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Autore: Sunny    05/07/2003    0 recensioni
Tre anni dopo gli eventi di BAWM...Harry, Ron, Hermione e Ginny si stanno costruendo un futuro nuovo, ma c'è qualcuno che non vuole proprio lasciarli in pace...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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            P.S.: le parti in corsivo (non quelle in inglese) sono ricordi.

 

                                                   

 

                                                       IT NEVER ENDS

 

 

CAPITOLO 2: LOTTARE FINO ALLA FINE

 

 

Maybe life is like a ride on a freeway

Dodging bullets while you’re trying to find your way

Everyone’s around, but no one does a damn thing

It brings me down, but I won’t let them

                                                                                                Staring At The Sun, Offspring

 

 

***************

 

….bip….bip….bip…bip…

 

 

Hermione stava seduta sul muretto appena fuori I Tre Manici di Scopa, e ogni tanto dava un’occhiata all’orologio; Ron, accanto a lei, stava appoggiato allo stesso muretto, con le braccia conserte e l’aria tranquilla. Qualche minuto dopo arrivarono Harry e Ginny – che portava il carrozzino del piccolo Danny – ed entrambi avevano l’aria stanca e gli occhi visibilmente cerchiati e assonnati.

 

Hermione scese dal muretto e fece loro un gran sorriso. “Buongiorno!”

 

“Ah, tu dici?” fece sarcastico Harry.

 

“Danny non ha voluto saperne di dormire neanche cinque minuti stanotte.” Spiegò Ginny.

 

Nella sua carrozzina, Danny dormiva beatamente con un succhietto in bocca; era un bimbetto vispo e sveglio di appena un paio di mesi, con grandi occhioni verdi e capelli (ancora pochini) neri, e i lineamenti del viso dolci come quelli di sua madre.

 

“Ora sembra molto tranquillo, si sta rifacendo.” Notò con un sorriso Hermione, guardandolo.

 

“Già, lui.” Sottolineò Harry, e Ron scoppiò a ridere. “Ho un sonno che non puoi capire.”

 

“Se non fosse ancora così piccolo, una bella pozione soporifera nel lattuccio della sera non ci starebbe poi tanto male.” Fece Ron, con un occhiolino per il suo migliore amico.

 

“Ron!!” esclamarono contemporaneamente Ginny e Hermione, all’apice dello sdegno.

 

Lui alzò le mani. “Ehi, stavo scherzando!”

 

“Già, come no.” Disse ironicamente Hermione. “Ma chissà come mai non mi stupirei se lo facessi.”

 

“In un momento di disperazione potrei farlo anch’io.” Fece Harry, beccandosi un’occhiataccia da Ginny.

 

“Forza, è ora di andare, o faremo tardi.” Disse Hermione, ma un secondo dopo si sentì un urlo alle loro spalle, e poi molti altri.

 

I ragazzi si voltarono all’istante: in mezzo alla folla, che si apriva lungo i lati della strada per allontanarsi, c’era un grosso pitone, con lunghi denti aguzzi e una coda vibrante a sonagli, che sibilava rabbiosamente.

 

“E quello da dove spunta?” fece Ron, accigliandosi.

 

“Harry…” Ginny, intimorita, prese il figlioletto in braccio e fece un passo indietro.

 

Contemporaneamente si sentirono altre grida dall’altra parte della strada, dove una decina di uomini stava spaventando e aggredendo la gente, mentre un altro paio di scatenati tentava di dare fuoco a una casa.

 

“Oh, bene! Si sono dati tutti appuntamento stamattina!” sbottò ironico Ron.

 

“Voi occupatevi di quelli.” Disse Harry. “Al serpentone penso io.”

 

“Ok.” Annuì Hermione, e lei e Ron sguainarono le bacchette e si lanciarono verso gli assalitori.

 

“Sta’ indietro, Gin.” Fece Harry, facendo un passo avanti verso il serpentone, che sibilava più che mai.

 

“Harry, sta’ attento, ti prego!” si raccomandò accoratamente lei, facendosi più indietro e stringendosi il figlio al petto.

 

Harry fece due passi avanti e Ginny lo sentì parlare in una strana lingua, sibilare qualcosa, e capì che stava parlando il Serpentese. Il pitone si sollevò in alto, finchè non fu allo stesso livello coi suoi occhi, ma Harry non arretrò e sibilò ancora qualcosa.

 

Con la coda dell’occhio, Ginny vide Ron colpire con un pugno in pieno viso uno degli assalitori e poi tramortirlo con un colpo di bacchetta, mentre Hermione ne spediva un paio contro il muro con un deciso incantesimo respingente. Ma quando Ginny si voltò a guardare il marito, vide che il pitone si era abbassato, e si gongolava sul corpo viscido scuotendo la coda rumorosamente. La cosa la fece sorridere, e il suo sorriso si ampliò nel vedere che gli assalitori si erano dileguati tutti; quando però Harry si voltò, Ginny smise di sorridere: i suoi occhi erano improvvisamente diventati rosso fuoco.

 

Ginny si coprì la bocca con una mano. “Oh mio Dio…” facendo un passo indietro, si voltò verso suo fratello, che stava rinfoderando la bacchetta. “Ron!!”

 

Ron e Hermione li raggiunsero in fretta, ma quando videro Harry si bloccarono di colpo.

 

“Ma che diavolo…” fece Ron, guardando il suo amico immobile e con dei minacciosi occhi rossi.

 

“Che razza di maleficio è questo?” Hermione era inorridita.

 

“Se non lo sai tu, figurati io.” Estremamente teso e cauto, Ron mise mano alla bacchetta. “Ginny, sta’ indietro.” La sorella obbedì, tremante.

 

“Harry?” provò Hermione. “Harry, puoi sentirmi?”

 

“Mi sa che neanche ci riconosce.” Constatò piano Ron, prendendo in mano la bacchetta.

 

“Che facciamo adesso?” Hermione si stava innervosendo. “Io non credo che attaccarlo sarebbe una buona idea.”

 

Ron vide il suo amico voltarsi e guardarli. “Ok, ascolta. Nervi saldi. Cerchiamo di addormentarlo, lo porteremo subito al quartier generale, lì s’inventeranno qualcosa.”

 

Lei annuì. “Va bene. Tu pensa a distrarlo.”

 

Ron annuì e fece due passi alla sua destra, muovendosi piano e con cautela. “Ehi, Harry…ok, ho capito che non mi riconosci…ascolta la mia voce…cerca di guardarmi…non ti dice niente la mia faccia? Non riesci a ricordare chi sono?”

 

Harry non disse nulla, ma il serpente alle sue spalle si sollevò e sibilò qualcosa; un istante dopo, Harry sollevò lentamente la bacchetta, alla punta della quale si stava creando una strana sfera verde.

 

“Ma che stai facendo?” mormorò Ron, seriamente accigliato.

 

Hermione scosse la testa. “No, questo non mi piace…”

 

Tutto in una volta, Harry si voltò fulmineamente su se stesso e lanciò la sfera verde contro Hermione.

 

“Nooo!!!” gridò Ginny.

 

“Attenta, levati di lì!!!!” urlò Ron.

 

Hermione aveva ormai la velocissima sfera a due passi dal proprio corpo, quando si sentì spingere con forza via dalla traiettoria del colpo; cadde a terra, sentì uno strillo di Ginny e poi un tonfo sordo: alzò gli occhi e vide Ron, a terra, proprio dove pochi secondi fa stava in piedi lei…con un fianco che sanguinava copiosamente.

 

“Ron!!!!” gridò stravolta, e si lanciò verso di lui, registrando a malapena che Harry e il pitone erano improvvisamente scomparsi; raggiunse Ron, gettandosi in ginocchio accanto a lui. “Oddio, no…” gli tastò il collo: non c’era battito; aveva gli occhi chiusi e stava sanguinando di brutto. Disperata, si stracciò un lembo della camicia e lo usò per tenere premuta la ferita, poi estrasse un talismano trasparente dalla tasca e lo portò vicino alla bocca. “Emergenza a Hogsmeade, fuori ai Tre Manici di Scopa!! Codice rosso!! Muovetevi!!!”

 

Ginny corse accanto al fratello. “Oh no!!!” strillò fra le lacrime, stringendo a sé il figlioletto urlante.

 

“Ron, amore, mi senti? Riesci a sentirmi?” Hermione teneva premuta una mano sulla ferita, con l’altra accarezzava freneticamente la fronte e i capelli di Ron, china su di lui. “…non mi lasciare, resta con me…non te ne andare…” continuava a ripetergli disperata, cercando con tutto il suo cuore di non piangere e concentrarsi su di lui. “…non mi lasciare, amore, resta con me…resta con me…non te ne andare, Ron, ti supplico…resta con me…”

 

“Hermione? Hermione!”

 

Hermione sbattè le palpebre. “Cosa?” era seduta accanto al letto di Ron, e Ginny e Molly Weasley la stavano fissando con molta preoccupazione.

 

“Stai bene, cara?” le chiese ansiosa mamma Weasley.

 

“Si…si, tutto bene.”

 

“Eri come imbambolata, temevamo che fosse successo qualcosa anche a te.” Mormorò Ginny con voce tremante; era evidente quanto fosse scossa.

 

Hermione fece per risponderle, ma una terribile fitta di nausea la costrinse a correre in bagno. Quando ne uscì era bianca come un cencio e le girava la testa, e Molly se ne accorse, perché la fece sedere subito, molto preoccupata.

 

“Santo cielo, bambina…guarda come ti stai riducendo!…”

 

“Sto bene, è tutto a posto adesso.”

 

“Non vorresti andare un po’ a casa a riposare? Potremmo restare noi per stanotte…”

 

Hermione scosse la testa. “Perché continuate tutti a ripetere la stessa cosa, è Ron che sta male, non io.” Fece, esasperata.

 

“Questo lo sappiamo, è solo che sei molto pallida, e Aki mi ha detto che hai a malapena toccato cibo in questi quattro giorni.” Fece accorata mamma Weasley. “Ti immagini a farti trovare in queste condizioni da Ron? Ci ucciderà tutti per non averti dato una mano.” Le disse con un sorriso.

 

Hermione fece un sorriso stanco, poi si rivolse verso Ginny. Sembrava stare soffrendo molto, e ce l’aveva scritto in faccia. “Come sta Danny?”

 

Ginny fece un breve sorriso. “Bene, l’aria di campagna gli sta facendo molto bene, si trova alla grande alla Tana. Ed è la mia unica salvezza contro la pazzia.”

 

“E’ un gran mangione il mio nipotino.” Disse orgogliosa Molly.

 

“E tu, Gin? Come stai?” domanda inutile, Hermione conosceva già la risposta.

 

Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime. “Io vorrei solo sapere qualcosa. E’…così atroce stare qui…senza fare niente, senza sapere niente…” la voce della ragazza era rotta dai singhiozzi. “…ho cercato Sirius, lui mi avrebbe detto tutto…ma non sono riuscita a trovarlo…e non hanno voluto dirmi dov’era…”

 

Sua madre l’abbracciò. “Oh, tesoro…mi dispiace tanto…”

 

Hermione abbassò lo sguardo, stringendo la mano di Ron; ci pensò bene, poi prese una decisione. “Sirius era qui questa mattina.”

 

Molly e Ginny la guardarono. “Come?” fece Ginny in un soffio a malapena udibile.

 

Hermione alzò lo sguardo. “Stiamo ancora cercando di capire chi ha fatto questo a Harry, e soprattutto dove l’abbiano portato. Ucciso chi ha lanciato questo maleficio, Harry sarà libero.”

 

Ginny scosse la testa. “Ma lui dov’è ora?”

 

“Questo non lo sanno ancora.” Disse piano Hermione. “Ma stanno facendo il possibile per scoprirlo, Sirius in testa a tutti.”

 

“Devono assolutamente muoversi, Danny ha bisogno di suo padre!” disse energica Molly Weasley.

 

In quel momento qualcuno bussò alla porta, e un istante dopo fece capolino la testa di Bill. “Ciao mamma, ciao Gin. Hermione, ti posso parlare un momento?”

 

“Va bene.” Hermione si alzò per uscire dalla stanza, evitando gli sguardi colmi d’ansia delle due Weasley. Nel corridoio dell’infermeria Aki, Bill, Liam e Ben stavano discutendo di qualcosa di parecchio serio.

 

“Che succede?” chiese leggermente allarmata Hermione.

 

“Harry e un considerevole gruppo di uomini stanno attaccando la Londra babbana.” Le spiegò Liam. “Sirius e la sua divisione sono andati subito sul posto.”

 

Hermione s’irrigidì. “L’attacco è ancora in corso?”

 

Ben annuì. “Si, è appena cominciato. Noi siamo qui perché abbiamo bisogno di te, Hermione.”

 

Lei li guardò confusa. “Siamo convinti che dobbiamo continuare a cercare di farlo ragionare proponendogli emozioni forti, e senza Ron tu resti l’unica che può scuoterlo. Sirius non ce la farà da solo.” Disse Liam.

 

Hermione scosse la testa. “Non posso andarmene, Ron ha bisogno di me.”

 

“Anche Harry ha un gran bisogno di te,” Lima non si arrese. “E per lui puoi fare anche più che aspettare e pregare.”

 

“Tornerai immediatamente da Ron ad attacco finito, ma sei troppo preziosa, abbiamo davvero bisogno di te.” Continuò Ben.

 

“Io…non me la sento, scusatemi.” Rispose lei, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. “Harry non mi ha assolutamente riconosciuta l’ultima volta, se devo cercare di aiutarlo mi serve tutta la mia concentrazione, che al momento manca completamente. Non vi sarei di alcun aiuto.”

 

Liam s’irrigidì. “Hermione, ci sono degli innocenti che stanno rischiando la vita là fuori.”

 

“E ce n’è uno che la sta rischiando là dentro.” Ribbattè dura lei, indicando la porta alle sue spalle.

 

“Non puoi permettere che i tuoi sentimenti intralcino il tuo lavoro.” Fece Ben. “Tu sei un auror, e il tuo compito è salvare vite umane e combattere il male.”

 

Hermione aveva un’aria esasperata e sfinita. “Ma Ron…”

 

“Tornerai da lui prestissimo.” La rassicurò Liam. “Coraggio, è ora di andare.”

 

“Ma guarda cosa mi tocca sentire!”

 

Tutti si voltarono: Molly Weasley, furiosa più che mai, raggiunse il gruppo di auror, col viso rosso quasi quanto i capelli. “Certo che siete degli egoisti spaventosi!!” strillò.

 

“Mamma, per favore…” Bill cercò di fermarla, ma lei lo fulminò con un rapido sguardo, quello che i ragazzi Weasley definivano il tipico sguardo materno ‘come-ti-ho-fatto-ti-disfo’.

 

“Ma come vi permettete?!” tuonò contro Ben e Liam. “Con quale cuore dite a questa ragazza di mettersi l’uniforme e andare a combattere contro il suo migliore amico?! E come osate chiederle di combattere in questo stato?!”

 

“Signora Weasley, noi ci rendiamo perfettamente conto di questo, ma anche lei deve capire che la situazione è gravissima.” Disse Liam, senza particolare durezza.

 

Molly sembrò ancora più furente. Mise le mani sui fianchi e fece un passo avanti, con gli occhi stretti come due fessure. “Non osi dire a me quanto è grave la situazione, colonnello! Staimo parlando del marito di mia figlia, nonché del padre del mio nipotino! E nel caso in cui lo avesse dimenticato, quello là dentro è mio figlio!”

 

“Mi creda, io tutto questo lo capisco, non piace nemmeno a me fare il mio dovere, ma…”

 

“Se lei capisse veramente, mai e poi mai ordinerebbe a Hermione di andare a combattere!” ruggì la grassoccia signora. “Ma non vede che è distrutta, non dorme da giorni!”

 

“Su questo sono assolutamente d’accordo, come medico.” Aggiunse spavalda Aki.

 

“Signora, io non…” provò timidamente a interromperla Hermione, ma Molly Weasley non si lasciò fermare.

 

“No, Hermione! Questa volta non posso permetterti di fare un sacrificio simile, e sia Harry che Ron sarebbero d’accordo con me, lo sai!”

 

Ci fu un momento di silenzio, durante il quale Molly Weasley rimase a guardare i due uomini con un’espressione furiosa. Poi Liam si lasciò sfuggire un sorriso.

 

“Lo sai, Bill, tua madre non starebbe male nella nostra squadra.” Fece, e Bill ridacchiò. “D’accordo, mi ha convinto, signora Weasley. Hermione resta qui, ce la sbrigheremo da soli. Per questa volta.”

 

“Grazie.” Disse piano Hermione.

 

L’espressione della signora Weasley cessò di essere truce, e si fece più malleabile. “Sono felice di sapere che vi siete ricordati di avere un cuore.” Borbottò.

 

“Ci terremo in contatto.” Fece Ben, e con un saluto a tutti i presenti i due colonnelli lasciarono l’infermeria.

 

Aki si rivolse alla suocera con un sorriso di ammirazione sul viso. “E’ stata fantastica! Si è fatta valere con grandissima determinazione!”

 

“E sfacciataggine, potrei aggiungere.” Mormorò Bill con un sorrisetto. “Così ora sai come ha fatto a tenere a bada sette di noi, inclusi i gemelli.”

 

Hermione le rivolse un piccolissimo sorriso. “La ringrazio moltissimo, sono certa che mia madre avrebbe fatto la stessa cosa.”

 

“Oh, cara.” Molly l’abbracciò. “Lo so bene, ed è per questo che non ho permesso che ti facessero combattere. Non è giusto, devi concedere a te stessa un attimo di riposo.”

 

Lei annuì con poca convinzione. “Va bene.”

 

“Sei sicura che non vuoi che stanotte resti io con Ron?” le chiese Bill.

 

“No, non c’è problema.” Disse lei. “Sto benissimo, davvero.”

 

Aki e Bill si scambiarono un’occhiata. “Come vuoi.” Disse alla fine lui.

 

***************

 

I thought that dreams belonged to other men

Cause each time I got close

They’d fall apart again

                                                                                    Almost Paradise, M.Reno and A.Wilson

 

***************

 

 

Fuori la sala parto Harry camminava avanti e indietro nervosamente, Ron stava appoggiato al muro a braccia conserte, e Hermione era seduta accanto al signor Weasley.

 

“Ma quanto ci vuole?” sbottò Harry.

 

“Credi a me, Harry.” Fece paternamente il signor Weasley con un gran sorriso. “Sono stato al tuo posto sette volte, e ogni parto sembrava più lungo.”

 

“Ci vuole il suo tempo.” Annuì Hermione.

 

Ron si cacciò una bottiglietta dal giubbotto e la passò a Harry. “Dai, fatti un goccio.”

 

Harry accolse più che felicemente il suggerimento e buttò giù due sorsi dalla bottiglia, mentre Hermione guardava Ron con gli occhi stretti come due fessure.

 

“E quella da dove arriva?” fece, in tono di rimprovero. “Come ti è saltato in mente di portare qui quella roba?”

 

“E con che cosa vorresti brindare, scusa?” le chiese allegramente Ron.

 

“Vuoi brindare alla nascita di tuo nipote con del whisky?!”

 

“Perché no?”ridacchiò lui.

 

“Ottima idea, sono d’accordo.” Harry buttò giù un altro sorso.

 

“Magnifico, così tuo figlio vedrà suo padre per la prima volta già sbronzo.”

 

“Non esagerare, guarda che io lo reggo alcool.” La rassicurò Harry.

 

“Sicuro, è solo dopo i primi sei bicchieri che il ragazzo comincia a cantare.” Annuì Ron, con lo stesso sorrisetto odioso del suo amico.

 

Hermione scosse la testa. “Voi due siete impossibili.” Il signor Weasley rise e le diede una comprensiva pacca sulle spalle.

 

“Ehi ragazzina, guarda che anche tu hai diritto al tuo goccetto dopo.” Fece Ron.

 

“Puoi scordartelo.” Hermione incrociò le braccia. “Io ci tengo alle mie cellule cerebrali.”

 

“Ne hai talmente tante che potresti anche venderle.” Ridacchiò Harry.

 

“Già, ci faremmo un affarone.” Rise anche Ron.

 

“Pensa un po’ che negozio: ‘Da Hermione, Cellule Cerebrali di altissima qualità.’” Continuò Harry.

 

“Come no, e il primo cliente sarebbe Percy.” Ron tratteneva a stento le risate.

 

“E il secondo Montgomery, così finalmente sarebbe in grado di scriverseli da solo quei discorsetti da bigliettino di auguri che gli prepara ogni volta quel galoppino del suo segretario.” E qui tutti e due risero più forte.

 

Arthur Weasley rise per un attimo. “Quando ci si mettono, riescono proprio a tormentarti, eh?” disse a Hermione.

 

Lei scosse la testa, con aria superiore. “Lo fanno dai tempi della scuola. Quando sono nervosi per qualcosa, si mettono insieme e rompono le scatole a me. Ci sono abituata.”

 

“E non ha nemmeno perso il gusto di una volta.” Rise Ron, e Harry annuì.

 

Proprio in quel momento dalla porta della sala parto fece capolino una eccitatissima Molly Weasley. “Harry!!!” strillò, euforica. “Harry, vieni!! Vieni a vedere il tuo bambino!!”

 

Harry fece un largo sorriso, Ron gli diede una pacca sulle spalle e si riprese la bottiglia di whisky, e lui corse dentro la sala parto.

 

Hermione sorrise. “Non vedo l’ora di vederlo!”

 

Il signor Weasley era quasi commosso. “Chissà a chi dei due assomiglia di più.”

 

Ron ridacchiò. “Dieci galeoni che ha gli occhi verdi.”

 

Qualche istante dopo arrivò di corsa Sirius, trafelato. “Scusate il ritardo! Un dannatissimo ladro m’ha fregato la moto!”

 

“Sirius, vecchio mio, hanno più macchine mie i ladri di me.” Fece Arthur weasley con un sorriso.

 

“Allora, come sta Ginny?” chiese lui.

 

“E’ andato tutto bene.” Sorrise Hermione.

 

“Mammina e papino sono dentro.” Ron gli fece l’occhiolino.

 

Sirius sfoderò un sorriso contento. “Questa sì che è una notizia bellissima!”

 

“Ok, e quindi io direi di brindarci su.” Propose Ron, prendendo di nuovo la sua bottiglia di whisky.

 

Hermione scosse la testa, stufa. “Alcolizzato.”

 

***************

 

 

Hermione si asciugò con la manica della camicia le lacrime che le stavano rigando le guance e tirò su col naso, accarezzando la mano di Ron, che teneva tra le sue.

 

“…lo so, non è da me piangere…” gli sussurrò piano, mentre alle sue spalle il sole tramontava per lasciare il posto all’ennesima notte insonne. “…però, sai…forse qui hanno ragione a dire che non sto bene… perché io sto malissimo…e non riesco più a trovare la forza per andare avanti…”

 

Il viso pallido e immobile di Ron non si mosse di un millimetro. Hermione si chinò in avanti e con una mano prese ad accarezzargli la fronte bendata e i capelli, sempre tenendosi stretta al petto la sua mano.

 

“…sono tanto stanca, Ron…” riuscì a malapena a sussurrare, con la voce soffocata dalle lacrime che continuavano a scenderle dagli occhi. “…ho bisogno di te…ti prego…non ce la faccio più ad andare avanti così…darei la mia vita per vederti di nuovo vivo…per stare con te…” sforzandosi di non perdere la testa per il dolore, Hermione si appoggiò al letto, con la testa accanto al suo fianco destro e la sua mano ancora stretta saldamente tra le proprie. “…resta con me, Ron…non mi lasciare…io non voglio vivere senza di te, non potrei mai abituarmi…” singhiozzò, mentre quel terribile rumorino continuava inesorabilmente a scandire il ritmo delle sue speranze, e delle sue preghiere.

 

…bip…bip…bip…bip…

 

***************

 

And then a hero comes along

With the strenght to carry on

And you cast your fears aside

And you know you can survive

So when you feel like hope is gone

Look inside of you and be strong

And you’ll finally see the truth

That a hero lies in you

                                                                                    Hero, Mariah Carey

 

 

                                                           **********************************

 

 

 

Ok, quanto vi adoro da 1 a 10? Diecimilaaa! Ragazzi, grazie per le bellissime recensioni, siete davvero fantastici! Non immaginavo che vi sarebbe già piaciuta così tanto la nuova storia! Sono contentissima! Un grazie speciale al gruppo di fedelissimi che recensiscono sempre, e con tanto entusiasmo: keijei, giuggy, ginny, Eli, Ron Weasley…e anche quelli che ho dimenticato! Un bacio stratosferico!

 

Strekon, una sola parola: tu sei grande! La tua storia mi sta appassionando tantissimo, mi piace! Bravissimo, continua a scrivere!

 

Beh, lo so che questo capitolo è più breve del solito (anche perché è arrivato dopo solo 2 giorni! Record!), e non è nemmeno successo un granchè, ma volevo che le cose fossero più chiare prima di entrare nel vivo della storia. E ci tengo anche a dire che mi sono interrotta qui, ma ho già iniziato a scrivere il terzo capitolo…perché succederà qualcosa, nel terzo. Parola di autrice, vi piacerà…^^ ok, adesso mi cucio il becco!

 

Bene…recensite tanto, perché quando lo fate vado veloce come un treno! ^^ Ci vediamo col prossimo capitolo “Ti ho fatto sempre piangere?” Baci baci

 

Sunny

  
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