e da qui comincia la vera lotta. Eccoci alla resa dei conti. Prendo il mio alleato per eccellenza dal mobiletto accanto allo specchio e mi rifletto nella mia immagine. I lunghi capelli ricci mi ricadono sulle spalle in modo confuso e disordinato, sollevo il braccio in cui tengo il pettine, sì, é lui il mio alleato, e faccio comparire un ghigno malefico sul volto. Mi manca solo la musichina inquietante di Psycho e poi sono pronta per essere rinchiusa in manicomio. 
Porto il pettine sui miei capelli e da qui comincia la vera tortura, la lotta giornaliera contro l'avanzare dei nodi, il mio massacro personale. 
Quando spesso la gente mi si complimenta per i capelli, come se avessi scelto io di averli, rimane sempre scioccata quando gli dico che li pettino e li spazzolo sempre. Ecco, non ho mai capito perché la gente ne rimane così turbata, insomma, se non li pettinassi questi comincerebbero a prendere vita propria, non so se mi spiego, da un giorno all'altro diventerei una perfetta rasta, non che io abbia niente contro i rasta, però ecco, non é proprio l'aspirazione della mia vita. 
Ormai mi sono arresa di capire la gente, insomma, se io voglio pettinare i miei amati capelli che male c'è? Mah, problemi loro comunque. Uno dei miei tanti motti di vita é sempre stato "vivi e lascia vivere", a quanto pare però non é lo stesso per la maggior parte della gente.
- Fede, allora io vado, ci vediamo dopo- mi saluta Cristy da dietro la porta.
- Sì, a dopo, divertitevi- concludo continuando imperterrita nella mia lotta all'ultimo nodo.
Secondo motto della mia vita " chi la dura la vince", ed io vinco sempre.
 
Ah, finalmente all'aria aperta. Metto la borsa in spalla e mi immergo nel traffico newyorkese. Ho voglia di far spese oggi, ho voglia di darmi alla pazza gioia. I sensi di colpa li lascio per la sera, già, stasera la mia parte razionale riprenderà il sopravvento su quella impazzita e sarò costretta a farmi un bell'esame di coscienza, sì, decisamente deprimente.
Mi infilo le cuffiette della musica e faccio partire una delle mie canzoni preferite Hall of fame dei will.i.am. Questa canzone riesce sempre a darmi un sacco di carica positiva, é come una dose di puro ottimismo. Mi fermo davanti ad una vetrina e comincio ad osservare i vestiti esposti dai manichini. Mi sono sempre chiesta come mai ai manichini devono sempre stare i vestiti alla perfezione, insomma, non che a me tornino male, però ho sempre provato invidia per la loro fisicità...già, sono questi i miei dilemmi della vita.
Decido di entrare e provare qualcosa, tanto per passare il tempo. Opto per dei jeans scuri, una maglietta a mezze maniche ed una giacchetta abbinata a quest'ultima. 
Prendo il tutto e me lo porto nel camerino. 
- Come ti stanno?- sento dire da una voce femminile alla mie spalle non appena finisco di cambiarmi.
Altro problema dei negozi, le commesse troppo invadenti proprio non le posso digerire, mi danno sui nervi. Io non voglio essere cattiva, ma a questa chi gliel' ha data tutta questa confidenza, insomma, non la conosco nemmeno e mi dà del "tu".
- Bene, grazie- sorrido falsamente e continuo a guardare la mia immagine riflessa nello specchio.
- Sì, ti stanno davvero bene, poi hai un fisico che ti aiuta, non c'è che dire- 
- Grazie, sei molto gentile- ormai le dò del "tu" anche io, non vorrei sembrare troppo fredda.
- Allora che fai, li compri?- mi chiede con un sorriso a trentadue denti. Ecco, finalmente siamo arrivati alla sostanza del discorso.
- Penso di sì, sì, li compro- annuisco convinta. Del resto non mi stanno nemmeno male, sì, posso farci un pensierino. 
Esco dal negozio con già la mia prima busta tra le mani, la giornata si sta facendo interessante, se vado di questo passo per stasera avrò prosciugato tutti i miei amati risparmi. 
- Scusi signorina?- sento dire a qualcuno dietro di me. Mi volto e mi trovo faccia a faccia con un uomo che avrà più o meno una cinquantina di anni. Sinceramente non capisco che cosa voglia da me un tipo simile, dal suo aspetto sembra uno di quegli uomini stracolmi di soldi. É tirato più a lucido di un paio di scarpe, i vestiti sono esclusivamente di marca e ha i capelli visibilmente tinti di un biondo platino a dir poco ridicolo.
- Dice a me?- chiedo confusa e guardandomi attorno.
- Sì, mi scusi per l'irruenza, ma vorrei parlarle di un certo lavoro che le vorrei offrire, é da un po' che la osservo e trovo che lei sia la persona più adatta- 
Ok Fede, non pensare male, non pensare male. Sento che la mia faccia si é trasformata in un enorme punto interrogativo, insomma, non é normale che uno ti fermi per strada e ti proponga un lavoro così dal nulla, inoltre, questo tizio platinato mi ha osservata? Ma é un maniaco.
- Sinceramente non ho capito molto bene la situazione- dico titubante. Non so che altro fare, anzi, suppongo che la cosa migliore sia scappare a gambe levate.
- Mi immagino. Mi scuso ancora per la mia irruenza, se vuole parlarne ci possiamo accomodare ad uno di questi bar- propone l'omino mostrandomi con un gesto della mano uno dei locali più "in" di New York. Sorrido debolmente e lo seguo rassegnata, addio alla mia dolce giornata di shopping. 
- Bene- esordisce l'omino dopo essersi seduto al tavolo indicatoci dal cameriere in frac - allora, innanzitutto le vorrei precisare che dirigo un'azienda per giovani modelle e modelli, questo é il mio biglietto da visita- spiega porgendomi un piccolo biglietto.
- Armando Gonzalo- leggo ad alta voce. Mai sentito.
- Non so se lei ha mai sentito parlare di me e della mia azienda, siamo piuttosto famosi- si vanta appoggiandosi con la schiena alla sedia e portandosi una mano sotto il mento.
- No, mi dispiace- che figura, però intanto gli ho fatto sparire quel sorrisino da pallone gonfiato.
- Beh, non importa, comunque sia vorrei offrirle un lavoro come fotomodella, comparirà su copertine di riviste famose, parteciperà a sfilate, indosserà abiti firmati, insomma, entrerà a far parte del grande mondo della moda, ovviamente le affiancheremo un manager che potrà tenere sotto controllo tutti i suoi vari impegni giornalieri. Forse così su due piedi sarà difficile scegliere però la preghiamo di darci una risposta il prima possibile, sul biglietto si trova l'indirizzo della nostra sede centrale, appena può la pregherei di farci un salto di modo che i miei assistenti le possano dare maggiori informazioni-
Sono letteralmente senza parole, non so che dire. Cioè, io fotomodella? Di sicuro sarebbe una svolta importante della mia vita, guadagnerei sicuramente molto di più, ma mi sembra tutto così strano. 
- Lei ci pensi, poi la prego di farmi sapere, arrivederci- si congeda l'omino stringendomi la mano e lasciando una banconota da cento dollari sul tavolo.
- Le farò sapere, arrivederla- concludo alzandomi anche io dal tavolo e dirigendomi fuori dal locale.
Una volta uscita decido di tornare immediatamente al campus, non ho più la facoltà mentale di prestare attenzione allo shopping, ho un estremo bisogno di pensare e stare da sola.
Come é possibile che sia successa a me una cosa simile? Insomma, non sono poi nulla di così speciale, Cristy é molto più bella di me, non c'è paragone.
Apro la porta della mia camera e mi getto sul letto leggermente scossa. 
Certo che però non sarebbe male come lavoro, sicuramente pagano anche molto bene a giudicare dal bigliettone da cento dollari lasciato da Armadio, Armano, non mi ricordo nemmeno come si chiama. 
Estraggo il biglietto da visita dalla mia tasca, lo leggo e decido di cercare informazioni su Internet. Mai fidarsi degli sconosciuti. 
Accendo lo schermo del mio pc risalente all'età del Paleolitico e aspetto con ansia. 
Finalmente, dopo un buon quarto d'ora di schiaffi e pugni contro quest'ultimo, riesco ad entrare sul sito ufficiale. Wow, non c'è che dire, sembra una cosa seria, anzi, non sembra, lo é. Ecco adesso mi sento peggio di prima, insomma, non tutti i giorni capita di ricevere proposte simili, dovrei accettare o no? Di certo fare la modella mi prenderà moltissimo tempo, a giudicare dal sito richiederanno un livello di serietà e professionalità molto elevato.
Nonostante ciò però dovrei continuare a portare avanti i miei studi. Mi sento una stupida, mi sto comportando da ragazzina viziata, altre al posto mio si strapperebbero i capelli dalla gioia. Basta, ho deciso, voglio provarci, del resto si vive una volta sola, no? Ed io voglio viverla al meglio questa mia vita, voglio vivere quest'esperienza. Cercherò di concentrarmi sul lavoro come sugli studi, a costo di dover passare tutte le notti sui libri. 
La vita é fatta per essere vissuta, ed io voglio sfruttare questa opportunità per arricchirla, voglio cominciare a colorare la mia tela bianca, voglio prendere al volo tutto ciò che la vita mi offre. Sì, lo voglio e domani non sarà solo l'inizio di una nuova settimana, ma sarà anche l'inizio della mia nuova vita e non vedo l'ora di cominciare a viverla!
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Eccomiiii, grazie a tutte per le vostre recensioni, siete state gentilissime! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se devo ammettere che non mi convince molto....
Questi capitoli sono più che altro capitoli introduttivi in cui si cominciano a delineare dei tratti fisici e psicologici della protagonista...molto presto avverrà l'incontro tanto desiderato!!!!! Non vedo l'ora *.*
A presto ed un bacioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!
  
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